REGIONE EMILIA-ROMAGNA - ASSEMBLEA LEGISLATIVA

ATTO DI INDIRIZZO

RISOLUZIONE - Oggetto n. 5144 - Risoluzione proposta dai consiglieri Alberti, Zanca, Rossi, Casadei, Mazza, Delchiappo, Bortolazzi, Masella, Montanari, Borghi, Monari, Guerra, Nanni e Salsi circa gli interventi da porre in essere in materia di misure carcerarie

Premesso che
nei mesi scorsi con l'iniziativa denominata "Ferragosto 2009 in
carcere" 167 fra deputati, senatori e consiglieri regionali di tutti
gli schieramenti politici assieme ai garanti per i diritti delle
persone private della liberta' si sono uniti alla "comunita'
penitenziaria" per una ricognizione approfondita della difficilissima
situazione delle carceri italiane;
che questa iniziativa ha rappresentato la visita ispettiva piu'
imponente mai realizzata in Italia e ha segnato l'inizio di un ampio e
approfondito dibattito volto a trovare soluzioni a una situazione che,
come confermato dai resoconti delle visite, gia' allora era al
collasso; in particolare in quella data a fronte di una capienza
regolamentare, sul territorio nazionale, di 43.074 persone e di una
capienza tollerabile di 64.111 persone, i detenuti risultavano essere
64.979, mentre il personale previsto di polizia penitenziaria che
lavora negli istituti penitenziari era di 41.268 unita' a fronte di
presenze di 35.343 effettivi; mentre gli analoghi numeri nella regione
Emilia-Romagna erano: capienza regolamentare 2.408, capienza
tollerabile 3.796, detenuti presenti 4.610;
considerato che
l'art. 27 della Costituzione afferma che "Le pene non possono
consistere in trattamenti contrari al senso di umanita' e devono
tendere alla rieducazione del condannato", e che quindi, dato
l'attuale stato di degrado di gran parte degli istituti penitenziari,
del sovraffollamento degli stessi e delle carenze del personale appare
non garantibile quanto contenuto nell'art. 27;
preso atto che
la legge promulgata nel 1975 per regolamentare le condizioni di vita
delle carceri italiane sosteneva che "Il trattamento penitenziario
deve essere conforme ad umanita' e deve assicurare il rispetto della
dignita' della persona" mentre, in questi ultimi anni, le condizioni
di vita dei carcerati sono diventate sempre piu' precarie, gli spazi
disponibili si sono sempre piu' ridotti, i momenti comunitari sono
quasi scomparsi in quanto gli spazi comuni teoricamente destinati alle
attivita' riabilitative come lavoro, sport e studio diminuiscono, il
numero dei suicidi e' aumentato in modo esponenziale, al punto che
l'Italia e' stata condannata dalla Corte Europea dei diritti dell'uomo
per "trattamenti inumani e degradanti"; e che come dice il Conseil
E'tat in Francia l'Amministrazione penitenziaria e piu' generalmente
lo Stato e' responsabile dello stato di salute di un detenuto e
colpevole di mancata vigilanza nel caso di un suicidio; che in
particolare 61 sono stati i suicidi in cella dal primo gennaio 2009,
mentre altre 89 persone sono morte in carcere, ed e' ancora piu'
inquietante sapere che, fra questi, il numero di "morti per cause da
accertare" supera quello di "morti per malattia"; che poi se prendiamo
in considerazione gli ultimi dieci anni sono 1.500 i morti in carcere,
e un terzo per suicidio;
rilevato che
in questo momento nelle carceri italiane ci sono 65.000 detenuti
(record di presenze dal dopoguerra), cioe' 22.000 in piu' della
capienza regolamentare e che il ritmo di crescita e' di mille unita'
al mese, e che quindi prevedibilmente entro la fine dell'anno saremo a
68.000, cioe' a 25.000 detenuti in piu'; il tutto mentre gli agenti
sono 5.000 in meno rispetto alla pianta organica, peraltro concepita
in tempi e situazioni di "normalita'";
considerato che
a gennaio 2009 fu lo stesso Ministro della Giustizia Angelino Alfano a
parlare di carceri fuorilegge, riferendosi allo scarto esistente fra
dettato costituzionale e la nostra realta' penitenziaria; che il
carcere - sevizio pubblico - deve essere un luogo che produce
sicurezza collettiva mentre cio' e' quanto di piu' lontano dalla
realta'; che i detenuti spesso trascorrono le giornate nell'ozio,
chiusi in cella da 16 a 18 ore; che in alcune prigioni non bastano
piu' neanche i letti a castello;
valutato che
i detenuti senza una sentenza definitiva sono in numero superiore ai
detenuti condannati in via definitiva e che quindi occorre anche
intervenire strutturalmente sui meccanismi dei processi; e che tra i
condannati 9.000 hanno pene inferiori ad un anno;
