REGIONE EMILIA-ROMAGNA - ASSEMBLEA LEGISLA- TIVA

ATTO DI INDIRIZZO

RISOLUZIONE - Oggetto n. 3970 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Masella, Guerra, Mazza, Bortolazzi, Nanni, Salsi, Borghi, Pironi, Muzzarelli, Lucchi, Beretta, Barbieri, Caronna, Tagliani, Bosi, Zanca, Fiammenghi, Garbi, Mazzotti, Montanari, Piva, Rivi, Zoffoli, Richetti ed Ercolini per impegnare la Giunta regionale a chiedere al Governo, anche attraverso la Conferenza delle Regioni, la previsione, nell'iter di approvazione del decreto riguardante l'istruzione e l'universita', di ampie consultazioni degli Enti locali, del mondo della scuola e delle associazioni dei genitori

L'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Preso atto
che il Decreto Legge presentato dal Ministro Mariastella Gelmini,
recante "Disposizioni urgenti in materia di istruzione e universita'"
e approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 agosto 2008, reintroduce
l'insegnante unico nella scuola primaria e riduce il tempo scuola a 24
ore.
Rilevato
che all'epoca del superamento della figura del maestro unico, tale
decisione venne accompagnata da un approfondito dibattito pubblico che
coinvolse famiglie, mondo della scuola, pedagogisti, intellettuali e
che condusse all'attuale assetto che prevede un team di docenti (nel
modulo tre insegnanti su due classi), con competenze meno generiche,
capace di tener conto delle esigenze dei singoli bambini e in grado di
elaborare contenuti e strategie educative nei vari ambiti del sapere;
che la decisione assunta dal Ministro Gelmini di tornare al maestro
unico nella scuola elementare avviene, al contrario, attraverso lo
strumento del Decreto Legge che impedisce ogni confronto parlamentare,
istituzionale, sociale con il mondo della scuola, con le famiglie, con
gli Enti locali;
che il modello educativo attuale, come sottolineato dagli esperti di
educazione e dai pedagogisti (e come si evince dagli indicatori
internazionali), e' ancora di piu' oggi il modello migliore per
educare i bambini che vivono in una societa' complessa e per
qualificare una scuola nella quale sono cresciute le differenze
culturali e sociali e la presenza di bambini di famiglie immigrate;
che il ripristino del docente unico nella scuola primaria rende
oggettivamente piu' difficile l'integrazione scolastica dei bambini
con disabilita' che, anche qualora non si intaccasse il sostegno,
risentirebbero certamente della riduzione del numero di insegnanti in
classe e della fine dell'esperienza positiva della compresenza;
rilevato altresi' che
la scuola elementare rappresenta, come dimostrano i piu' recenti dati
dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo europeo, l'unico
segmento formativo nel quale l'Italia eccelle (mentre presenta forti
criticita' negli altri ordini di scuola), nonche' il segmento che piu'
raccoglie il consenso delle famiglie e che ottiene i migliori
risultati nelle ricerche nazionali e internazionali sui livelli di
apprendimento degli studenti;
in considerazione
dei drastici tagli del Governo nel mondo della scuola che ammontano a
7 miliardi e 800 milioni di Euro in tre anni, 87mila insegnanti in
meno e 42mila di personale Ata;
della inevitabile riduzione del numero degli insegnanti di sostegno,
all'interno del taglio del corpo docente;
delle gravi preoccupazioni sollevate dal testo del Decreto Legge e
delle conseguenze su un'esperienza educativa e sociale importantissima
quale il tempo pieno nelle scuole primarie e il tempo prolungato nelle
scuole secondarie di primo grado: un modello scolastico che in Regione
Emilia-Romagna coinvolge circa il 40% delle classi elementari e oltre
il 23% delle classi di scuola secondaria di primo grado (scuola
media).
Rilevato
che il tempo pieno ha ridotto le disuguaglianze sociali e ha
consentito di accrescere il tasso di occupazione femminile, come
dimostra la stretta correlazione, per quanto riguarda la Regione
Emilia-Romagna, tra alto tasso di occupazione femminile e
significativa presenza di scuole a tempo pieno e prolungato.
Condividendo
l'allarme suscitato dalla prevedibile chiusura e accorpamento degli
istituti nei piccoli centri e nei comuni di montagna, causato dai
tagli del Governo sulla scuola conseguenti alla manovra d'estate, che
mettera' in difficolta' le famiglie e gli Enti locali chiamati ad
organizzare e sostenere le spese dei servizi di scuola bus, creera'
disagi ai bambini (pendolari gia' a sei anni), e produrra' un aumento
dell'abbandono scolastico.
Ritiene
che i provvedimenti succitati del Governo siano un colpo gravissimo
alla scuola, avranno conseguenze pesanti sulle famiglie italiane e
metteranno seriamente a rischio la qualita' del sistema scolastico;
che la compressione del tempo scuola a 24 ore, la fine dei moduli e la
riduzione del tempo pieno avranno conseguenze particolarmente gravi
nella Regione Emilia-Romagna, colpiranno duramente l'organizzazione
della vita delle famiglie, comporteranno una significativa perdita di
posti di lavoro, con le donne ancora una volta costrette a scegliere
tra il lavoro e il loro ruolo di madri, e avranno gravi ricadute
sull'integrazione dei bambini portatori di handicap e sul diritto allo
studio dei bambini stranieri e di quelli economicamente e socialmente
svantaggiati;
che il tempo scuola attuale sia una delle esigenze fondamentali per i
bambini in eta' evolutiva.
Per tutte le ragioni esposte in premessa e raccogliendo la
preoccupazione degli studenti, delle famiglie, degli insegnanti,
chiede ai parlamentari e alle forze politiche
dell'Emilia-Romagna
di attivarsi affinche' siano apportate sostanziali modifiche al
decreto nel corso dell'iter di conversione in legge;
chiede al Ministro competente
di rivedere le sue decisioni nell'iter di conversione della legge e di
aprire la discussione e il confronto in particolare sulla
reintroduzione del maestro unico;
in ogni caso, qualora si voglia insistere per l'immediata applicazione
del decreto, di assicurare alle scuole organici e risorse sufficienti
a coprire la crescente domanda di tempo pieno e tempo prolungato che
hanno dato nella nostra realta' rilevanti risultati, consentendo di
sviluppare modalita' di organizzazione didattico-pedagogica di
riconosciuta validita' anche in termini di risultati di
apprendimento;
di non dequalificare il segmento formativo, la scuola elementare, che
piu' ha dimostrato di funzionare nel sistema scolastico italiano;
di investire maggiori risorse, premiando merito ed impegno, nella
scuola secondaria che mostra le maggiori criticita', come rilevano i
dati Ocse che evidenziano come l'Italia sia sotto la media europea per
spesa pubblica, stipendi degli insegnanti, competenze acquisite dagli
studenti nelle materie fondamentali, esiti occupazionali postlaurea.
Impegna la Giunta regionale
a chiedere al Governo, anche attraverso la Conferenza delle Regioni,
che nel percorso di iter di approvazione del Decreto siano previste
ampie e approfondite audizioni degli Enti locali, del mondo della
scuola, delle associazioni dei genitori;
a mettere in campo ogni intervento per dissuadere il Governo a
procedere lungo una strada che avra' conseguenze pesantissime sulla
qualita' del sistema scolastico e sulla vita delle famiglie.
Approvata all'unanimita' nella seduta pomeridiana del 23 settembre
2008.

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ultima modifica 2023-05-19T21:22:53+01:00

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