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L’attuale crisi economica, sta raggiungendo nell’ultimo periodo livelli sempre più preoccupanti.

Il Consiglio dei Ministri sta approvando una manovra finanziaria che penalizza pesantemente i lavoratori pubblici attraverso:

-  il Blocco per 4 anni del CCNL; il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti non può superare quello in godimento nell’anno 2009.

- Il Blocco del turnover per ulteriori 2 anni per l’80% delle dotazioni organiche; in pratica due assunzioni su 10 dimissioni

- la Riduzione del 50% delle spese sostenute per lavoratori a tempo determinato altre tipologie contrattuali;

- la Riduzione del 50% delle spese per la formazione;

- la Riduzione del 5% delle retribuzioni annue lorde oltre i 90.000 euro e del 10% oltre i 130.000;

- la Riduzione del 50% delle spese per le missioni;

- l’Aumento ed accelerazione dell’età pensionabile di vecchiaia delle Donne del pubblico impiego che avverrà nel 2016 e non nel 2018;

- PENSIONI: finestre di uscita a scorrimento, dalle due attuali di anzianità e delle quattro di vecchiaia per coloro che matureranno i requisiti nel 2011 i lavoratori potranno andare in pensione ad un anno esatto dalla maturazione;

- il TFS erogato dall’Inpdap in 180 giorni (prima erano 90) ed in tre rate;

- Il blocco degli scatti di anzianità nella scuola e nell’università. 

Tale situazione vede anche l’Emilia-Romagna e i suoi cittadini costretti ad uno sforzo collettivo non privo di accenni drammatici. La situazione impone che ad ogni livello siano condivisi i sacrifici.

Se la corresponsione di una indennità di carica per i Consiglieri regionali ha una finalità logica e incontestabile, permettere a tutti i cittadini, a prescindere dal loro reddito,dalla loro situazione economica di partecipare anche, se necessario, a tempo pieno alla vita politica. La corresponsione di un vitalizio, una sorta di pensione aggiuntiva, cumulativa e reversibile che scatta con il compimento del sessantesimo anno di età a fronte di un versamento di contributi che può essere anche di solo cinque anni, non ha alcuna giustificazione logica e morale. Il vitalizio è dunque un autentico privilegio elitario. Il nuovo Consiglio Regionale può e deve dare un esempio significativo alla nostra comunità.

La diminuzione dei vitalizi diventa quindi semplicemente un atto di giustizia non più procrastinabile, non solo per la grave crisi che attanaglia la Nazione ma per una questione di giustizia rispetto e trasparenza nei confronti dei cittadini.

In Emilia-Romagna la disciplina sugli assegni vitalizi è normata dalla legge regionale 14 aprile 1995, n. 42 che stabilisce secondo una tabella predeterminata la percentuale dell’assegno vitalizio da erogare al consigliere regionale in base al numero di legislature e all’anzianità contributiva.

La presente proposta di legge mira quindi a ridurre gli assegni vitalizi, introducendo nuovi parametri di calcolo, in linea con una politica di tagli dei costi della politica.

Si vuole inoltre innalzare l’età minima per la corresponsione del vitalizio da sessanta anni a sessantacinque anni di età, ed elevare il limite minimo necessario per avere l’assegno vitalizio a 2 mandati.

La proposta di legge si compone di cinque articoli: 

- Gli articoli 1,2,3 modificano la legge regionale 42/1995,elevando l’età minima necessaria per ottenere la corresponsione del vitalizio a 65 anni, e introducendo l’obbligo dei due mandati al fine di ottenere la corresponsione del vitalizio.

- L’articolo 4, modifica la legge regionale 42/1995, introducendo nuovi parametri di calcolo nella determinazione del vitalizio.

- L’articolo 5, fissa la decorrenza delle nuove diposizioni normative a decorrere dalla IX Legislatura.

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ultima modifica 2010-06-21T15:11:51+02:00

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