REGIONE EMILIA-ROMAGNA

DELIBERAZIONE DELL'ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA 24 ottobre 2006, n. 81

Approvazione, ai sensi della L.R. 50/96, del programma regionale per il diritto allo studio universitario relativo agli anni accademici 2006-2007, 2007-2008 e 2008-2009 (proposta della Giunta regionale in data 11 settembre 2006, n. 1238)

L'ASSEMBLEA LEGISLATIVA
Richiamata la deliberazione della Giunta regionale progr. n. 1238
dell'11 settembre 2006, recante in oggetto "Approvazione programma
regionale per il diritto allo studio universitario, ai sensi della
L.R. 50/96. Proposta all'Assemblea legislativa regionale";
preso atto delle modificazioni apportate sulla predetta proposta dalla
Commissione assembleare referente "Turismo Cultura Scuola Formazione
Lavoro Sport", giusta nota prot. n. 14971 in data 21 settembre 2006;
visti:
- la Legge costituzionale  3/01;
- la Legge 2 dicembre 1991, n. 390 che detta norme in materia di
diritto allo studio universitario;
- il DPCM 9 aprile 2001 "Uniformita' di trattamento sul diritto agli
studi universitari", adottato ai sensi dell'art. 4 della citata Legge
2 dicembre 1991, n. 390;
vista la L.R. 24 dicembre 1996, n. 50 "Disciplina del diritto allo
studio universitario. Abrogazione della L.R. 19 ottobre 1990, n. 46 e
della L.R. 19 luglio 1991, n. 20" e successive modificazioni, ed in
particolare l'art. 4 della medesima che:
- al comma 1, prevede l'elaborazione di un programma regionale per il
diritto allo studio universitario, coerente con gli obiettivi, gli
indirizzi e le priorita' della programmazione nazionale dello sviluppo
universitario;
- al comma 2, stabilisce che il programma deve comunque contenere:
a) l'indicazione degli obiettivi generali da perseguire e quelli da
realizzare in via prioritaria, tenendo conto anche del raccordo tra
formazione universitaria e formazione professionale;
b) le strategie utili al conseguimento degli obiettivi fissati;
c) il quadro delle risorse finanziarie che si prevede di acquisire ed
impiegare nel periodo di riferimento;
ritenuto pertanto opportuno provvedere all'approvazione del programma
regionale per il diritto allo studio universitario, relativo agli a.a.
2006-2007, 2007-2008 e 2008-2009, contenuto nell'Allegato 1 parte
integrante della presente deliberazione;
ritenuto a tal fine utile evidenziare i risultati del precedente
programma regionale, relativo agli anni accademici 2003-2004,
2004-2005 e 2005-2006, contenuti nell'Allegato 2 parte integrante
della presente deliberazione, riferiti ai dati sugli iscritti alle
Universita' e alle Istituzioni di Alta Formazione artistica e musicale
della regione, sui benefici concessi e sulle risorse finanziarie
utilizzate nel periodo considerato;
dato atto che il programma medesimo e' stato presentato alle Aziende
regionali per il diritto allo studio universitario ed ai Rettori delle
Universita' aventi sede legale sul territorio dell'Emilia-Romagna, al
fine di acquisire valutazioni e proposte;
previa votazione palese, a maggioranza dei presenti,
delibera:
1) di approvare il programma regionale per il diritto allo studio
universitario, relativo agli a.a. 2006-2007, 2007-2008 e 2008-2009,
contenuto nell'Allegato 1 parte integrante della presente
deliberazione;
2) di evidenziare i risultati relativi al precedente programma
regionale, contenuti nell'Allegato 2 parte integrante della presente
deliberazione;
3) di approvare, per le motivazioni espresse in premessa e che qui si
intendono integralmente riportate, il programma regionale per il
diritto allo studio universitario relativo agli anni accademici
2006-2007, 2007-2008 e 2008-2009, allegato come parte integrante della
presente deliberazione;
4) di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione Emilia-Romagna affinche' costituisca oggetto della piu'
ampia divulgazione.
ALLEGATO 1
Programma regionale per il diritto allo studio universitario
Indice
1) Il quadro di riferimento
2) Le prospettive del diritto allo studio universitario
3) I risultati del precedente programma regionale
4) Il programma regionale per il diritto allo studio universitario per
gli aa.aa. 2006-2007, 2007-2008 e 2008-2009
5) Gli obiettivi generali
6) Il quadro finanziario
1) Il quadro di riferimento
La programmazione regionale degli interventi per il diritto allo
studio universitario relativa agli a.a. 2006-2007, 2007-2008 e
2008-2009 tiene conto di alcuni elementi di natura normativa,
economica e sociale, emersi nel triennio appena trascorso.
