Testo

ALLEGATO C

Conferenza programmatica Provincia di Forlì-Cesena

Verbale della Conferenza del 29 luglio 2010 svoltasi presso la sala riunioni 2° piano del Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica - Regione Emilia-Romagna - Via dei Mille n. 21 - Bologna.

Sono presenti in rappresentanza dell’Ente di appartenenza:

- Piermario Bonotto

1. Responsabile del Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica - Regione Emilia-Romagna

2. Segretario generale dell’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli

- Flavio Foietta - Sindaco del Comune di Santa Sofia.

Sono inoltre presenti:

- Doretta Mambrini - Responsabile del Servizio Urbanistica - Comune di Santa Sofia

- Enzo Farabegoli - Tecnico incaricato dal Comune di Santa Sofia - Dipartimento di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali - Università degli Studi di Bologna

- Stefano Quagliere - Servizio Pianificazione Territoriale - Provincia di Forlì-Cesena

- Oscar Zani - Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli

- Alessandro Stefani - Servizio Tecnico di Bacino Romagna - Regione Emilia-Romagna

- Monica Guida - Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica - Regione Emilia-Romagna

- Franco Ghiselli - Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica - Regione Emilia-Romagna.

La riunione è presieduta dall’ing. Piermario Bonotto, Responsabile del Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica della Regione Emilia-Romagna, delegato a rappresentare la Regione dall’Assessore alla Sicurezza territoriale. Difesa del Suolo e della Costa. Protezione civile, Paola Gazzolo. Bonotto partecipa alla Conferenza anche nel ruolo di Segretario generale dell’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli.

Bonotto apre i lavori della Conferenza, che ha come oggetto il Parere, ai sensi al comma 4 dell’art. 1-bis del D.L. 279/2000, convertito con L. 365/2000, in merito al “Progetto di Variante cartografica e normativa all’area a rischio di frana (art. 12) denominata ‘Spinello’ in Comune di Santa Sofia in Provincia di Forlì – Cesena”, adottato con deliberazione n. 3/1 del 29/7/2009 del Comitato Istituzionale dell’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli, e passa la parola al dr. Ghiselli, del Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica.

Ghiselli spiega sinteticamente ai presenti l’iter di adozione e approvazione del Progetto di variante e il contesto normativo nel quale deve essere inquadrato (adeguatamente illustrato nel Parere istruttorio regionale riportato nell’Allegato B).

Passa quindi la parola al dr. Zani, dell’Autorità di Bacino, che espone i contenuti della proposta di variante. Il Progetto di variante si basa anche sui risultati degli ultimi studi realizzati nell’area di Spinello, “Studio finalizzato alla valutazione della risposta sismica locale e della stabilità del versante di Spinello”, a cura dei prof. ing. C. Madiai, prof. ing. G. Vannucchi e prof. ing. J. Facciorusso del Dipartimento di Ingegneria Civile a Ambientale dell’Università di Firenze, e “Microzonazione sismica del versante di Spinello, Comune di S. Sofia (FC)” a cura di Luca Martelli del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli. La proposta di perimetrazione di Spinello, elaborata anche in accordo con il Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica, il Servizio Gelogico, Sismico e dei Suoli, il Servizio Tecnico di Bacino Romagna, prevede 5 zone, 1s, 2s, 3s, 4s, 5s a diverso grado di pericolosità, Zani ne mostra l’areale ed illustra la specifica normativa associata a ciascuna zona.

In particolare la pericolosità della Zona 2s è da verificare e la normativa del Progetto di variante prevede (commi 5 e 6 dell’art. 12 quater) che nella Zona 2s vengano acquisiti ulteriori dati dal sistema di monitoraggio del versante “per un periodo di un anno a decorrere dalla data di adozione della presente Variante di Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico”; trascorso il termine di un anno l’Autorità di bacino provvederà all’assegnazione del livello di pericolosità della zona e alla esatta individuazione della perimetrazione coerentemente con gli esiti del monitoraggio.

Ghiselli ora illustra il parere istruttorio regionale (Allegato B), che è sostanzialmente favorevole, in quanto la Regione è stata coinvolta nell’attività di aggiornamento conoscitivo che ha permesso di proporre una zonizzazione, con relativa normativa, maggiormente rispondente ai diversi gradi di pericolosità esistenti nell’area.

