REGIONE EMILIA-ROMAGNA - ASSEMBLEA LEGISLATIVA

ATTO DI INDIRIZZO

RISOLUZIONE - Oggetto n. 4751 - Risoluzione proposta dai consiglieri Zoffoli, Piva, Mazzotti, Montanari, Fiammenghi e Pedulli per invitare la Giunta regionale a porre in essere azioni volte a tutelare il settore della pesca, specie in relazione alla prossima scadenza delle deroghe contenute nel Regolamento (CE) n. 1967/2006 riguardanti la distanza dalla costa per la pesca a strascico

L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Considerato che il prossimo 31 maggio 2010 scadranno le deroghe
contenute nel Regolamento (CE) n. 1967/2006, relative alla distanza
dalla costa per la pesca a strascico ed alla dimensione minima delle
maglie;
visti gli artt. 9 e 14 del sopra citato Regolamento che dispongono, a
partire dal 31 maggio 2010, l'obbligatorieta' di utilizzo di maglia
quadrata da 40 mm e/o romboidale da 50 mm per le reti trainate;
considerato che la sopra citata scadenza del 31 maggio 2010 mette a
rischio non tanto e non solo le imprese e gli equipaggi della flotta
di circa 300 imbarcazioni attualmente in attivita' nell'Alto
Adriatico, ma i circa 2.700 posti di lavoro del considerevole indotto
generato da questa attivita' nei diversi segmenti della filiera (dalla
cantieristica, al trasporto, ai mercati, etc.);
considerato che nelle tre regioni dell'Alto Adriatico (Friuli Venezia
Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna) il 62% del mare entro la fascia
costiera delle tre miglia, ed il 28,5% del mare entro le 12 miglia e'
permanentemente interdetto alla pesca a strascico, in quanto sono
presenti 89 kmq. di impianti off-shore dell'ENI e relative condotte
sottomarine, 60 kmq di area vietata a qualsiasi forma di pesca per la
presenza di poligono di tiro permanente, 12 aree individuate dal
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare per
"scarico dragaggi dei porti", 3 Zone Tutela Biologica, una riserva,
nonche' una serie di altri vincoli all'attivita' della pesca a
strascico;
considerato che oltre l'80% delle imbarcazioni da pesca dei nostri
porti sono natanti di piccola e media pesca a strascico che si
dedicano, da sempre, ad una pesca artigianale, peculiare del
territorio che ha come bersaglio prodotti di breve ciclo vitale, di
taglia piccola, ma allo stadio adulto, non condivisibili con altri
territori, come "marscioni", "nonnini", "uomini nudi", "acquadella",
"scille";
constatato che il Regolamento (CE) n. 1967/2006 e' in vigore dal 2007
nonostante le Istituzioni Europee lo abbiano bocciato ben tre volte a
seguito delle contestazioni delle Associazioni cooperative ed
imprenditoriali italiane, perche' concepito su altri mari e basato su
dati, diagnosi e modelli extra mediterranei;
consapevoli delle difficolta', nonche' dei vincoli posti dall'Unione
Europea e nel rispetto degli obiettivi di sostenibilita' ambientale;
invita la Giunta regionale
ad adoperarsi presso il Ministero delle Politiche agricole alimentari
e forestali, verificando ogni possibile soluzione che consenta il
prosieguo dell'attivita', anche attraverso una sua eventuale
razionalizzazione;
a considerare la possibilita' di redarre un Piano di gestione locale,
da parte delle tre Regioni dell'Alto Adriatico (Friuli Venezia Giulia,
Veneto ed Emilia-Romagna), che tenga conto degli specifici vincoli
territoriali e delle specificita' delle pesche esercitate, ed ad
attivare tutte le possibili misure di tutela sociale per il settore.
Approvata a maggioranza nella seduta pomeridiana del 22 luglio 2009.

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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