Il sistema universitario italiano, dopo la riforma degli ordinamenti
del 1999, e' stato ulteriormente modificato dal DM 270/04 che ha
riconosciuto maggiore autonomia agli Atenei nell'organizzazione dei
corsi di studio ed ha introdotto la riformulazione dei corsi afferenti
ad una medesima classe ordinamentale, o a gruppi affini, con
l'attivazione del cosiddetto "percorso a ipsilon" per classi comuni,
nonche' la distinzione tra laurea e laurea magistrale.
Un quadro di riferimento, pertanto, ancora in assestamento, ma non
compiutamente aderente alle esigenze di sviluppo del sistema
universitario, che andrebbe invece consolidato in direzione di una
maggiore coerenza con le politiche comunitarie in materia di
valorizzazione delle risorse umane, in particolare negli ambiti della
formazione superiore e della formazione per tutta la vita, al fine di
corrispondere alle aspettative dei giovani ed alle necessita' del
mondo del lavoro e delle professioni.
L'applicazione del DM 509/99 ha portato in Emilia-Romagna ad un
aumento degli studenti iscritti al corso di laurea triennale (dai
69.525 iscritti nell'a.a. 2002/2003 ai 94.613 iscritti nell'a.a.
2004/2005), al quale ha fatto seguito l'attivazione dei corsi di
laurea magistrale che, nell'a.a. 2004/2005, hanno raggiunto i 10.064
studenti iscritti. Il che dimostra una domanda sostenuta di
continuazione del percorso formativo, sempre piu' mirato a
specializzazioni utili per l'inserimento occupazionale e consone alle
esigenze del mercato del lavoro.
L'approvazione della Legge 53/03 "Delega al Governo per la definizione
delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle
prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale" non
ha ancora sviluppato i suoi effetti nei confronti del sistema
universitario. L'impianto di tale riforma lascia in ogni caso aperti
molti elementi di incertezza per quanto riguarda il relativo impatto
sul sistema universitario, introducendo una netta divaricazione fra
chi potra' "naturalmente" accedere all'universita' (provenendo dai
percorsi liceali) e chi dovra' affrontare una strada piu' complicata
per accedervi (provenendo dai percorsi di istruzione e formazione
professionale).
Il programma regionale per il diritto allo studio universitario per il
triennio 2006-2008, pur intervenendo pertanto in una situazione ancora
in evoluzione, indica le strategie e gli interventi che la Regione
Emilia-Romagna, nell'esercizio delle proprie prerogative
costituzionali, intende perseguire a favore degli studenti
universitari.
2) Le prospettive del diritto allo studio universitario
A seguito della riforma costituzionale di cui alla Legge 3/01, si e'
aperta una fase di confronto fra Stato e Regioni per la definizione
dei rispettivi ruoli in materia di diritto allo studio universitario.
Tale confronto, alla luce del novellato Titolo V, si e' avviato in
merito alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni da
garantire su tutto il territorio nazionale.
A tal fine, le Regioni hanno elaborato un documento, approvato
all'unanimita' dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle
Province autonome nel febbraio 2005 e finalizzato al superamento del
DPCM 9 aprile 2001 (che detta le condizioni per l'uniformita' di
trattamento degli studenti universitari), tuttora in vigore, in attesa
della revisione della Legge 390/91.
In tale documento, si afferma il principio secondo il quale
l'individuazione dei livelli essenziali (L.E.) segue alla definizione
di specifici diritti dei cittadini, che in quanto tali devono essere
soddisfatti: non sara', conseguentemente, piu' sostenibile
l'assegnazione della borsa di studio ad una parte degli studenti
idonei, perche' la fruizione del diritto dovra' essere garantita a
tutti.
A norma della Costituzione, la definizione dei L.E., per le Regioni
intesi come importi minimi delle borse di studio, da corrispondere in
parte anche con la fornitura di servizi, compete allo Stato; ne deriva
che anche il relativo finanziamento attiene alla competenza dello
Stato, cui spetta l'onere della copertura finanziaria, in
considerazione delle proprie responsabilita' in materia, le Regioni
hanno peraltro manifestato disponibilita' a contribuire a tale
copertura, ipotizzando di destinare risorse finanziarie regionali e di
mettere a disposizione servizi o prestazioni aggiuntive.
