REGIONE EMILIA-ROMAGNA

DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO RIQUALIFICAZIONE URBANA E PROMOZIONE DELLA QUALITA' ARCHITETTONICA 5 settembre 2008, n. 10314

Approvazione delle Linee guida per la predisposizione dei programmi di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile di cui alla DGR n. 1104/2008 e della scheda di adesione preliminare

IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
Visto il decreto del Ministro delle Infrastrutture n. 2295 del 26
marzo 2008, registrato alla Corte dei Conti il 21 aprile 2008, Ufficio
di controllo atti dei ministeri delle infrastrutture ed assetto del
territorio, registro n. 4, foglio n. 151, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 115 del 17 maggio 2008, avente ad oggetto "Programma di
riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile";
richiamata la deliberazione della Giunta regionale n. 1104 del
16/7/2008 "Approvazione del bando regionale per il programma
innovativo in ambito urbano denominato 'Programmi di riqualificazione
urbana per alloggi a canone sostenibile'". Decreto Ministero delle
Infrastrutture n. 2295 del 26 marzo 2008" e in particolare il punto 3
del dispositivo che demanda a un successivo atto del Dirigente
regionale competente l'approvazione delle linee guida per la
predisposizione dei programmi;
valutata pertanto la necessita' di approvare:
- le linee guida sopra citate per la predisposizione dei programmi di
cui all'Allegato 1 parte integrante e sostanziale del presente atto;
- la scheda di adesione preliminare, di cui all'Allegato 2 parte
integrante e sostanziale del presente atto, da inviare debitamente
compilata al Servizio Riqualificazione Urbana e Promozione della
qualita' architettonica della Regione Emilia-Romagna, Viale Aldo Moro
n. 38 - 40127 Bologna, entro il termine di trenta giorni dalla data di
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna
del presente atto, i cui dati saranno utilizzati per l'invio di
materiale informativo e per eventuali iniziative a carattere
seminariale;
attestata la regolarita' amministrativa ai sensi della deliberazione
della Giunta regionale 450/07;
determina:
1) di approvare per le motivazioni espresse in premessa che qui si
intendono integralmente richiamate, le Linee guida per la
predisposizione dei programmi di cui all'Allegato 1 parte integrante e
sostanziale del presente atto;
2) di approvare parimenti la scheda di adesione preliminare al
programma di cui all'Allegato 2 parte integrante e sostanziale del
presente atto, da inviare al Servizio Riqualificazione urbana e
Promozione della qualita' architettonica Regione Emilia-Romagna entro
trenta giorni dalla data di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione Emilia-Romagna del presente atto;
3) di pubblicare il presente atto nel Bollettino Ufficiale della
Regione Emilia-Romagna.
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
Michele Zanelli
ALLEGATO 1
Linee guida per la predisposizione dei programmi di riqualificazione
urbana per alloggi a canone sostenibile
Le presenti linee guida sono correlate al bando regionale per la
realizzazione del Programma innovativo in ambito urbano "Programmi di
riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile" approvato
con DGR n. 1104 del 16/7/2008 e hanno lo scopo di fornire indirizzi e
orientamenti per la redazione delle proposte da parte dei Comuni
interessati.
Si compongono di n. 4 sezioni:
A. interventi per alloggi in locazione permanente e in locazione a
termine;
B. elaborati richiesti per il progetto di massima;
C. indicazioni volte alla qualificazione della proposta dal punto di
vista dell'efficienza energetica;
D. indicazioni per la qualificazione della proposta a livello di
dotazione infrastrutturale e dei servizi. Misure per la mobilita'
sostenibile e la sicurezza urbana.
A. Interventi per alloggi in locazione permanente e in locazione a
termine
Definizioni
Il decreto 26 marzo 2008 n. 2295 del Ministero Infrastrutture, che
istituisce a scala nazionale il Programma innovativo in ambito urbano
"Programmi di riqualificazione urbana per alloggi a canone
sostenibile" ha imposto alcune caratteristiche "irrinunciabili" ai
bandi regionali, tra cui la tipologia degli alloggi di edilizia
residenziale sociale, realizzati "sia da operatori pubblici (Comuni ed
ex IACP comunque denominati) che da operatori privati (imprese,
cooperative, fondazioni, ecc), da destinare sia alle fasce sociali in
possesso dei requisiti per l'accesso al sistema dell'edilizia
residenziale pubblica che  a categorie di cittadini che  superano i
limiti di accesso all'erp ma che si trovano comunque in condizioni di
disagio abitativo" (art. 6,  comma 2).
Piu' oltre il DM specifica che gli alloggi realizzati da operatori
privati, se oggetto di finanziamento, dovranno essere locati per un
periodo non inferiore a 25 anni ai sensi dell'art. 2, comma 285 della
Legge 24 dicembre 2007, n. 244.
