REGIONE EMILIA-ROMAGNA

DELIBERAZIONE DELL'ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA 22 luglio 2008, n. 183

Approvazione degli indirizzi regionali per la programmazione territoriale dell'offerta formativa ed educativa e organizzazione della rete scolastica, ex L.R. 12/2003, anni scolastici 2009/10 - 2010/11 e 2011/12. (Proposta della Giunta regionale in data 7 luglio 2008, n. 1029)

L'ASSEMBLEA LEGISLATIVA
Richiamata la deliberazione della Giunta regionale, progr. n. 1029 del
7 luglio 2008, recante ad oggetto "Approvazione indirizzi regionali
programmazione territoriale offerta formativa ed educativa e
organizzazione rete scolastica, ex L.R. 12/03 aa.ss. 2009/10 - 2010/11
e 2011/12 - Proposta all'Assemblea legislativa";
visto il parere favorevole, con modificazioni, espresso dalla
Commissione referente "Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro Sport"
con nota prot. n. 16741 in data 16 luglio 2008;
viste:
- la Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 "Modifiche al Titolo V
della parte seconda della Costituzione";
- la L.R. 30 giugno 2003, n. 12 "Norme per l'uguaglianza delle
opportunita' di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l'arco della
vita, attraverso il rafforzamento dell'istruzione e della formazione
professionale, anche in integrazione tra loro", ed in particolare gli
artt. 44 e 45;
- la Legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Legge Finanziaria 2007) ed in
particolare l'art. 1, commi 622, 624, 632;
- il DL 31 gennaio 2007, n. 7 "Misure urgenti per la tutela dei
consumatori, la promozione della concorrenza, lo sviluppo di attivita'
economiche e la nascita di nuove imprese", convertito, con
modificazioni dalla Legge 2 aprile 2007, n. 40, ed in particolare
l'art. 13;
considerato che la programmazione dell'offerta formativa ed educativa
e dell'organizzazione della rete scolastica relativa ad un anno
scolastico deve essere definita non oltre il mese di dicembre
dell'anno scolastico precedente, per dare modo agli Enti locali,
all'amministrazione scolastica territoriale ed alle istituzioni
scolastiche di provvedere a tutti gli adempimenti necessari a darvi
attuazione, con particolare riferimento alle azioni di informazione e
di orientamento per le famiglie;
considerato inoltre che la propria delibera n. 87 del 24 ottobre 2006
di approvazione degli indirizzi regionali di programmazione
territoriale dell'offerta formativa ed educativa e organizzazione
della rete scolastica e' relativa agli anni scolastici 2007/08 e
2008/09 e pertanto e' in scadenza;
preso atto in particolare che:
- il DL n. 7 del 2007, cosi' come convertito dalla Legge n. 40 del
2007, all'art. 13 ricomprende nel sistema dell'istruzione secondaria
superiore gli istituti tecnici e gli istituti professionali prevedendo
inoltre, attraverso l'emanazione di uno o piu' regolamenti del
Ministero della Pubblica Istruzione, la riduzione dei relativi
indirizzi di studio ed il loro ammodernamento in termini di contenuti
curriculari, non ancora emanati;
- nelle more dell'emanazione dei suddetti regolamenti, l'offerta
formativa degli istituti tecnici e professionali rimane pertanto
invariata;
- il comma 632 dell'art. 1 della Legge n. 296 del 2006 (Legge
Finanziaria 2007) prevede la riorganizzazione dei Centri territoriali
permanenti per l'educazione degli adulti (di seguito CTP) -
funzionanti presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado -
in Centri provinciali per l'Istruzione degli Adulti (di seguito CPIA)
su base provinciale e articolati in reti territoriali, da svolgersi
nell'ambito della competenza regionale di programmazione dell'offerta
formativa e dell'organizzazione della rete scolastica;
- il decreto del Ministro della Pubblica Istruzione del 25 ottobre
2007, attuativo di quanto previsto al citato comma 632, specifica la