La Regione intende proporre comunque alcune modifiche che verranno in seguito illustrate. Prima però Ghiselli ricorda che in maggio, in una apposita riunione, il Servizio Tecnico di Bacino Romagna ha presentato e consegnato i risultati delle letture inclinometriche dell’ultimo anno all’Autorità di bacino, al Comune e agli altri Servizi regionali interessati. Invita pertanto il dr. Stefani, del Servizio Tecnico di Bacino, ad illustrare tali dati.

Stefani illustra il funzionamento degli inclinometri e la modalità di lettura, afferma che l’inclinometro è uno strumento ormai collaudato da anni e affidabile nel monitoraggio delle frane. Gli inclinometri presenti nell’area di Spinello sono stati installati in due successive campagne di studi, nel 2005 e nel 2009. Vengono mostrati per ogni inclinometro i grafici degli “Spostamenti differenziali integrali” e “Spostamenti differenziali locali”.

I primi grafici mostrati sono relativi agli inclinometri S7, in Zona 1s, e S304, in Zona 2s, che mostrano le maggiori entità di spostamento nel periodo inverno/primavera 2010. S7 ha una spostamento di circa 22 mm in testa al tubo inclinometrico e 15 mm circa di spostamento locale a 8-9 m di profondità; S304 ha uno spostamento di circa 21 mm in testa al tubo e 14 mm circa di spostamento locale a 10 m di profondità.

Zani chiede quali siano le direzioni di movimento.

Stefani risponde che quella di S7 è verso sud e quella di S304 è verso sudest.

Il prof. Farabegoli, in rappresentanza del Comune, prende la parola per evidenziare che i dati presentati, già visti nella riunione di maggio, mostrano diverse direzioni di spostamento degli inclinometri, pertanto domanda se anche ora i tecnici regionali possano affermare che esiste una frana di Spinello definita a suo tempo con un piano di scivolamento più o meno unitario, posizionato ad una profondità attorno ai 20-24 m, che separa un substrato da un substrato allentato e dal detrito. Ricorda, infatti, che sulla base di questa affermazione si è sviluppata tutta la ricerca successiva sulla frana.

Stefani risponde che una superficie di movimento a 14 m c’è ed è stata evidenziata dall’inclinometro S3 che si è rotto già prima del 2008.

Farabegoli specifica che intende dire una superficie unica e comune ai due comparti dell’area di Spinello ed afferma che questa frana con una superficie di scivolamento unica con blocchi non c’è.

Stefani dice che il periodo di monitoraggio per alcuni strumenti è limitato ad un anno e mezzo circa, per altri a un po’ meno di cinque anni. Si può discutere se è un periodo adeguato a valutare lo stato di attività di una frana molto estesa, nella quale le riattivazioni non avvengono necessariamente in modo repentino e per tutta l’estensione areale; vi possono essere situazioni in cui il versante si deforma lentamente, con rigonfiamento al piede o riattivazioni locali che mettono via via in crisi la situazione a monte. Il fattore tempo è fondamentale nello studio di queste frane.

Farabegoli chiede se le differenti zone di pericolosità individuate nella perimetrazione, tengono conto di situazioni locali diverse, se sono da mettere in relazione, più o meno, ad un movimento generale del versante o piuttosto a fenomeni locali che vanno esaminati come singole frane ciascuna con la propria geometria,la propria superficie, la propria direzione e velocità di movimento, le cui cause vanno ricercate localmente. Ritiene che i dati mostrati finora non indicano un unico movimento di versante e le diverse zone di pericolosità sono da mettere in relazione a situazioni locali.

Ricorda la definizione di Pericolosità che è la probabilità che avvenga un movimento franoso di un certo tipo e di una certa intensità, ad essa andrebbe associato un numero da 1 a 100 che indica la probabilità di verificarsi di un determinato evento. Pur riconoscendo che una zonazione nella pratica non riesce a seguire puntualmente questa definizione, Farabegoli critica l’attribuzione di pericolosità di alcune zone della perimetrazione.

Afferma che nella Zona 4s non c’è alcuna evidenza di frana vi è solo una copertura di suolo agricolo, al disotto del quale c’è roccia. Le verifiche di stabilità in quest’area indicano solo movimento della coltre superficiale e averla inserita nella perimetrazione è un fatto molto cautelativo.