Il documento delle Regioni non ha tuttavia avuto accoglienza da parte
del governo che, da un lato non ha dato risposte, dall'altro ne' per
il 2005 ne' per il 2006 ha previsto le risorse necessarie per il
passaggio alla disciplina dei livelli essenziali in materia di diritto
allo studio universitario, in attuazione della Costituzione. Al fine
di garantire la concessione dei benefici agli studenti, e' pertanto
risultata inevitabile, anche per l'a.a. 2005/2006, la proroga del DPCM
9 aprile 2001, senza alcuna modifica, e se ne prevede la proroga fino
all'intervento di revisione legislativa.
E' auspicabile che, nel periodo di vigenza del presente programma, il
confronto fra Stato e Regioni venga ripreso per superare le
evidenziate difficolta', anche in conseguenza della non compiuta
attuazione del dettato costituzionale.
3) I risultati del precedente programma regionale
In tale contesto, va evidenziato che i risultati di quanto realizzato
nel precedente programma discendono dalla puntuale applicazione della
normativa vigente e dei relativi atti attuativi, con particolare
riferimento al DPCM sull'uniformita' di trattamento degli studenti
universitari, emanato a norma dell'art. 4 della Legge 390/91. Come
gia' rilevato, si tratta di un provvedimento scaduto e piu' volte
prorogato, che vincola l'intervento regionale, condizionandone la
competenza esclusiva attraverso una regolamentazione di estremo
dettaglio. Dalle condizioni poste in tale decreto discende, inoltre,
il meccanismo di riparto fra le Regioni del Fondo integrativo
nazionale, introdotto per ampliare la percentuale di studenti che
fruiscono del DSU. In sostanza, non e' stato possibile superare le
regole "strette" poste dal DPCM, il che ha generato nel corso degli
anni un andamento altalenante del fabbisogno finanziario, a fronte del
quale le Regioni non sono potute intervenire, ne' impostando proprie
politiche per la concessione dei benefici ne' modulando gli interventi
secondo la compatibilita' con le risorse disponibili. Un impianto,
pertanto, obsoleto, da superare rapidamente sia perche' non piu'
legittimo alla luce della riforma costituzionale, sia soprattutto
perche' niente affatto rispondente alla finalita' originaria di
garantire l'uniformita' di trattamento agli studenti universitari su
tutto il territorio nazionale.
Il presente programma si completa con le tavole (Allegato 2), riferite
al precedente triennio, contenenti i dati piu' significativi
relativamente agli iscritti alle Universita' e alle Istituzioni di
Alta Formazione artistica e musicale della regione (paganti la tassa
regionale per il diritto allo studio universitario), ai benefici
concessi ed alle risorse finanziarie utilizzate. Va in proposito
specificato che, al fine di rappresentare i risultati in continuita'
con il triennio precedente, in alcune tavole si sono riportati anche i
risultati dell'a.a. 2002/2003 gia' presenti nell'ultimo programma.
Poiche', inoltre, le rilevazioni dei dati degli iscritti e dei
benefici relativi all'anno accademico 2005/2006 - ultimo anno della
precedente programmazione - sono effettuate in momenti successivi alla
stesura del presente programma, tali dati non sono contenuti nelle
tavole.
La concessione dei benefici (borse di studio e contributi alla
mobilita' internazionale) e l'erogazione dei servizi abitativo e
ristorativo non esauriscono, peraltro, l'ambito degli interventi
attuati dalle Aziende regionali per il diritto allo studio a favore
degli studenti universitari.
Sono stati infatti potenziati i servizi volti a favorire
l'accessibilita' e l'informazione, tramite l'implementazione dei siti
internet in collegamento con i siti delle Universita', la possibilita'
di visualizzare e compilare le domande dei benefici a concorso per via
telematica e, in alcuni casi, tramite servizi di consulenza per dare
supporto agli studenti in modo personalizzato.
Sono stati attivati sportelli tematici, ad esempio quelli per
l'orientamento al lavoro e per il supporto agli studenti in situazione
di handicap; si sono realizzate iniziative culturali e ricreative. In
alcune sedi, le strutture ristorative dedicate agli studenti
universitari sono state aperte al pubblico, introducendo anche
proposte di programmi culturali e di intrattenimento nelle ore
serali.
