REGIONE EMILIA-ROMAGNA

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 25 giugno 2007, n. 938

Valutazione di impatto ambientale (VIA) relativa alla derivazione di acqua grezza superficiale e di subalveo per l'impianto di potabilizzazione di Pontelagoscuro (FE) - Presa d'atto delle determinazioni Conferenza di Servizi (Tit. III L.R. 9/99 e successive modifiche ed integrazioni)

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
(omissis)	delibera:
a) la valutazione di impatto ambientale positiva, ai sensi dell'art.
16 della Legge regionale 18 maggio 1999, n. 9 e successive
modificazioni ed integrazioni, del progetto per la derivazione di
acqua grezza superficiale e di subalveo dal fiume Po al servizio della
centrale di potabilizzazione di Pontelagoscuro, in comune di Ferrara,
presentato dall'Agenzia di Ambito per i Servizi pubblici di Ferrara
(ATO6), poiche' l'intervento previsto e', secondo gli esiti
dell'apposita Conferenza di Servizi conclusasi il giorno 6 marzo 2007,
nel complesso ambientalmente compatibile;
b) di ritenere quindi possibile realizzare gli interventi in progetto
e rilasciare la concessione per l'esercizio della derivazione di cui
al punto a) a condizione che siano rispettate le prescrizioni indicate
ai punti 1.C, 2.C e 3.C del rapporto conclusivo della Conferenza di
Servizi, che costituisce l'Allegato 1 parte integrante e sostanziale
della presente deliberazione, di seguito trascritte:
 1) tutti i pozzi golenali attivi dovranno essere delimitati mediante
recinzione che ne permetta l'accesso al solo personale autorizzato;
come previsto dal citato art. 94 del DLgs 152/06 la recinzione dovra'
avere  un raggio di 10 m attorno al pozzo;
 2) considerando la collocazione dei pozzi in area golenale, che li
assoggetta a periodiche sommersioni durante le piene del Po, le
recinzioni dovranno essere realizzate a "maglia larga" al fine di
ridurre la trattenuta del materiale detritico trasportato dalla
corrente e di limitare per quanto possibile l'ostacolo al deflusso
della piena; esse dovranno inoltre avere altezza non inferiore a 2
metri, e dovranno essere sostenute da pali in legno;
 3) al fine di evitare l'accumulo contro le recinzioni di materiale
vegetale trasportato dalle piene, si ritiene inoltre necessario che le
aree incolte circostanti i pozzi vadano sottoposte a periodici
interventi di manutenzione per l'eliminazione della vegetazione
spontanea erbaceo-arbustiva che puo' determinare intralcio al deflusso
delle acque;
 4) in caso di eventi di piena eccezionale che danneggino le
recinzioni, il gestore dell'impianto dovra' provvedere al ripristino
dei manufatti nel minor tempo possibile, ossia non appena le
condizioni idrauliche lo permettano;
 5) ai fini di garantire il rispetto delle disposizioni previste per
le aree di tutela assoluta dall'art. 94 del DLgs 152/06, ed in
particolare al fine di assicurare una adeguata protezione statica
delle opere di captazione nei confronti dei fenomeni di inquinamento
derivanti da infiltrazione di acque superficiali lungo le verticali
dei pozzi, si ritiene inoltre che debba essere verificata la presenza
di una adeguata cementazione delle teste pozzo e sigillatura degli
interstizi tra tubazione di rivestimento e perforazione, provvedendo
alle eventuali opere di adeguamento necessarie;
 6) alla luce dell'ubicazione del campo pozzi in area golenale,
soggetta a periodiche esondazioni, si ritiene inoltre necessario che i
vincoli e la disciplina cui sono sottoposte le aree di rispetto ai
sensi dell'art. 94, comma 4, del DLgs 152/06, vadano estese alla
totalita' delle aree golenali interessate dai due campi pozzi; in
particolare in tali aree dovranno essere rispettate le seguenti
disposizioni:
- dovra' essere vietata qualsiasi tipo di coltivazioni intensive (es:
mais ed analoghi) che necessiti di trattamenti periodici con prodotti
fitosanitari con conseguente possibile fenomeno di percolamento negli
strati di terreno sottostante;
- dovra' essere regolamentato l'ingresso nelle aree golenali mediante
l'installazione di sbarre alle rampe di accesso che impedisca il
passaggio agli estranei con mezzi di trasporto, al fine di evitare il
possibile abbandono o improprio smaltimento di materiali tossici e/o
pericolosi nelle stesse;
 7) la variante urbanistica necessaria al recepimento nel PRG del
Comune di Ferrara della disciplina relativa alle aree di tutela
assoluta e di rispetto dei pozzi golenali, secondo le perimetrazioni
