n.196 del 25.07.2025 (Parte Prima)

Oggetto n. 982 – Ordine del giorno n. 3 collegato all'oggetto 799 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Assestamento e prima variazione al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2025-2027". A firma dei Consiglieri: Critelli, Lembi, Lucchi, Arduini, Fornili, Valbonesi, Donini, Lori, Quintavalla, Proni, Bosi, Larghetti, Costa, Daffadà, Ferrari, Carletti, Costi, Petitti, Sabattini, Calvano, Parma, Casadei, Burani, Trande

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Premesso che

 

il 16 luglio scorso la Commissione Europea ha presentato la Proposta Quadro finanziario pluriennale per gli anni 2028-34, avviando così l'iter di approvazione all'unanimità da parte del Consiglio dell'Unione Europea, previa approvazione del Parlamento europeo.

Il Quadro finanziario pluriennale specifica le indicazioni che dovranno essere rispettate nei singoli bilanci annuali dell'Unione, al fine di garantire continuità e prevedibilità nelle spese e nelle entrate dell'Unione Europea.

 

Rilevato che

 

la proposta avviene in un contesto globale di profonda incertezza a causa dei conflitti in corso e della guerra commerciale avviata dagli USA; incertezza che non può esimere, ma anzi deve rafforzare, gli obiettivi di Mandato della Commissione von der Leyen II: competitività, transizione verde, innovazione e transizione digitale, sicurezza dell'UE, flussi migratori; dalla capacità di concretizzarli dipenderà il futuro dell'Unione Europea e la sua capacità di influenzare il quadro globale e di governare scenari complessi che altrimenti potrebbero sopraffarla.

Si tratta di questioni che richiedono interventi sostanziali e implicano spese ingenti, che hanno determinato la proposta di aumento, su base annua, dai 1.270mld€ del periodo 2021-2027 ai 1.816mld€ del 2028-34, pari all'1,26% del PNL lordo dei vari Paesi dell'Unione, percentuale ancora insufficiente per affrontare adeguatamente le sfide che l'UE ha davanti, secondo alcuni analisti economici.

Il sistema di finanziamento dell'Unione dipende, infatti, quasi esclusivamente dai finanziamenti messi a disposizione dagli Stati membri e, nonostante la richiesta di aumento del budget richiesto a maggioranza dal Parlamento europeo con una risoluzione del maggio scorso, sarà molto complesso trovare un punto di caduta che possa soddisfare tutti i 27 Paesi, viste le dichiarazioni contrarie all'incremento rese pubbliche da alcuni Stati.

 

Sottolineato che

 

la Regione Emilia-Romagna si è distinta per un utilizzo tempestivo, efficiente e capillare delle risorse europee, in particolare nel quadro della programmazione 2021-2027, dimostrandosi tra le più virtuose a livello nazionale per capacità di spesa e avanzamento dei Programmi Operativi.

La politica europea di coesione costituisce uno dei principali strumenti per sostenere la competitività, la transizione ecologica e digitale, l'inclusione sociale e lo sviluppo con un impatto particolarmente positivo sul sistema economico, sugli enti locali, sui territori fragili e sulle piccole e medie imprese.

Ugualmente la Politica Agricola Comune (PAC) è una fra le più importanti dell'UE, sia in termini di peso sul Bilancio europeo, sia per la strategicità che essa riveste nel sostenere un settore, quello agricolo, fondamentale per l'economia del continente europeo.

 

Evidenziato che

 

per tale motivo, desta profonda preoccupazione - esplicitata anche dalle rappresentanze economiche e sociali durante l'Udienza Conoscitiva sulla Manovra finanziaria regionale in discussione-la proposta della Commissione europea di nazionalizzare la pianificazione della Politica di Coesione e della PAC, indebolendo il principio di governance multilivello e quello di partenariato, pilastri sui quali la Regione Emilia-Romagna ha sempre fondato la programmazione e l'attuazione dei fondi europei e riducendo la capacità delle Regioni di costruire risposte territorialmente mirate e integrate. Partenariato e governance multilivello consentono infatti, di valorizzare le specificità territoriali, promuovere lo sviluppo differenziato e rafforzare la capacità di resilienza economica e sociale.

