Testo
ALLEGATO A
Sintesi dell’osservazione pervenuta
Osservazione della Società Il Villaggio Srl
L’osservazione è stata presentata dallo Studio Associato di Geologia Tecnica e Ambientale dei geologi dott. Alberto Antoniazzi e dott. Aldo Antoniazzi, in nome e per conto della società Il Villaggio Srl, come conclusione della Relazione “Osservazioni alla delibera 3/1 del 29 luglio 2009 del Comitato Istituzionale recante: piano stralcio per il rischio idrogeologico. Adozione del progetto di variante cartografica e normativa all’area a rischio di frana (art. 12 denominata Spinello, in Comune di Santa Sofia, Provincia di Forlì-Cesena” del 20 novembre 2009. Nell’osservazione si chiede “…di restringere la zona 1s alle aree che effettivamente si trovano in condizioni di dissesto attivo e di eliminare i vincoli imposti alla restante porzione di territorio zonizzata come 2s, 3s, 4s e 5s” (cap. 5 “Elementi conclusivi”, pag. 19).
Si riportano sinteticamente le principali considerazioni contenute nella relazione tecnica:
1. il versante su cui è ubicato Spinello è solcato da alcuni fossi e rii che lo suddividono in distinti bacini idrografici; le acclività maggiori di 15° tendono ad essere distribuite soprattutto in corrispondenza degli affioramenti litologici marnoso-arenacei e delle maggiori incisioni dei corsi d’acqua (cfr. paragrafo 2.1);
2. i depositi di frana attiva sono in genere di modeste dimensioni, poco profondi e causati da situazioni localizzate, non ci sono evidenze che permettano di ritenere che parti significative della coltre detritica sia originata e/o coinvolta in movimenti franosi e si propende per un’origine da trasporti in massa in ambienti periglaciali risalenti all’ultima glaciazione; vengono citati in merito ampi passaggi della “Relazione geologico-tecnica pro veritate sull’assetto geomorfologico della frazione di Spinello, con particolare riferimento allo stato di dissesto idrogeologico dichiarato dell’area”, redatta dal Prof. E. Farabegoli (Dipartimento di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali dell’Università degli Studi di Bologna) nel febbraio 2008 su incarico del Comune di Santa Sofia (cfr. paragrafi 2.4 e 2.5);
3. si mette in dubbio che, nella carta geologica allegata alla relazione “Microzonazione sismica del versante di Spinello, Comune di S. Sofia (FC)”, a cura del dr. Luca Martelli del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli, le aree cartografate come “scivolamenti in blocco o DGPV”, tra cui quella dove sorge il centro storico di Spinello, siano tali ma si propende ad interpretarle come substrato roccioso affiorante e si cita ancora la relazione del prof. Farabegoli; si evidenzia inoltre l’antichità del centro abitato (almeno dal XIII secolo), la mancanza di notizie storiche in merito a movimenti franosi e l’assenza di eventi franosi in occasione degli ultimi eventi sismici (2003) (cfr. paragrafo 2.6);
4. i risultati delle verifiche di stabilità di versante, contenuti nello “Studio finalizzato alla valutazione della risposta sismica locale e della stabilità del versante di Spinello” dei prof. ing. C. Madiai, prof. ing. G. Vannucchi e prof. ing. J. Facciorusso del Dipartimento di Ingegneria Civile a Ambientale dell’Università di Firenze, vengono considerati troppo cautelativi e non rispondenti alla specifica situazione geologica, geomorfologia, geotecnica, idrogeologica e di gestione antropica delle singole porzioni del versante in studio (cfr. paragrafo 3.4); si evidenzia in particolare una differenza di interpretazione della stratigrafia della coltre detritica tra il suddetto studio e lo studio “Microzonazione sismica del versante di Spinello, Comune di S. Sofia (FC)” a cura dr. Luca Martelli del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli (pag. 13); si invita anche a riprendere le verifiche di stabilità contenute nella relazione del prof. Farabegoli (pag. 13);
In particolare in merito alla zonizzazione dell’area di Spinello, proposta nel Progetto di variante si afferma che:
5. non tiene conto delle differenze geologiche, geomorfologiche e di stabilità tra l’area interposta tra i rii Castellonchio e Pianazzone e quella in corrispondenza del fosso di Faeto, inserendole entrambe nella stessa zona 1s penalizzando eccessivamente la zona limitrofa al centro storico di Spinello;
6. le zone 4s e 5s impongono vincoli scarsamente giustificati in aree con caratteristiche analoghe, almeno nelle parti adiacenti, penalizzando la zona 4s, non studiata, e imponendo alla zona 5s modalità relative alle indagini geologiche per gli interventi urbanistici e edilizi già previste dalla normativa vigente;
7. eccessiva l’equiparazione della zona 2s, soprattutto la parte a monte della strada, alla zona 1s, sulla base di modesti spostamenti rilevati da due inclinometri, in una coltre detritica ove semplici variazioni del contenuto idrico possono provocare fenomeni di soliflusso del tutto consueti e non pericolosi in analoghe situazioni.