fornite dal proponente nell'ambito della presente procedura, dovra'
essere ratificata mediante assenso del Consiglio comunale entro 30
giorni dalla conclusione della procedura a pena di decadenza, come
previsto dall'art. 17, comma 3, della L.R. 9/99 e successive modifiche
ed integrazioni;
 8) premesso che nella documentazione fornita non e' specificata la
destinazione finale (ripristino funzionale o dismissione e nuova
perforazione) dei pozzi attualmente non utilizzati (nn. 43, 46 e 47)
per i quali viene comunque richiesta la concessione di derivazione, e
considerato che nella situazione attuale i pozzi in questione non
appaiono garantire un efficace protezione dell'acquifero nei confronti
di possibili fenomeni di inquinamento dalla superficie, si ritiene che
la situazione vada sanata nel minor tempo possibile, provvedendo al
ripristino delle opere non in funzione e al loro adeguamento secondo
quanto definito ai punti da 1 a 5 delle prescrizioni del quadro
programmatico al fine di assicurare un adeguato livello di protezione
dell'acquifero captato;
 9) qualora si rendesse necessaria la realizzazione di nuove opere di
derivazione mediante perforazione ex novo, in sostituzione di quelle
esistenti, i pozzi non piu' attivi andranno dismessi in modo
definitivo mediante cementazione, le cui modalita' andranno concordate
con il competente Servizio Tecnico Bacino Po di Volano;
10) il proponente dovra' fornire all'Azienda Unita' sanitaria locale
di Ferrara copia:
- delle certificazioni di conformita' dei materiali impiegati per le
opere di nuova realizzazione (opere di captazione, adduzione cosi'
come di tutti i prodotti di assemblaggio quali gomiti, guarnizioni,
valvole e quant'altro) ai requisiti definiti all'art. 5, Capo 2, del
decreto 6 aprile 2004, n. 174 e successive modifiche e richiamati
negli Allegati I, II e III dello stesso;
- delle certificazioni di conformita' dei materiali impiegati al
contatto con acqua potabile per le opere esistenti; in caso di
indisponibilita' delle certificazioni andra' fornita autodichiarazione
di conformita' dell'ente gestore;
11) l'eventuale dismissione delle tubazioni in cemento-amianto
utilizzate per l'adduzione delle acque all'impianto di
potabilizzazione, in particolare per le parti non interrate, dovra'
essere effettuata secondo le norme vigenti in materia di dismissione
di materiali contenenti amianto;
12) i pozzi attualmente non utilizzati facenti parte della presente
richiesta di concessione (pozzi nn. 43, 46 e 47) dovranno essere
rimessi in funzione il prima possibile, in modo da distribuire i
prelievi in maniera piu' omogenea e diminuire lo stress sui singoli
pozzi; si precisa che qualora non fosse possibile il ripristino
funzionale dei pozzi esistenti, andranno realizzate nuove perforazioni
sostitutive e i pozzi non piu' in funzione andranno dismessi
definitivamente mediante cementazione;
13) i piani di monitoraggio interni delle acque prelevate da pozzo
dovranno rispettare i seguenti requisiti al fine di garantire un
efficace controllo dello stato dell'acquifero sfruttato:
- i monitoraggi quantitativi della risorsa prelevata dal campo pozzi
dovranno prevedere misure della piezometria sui singoli pozzi con
cadenza almeno semestrale; le misure piezometriche dovranno riguardare
i livelli statici e dinamici della falda e andranno associate a misure
della portata, al fine di permettere un controllo dello stato di
efficienza delle singole opere mediante la determinazione della
portata specifica del pozzo; la tempistica dei monitoraggi dovra'
prevedere almeno una misura in corrispondenza del periodo di maggiore
magra del Po (indicativamente durante il periodo estivo
giugno-agosto), durante il quale si verificano le condizioni di
maggiore stress dell'acquifero, e dovranno fare riferimento a
condizioni idrologiche tra loro confrontabili nelle diverse
annualita';
- i risultati dei monitoraggi andranno trasmessi tempestivamente agli
Enti competenti in materia di gestione e pianificazione delle risorse
idriche (Servizio Tecnico di Bacino Po di Volano, Servizio Tutela e
Risanamento risorsa acqua);
- dovranno altresi' essere predisposti piani di controllo della
qualita' delle acque di approvvigionamento destinate alla
potabilizzazione, ai sensi del DLgs 31/01 e successive modifiche,
finalizzate alla verifica del mantenimento nel tempo delle
caratteristiche di qualita' delle acque delle singole unita' di
