DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 11 giugno 2007, n. 846
Direttiva in materia di affidamento familiare e accoglienza in comunita' di bambini e ragazzi (Legge 4 maggio 1983, n. 184 e successive modifiche e articoli 5 e 35, L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e successive modifiche)
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Visti:
- la Legge 4 maggio 1983, n. 184, cosi' come modificata dalla Legge 28
marzo 2001, n. 149 "Diritto del minore ad una famiglia", che
disciplina l'affidamento familiare del minore, e stabilisce che tali
norme si applichino, in quanto compatibili, anche nel caso di minori
inseriti presso una comunita';
- gli articoli 330 e 333 C.C., in materia di allontanamento del minore
dalla famiglia;
- la Legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione
del sistema integrato di interventi e servizi sociali";
- il DPCM 29 novembre 2001 "Definizione dei livelli essenziali di
assistenza", Allegato 1C "Area integrazione socio-sanitaria";
- il DLgs 30 giugno 2003, n. 196 "Codice in materia di protezione dei
dati personali";
- la Legge 6 febbraio 2006, n. 38 "Disposizioni in materia di lotta
contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia
anche a mezzo Internet";
visti inoltre:
- il D.P.R. 22 settembre 1988, n. 448 "Approvazione delle disposizioni
sul processo penale a carico di imputati minorenni", con particolare
riguardo agli articoli 22, 28 e 36, relativi all'inserimento in
comunita' di minori nell'ambito di un procedimento penale;
- l'art. 10 del DLgs 28 luglio 1989, n. 272, che stabilisce le
caratteristiche delle comunita' che accolgono i minori di cui sopra;
- la L.R. 31 marzo 2005, n. 15 "Statuto della Regione Emilia-Romagna"
e, in particolare gli articoli 6 e 9 che stabiliscono,
rispettivamente, che la Regione operi per promuovere e diffondere una
cultura dell'infanzia e dell'adolescenza finalizzata al riconoscimento
dei bambini e dei ragazzi come soggetti titolari di diritti, e
valorizzi lo specifico ruolo sociale della famiglia, promuovendo le
condizioni per il suo efficace svolgimento;
- la L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e successive modifiche "Norme per la
promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del
sistema integrato di interventi e servizi sociali", e, in
particolare:
- l' articolo 5, comma 4, che indica i servizi e gli interventi del
sistema locale a rete e, tra essi: "accoglienza familiare di persone
prive di adeguate reti familiari" (lettera c), ma anche "consulenza e
sostegno alle famiglie ed a chi assume compiti connessi al lavoro di
cura ed alle responsabilita' genitoriali, anche attraverso la
disponibilita' di servizi di sollievo" (lettera a), "servizi ed
interventi volti ad affiancare, anche temporaneamente, le famiglie
negli impegni e responsabilita' di cura" (lettera e), tipologie che si
attagliano all'affidamento familiare, cosi' come disciplinato nel
presente atto;
- "servizi ed interventi residenziali e semiresidenziali volti
all'accoglienza di persone i cui bisogni di cura, tutela ed educazione
non possono trovare adeguata risposta al domicilio" (lettera d);
"servizi ed interventi, quali case e centri antiviolenza, finalizzati
a fornire consulenza, ascolto, sostegno ed accoglienza a donne, anche
con figli, minacciate o vittime di violenza fisica, sessuale,
psicologica e di costrizione economica" (lettera f); "servizi ed
interventi di prevenzione, ascolto, sostegno ed accoglienza per minori
vittime di abuso, maltrattamento ed abbandono" (lettera g), che
riguardano l'accoglienza residenziale e semiresidenziale;
- l'art. 35, comma 2, che stabilisce la procedura per il funzionamento
di servizi e strutture che svolgono attivita' socio-assistenziali e
socio-sanitarie, attribuendone la competenza alla Giunta regionale,
sentita la Commissione assembleare competente.
