DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 20 ottobre 2008, n. 1682
Prima attuazione del PSSR 2008-2010: approvazione delle procedure per la programmazione di ambito distrettuale 2009-2011, di linee guida per la partecipazione del Terzo settore, del programma di accompagnamento e formazione
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Vista la delibera Assemblea legislativa 175/08 con la quale e' stato
approvato il Piano regionale sociale e sanitario, e in particolare la
Parte Prima "Il nuovo sistema integrato dei servizi", in cui:
- al Capitolo 1 "L'integrazione sociosanitaria" si prevede che la
Regione sostenga iniziative di formazione dedicate a tutte le
componenti della governance locale, con l'obiettivo di sviluppare
l'esercizio delle funzioni programmatorie e le forme della
integrazione socio-sanitaria nonche' di formare sui temi della
gestione i futuri dirigenti delle Aziende pubbliche di servizi alla
persona (ASP);
- al Capitolo 3 "La programmazione integrata" si prevede la
definizione, tramite uno specifico atto di indirizzo da parte della
Giunta regionale, sentita la Commissione assembleare competente, delle
procedure per l'elaborazione e approvazione della programmazione
territoriale, anche al fine di assicurare la compiuta partecipazione
delle forze sociali e del Terzo settore;
- al Capitolo 6 "La partecipazione organizzativa quale risorsa
strategica per l'integrazione" si definisce la formazione degli
operatori strumento per la promozione della qualita' ed efficacia
degli interventi e dei servizi del sistema integrato, per
l'integrazione professionale, e per lo sviluppo dell'innovazione
organizzativa e gestionale. Si prevede inoltre che la Regione promuova
la formazione degli operatori sociali e degli operatori dell'area
socio-sanitaria, e indichi con successivi provvedimenti, sentito il
parere della competente Commissione assembleare, in attuazione
dell'art. 27, comma 5 della L.R. 2/03, come promuovere e sostenere
programmi e azioni formative specifiche, al fine di assicurare
competenze professionali adeguate agli indirizzi del Piano;
considerata l'opportunita' di dare attuazione al Piano in via
prioritaria relativamente alle procedure per la nuova programmazione
territoriale che riguardera' il triennio 2009-2011 e sta quindi
prendendo avvio, e sulle necessarie azioni di accompagnamento e
formazione connesse ai ruoli dei soggetti protagonisti e ai contenuti
della nuova programmazione;
ritenuto opportuno che gli indirizzi sulle procedure per la
programmazione di ambito distrettuale 2009-2011 riguardino gli
elementi più rilevanti del processo (ruolo dei soggetti istituzionali
e sociali, tempi, procedure per l'adozione) e i contenuti di massima
del documento triennale e del documento annuale, come pure le forme
della partecipazione dei soggetti del Terzo settore (rispettivamente
Allegati A) e B) parte integrante del presente provvedimento), mentre
successivamente saranno definiti in sede tecnica strumenti tecnici
specifici, da individuare in un'ottica di forte semplificazione e di
centratura sull'analisi d'impatto dei piani in termini di risultati di
salute e benessere sociale, più che sull'analiticita' dei documenti
programmatori/progettuali. In questo ambito saranno anche definiti
strumenti previsionali e a consuntivo della spesa;
ritenuto di approvare nel Programma di formazione e accompagnamento
primi indirizzi generali per l'attuazione, ai quali fara' seguito una
prima fase attuativa nel periodo ottobre 2008-giugno 2009 in corso di
avvio;
ricordato che il Piano sociale e sanitario regionale prevede che, in
considerazione della centralita' del ruolo dell'ambito territoriale
distrettuale nell'assetto istituzionale del sistema di governo del
welfare regionale e locale, la eventuale revisione degli ambiti
territoriali dei Distretti sia definita dalle CTSS entro 180 giorni
dall'entrata in vigore del Piano e cioe' entro il 30/11/2008;
considerata l'opportunita' che le procedure per l'eventuale revisione
siano attivate rapidamente dalle CTSS in modo da consentire la
conclusione del percorso in tempi utili per l'elaborazione della
programmazione triennale distrettuale 2009-2011;
preso atto della notevole complessita' e innovativita' del processo
per integrare gli strumenti di programmazione, e della conseguente
opportunita' di considerare i presenti indirizzi sulle procedure come
una prima fase attuativa delle indicazioni del Piano regionale,
secondo un criterio di gradualita' che valorizzi le esperienze gia'
consolidate, e introduca le innovazioni a fasi successive;
considerato anche che obiettivo strategico del Piano regionale e' non
solo l'integrazione sociosanitaria ma l'integrazione di tutte le
politiche che hanno impatto sulla salute e sul benessere sociale dei
cittadini, e che pertanto una importante novita' del processo consiste
nell'indicazione di alcune aree tematiche sulle quali iniziare a
definire interventi integrati;
rilevato, riguardo all'insieme delle tematiche sopra citate, l'alto
grado di complessita', anche per l'impatto concreto dell'attuazione
del principio dell'integrazione sociosanitaria e dell'integrazione di
tutte le politiche attinenti alla salute e al benessere sociale delle
persone, e quindi la necessita' di provvedere con successivi propri
atti a fornire specifiche linee di indirizzo per quanto riguarda la
tutela sociale della maternita' e l'interruzione volontaria della
gravidanza in attuazione della Legge 194/78, l'integrazione
sociosanitaria e le politiche per la non autosufficienza nel settore
della salute mentale e l'integrazione dell'insieme delle politiche del
territorio (ambientali, abitative e urbanistiche, della mobilita',
dell'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, della
formazione e della scuola, della sicurezza e coesione sociale) con le
politiche socio-sanitarie, sociali e sanitarie;
dato atto che sui documenti di cui agli Allegati A), B), C) si e'
sviluppato, nell'ambito della Cabina di Regia per le politiche
sociali, sanitarie e dell'integrazione, l'approfondimento, il
confronto, e la condivisione tra la Giunta regionale e gli Enti
locali, sulla base dei documenti tecnici alla cui predisposizione
hanno contribuito, a seconda delle tematiche, rappresentanti del
sistema delle Autonomie locali, delle Aziende USL, dei soggetti del
Terzo settore;
acquisito il parere favorevole della Conferenza Regione-Autonomie
locali nella seduta del 6 ottobre 2008 ai sensi dell'art. 30 della
L.R. 21 aprile 1999, n. 3;
sentito il parere, ai sensi dell'articolo 38 della Legge 2/03 e
successive modifiche, della Conferenza regionale del Terzo settore di
cui all'articolo 35 della L.R. 21 aprile 1999, n. 3, che si e'
espressa favorevolmente nella seduta dell'1 ottobre 2008, e dato atto
del confronto realizzato con le organizzazioni sindacali;
acquisito il parere della Commissione assembleare competente
"Politiche per la salute e Politiche sociali", nella seduta del 15
ottobre 2008;
dato atto, ai sensi dell'articolo 37, comma 4, della L.R. 43/01 e
della propria deliberazione 447/03 e successive modifiche, del parere
di regolarita' amministrativa del Direttore generale Sanita' e
Politiche sociali, dott. Leonida Grisendi, in ordine alla legittimita'
del presente provvedimento;
su proposta dell'Assessore alle Politiche per la salute, Giovanni
Bissoni e dell'Assessore Politiche sociali ed educative, Immigrazione,
Volontariato, Associazionismo e Terzo settore Anna Maria Dapporto,
a voti unanimi e palesi, delibera:
1) di approvare, in attuazione del Piano regionale sociale e sanitario
2008-2010:
a) le "Linee di indirizzo per l'elaborazione e l'approvazione della
programmazione di ambito distrettuale 2009-2011" (Allegato A);
b) le "Linee guida per la partecipazione del Terzo settore ai processi
di programmazione previsti dal Piano sociale e sanitario regionale"
(Allegato B);
c) il "Programma di accompagnamento e formazione in attuazione del
Piano sociale e sanitario regionale: primi indirizzi"(Allegato C),
dando atto che tutti gli allegati su citati sono parte integrante del
presente provvedimento;
2) di considerare i presenti indirizzi sulle procedure come una prima
fase attuativa delle indicazioni del Piano regionale, secondo un
criterio di gradualita' che valorizzi le esperienze gia' consolidate,
e introduca le innovazioni a fasi successive;
3) di pubblicare il presente provvedimento nel Bollettino Ufficiale
della Regione Emilia-Romagna, per darne adeguata diffusione e
pubblicizzazione.