captazione; detti piani di monitoraggio, ad integrazione dei piani
gia' attivati, dovranno prevedere per ciascuna unita', n. 2 controlli
analitici da realizzarsi, in analogia a quanto predisposto
nell'Allegato 4, della circolare regionale 9/04, nel periodo
marzo/aprile e ottobre/novembre mirati alla determinazione dei
parametri previsti nella tipologia di controllo "Verifica completa per
acque sotterranee" (che, oltre ad una serie di parametri di base
caratterizzanti l'acquifero, prevede la determinazione di parametri
indicatori di possibile inquinamento di origine antropica quali
prodotti fitosanitari, idrocarburi policiclici aromatici, idrocarburi
alifatici clorurati, cloruro vinile monomero, ecc);
- nel periodo di maggiore criticita' riguardo ai fenomeni di
salinizzazione delle acque sotterranee per effetto di drenanza
dall'acquifero sottostante - ovvero nel periodo di maggiore magra del
Po (indicativamente durante il periodo estivo giugno-agosto) - dovra'
essere predisposto un controllo mirato alla verifica di tali fenomeni
che comprenda quanto meno la rilevazione dei parametri conducibilita',
temperatura, cloruri, bromuri, fluoruri;
- il proponente, secondo quanto previsto dall'Allegato V, del D. 26
marzo 1991, e' tenuto ad inviare comunicazione degli esiti dei
controlli di qualita' effettuati all'Azienda Unita' sanitaria locale
con frequenza mensile;
14) dovra' essere predisposto dal proponente un progetto di
monitoraggio esterno per la protezione dinamica del campo pozzi,
previa definizione delle isocrone del cono di emungimento e
individuazione dei centri di pericolo presenti nell'area di possibile
influenza del campo pozzi; a tal fine potranno essere implementati i
dati modellistici acquisiti nell'ambito dello studio idrogeologico
commissionato all'Universita' di Ferrara;
15) allo scopo di acquisire tutti gli elementi di conoscenza necessari
alla predisposizione di un sistema di monitoraggio efficace, con
particolare riferimento agli studi in corso per la bonifica dell'area
del polo chimico, si ritiene inoltre utile che il progetto vada
concordato dal proponente con il Comune di Ferrara e che venga
realizzato nell'ambito della revisione dell'Accordo di Programma del
2001 per la riqualificazione del polo chimico di Ferrara, revisione
che vede coinvolta direttamente anche Hera;
16) al fine di garantire nel tempo la funzionalita' dei pozzi golenali
e di limitare gli abbassamenti piezometrici indotti dagli emungimenti,
si ritiene inoltre che debbano essere periodicamente verificate le
condizioni di efficienza delle opere (intasamento dei filtri) mediante
la misura della portata specifica dei pozzi ed attuate le azioni di
manutenzione opportune (pulizia mediante interventi di insuflaggio,
pistonaggio, ecc.) qualora si verifichi una significativa riduzione
della portata specifica;
17) al fine di limitare gli impatti sugli habitat e sulle specie
animali e vegetali presenti nell'area SIC-ZPS in cui ricadono le opere
in esame dovranno essere rispettate le seguenti prescrizioni:
- ridurre al minimo il disturbo per la fauna durante l'esecuzione dei
lavori evitando gli interventi nei periodi piu' delicati per
l'ecologia della fauna come quello riproduttivo e, in particolare, il
periodo di nidificazione dell'avifauna, presente nelle aree di
intervento e nelle zone limitrofe;
- tenere conto dell'eventuale presenza di siti di
riproduzione/nidificazione della fauna durante i lavori, prevedendo il
conseguente spostamento/sospensione degli stessi;
- contenere al massimo la cantierizzazione, sia in termini temporali
sia relativamente all'occupazione del territorio, cosi' da arrecare
minore disturbo possibile ad habitat e specie vegetali e animali
presenti nell'area e alle aree circostanti il cantiere;
- prendere tutte le precauzioni possibili al fine di minimizzare i
vari rischi connessi alla realizzazione del progetto, come l'entita'
dei movimenti terra, lo spargimento di calcestruzzo, i danni alla
vegetazione ed alle aree circostanti, nonche' all'uso degli automezzi
e dei mezzi meccanici;
- privilegiare l'utilizzo di pale caricatrici piuttosto che
escavatori, per il caricamento e la movimentazione del materiale
inerte, al fine di ridurre l'impatto acustico sulle specie animali;
- dotare le aree di sosta e di rifornimento di carburante e
lubrificanti di tutti gli appositi sistemi di raccolta dei liquidi
provenienti da percolazione accidentale e dalle acque di prima
pioggia;
