n.340 del 06.12.2023 periodico (Parte Seconda)
RISOLUZIONE - Oggetto n. 6629 - Risoluzione per impegnare la Giunta a supportare l'Assemblea legislativa, nonché l'intergruppo assembleare di amicizia con il Popolo Saharawi, ad organizzare almeno un'iniziativa all'anno al fine di illustrare l'impegno regionale, sia umanitario che politico, verso il popolo Saharawi. A firma dei Consiglieri: Mumolo, Costa, Mori, Zappaterra, Gerace, Sabattini, Pillati, Marchetti Francesca, Caliandro, Daffadà, Costi, Dalfiume, Fabbri, Zamboni, Amico
sono passati oltre sessanta anni da quando l’Assemblea generale dell’ONU, con Risoluzione n.1514 del 14 dicembre 1960, approvava la “Dichiarazione sulla concessione dell'indipendenza ai Paesi e ai popoli coloniali” al fine di mettere fine al colonialismo e sancendo il diritto all'indipendenza e all’autodeterminazione dei popoli;
a distanza di pochi anni, la IV Commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite inseriva il Sahara Occidentale nella lista dei territori “Non-Self-Governing Territories” (territori non auto-governati) e da lì, nel corso degli anni, tutte le successive Risoluzioni ONU ribadiranno, in buona sostanza - in estrema sintesi - il diritto del popolo Saharawi all’autodeterminazione in quei territori e la necessità di organizzazione di un referendum popolare sotto l’egida delle Nazioni Unite;
agli inizi degli anni ’70 anche la Corte Internazionale di Giustizia, di fronte alle pretese di Mauritania e Marocco sui territori del Sahara Occidentale, ha avuto occasione di ribadire che quei territori Sahariani, da sempre, sono abitati da una popolazione organizzata, politicamente e socialmente, in tribù rette da capi rappresentativi: da qui, la Corte, escludeva il riconoscimento di un qualsiasi legame di sovranità territoriale nel Sahara occidentale da parte di Marocco e Mauritania su quei popoli;
nonostante ciò, nel tempo, i rapporti tra i soggetti coinvolti è andato sempre più ad inasprirsi.
agli inizi degli anni 90, sotto il Segretariato generale di Javier Perez de Cuellar, viene istituita, per la prima volta, la “Missione delle Nazioni Unite per il referendum di autodeterminazione del Sahara Occidentale” (MINURSO) basata su:
a) l’unità civile, composta principalmente da funzionari delle Nazioni Unite e incaricata delle attività amministrative e di quelle relative ai rifugiati;
b) l’unità di sicurezza, incaricata di sorvegliare il rispetto dell’ordine e della legalità nelle attività di iscrizione dei votanti e di impedire qualsiasi possibilità di intimidazione ed ingerenza nello svolgimento dell’attività referendaria;
c) l’unità militare, incaricata principalmente di vegliare sul rispetto del cessate il fuoco tra le parti.;
nonostante i buoni propositi dell’ONU, l'iter referendario della MINURSO si arrestò, nell’ultimo ventennio, a causa della proposizione del Regno del Marocco di un numero sproporzionato di ricorsi presentati alla Corte di Giustizia e al rifiuto del Regno del Marocco di riconoscere l’elenco dei votanti saharawi al referendum: ad aggravare il tutto, verso le fine del 2020, si sono inaspriti gli scontri a fuoco, dopo 29 anni dal cessate il fuoco lungo tutto il muro di sabbia di 2.700 chilometri tra trincee, droni ed artiglieria pesante a causa dell’operazione militare compiuta dai marocchini nella zona cuscinetto di Guerguerat;
oggi il popolo Saharawi vive per gran parte nei campi profughi di Tindouf, in Algeria, organizzatosi sotto forma di Repubblica Araba Saharawi Democratica (RASD), facente parte dell’Unione Africana, di cui ha ricoperto recentemente anche la Vice Presidenza, e riconosciuta da oltre 80 Stati sovrani da tutto il mondo ma non dall’ONU. La RASD ha un Parlamento eletto democraticamente caratterizzato da una forte rappresentatività delle donne (oltre il 50% del Parlamento saharawi).
poche settimane fa, il 30 ottobre 2023, il Consiglio di sicurezza dell’ONU, adottando la Risoluzione n. 2703/23, ha rinnovato di ulteriori 12 mesi, fino al 31 ottobre 2024, la Missione MINURSO esprimendo il pieno sostegno al Segretario Generale e al suo personale delegato affinché si facilitino le negoziazioni per arrivare a una soluzione diplomatica del Sahara occidentale. Il Consiglio di Sicurezza incoraggia Marocco, Frente POLISARIO, Algeria e Mauritania a partecipare ai negoziati per assicurare il raggiungimento della soluzione.