Considerato che in tale quadro normativo la vigente legge regionale
abbia ricompreso sia l'istituto dell'affidamento familiare (in
particolare cfr. le lettere c), a), e) art. 5, comma 4), sia quello
dell'accoglienza in comunita' (in particolare cfr. le lettere d), f),
g) art. 5, comma 4);
visti infine:
- gli articoli 6, 9 e 36 della L.R. n. 2 del 2003;
- la L.R. 23 dicembre 2004, n. 29 e successive modifiche "Norme
generali sull'organizzazione ed il funzionamento del Servizio
sanitario regionale";
viste altresi':
- la deliberazione del Consiglio regionale 28 febbraio 2000, n. 1378
"Direttiva regionale in materia di affidamento familiare";
- la deliberazione della Giunta regionale 1 marzo 2000, n. 564
"Direttiva regionale per l'autorizzazione al funzionamento delle
strutture residenziali e semiresidenziali per minori, portatori di
handicap, anziani e malati di AIDS, in attuazione della L.R. 12
ottobre 1998, n. 34";
considerato che, anche in attuazione delle norme successivamente
entrate in vigore, e, in particolare, la Legge 28 marzo 2001, n. 149 e
la L.R. 12 marzo 2003, n. 2, si rende opportuna la rivisitazione
complessiva e unitaria della richiamata disciplina regionale, che
riguarda minori allontanati dalla famiglia, in affidamento familiare o
in comunita';
acquisito, ai sensi della L.R. n. 2 del 2003 e successive modifiche,
il parere favorevole:
- della Conferenza regionale del Terzo settore, in data 17 gennaio
2007 (art. 35, comma 2);
- della Conferenza Regione-Autonomie locali, in data 12 febbraio 2007
(art. 68, comma 2);
- della Commissione IV "Politiche per la salute e politiche sociali"
dell'Assemblea legislativa, in data 30 maggio 2007 (art. 35, comma 2 e
art. 68, comma 2);
dato atto del parere favorevole del Comitato di Direzione della
Regione Emilia-Romagna, in data 5 febbraio 2007;
richiamata, inoltre, la propria deliberazione 450/07 "Adempimenti
conseguenti alle delibere 1057/06 e 1663/06 - Modifiche agli indirizzi
approvati con delibera 447/03 e successive modifiche";
dato atto del parere di regolarita' amministrativa espresso dal
Direttore generale Sanita' e Politiche sociali dott. Leonida Grisendi
sul presente provvedimento ai sensi dell'art. 37 comma 4, della L.R.
43/01 e della propria deliberazione 450/07 e successive
modificazioni;
su proposta:
- dell'Assessore alla Promozione delle politiche sociali e di quelle
educative per l'infanzia e l'adolescenza. Politiche per
l'immigrazione. Sviluppo del volontariato, dell'associazionismo e del
terzo settore, Anna Maria Dapporto;
- dell'Assessore alle Politiche per la salute, Giovanni Bissoni;
a voti unanimi e palesi,
delibera:
1) di approvare l'Allegato, parte integrante e sostanziale del
presente atto deliberativo, recante "Direttiva in materia di
affidamento familiare e accoglienza in comunita' di bambini e
ragazzi";
2) di stabilire che il contenuto della Parte II dell'allegato stesso
sostituisce la disciplina relativa all'affidamento familiare e, in
particolare, la DCR 28 febbraio 2000, n. 1378 "Direttiva regionale in
materia di affidamento familiare", che si intende superata;
3) di stabilire che il contenuto della Parte III dello stesso Allegato
supera e sostituisce la disciplina relativa alle comunita'
residenziali o semiresidenziali per minori contenuta nella normativa
vigente e, in particolare, nella DGR 1 marzo 2000, n. 564 e nel cui
titolo sono conseguentemente soppresse le parole "per minori";
4) di stabilire, inoltre, che la composizione della Commissione
indicata al paragrafo 6.2 "Attivita' istruttoria" della Parte I
dell'Allegato alla DGR 1 marzo 2000, n. 564, per quanto riguarda
l'istruttoria relativa a comunita' per minori, e' modificata come
disposto al paragrafo 3.2 "Attivita' istruttoria" della Parte III
dell'Allegato al presente atto;
5) di pubblicare il presente atto nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