Anche nella Zona 3s ritiene che non vi siano frane e la pericolosità attribuita è eccessiva.

Nella porzione di Zona 1s a valle del nucleo storico di Spinello affiora il substrato roccioso per circa 20 m di spessore con una copertura di detrito di circa 10 m che non può franare. Questa zona può essere meglio dettagliata sovrapponendovi la carta geologica e la carta degli affioramenti.

Stefani riprende la descrizione dei grafici degli inclinometri mostrando l’S6 e S310, in Zona 2s, XS4, in Zona 4s, XS2s, XS1 e S305, in Zona 5s.

Il Sindaco chiede l’entità degli errori strumentali nelle letture inclinometriche.

Stefani afferma che gli errori strumentali possono derivare dallo strumento e da chi li esegue. Gli errori che possono derivare dallo strumento sono molto bassi, inferiori al mezzo millimetro. La modalità di lettura su quattro guide è uno standard classico con un tipo di rielaborazione del dato che permette di eliminare o rende trascurabili gli errori di misura. La sommatoria delle letture può cumulare l’errore nei grafici degli “Spostamenti differenziali integrali”, mentre nei grafici degli “Spostamenti differenziali locali”, dove il dato è puntuale, l’errore è trascurabile. Gli errori quindi ci sono ma sono pressoché ininfluenti e comunque gestibili, per cui il dato da noi fornito è affidabile.

Farabegoli ritiene che vi sia un altro aspetto da considerare e cioè che il materiale su un versante generalmente si muove. Deve essere individuato un valore che venga considerato spostamento significativo rispetto ad un possibile episodio di franamento, di solito per valori di spostamento compresi tra 2 mm e 2 cm all’anno, a seconda dei casi, il movimento non viene considerato frana ma normale assestamento del terreno anche se continuo nel tempo.

Ghiselli riprende la parola e, in riferimento alla domanda posta in precedenza da Farabegoli, mostra le sezioni geologiche contenute negli ultimi studi dell’Università di Firenze e del Servizio Geologico regionale, già citati da Zani, in cui sono evidenziati un corpo detritico di frana in movimento, un “detrito di frana attualmente non in movimento”, più superficiale rispetto ad un “deposito di versante stabile” e più profondo. Le profondità dei movimenti registrati dagli inclinometri si collocano all’interno o alla base del corpo di frana in movimento (per esempio S7) o del detrito di frana più superficiali che non dava segnali di movimento significativi al momento della conclusione degli studi citati (per esempio S304).

Quindi passa ad illustrare il parere istruttorio regionale (Allegato B) evidenziando che:

  • l’inclinometro XS4 negli ultimi 5 anni non ha dato segnali di movimento, inoltre l’area a monte della Strada comunale Spinello-Maestà, attribuita alla Zona 4s, presenta caratteristiche geomorfologiche e di copertura detritica analoghe a quelle della Zona 5s;
  • la Zona 5s è caratterizzata da presenza di detrito localmente instabile, con movimenti di ordine millimetrico nei periodi inverno-primavera a differenti profondità.

Mostra anche uno stralcio cartografico di uno specifico studio del 2006, eseguito da tecnici del Servizio Tecnico di Bacino Romagna, in cui sono evidenziati alcuni edifici e infrastrutture, ricadenti in Zona 5s e 2s, che presentano segni di dissesto moderato attribuiti a “carenze strutturali nelle fondazioni”; tali dissesti sono stati riscontrati anche in un recente sopralluogo, effettuato da tecnici regionali e dell’Autorità di bacino, e viene inoltre indicato un edificio e le strade a valle e a monte di esso, in precedenza non interessati da dissesto, in cui sono state rilevate lesioni.

A tale proposito Zani riferisce che il dissesto che interessa tale edificio è causato da un cedimento locale dell’opera dovuto probabilmente a carenze strutturali delle fondazioni.