Si tratta della legge finanziaria 2008, che ha introdotto alcune
importanti innovazioni nel settore dell'edilizia residenziale sociale
(ERS): in particolare stabilendo che negli strumenti urbanistici sono
definiti gli ambiti la cui trasformazione e' subordinata alla cessione
gratuita, da parte dei proprietari, di aree o immobili da destinarsi a
edilizia residenziale sociale, in rapporto al fabbisogno locale e in
relazione all'entita' e al valore della trasformazione. In tali ambiti
e' possibile prevedere inoltre l'eventuale fornitura di alloggi a
canone calmierato, concordato e sociale.
Il successivo decreto interministeriale 22 aprile 2008 pubblicato
nella G.U. n. 146 del 24 giugno 2008, che ha definito l'alloggio
sociale e il concetto di sistema di edilizia residenziale sociale, ha
anche confermato l'esistenza di due tipologie di locazione: la
locazione permanente e la locazione a termine.
Quanto alle definizioni:
- l'alloggio sociale e' l'unita' immobiliare adibita ad uso
residenziale in locazione permanente che svolge la funzione di
interesse generale, nella  salvaguardia della coesione sociale, di
ridurre il disagio abitativo di individui e nuclei familiari
svantaggiati, che non sono in grado di accedere alla locazione di
alloggi nel libero mercato;
- l'alloggio sociale si configura come elemento essenziale del sistema
di edilizia residenziale sociale, costituito dall'insieme dei servizi
abitativi finalizzati al soddisfacimento delle esigenze primarie;
- rientrano nella definizione di cui al comma 2 gli alloggi realizzati
o recuperati da operatori pubblici e privati con il ricorso a
contributi o agevolazioni pubbliche (quali esenzioni fiscali,
assegnazione di aree od immobili, fondi di garanzia, agevolazioni di
tipo urbanistico) destinate alla locazione temporanea per almeno otto
anni ed anche alla proprieta'.
Essendo servizio di interesse economico generale, l'alloggio di
edilizia residenziale sociale costituisce standard urbanistico
aggiuntivo da assicurare mediante cessione gratuita di aree o di
alloggi, sulla base e con le modalita' stabilite dalle normative
regionali.
L'articolazione delle norme citate, di recente emanazione, configura
dunque un nuovo sistema di edilizia residenziale sociale in cui assume
una rilevanza strategica la possibilita' per i Comuni di incrementare
la disponibilita' di aree pubbliche attraverso i piani urbanistici
attuativi e di destinare una quota di tali aree all'ERS, assegnandola
tramite procedure di evidenza pubblica ad operatori pubblici e privati
che realizzano alloggi in locazione permanente o a termine a canone
concordato.
Questo meccanismo favorisce la pianificazione di nuovi insediamenti o
di interventi di riqualificazione urbana che possiedono una mix
diversificata dal punto di vista sociale, perseguendo la solidarieta'
e l'integrazione anche attraverso una adeguata dotazione di servizi e
attrezzature.
E' questo anche l'obiettivo specifico dei Programmi di
riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile che, in modo
coerente ai criteri della programmazione regionale in materia di
edilizia e territorio, si configurano come piani urbanistici attuativi
dei PSC e dei POC adottati dai Comuni ai sensi della L.R. 20/00 o come
PRU ai sensi della L.R. 19/98.
In molti piani comunali e' gia' previsto, anche attraverso accordi con
i privati o tramite procedure di perequazione urbanistica, il
soddisfacimento del fabbisogno di alloggi di edilizia  sociale,
anticipando l'innovazione legislativa contenuta nel progetto di legge
di iniziativa della Giunta regionale "Governo e riqualificazione
solidale del territorio". In tale PdL e' espressamente previsto il
contributo della pianificazione urbanistica alla realizzazione degli
interventi di ERS, istituendo il principio che i proprietari degli
immobili interessati da interventi di trasformazione sono tenuti alla
cessione al Comune di una quota di aree (fissata nel 20%) da destinare
all'edilizia sociale. Con tale criterio il legislatore regionale ha
anticipato la nozione di ERS come standard urbanistico.
Nella predisposizione dei Programmi di riqualificazione urbana per
alloggi a canone sostenibile, saranno dunque privilegiate le
Amministrazioni comunali che mediante lo strumento urbanistico hanno
incrementato il patrimonio di aree da destinare all'ERS, potendo
mettere a disposizione una quota di tali aree o immobili a titolo
gratuito per la realizzazione o il recupero di alloggi sociali.