- regolamentare in modo appropriato la viabilita' nei cantieri e le
modalita' di accesso prevedendo limiti di velocita' (max 20 km/h)
anche con la messa in opera di dissuasori, al fine di ridurre la
diffusione del rumore, delle polveri e il rischio di collisioni con la
fauna;
- utilizzare barriere acustiche mobili in prossimita' delle
lavorazioni piu' rumorose e privilegiare, per il deposito temporaneo
degli inerti in cumuli, l'utilizzo delle aree adiacenti a quelle dove
hanno luogo lavorazioni rumorose;
- garantire una costante bagnatura della viabilita' di servizio, dei
cumuli di materiale stoccati nelle aree di cantiere, al fine di
ridurre la produzione e la propagazione di polveri;
- ottimizzare l'impiego della risorsa acqua massimizzando, ove
possibile, il riutilizzo a ciclo chiuso delle acque impiegate nelle
operazioni di cantiere;
- accantonare gli strati fertili del suolo e del materiale di scavo
sull'area di cantiere in modo da poterli riutilizzare in fase di
ripristino;
- limitare, durante la fase di cantiere o di manutenzione, i tagli
della vegetazione e, in ogni caso, evitare il taglio della vegetazione
arborea, laddove compatibile con la realizzazione degli interventi
previsti, e compensare con nuovi impianti e opere di ripristino della
vegetazione arborea e arbustiva di interesse eventualmente
danneggiata; - adottare tutte le precauzioni necessarie a non produrre
inquinamento del suolo e delle acque superficiali, durante la
realizzazione degli interventi, al fine di prevenire anche i
versamenti accidentali (da macchinari di scavo e dagli automezzi) di
sostanze inquinanti; a tal fine, prevedere l'impermeabilizzazione
temporanea, con appositi teloni, dell'area di ricovero temporaneo dei
mezzi nonche' di quella di accumulo dei rifiuti per evitare
l'infiltrazione nel suolo di eventuali perdite di liquidi; - definire,
con appropriata cartellonistica, i percorsi di accesso all'area
d'intervento che interferiscano il meno possibile sugli habitat
naturali ed i settori, corrispondenti ai tratti di migliore qualita'
ambientale, entro i quali interdire qualsiasi attivita' e passaggio,
tramite divieti regolamentati, al fine di ridurre il piu' possibile il
disturbo alle specie vegetali e animali di interesse comunitario
eventualmente o potenzialmente presenti;
- garantire il rilascio del deflusso minimo vitale affinche' siano
assicurate le esigenze ecologiche delle specie animali e vegetali ad
esso connessi;
- realizzare la recinzione di protezione dei pozzi tenendola sollevata
da terra il minimo indispensabile per permettere il passaggio della
fauna minore;
- prevedere l'utilizzo di eventuali dissuasori (come griglie,
scacciapesci elettrici) per limitare l'impatto dell'opera di presa
sulla fauna acquatica e, in particolare, sulle specie e gli individui
di minori dimensioni che potrebbero risentire della corrente di
richiamo della derivazione o non riuscire ad opporsi al flusso e
finire nella condotta;
- smaltire il materiale di risulta in esubero proveniente dagli scavi
ed eventuali rifiuti secondo le normative di settore;
- ripristinare, entro 6 mesi dalla fine dei lavori e, comunque, non
oltre un anno dalla fine degli stessi, la situazione del sito ante
operam riportando alle condizioni iniziali sia le aree di cantiere sia
la viabilita' di accesso;
- in caso di danneggiamento e taglio della vegetazione, prevedere:
- l'idrosemina di specie autoctone, anche utilizzando fiorume locale i
cui semi, preventivamente raccolti in loco e conservati in modo
corretto al fine di proteggerne la potenzialita' germinativa;
- la piantumazione di specie arboree e arbustive autoctone,
possibilmente di origine locale, appartenenti alle tipologie
vegetazionali piu' rappresentative dell'habitat considerato;
- la difesa, individuale o complessiva, delle piante messe a dimora
con opportune protezioni (es. reti, griglie, dischi, ecc.) e/o
sostanze repellenti per limitare i danni causati dalla fauna selvatica
o dal transito di persone e automezzi;
- la protezione delle piante dallo sviluppo delle erbe infestanti
tramite l'utilizzo di pacciamatura di origine naturale o sicuramente
biodegradabile;
- prevedere e garantire un programma di manutenzione post-impianto
delle piante messe a dimora per almeno tre stagioni vegetative
successive, attraverso opportune irrigazioni, il recupero delle
fallanze ed il controllo della vegetazione infestante, escludendo
l'utilizzo di prodotti chimici di sintesi.