ALLEGATO A)
Linee di indirizzo per l'elaborazione e l'approvazione della
programmazione di ambito distrettuale 2009-2011
Indice
Premessa: le finalita'
Linee guida per il processo
Ruolo dei soggetti e indicazioni per la partecipazione
Tempi
Procedure per l'adozione
Indice del documento triennale e del documento annuale
Il Piano triennale della salute e del benessere sociale
Il Programma attuativo annuale
Premessa: le finalita'
Il Piano sociale e sanitario regionale (PSSR), recentemente approvato
con delibera dell'Assemblea legislativa 175/08, prevede che, d'intesa
con gli Enti locali, sentita la Commissione assembleare, la Giunta
definisca le linee di indirizzo per la programmazione territoriale,
anche per assicurare la partecipazione al processo dei soggetti
sociali del territorio.
La definizione di strumenti e modalita' di programmazione integrata a
livello distrettuale implica ripensare gli strumenti in uso, e le
significative esperienze gia' compiute dai territori, avendo come
riferimento essenzialmente tre finalita':
- potenziare e sviluppare a tutto campo, in un quadro di continuita',
l'approccio integrato tra sociale e sanitario e con tutte le politiche
a forte impatto sulla salute e sul benessere sociale delle persone,
delle famiglie, delle comunita';
- valorizzare le competenze e le reti di relazioni sviluppate e
costituite nelle precedenti programmazioni;
- consolidare il sistema di governo e gestione degli interventi in
ambito distrettuale, anche valorizzando il ruolo di coordinamento e
raccordo tra gli ambiti distrettuali svolto dalla Conferenza
territoriale sociale e sanitaria (di seguito CTSS).
Le indicazioni che seguono precisano e articolano le novita' contenute
nel Piano regionale sul processo di programmazione integrata e sulla
governance territoriale, i cui riferimenti essenziali riportiamo di
seguito per inquadrare in modo adeguato le indicazioni stesse.
Linee guida per il processo
1. Ruolo dei soggetti e indicazioni per la partecipazione
Coerentemente a quanto previsto dal Piano regionale, si indicano di
seguito i soggetti coinvolti nella programmazione territoriale e i
loro ruoli, precisando in premessa ambiti e approcci del processo
integrato.
Su quali ambiti integrare le programmazioni
Come richiamato il PSSR prevede come obiettivo a regime due strumenti
integrati di programmazione distrettuale sugli interventi sociali,
sociosanitari e sanitari territoriali: uno triennale strategico (Piano
di zona distrettuale per la salute e per il benessere sociale) e
l'altro annuale operativo (Programma attuativo annuale PAA):
1) il Piano di zona distrettuale per la salute e per il benessere
sociale, di durata triennale, che in coerenza con l'Atto di indirizzo
e coordinamento della CTSS:
- individua le priorita' strategiche di salute e di benessere sociale
nelle diverse aree d'intervento: sociale, sociosanitaria, sanitaria
relativa ai servizi territoriali;
- definisce il quadro finanziario triennale di riferimento, tenendo
conto dei vincoli di bilancio e per quanto riguarda l'area sanitaria
delle indicazioni regionali e dell'AUSL;
- specifica le integrazioni, e i relativi strumenti, con le politiche
che concorrono a realizzare gli obiettivi di benessere sociale e
salute individuati;
2) il Programma attuativo annuale (PAA) che costituisce la
declinazione annuale del Piano di zona distrettuale per la salute ed
il benessere sociale, ricomprendendo e quindi superando tutti gli
strumenti di programmazione operativa preesistenti, e:
- specifica gli interventi e le azioni di livello distrettuale in area
sociale, socio-sanitaria e sanitaria relativa ai servizi
territoriali;
- individua le risorse che Comuni, AUSL, Provincia nell'ambito delle
disponibilita' di bilancio impegnano per l'attuazione degli
interventi;
- definisce, raccoglie ed approva progetti o programmi specifici
d'integrazione con le politiche educative, della formazione e lavoro,
della casa, dell'ambiente, della mobilita' e della sicurezza.
La programmazione integrata riguarda in primo luogo l'area degli
interventi e servizi a integrazione sociosanitaria (con riferimento
anche alle priorita' contenute nell'Atto di indirizzo e coordinamento
delle CTSS), che devono essere progettati, gestiti, prodotti in modo
congiunto.
Il Piano di zona per il benessere e la salute dovra' rappresentare non
soltanto la realta' dei servizi ma indicare linee condivise di un
approccio unitario e di comunita'.
Pertanto e' necessario che le programmazioni sociale e sanitaria si
confrontino fin dall'avvio del processo con le altre politiche che
influenzano salute e benessere sociale (politiche abitative, del
lavoro, scolastiche, mobilita', sicurezza) nell'ambito del quadro
programmatorio richiamato nella premessa dell'Atto di indirizzo delle
CTSS.
Per quanto riguarda la realta' dei servizi, la programmazione
integrata definira' elementi di coerenza e continuita' tra interventi
sociali e interventi con l'obiettivo di garantire una risposta
unitaria ed integrata ai bisogni delle persone.
Occorre in sintesi in qualsiasi scelta, anche caratterizzata dalla
massima specificita' sul versante sociale o su quello sanitario,
ricercare la maggiore efficacia e continuita' possibile in termini di
salute e di benessere sociale e relazionale (es.: dimissioni protette
dall'ospedale, rapporto tra nido d'infanzia e consultorio familiare).
Con quale approccio integrare le programmazioni
La seconda considerazione da tenere presente come premessa del lavoro
e' il taglio metodologico e lo stile dell'approccio integrato al
processo, che implica:
- responsabilita' comune nel percorso e nel prodotto;
- modalita' di lavoro condivise e innovative;
- integrazione delle competenze professionali e dei percorsi fin dalla
lettura dei bisogni (cfr. Profilo di comunita');
- nuovi prodotti finali (Piano distrettuale per la salute e il
benessere sociale, Programma attuativo annuale);
- modo peculiare di produrre servizi e di costruire reti, integrando
processi assistenziali, figure professionali, percorsi dei singoli
utenti.
La Regione, in attuazione del PSSR, supportera' tale approccio con
azioni di formazione e accompagnamento in due direzioni: lo sviluppo
di figure e competenze per la governance, l'integrazione professionale
di tutti gli operatori.
Soggetti politico-istituzionali
Il Comitato di Distretto e il Direttore di Distretto
Il Governo del processo di programmazione viene svolto dal Comitato di
Distretto, integrato con la partecipazione del Direttore di
Distretto.
E' questa la sede in cui, con il supporto tecnico dell'Ufficio di
piano, vengono definite le priorita' strategiche e annuali, le
tipologie degli interventi e servizi e le tendenze di sviluppo e/o
contenimento, l'allocazione delle risorse, anche con riferimento alla
costituzione e all'utilizzo del Fondo sociale locale, come previsto
dal Piano regionale, le forme e i tempi di confronto e di
concertazione con i soggetti sociali.
La programmazione integrata va assicurata con riferimento agli
interventi sociali, sociosanitari ed a quelli sanitari più
direttamente connessi con l'area dell'integrazione. Anche la
programmazione delle altre attivita' sanitarie, pur seguendo
nell'ambito delle previsioni contenute nel PAL un percorso approvativo
specifico come indicato successivamente, deve concorrere con la
gradualita' necessaria alla costruzione di una programmazione
integrata.
Nel caso sia costituita una forma associativa ai sensi della L.R.
11/01 e successive modifiche, che coincida con l'ambito distrettuale,
a svolgere il ruolo del Comitato di Distretto e' l'organo esecutivo
della forma associativa, assicurando anche in questo caso la
partecipazione del Direttore di Distretto, ai sensi dell'art. 11 della
L.R. 10/08.
