Testo

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che

secondo gli ultimi dati pubblicati, nel corso del 2022 il valore della produzione agricola regionale si è attestato attorno ai 5,8 miliardi di euro, registrando un aumento su base annua di 455 milioni di euro, pari ad un incremento percentuale dell’8,5%.

La crescita del fatturato agricolo regionale iniziata nel 2020 è pertanto proseguita anche nel 2022; tuttavia, tali valori risultano positivi soltanto in apparenza, in quanto l'aumento è stato determinato da una crescita quasi generalizzata dei prezzi all'origine di gran parte dei prodotti agricoli, a fronte di una vera e propria esplosione dei costi di produzione, per l'acquisto dei principali mezzi tecnici (concimi, mangimi, antiparassitari, energia, ecc.).

Tra l'altro, gli aumenti dei prezzi di vendita delle produzioni agricole sono risultati spesso insufficienti a compensare i rincari dei fattori produttivi, portando di conseguenza ad un deciso deterioramento dei livelli di redditività in particolare nel comparto vegetale, penalizzato anche da un andamento meteorologico particolarmente siccitoso con pesanti conseguenze su volumi e qualità dei raccolti.

Molti rincari delle materie prime erano già iniziati nel corso del 2021 con il rimbalzo post COVID-19 dell'economia, ma il conflitto russo-ucraino ne ha ampliato e consolidato la portata per il forte impatto della guerra sulla stabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici.

Considerato che

l'Emilia-Romagna, nonostante sia sempre la prima regione italiana per superficie coltivata a frutta fresca, vede la propria superficie frutticola in costante riduzione, proseguendo la tendenza negativa del decennio precedente.

Nel corso del 2022, la superficie frutticola regionale è risultata pari a 44.300 ettari, in ulteriore calo rispetto all'anno precedente. La riduzione ha interessato prevalentemente pesche (-6,5%), nettarine (-3,6%) e albicocche (-3,3%) ma il calo maggiore ha riguardato le pere (-7,8%) con la perdita di 1.260 ettari.

Le cause di questo progressivo calo vanno ricercate nelle difficoltà fitosanitarie, iniziate nel 2016 con il diffondersi della cimice asiatica (Halyomorpha halys) e successivamente della Maculatura bruna, combinate con le condizioni climatiche delle ultime campagne produttive, in particolare le pesanti gelate del 2021 e la prolungata siccità del 2022, contestualmente ad una riduzione delle richieste di mercato per alcune varietà piuttosto diffuse. Anche per gli impianti di pesche e di nettarine la contrazione è ormai una costante che, negli ultimi 15 anni, ha portato le superfici da 27.735 ettari (2005) a 8.188 ettari nel 2022 (con un calo medio di oltre 1.000 ettari/anno).

Rilevato che

molte aziende frutticole, in particolare quelle operanti nel settore delle pere, prodotto particolarmente danneggiato dagli ultimi eventi, hanno abbattuto gli impianti, per evitare le perdite economiche che si sono susseguite per effetto di situazioni non dipendenti dalle capacità e dalle scelte dell'imprenditore, non ultimo l'aumento dei costi di produzione per il forte rialzo dei prezzi delle materie prime e la difficoltà di reperimento della manodopera.

La crescita economica è andata ridimensionandosi nella seconda metà dell'anno del 2022, in conseguenza del deterioramento del quadro geopolitico su scala globale innescato dalla guerra in Ucraina, dell'aumento del relativo livello di incertezza, dell'impennata dell'inflazione e in particolare dei prezzi dei beni energetici in tutto il mondo, e del mutato orientamento della politica monetaria delle principali banche centrali, dopo anni di continua espansione della base monetaria e tassi di interesse ai minimi storici.

A questi effetti già negativi, sono poi da aggiungersi le conseguenze degli eventi calamitosi dello scorso mese di maggio, in termini sia di danni diretti (a infrastrutture, colture agricole, stabilimenti e impianti produttivi, macchinari ed altri beni mobili, immobili ad uso residenziale), sia di mancato reddito da parte degli operatori economici coinvolti.

Nei giorni scorsi, tutti i principali rappresentanti ed associazioni delle categorie della "Fruit Valley italiana" - termine con il quale viene rappresentato e contraddistinto il settore dell'ortofrutta della nostra regione - hanno richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica e delle istituzioni, ad ogni livello, in ordine alle nefaste previsioni che attendono l'intera filiera, con un aumento dei prezzi e una diminuzione della disponibilità dei prodotti, che andrà inevitabilmente a danneggiare anche il settore dell'export.