la nostra Regione è da sempre in prima linea nel supportare la causa del popolo Saharawi sia in termini umanitari, finanziando progetti di ogni genere, sia in termini politici condannando fermamente ogni aggressione armata, nonché pressioni e soprusi di diritti contro questa popolazione ad opera del Regno del Marocco;
L’azione regionale è sempre stata supportata dagli enti del territorio e dal contesto emiliano-romagnolo: ne è prova la pluriennale esperienza del “Tavolo Paese Saharawi” che non ha mai smesso, fino ad oggi, di funzionare proficuamente per avere il maggior coordinamento tra tutti i soggetti della cooperazione decentrata emiliano-romagnola quali enti locali, associazioni di volontariato, ONG, scuole, università, strutture sanitarie del territorio regionale;
le azioni dei progetti cofinanziati dalla Regione hanno sempre visto come beneficiari principali i bambini, le donne, le giovani generazioni, i disabili, il corpo docente e non docente, le ostetriche ed il personale sanitario, i dirigenti dei ministeri saharawi, gli operatori sociosanitari locali ed il personale dello sport.
oltre all’attività umanitaria, l’Ente regione ha anche sempre dato supporto di tipo politico nel riconoscimento dei diritti delle popolazioni Saharawi tanto che, nel corso della precedente legislatura, sono state realizzate 3 missioni istituzionali (2016, 2017 e 2018) e 1 missione tecnica (2019), a cui hanno partecipato esponenti politici di maggioranza e minoranza;
in tali importanti visite sono stati effettuati incontri con i rappresentanti istituzionali del Governo Saharawi, con i tecnici di Governo, con le Organizzazioni internazionali presenti in loco quali UNICEF, WFP, ECHO, UNHCR nonché con l’Ambasciatore d’Italia in Algeria e con i principali beneficiari locali;
con la nuova legislatura le missioni istituzionali della Regione Emilia-Romagna sono state sospese a causa dell’epidemia Covid che ha determinato la chiusura dei campi profughi saharawi al personale internazionale fino a inizio 2022;
le missioni in loco sono riprese in concomitanza con la “Sahara Marathon 2022” e le celebrazioni del 27 febbraio, giorno di ricorrenza della costituzione della RASD - Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi (1976);
l’attività istituzionale svolta dalla Regione Emilia-Romagna è da sempre apprezzata dal Fronte Polisario che, nel corso del “Tavolo Paese Saharawi”, organizzato per la pubblicazione del Bando 2022, ha rinnovato l’invito alla RER a visitare i territori Saharawi in occasione di una missione istituzionale, allorché le condizioni epidemiologiche lo consentiranno, al fine di continuare il lavoro di monitoraggio e valutazione delle progettazioni realizzate e rafforzare la collaborazione politica e istituzionale per la soluzione della causa Saharawi.
quasi un anno fa l’Assemblea Legislativa approvava nella seduta del 31 marzo 2021 la risoluzione per confermare l’adesione alle iniziative di sostegno al Popolo Saharawi e condannare ogni azione che si ponga in contrasto con i diritti riconosciuti ai sensi dei Trattati internazionali;
tale posizione è stata fatta presente anche lo scorso 7 luglio alla “Giornata europea di amicizia con il popolo Saharawi” tenutasi a Firenze da parte della Presidente dell’Assembla Petitti;
in seno all’Assemblea Legislativa è attivo dal 2015 l’intergruppo "Amicizia con il popolo Saharawi" a cui partecipano esponenti politici di maggioranza e di minoranza bipartisan.
sono attivi intergruppi parlamentari di amicizia per il popolo Saharawi sia al Parlamento Europeo che a quello italiano,
Tutto ciò premesso e considerato,
a supportare l’Assemblea legislativa, nonché l’intergruppo assembleare di amicizia con il Popolo Saharawi, ad organizzare almeno un’iniziativa all’anno al fine di illustrare l’impegno regionale, sia umanitario che politico, verso il popolo Saharawi coinvolgendo il più possibile gli stakeholders e gli enti locali che più si ritiene più opportuno;
a supportare l’Assemblea legislativa e l’intergruppo assembleare di amicizia con il Popolo Saharawi ad organizzare delegazioni istituzionali, coadiuvate da funzionari tecnici, per recarsi nei territori dei campi profughi Saharawi in Algeria e nei territori occupati del Sahara Occidentale; nonché a cercare di realizzare audizioni presso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU in occasione del rinnovo del mandato della missione MINURSO;
a proseguire nel sostegno ai progetti di cooperazione nei campi Saharawi da tempo avviati finanziati dalla RER, verificando anche la disponibilità di ulteriori risorse.
Approvata a maggioranza dalla Commissione V Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità nella seduta del 16 novembre 2023.