Il Direttore di Distretto partecipa formalmente al processo
decisionale tramite l'espressione di intesa.
Le modalita' di espressione di tale intesa, che riguarda l'area
dell'integrazione sociosanitaria, sono concordemente individuate da
Comuni e Direttore di Distretto.
E' opportuno qui sottolineare come l'azione della Regione tenda a
promuovere come obiettivo strategico lo sviluppo delle Unioni di
Comuni quali forme associative stabili per l'esercizio delle funzioni
amministrative e dell'integrazione delle politiche comunali, in
attuazione della legge regionale di recente approvata dall'Assemblea
legislativa regionale (L.R. 10/08) "Misure per il riordino
territoriale, l'autoriforma dell'amministrazione e la
razionalizzazione delle funzioni".
Cio' vale in particolar modo nell'area delle politiche sociali e
sociosanitarie, in cui si e' avviato gia' da alcuni anni un processo
di associazione delle funzioni, anche su incentivo regionale.
Nell'ambito dei principi e delle indicazioni contenute in tale legge e
nel tempo di vigenza del PSSR e' obiettivo di questa Regione la
costituzione generalizzata di Unioni di Comuni, coincidenti ove
possibile con l'ambito distrettuale.
Anche per il necessario adeguamento delle Unioni gia' esistenti si
richiama in particolare l'indicazione contenuta all'art. 11, comma 1
della L.R. 10/08 citata laddove si prevede che il conferimento di
funzioni alla forma associativa sia integrale rispetto a attivita' e
compiti caratteristici della funzione.
Nella prospettiva di attuazione progressiva della recente legge
regionale, rimane quindi nella fase di transizione la possibilita' di
svolgimento associato delle funzioni in ambito sociale e
socio-sanitario mediante la stipula di una convenzione secondo le
modalita' previste nel Piano sociale e sanitario regionale tra Comuni
e/o tra Comuni e forme associative e/o tra forme associative e
l'individuazione di soggetto referente e capofila per l'ambito
distrettuale.
Negli ambiti territoriali coincidenti con il territorio comunale le
funzioni amministrative possono essere esercitate direttamente dai
rispettivi enti.
Accordo di programma e convenzione
In ogni ambito distrettuale nella prima fase attuativa del Piano
regionale occorre verificare la congruita' della convenzione gia'
stipulata dai Comuni e/o dalle loro forme associative e la AUSL per la
costituzione degli Uffici di piano ex DGR 1004/07.
L'eventuale adeguamento e' da realizzarsi contestualmente alla
sottoscrizione dell'Accordo di programma del Piano triennale di zona
distrettuale per la salute e per il benessere sociale 2009-2011.
Il Piano regionale da' inoltre alcuni precipui orientamenti per
l'esercizio delle funzioni amministrative da parte dell'Unione dei
Comuni o del Comune capofila, utilizzando l'apposito Ufficio di piano,
che riguardano:
- il monitoraggio del Fondo per la non autosufficienza;
- la definizione e l'attuazione del sistema di accreditamento delle
attivita' socio-sanitarie, a partire da quelle previste dall'art. 23
della L.R. 4/08 con riferimento ai percorsi di accreditamento;
- le attivita' istruttoria e di monitoraggio della costituzione delle
A.S.P., ormai conclusa, e di accompagnamento assicurando la
distinzione delle funzioni di produzione dei servizi da quelle di
indirizzo e regolazione;
- programmi d'investimento riguardanti strutture sociali e
sociosanitarie ai sensi art. 48, L.R. 2/03;
- gestione e rendicontazione del Fondo sociale locale.
Il Comune capofila
Nella fase di transizione la convenzione citata al paragrafo
precedente individua un Comune o una Unione di Comuni referente per
l'ambito distrettuale (soggetto capofila) che garantisce un efficace
coordinamento per l'esercizio dell'insieme delle funzioni associate.
L'Azienda USL
Sull'area dell'integrazione sociosanitaria esercita la funzione di
governo in modo congiunto con i Comuni associati (programmazione,
committenza, regolazione, monitoraggio e valutazione) attraverso la
partecipazione del Direttore di Distretto al Comitato di Distretto o
all' organo esecutivo della forma associativa.
A tal fine l'AUSL garantisce:
- la presenza nell'Ufficio di piano di figure professionali
specificamente destinate alle funzioni di questa struttura
tecnico-gestionale;
- la partecipazione e il contributo dei diversi professionisti, con le
loro specifiche competenze, ai tavoli della programmazione,
progettazione e monitoraggio, integrati con ulteriori competenze.
Le scelte strategiche di livello più generale, che fino ad oggi sono
state definite all'interno del PAL (Piano attuativo locale), rientrano
in quanto indirizzi all'interno dell'Atto di indirizzo e coordinamento
della CTSS.
Gli indirizzi della CTSS per il PAL riguardano:
- principi e orientamenti di tipo generale che sottendono le scelte
del PAL (es.: non ridondanza, diversificazione, inclusivita', etc.);
- criteri generali per individuare le relazioni tra Aziende USL, nel
caso di azioni sovraziendali;
- criteri generali per l'individuazione dei ruoli dei diversi soggetti
produttori dei servizi;
- le relazioni tra i livelli di assistenza (assistenza
primaria/secondaria; sanitaria/sociale);
- criteri generali per l'elaborazione di linee di indirizzo per
l'erogazione delle attivita' socio-sanitarie in ambito distrettuale.
Il PAL, approvato dalla CTSS, si caratterizza quindi come traduzione
pluriennale dell'Azienda USL degli indirizzi contenuti nell'Atto della
CTSS.
L'Azienda USL declina le attivita' su base annuale tramite il Piano
delle azioni o la programmazione annuale di budget, anche sulla base
delle linee annuali di programmazione e finanziamento del Servizio
Sanitario regionale.
Le linee operative sulla programmazione dei servizi sanitari
(ospedalieri e territoriali), facenti parte dei contenuti del PAL,
riguardano anche le modalita' di erogazione di tali attivita' secondo
i principi di equita' di accesso e omogeneita' dell'offerta tra gli
ambiti distrettuali.
Le scelte operative compiute all'interno del PAL orientano la
programmazione triennale sanitaria distrettuale, che costituisce una
significativa novita' rispetto al passato.
Il Piano di zona distrettuale per la salute e il benessere sociale
contiene, in coerenza con l'Atto triennale della CTSS ed il PAL, anche
le priorita' strategiche di intervento per le attivita' sanitarie.
L'approccio a questa novita' e' graduale, riferibile anche alle
esperienze gia' consolidate o da avviare ex-novo sui territori, in
relazione al grado gia' esistente di integrazione delle programmazioni
di Comuni e Aziende USL. Per questo primo triennio e' indispensabile
fornire all'interno del documento triennale distrettuale almeno alcuni
orientamenti generali sull'area sanitaria, riferita ai servizi
territoriali.
Il rapporto tra PAL e PdZ per la salute e il benessere sociale e'
definito dalla coerenza e compatibilita', da un lato, di entrambi gli
strumenti programmatori con l'Atto di indirizzo, e, dall'altro, tra i
contenuti specifici dei due documenti.
Per quanto riguarda gli interventi sanitari, tale coerenza e'
garantita dal Direttore di Distretto.
L'Azienda nell'attuazione del PAL rendiconta alla CTSS i risultati
relativi agli obiettivi di ambito aziendale.
L'Ufficio di piano
Le funzioni dell'Ufficio di piano sono state analiticamente descritte
nella citata DGR 1004/07, e riprese e ampliate dal Piano regionale al
quale si rimanda, sottolineando qui in particolare l'attivita'
istruttoria, di supporto all'elaborazione e alla valutazione della
programmazione in area sociale, sociosanitaria e sanitaria (Piano di
zona distrettuale per la salute e per il benessere sociale, e
Programmi attuativi annuali comprensivi del PAT).