Pertanto, ai fini delle tipologie di alloggi da realizzare nei
Programmi di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile,
si configura la presenza di due tipologie di intervento per la
locazione, a cui riservare i contributi pubblici: la locazione
permanente, e la locazione a termine per un periodo minimo di 25
anni.
1) Soggetti proponenti e soggetti operatori
I Comuni sono i promotori dei Programmi di riqualificazione urbana per
alloggi a canone sostenibile, e a loro sono attribuiti i contributi
pubblici erogati dallo Stato e dalla Regione. I Comuni promotori
possono avvalersi della collaborazione delle ACER per gli interventi
volti al recupero del proprio patrimonio o alla realizzazione di
alloggi da destinare all'edilizia residenziale pubblica.
Per quanto riguarda la realizzazione di alloggi per la locazione
permanente, soggetti operatori abilitati alla loro realizzazione, e
pertanto beneficiari dei finanziamenti pubblici trasferiti dal Comune,
sono i soggetti pubblici e privati di cui ai commi 1 e 1bis, articolo
14 della L.R. 24/01.
Per quanto riguarda la realizzazione di alloggi per la locazione a
termine, i soggetti operatori abilitati alla loro realizzazione sono
quelli previsti dal comma 2 del medesimo articolo 14 della L.R.
24/01.
2) Assegnazione dei contributi
Gli interventi da realizzare in attuazione del presente bando, sono
soggetti a convenzione da stipularsi tra il Comune nel quale sono
localizzati, e i soggetti operatori. Le convenzioni regolano i
rapporti tra Comune, che percepisce il finanziamento pubblico sulla
base di un accordo di programma stipulato con la Regione, e soggetti
attuatori beneficiari dei contributi in funzione dell'impegno
economico per la realizzazione degli interventi. La convenzione
stabilisce le modalita' di trasferimento dei contributi, e regola le
condizioni e gli impegni assunti fra le parti per l'attuazione dei
programmi, e puo' prevedere incentivi e agevolazioni anche di
carattere fiscale volti a perseguire l'obiettivo del contenimento dei
prezzi e dei canoni di locazione degli alloggi. Per la redazione delle
convenzioni, i Comuni adattano, se necessario, alle peculiarita' del
bando i testi tipo delle convenzioni approvati con la DGR n. 1225 del
28/7/2008 in attuazione della L.R. 24/01.
3) Requisiti soggettivi dei destinatari e canoni degli alloggi in
locazione permanente e a termine
a) Ogni programma deve prevedere una quota di alloggi per la locazione
permanente in regime di edilizia residenziale pubblica (ERP).
Destinatari di tali alloggi sono i nuclei familiari in possesso dei
requisiti per l'accesso al sistema dell'edilizia residenziale
pubblica, come richiamato all'articolo 15 della L.R.  24/01, e meglio
specificato con la delibera del Consiglio regionale n. 327 del
12/2/2002. I limiti patrimoniali e di reddito del nucleo familiare per
l'accesso all'ERP sono quelli definiti con la DGR n. 468 del
11/4/2007, integrata dalla determinazione del Responsabile del
Servizio Politiche abitative della RER n. 5072 del 24/4/2007. Il
canone di locazione e' determinato in relazione ai requisiti sociali
ed economici del nucleo familiare applicando i criteri approvati con
la DCR n. 395 del 30/7/2002;
b) il programma prevede inoltre una quota di alloggi, a discrezione
del Comune, per la locazione permanente e a termine, riservati ai
nuclei familiari che superano i limiti massimi di reddito per accedere
all'ERP, ma si trovano comunque in una situazione di disagio abitativo
e di difficolta' ad accedere ai canoni di locazione fissati dal
mercato. I requisiti soggettivi, patrimoniali e di reddito di tali
nuclei familiari, sono quelli definiti nell'Allegato A, punto 5, della
deliberazione della Giunta regionale n. 1242 del 28/7/2008. Il canone
di locazione e' determinato, secondo quanto richiamato all'articolo 5
del bando, con riferimento all'articolo 3, comma 114 della Legge
350/03, in misura pari al 5% del costo massimo convenzionale decurtato
del 30%. Il canone annuo di locazione sara' pertanto calcolato in
funzione della redditivita' dell'investimento, applicando al valore
convenzionale dell'alloggio l'aliquota del 3,5%. Il canone cosi'
determinato non potra' comunque essere inferiore ai canoni previsti
per l'ERP, e non potra' eccedere il 70% del canone concertato previsto
dagli accordi territoriali di cui all'articolo 2, comma 3, della Legge
431/98, laddove questi siano disponibili e aggiornati.
4) Caratteristiche degli alloggi
Gli alloggi, per usufruire del contributo pubblico, devono soddisfare
i parametri tecnici e dimensionali richiamati agli articoli 16 e 43
della Legge 457/78.
