n.54 del 08.03.2017 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto 4030 - Risoluzione circa l'organizzazione dell'Azienda USL Romagna. A firma dei Consiglieri: Bagnari, Rontini, Bessi
L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna
premesso che
l'Ausl della Romagna nasce come progetto di forte innovazione organizzativa e gestionale nell'ambito del sistema sanitario regionale, fondato sui principi di universalità, equità e solidarietà e finalizzato al continuo miglioramento dell'offerta sanitaria pubblica secondo i criteri dell'integrazione, dell'accesso alle alte specializzazioni, della qualità e della prossimità;
l'Ausl della Romagna, oltre alla volontà di perseguire opportune razionalizzazioni della spesa, si pone come obiettivo principale l’erogazione di servizi sanitari di alto livello qualitativo e quantitativo per i cittadini;
l’applicazione della DGR 2040/2015 ("Riorganizzazione della rete ospedaliera secondo gli standard previsti dalla legge 135/2012, dal Patto per la salute 2014/2016 e dal DM salute 70/2015”) deve rappresentare per l'Ausl della Romagna una proficua occasione per riorganizzare il sistema ospedaliero che, nella maggiore efficacia, appropriatezza ed efficienza, non deve mai perdere quella insostituibile caratteristica rappresentata dalla prossimità;
in data 9 gennaio 2017 la Conferenza territoriale sociale e sanitaria ha approvato, con un solo voto contrario, le “Linee di indirizzo per la riorganizzazione ospedaliera”;
tenuto conto che
nel quadro complessivo dell’Ausl Romagna i presidi ospedalieri sono integrati in un reticolo ospedaliero senza gerarchie predefinite;
in alcuni di essi si sono sviluppate vocazioni differenziate che sono riferimento per l’intero territorio romagnolo;
nella provincia di Ravenna l'assetto è articolato in tre ospedali a rete (Ravenna - Faenza - Lugo) in cui si sono sviluppate da un lato collaborazioni organizzative e funzionali che rappresentano riferimenti di qualità della risposta sanitaria sul territorio, dall'altro alte specializzazioni, come ad esempio la Cardiologia, che devono diventare punto di riferimento per l’intera Ausl della Romagna;
le Unioni della Bassa Romagna e della Romagna Faentina hanno dato avvio ad un percorso di confronto e collaborazione volto a consolidare e sviluppare i servizi attraverso l’integrazione degli ospedali distrettuali di Lugo e Faenza in un unico presidio ospedaliero in grado di servire un bacino di utenza superiore a 200.000 abitanti (191.840 abitanti delle due Unioni e 10.353 abitanti dei comuni montani limitrofi) e di svolgere la sua azione attraverso le due strutture ospedaliere presenti sul territorio e aventi pari dignità e qualità, integrandole con il presidio ospedaliero di Ravenna;
evidenziato che
le “Linee di indirizzo per la riorganizzazione ospedaliera” hanno accolto gli emendamenti proposti congiuntamente dai Comitati di Distretto di Faenza, Lugo e Ravenna. Tra le altre, sono state recepite le seguenti richieste:
- creazione di una forte sinergia organizzativa tra gli ospedali di Lugo e Faenza, che garantisce un bacino di popolazione sufficiente a rispettare gli standard di sicurezza e di appropriatezza delle cure;
- permanenza in entrambi gli ospedali di tutte le attuali prestazioni e specialità;
- permanenza sia nell’ospedale di Lugo che nell’ospedale di Faenza dei Punti nascita;
- valorizzazione delle eccellenze degli ospedali di Faenza, in particolare Chirurgia e Medicina nucleare, e di Lugo, in particolare Ortopedia, con specializzazione impianti e reimpianti, e Pneumologia;
- valorizzazione dell’assetto articolato nei tre ospedali all’interno della provincia di Ravenna;
impegna la Giunta
ad attivarsi nei confronti dall’Azienda USL Romagna affinché:
- si prosegua nel rafforzamento delle integrazioni (in molti casi già operative) tra gli ospedali di Lugo e Faenza, così come chiesto dai Sindaci dei due territori e affermato nelle “Linee di indirizzo per la riorganizzazione ospedaliera” portando avanti il progetto di realizzazione di un unico presidio ospedaliero Lugo-Faenza;
- siano completate tutte le procedure strutturali necessarie per rendere completo e definitivo il presidio h24 della continuità assistenziale pediatrica, a cominciare dal completamento dell'organico necessario e dalla formazione pediatrica per tutti i medici che fanno turni di guardia medica;
- siano investite tutte le economie di gestione scaturite dall'integrazione degli ospedali di Lugo e Faenza sui territori ad esempio rafforzando la sanità territoriale o incrementando la qualità e la quantità dei servizi sanitari offerti ai cittadini;
- sia completata, laddove il nuovo assetto organizzativo lo richiederà, la copertura dei primariati attualmente vacanti e del personale medico, tecnico e infermieristico indispensabile ad ogni unità operativa, in modo da garantirne prima possibile la piena operatività ed efficacia;
- si investa in maniera adeguata nella formazione degli operatori;
- siano poste in essere tutte le iniziative tese a rafforzare la medicina territoriale, anche dando attuazione alle “Indicazioni regionali per il coordinamento e lo sviluppo delle comunità di professionisti e della medicina d’iniziativa”, come indicato nella delibera della Giunta regionale n. 2128/2016, ed in particolare a realizzare i nuclei di cure primarie e le case della salute previste, a qualificare continuamente l'integrazione dei servizi rivolti alle cronicità (assistenza domiciliare, lungodegenza ospedaliera, rete delle RSA), a valorizzare il ruolo e le funzioni dei medici di medicina generale. Interventi, questi, necessari a potenziare l’integrazione dei servizi e migliorare l’appropriatezza delle cure. A tal fine il percorso di costruzione del PAL (Piano attuativo locale) sarà l’occasione per affrontare ed approfondire, anche in sede dei Consigli comunali e dei Consigli dell’Unione, l’articolazione della sanità territoriale in tutte le sue declinazioni per fornire risposte qualitativamente e quantitativamente adeguate, appropriate ed efficienti;
- sia posta una particolare attenzione nell’erogazione dei servizi e nella fornitura degli ausili in modo da evitare la creazione dei disagi, come è accaduto nel caso della fornitura degli ausili per l’incontinenza (pannoloni);
- venga confermato e rafforzato il ruolo di gestione dei distretti socio-sanitari, che rappresentano l'articolazione fondamentale del governo e della programmazione aziendale nel territorio e costituiscono il punto privilegiato delle relazioni tra attività aziendali ed Enti locali, particolarmente nell'ambito delle cure primarie e dell'integrazione dei servizi sociali e sanitari;
- sia assicurata la piena partecipazione degli Enti locali alla programmazione sanitaria, nonché alla verifica dei risultati di salute ottenuti dalle Aziende sanitarie coinvolgendo i Sindaci, rappresentanti eletti delle comunità locali, dei loro bisogni e dei loro diritti, in un confronto preventivo, costante e continuo;
- sia assicurato anche il coinvolgimento delle comunità locali nel monitoraggio dell'andamento del processo di riorganizzazione, garantendo anche la loro partecipazione.
Approvata a maggioranza dei presenti dalla Commissione IV Politiche per la Salute e Politiche Sociali nella seduta del 6 febbraio 2017.