Nel triennio 2003-2005, la Regione ha destinato alle Aziende risorse
di FSE per iniziative di orientamento al lavoro a favore di studenti
universitari, con priorita' ai laureandi e neolaureati, per agevolare
e migliorare l'accesso e l'integrazione nel mercato del lavoro, in
collaborazione con le Universita' e gli Enti locali e con il
coinvolgimento del sistema della formazione professionale e delle
imprese. Con tali risorse sono state realizzate iniziative di
accoglienza, informazione, consulenza orientativa, bilanci di
competenze, tirocini per accompagnare i giovani nella fase di
transizione dall'universita' al lavoro, nell'ambito di sportelli
dedicati all'orientamento, operanti in integrazione con altre
strutture esistenti sul territorio, quali i centri provinciali per
l'impiego, anche nelle sedi di decentramento delle Universita'. Con
riferimento alle sole risorse destinate nell'anno 2003 a livello
regionale, queste iniziative hanno coinvolto oltre 2.700 giovani, di
cui circa 200 hanno partecipato a tirocini formativi e di orientamento
in Italia e all'estero.
Sono stati inoltre potenziati i servizi di accoglienza per studenti
stranieri, in continuita' con le iniziative intraprese in tema di
mobilita' internazionale, e sono stati realizzati studi e ricerche su
fabbisogni professionali e sbocchi occupazionali, nonche' attivita' di
formazione rivolte ad operatori dell'orientamento nelle Aziende.
Per quanto concerne il servizio abitativo, nelle tre annualita' della
precedente programmazione le risorse regionali ammontano
complessivamente a oltre 9,4 milioni di Euro per il finanziamento di
interventi attuati nell'ambito della L.R. 36/81, e percio' a totale
carico della Regione, a cui si aggiunge la quota relativa al
cofinanziamento statale previsto dalla Legge 338/00, pari ad oltre
11,5 milioni di Euro.
Alla conclusione del triennio si e' mantenuta una sostanziale
stabilita' a livello regionale nel numero di posti alloggio resi
disponibili; al fine del miglioramento qualitativo delle strutture,
sono stati effettuati numerosi interventi di ristrutturazione e
manutenzione.
Nel corso del 2003 e 2004 l'Azienda di Bologna ha effettuato
interventi di miglioramento strutturale ed acquisti di nuovi computer
presso le residenze Carducci, Forni, Galvani, Malpighi, Marconi,
Galotti, Poeti, Petroni, Miramonte e San Vitale a Bologna. Sono stati
effettuati lavori di restauro e riqualificazione di Palazzo Urbinati a
Cesena. E' stata inoltre informatizzata la procedura per la gestione
degli spazi e dell'ospitalita' delle residenze, compreso il pagamento
on-line del posto alloggio.
A Modena, oltre alla ristrutturazione della residenza Donati e
all'apertura di una nuova residenza a Reggio Emilia, stanno per
partire i lavori di ristrutturazione della residenza Allegretti.
A Parma e' in fase di realizzazione la ristrutturazione della
residenza Volturno e sta per avviarsi il bando di gara per la
realizzazione di una nuova residenza con il cofinanziamento della
Regione e della Fondazione Cariparma.
A Ferrara, oltre all'attivita' di manutenzione straordinaria svolta
presso la Casa dello Studente, sono in corso la messa a norma del
complesso chiostrale di Santo Spirito e i lavori di ristrutturazione
dello studentato Casa delle Vedove, destinato a residenza
universitaria attraverso un cofinanziamento del Comune di Ferrara e
della Regione.
Sono stati finanziati ulteriori interventi ai sensi della L.R. 15/03
per il potenziamento e il miglioramento funzionale di opere edilizie
da destinare a spazi per attivita' didattico-scientifiche nell'ambito
dei poli di nuovo insediamento delle Universita' aventi sede nel
territorio regionale.
I finanziamenti concessi nel 2004, per un totale di Euro 1.599.000,00
riguardano, nel comune di Forli', la ristrutturazione del Padiglione
celtico e, nel comune di Cesena, le ristrutturazioni e gli adeguamenti
di due fabbricati nel parco di Villa Americi e del Palazzo Mazzini
Marinelli e il recupero e l'adeguamento della palazzina ex finanza in
Via Martiri della Liberta'.
I finanziamenti concessi nel 2005, per un totale di Euro 1.000.000,00
riguardano la realizzazione di servizi ristorativi all'interno del
Campus universitario ex area ospedaliera Morgagni a favore del Comune
di Forli' e l'acquisizione da parte della Provincia di Reggio Emilia
del Padiglione Morselli, inserito all'interno del complesso
immobiliare denominato "Ex area San Lazzaro", da destinare a sede
della facolta' di Ingegneria.
