Testo

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

- le malattie trasmesse sessualmente hanno acquisito negli ultimi anni un importante rilievo pubblico e sanitario, in relazione sia all’epidemia da HIV, sia ai mutamenti di costume e delle abitudini di vita;

- i contorni nazionali del problema AIDS mostrano un fenomeno che, dal 1982 (anno in cui si è verificato il primo decesso), ha interessato oltre 62.000 persone, di cui quasi 40.000 decedute.

Visto che

- la prevenzione, attraverso anche l’informazione, resta a tutt’oggi l’arma più efficace per innalzare e mantenere alta la percezione del rischio, non solo sull’infezione da HIV ma su tutte le altre malattie a trasmissione sessuale;

- una scarsa consapevolezza rischia di provocare un nuovo aumento della diffusione della malattia.

Considerato che

- una maggiore cognizione della malattia e sostegno delle pratiche di prevenzione avrebbe una indubbia ricaduta in termini di riduzione dei costi sociali, in particolare per quel che concerne gli enti previdenziali e il sistema produttivo, nonché sulla spesa sanitaria.

Tenuto conto che

- l’Emilia-Romagna è da decenni la seconda regione in Italia come diffusione di malati HIV, nel 2008 è risultata quella con più nuovi casi all´anno e i dati recenti confermano purtroppo questa tendenza.

Evidenziato che

- secondo il United Nations Population Fund, circa la metà delle nuove infezioni da HIV si verifica nei giovani tra i 15 e i 24 anni;

- è necessario, dunque, potenziare gli interventi preventivi diretti alle fasce giovanili, progettando e realizzando programmi che, fornendo informazioni corrette sull’infezione da HIV/AIDS forniscano gli strumenti necessari per proteggersi dalle infezioni, mirando alla promozione di comportamenti sicuri;

- le stime effettuate dal C.O.A. (Centro Operativo AIDS - Istituto Superiore di Sanità) sulla base dei dati disponibili al 31 dicembre 2009, indicano che in Italia sono attualmente presenti oltre 160.000 persone HIV positive viventi, di cui circa 22.000 con AIDS; inoltre un sieropositivo su quattro non sa di essere infetto.

Impegna la Giunta regionale e l’Assessore competente

- a investire maggiori risorse nella prevenzione, con campagne mirate a favorire l’accesso al test diagnostico, nonché alla distribuzione e all’uso dei profilattici, unico presidio certo ed effettivo contro la diffusione per via sessuale dell’HIV; in collaborazione con le strutture pubbliche centrali e periferiche dello Stato, il Servizio sanitario nazionale e il mondo della scuola inteso nella sua accezione più ampia;

- a sostenere consultori autogestiti, in collaborazione, anche mediante apposite convenzioni, con le strutture sanitarie pubbliche e private, per lo svolgimento, nei detti consultori, di attività di équipes qualificate nelle problematiche socio-sanitarie inerenti l’AIDS;

- a favorire e promuovere forme di assistenza e solidarietà, anche psicologica, attraverso specializzati gruppi di volontariato, nei confronti dei malati e delle persone sieropositive;

- a incentivare e sostenere una campagna regionale di sensibilizzazione rivolta agli studenti delle scuole medie e superiori che abbia come principali obiettivi:

  1. evitare il diffondersi della malattia;
  2. diminuire o eliminare i fattori di rischio;
  3. infondere maggiore consapevolezza fra i soggetti che hanno avuto un comportamento a rischio, invitandoli a fare tempestivamente il test HIV;
  4. far conoscere i pericoli della infezione, le concrete possibilità di cura ed i vantaggi di una precoce diagnosi e dell’avvio delle cure stesse;
  5. sviluppare atteggiamenti positivi verso coloro che sono stati contagiati per affermare il diritto alla riservatezza e alla piena partecipazione alla vita sociale, produttiva e culturale dei sieropositivi e dei malati di AIDS.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 21 settembre 2011

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ultima modifica 2011-10-11T14:10:54+01:00

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