Monitoraggio
realizzare un programma di studio e monitoraggio, in itinere ed
ex-post, in collaborazione con un esperto dell'ecosistema fluviale e
delle componenti biotiche, relativamente agli interventi previsti
all'interno del sito della Rete Natura 2000 interessato direttamente o
indirettamente dal progetto; prevedere, inoltre, un programma di
studio e monitoraggio relativamente agli interventi di ripristino;
il programma di monitoraggio avra' lo scopo di analizzare e contenere
il potenziale disturbo ambientale e gli impatti a carico di habitat,
flora e fauna di importanza comunitaria presenti, o potenzialmente
presenti, nelle aree di intervento;
si dovra' prevedere, in particolare, il controllo della qualita'
dell'acqua e della funzionalita' dei singoli pozzi con cadenza come
minimo semestrale, al fine di limitare gli abbassamenti piezometrici
indotti dagli emungimenti prevedendo almeno una misura nel periodo di
maggiore magra del Po;
prevedere anche il monitoraggio della torbidita' dei fondali durante
la fase di cantiere al fine di ridurre l'impatto negativo sulla fauna
acquatica;
dovra', inoltre, essere valutata l'efficacia degli interventi di
mitigazione adottati;
copia delle relazioni annuali sul monitoraggio effettuato dovra'
essere trasmessa al Servizio Parchi e Risorse forestali della Regione
Emilia-Romagna;
c) di dare atto che il parere dalla Provincia di Ferrara e quello del
Comune di Ferrara, ai sensi dell'art. 5 comma 2 del DPR 12 aprile
1996, in merito al progetto in esame, sono compresi all'interno del
rapporto di cui alla lettera b);
d) di dare atto che il Servizio Tecnico di Bacino Po di Volano ha
rilasciato la concessione di derivazione di acqua pubblica, ai sensi
del R.R. 41/01, e la concessione di occupazione di demanio idrico, ai
sensi del T.U. 523/1904, con determinazione n. 5694, del 9 maggio
2007, a firma del Responsabile del servizio ing. Andrea Peretti, che
costituisce l'Allegato 2, parte integrante e sostanziale della
presente deliberazione;
e) di dare atto che il parere previsto dal R.R. 41/01, di competenza
del Servizio Tutela e Risanamento risorsa acqua della Regione
Emilia-Romagna, che non ha partecipato alla seduta conclusiva della
Conferenza di Servizi, si intende positivo ai sensi dell'art. 14-ter,
comma 7 e comma 9, della Legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive
modificazioni;
f) di dare atto che i pareri previsti dal R.R. 41/01, di competenza
dell'Azienda Unita' sanitaria locale di Ferrara, della Provincia di
Ferrara e dell'Autorita' di Bacino del Po, sono compresi all'interno
del rapporto di cui alla lettera b);
g) di dare atto che il parere di competenza dell'Autorita' di Bacino
del Po ai sensi degli artt. 38 e 38 bis delle norme del PAI del Bacino
del Po e' compreso all'interno del rapporto di cui alla lettera b);
h) di dare atto che l'AIPO ha rilasciato nulla osta idraulico ai sensi
del Testo Unico 523/1904 con atto n. 456, del 5 marzo 2007, acquisito
dalla Regione Emilia-Romagna con prot. n. 2007.0066806 dell'8 marzo
2007, che costituisce l'Allegato 3, parte integrante e sostanziale
della presente deliberazione;
i) di dare atto che l'ARNI ha rilasciato concessione per l'occupazione
di spazio acqueo ai sensi del R.D. 823/1911 con determinazione n. 101,
del 19 aprile 2007, a firma del Direttore ing. Ivano Galvani,
acquisito dalla Regione Emilia-Romagna con prot. 2007.0116986 del 30
aprile 2007, che costituisce l'Allegato 4, parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione;
j) di dare atto che il Comune di Ferrara ha rilasciato autorizzazione
paesaggistica ai sensi dell'art. 146 del DLgs 42/04 con Atto del
dirigente 1928/07, del 14 maggio 2007, a firma del Responsabile dello
Sportello Unico per l'edilizia geom. Polo Padovani, che costituisce
