Questo progetto di legge aspira ad inserirsi nel più ampio contesto di una linea politica ispirata ad una più responsabile razionalizzazione delle spese regionali a fronte della crisi economica nazionale e dei minori trasferimenti di risorse da parte dello Stato nei confronti delle Regioni.
Per questa ragione il mantenimento della Consulta degli emiliano romagnoli nel mondo non è più economicamente sostenibile e pertanto l’obiettivo della presente legge è quello dell’abrogazione di quest’organo.
L’intervento proposto si muove lungo due direttrici: una di lungo periodo e una di breve periodo.
In particolare, l’articolo 1 prevede l’abrogazione della Consulta a partire dalla X legislatura.
Tale abrogazione non pregiudica l’interesse della Regione Emilia-Romagna al perseguimento e realizzazione dell’obiettivo, di cui alla lett. g) del comma 1 dell’art. 2 dello Statuto, circa il riconoscimento degli emiliano-romagnoli nel mondo e delle loro comunità. Il progetto di legge prevede, pertanto, che successivamente all’abrogazione della legge, l’Assemblea legislativa adotti linee di indirizzo e verifica ai fini dell’attuazione dell’obiettivo di cui sopra.
L’articolo 2 intende normare l’attività della Consulta fino al 2015 prevedendo che:
- a partire dal 1° gennaio 2013 non sarà riconosciuto alcun compenso al Presidente della Consulta;
- gli interventi previsti dai piani regionali triennali non possono prevedere ulteriori deroghe rispetto alla data di abrogazione della legge regionale 3 del 2006;
- le risorse economiche previste per il triennio 2013-2015 saranno dimezzate del 50%
;
- il risparmio prodotto sarà destinato a sostegno di politiche sociali
.
Considerato il complesso di attività e relazioni instaurate intorno alla Consulta, si è altresì previsto che la Giunta regionale provveda, ove necessario, alla regolamentazione dei rapporti conseguenti alla cessazione dell’attività della Consulta.