Testo
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
l’assenza di risposte efficaci e strutturali alla crisi economica da parte del Governo nazionale, unita alla politica di tagli ai settori vitali della società italiana - dalla scuola ai servizi sociosanitari - ha portato gli Enti locali a gravissime difficoltà nella gestione ordinaria e ad una vera e propria impossibilità nel programmare strategie di sviluppo ed investimento locali;
tale situazione risulta ancora più insostenibile per gli Enti montani, storicamente alle prese con i problemi legati allo spopolamento, all’isolamento, alle carenze infrastrutturali e di servizio ed ulteriormente depressi dall’azzeramento del Fondo ordinario per la montagna (L. 97/94) disposto dalla Finanziaria 2010, mentre ancora si attendeva l’attribuzione del Fondo 2009.
Considerato che
a tale azzeramento - e nonostante l’accordo raggiunto il 20 luglio scorso col Governo - si deve sommare il blocco dei trasferimenti erariali di parte corrente delle Comunità montane relativi al fondo consolidato, destinato alla copertura del pagamento dei dipendenti, e per la copertura dei mutui con ammortamento a carico dello Stato, contratti dalle Comunità montane stesse;
i nuovi tagli dei trasferimenti vengono ad assommarsi a quelli già operati nei confronti delle Comunità montane con la legge finanziaria 2008 (legge 244/2007) e dal decreto legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge 133/2008, che già avevano comportato gravissimi problemi alle Comunità montane, la maggioranza delle quali subendo ulteriori tagli si troverà nella oggettiva impossibilità di chiudere i propri bilanci.
Evidenziato che
la nostra montagna, vera spina dorsale del sistema regionale, rappresenta oltre il 41% del territorio emiliano-romagnolo, con 118 Comuni montani e oltre il 10% di popolazione residente complessiva, con 421.000 abitanti;
consapevole dell’importanza sociale ed ambientale di questo territorio, la Regione Emilia-Romagna da tempo persegue una politica di valorizzazione della montagna a partire dal “Progetto per l’Appennino” del 2002, che modificò completamente l’ottica programmatoria proponendo una visione condivisa dei problemi e delle strategie da assumere a favore della montagna regionale, assunta poi a fondamento della L.R. 2/04 “Legge per la montagna”;
in questa legislatura la Regione ha deciso di rafforzare il suo impegno nei confronti dei problemi della montagna istituendo dapprima l’assessorato alla Montagna;
in tale direzione si muovono sia il PTR che tutti i piani di settore della programmazione regionale, da quello di sviluppo rurale a quello paesistico, dai programmi comunitari a quelli di estensione infrastrutturale.
Sottolineato che
tra il 2005 e il 2008 la Regione ha finanziato investimenti per un importo medio annuo di 100 milioni di euro, a cui si aggiungono 19mln€ che sono andati ad integrare le risorse (solo 7mln€) del Fondo nazionale per la Montagna - per il sostegno agli Accordi-quadro per lo sviluppo delle zone montane - 4,8mln€ per la riorganizzazione istituzionale delle Comunità montane e delle Unioni;
la nuova programmazione 2009-11 prevede una dotazione di circa 95mln€ annui, mentre recentemente la Regione ha finanziato con 9mln€ 19 nuovi Accordi-quadro inerenti fra l’altro la difesa del suolo, la riqualificazione urbana, la valorizzazione del patrimonio e il sostegno alle imprese, ulteriori 5 mln€ sono andati alla manutenzione della viabilità ordinaria e circa 2mln€ alle opere di bonifica.
Ribadito che
la politica di tagli indiscriminati portata avanti da questo Governo - che fra l’altro non ha prorogato le agevolazioni per il gasolio e il Gpl da riscaldamento per chi risiede nei comuni montani non metanizzati e ricadenti nelle zone climatiche - è segno di miopia istituzionale, e significa azzerare la programmazione allo sviluppo in area montana e rinunciare ad una politica mirata alla specificità di questi territori;
nonostante le quotidiane affermazioni sulla volontà di attuare il federalismo fiscale, le azioni del Governo hanno minato l’autonomia degli enti montani ed umiliato la loro capacità decisionale;
anche l’istituzione delle Zone Franche Montane - insistentemente paventata in sede di Finanziaria 2010 sul modello delle Zone Franche Urbane, istituite nel 2009 ma mai in realtà finanziate - si è risolta in un nulla di fatto, lasciando sulla carta la programmazione di una fiscalità differenziata;
Invita la Giunta
a ribadire al Governo la necessità che la Riforma Federalista dello Stato sia finalmente perseguita non solo a proclami ma attraverso il reale e costante coinvolgimento delle istituzioni locali alle decisioni che le riguardano;
a richiedere, come già fatto con lettera del 3 settembre scorso dell’assessore competente al ministro Fitto, l’immediato ripristino delle fonti di finanziamento a vario titolo tagliate alla montagna;
a proseguire con forza gli interventi presso il Governo, attraverso la Conferenza Stato-Regioni, affinché vengano prese le adeguate misure finanziarie per sostenere la difesa e il rilancio della montagna, con particolare attenzione alle persone, alle imprese e al territorio.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 26 ottobre 2010