Testo

In tempi recenti numerosi soggetti hanno espresso preoccupazioni forti rispetto ai rischi di infiltrazione del crimine organizzato e mafioso nel tessuto economico e sociale anche delle aree non tradizionalmente toccate in maniera significativa da questo fenomeno. La nostra regione, come evidenziato anche dall’ultima relazione semestrale per il 2010 della Direzione Investigativa Antimafia, non è indenne da questi rischi, che oggi, in presenza di una crisi economica generalizzata e di segnali di indebolimento del tessuto sociale, possono acuirsi e rendere anche il nostro territorio più vulnerabile alla diffusione di pratiche illegali e di culture mafiose.

Per questo motivo la Regione Emilia – Romagna intende dedicare a questo tema una rinnovata attenzione, che, nel quadro delle competenze costituzionali date, permetta il rafforzamento e il miglior coordinamento di iniziative già esistenti in vari settori delle politiche regionali, e al tempo stesso introduca nuove misure volte a rafforzare gli anticorpi presenti nel nostro tessuto istituzionale, sociale ed economico.

Questo progetto di legge ha come oggetto di intervento il crimine mafioso, nella sua conosciuta accezione sociale e giuridica e nelle sue diverse prospettive, includendo pertanto anche le mafie di origine straniera. Il progetto si rivolge inoltre alle forme organizzate di criminalità, anche quando queste non siano di stampo prettamente mafioso, pur essendo quest’ultimo aspetto quello considerato prioritario. E’ noto, infatti, che i confini tra crimine organizzato e mafioso possono essere alquanto labili e che, comunque, forme di criminalità organizzata producono nel tessuto sociale ed economico le stesse conseguenze gravi dei crimini di stampo nettamente mafioso. Un esempio significativo è dato dal fatto che i beni assegnati ai Comuni per il riutilizzo sociale possono provenire anche (e così avviene in alcuni casi nella nostra regione) da procedimenti penali a carico di organizzazioni criminali non qualificate come mafiose.

Diverse sono le prospettive del fenomeno mafioso e organizzato che il progetto di legge intende aggredire, ma in particolare gli interventi si concentrano sulla prevenzione dell’interstizio criminonogeno – costituito dall’indebolimento del tessuto sociale “sano”e dalla delegittimazione delle istituzioni locali - che sono fattori di rischio importanti per il radicarsi di culture e pratiche mafiose. Sono attività prioritarie in questo ambito: gli interventi di rafforzamento delle “resistenze” delle aree non tradizionali, gli interventi volti a spezzare e indebolire possibili reti di relazione e possibili strategie di costruzione del consenso da parte di gruppi criminali organizzati, interventi di animazione volti a mantenere alta l’attenzione della comunità e a sollecitare lo sviluppo di una cittadinanza responsabile.

E’ obiettivo prioritario di questo intervento legislativo garantire una presenza istituzionale efficace della Regione Emilia – Romagna, che si muova nell’ambito delle competenze costituzionali, in una prospettiva di cooperazione intersettoriale all’interno della regione stessa, e di cooperazione istituzionale con altri enti - in primo luogo con il sistema delle autonomie locali – con l’associazionismo e il volontariato, con le associazioni imprenditoriali, il sindacato, con il sistema scolastico, con gli organi che hanno competenza in materia di contrasto e repressione del fenomeno. Già nel percorso di elaborazione della legge, infatti, sia i settori interni della Regione che il territorio – enti locali, associazioni, forze economiche e sociali, ma anche i rappresentanti della magistratura e dello Stato sul territorio - sono stati coinvolti al fine di predisporre una iniziativa legislativa utile, potenzialmente efficace a dare risposta ai bisogno del territorio.

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ultima modifica 2011-03-03T10:39:09+01:00

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