In particolare, la superficie utile massima degli alloggi finanziati,
non puo' superare, pena la decadenza dai benefici previsti dal bando,
i 95 metri quadrati, oltre a 18 metri quadrati per autorimessa o posto
macchina coperto, mentre l'altezza netta delle abitazioni e dei loro
vani accessori, misurata tra pavimento e soffitto, non puo' essere
superiore a metri 2,70 per gli ambienti abitativi e, per i vani
accessori, non inferiore a metri 2,40, salvo esplicite deroghe
contenute nei regolamenti edilizi comunali.
Inoltre, per l'ammissione al finanziamento, la dimensione
dell'alloggio, e' descritta dalla Superficie complessiva (SC), cosi'
definita:
SC(uguale)SU + SNR + SP   dove
SU e' la superficie utile abitabile di pavimento dell'alloggio, al
netto di sguinci, vani di porte e finestre. Sono escluse tutte le
opere murarie quali muri perimetrali, muri interni, pilastri ecc. Sono
compresi nella SU tutti i locali, anche accessori, che compongono
l'alloggio, anche se non hanno le caratteristiche per essere abitabili
(bagni anche non finestrati, sgabuzzini, ingressi, disimpegni, armadi
a muro, ecc.).
SNR e' la superficie non residenziale di pertinenza dell'alloggio.
Fanno parte di essa le superfici ad uso esclusivo dell'alloggio quali
logge, balconi, cantine, soffitte, portici, lavanderie, locali
tecnici, ecc., e le superfici attribuite all'alloggio in funzione
della loro accessibilita' e del loro utilizzo comune e non esclusivo
quali ad esempio sale condominiali, soffitte e sottotetti, 
lavanderie, locali tecnici e/o per impianti, androni, porticati, vani
ascensore e scale condominiali calcolate una sola volta in proiezione
orizzontale, ecc. La superficie non residenziale complessiva non puo'
eccedere il 60% della SU.
SP (superficie a parcheggio) sono le autorimesse o i posti auto
coperti ad uso esclusivo dell'alloggio, la cui superficie, in aggiunta
alla SNR prevista al precedente punto, non puo' eccedere i 18 mq.
Volendo esemplificare il calcolo della SC massima di un alloggio a
canone sostenibile, assoggettabile a finanziamento pubblico, con una
SU pari a 70 mq, si ottiene:
SC(uguale)mq 70 + mq (70 x 0,60) + mq 18  da cui
SC(uguale)70 + 42 + 18
SC(uguale)70 + 60(uguale)mq 130,00
E' ammessa deroga al parametro dimensionale di cui al presente punto
nel caso di interventi di recupero o realizzazione di alloggi in
edifici esistenti, per i quali sia dimostrata l'impossibilita' di
rispettare il prescritto rapporto tra superficie complessiva e
superficie utile.
5) Ammontare del contributo pubblico
L'ammontare del contributo pubblico per gli alloggi in locazione
permanente e a termine, e' calcolato in funzione di due fattori: il
costo parametrico complessivo dell'alloggio CPC, e l'aliquota
contributiva determinata in funzione della tipologia dell'intervento
edilizio.
Il costo parametrico complessivo dell'alloggio CPC si ottiene
moltiplicando il costo parametrico unitario CPu per la dimensione
dell'alloggio espressa in mq. di superficie complessiva SC. Ai soli
fini del calcolo del contributo, la SC e' data da:
SC(uguale)SU + 0,60 x (SNR + SP)   e quindi
CPC(uguale)CPu x SC   dove
il CPu, e' fissato dal bando, sia per gli interventi di locazione
permanente che per la locazione a termine, in Euro 1.500,00 per mq. di
SC. Il CPu non comprende il valore dell'area urbanizzata ovvero degli
oneri di urbanizzazione. Il bando intende in tal modo privilegiare i
programmi nei quali gli immobili oggetto degli interventi appartengono
al demanio comunale o si rendono disponibili attraverso accordi tra
Comuni e soggetti attuatori.
L'aliquota contributiva, determinata in funzione della tipologia
dell'intervento edilizio, da calcolare sul costo parametrico
complessivo dell'alloggio ai sensi dell'articolo 4, punto 2, lettera
a) del bando, e' di seguito richiamata:
1) locazione permanente
- per gli interventi di cui al precedente punto 3, lettera a):
realizzazione di alloggi di edilizia  residenziale pubblica mediante
riqualificazione del patrimonio edilizio esistente (esclusa la
manutenzione ordinaria) il contributo pubblico puo' coprire fino ad un
massimo del 100% del costo parametrico complessivo dell'alloggio; per
gli interventi di nuova costruzione destinati all'erp il contributo di
cui sopra e' ridotto al 70% del costo parametrico;
- per gli interventi in locazione permanente di cui al punto 3,
lettera b) il contributo massimo concedibile e' pari al 70% del costo
parametrico;
2) locazione a termine
- fino a un massimo del 60% del costo parametrico complessivo
dell'alloggio per gli interventi di riqualificazione del patrimonio
edilizio esistente. Gli interventi di riqualificazione del patrimonio
edilizio esistente sono quelli di cui alle lettere dalla b) alla f)
dell'allegato alla L.R. 31/02;
- fino a un massimo del 50% del costo parametrico per gli interventi
di nuova costruzione.