prevista riorganizzazione dei CTP in CPIA, rinviando a successivi
atti, non ancora emanati, la completa disciplina della
riorganizzazione;
rilevato che:
- in alcuni ambiti territoriali dell'Emilia-Romagna si evidenziano,
anche in conseguenza delle variazioni della popolazione scolastica di
riferimento, diversi mutamenti negli assetti delle istituzioni
scolastiche oggetto del piano di dimensionamento, approvato dalla
Regione Emilia-Romagna con delibera del Consiglio regionale n. 1373
del 16 febbraio 2000;
- tali cambiamenti richiedono una attenta valutazione dell'impatto che
producono sull'offerta formativa regionale, con particolare
riferimento agli aspetti qualitativi dell'offerta connessi anche alle
dimensioni ed all'ubicazione delle istituzioni scolastiche;
rilevato altresi' che i CTP evidenziano forti difficolta' ad operare
in una prospettiva di profonda riorganizzazione, gia' stabilita dalla
normativa nazionale, ma non compiutamente definita e pertanto non
assumibile al momento dalla Regione fra gli elementi fondamentali
degli indirizzi di programmazione per il prossimo triennio;
valutato pertanto opportuno, in considerazione della rilevanza delle
attivita' di educazione degli adulti svolte dai CTP
dell'Emilia-Romagna (38 CTP, 27.314 iscritti nell'a.s. 2005-06, 1658
corsi nell'a.s. 2005-06, offerta differenziata prevalentemente
finalizzata al conseguimento di un titolo di studio, all'integrazione
linguistica e sociale immigrati, all'alfabetizzazione funzionale degli
adulti), prevedere la possibilita' che gli stessi sperimentino gia'
nell'a.s. 2008-2009 e su base volontaria, svolgendo le opportune
azioni di informazione e di raccordo con gli Uffici scolastici
provinciali di riferimento e con l'Ufficio Scolastico regionale, oltre
che con gli Enti locali, nuove modalita' di raccordo e funzionamento
in rete fra loro ed anche con le istituzioni scolastiche sedi di corsi
serali - con riferimento agli ambiti individuati dalle Province,
nonche' forme di innovazione didattica e organizzativa coerenti con la
nuova normativa, dalle quali trarre elementi utili per procedere,
quando ve ne saranno le condizioni, alla prevista riorganizzazione;
ribadito che la programmazione deve prendere a riferimento gli ambiti
territoriali individuati, ai sensi dell'art. 45, comma 9, della L.R.
n. 12 del 2003, dalle Province, nell'esercizio del loro ruolo di
programmazione e coordinamento, in quanto funzionali al miglioramento
dell'offerta formativa, tenendo conto della domanda delle famiglie,
delle caratteristiche locali, della stabile interazione fra fattori
sociali, culturali ed economici, nonche' delle vocazioni
socio-economiche dei differenti territori;
considerata l'esigenza di procedere all'approvazione degli indirizzi
regionali tenendo conto del fatto che alcuni degli elementi per
rendere compiutamente operative le azioni di programmazione sul
territorio saranno piu' precisamente definiti, a livello nazionale,
nel periodo di vigenza del presente atto;
ritenuto opportuno, al fine di assicurare lo svolgimento corretto ed
efficace del processo di programmazione nel triennio considerato,
dando certezze all'ampia platea di autonomie istituzionali e
funzionali e di soggetti (personale della scuola, studenti, famiglie)
coinvolta nel processo, prevedere che, qualora necessario, la Giunta
emani i provvedimenti utili a meglio specificare le condizioni della
programmazione territoriale, nel rispetto dei presenti indirizzi;
valutato pertanto necessario, nel quadro del complessivo processo di
qualificazione del servizio di istruzione sul territorio regionale e
tenuto conto del contesto nazionale, emanare gli indirizzi regionali,
nel testo allegato e parte integrante del presente atto, al fine di
dare continuita' al servizio stesso, sia attivando le azioni di