4) Il programma regionale per il diritto allo studio universitario per
gli aa.aa. 2006-2007, 2007-2008 e 2008-2009
Nel ribadire che il programma regionale per il diritto allo studio
universitario per gli aa.aa. 2006-2007, 2007-2008 e 2008-2009 viene
elaborato in una fase di passaggio verso il pieno esercizio delle
competenze regionali in materia, esso presenta linee di indirizzo che,
seppur transitorie, mirano fra l'altro a rafforzare il coinvolgimento
per la realizzazione degli interventi di una pluralita' di soggetti
autonomi, attraverso modalita' fondate sulla collaborazione
istituzionale (fra Regione, Universita', Comuni sedi di Ateneo e di
decentramento) e sulla partecipazione attiva degli studenti
universitari.
L'impianto della L.R. 50/96 tendeva a promuovere lo sviluppo di
sinergie istituzionali e territoriali che contribuissero ad apportare
valore aggiunto all'offerta universitaria emiliano-romagnola. Le
condizioni, i benefici, i servizi per il diritto allo studio sono
infatti al contempo elementi di qualita' dell'offerta universitaria e
fattori che connotano la qualita' urbana, concorrendo pertanto a
determinare il livello di attrattivita' delle Universita' e delle
citta'. Tanto e' vero che le scelte degli studenti (sia quelli
dell'Emilia-Romagna, sia quelli provenienti da altre regioni) sono
determinate anche dai "fattori di accoglienza", la cui qualita' e
quantita' sono certamente valutate al momento di definire come e dove
si continuera' il proprio percorso formativo.
Particolare rilevanza assume, a tale proposito, la disponibilita' di
alloggi pubblici per la generalita' degli studenti, sia sotto il
profilo della positiva azione di riequilibrio dei prezzi di mercato
che ne puo' derivare, sia per quanto attiene all'allineamento con gli
standard europei, necessario soprattutto in relazione alle azioni di
internazionalizzazione e di scambio di studenti, ricercatori,
imprese.
La Regione Emilia-Romagna, che ha fatto propri gli obiettivi
comunitari di sviluppare la competitivita' e di valorizzare le risorse
umane nel quadro della societa' della conoscenza e dell'informazione,
presenta un sistema economico-produttivo che richiede personale di
alta qualificazione; al tempo stesso, sul territorio regionale sono
presenti molteplici risorse di giovani capaci, anche in ragione
dell'attivita' delle Universita' che vi operano, tutte nella fascia
degli Atenei eccellenti e tutte dotate di alta attrattivita'.
Strategico, pertanto, e' il poter sostenere la capacita' di attrazione
del sistema universitario regionale, caratteristica pressoche' unica
in ambito nazionale e uno dei punti di forza di una prospettiva di
sviluppo della societa' regionale nel suo complesso, anche in
direzione delle applicazioni avanzate della ricerca scientifica e
dell'innovazione che poggiano prioritariamente sulle risorse dei
giovani.
Il concetto di diritto allo studio e' andato via via ampliandosi a
ricomprendere tutto cio': in tale ambito, la Regione esercita la
propria competenza su quel segmento del diritto allo studio che tutela
"gli studenti capaci e meritevoli, ancorche' privi di mezzi" (art. 34
della Costituzione), competenza da integrare e completare con quanto
e' responsabilita' delle Universita', dei Comuni e del contesto
locale, al fine di differenziare ed articolare gli interventi, di
renderli piu' coerenti con le specifiche necessita' dei giovani, di
integrarli con i servizi delle citta' e con i progetti di sviluppo
degli Atenei, di aumentarne il livello di efficacia in relazione alle
disponibilita' finanziarie.
Alla luce delle considerazioni su espresse, si ritiene opportuno
avviare un ampio processo di riflessione, con il coinvolgimento delle
Universita', dei Comuni interessati e degli studenti, volto a rilevare
gli sviluppi delle previsioni della L.R. 50/96, con particolare
riferimento alla finalita', comune e condivisa, di impostare una
politica per il diritto allo studio piu' rispondente alle nuove
esigenze della societa' regionale, nonche' a valutare,
conseguentemente, l'efficacia e l'efficienza degli assetti e delle
modalita' gestionali, anche tenendo conto del rapporto
costi/benefici.
Al fine di migliorare la fruizione dei diritti da parte degli studenti
universitari su tutto il territorio regionale, anche attraverso il
perseguimento di maggiore uniformita' negli interventi e nelle
modalita' operative, e' opportuno promuovere processi di
riorganizzazione amministrativa che mirino alla razionalizzazione dei
servizi. In tale contesto, sara' utile attivare azioni di verifica e
di riorganizzazione aziendale, tendenti ad unificare la gestione di
alcuni servizi di tipo interno, a livello amministrativo, e di alcuni
servizi rivolti agli studenti, azioni che dovranno, in ogni caso,
perseguire la facilitazione all'accesso e la semplificazione delle
procedure a favore degli studenti, garantendo un presidio territoriale
in grado di soddisfare le loro esigenze.