A titolo esemplificativo, il calcolo del contributo pubblico riferito
all'alloggio tipo preso ad esempio per il calcolo della SC nel
precedente punto 4, ipotizzando un intervento di nuova costruzione
destinato alla locazione permanente, da' il seguente risultato:
SC(uguale)mq 70 + 0,60 x (mq 42 + mq 18)(uguale)mq 70 + mq
36(uguale)106
CPC(uguale)Euro/mq 1.500,00 x mq 106(uguale)Euro 159.000,00
Contributo pubblico(uguale)0,70 x 159.000,00(uguale)Euro 111.300,00
B. Elaborati richiesti per il progetto di massima
Tra gli elaborati da presentare per la partecipazione al programma,
come indicato all'articolo 6 del bando, e' richiesto un progetto
architettonico di massima delle opere oggetto di contributo. Il
livello di elaborazione richiesto deve essere sufficientemente
dettagliato per illustrare le caratteristiche tecniche e funzionali
dell'intervento da realizzare con il contributo pubblico, tenendo
presenti le indicazioni normative del DLgs 163/06.
I requisiti da soddisfare in questa fase sono relativi:
- alla definizione delle condizioni di fattibilita' in coerenza alle
finalita' e ai contenuti del bando;
- ai rapporti col contesto preesistente dal punto di vista ambientale,
urbanistico e architettonico con riguardo agli aspetti vincolistici;
- alle soluzioni distributive e tecnologiche proposte con particolare
riferimento alle tipologie abitative e alla definizione dei criteri
per il soddisfacimento delle prestazioni energetiche richieste dal
bando;
- alla sistemazione degli spazi esterni e delle aree di pertinenza,
con riguardo alla compatibilita' ambientale dell'intervento proposto
nella struttura urbana preesistente e alla eventuale previsione di
misure compensative;
- ai risultati attesi in ordine alle scelte inerenti la sostenibilita'
del programma e richiamando le eventuali criticita' che possono
influenzare la realizzazione del progetto.
In ordine a queste indicazioni sul contenuto del progetto di massima
e' lasciata ai proponenti la definizione degli elaborati da produrre,
tenendo presente l'eventuale predisposizione di elaborati di maggior
dettaglio che puo' essere opportuna ai fini della complessiva
valutazione della proposta.
C. Indicazioni volte alla qualificazione della proposta secondo
criteri di efficienza energetica
Il DLgs 192/05 cosi' come modificato ed integrato dal DLgs 311/06 e
successive modifiche, ha introdotto a livello nazionale norme
riguardanti il risparmio energetico nell'edilizia; la Regione
Emilia-Romagna a sua volta ha adottato con la deliberazione di A.L.
156/08 proprie norme che affrontano tutti gli aspetti del risparmio,
del rendimento energetico e della certificazione nell'edilizia
residenziale oltre a quella definita secondo gli usi all'art. 3 del
DPR 412/93.
Esigenza da soddisfare:
Il bando richiede il miglioramento del comportamento prestazionale
degli alloggi da realizzare o recuperare, in termini di rendimento
energetico, di almeno il 30% rispetto a quanto previsto dalla
normativa statale vigente, mediante la ricerca di soluzioni
progettuali preferibilmente di tipo passivo e bioclimatico, sia a
scala edilizia che a scala insediativa.
Prestazioni richieste:
Le tabelle 1 e 2 contenute all'articolo 5, comma 3, del bando allegato
alla DGR 1104/08, traducono le prestazioni richieste rispettivamente
per le nuove costruzioni o ristrutturazioni integrali di edifici al di
sopra dei 1.000 mq (Tabella 1) e le ristrutturazioni parziali
riguardanti gli edifici di superficie utile inferiore ai 1.000 mq
(Tabella 2).
I valori riportati nelle tabelle sono interpolati rispetto alle norme
di carattere generale: garantiscono quindi il soddisfacimento dei
livelli minimi richiesti dall'Atto di indirizzo regionale sui
requisiti di rendimento energetico e il soddisfacimento dell'ulteriore
requisito di miglioramento del 30% richiesto dal bando rispetto ai
valori della normativa nazionale, riportata nel DLgs 192/05 cosi' come
modificato dal DLgs 311/06.