ALLEGATO
Direttiva in materia di affidamento familiare e accoglienza in
comunita' di bambini e ragazzi
Sommario
Premessa pag. 6
I. Parte generale pag. 9
1. Cenni sulla normativa internazionale pag. 9
2. Cenni sulla normativa statale pag. 11
3. Cenni sulla normativa regionale pag. 13
4. Oggetto, obiettivi generali e indicazioni comuni per famiglie
affidatarie e comunita' per minori pag. 15
5. Destinatari pag. 20
6. Funzioni pag. 21
6.1 Comune pag. 21
6.2 Provincia pag. 24
6.3 Regione pag. 26
7. Integrazione socio-sanitaria per il supporto ai bambini e ragazzi
in difficolta' e coordinamento provinciale e regionale pag. 27
7.1 Azienda unita' sanitaria locale pag. 27
7.2 Coordinamento tecnico provinciale per l'infanzia e
l'adolescenza pag. 29
7.3 Coordinamento regionale per l'attuazione dei diritti dell'infanzia
e dell'adolescenza pag. 31
8. Metodologia del lavoro integrato (e'quipe) e progetto quadro pag.
31
9. Facilitazioni pag. 34
10. Accompagnamento oltre il diciottesimo anno pag. 34
II. Affidamento familiare pag. 37
1. Accoglienza in famiglia (Affidamento eterofamiliare) pag. 37
1.1 "Affidamento" a parenti pag. 40
1.2 Affidamento a tempo parziale pag. 41
1.3 Sostegno del volontariato per il supporto al minore e famiglie
solidali pag. 41
2. Percorso della famiglia affidataria pag. 41
2.1 Prima informazione pag. 42
2.2 Preparazione e destinatari della formazione pag. 43
2.3 Obiettivi dei corsi di preparazione pag. 43
2.4 Modalita' di programmazione e attuazione dei corsi di
preparazione pag. 44
2.5 Contenuti dei corsi e criteri di qualita' pag. 45
2.6 Modalita' formative pag. 45
2.7 Percorso di conoscenza e di valutazione della disponibilita' pag.
46
3. Abbinamento, ipotesi progettuale, provvedimento, durata e numero di
bambini o ragazzi in affidamento familiare pag. 48
4. Progetto di accompagnamento dell'affidamento familiare pag. 49
4.1 Risorse umane ed interventi attivati dal sistema territoriale dei
servizi socio-sanitari pag. 50
4.2 Incontri, soggetti coinvolti e contenuti trattati pag. 51
4.3 Forme del mantenimento del rapporto tra bambino o ragazzo e
famiglia d'origine pag. 53
4.4 Sostegno alla integrazione scolastica pag. 53
4.5 Gruppi di incontro a sostegno dell'esperienza affidataria pag.
54
4.6 Rientro del minore nella famiglia d'origine pag. 55
4.7 Interventi di accompagnamento della famiglia d'origine pag. 55
5. Tutela lavorativa e interventi economici a sostegno
dell'affidamento familiare pag. 56
5.1 Tutela lavorativa e previdenziale degli affidatari pag. 56
5.2 Benefici economici pag. 57
6. Tipologie particolari di affidamento pag. 57
6.1 Affidamento in emergenza: famiglie e reti di famiglie per bambini
zero-sei anni pag. 58
6.2 Sostegno all'accoglienza di bambini o ragazzi stranieri e
affidamento a famiglie della stessa cultura
(affidamento omoculturale) pag. 59
6.3 Affidamento del bambino insieme alla madre pag. 60
III. Accoglienza in comunita' pag. 62
1. Risposte accoglienti: le comunita' residenziali e
semiresidenziali pag. 62
1.1 Obiettivi dell'accoglienza in comunita' semiresidenziali pag. 65
1.2 Obiettivi dell'accoglienza in comunita' residenziali pag. 66
1.3 Risorse umane: adulti accoglienti e personale pag. 68
1.3.1 Adulti accoglienti pag. 69
1.3.2 Personale pag. 69
1.3.3 Supervisione pag. 72
1.3.4 Figure di supporto pag. 72
1.4 Carta dei servizi pag. 73
1.5 Progettualita' educativa pag. 75
1.5.1 Progetto educativo individualizzato pag. 75
1.5.2 Progetto educativo-psicologico pag. 76
1.5.3 Progetto di vita pag. 77
1.6 Collegamento con la rete dei servizi territoriali pag. 78
1.7 Obblighi informativi pag. 78
1.8 Requisiti strutturali pag. 79
1.8.1 Requisiti per la comunita' familiare e la comunita'
casa-famiglia pag. 80
1.8.2 Requisiti per le comunita' educative residenziali e di
transizione pag. 81
1.8.3 Requisiti comuni per le comunita' semiresidenziali pag. 83
2. Tipologie di comunita' pag. 84
2.1 Tipologie consolidate pag. 84
2.1.1 Comunita' familiare pag. 84
2.1.2 Comunita' socio-educativa pag. 86
2.1.3 Comunita' di pronta accoglienza pag. 87
2.1.4 Comunita' casa-famiglia multiutenza pag. 89
2.2 Nuove tipologie pag. 90
2.2.1 Comunita' semiresidenziale socio-educativa pag. 92
2.2.2 Comunita' semiresidenziale e comunita' residenziale
educativo-psicologiche pag. 94
2.2.3 Residenze di transizione: comunita' socio-educativa ad alta
autonomia (gruppo appartamento) e convitto giovanile pag. 97
2.2.4 Casa/comunita' per gestanti e per madre con bambino pag. 99
2.3 Strutture residenziali per adulti che accolgono anche minori pag.
102
2.3.1 Casa rifugio per donne maltrattate con figli pag. 103
2.3.2 Struttura residenziale per persone dipendenti da sostanze
d'abuso con figli minori pag. 105
2.4 Tipologie sperimentali e nucleo di valutazione pag. 105
3. Autorizzazione al funzionamento pag. 107
3.1 Requisiti pag. 107
3.2 Attivita' istruttoria pag. 108
3.3 Domanda per il rilascio dell'autorizzazione al funzionamento pag.
109
3.4 Rilascio dell'autorizzazione pag. 110
3.5 Elementi dell'autorizzazione al funzionamento pag. 111
3.6 Durata e rinnovo dell'autorizzazione al funzionamento. Verifiche e
controlli pag. 111
3.7 Registro provinciale delle strutture autorizzate - Sezione
strutture per minori e giovani adulti pag. 112
3.8 Obblighi conseguenti all'autorizzazione al funzionamento pag. 112
4. Sanzioni pag. 113
5. Norma transitoria per le strutture funzionanti pag. 113
(segue allegato fotografato)