programmazione territoriale dell'offerta formativa ed educativa e di
parziale riorganizzazione della rete scolastica da parte degli Enti
locali competenti relativamente agli aa.ss. 2009-2010, 2010-2011 e
2011-2012, sia continuando gli approfondimenti in merito al processo
di adeguamento del piano regionale di dimensionamento delle
istituzioni scolastiche del territorio dell'Emilia-Romagna, sulla base
degli indirizzi medesimi;
rilevata inoltre l'esigenza di provvedere ad emanare tali indirizzi in
tempo utile per rispettare le scadenze previste dal Ministero della
Pubblica Istruzione per l'attivazione delle procedure inerenti gli
aspetti organizzativi conseguenti alle decisioni della programmazione
territoriale in materia, relativamente agli aa.ss. 2009-2010,
2010-2011 e 2011-2012, nonche' per consentire agli Enti locali,
all'amministrazione scolastica territoriale ed alle istituzioni
scolastiche di provvedere a tutti gli adempimenti necessari a darvi
attuazione, con particolare riferimento alle azioni di informazione e
di orientamento per le famiglie;
dato atto che sono state sentite la Conferenza regionale per il
sistema formativo e la Commissione regionale tripartita nella seduta
del 9 giugno 2008;
dato atto che e' stato acquisito il parere della CRAL, ai sensi
dell'art. 30 della L.R. 21 aprile 1999, n. 3 "Riforma del sistema
regionale e locale", nella seduta del 7 luglio 2008;
previa votazione palese, a maggioranza dei presenti,
delibera:
1) di approvare, per le motivazioni espresse in premessa e qui
integralmente richiamate, gli indirizzi per la programmazione
territoriale dell'offerta formativa ed educativa e per
l'organizzazione della rete scolastica per gli aa.ss. 2009-2010,
2010-2011 e 2011-2012, nel testo allegato e parte integrante del
presente atto, tenendo conto del fatto che alcuni degli elementi per
rendere compiutamente operative le azioni di programmazione sul
territorio saranno piu' precisamente definiti, a livello nazionale,
nel periodo di vigenza del presente atto;
2) di stabilire, al fine di assicurare lo svolgimento corretto ed
efficace del processo di programmazione nel triennio considerato,
dando certezze all'ampia platea di autonomie istituzionali e
funzionali e di soggetti (personale della scuola, studenti, famiglie)
coinvolta nel processo, che, qualora necessario, la Giunta regionale
emanera' i provvedimenti utili a meglio specificare le condizioni
della programmazione territoriale, nel rispetto degli  indirizzi di
cui al testo allegato e parte integrante del presente atto;
3) di ribadire che la programmazione deve prendere a riferimento gli
ambiti territoriali individuati, ai sensi dell'art. 45, comma 9, della
L.R. n. 12 del 2003, dalle Province, nell'esercizio del loro ruolo di
programmazione e coordinamento, in quanto funzionali al miglioramento
dell'offerta formativa, tenendo conto della domanda delle famiglie,
delle caratteristiche locali, della stabile interazione fra fattori
sociali, culturali ed economici, nonche' delle vocazioni
socio-economiche dei differenti territori;
4) di prevedere la possibilita' che i CTP sperimentino gia' nell'a.s.
2008-2009 e su base volontaria, svolgendo le opportune azioni di
informazione e di raccordo con gli Uffici Scolastici provinciali di
riferimento e con l'Ufficio Scolastico regionale, oltre che con gli
Enti locali, nuove modalita' di raccordo e funzionamento in rete fra
loro ed anche con le istituzioni scolastiche sedi di corsi serali -
con riferimento agli ambiti individuati dalle Province -  nonche'
forme di innovazione didattica e organizzativa coerenti con la nuova
normativa, dalle quali trarre elementi utili per procedere, quando ve
ne saranno le condizioni, alla prevista riorganizzazione;
5) di pubblicare il presente atto nel Bollettino Ufficiale della
Regione Emilia-Romagna, al fine di garantirne la piu' ampia
diffusione.