In questa prima fase di attuazione del Piano regionale, ai fini dello
svolgimento delle funzioni di supporto alla programmazione, viene
fatto salvo quanto specificato dalle convenzioni per la costituzione
dell'Ufficio di piano ai sensi DGR 1004/07, ad eccezione di eventuali
integrazioni per regolare le modalita' di svolgimento della funzione
di supporto alla costituzione, programmazione e gestione del Fondo
sociale locale, in particolare la gestione e il monitoraggio del
Fondo.
Collocazione dell'Ufficio
E' opportuno che l'Ufficio di piano sia collocato presso l'Ente
capofila dal quale dipende funzionalmente, a garanzia di un'efficace
continuita' tra le funzioni di governo e le relative funzioni
amministrative e tecnico-gestionali.
Tavoli di lavoro unificati, confronto interprofessionale,
partecipazione
L'approccio integrato che l'Ufficio di piano deve supportare e
organizzare, prevede fin dall'avvio del processo programmatorio la
partecipazione ai tavoli di programmazione delle componenti sociali e
sanitarie (in particolare tra queste ultime le figure referenti per i
contenuti relativi alla prevenzione, alla promozione della salute e di
stili di vita sani, e quelle referenti per i diversi ambiti
d'intervento).
Dovra' essere assicurata la partecipazione dei professionisti
competenti. Negli stessi tavoli devono essere coinvolti, a seconda dei
temi trattati, soggetti e professionisti che si occupano di scuola,
casa, mobilita', lavoro e formazione professionale, in modo da
garantire l'ottica di integrazione delle politiche fin dalla fase di
impostazione delle priorita', anche in coerenza con l'approccio del
profilo di comunita' compreso nell'Atto di indirizzo e coordinamento
approvato dalla CTSS.
Un altro aspetto che si sottolinea e' la necessita' che
l'organizzazione dell'Ufficio di piano individui, nel quadro delle
indicazioni regionali in proposito, le modalita' (tavoli specifici,
gruppi di lavoro) attraverso le quali sara' assicurata la
partecipazione del Terzo settore - volontariato, associazionismo e
cooperazione sociale - fin dalla fase della programmazione, il
confronto con le organizzazioni sindacali, nonche' un sistema stabile
e positivo di relazioni con le ASP e gli altri soggetti della
produzione dei servizi.
Le ASP in quanto soggetti produttori dei Comuni associati, portano il
loro contributo ai tavoli di programmazione nell'individuazione dei
bisogni, ferma restando la responsabilita' programmatoria in capo al
Comitato di Distretto o all'organo della forma associativa.
La Provincia
E' il soggetto istituzionale con competenze di coordinamento sull'area
delle politiche sociali e dell'integrazione tra queste e altre
politiche (lavoro, casa, formazione professionale, istruzione,
educazione, cultura, sport e pianificazione territoriale), come
indicato dalle "Linee di indirizzo per la definizione del ruolo e del
funzionamento delle CTSS e dell'Atto di indirizzo e coordinamento"
(trasmesse con lettera prot. n. 55319 del 26 febbraio 2008), e
partecipa all'elaborazione di tale atto specificando in questo ambito
indirizzi e modalita' per l' armonizzazione delle proprie politiche
con quelle distrettuali, in particolare nell'attivita' di promozione
della partecipazione del Terzo settore, e nella predisposizione di
specifici Programmi di ambito provinciale integrati con la
programmazione distrettuale.
Soggetti sociali organizzati e cittadini
Anche nella nuova fase programmatoria deve essere promossa e
organizzata la partecipazione al processo fin dal suo avvio da parte
dei soggetti sociali sia organizzati (sindacati, Terzo settore,
organizzazioni imprenditoriali) sia come singoli cittadini,
valorizzando le esperienze gia' presenti nei territori.
La L.R. 2/03 riconosce il ruolo di rappresentanza sociale delle
Organizzazioni sindacali nella costruzione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali e assume il confronto e la concertazione
come metodo di relazione con esse.
Con il "Protocollo d'intesa tra la Regione Emilia-Romagna, le
rappresentanze delle Autonomie locali e le Confederazioni sindacali
CGIL, CISL, UIL sullo sviluppo dei servizi sociali e socio-sanitari e
sul sistema di relazioni sindacali" siglato il 31 maggio 2006 sono
state concordate le modalita' per assicurare il ruolo di
rappresentanza sociale delle Organizzazioni sindacali per lo sviluppo
del sistema delle politiche sociali.
Per quanto riguarda il Terzo settore, resta ferma la procedura di
partecipazione alla programmazione attraverso la sottoscrizione dei
Protocolli di adesione all'Accordo di programma e al Programma
attuativo annuale, previsti all'art. 29, comma 6 L.R. 2/03.
Il Comitato di Distretto, o l'organo della forma associativa che
coincide con l'ambito distrettuale definisce le modalita' di
partecipazione dei soggetti del Terzo settore alla definizione del
Piano di zona distrettuale per la salute e il benessere sociale. Il
confronto sul Piano si sviluppa dalla fase di elaborazione sino a
quelle di monitoraggio e valutazione, assicurando una partecipazione
rappresentativa delle diverse realta' territoriali nonche' espressiva
dei diversi ambiti di attivita', valorizzando ove possibile le forme
di rappresentanza locali esistenti.
Il coinvolgimento delle organizzazioni imprenditoriali ha tra l'altro
lo scopo di definire, in coerenza con le scelte programmatorie, ambiti
di impegno e investimento - specifico dei soggetti imprenditoriali e
condiviso da questi con i soggetti istituzionali - in cui si esprima
fattivamente la responsabilita' sociale delle imprese stesse. Le
scelte assunte nei documenti programmatori, a livello strategico e di
interventi specifici, possono prevedere l'assunzione di tale
responsabilita' o tenerne conto laddove gia' esplicita, in modo da
valorizzarla come risorsa per il welfare territoriale.
2. Tempi
Il processo di programmazione territoriale dovra' concludersi entro il
31 dicembre 2008, con momenti di accompagnamento e approfondimento tra
Regione e territori, nello stesso periodo.
I tempi e le modalita' di svolgimento del processo devono garantire
una partecipazione adeguata da parte delle diverse componenti
istituzionali e sociali.
3. Procedure per l'adozione
Piano triennale e Programma annuale
Il Piano di zona distrettuale per la salute e il benessere sociale
triennale e' approvato con Accordo di programma tra i Comuni, o tra le
forme associative presenti nel Distretto, l'Azienda USL nella figura
del Direttore di Distretto, la Provincia, in particolare per
l'attuazione dei Programmi specifici di competenza e le necessarie
modalita' di integrazione degli stessi con la programmazione
distrettuale.
Partecipano all'Accordo tramite l'adesione formale, anche in un'ottica
di integrazione delle politiche, tutti i soggetti pubblici che hanno
responsabilita' rispetto a specifici interventi attuativi del Piano
(Aziende Ospedaliere, Istituti scolastici, Enti di formazione, Centri
per la giustizia minorile, Istituti penitenziari, ecc.).
Nel caso tutti i Comuni dell'ambito distrettuale aderiscano a forme
associative delegate all'esercizio associato delle funzioni attribuite
al Comitato di Distretto, l'Accordo di programma puo' essere
sottoscritto:
- dai Presidenti delle forme associative (nel caso di Unioni di
Comuni);
- dai Sindaci dei Comuni capofila, individuati nell'ambito delle
convenzioni che regolano il funzionamento delle associazioni
intercomunali.
Nel caso uno o più Comuni dell'ambito non aderiscano ad alcuna forma
associativa delegata all'esercizio associato delle funzioni attribuite
al Comitato di Distretto, i relativi Sindaci dovranno partecipare
direttamente alla sottoscrizione dell'Accordo di programma.
Nella prospettiva di attuazione progressiva della L.R. 10/08, nel caso
di forma associativa coincidente con l'ambito distrettuale le funzioni
del Comitato di Distretto possono essere esercitate direttamente
dall'organo esecutivo che per le decisioni inerenti l'ambito
dell'integrazione sociosanitaria assume l'intesa espressa, per conto
dell'AUSL, dal Direttore del Distretto.
Il Direttore di Distretto partecipa alle riunioni dell'organo
esecutivo.