Espressione regionale sull’osservazione pervenuta
Osservazione della Società Il Villaggio Srl
I recenti studi realizzati nell’ambito della convenzione tra la Regione Emilia-Romagna e il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze e conclusi in aprile 2009 (“Studio finalizzato alla valutazione della risposta sismica locale e della stabilità del versante di Spinello” prof. ing. C. Madiai, prof. ing. G. Vannucchi e prof. ing. J. Facciorusso del Dipartimento di Ingegneria Civile a Ambientale dell’Università di Firenze; “Microzonazione sismica del versante di Spinello, Comune di S. Sofia (FC)” a cura dr. Luca Martelli del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli) e le ultime letture (2009-2010) degli inclinometri installati hanno confermato che la coltre detritica che ricopre il versante di Spinello è in gran parte interessata da fenomeni di riattivazione di movimenti franosi o soggetta a rischio di frana.
Pertanto, sulla base dei suddetti studi e delle letture strumentali, in riferimento alla Relazione dei dott. geol. Antoniazzi si precisa quanto segue.
- Ai fini delle verifiche di stabilità il versante deve essere considerato nella sua globalità, la presenza di corsi d’acqua locali non è sufficiente per suddividere il versante in distinti bacini idrografici. Le verifiche di stabilità effettuate lungo le diverse sezioni hanno dato differenti risultati che sono stati considerati per suddividere il versante in cinque zone a diversa pericolosità. Le aree a maggiore acclività nel versante di Spinello possono essere sia all’interno della coltre detritica che in corrispondenza di roccia in posto come illustrato al successivo punto 3.
- Una vasta area di frana quiescente sul versante di Spinello è stata introdotta per la prima volta nella Carta Geologica dell’Appennino emiliano-romagnolo 1:10.000, sezione 265080 – Spinello, pubblicata nel 1991, rilevata dal dott. A. Benini negli anni 1988-1989, avente come Direttore del Rilevamento il prof. E. Farabegoli; tale frana è stata confermata e suddivisa in più corpi nelle cartografie successive, comprese quelle allegate allo studio di Geomerid (2004). L’attribuzione di tali corpi a frana quiescente nei documenti tecnici e nelle cartografie di pianificazione è la soluzione più ragionevole che trova il suo fondamento principale proprio nella successione di rilievi e studi effettuati sull’area. La mancanza di nicchia di distacco (pag. 5 relazione Antoniazzi) è poco significativa in quanto le aree interessate da scivolamenti planari non sempre presentano la classica morfologia data da zona di distacco (corona o nicchia), zona di scorrimento e zona di accumulo (piede); inoltre, osservando attentamente le carte e le sezioni, si nota, in particolare nelle sezioni 1, 2, 3 e 6, che l’area superiore del versante presenta i caratteri di area di denudamento e distacco. Sia nella relazione dello Studio Associato di Geologia Tecnica e Ambientale che in quella del prof. Farabegoli, più volte citata, non sono stati prodotti dati a conferma di interpretazioni alternative all’origine per frana della coltre.
- Le indagini geotecniche e geofisiche in sito, hanno confermato che le aree a maggiore acclività della coltre non sono costituite da roccia in posto bensì risultano costituite da accumuli detritici a grana maggiore, in cui sono presenti spezzoni di successione del substrato disarticolati; questa situazione è stata in particolare evidenziata nell’area dove sorge il centro storico di Spinello.