Non è dunque in alcun modo condivisibile l'ipotesi di costituzione di un Fondo unico tra PAC e risorse di Coesione e di attuazione, attraverso Piani nazionali, perché lederebbe l'efficacia complessiva delle politiche territoriali europee, garantita fino ad oggi invece dalla molteplicità degli interventi e dalla prossimità delle scelte programmatorie rispetto ai bisogni reali del territorio, in particolare per quanto riguarda le misure rivolte ai cittadini, agli enti locali e al tessuto produttivo locale.

La proposta della Commissione europea di nazionalizzare la politica di coesione, ipotizzando di far convergere la programmazione dei fondi europei, ora su base regionale, in un unico Piano nazionale (PNR), che comprenda sia la PAC che i fondi di Coesione, rischia di azzerare lo stesso principio di integrazione europea, basata su politiche sociali (come quelle che oggi sono finanziate dal Fondo sociale europeo) e politiche di sviluppo economo e transizione digitale e green, con una attenzione anche per i settori e le aree interne e maggiormente fragili (oggi finanziate con la programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale).

 

Reso noto che

 

ulteriore motivo di preoccupazione, sollecitato anche dalle rappresentanze economiche e sociali nel corso dell'UC, insiste sulle possibili discontinuità - che va assolutamente scongiurata - tra la fase finale della programmazione 2021-2027 e l'avvio del successivo ciclo di fondi europei: la continuità e prevedibilità degli investimenti rappresentano un elemento essenziale per sostenere le strategie di medio-lungo termine delle imprese, specialmente in ambiti ad alta intensità di capitale e innovazione.

Un utilizzo anticipato e virtuoso delle risorse quale quello che contraddistingue la Regione Emilia­ Romagna, infatti, se non accompagnato da strumenti transitori o da una programmazione flessibile, potrebbe determinare periodi di vuoto finanziario per investimenti prioritari, con particolare impatto sulle PMI.

 

Sottolineato che

 

il nuovo Quadro Pluriennale deve essere base per un'Europa forte nei suoi principi e determinata nell'innovarsi e recuperare competitività, pena l'irrilevanza della stessa ed il dilagare di pericolosi nazionalismi.

Occorrono investimenti strategici nella transizione digitale e nell'innovazione, occorre accrescere gli sforzi necessari a tenere fede agli obiettivi climatici del green deal, occorre rafforzare l'identità di un'Unione che riconosca a tutti e concretamente parità di accesso a servizi e opportunità continuando ad alimentare, adeguatamente la Politica di Coesione e la politica sociale dell'UE.

 

Si impegna e impegna la Giunta

 

a sollecitare il Parlamento ed il Governo affinché - nell'iter che porterà all'approvazione del Quadro finanziario pluriennale per gli anni 2028-34 - l'Italia sostenga, in sede Europea, l'esigenza di un Bilancio coraggioso, all'altezza delle sfide complesse che attendono l'Unione, fortemente caratterizzato dall'impronta sociale che la contraddistingue e capace di ridarle peso in ambito economico e politico.

In particolare, ad assumere una posizione di netto rifiuto dell'ipotesi di accorpamento di PAC e Fondo di Coesione, così come della diminuzione delle risorse dedicate, e dell'ipotesi di un unico fondo nazionale, che lederebbe l'efficacia della gestione fino ad oggi affidata ai governi locali, più vicini ai territori e, dunque, maggiormente in grado di definire azioni puntuali, penalizzando in particolare i territori meno strutturati o con una minore capacità amministrativa.

A proseguire nell'impegno per la piena valorizzazione del ruolo della Regione nell'ambito della governance multilivello della politica di coesione, anche attraverso il rafforzamento del confronto con il Governo nazionale e con le istituzioni europee, affinché sia garantita la centralità dei territori nella programmazione delle risorse.

A monitorare attentamente lo stato di avanzamento della spesa dei fondi strutturali nella fase conclusiva della programmazione in corso, con l'obiettivo di prevenire eventuali discontinuità nella disponibilità di risorse per ambiti strategici quali la ricerca e l'innovazione, anche valutando soluzioni transitorie e misure ponte.

A proseguire, nell'ambito del confronto sul futuro bilancio europeo e della redazione dei documenti programmatici futuri, il dialogo strutturato con le rappresentanze economiche e sociali, volto a raccogliere proposte operative per ottimizzare l'uso dei fondi europei a supporto della comunità regionale e della competitività del sistema produttivo emiliano-romagnolo.

 

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 23 luglio 2025

 

 

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