Testo
l’industria turistica regionale ha chiuso il 2022 tornando a superare i 60 milioni di presenze turistiche dopo le restrizioni per la pandemia di Covid-19, con una flessione di appena -0,1% rispetto ai 60,7 milioni registrati nel 2019, l’ultimo anno pre-Covid, e con un significativo recupero rispetto ai 50 milioni del 2021 (+21,3%). Gli arrivi turistici hanno superato i 13,6 milioni, con una leggera flessione del -3,2% rispetto ai 14,1 milioni del 2019, ma con la sensibile ripresa del +31,8% rispetto ai 10,3 milioni del 2021.
Il ritorno ai numeri pre-Covid è stato più rapido non solo per il sistema balneare, da Comacchio a Cattolica, ma anche per le città capoluogo e per l’Appennino che, grazie a una stagione estiva con affluenze da record, hanno ottenuto performance superiori al 2019, il migliore degli ultimi 10 anni per movimento turistico in Emilia-Romagna.
negli ultimi anni, a fronte di un incremento costante dei flussi turistici nelle città, si è registrata un’esplosione degli affitti turistici e a breve durata intermediati dalle piattaforme digitali – il cosiddetto “modello Airbnb” – concorrendo a determinare una mancanza cronica di alloggi disponibili per l’affitto di medio o lungo periodo e la conseguente impennata dei prezzi degli affitti “ordinari” ai danni di famiglie di lavoratori e studenti.
In particolare per la sola città di Bologna e solamente sulla piattaforma Airbnb, il numero degli immobili per gli affitti turistici e di breve durata è passato da circa 800 abitazioni intere e 600 stanze private nel 2015 a circa 1800 case e circa 1300 stanze nel 2018.
Inoltre, gli alloggi per i quali è stata presentata dichiarazione formale agli enti pubblici risultano molto inferiori agli alloggi effettivamente disponibili sulle piattaforme, con un rapporto stimato di un alloggio dichiarato contro dieci disponibili, innescando così fenomeni di evasione fiscale e di concorrenza sleale tra gli operatori sul mercato.
la ricettività extralberghiera è, ancora oggi, una matassa complessa da districare a causa di una moltiplicazione delle tipologie di accoglienza (solo per citarne alcune, affittacamere, case e appartamenti per vacanze, case per ferie, locande, ostelli, rifugi alpini e via dicendo) che cercano di trovare il proprio spazio nel contesto di un quadro normativo nazionale piuttosto caotico.
La Legge regionale 28 luglio 2004 n. 16 elenca e definisce le strutture ricettive extralberghiere. In particolare:
- le case per ferie sono strutture attrezzate per il soggiorno a fini turistici di persone singole o di gruppi, organizzate e gestite senza scopo di lucro, al di fuori dei normali canali commerciali, da enti pubblici, da associazioni o da enti privati operanti per il conseguimento di finalità sociali, culturali, assistenziali, religiose o sportive, nonché da enti o aziende per il soggiorno di propri dipendenti e loro familiari;
- gli ostelli per la gioventù sono strutture ricettive attrezzate prevalentemente per il soggiorno e il pernottamento per periodi limitati dei giovani e degli accompagnatori di gruppi di giovani;
- i rifugi escursionistici sono strutture ricettive aperte al pubblico e idonee ad offrire ospitalità e ristoro ad escursionisti, in zona anche non montana, ubicata in luoghi favorevoli ad escursioni, anche in prossimità di centri abitati ed anche collegata direttamente con la viabilità pubblica;
- i rifugi alpini sono strutture ricettive aperte al pubblico idonee ad offrire ospitalità e ristoro ad alpinisti in zone isolate di montagna, raggiungibili attraverso mulattiere, sentieri e strade forestali ed ubicati in luoghi favorevoli a escursioni.
Tali strutture, di norma, sono di proprietà di enti pubblici e sono gestite da enti di carattere morale o religioso, da associazioni di promozione sociale, da cooperative sociali, operanti senza scopo di lucro ai fini del turismo sociale e giovanile. Possono essere gestite anche da operatori privati profit, previa convenzione con l’ente pubblico, che regolamenta le tariffe e le condizioni di esercizio dell’attività. Inoltre queste strutture ricettive privilegiano l’utenza di gruppo e mantengono legami stretti con le comunità e i territori che le ospitano.
con delibera della Giunta regionale n. 656 del 27 aprile 2023 la Regione Emilia-Romagna, utilizzando 20 milioni dei fondi Por Fesr 2021-2027, ha emanato un bando per promuovere la competitività e la sostenibilità delle imprese turistiche regionali che svolgono attività ricettive nonché l’attrattività dei territori e delle città dove quelle attività sono localizzate.
Con il bando sono stati concessi contributi a fondo perduto per realizzare nuove strutture ricettive esclusivamente in immobili esistenti, o per riqualificare, ammodernare o ampliare strutture esistenti, ai gestori o ai proprietari non gestori di un’attività ricettiva alberghiera nelle strutture di cui all’art. 4, comma 6, lettere a), b) e c) della Legge regionale n. 16/2004 e s.m.i. (alberghi, residenze turistico alberghiere, condhotel) e di un’attività ricettiva all’aria aperta nelle strutture di cui all’art. 4, comma 7, lettere a), b) e b bis) della Legge regionale n. 16/2004 e s.m.i. (campeggi, villaggi turistici, marina resort), escludendo pertanto le strutture extralberghiere.
Tutto ciò premesso, considerato e ricordato,
a valutare l’emanazione di un nuovo bando per contribuire al finanziamento della ristrutturazione, della riqualificazione e dell’ammodernamento delle case per ferie, degli ostelli e dei rifugi che esercitano la propria attività extralberghiera in immobili di proprietà pubblica.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 13 febbraio 2024