Requisiti di miglioramento dei progetti:
Ai fini del miglioramento delle proposte progettuali che saranno
oggetto di valutazione da parte della commissione di cui all'art.8 del
bando, si suggerisce l'adozione dei requisiti prestazionali R6.4,
R6.5, R6.6, previsti dal succitato Atto di indirizzo regionale sui
requisiti di rendimento energetico che affrontano in modo piu' ampio
gli aspetti della sostenibilita' legata al risparmio energetico ed
alla ricerca di soluzioni impiantistiche e progettuali innovative:
- (R 6.4) ottimizzazione dell'orientamento degli edifici ed adozione
di schermature naturali a scala insediativa;
- (R 6.4) controllo dei consumi energetici in regime estivo;
- (R 6.5) dispositivi di controllo ed automazione degli impianti
termici BACS;
- (R 6.6) utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili od assimilate.
D. Indicazioni per la qualificazione della proposta a livello di
dotazione infrastrutturale e dei servizi. Misure per la mobilita'
sostenibile e la sicurezza urbana
Con una quota del cofinanziamento pubblico, contenuta entro il 25% del
totale di ogni singola richiesta, possono essere coperte spese per
l'incremento e il miglioramento delle dotazioni infrastrutturali e dei
servizi del quartiere. Il finanziamento pubblico, che puo' coprire
fino al 50% del costo preventivato, e' destinato ad attrezzature e
spazi collettivi e a infrastrutture per l'urbanizzazione degli
insediamenti (con l'esclusione di parcheggi sotterranei quali
attrattori di traffico). Gli interventi devono perseguire le seguenti
finalita':
- incrementare il livello di qualita' degli spazi pubblici (strade,
percorsi ciclabili in sede autonoma, aree parcheggio, piazze ed aree
pedonalizzate, aree verdi urbane, orti urbani);
- migliorare il sistema della dotazioni territoriali al servizio
dell'ambito oggetto di intervento che contribuiscono all'incremento
della qualita' ambientale ed urbanistica degli insediamenti
(istruzione; assistenza, servizi sociali e igienico sanitari; pubblica
amministrazione, sicurezza pubblica e protezione civile; attivita'
culturali, associative e politiche; culto; spazi aperti attrezzati a
verde per il gioco, la ricreazione, il tempo libero e le attivita'
sportive; altri spazi aperti di libera fruizione per usi pubblici
collettivi);
- superare l'isolamento fisico dovuto ad eventuali barriere,
ricomponendo i tessuti urbani discontinui e favorendo l'integrazione
del quartiere con il contesto urbano;
- recuperare le aree residuali che creano isolamento e insicurezza e
destinarle ad usi diversi (residenza e servizi).
Tali finalita' sono in armonia con gli indirizzi della pianificazione
e programmazione regionale mirando a prevenire, rimuovere o ridurre
situazioni di disagio dei cittadini dovute a condizioni di degrado
dell'ambiente urbano, frammentazione del tessuto insediativo, carenze
nelle dotazioni o nei servizi e scarsa coesione sociale; a migliorare
le condizioni di sicurezza dei quartieri e la percezione di sicurezza
dei cittadini e promuovere il senso di cittadinanza sociale; a
contenere l'uso delle risorse e migliorare la qualita' dell'aria.
Vengono di seguito proposti alcuni requisiti con i quali si chiede di
connotare gli interventi sulle dotazioni territoriali, che devono
tenere conto delle esigenze di sicurezza e delle ricadute sociali e
ambientali degli interventi.
4.1 Misure per la mobilita' sostenibile
Premessa:
Lo spazio stradale dovrebbe essere utilizzato sia per il trasporto che
per l'interazione umana, per recuperare senso di comunita' e
vivibilita'.
Gli interventi sulla struttura fisica dell'ambiente urbano hanno
l'obiettivo di migliorare l'accessibilita', soprattutto dei quartieri
in cui l'accesso e' vincolato all'automobile dove le persone che ne
sono prive, in particolare i piu' giovani e i piu' anziani, sono
soggette ad isolamento sociale e carenza di interazione comunitaria
con possibili ricadute negative sulla salute: segregazione sociale,
solitudine e paura della criminalita'.
La definizione progettuale degli spazi deve disincentivare l'uso
dell'automobile privata - che tende a isolare le persone e a influire
negativamente sull'abitudine delle persone all'attivita' fisica -
quale mezzo privilegiato per gli spostamenti e favorire invece la
mobilita' a piedi, in bicicletta e con mezzi pubblici. In questo modo
sono facilitati i contatti sociali e aumenta la frequentazione
pedonale delle strade, che tornano ad essere degli spazi sociali. Le
modificazioni fisiche devono parallelamente stimolare gli
automobilisti a comportamenti meno pericolosi.