Il Programma attuativo annuale e' oggetto di approvazione dei Comuni e
del Direttore di Distretto, secondo le modalita' definite nell'Accordo
di programma, nel rispetto di quanto previsto dal comma 7 dell'art. 5
della L.R. 29/04.
Il documento che definisce il Programma attuativo annuale e' unico e
l'elaborazione dei contenuti della programmazione e' congiunta tra
Comuni e AUSL, con particolare riferimento all'area dell'integrazione
sociosanitaria, indipendentemente dalle modalita' formali di
approvazione e dalle procedure con le quali ciascun Ente assume gli
impegni di competenza per l'attuazione del Programma.
Approvazione della spesa
Il Programma attuativo annuale dovra' individuare le specifiche
risorse che Comuni, AUSL, Provincia si impegnano a mettere a
disposizione per l'attuazione degli interventi.
Il Direttore di Distretto attesta la coerenza della disponibilita'
delle risorse con la programmazione dell'AUSL.
Indice del documento triennale e del documento annuale
Premessa
I riferimenti per l'elaborazione dei documenti di programmazione di
ambito distrettuale sono:
- Piano sociale e sanitario regionale.
Si richiama in particolare la Parte terza del Piano in cui vengono
definiti obiettivi e linee di indirizzo rispetto a bisogni complessi,
per i quali la programmazione distrettuale definira' risposte
caratterizzate in modo specifico a livello territoriale.
Rispetto a tali contenuti del Piano, si sottolinea come siano maturate
ad oggi alcune specifiche linee di indirizzo - riportate nelle schede
in allegato - per una migliore definizione degli interventi
sociosanitari nell'area della psichiatria (adulti) e per una piena
applicazione della Legge 194/78, in particolare per una migliore
tutela della salute sessuale e riproduttiva.
- Il presente atto contenente le procedure.
- I criteri di riparto del fondo sociale regionale, che verranno
approvati entro l'autunno 2008.
- Il Programma triennale per le dipendenze (DGR 698/08).
- Le linee di programmazione e finanziamento alle Aziende sanitarie
per l'anno 2008 (DGR 602/08).
- Prime linee di indirizzo per le soluzioni residenziali e
l'assistenza al domicilio per le persone con gravissima disabilita'
nell'ambito del FRNA e della DGR 2068/04 (DGR 840/08).
- Interventi del FRNA a favore delle persone con disabilita'
nell'ambito del Programma 2007-09 di cui alla DGR 509/07, contenuto
nell'atto di approvazione dell'assegnazione del FRNA 2008.
- I Programmi triennali in corso di approvazione per l'immigrazione e
per i servizi socio-educativi per l'infanzia.
- L'Atto di indirizzo e coordinamento approvato dalla CTSS comprensivo
del profilo di comunita'.
I documenti regionali costituiscono il riferimento ampio della
programmazione distrettuale, mentre l'Atto di indirizzo e
coordinamento della CTSS e il profilo di comunita' ivi compreso
costituiscono la base da cui far partire il processo programmatorio in
ambito distrettuale.
In particolare le priorita' individuate nell'Atto di indirizzo e il
quadro di bisogni e criticita' tendenziali identificato dal profilo
sono la premessa del Piano di zona per la salute e il benessere
sociale, che dovra' articolare tali priorita' e bisogni rispetto alle
specificita' del proprio ambito territoriale e alla disponibilita'
delle risorse.
E' importante utilizzare efficacemente a livello distrettuale la
ricostruzione fatta nel profilo: la metodologia stessa di costruzione
del profilo, di integrazione e raccordo tra Ufficio di supporto alla
CTSS e Uffici di piano distrettuali, e' garanzia di un lavoro efficace
anche nel senso di evitare duplicazioni nella fase della
programmazione distrettuale.
Il Piano triennale costituisce lo strumento unitario della
programmazione sociale, sociosanitaria, sanitaria territoriale: nella
prima fase attuativa del PSSR si privilegia, in un'ottica di
gradualita', l'integrazione sociosanitaria come area di programmazione
elaborata congiuntamente e pienamente condivisa, in primo luogo da
Comuni e AUSL, pur costruendo un documento unico che contiene le
scelte strategiche anche in area sociale e sanitaria.
E' all'interno di questo strumento che vanno declinate le indicazioni
del PAL, come gia' detto sopra, per la parte dell'assistenza
territoriale. Come pure per l'area delle politiche sociali sono
indicate le priorita' strategiche utilizzando l'approccio gia'
consolidato per target (o area d'intervento): famiglie, infanzia e
adolescenza, giovani, anziani, persone con disabilita', immigrati
stranieri, adulti in stato di poverta' ed esclusione sociale, salute
mentale e dipendenze patologiche.
Tali target costituiscono il riferimento anche per la declinazione
degli obiettivi strategici nell'area dell'integrazione sociosanitaria
e, ove possibile, per l'area sanitaria, nonche' la base per il
Programma attuativo annuale.
Sia il documento triennale che quello annuale devono ricomprendere non
solo il complesso degli interventi e delle attivita' rivolte ai target
ma anche azioni tematiche trasversali, connesse a obiettivi e azioni
di promozione del benessere e di stili di vita sani, e di prevenzione
(con particolare riferimento alla sicurezza stradale e alla sicurezza
del lavoro), oppure a particolari aree problematiche/tematiche.
Il Piano triennale costituisce altresi' lo snodo delle interazioni tra
le problematiche evidenziate dal profilo e le scelte d'intervento
nell'ambito di altre politiche che impattano su salute e benessere
sociale, nel senso sia di tenere conto di tali scelte, sia di essere
orientato a condizionarle, in particolare nelle aree delle politiche
ambientali, abitative e urbanistiche, della mobilita',
dell'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, della
formazione e della scuola, della sicurezza e coesione sociale.
Nel primo triennio e' necessario che si dia concretezza a questa
indicazione assicurando:
- per le politiche ambientali gli interventi tesi a limitare la
diffusione degli inquinanti ambientali attraverso il potenziamento
delle politiche di risparmio energetico, smaltimento dei rifiuti,
mobilita' sostenibile, ecc.;
- per le politiche abitative e urbanistiche, una lettura integrata dei
bisogni e degli interventi sia per quanto riguarda le azioni di
sostegno economico all'affitto (Fondo sociale per l'affitto) sia per
la gestione degli accessi al patrimonio di edilizia residenziale
pubblica e per le azioni sviluppate a livello locale per favorire il
ricorso al mercato dell'affitto, sia per gli interventi di superamento
delle barriere architettoniche e di sostegno economico
dell'adattamento domestico, con qualsiasi tipo di finanziamento
incentivati;
- per i trasporti, il collegamento con la programmazione settoriale in
previsione degli Accordi di programma triennali 2008-2010 tra Regione,
Comuni, Province, Agenzie locali per la mobilita', che prevedono la
programmazione di interventi sui servizi minimi di trasporto pubblico
locale e sugli investimenti, orientando il sistema, tra l'altro, ad
assicurare risposte ordinarie ai bisogni di mobilita' delle diverse
fasce di eta' e di abilita'. In questo quadro integrato, in
collaborazione con le organizzazioni di volontariato presenti nel
territorio, e' utile una azione di coordinamento e qualificazione del
trasporto sociale che ne delimiti e qualifichi la funzione;
- per gli inserimenti lavorativi delle persone con disagio sociale, e'
necessario definire percorsi e strumenti integrati, nell'ambito delle
azioni, degli strumenti e degli interventi delle politiche attive del
lavoro, superando logiche e pratiche parallele;
- per la formazione, la scuola e i servizi educativi sono di
importanza strategica azioni tra Enti locali, Aziende sanitarie,
scuola e associazionismo di promozione sociale per ottimizzare e
sviluppare le risorse e le opportunita' sul territorio per la
promozione e l'educazione alla salute nonche' a stili di vita sani,
l'educazione motoria e la promozione dell'attivita' sportiva (cfr.
anche DGR 1247/08) con una particolare attenzione, oltre che
all'infanzia e all'adolescenza, anche alla popolazione anziana,
l'educazione all'affettivita' e alla sessualita', l'inserimento
scolastico degli alunni disabili o in gravi difficolta', la
prevenzione delle dipendenze o di disturbi psichiatrici in
adolescenza, l'incentivazione di momenti aggregativi extrascolastici
con uso di laboratori e spazi anche scolastici. Anche per la
realizzazione di interventi di cittadinanza attiva per bambini e
ragazzi e' condizione imprescindibile la piena assunzione di un
approccio sistematico e globale alle condizioni dell'infanzia e
dell'adolescenza e quindi l'integrazione tra le diverse politiche di
settore (urbanistica, mobilita', ambiente, sicurezza, salute, scuola,
formazione, sociale, etc.).