Ghiselli, quindi, riprende il discorso dicendo che nel parere regionale vengono proposte all’Autorità di bacino le seguenti modifiche:

  1. attribuire uno o più livelli di pericolosità alla Zona 2s coerentemente con gli esiti delle letture inclinometriche, seguendo la procedura prevista ai commi 5 e 6 dell’art 12 quater della Normativa del Progetto di variante;
  2. valutare se ricorrono le condizioni per ridurre il livello di pericolosità dell’area a monte della Strada comunale Spinello-Maestà, ricadente in Zona 4s, da “pericolosità media” ad “area di possibile influenza”;
  3. modificare la normativa della Zona 5s per renderla maggiormente rispondente al livello di pericolosità attribuitole, con specifico riferimento al fatto che le nuove edificazioni dovranno essere realizzate senza determinare un aggravio della pericolosità per l’area e per quelle adiacenti, prestando particolare attenzione alla valutazione dei carichi e alla presenza di acqua nel terreno;
  4. sempre in riferimento alle norme della Zona 5s, fare riferimento alla normativa vigente senza riportare nel testo disposizioni già in essa contenute;
  5. in riferimento al quarto alinea del comma 10, richiamare oltre al D.M. LL. PP. 11 marzo 1988 anche il D.M. I. 14 gennaio 2008.

Farabegoli specifica che il versante di Spinello non è interessato da un’unica frana ma da diversi fenomeni superficiali su cui si può intervenire singolarmente. Precisa che se si fa un piano della pericolosità è un conto ma se si fa un piano del rischio si deve prevedere quali sono attualmente le tecniche per consolidare i versanti, per esempio per mettere in sicurezza movimenti di versante, in condizioni più difficili di quelle di Spinello, si opera con berlinesi e con profondità di 8-10 m.

Il Sindaco ne deduce che il problema è quello delle fondazioni, il substrato è stabile quindi con pali o altro si può costruire.

Ghiselli dice che il versante in Zona 1s sotto la foresteria può essere considerato un movimento generalizzato con retrogressione nel tempo fino all’inclinometro S7.

Farabegoli risponde che in quell’area frane e colamenti erano già cartografati, il problema è mettere in Zona 1s anche l’area a valle del centro storico di Spinello dove affiora il substrato.

Si sviluppa una breve discussione da cui emerge una differente visione tra Farabegoli, da una parte, e Stefani e Ghiselli, dall’altra, su spessore e interpretazione del detrito/substrato al di sotto il centro storico di Spinello.

Farabegoli afferma che la zonazione va rivista precisando che tipo di frana ci si aspetta, le relazioni che ha la pericolosità rispetto ad un fenomeno di franamento di una determinata natura.

Zani dice che questo è un problema generale di impostazione dei Piani Stralcio per il Rischio da Frana. Attualmente l’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli sta lavorando per superare tale impostazione attraverso l’analisi della pericolosità delle singole tipologie di frana nel territorio di competenza.

Ghiselli chiede al comune di esprimersi sul Progetto di variante e sul parere regionale.

Il Sindaco precisa che il parere del Comune corrisponde a quanto espresso dai tecnici che lo rappresentano, geom. Mambrini e prof. Farabegoli, per cui condivide quanto finora detto da Farabegoli.

Presenta inoltre e dà lettura ad un documento con cui esprime la posizione del Comune sul parere regionale, che si riporta di seguito integralmente:

“Nel parere per la Conferenza programmatica:

  • sono semplicemente elencate le ricerche eseguite, senza una sintesi delle modalità d’esecuzione, dei risultati acquisiti e delle relative critiche (estrema cautelatività delle verifiche di stabilità effettuate e della loro estrapolazione areale; l’analisi delle condizioni di equilibrio della pendice in esame, per essere realistica, avrebbe dovuto essere riferita all’effettiva situazione geologica, geomorfologica, geotecnica, idrogeologica e di gestione antropica delle singole parti in cui risulta suddiviso il versante considerato; una più realistica definizione delle classi di pericolosità avrebbe consentito di precisare meglio e verosimilmente di ridimensionare restrittivamente l’area di Spinello realmente a rischio; non è stato considerato l’effettivo andamento dell’acqua sotterranea nelle singole parti dell’area in oggetto e assoggettata a verifiche di stabilità);
  • viene fatto riferimento a risultati inclinometrici, la cui valutazione richiederebbe un’attenta considerazione non solo dei dati bruti, ma anche della situazione geomorfologica di ciascun strumento in relazione all’intero ambito di pertinenza (cosa questa richiesta e considerata necessaria anche in apposite riunioni tenute presso la sede del Servizio di Forlì);
  • è fatto riferimento a dati di interferometria radar del Ministero dell’Ambiente, concernenti anche l’area di Spinello, senza illustrarne i positivi risultati;
  • non è stato fatto cenno, in occasione del terremoto del 26 gennaio 2003, al rilievo promosso dalla Regione Emilia-Romagna dei dissesti riscontrati negli edifici situati nell’area di Spinello (esaminati 69 edifici) che ha rilevato in sei di essi carenze strutturali in elevazione e in altri sei carenze strutturali nelle fondazioni. Non è stato, inoltre, constatato nessun danno dovuto al sisma del 2003 inerente a fenomeni franosi;
  • il parere tecnico non mette in grado la Conferenza programmatica di valutare quanto proposto senza una completa lettura e valutazione dell’intera documentazione (inclusa quella critica) da parte di ciascun partecipante e finisce col richiedere un immotivato atto di fede nei risultati di un lavoro portato avanti con scarsa considerazione delle analisi critiche e senza aver consentito un’effettiva ed adeguata valutazione della significatività dei dati acquisiti ed elaborati, non ultimi, tra questi, i risultati inclinometrici.”