E' in ogni caso necessario che le Aziende operino in direzione del
contenimento dei costi di gestione e di razionalizzazione della spesa,
anche attenendosi alle disposizioni contenute nella L.R. 11/04
"Sviluppo regionale della societa' dell'informazione", in particolare
agli artt. 19 e 21.
Va inoltre ripreso il processo di confronto a livello nazionale per
riscrivere le regole del DSU, oggi insostenibili, e per rivedere
conseguentemente gli aspetti finanziari, ivi compresi i criteri per il
riparto delle risorse nazionali alle Regioni.
In ragione di quanto detto, il presente programma potra' essere
rivisitato nel corso della sua durata, al fine di rimetterlo a punto
in coerenza con le scelte che verranno via via maturando, sia a
seguito della riflessione che si intende avviare, sia in conseguenza
delle auspicate modifiche del quadro nazionale.
5) Gli obiettivi generali
L'azione regionale e', nel suo complesso, volta a rendere piu'
efficaci gli interventi rivolti agli studenti capaci, meritevoli ed in
disagiate condizioni economiche, concentrando su tale obiettivo le
risorse disponibili, al fine di predisporre un sistema che garantisca
agli studenti, in regola con i requisiti di legge e per tutta la
durata del corso di studi, il supporto economico ed i servizi
indispensabili per il raggiungimento del successo formativo nel piu'
breve tempo possibile.
In relazione a tale obiettivo, alle Aziende regionali per il diritto
allo studio universitario (ARDSU) viene affidato il compito di operare
secondo le seguenti priorita':
5.1 Borse di studio
L'obiettivo sul quale le Aziende devono concentrare le risorse
disponibili e' il perseguimento della piu' ampia copertura del
fabbisogno di borse di studio. A tal fine, oltre ad utilizzare il
gettito della tassa regionale e le risorse del Fondo integrativo
nazionale, le ARDSU destinano al pagamento delle borse di studio quote
dei fondi regionali loro attribuiti per l'attivita' ed il
funzionamento.
Le Aziende si impegnano altresi' a ricercare ulteriori risorse
finanziarie tramite relazioni o accordi con Universita', Enti locali,
Fondazioni o altri soggetti del territorio.
5.2 Prestiti fiduciari
Il prestito fiduciario, o prestito d'onore, e' un beneficio che, pur
affiancandosi alle borse di studio, presenta caratteristiche
specifiche; in particolare, il prestito offre allo studente la
possibilita' di accedere a forme di finanziamento che "investono"
sulla sua condizione economica futura e che sono concesse a condizioni
particolarmente agevolate, senza la necessita' di garanzie reali o
personali da parte di terzi. Si tratta di benefici gia' attivi in
diversi Paesi, ove tuttavia si presentano con modalita' e procedure
molto diversificate fra loro, in evidente relazione con i sistemi
economico-finanziari locali, il che non rende possibile, perche'
disomogenea, una eventuale valutazione comparativa in termini di punti
di forza o di criticita'.
Alcune prime esperienze sono tuttavia gia' partite anche in Italia. In
Emilia-Romagna, in particolare, nel corso del 2004 e 2005, in
attuazione del DM 198/03, le Universita' di Bologna, Modena-Reggio
Emilia e Ferrara hanno attivato in via sperimentale, in collaborazione
con Aziende e Istituti di credito ed in accordo con la Regione,
progetti per la concessione di prestiti a studenti universitari. A
Ferrara, ad esempio, si e' avviato il progetto "Universithouse" per la
concessione di prestiti finalizzati al pagamento dell'affitto di un
alloggio per la durata degli studi.
I risultati di queste operazioni non indicano, al momento, che si
tratti di interventi particolarmente richiesti dagli studenti, in
quanto sono forme di agevolazione ancora poco note e certamente meno
"appetibili" della ben piu' conosciuta borsa di studio.
A livello nazionale, con l'approvazione della Legge 80/05, e' stato
costituito un fondo di 10 milioni di Euro, da ripartire fra le Regioni
sulla base di criteri concertati con le stesse, finalizzato alla
costituzione di garanzie sul rimborso dei prestiti fiduciari, nonche'
alla corresponsione agli studenti privi di mezzi di contributi in
conto interessi per il rimborso dei predetti prestiti. A seguito di
tale processo, la Giunta regionale provvedera' ad emanare un atto di
indirizzo alle Aziende in merito agli aspetti inerenti la concessione
dei prestiti, elaborato con il contributo delle Aziende stesse,
sentite le Universita' e le Istituzioni ammesse ai benefici del
diritto allo studio universitario, nonche' ad assegnare alle Aziende
le rispettive quote del finanziamento nazionale.