Devono essere definiti e supportati sul piano organizzativo il
coordinamento e l'integrazione delle programmazioni, degli interventi
e dei progetti educativi, sociali e socio-sanitari degli Enti locali,
delle Autonomie scolastiche, delle AUSL e del Terzo settore;
- per la sicurezza e coesione sociale: e' da promuovere l'integrazione
degli interventi per garantire coesione sociale e sicurezza, nei
diversi ambiti di vita: dall'ambiente domestico a quello pubblico,
dalle strade ai luoghi di lavoro, dando quindi anche risposta alla
percezione di apprensione e insicurezza operando per ricostruire una
rete di luoghi e relazioni sicuri, valorizzando le potenzialita' e la
ricchezza del "capitale sociale" e mettendo in rete le associazioni e
realta' attive in ogni territorio. La promozione e il mantenimento
delle reti sociali e di un nuovo e diffuso civismo rappresenta una
risorsa fondamentale per garantire sicurezza. A tal fine nel Piano di
zona distrettuale per la salute e il benessere sociale si individuano
le modalita' di integrazione e le azioni da garantire.
Un contributo importante della programmazione socio-sanitaria
all'integrazione delle politiche e' anche quello di una lettura
integrata dei bisogni della comunita' e la condivisione di questa
lettura con i decisori delle altre aree di politiche integrate, al
fine di migliorare la coesione e l'inclusione sociale nel territorio
di riferimento.
In questa prospettiva vanno declinati all'interno della programmazione
distrettuale anche obiettivi strategici e azioni che sostanziano
l'attuazione dei relativi piani regionali, ad esempio obiettivi e
azioni sulla prevenzione e promozione della salute (afferenti al Piano
regionale della prevenzione), e riguardanti il Piano d'azione per gli
anziani (PAR).
Il Programma attuativo annuale (PAA) costituisce la declinazione
annuale del Piano di zona distrettuale per la salute ed il benessere
sociale, ricomprende il Programma delle attivita' territoriali del
Distretto, il Piano distrettuale per la non autosufficienza, i
programmi di azione dei Piani per la salute, e sostituisce il
Programma attuativo del Piano sociale di zona. Anche in questo
documento la parte relativa all'area dell'integrazione sociosanitaria
e' quella elaborata congiuntamente, mentre vengono declinate le azioni
e gli interventi sociali e sanitari ricercando comunque la continuita'
e la compatibilita' maggiore possibile. All'interno del PAA sono
ricompresi interventi associati dei Comuni, integrati con quelli
dell'AUSL, dei singoli Comuni.
Per quanto riguarda l'indicazione in via previsionale delle risorse,
nel documento triennale rientrano orientamenti per la programmazione
finanziaria di medio periodo, mentre nel documento annuale occorrera'
indicare le risorse di cui Comuni (o forme associative) e Aziende USL
dispongono, facendo riferimento alle indicazioni di bilancio, per gli
Enti locali, e di budget per le AUSL, fatto salvo quanto previsto
relativamente al Fondo sociale locale e al Fondo distrettuale per la
non autosufficienza. Il contributo del Distretto alla definizione
degli interventi socio-sanitari e sanitari dovra' essere coerente al
Piano delle azioni dell'AUSL e al budget definito in ambito
aziendale.
Sia il documento triennale che annuale devono ricomprendere azioni di
supporto e formazione per la crescita della cultura
dell'integrazione.
Entrambi i documenti infine devono prevedere strumenti, sedi e
modalita' per realizzare sia il monitoraggio annuale che la
valutazione triennale, secondo un principio di selezione degli
obiettivi da valutare e di individuazione degli indicatori al fine di
misurare il reale impatto di quanto realizzato e di garantire la
rendicontazione dei programmi e delle attivita' svolte rapportandoli
ai risultati attesi.
L'indice del Piano di zona distrettuale per la salute e il benessere
sociale
1) Gli attori e il percorso di costruzione del Piano.
2) I bisogni della popolazione emergenti dal profilo di comunita' e il
confronto con servizi e risorse disponibili.
3) Gli obiettivi strategici e le priorita' di intervento del Piano in
ambito sociale, sociosanitario e dei servizi sanitari territoriali,
definiti anche alla luce del Piano regionale della prevenzione (DGR
1012/05, DGR 426/06).
4) Linee d'intervento che attuano l'integrazione delle politiche
(ambiente, casa, mobilita', inserimento lavorativo, scuola e servizi
educativi, sicurezza e coesione sociale). Raccordo con altri strumenti
di programmazione locali (Piani strutturali comunali, piani del
traffico, etc.).
5) Strumenti tecnico-organizzativi e azioni per l'integrazione
gestionale e professionale e la continuita' assistenziale (Ufficio di
piano, accesso integrato, sportello sociale, sportello unico
distrettuale, protocolli tra servizi, funzionamento delle unita' di
valutazione multiprofessionale, formazione delle diverse figure
professionali, tecnologie informatiche, soluzioni gestionali, stato di
avanzamento ed eventuale adeguamento del programma di trasformazione
delle IPAB in ASP).
6) Monitoraggio e valutazione (sistemi di indicatori distrettuali,
riferimenti regionali).
7) Orientamenti per la programmazione finanziaria triennale relativa
agli interventi sociali, socio-sanitari e sanitari territoriali.
L'indice del Programma attuativo annuale
1) Interventi per l'anno di riferimento.
2) Indicatori per il monitoraggio annuale.
3) Previsioni di spesa per l'anno di riferimento: individuazione delle
specifiche risorse che Comuni, AUSL, Provincia, si impegnano a mettere
a disposizione per l'attuazione degli interventi, con particolare
riferimento alle previsioni sul Fondo sociale locale e sul FRNA
(previsti strumenti specifici per organizzare le informazioni
previsionali e di rendiconto su tali fondi).
ALLEGATO B)
Linee guida per la partecipazione del Terzo settore ai processi di
programmazione previsti dal Piano regionale sociale e sanitario
2008-2010
Premessa
L'obiettivo delle presenti linee guida e' quello di valorizzare,
promuovere e favorire una maggiore partecipazione del Terzo settore
alle diverse fasi connesse ai processi previsti dall'art. 20 della
L.R. 2/03 e dal Piano regionale sociale e sanitario 2008-2010.
Forum territoriale del Terzo settore
La Regione Emilia-Romagna, anche al fine di realizzare le presenti
linee guida, valorizza e riconosce l'autonoma costituzione di Forum
del Terzo settore per ogni ambito provinciale.
Le Province promuovono e sostengono gli interventi orientati a
riconoscere la costituzione dei Forum provinciali del Terzo settore ed
i processi di partecipazione congiunta del Terzo settore al sistema
dei servizi cosi' come previsto dal Piano regionale sociale e
sanitario e dalle presenti linee guida sostenendo tali processi con
adeguati supporti organizzativi e logistici.
Finalita' ed obiettivi
Il Piano regionale sociale e sanitario 2008-2010 recita testualmente:
"Ferma restando la titolarita' pubblica di questa funzione sociale, la
partecipazione dei soggetti privati non-profit si sviluppa dal momento
della programmazione a quelli successivi della progettazione, della
realizzazione ed erogazione dei servizi e degli interventi sociali,
della valutazione, ovviamente nel rispetto del pluralismo nel sistema
dell'offerta dei servizi e delle regole dell'accreditamento (...). La
partecipazione dei soggetti del Terzo settore, promossa a livello
regionale, a partire dal loro coinvolgimento alla predisposizione del
Piano regionale sociale e sanitario (. . .) va sostenuta anche nelle
articolazioni locali fin dalla fase di elaborazione degli Atti di
indirizzo e dei Piani di zona".