Gli spazi e i percorsi pubblici devono essere caratterizzati da un
alto grado di integrazione progettuale che sottolinei il carattere di
continuita' di tutti i percorsi e non solo di quelli carrabili,
garantendo la coesistenza tra i diversi tipi di fruizione e di
traffico e favorendo i flussi di interrelazione necessari alla
sopravvivenza delle attivita' localizzate nel territorio. Deve inoltre
essere garantita l'integrazione progettuale tra gli spazi e i percorsi
pubblici con il tessuto urbano, privilegiando la disposizione degli
edifici direttamente sul fronte stradale e evidenziandone le
caratteristiche di unitarieta' nel disegno.
Esigenze da soddisfare:
- riduzione di consumi e di costi legati all'uso dell'automobile;
- miglioramento della qualita' ambientale urbana e della qualita'
dell'aria (contenimento del livello delle emissioni), inquinamento
acustico, uso del territorio;
- miglioramento dell'accessibilita' e fruibilita' della citta' a tutte
le categorie di cittadini, in modo particolare agli utenti meno
protetti;
- riequilibrio degli spazi e cambiamento dei rapporti di scala piu'
favorevoli alla vita locale;
- promozione dell'attivita' fisica di tipo involontario e aumento dei
contatti sociali.
Caratteristiche richieste ai progetti:
- Morfologia delle strade:
Gli interventi sulla morfologia delle strade, strettamente relazionata
all'impianto degli edifici, devono indurre alla moderazione della
velocita' (ideali le zone a 30 Km/h) per permettere la coesistenza del
traffico automobilistico con i flussi pedonali e di biciclette. A
titolo esemplificativo e non esaustivo, per gli attraversamenti si
raccomandano restringimenti della sezione stradale e opportuno uso di
materiali per le pavimentazioni o specifici trattamenti della
superficie stradale.
- Percorsi pedonali e ciclabili:
I percorsi pedonali e ciclabili vanno previsti e creati "a rete". I
percorsi vanno intesi come collegamento prioritario, ma non esclusivo,
tra le parti urbane: la rete stradale dovrebbe essere continua e
aperta ai diversi tipi di traffico, garantendo in ogni caso la
sicurezza di pedoni e ciclisti. I percorsi devono essere progettati in
modo da rendere il tragitto attraente e gradevole, anche per favorire
l'esercizio fisico involontario e, con la riduzione dell'uso
dell'automobile, la riappropriazione dello spazio urbano da parte dei
cittadini.
- Sistemazione del verde:
La piantumazione e sistemazione del verde lungo le strade e i percorsi
pedonali/ciclabili deve garantirne la fruibilita' anche durante la
stagione estiva. Sono da preferire soprattutto le essenze ad alto
fusto che garantiscono ombreggiamento laddove i percorsi non siano
protetti dalle ombre portate dagli edifici.
Per arginare il fenomeno delle isole di calore, che provocano
alterazioni del microclima esterno localizzate, parte delle
pavimentazioni devono essere permeabili, destinate a spazi verdi o
piccoli specchi d'acqua.
Riferimenti metodologici
Possono essere assunte come riferimento metodologico le indicazioni
progettuali della pubblicazione.
La citta' senza incidenti: strategie, metodi e tecniche per progettare
mobilita' sicura, a cura di Valter Baruzzi, Alfredo Drufuca, Giancarlo
Sgubbi (I Quaderni di Camina).
Ulteriore bibliografia: Il piano regionale per la prevenzione della
patologia da ambiente costruito e la sezione Una societa' per tutte le
eta'. PAR - Piano di azione regionale per la popolazione anziana del
sito ERMES all'indirizzo http://www.regione.emilia-romagna.it/par/.
4.2 Misure per la sicurezza urbana / prevenzione ambientale del
crimine
Premesse
Alcuni modelli urbani possono contribuire a incrementare il livello di
sicurezza della citta' e la percezione di sicurezza dei cittadini.
Quelli caratterizzati da vitalita' e da una certa vivacita' delle
strade garantiscono sorveglianza spontanea (informale) da parte degli
abitanti, cioe' occhi sulla strada, e dunque maggiore sicurezza.
Inoltre, la disposizione e l'organizzazione degli spazi urbani
influiscono sul loro livello di sicurezza e possono contribuire a
renderli piu' sicuri: una buona organizzazione, progettazione e
gestione degli spazi e' un deterrente al crimine e rafforza il senso
di identita' e appartenenza al territorio dei suoi abitanti e la
tendenza di questi a curarlo e proteggerlo.