- Come previsto dalle norme vigenti (LR 20/00; D.A.L. 112/07; LR 19/08; DM 14/1/08) e come già indicato nella relazione di Martelli (2009), gli interventi di espansione urbanistica devono essere compatibili con la pericolosità sismica locale e pertanto le verifiche di stabilità del versante e la progettazione devono adeguatamente considerare l’azione sismica e gli effetti di sito; quindi le condizioni di stabilità dei pendii devono essere verificate in condizioni sismiche indipendentemente dall’origine della coltre. A questo proposito si nota che non si tiene in adeguata considerazione la sismicità dell’area; l’evento sismico del 26/1/2003 e i suoi effetti (Mw=4,9, IMCS=VI-VII), come già evidenziato nella relazione di microzonazione sismica (Martelli, 2009), non possono essere considerati significativi (cfr. paragrafi 2.5 e 2.6) in quanto la zona dell’alto Bidente e dell’alto Savio è stata ripetutamente interessata da terremoti assai più forti (1584, 1661, 1768, 1918), con Mw stimata poco inferiore a 6, che hanno causato effetti IMCS =VIII-IX. Il modello geologico e stratigrafico adottato nelle verifiche di stabilità eseguite dall’Università di Firenze è perfettamente corrispondente alla stratigrafia della coltre detritica descritta nello studio del Servizio geologico regionale, come si può verificare dal confronto del paragrafo 4c, pagina 7, e della tavola delle sezioni geologiche della relazione dello studio del Servizio Geologico con il capitolo 3, pagina 8, e con la tavola delle sezioni della relazione dello studio dell’Università di Firenze.
- La zona 1s è stata perimetrata tenendo conto oltre che delle caratteristiche geomorfologiche anche delle verifiche di stabilità. I risultati delle verifiche di stabilità del pendio considerando il terremoto atteso (Madiai et al., 2009) secondo le procedure previste dalle normative vigenti (TR = 475 anni, corrispondente ad una probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni) indicano che in condizioni sismiche anche altri settori della parte inferiore del versante, oltre a quelli interessati da movimenti gravitativi in atto e recenti, sono caratterizzati da FS<1,3.
- Sulla zona 4s non è stato eseguito lo studio di microzonazione sismica ma sono stati eseguiti sondaggi, profili sismici ed è stato installato un inclinometro che non dà segni di movimento; il versante è anche qui costituito da una coltre detritica di frana quiescente di spessore variabile. A tale proposito al punto 2. del parere istruttorio regionale si chiede “di valutare se ricorrono le condizioni per ridurre il livello di pericolosità dell’area a monte della Strada comunale Spinello-Maestà, ricadente in Zona 4s, da “pericolosità media” ad “area di possibile influenza”. In riferimento alla Zona 5s al punto 3. del parere istruttorio regionale si chiede “di modificare la normativa della Zona 5s per renderla maggiormente rispondente al livello di pericolosità attribuitole, con specifico riferimento al fatto che le nuove edificazioni dovranno essere realizzate senza determinare un aggravio della pericolosità per l’area e per quelle adiacenti, prestando particolare attenzione alla valutazione dei carichi e alla presenza di acqua nel terreno”; mentre al punto 4. “si propone di fare riferimento alla normativa vigente senza riportare nel testo disposizioni già in essa contenute”.
- Le letture eseguite dal febbraio 2009 nell’inclinometro S304, ubicato in Zona 2s, indicano movimento continuo alla profondità di 10 m, con un significativo incremento nell’inverno-primavera 2009-2010, in cui si è avuto uno spostamento di circa 14 mm a quella profondità, (circa 21 mm in testa al tubo); anche l’inclinometro S6, ubicato nella stessa zona, ha evidenziato movimenti attorno alla profondità di 10 m che non possono essere considerati soliflusso. La zona 2s è stata equiparata alla zona 1s in attesa di acquisire letture inclinometriche nell’arco di un anno dall’adozione della Variante; pertanto al punto 1. del parere istruttorio regionale si chiede “di attribuire uno o più livelli di pericolosità alla Zona 2s coerentemente con gli esiti delle letture inclinometriche, seguendo la procedura prevista ai commi 5 e 6 dell’art 12 quater della Normativa del Progetto di variante”.
Si ricorda inoltre che valutazioni più approfondite in merito alla Relazione del prof. Farabegoli, ripetutamente citata nella Relazione dello Studio Associato di Geologia Tecnica e Ambientale, sono state espresse dai servizi tecnici competenti della Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, con il contributo anche del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale - Sezione Geotecnica dell’Università di Firenze, nel documento “Parere su ‘Relazione geologico-tecnica pro veritate sull’assetto geomorfologico della frazione di Spinello, con particolare riferimento allo stato di dissesto idrogeologico dichiarato dell’area’ del Prof. E. Farabegoli”, depositato agli atti presso il Servizio Difesa del Suolo, della Costa e Bonifica, e sono state sintetizzate nella risposta all’osservazione n. 3 riportata nell’allegato A1 alla DGR 1234/08.
In sintesi la Relazione dei geologi dott. Alberto Antoniazzi e dott. Aldo Antoniazzi non fornisce alcun dato nuovo e lascia inalterato il quadro conoscitivo sulla coltre detritica che ricopre il versante di Spinello.
Osservazione non accolta