ALLEGATO
Indirizzi regionali per la programmazione territoriale dell'offerta
formativa e l'organizzazione della rete scolastica per gli aa.ss.
2009-2010, 2010-2011, 2011-2012.
Premessa
Gli indirizzi regionali per il triennio degli aa.ss. 2009-2010,
2010-2011, 2011-2012 si collocano nel quadro dell'attuazione del
Titolo V della Costituzione. La ripresa del confronto fra Stato e
Regioni per la sottoscrizione di un Accordo che sancisca contenuti,
tempi e modi per il trasferimento delle competenze in materia di
istruzione e' infatti condizione indispensabile per l'esercizio pieno
e responsabile della funzione di programmazione che la Costituzione
assegna alle Regioni in tale materia.
Nelle more del completamento del processo attuativo, gli indirizzi
evidenziano l'esigenza di contemperare l'impegno per un'offerta
educativa e formativa diffusa e di qualita' con i vincoli posti dalla
disponibilita' degli organici ministeriali, nella consapevolezza che
le risorse umane e finanziarie, peraltro determinate a livello
centrale, sono limitate in termini quantitativi e rigide per quanto
attiene alla possibilita' di utilizzo; prendendo atto, inoltre, dei
cambiamenti via via intervenuti nel sistema scolastico regionale negli
ultimi anni e delle criticita' manifestatesi (con particolare
riferimento al costante incremento degli iscritti, anche di
cittadinanza non italiana, agli esiti finali degli alunni, ai diversi
casi di disagio e di malessere diffuso), individuano le direttrici di
una programmazione territoriale sempre indirizzata a salvaguardare ed
a migliorare il livello del servizio scolastico.
Si richiama pertanto l'attenzione degli Enti locali sull'opportunita'
offerta dalla triennalita' degli indirizzi per programmare e
realizzare con tempestivita' le azioni ritenute indispensabili, ma
anche per intervenire con approccio graduale quando necessario, al
fine di assicurare l'esito positivo di un processo che si colloca in
un contesto segnato da produzione normativa incompleta e da
prospettive incerte, soprattutto per quanto attiene alla scuola
secondaria superiore.
Per fare in modo che la programmazione possa corrispondere con
flessibilita' a tale situazione mutevole, assicurando quindi
l'applicabilita' degli indirizzi, sara' cura della Giunta regionale
intervenire con proprio atto, sentita la competente Commissione
assembleare, qualora necessario e nel rispetto degli indirizzi
approvati dall'Assemblea legislativa, per meglio dettagliare e
determinare la materia, per tener conto delle decisioni che
interverranno a livello nazionale su tematiche attinenti alla
programmazione dell'offerta formativa ed all'organizzazione della rete
scolastica (obbligo di istruzione, riordino dell'istruzione secondaria
superiore, riorganizzazione dei CTP in CPIA, ecc).
Si sottolinea altresi' l'esigenza che, al fine di integrare tutte le
informazioni e le competenze connesse o riferibili alle finalita'
della programmazione stessa e di assicurarne la complessiva coerenza,
gli Enti locali svolgano il processo di programmazione tenendo conto
dell'andamento demografico (dati di stock, di flusso e di proiezione),
nonche' delle condizioni per l'organizzazione e gestione ottimali
degli edifici scolastici, delle attrezzature e dei servizi per
l'accesso, come previsto all'art. 45 della L.R. 12/03.
Il processo di programmazione, inoltre:
- va svolto con riferimento agli ambiti territoriali individuati dalle
 Province;
- deve rispettare il complessivo numero di autonomie scolastiche
definite in ambito provinciale (e delle corrispondenti posizioni
dirigenziali, autorizzate dal Ministero della Pubblica Istruzione
secondo il piano regionale di dimensionamento del 2000 e successive
integrazioni);
- deve coinvolgere direttamente le istituzioni scolastiche
interessate, il cui parere, espresso dal Consiglio di istituto, va
obbligatoriamente acquisito.
