Testo
L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Premesso che
le manifestazioni ed i sommovimenti che stanno attraversando vari Paesi arabi del Nordafrica e del Medio Oriente hanno chiesto la fine dei regimi autoritari e la realizzazione di riforme politiche, economiche e sociali nonché libertà, democrazia e migliori condizioni di vita.
Tali movimenti politici hanno dimostrato che i regimi antidemocratici e autoritari non possono garantire una stabilità effettiva e che i valori democratici devono costituire l’elemento essenziale di ogni politica di cooperazione internazionale e di partenariato.
I movimenti democratici hanno registrato una straordinaria partecipazione popolare, in particolare di donne e di giovani, e si sono caratterizzati come movimenti nazionali ed hanno rifiutato ogni tentativo di strumentalizzazione ideologica o religiosa.
In alcuni Paesi, come la Tunisia e l’Egitto, la spinta democratica ha prodotto cambi di regime e l’avvio di processi democratici. In altri Paesi le politiche repressive di governi antidemocratici si oppongono alle richieste di apertura e di riforma e hanno causato vittime innocenti e violazioni dei diritti umani, civili e politici.
In Libia alla richiesta di riforme democratiche il regime ha risposto con una inaudita ed inaccettabile repressione militare che ha provocato migliaia di vittime civili ed immani distruzioni ed ha impedito l’avvio di una transizione pacifica verso la democrazia.
Il 17 marzo 2011 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato la Risoluzione 1973 con la quale si richiede l’adozione delle misure necessarie per la protezione dei civili libici dalla sanguinaria repressione attuata dal regime libico e che da essa è scaturita una iniziativa militare da parte di numerosi Paesi.
Considerato che
per l’Unione Europea, per l’Italia e per una Regione come l’Emilia-Romagna l’affermazione dei diritti umani e democratici in ogni parte del mondo - ed a maggior ragione nelle regioni a noi contigue come quella mediterranea-mediorientale - è obiettivo fondamentale e condizione per garantire quello sviluppo civile ed umano che è basilare per un ordine internazionale equo e sostenibile e per potere affrontare efficacemente le sfide dell’epoca contemporanea.
Valutato che
l’evoluzione democratica e il nuovo protagonismo dei popoli nell’area comporterà non solo per il Mediterraneo, ma per l’Europa intera importanti conseguenze nell’assetto delle relazioni politiche, economiche e sociali tra paesi europei e della riva sud del Mediterraneo, con significative trasformazioni che dovranno essere determinate e gestite con lungimiranza.
La Regione Emilia-Romagna ed il suo territorio hanno in essere attività di collaborazione e cooperazione internazionale anche nei Paesi della riva sud del Mediterraneo, oltre ad avere interessi consolidati di natura economica e commerciale.
Sono presenti sul territorio regionale consistenti comunità di migranti provenienti da alcuni dei Paesi maggiormente toccati dalle recenti evoluzioni politiche.
Il nuovo Piano Triennale delle attività di rilievo internazionale (L.R. 6/04) e il nuovo Documento Programmatico per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in transizione (L.R. 12/02), per i quali si avvierà a breve il processo di determinazione, dovranno necessariamente tener conto della mutata situazione nell’area mediterranea-mediorientale.
Esprimendo
la propria solidarietà a quanti sono rimasti vittima delle repressioni di regimi antidemocratici e il proprio convinto sostegno a quanti si battano per la democrazia, la libertà, i diritti umani e civili
impegna la Giunta regionale a
esprimere una valutazione positiva della Risoluzione n. 1973, adottata il 17 marzo 2011 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite
.
Assicurarsi che, coerentemente con quanto richiesto, con votazione a larga maggioranza, dai due rami del Parlamento al Governo italiano, il nostro Paese adotti ogni iniziativa per assicurare la protezione delle popolazioni dell’Area, nello scrupoloso rispetto della Risoluzione n. 1973 e delle relative prescrizioni, ad adottare ogni iniziativa necessaria per assicurare che l’Italia partecipi attivamente con gli altri Paesi disponibili, ovvero nell’ambito delle organizzazioni internazionali di cui il nostro Paese è parte, alla piena attuazione della Risoluzione n. 1973 ai fini della protezione dei civili e delle aree popolate sotto pericolo di attacco.
Valutare la partecipazione, anche in collaborazione con istanze nazionali ed europee, ad interventi umanitari, di ricostruzione e di sviluppo nei Paesi coinvolti dai recenti sommovimenti.
Adoperarsi affinché in Italia, in stretta collaborazione con gli enti territoriali, siano adottate - anche sollecitando la solidarietà dell’Unione Europea - le necessarie misure per l’attivazione delle iniziative di accoglienza per i richiedenti asilo e per i rifugiati provenienti dai Paesi mediterranei, nel contesto di un piano nazionale in cui tutte le Regioni, sulla base delle garanzie assicurate dal Governo, dovranno fare la loro parte. In questo contesto l’Emilia-Romagna, insieme alle Province ed ai Comuni, dovrà accompagnare e dare seguito alle intese raggiunte.
Tenere in particolare considerazione l’area del bacino del Mediterraneo nella futura programmazione delle attività regionali nell’ambito dei citati Piani per le attività di rilievo internazionale e per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in transizione.
In tale ambito a sostenere interventi che possano accompagnare i processi di democratizzazione in atto, promuovendo lo scambio di pratiche, di partecipazione democratica, di formazione, di crescita della società civile, anche favorendo il coinvolgimento di organizzazioni, enti locali e società civile del territorio regionale. Particolare centralità dovranno avere le azioni a sostegno delle donne e della loro libertà di esercitare un ruolo attivo volto alla coesione sociale nei Paesi della riva sud del Mediterraneo.
Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 29 marzo 2011