rilevato che
in data 14 ottobre 2009, intervenendo nella IV Commissione, il
Provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria
dell'Emilia-Romagna dr. Nello Cesari ha sostenuto "che in Regione il
processo di carcerizzazione aumenta invece di diminuire; . . .  che
attualmente il 41% della popolazione carceraria e' costituito da
condannati, mentre il 59% sono imputati in attesa di giudizio; . . .
che nel giro di due o tre anni al massimo la ricettivita' regolare
potrebbe raggiungere i 5.000 detenuti, corrispondente alla popolazione
che gravita nelle carceri emiliano-romagnole alla luce degli attuali
indici di carcerizzazione e considerato che degli attuali 4.600
detenuti per 900 e' stato chiesto lo sfollamento verso carceri di
altre regioni, grazie agli interventi suddetti, alla professionalita'
degli operatori penitenziari ed alla sensibilita' dimostrata al
riguardo dagli enti locali, si prospetta un futuro piu' roseo";
considerato che
per far fronte al sovraffollamento si dovrebbero cercare soluzioni
all'insegna della legalita' e del rispetto dei principi
costituzionali, ad esempio applicando la legge Gozzini sulle misure
alternative alla detenzione, una legge ormai caduta in disuso nel
nostro Paese, nonostante le statistiche dicano che le misure
alternative sono lo strumento piu' efficace contro la recidiva e per
una maggiore sicurezza sociale;
ricordato che
la Regione Emilia-Romagna in piu' circostanze ha mostrato una
significativa sensibilita' sul tema in oggetto, ad esempio con
l'intervento dello scorso aprile presso il Ministro della Giustizia
Alfano da parte del Presidente della Regione Vasco Errani volto a
prevedere interventi strutturali contro l'emergenza carceri; ma anche
con la promozione di politiche di reinserimento sociale, inclusione,
riabilitazione e riduzione del danno dei detenuti presenti nelle
strutture penitenziarie della Regione;
l'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
si impegna
come previsto dalla L.R.  3/08 dell'Emilia-Romagna, ad attivarsi per
giungere con urgenza all'elezione di un Garante regionale dei diritti
delle persone private della liberta', un ufficio che sia uno strumento
democratico di conoscenza, controllo, garanzia e proposta, relativo
alla condizione non solo dei detenuti, ma anche degli agenti di
polizia, dei direttori e di tutti gli altri componenti la comunita'
penitenziaria, vittime tutti della stessa situazione di disastro
umanitario e di inevitabile illegalita' carceraria;
e impegna la Giunta
a intervenire e a sollecitare l'intervento del Governo, ciascuno per
le proprie competenze, per predisporre un piano di risorse, a partire
da quelle congelate da troppi anni nella Cassa delle ammende, per
garantire l'applicazione delle norme previste per l'affidamento
speciale dei detenuti tossicodipendenti e ogni altra misura idonea a
potenziare il circuito delle misure alternative alla detenzione; e per
una applicazione estesa delle misure alternative, dal lavoro esterno
alla semiliberta', attraverso un piano di lavori socialmente utili,
coinvolgendo associazioni, volontariato, comunita' disponibili a
questo scopo;
a intervenire sul Governo al fine di ottenere di investire risorse
nella prossima finanziaria per aumentare il personale organico sia di
polizia penitenziaria che dell'area del trattamento e di stabilizzare
gli psicologi che lavorano in modo precario da 30 anni; di riaprire ai
detenuti prospettive di vita futura e di dare un senso riabilitativo
alla pena; di rendere possibile il lavoro di tutte le
professionalita', in particolare quella del controllo svolta dalla
polizia penitenziaria e del trattamento (educatori, assistenti
sociali, mediatori, etc.) compresa l'assistenza psicologica;
ad adoperarsi perche', a seguito del trasferimento delle competenze
sulla salute dei detenuti al Servizio Sanitario Nazionale, soprattutto
per problemi crescenti quali tossicodipendenze, Aids e altre malattie
infettive, disturbi mentali e turbe del comportamento, e specifiche
patologie presentate dalle persone immigrate, venga effettuata una
dettagliata ricognizione sul merito, e si provveda a stanziare nel
prossimo bilancio regionale risorse adeguate alla gravita' delle
situazioni sopra enunciate.
Approvata a maggioranza nella seduta antimeridiana del 25 novembre
2009.

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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