Si invitano gli Enti locali a coinvolgere anche gli Uffici Scolastici
provinciali, sedi di competenze e conoscenze utili e spesso
determinanti anche per superare resistenze locali che ostacolano
operazioni di ottimizzazione della rete scolastica e di innalzamento
qualitativo dell'offerta.
Indirizzi per i Comuni
Si conferma l'indirizzo a favore della diffusione del modello
organizzativo verticale, relativo agli Istituti comprensivi statali -
composti di scuola dell'infanzia, scuola primaria e scuola secondaria
di primo grado - (non relativo pertanto ad aggregazioni fra scuole del
primo e del secondo ciclo, le c.d. "verticalizzazioni alte"), ritenuto
particolarmente efficace in relazione ad alcuni aspetti fondamentali
per la qualita' dell'offerta, quali la continuita' didattica,
l'integrazione fra le professionalita' dei docenti dei diversi gradi,
nonche' la realizzazione di economie di scala nell'impiego delle
risorse umane, finanziarie e strutturali, nonche' in direzione di una
piu' razionale distribuzione territoriale dell'esistente offerta di
istruzione.
Al fine di perseguire un miglioramento del livello qualitativo del
servizio scolastico, si indica ai Comuni di procedere, nelle zone di
pianura e nei centri urbani, nonche' nei casi in cui sia comunque
possibile ed opportuno, tenuto conto della situazione orografica,
delle condizioni di viabilita' e dell'eta' degli alunni, 
all'eliminazione delle pluriclassi nelle scuole elementari e medie,
nonche' all'accorpamento dei plessi di scuole elementari e medie di
piccole dimensioni.
I Comuni, inoltre, al fine di salvaguardare la fruizione del servizio
scolastico in aree a forte isolamento geografico o caratterizzate da
particolare disagio nei collegamenti, sono invitati ad individuare e
promuovere forme innovative di erogazione dei servizi scolastici in
grado di garantire anche a quelle comunita' un buon livello di
qualita' del servizio, in modo da favorire la permanenza di famiglie
giovani in territori altrimenti votati allo spopolamento.
Indirizzi per le Province
Le Province procederanno alla progressiva armonizzazione e
razionalizzazione, nel triennio, degli indirizzi di studio delle
superiori, con particolare riferimento a quelli degli istituti tecnici
e professionali - direzione peraltro gia' indicata nel documento della
Commissione ministeriale per la riorganizzazione dell'istruzione
tecnica e professionale, anche eliminando gli indirizzi obsoleti o non
piu' rispondenti alle richieste delle famiglie e del territorio; a tal
fine, vanno presi in considerazione indicatori quali la reiterazione
in anni recenti della composizione di pluriclassi o di classi
articolate e la progressiva riduzione delle iscrizioni a certi
indirizzi, come pure fattori di prospettiva, quale l'approvazione del
Piano triennale regionale dell'offerta di formazione alta,
specialistica e superiore che, individuando - in relazione con le aree
tecnologiche nazionali - gli ambiti settoriali strategici per lo
sviluppo socio-economico dell'Emilia-Romagna, propone la connessione e
il raccordo con la capacita' della scuola secondaria di far evolvere
la propria offerta, adeguando i curricula delle superiori alle
specializzazioni successive (dal Piano: "L'Istituto tecnico o
professionale e' . . . strategico nella rete regionale dei poli per
assicurare intreccio coerente dei curricula. E' pertanto
dall'istituzione scolastica che occorre partire per adeguare i vari
piani di offerta alle conoscenze necessarie a far acquisire, in modo
progressivo e specialistico, quelle competenze relative alle figure
professionali che si rendono necessarie per interpretare i bisogni del
mercato ... conoscenze e competenze che devono trovare nella didattica
attiva, laboratoriale, di confronto diretto con le imprese, in una
alternanza fattiva tra scuola e azienda, nell'orientamento e
affiancamento costante dei giovani, nella personalizzazione dei
percorsi, nella valutazione/bilancio delle competenze pregresse e via
via acquisite, gli strumenti operativi per offrire un apprendimento
consapevole e flessibile. La scuola . . . deve trovare stimolo per
rifondare il patto formativo con gli studenti, indicando loro uno
sbocco possibile in un mercato che ne ha bisogno, attraverso la
proposta di percorsi formativi motivanti . . .").