l'Allegato 5, parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione;
k) di dare atto che il parere di competenza del Ministero per i Beni e
le Attivita' culturali - Direzione regionale per i Beni culturali e
paesaggistici dell'Emilia-Romagna, che non ha partecipato alla seduta
conclusiva della Conferenza di Servizi, riguardo all'autorizzazione
paesaggistica e archeologica (DPR 173/04 e DLgs 42/04) si in tende
positivo ai sensi dell'art. 14-ter, comma 7 e comma 9, della Legge 7
agosto 1990, n. 241 e successive modificazioni;
l) il Servizio Parchi e Risorse forestali della Regione Emilia-Romagna
ha rilasciato la valutazione di incidenza con determinazione n. 2995
del 13 marzo 2007, a firma del Direttore generale Ambiente e Difesa
del suolo e della costa, dott. Giuseppe Bortone, che costituisce
l'Allegato 6, parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione;
m) di dare atto che la variante al PRG del Comune di Ferrara,
necessaria a recepire nello strumento urbanistico la perimetrazione e
la disciplina delle aree di tutela e salvaguardia delle opere di
derivazione, dovra' essere ratificata mediante assenso del Consiglio
comunale entro 30 giorni dalla data di approvazione del progetto
espressa con delibera di Giunta regionale, a pena di decadenza, come
previsto dall'art. 17, comma 3, della L.R. 9/99;
n) di dare atto che i pareri sugli strumenti urbanistici di competenza
di ARPA Sezione provinciale di Ferrara e Azienda Unita' sanitaria
locale di Ferrara sono compresi all'interno del rapporto di cui alla
lettera b);
o) di dare atto che il parere di competenza della Regione Veneto -
Direzione Difesa del suolo, che non ha partecipato alla seduta
conclusiva della Conferenza di Servizi, relativo alla derivazione di
interesse interregionale previsto dall'Accordo tra Regione Veneto e
Regione Emilia-Romagna del 13 dicembre 2006, si intende positivo ai
sensi dell'art. 14-ter, comma 7 e comma 9, della Legge 7 agosto 1990,
n. 241 e successive modificazioni;
p) di dare atto che ai sensi della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e
successive modifiche ed integrazioni, le autorizzazioni che vengono
rilasciate nell'ambito della Conferenza di Servizi assumono efficacia
all'atto dell'approvazione della presente deliberazione;
q) di stabilire, ai sensi dell'art. 17, comma 7, della L.R. 18 maggio
1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, che l'efficacia
temporale della presente valutazione di impatto ambientale e' fissata
in anni 3;
r) di trasmettere, ai sensi dell'art. 16, comma 3, della L.R. 18
maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, copia della
presente deliberazione al proponente Agenzia di Ambito per i Servizi
pubblici di Ferrara (ATO6);
s) di trasmettere, ai sensi dell'art. 16, comma 3, della L.R. 18
maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, per
opportuna conoscenza e per gli adempimenti di rispettiva competenza,
copia della presente deliberazione alla Provincia di Ferrara, al
Comune di Ferrara, al Servizio Tecnico di Bacino Po di Volano, al
Servizio Tutela e Risanamento risorsa acqua della Regione
Emilia-Romagna, all'Autorita' di Bacino del Po, all'AIPO, all'ARNI,
alla Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici
dell'Emilia-Romagna, al Servizio Parchi e Risorse forestali della
Regione Emilia-Romagna, all'Azienda Unita' sanitaria locale di Ferrara
e all'ARPA - Sezione provinciale di Ferrara e alla Regione Veneto -
Direzione Difesa del suolo;
t) di pubblicare per estratto nel Bollettino Ufficiale della Regione
Emilia-Romagna, ai sensi dell'art. 16, comma 3, della L.R. 18 maggio
1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, il presente partito
di deliberazione.

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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