Rispetto a quanto disposto dal Piano regionale sociale e sanitario
2008-2010, la partecipazione del Terzo settore deve quindi essere
concepita:
- sin dalla fase di "programmazione", che precede e sostiene quelle
più tecniche e specialistiche della progettazione, realizzazione,
erogazione e valutazione;
- sui tre livelli del sistema: regionale, intermedio (ambito di
Conferenza territoriale sociale e sanitaria) e distrettuale;
- definendo esplicitamente i momenti di confronto ed i documenti che
devono essere sottoposti a parere.
Livello regionale
L'organismo d'interlocuzione tra la Regione ed il Terzo settore e'
rappresentato dalla Conferenza regionale del Terzo settore, istituita
ai sensi dell'art. 35 della L.R. 3/99, con le competenze di cui alla
deliberazione della Giunta regionale 2141/03.
Sono Sezioni speciali della Conferenza regionale del Terzo settore
l'Osservatorio regionale dell'associazionismo di promozione sociale e
l'Osservatorio regionale del volontariato.
Livello intermedio
La Conferenza territoriale sociale e sanitaria istituisce un tavolo di
confronto con il Terzo settore per garantire la partecipazione del
volontariato, dell'associazionismo di promozione sociale e della
cooperazione sociale alla definizione dell'Atto di indirizzo e
coordinamento triennale.
Il tavolo di confronto con il Terzo settore (Tavolo Welfare) e'
costituito dall'Ufficio di Presidenza della Conferenza territoriale
socio sanitaria ed e' composto dal Presidente della Conferenza
territoriale socio sanitaria o da suo delegato, che la presiede, da
rappresentanti degli Enti locali, da un rappresentante della Azienda
USL e da rappresentanti del Terzo settore.
I rappresentanti del Terzo settore vengono segnalati dal Forum
provinciale del Terzo settore, assicurando una configurazione unitaria
ed ampiamente rappresentativa delle diverse forme giuridiche e
organizzative, nonche' espressiva dei diversi ambiti di attivita'.
Si raccomanda che la composizione del Tavolo sia funzionale e a
garanzia di una efficace ed efficiente operativita'.
Funzioni e competenze
Il Tavolo e' il luogo del confronto e della concertazione tra la
Conferenza territoriale sociale e sanitaria ed il Terzo settore per
quanto riguarda il processo di redazione dell'Atto di indirizzo e
coordinamento triennale in tutte le fasi in cui si dispiega il
percorso: dalla fase di elaborazione sino a quelle di monitoraggio e
valutazione.
Livello distrettuale
Il Comitato di Distretto, o l'organo della forma associativa che
coincide con l'ambito distrettuale, e' tenuto a definire le modalita'
ed il percorso del confronto e della concertazione con le
rappresentanze locali del Terzo settore.
Il confronto e la concertazione deve avvenire sull'intero processo
(dalla predisposizione alla verifica) relativo alla predisposizione
del Piano distrettuale per la salute ed il benessere sociale cosi'
come previsto dal PSSR.
Gruppi tecnici
La presenza dei rappresentanti del Terzo settore ai gruppi tecnici
insediati per la elaborazione del Piano distrettuale del benessere e
della salute deve essere agevolata il più possibile, sia con modalita'
organizzative congrue (orari, luoghi, documenti, etc.) che con la
massima pubblicizzazione del lavoro al momento dell'avvio tenendo
conto di agevolare il più possibile la presenza della ricchezza
associativa di tutti i Comuni del Distretto.
ALLEGATO C)
Programma di accompagnamento e formazione in attuazione del Piano
sociale e sanitario regionale: primi indirizzi
Il Piano regionale sociale e sanitario, e in particolare la Parte
Prima "Il nuovo sistema integrato dei servizi", al Capitolo 1 prevede
che la Regione sostenga iniziative di formazione dedicate a tutte le
componenti della governance locale, con l'obiettivo di sviluppare
l'esercizio delle funzioni programmatorie e le forme della
integrazione socio-sanitaria nonche' di formare sui temi della
gestione i futuri Dirigenti delle Aziende pubbliche di servizi alla
persona (ASP). Tali obiettivi saranno perseguiti promuovendo un
confronto fra linguaggi, esperienze, culture e referenze concettuali,
premessa e al contempo collante prezioso per favorire tutte le
successive dinamiche della integrazione.
Al Capitolo 6 della Parte Prima si definisce la formazione degli
operatori strumento per la promozione della qualita' ed efficacia
degli interventi e dei servizi del sistema integrato, per
l'integrazione professionale, e per lo sviluppo dell'innovazione
organizzativa e gestionale. Si prevede inoltre che la Regione promuova
la formazione degli operatori sociali e degli operatori dell'area
socio-sanitaria, curando il raccordo dei percorsi formativi e tenendo
conto delle esigenze di integrazione delle diverse professionalita', e
indichi, con successivi provvedimenti, sentito il parere della
competente Commissione assembleare, in attuazione dell'art. 27, comma
5 della L.R. 2/03, come promuovere e sostenere programmi e azioni
formative specifiche, al fine di assicurare competenze professionali
adeguate agli indirizzi del Piano.
Obiettivi
- Informare e aggiornare, anche con approfondimenti mirati, sui
contenuti innovativi del PSSR e delle direttive regionali applicative,
coinvolgendo i diversi soggetti a vario titolo operanti nel governo e
nella gestione dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari a
livello locale;
- favorire una cultura di integrazione condivisa tra professionalita'
ed istituzioni differenti;
- favorire lo scambio di buone pratiche in relazione ad esperienze
locali d'integrazione sociosanitaria nei vari momenti della
programmazione, dell'accesso, della valutazione dei bisogni, della
presa in carico e della erogazione dei servizi;
- costruire reti stabili e strutturate tra Regione e territori, e tra
territori, al fine di sviluppare la condivisione di conoscenze, prassi
e culture.
Soggetti coinvolti
In questa prima fase di attuazione del Piano regionale, l'attivita' di
formazione, che si svolge in coerenza e continuita' con le azioni
avviate nel febbraio 2007 e svolte successivamente in attuazione DGR
1294/07, vedra' coinvolti in vario modo e in moduli anche distinti
diverse tipologie di target, che rappresentano tutti i soggetti chiave
della governance locale, al fine di sviluppare l'esercizio delle
funzioni programmatorie e le diverse forme dell'integrazione
sociosanitaria:
a) amministratori degli Enti locali componenti delle Conferenze
territoriali e dei Comitati di Distretto e Direttori di Distretto
b) Dirigenti e funzionari dei Comuni, delle Province e delle AUSL, in
particolare Responsabili degli Uffici di piano e degli Uffici di
supporto alle CTSS, Dirigenti del settore politiche sociali, Direttori
attivita' socio-sanitarie AUSL, Direttori Dipartimenti Cure primarie,
Sanita' pubblica, Salute mentale, Dirigenti e operatori dei Servizi
Bilancio AUSL;
c) Dirigenti e operatori delle ASP;
d) rappresentanti del Terzo settore e delle OO.SS. e altre
associazioni di categoria.
Verranno definiti tempi e modalita' di coinvolgimento anche delle
diverse figure professionali che svolgono funzione di nodi nella rete
dei servizi: figure di sistema, operatori degli sportelli sociali,
responsabili dell'accesso, della valutazione dei bisogni, della presa
in carico.
Attivita' di accompagnamento e formazione e relativa metodologia
L'attivita' di formazione e' riferita a percorsi di durata medio-lunga
e svolti con il supporto di alte competenze specialistiche volti a
sviluppare una cultura condivisa sulle funzioni relative al governo e
alla gestione del sistema dei servizi sociali e socio-sanitari:
programmazione, regolazione, monitoraggio e valutazione, analisi della
domanda e del bisogno, strumenti di accesso, valutazione e presa in
carico, ecc. Per la trattazione di alcuni temi specifici (es.
integrazione interprofessionale, sistemi di monitoraggio e valutazione
dei risultati delle politiche, meccanismi di regolazione del sistema)
e' da valutare il coinvolgimento di professionisti di fama nazionale
provenienti da altre Regioni, Universita', Enti di ricerca.