Rilevato quindi che

l'intero settore dell'ortofrutta necessita quindi di un sostegno strutturale e articoIato, sia sotto forma di sgravi di carattere fiscale, sia sotto forma di indennizzi, sia ancora mediante il supporto agli investimenti finalizzati alla difesa delle colture e all'innovazione tecnologica.

La Regione Emilia-Romagna, con delibera assembleare n. 99 del 28 settembre 2022, ha approvato il proprio Complemento di programmazione regionale per lo sviluppo rurale (CoPSR), che ha recepito le proposte contenute nella delibera di Giunta regionale n. 1461 del 29 agosto 2022.

La strategia del Complemento di Programmazione per lo sviluppo rurale dell'Emilia-Romagna parte dal presupposto che la garanzia di un reddito equo e il sostegno alla competitività delle filiere agroalimentari sia condizione indispensabile per assicurare non solo la continuità della produzione di beni primari, ma anche uno sviluppo sostenibile ambientale, sociale, economico ed equilibrato del territorio regionale.

A tal fine, la strategia elaborata ha messo a disposizione un plafond di 913,2 milioni di euro per lo sviluppo rurale dell'Emilia-Romagna, collocando così la Regione al primo posto per valore di risorse ottenute fra quelle del Centro-Nord cofinanziato per quasi 372 milioni (il 40%) dall'Unione europea e 60% fra finanziamento statale (379 milioni) e regionale (162,5 milioni).

Le scelte strategiche operate dalla Regione Emilia-Romagna concentrano gli sforzi su tematiche ritenute di primaria importanza: il 44,25% delle risorse riguardano l'obiettivo generale destinato all'ambiente e clima (404 milioni), 286 milioni il sostegno al reddito e competitività (31,33%), 150 milioni lo sviluppo socioeconomico delle aree rurali (16,32%) e 51 milioni la conoscenza e innovazione (5,58%); infine 23 milioni sono destinati all'assistenza tecnica.

La necessità di sostenere la Fruit Valley dell'Emilia-Romagna rende tuttavia improrogabile una diversa modulazione delle risorse da destinare alla competitività ed al rilancio del settore agricolo regionale, con particolare - ma non esclusivo - riferimento al settore dell'ortofrutta, settore economico strategico e decisivo della nostra Regione, oggi gravemente compromesso e in crisi da diversi anni.

Dato atto che

la Regione, con lettera inviata al Ministero, ha chiesto che siano garantiti indennizzi nazionali adeguati per le imprese agricole dell’Emilia-Romagna colpite dalle gelate e grandinate 2023 in tempi possibilmente brevi per garantire liquidità, attraverso la deroga al D.lgs. 102/2004, come già avvenuto nel 2020 e nel 2021 e che venga alzata la percentuale di copertura del nuovo strumento Agricat per gli indennizzi dei danni alle produzioni - in particolare frutticole - in modo da poter garantire almeno la produzione dell’annata e rappresentare un efficace strumento di gestione del rischio.

Tutto ciò premesso, considerato e rilevato,

impegna la Giunta regionale

a individuare, anche attraverso una rimodulazione della propria programmazione per lo sviluppo rurale del Programma strategico della PAC 2023-2027 della Regione Emilia-Romagna, di concerto con le Associazioni di categoria maggiormente rappresentative del settore, idonee misure per un pieno e articolato sostegno strutturale alle politiche agricole regionali, ed in particolare al settore dell'ortofrutta, diretto a superare le avversità e le gravi criticità attualmente sussistenti.

A continuare a sollecitare il Governo affinché:

- siano garantiti indennizzi nazionali adeguati per le imprese agricole dell’Emilia-Romagna colpite dalle gelate e grandinate 2023 in tempi possibilmente brevi per garantire liquidità, attraverso la deroga al D.lgs. 102/2004, come già avvenuto nel 2020 e nel 2021;

- venga alzata la percentuale di copertura del nuovo strumento Agricat per gli indennizzi dei danni alle produzioni - in particolare frutticole - in modo da poter garantire almeno la produzione dell’annata e rappresentare un efficace strumento di gestione del rischio.

Approvato all'unanimità dei votanti nella pomeridiana del 25 ottobre 2023

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ultima modifica 2023-11-13T15:38:30+02:00

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