5.3 Trasparenza, diritto di accesso e controlli
Pur rilevando che, nel tempo, il livello dell'interazione fra gli
studenti e le Aziende e' decisamente migliorato, si ribadisce che le
Aziende devono mirare alla continua semplificazione delle procedure,
con particolare riguardo alla predisposizione dei formulari di domanda
ed alle modalita' di ammissione ai benefici. Si richiede in
particolare la cura delle modalita' di informazione, ricordando che
gli studenti hanno diritto di accesso alle informazioni che li
riguardano e che hanno facolta' di presentare reclami ed istanze.
Al fine di assicurare agli studenti le condizioni piu' agevoli per la
gestione dei benefici ottenuti, per quanto in particolare attiene alle
procedure per la concessione o la revoca (ed eventuale restituzione)
dei benefici concessi, le Aziende stabiliscono e pubblicizzano i
termini temporali entro i quali saranno espletati i controlli
necessari a validare o a revocare i benefici medesimi. Le verifiche
sui requisiti stabiliti nei bandi devono essere espletate dalle
Aziende nei tempi piu' brevi possibili e, attraverso intese o accordi
con le Universita', gli esiti relativi ai requisiti di merito devono
in ogni caso essere comunicati agli studenti, iscritti agli anni
successivi al primo, prima dell'erogazione della seconda rata della
borsa di studio. Le procedure per il recupero dei benefici assegnati,
inoltre, devono prevedere modalita' di rateizzazione per importi e con
scadenze dilazionate nel tempo che tengano conto delle condizioni
economiche disagiate degli studenti, in tal modo consentendo, fra
l'altro, di alleggerire l'attivita' profusa dalle Aziende per il
recupero dei crediti.
E' essenziale, in considerazione dell'efficace funzione di deterrenza
svolta, mantenere alto il livello di controllo sulle
autocertificazioni prodotte dagli studenti.
Le ARDSU devono pertanto continuare a svolgere i dovuti controlli
(formali e sostanziali) sulle documentazioni presentate, componendo il
campione, come previsto per legge, in parte attraverso il sorteggio
delle domande accolte, in parte individuando situazioni ritenute poco
chiare, e trasmettendo quindi le posizioni selezionate, ai fini di una
verifica sostanziale delle dichiarazioni, agli Uffici finanziari.
Con riguardo al tema della privacy, le Aziende sono considerate
titolari dei trattamenti dei dati personali ai sensi del DLgs 196/03:
sono pertanto tenute a redigere il Documento programmatico sulla
sicurezza. Essendo enti strumentali della Regione, privi di potesta'
regolamentare autonoma, devono fare riferimento al regolamento tipo
emanato dalla Regione Emilia-Romagna (R.R. n. 3 del 24 aprile 2006).
5.4 Sostegno alla mobilita' internazionale
In ragione della rilevanza che la Regione Emilia-Romagna annette al
contesto europeo quale riferimento naturale per le prospettive di vita
e di lavoro dei giovani, e degli studenti universitari in particolare,
le Aziende operano per favorire la mobilita' internazionale degli
studenti per attivita' di studio e di ricerca, ferma restando la
priorita' di cui al precedente punto 5.1.
5.5 Azioni di sostegno all'inserimento di studenti in situazione di
handicap
Al fine di accompagnare tutti gli studenti al successo formativo,
specifica attenzione deve essere posta dalle Aziende allo sviluppo di
azioni di sostegno al percorso universitario degli studenti in
situazione di handicap, anche attraverso opportune intese con le
Universita' e gli Enti locali.
In considerazione della partecipazione alla formazione universitaria a
livello regionale di studenti in condizioni di handicap certificato
non inferiore al 66% - nell'a.a. 2004/2005, 615 studenti, di cui 94
hanno beneficiato della borsa di studio e 54 del posto alloggio -
risulta necessario intervenire al fine di rimuovere qualsiasi ostacolo
alla suddetta partecipazione.
Si richiede in particolare alle Aziende di fornire, in raccordo con le
Universita' e con i Comuni sede di Ateneo o di decentramento, un
servizio di accompagnamento a favore di studenti con disabilita'
certificata non inferiore al 66%.
5.6 Servizio abitativo
In continuita' con il programma precedente, sono prioritari gli
interventi tesi al miglioramento strutturale delle residenze e
all'incremento della disponibilita' di posti alloggio, superando nel
contempo il vecchio modello di "studentato-dormitorio" con la
previsione di strutture polifunzionali in grado di supportare
l'aspetto abitativo con attivita' collaterali quali la dotazione di
sale per studio, riunioni, collegamenti per l'accesso ad Internet.