Le Province possono inoltre istituire nuovi indirizzi di studio presso
le scuole superiori, motivandone sempre l'esigenza e l'opportunita',
con particolare riferimento alla soppressione di indirizzi ormai
desueti o non piu' rispondenti all'interesse delle famiglie.
Tale possibilita' si esercita a condizione che per la classe I, o
comunque per le classi iniziali dell'indirizzo, vi sia un consistente
numero di iscritti, possibilmente anche superiore al minimo di legge
(20 alunni): attivare un indirizzo con almeno 20 alunni risponde,
infatti, all'esigenza di avviare corsi di studio che diano garanzia di
prosecuzione con un sufficiente numero di alunni per classe e senza
dover ricorrere alle classi articolate, offrendo quindi una
prospettiva di consolidamento, di sviluppo e di qualita' alla nuova
offerta.
I nuovi indirizzi possono essere istituiti a condizione che non
costituiscano duplicazione di indirizzi gia' presenti presso
istituzioni scolastiche del medesimo bacino di utenza e agevolmente
raggiungibili.
E' altresi' prevista l'opportunita' del ricorso ad accordi
interprovinciali per regolamentare gli aspetti della programmazione
che incidono su territori diversi, ad es. per affrontare il fenomeno
del pendolarismo tra territori e per individuare anche forme di
compensazione che mirino a contenere il forte impatto di un rilevante
flusso di studenti in entrata in un certo territorio provinciale in
termini di edilizia scolastica, servizi di supporto e di costi in
generale per il soggetto ricevente (scuola/Ente locale).
Indirizzi comuni a Comuni e Province
Si conferma la possibilita' per i Comuni e per le Province, sempre
entro il limite delle dirigenze assegnate a ciascuna provincia, di
procedere a sostituzioni, soppressioni, fusioni, sdoppiamenti e cambi
di aggregazione di scuole o parti di esse (plessi, sezioni staccate,
succursali); tali operazioni devono essere sempre fortemente motivate
relativamente al rispetto di uno dei principi alla base dei presenti
indirizzi, ovvero alla compatibilita' con la disponibilita' di risorse
umane, logistiche, strutturali e finanziarie.
Si invitano gli Enti locali ad incentivare il ricorso a metodologie
didattiche che, nell'esercizio dell'autonomia organizzativa e
didattica, le scuole possono adottare per facilitare la fruizione del
servizio scolastico a tutti gli studenti, soprattutto nelle aree
disagiate.
Procedure
A completamento del processo di programmazione territoriale, come
stabilito all'art. 45 della L.R. 12/03, i Comuni e le Province
predispongono i rispettivi atti di programmazione dell'offerta e di
parziale riorganizzazione della rete scolastica relativamente agli
aa.ss. 2009-2010, 2010-2011 e 2011-2012 e li trasmettono alla Regione
entro il 30 novembre dell'anno precedente a quello per il quale viene
svolto il processo di programmazione. Entro il 15 dicembre, la
Regione, acquisito il parere della Conferenza regionale per il sistema
formativo (ex art. 49 della L.R. 12/03), puo' esprimere rilievi in
ordine alla coerenza degli interventi programmati con i presenti
indirizzi e criteri. In assenza di rilievi, le decisioni contenute
negli atti hanno effetto dal successivo anno scolastico.

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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