Per incidere sulla vitalita' dei luoghi e' essenziale mantenere un
certo livello di flussi di movimento lungo le strade e i percorsi, che
e' favorita da un buon livello di accessibilita' spaziale per tutti i
cittadini. La vitalita' e' garantita anche dalla mescolanza di usi e
di funzioni nei quartieri, con strade animate e ricche di attivita',
frequentate a tutte le ore del giorno, e dalla varieta' della
composizione sociale della loro popolazione. Le caratteristiche
fisiche di un luogo, quali l'essere visibile o invisibile, aperto o
chiuso, possono influire sulla sua propensione ad attirare attivita'
illecite o al manifestarsi di eventi criminosi. Occorre quindi
intervenire sulla forma fisica degli spazi per evitare il prodursi di
reati.
Esigenze da soddisfare:
- favorire la sicurezza degli spazi e il senso di sicurezza dei
cittadini;
- favorire il controllo spontaneo dell'ambiente urbano.
Alcune indicazioni per incrementare il controllo spontaneo dei
cittadini possono riguardare:
- presenza e diffusione delle attivita'
Per garantire controllo spontaneo di un'area, occorre che questa sia
caratterizzata da un certo flusso di movimento, ovvero da continuita'
degli usi e vitalita'. La vitalita' e' assicurata dalla presenza di
attivita' che richiamano persone: e' utile quindi prevedere
l'inserimento di negozi, servizi, attivita' di ristorazione lungo i
percorsi di zone che ne sono prive. Si possono favorire determinate
attivita' intervenendo su norme e regolamenti, destinando ad esempio i
piani terra degli edifici a servizi e esercizi commerciali anziche' a
parcheggi. Per garantire nel corso della giornata una certa
continuita' nella sorveglianza spontanea, e' utile integrare le
funzioni presenti nel quartiere con altre funzioni compatibili.
- Visibilita' e affacci degli edifici
Gli interventi di nuova edificazione o di ristrutturazione devono
essere caratterizzati da affacci diretti sulle strade. Sia le
residenze che le altre attivita' non devono essere separate o isolate
dal tessuto esistente; finestre, vetrine ed accessi devono permettere
facilita' di sguardo sugli spazi pubblici, evitando zone d'ombra o
spazi nascosti che possano diventare nascondiglio per eventuali
malintenzionati.
- Spazi pubblici e parcheggi
E' opportuno intervenire su quelli fuori scala o privi di identita' e
carattere, che tendono a essere evitati e poco curati. Gli interventi
devono essere volti ad ispirare un senso di appartenenza negli
utilizzatori, in modo da aumentare il senso civico di responsabilita'
e il rispetto per il luogo (scala umana) mediante compartimentazione e
inserimento di piccoli presidi quali negozi o piccoli spazi verdi. Le
zone di sosta vanno posizionate nelle aree antistanti gli edifici;
sono da preferire parcheggi  di piccola dimensione, evitando strutture
che possano ostruirne la vista ed essere ben illuminati.
- Superamento delle barriere
Per superare l'isolamento fisico e ricomporre i tessuti urbani
discontinui favorendo l'integrazione del quartiere con il contesto
urbano, occorrono interventi sulle strade e sui percorsi che
garantiscano continuita' e accessibilita' a tutti gli utenti. Si
suggerisce di evitare sottopassaggi. I percorsi di  nuova
progettazione devono mantenere continuita' visiva e funzionale con
quelli esistenti; sia gli uni sia gli altri devono essere
opportunamente illuminati ed essere collocati lungo i fronti degli
edifici e non sul retro degli stessi, cercando di favorire
l'orientamento e l'organizzazione dei luoghi.
- Verde pubblico
Nella scelta delle essenze da mettere a dimora nelle aree verdi o
lungo i percorsi, si deve dare preferenza ad alberi ad alto fusto o
cespugli di dimensioni ridotte e comunque in modo da non creare
barriere visive, per non interrompere la visuale degli utilizzatori.
Riferimenti metodologici
Possono essere assunte come riferimento metodologico le indicazioni e
i suggerimenti proposti nel manuale: Progettazione e disegno urbano
gestione degli spazi per la sicurezza, programma AGIS - azione
Safepolis cofinanziata dalla Direzione generale Giustizia, Liberta' e
Sicurezza della Commissione Europea.
Si suggerisce inoltre la consultazione della sezione dedicata alle
politiche per la sicurezza e la polizia locale all'indirizzo:
http://www.regione.emilia-romagna.it/ wcm/sicurezza/index.htm del sito
ERMES - Regione Emilia-Romagna.
(segue allegato fotografato)

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ultima modifica 2023-05-19T21:22:53+01:00

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