Per accompagnamento si intende l'organizzazione di momenti mirati di
aggiornamento e informazione sui contenuti e le implicazioni attuative
di atti emanati dalla Regione. Si tratta di momenti di approfondimento
e discussione finalizzati a sostenere l'attuazione dei nuovi indirizzi
e strumenti operativi a livello territoriale in parte oggetto degli
stessi percorsi di formazione, individuandone criticita' ipotesi di
soluzione. Tale attivita' di accompagnamento comprende anche il
confronto sul monitoraggio regionale dei documenti di programmazione e
dei relativi interventi. Partendo da informazioni, aggiornamenti ed
analisi, anche presentate dalla Regione, verra' dato spazio agli
approfondimenti da parte di operatori locali nonche' alla
presentazione di buone pratiche, utilizzando anche la metodologia del
focus group.
Sia l'attivita' di formazione che quella di accompagnamento possono
trovare un importante supporto nell'analisi a livello regionale dei
Programmi attuativi distrettuali 2007 e 2008 (con particolare riguardo
a: Uffici di piano, Sportelli sociali, Piani per la non
autosufficienza), nonche' nella ricognizione dei modelli organizzativi
di gestione delle attivita' socio-sanitarie, della costituzione degli
Uffici di supporto.
Tematiche oggetto di formazione e accompagnamento
- Ruoli e competenze dei vari soggetti dalla programmazione alla
gestione delle attivita': Conferenza territoriale sociale e sanitaria,
Comitato di Distretto, Direttore di Distretto; Ufficio di supporto
alla CTSS, Ufficio di piano, il SAA, il Responsabile del caso, i
soggetti gestori (cooperative, volontariato, AUSL, Comuni, privato
profit, ecc.), con approfondimento del ruolo dell'ASP;
- nuovi strumenti di programmazione del sistema dei servizi sociali,
socio-sanitari e sanitari: Atto di indirizzo e coordinamento con il
profilo di comunita'; Piano attuativo locale o Piano strategico, per
la programmazione triennale delle politiche sanitarie; Piano per la
salute e il benessere sociale per la programmazione triennale delle
politiche sociali, socio-sanitarie e sanitarie a livello distrettuale;
Programma attuativo annuale comprendente il PAT per la programmazione
annuale dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari a livello
distrettuale;
- sistema di accesso e presa in carico dei servizi con riferimento
allo sviluppo degli Sportelli sociali integrati con i PUA, al tema
della continuita' assistenziale con le dimissioni protette e la figura
del case manager; al tema dei regolamenti per la fruizione dei servizi
e la compartecipazione dei cittadini alla spesa;
- monitoraggio e valutazione dell'efficienza/efficacia delle attivita'
programmate nonche' della loro congruita' con le risorse disponibili:
sistemi e strumenti di rilevazione dei dati; individuazione di
indicatori significativi per la valutazione sia di esito che di
processo; il controllo del rispetto del budget previsto per la
programmazione di interventi e servizi e i processi per eventuali
modifiche alla programmazione preventivata; nuovi strumenti
informativo-contabili per la programmazione, rilevazione e controllo
del processo gestionale delle ASP;
- il monitoraggio dei bisogni e della domanda: le fonti per la
rilevazione della domanda e dei bisogni; gli strumenti e i processi
per l'analisi, anche comparativa, dei bisogni e della domanda
espressa;
- accreditamento dei servizi sociali e socio-sanitari: DGR 772/07;
direttiva in attuazione dell'art. 23, L.R. 4/08;
- il Fondo regionale per la non autosufficienza e le innovazioni nel
sistema dei servizi socio-sanitari per anziani, disabili, ecc.:
applicazione DGR 509/07 e 1206/07 e successivi atti, monitoraggio e
valutazione;
- strumenti per l'integrazione interprofessionale: metodologie di
coordinamento (figura unica, ruolo delle figure di sistema, . . .),
lavoro in equipe, condivisione delle informazioni (cartella socio
sanitaria unica), percorsi formativi comuni;
- nuova direttiva regionale sull'affido; accordo Centri per le
famiglie-consultori, nuovi indirizzi sull'applicazione Legge 194/78;
- i momenti di partecipazione alla programmazione e alla valutazione
delle attivita':
partecipazione politica, concertazione, coinvolgimento dei cittadini:
OO.SS., Terzo settore, organizzazioni datoriali, Comitati consultivi
misti L.R. 19/94, altre associazioni di categoria rappresentative di
specifici interessi;
partecipazione tecnica: operatori degli Enti pubblici e del privato
profit e non profit;
- strumenti di informazione e comunicazione alla cittadinanza
(bilancio sociale, bilancio di missione, carta dei servizi ecc.).
Tempi
Il programma si attuera' in due fasi, la prima che si svolgera'
prevedibilmente nel periodo settembre 2008 - maggio 2009, connotata
maggiormente da azioni di accompagnamento, in considerazione della
quantita' e innovativita' degli impegni dei territori conseguenti
all'attuazione del Piano regionale sociale e sanitario 2008-2010.
Nella seconda fase, da giugno 2009 al termine di vigenza del Piano, si
avvieranno azioni caratterizzate da un'ottica prevalentemente
formativa, rivolte anche ad operatori con funzione di "nodi" nella
rete dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari.
Per quanto riguarda le attivita' della prima fase di attuazione del
programma si articoleranno in:
1) giornate seminariali da realizzarsi a livello regionale e/o a
livello territoriale di area vasta, rivolte a tutti i soggetti
individuati sopra, modulando la presenza in riferimento al grado di
coinvolgimento nelle attivita' oggetto di accompagnamento, sulle
seguenti tematiche: a) nuovi strumenti integrati di programmazione
territoriale, con particolare riferimento alle modalita' con cui
integrare gli strumenti gia' utilizzati dai Comuni e dalle AUSL,
considerando l'approccio unitario ai bisogni di salute e benessere
sociale; b) bilancio intermedio dell'esperienza del FRNA: sviluppo dei
servizi e sistema di monitoraggio; c) gli impegni derivanti
dall'introduzione dell'accreditamento transitorio: procedura per il
rilascio e contratti di servizio;
2) per quanto riguarda in particolare la formazione di dirigenti e
operatori delle ASP, gia' avviata nel 2007 con due azioni formative
(un approccio introduttivo generale su alcuni temi del sistema della
governance e un corso sul nuovo regolamento regionale di contabilita'
economica per le ASP), si proseguira' su due percorsi:
- uno regionale, come ambito territoriale e come gestione, avente ad
oggetto una serie di tematiche tecnico-contabili (il ciclo passivo, il
ciclo attivo, operazioni contabili di fine esercizio, redazione e
interpretazione bilancio d'esercizio), e un approfondimento, rivolto
specificamente a amministratori e dirigenti, sui temi della
programmazione, gestione e controllo dell'attivita' delle ASP,
relativamente agli aspetti contabili, in coerenza con la normativa in
vigore;
- il secondo percorso, in attuazione della DGR 1294/07, sara' a
gestione delle Province, si svolgera' su un ambito prioritariamente di
area vasta, in tempi successivi alla prima fase di accompagnamento
prevista nell'autunno 2008, e riguardera' l'approfondimento in moduli
separati di tematiche di sistema trattate anche con altri target
(indicativamente l'accreditamento transitorio e i nuovi strumenti
integrati di programmazione distrettuale);
3) per la formazione specifica rivolta a dirigenti degli Uffici di
supporto e degli Uffici di piano, si ipotizza di iniziare un processo
di formazione specialistica, prevedibilmente a livello provinciale,
nel corso del 2009 dedicato specificamente a Uffici di piano e Uffici
di supporto sui temi più della cultura dell'integrazione, delle
funzioni di programmazione, regolazione, valutazione, in
collaborazione con le Universita' regionali, con Enti ricerca e
formazione di livello nazionale (es.: Corsi di alta formazione).