6) Il quadro finanziario
Le fonti di finanziamento per il diritto allo studio universitario
sono rappresentate, di norma, da risorse della Regione e dello Stato.
A livello nazionale, sono disponibili le risorse del Fondo integrativo
per la concessione di prestiti d'onore e borse di studio (FIN). La
quota di FIN attribuita alla Regione Emilia-Romagna per l'anno 2005 e'
pari ad Euro 14.065.093,94; inoltre, come gia' segnalato, nel 2005
sono state attribuite alla Regione risorse per la concessione di
prestiti fiduciari per un ammontare pari a circa 914.000,00 Euro.
Nelle more della definizione di nuovi criteri di riparto alle Regioni
delle risorse del FIN (a seguito della quale la Giunta regionale
approvera' le modalita' per ripartire la propria quota alle ARDSU
secondo criteri rispondenti alle priorita' individuate nel presente
programma, tenuto altresi' conto delle diverse situazioni di
riferimento), restano confermate le modalita' previste nella
deliberazione consiliare 275/01.
La Legge finanziaria 2006, inoltre, istituisce in via sperimentale un
"Fondo per spese sostenute dalle famiglie per le esigenze degli
studenti universitari", la cui dotazione per l'anno 2006 e' fissata
nel limite di 25 milioni di Euro, da ripartirsi tra le Regioni con
criteri definiti d'intesa in sede di Conferenza Stato-Regioni. A
seguito della definizione della quota di tale fondo spettante alla
Regione Emilia-Romagna, la Giunta provvedera' al riparto alle Aziende,
secondo criteri e modalita' successivamente stabilite con proprio
atto.
Va inoltre ricordato che la L.R. 18/96 "Disciplina della tassa
regionale per il diritto allo studio universitario" e successive
modifiche ed integrazioni, ha disciplinato l'utilizzo delle risorse
derivanti dalla tassa regionale per il diritto allo studio (introdotta
a livello nazionale con la Legge finanziaria del 1996, n. 549/1995, e
finalizzata esclusivamente al pagamento di borse di studio),
fissandone l'importo in Euro 98,13, quale risorsa primaria per la
copertura del fabbisogno di borse di studio. Si tratta di risorse non
preventivamente quantificabili, essendo diretta conseguenza della
variabilita' del numero degli iscritti ai corsi universitari nelle
diverse annualita'.
Oltre al complessivo importo della tassa regionale ed alla quota del
FIN da utilizzare per il pagamento delle borse di studio, l'impegno
finanziario della Regione per le spese di gestione e funzionamento
delle ARDSU (fra le quali vanno ricomprese le spese per tutti gli
altri servizi agli studenti e le spese per il personale) ammonta, per
l'esercizio finanziario 2006, ad Euro 19.417.488,86 e viene ripartito
fra le Aziende secondo criteri definiti dalla Giunta regionale.
Per gli esercizi finanziari successivi, esso sara' determinato con le
relative leggi di bilancio.
Al fine di perseguire il raggiungimento della piu' ampia omogeneita'
territoriale per quanto riguarda la fruizione dei benefici del diritto
allo studio universitario, con particolare riferimento al livello di
copertura del fabbisogno di borse di studio, la Regione puo' assegnare
risorse aggiuntive, anche di Fondo sociale europeo (FSE), alle Aziende
in situazione di particolare difficolta', secondo un criterio di
finalizzazione esclusiva agli obiettivi previsti ed a condizione che
le difficolta' siano adeguatamente motivate.
Si segnala inoltre che, in ragione dell'incertezza sugli esiti dei
negoziati relativi alla nuova programmazione FSE 2007-2013, e' stato
necessario concentrare le risorse dell'ultima annualita' 2006 su
alcuni interventi prioritari, non potendo pertanto procedere ad
assegnazioni di Fondo sociale europeo alle Aziende nel 2006 per azioni
di orientamento, peraltro rivolte alla generalita' degli studenti.
In considerazione delle accennate priorita', si e' ritenuto altresi'
opportuno destinare alle ARDSU nel 2006 risorse di FSE - pari a Euro
1.360.000 - per la concessione di borse di studio agli studenti
universitari, al fine di incentivare la partecipazione dei giovani
all'alta formazione universitaria; circa 800.000 Euro sono stati,
infine, assegnati alle Aziende per l'erogazione di assegni formativi
per l'accesso ai master universitari integrati con la formazione
professionale.
(segue allegato fotografato)

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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