Farabegoli sottolinea il passaggio del documento del Comune relativo alla necessità di considerare i dati di interferometria radar forniti dal Ministero dell’Ambiente. Ritiene che siano dati fondamentali per valutare la stabilità di un area.

Ghiselli precisa che i dati dell’interferometria non erano disponibili un anno fa quando è stata redatta la perimetrazione, nel parere regionale si invita l’Autorità di bacino a tener conto di questi dati nella revisione della Zona 2s.

La dr.essa Guida, del Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica, chiede per chiarezza come deve essere interpretato il documento che il Comune consegna in Conferenza rispetto al Progetto di variante e alle proposte di modifica chieste dalla Regione: il Comune è nettamente contrario e chiede di non proseguire l’iter del Progetto di variante o condivide che l’Autorità di bacino riveda i limiti della zonizzazione sulla base di questi ulteriori dati, sia inclinometrici che dell’interferometria, che oggi sono stati indicati ufficialmente.

Il Sindaco risponde che è un documento tecnico che il Comune consegna ufficialmente in Conferenza ad integrazione del parere espresso da Farabegoli.

Farabegoli dice che in un clima costruttivo va bene la seconda ipotesi fatta da Guida, rivedere la perimetrazione usando i nuovi dati. È difficile sostenere una zonizzazione se non si tiene conto dei dati forniti dal Ministero che coprono un arco temporale di oltre 10 anni.

Stefani sottolinea che i dati dell’iterferometria andranno valutati esaminando i singoli permanent scatters e comunque tenendo conto anche dei dati inclinometrici.

Zani chiede conferma se l’Autorità di bacino deve rivedere e integrare la zonizzazione sulla base dei nuovi dati.

Il Sindaco riassume dicendo che evidentemente ci sono problemi di regimazione delle acque: gli strati buoni per sostenere le fondazioni sono a profondità dai 3 a 9 m, quindi con le dovute cautele e con fondazioni profonde il problema di sicurezza e stabilità degli edifici si può risolvere.

Farabegoli afferma che più che con le fondazioni il problema si può risolvere con opere di stabilizzazione a monte; ci sono comunque problemi sia di natura geologica che ingegneristica.

Guida precisa che in alcune aree prevalgono i problemi di natura geologica in altre quelli di natura ingegneristica. Infatti la normativa proposta cerca di venire incontro a questa duplicità del problema.

Quindi, alla luce della discussione che si è sviluppata in Conferenza dopo la presentazione del documento del Comune, che è fortemente critico e di sostanziale non condivisione del parere regionale, Guida chiede al Sindaco se il Comune condivide un percorso di revisione della perimetrazione.

Il Sindaco condivide un percorso di revisione della perimetrazione ma chiede formalmente che l’Autorità di bacino riveda, anche sulla base dei nuovi dati del Ministero, tutte le zone della perimetrazione e non solo quelle richieste nel parere regionale.

La geom. Mambrini, del Comune, chiede chiarimenti sull’iter procedurale per arrivare all’approvazione della Variante, che vengono forniti da Ghiselli.

Bonotto chiude la Conferenza programmatica.

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ultima modifica 2010-12-06T17:11:22+02:00

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