COMUNE DI FORLI'

COMUNICATO

Titolo III - Decisione relativa alla procedura di VIA concernente il progetto di coltivazione area di cava in localita' Sabbioni, evidenziata nel PAE comunale come "Polo estrattivo 14 Castiglione"

L'Autorita' competente: Comune di Forli' - Servizio Ambiente - Unita'
risorse idriche e suolo - Via Filopanti n. 4 - 47100 Forli' (FC) -
Regione Emilia Romagna, comunica la deliberazione relativa alla
procedura di VIA, concernente il progetto di coltivazione area di cava
in localita' Sabbioni, evidenziata nel PAE comunale come "Polo
estrattivo 14 Castiglione".
Il progetto e' presentato da: Soc. Romagna Cave Srl, con sede legale
in Forli', Via Galvani n. 11/13.
Il progetto e' localizzato in comune di Forli' - localita' Castiglione
Sabbioni.
Il progetto interessa il territorio del comune di Forli' e della
provincia di Forli'-Cesena.
Ai sensi del Titolo III della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 come
modificata dalla L.R. 16 novembre 2000, n. 35, l'Autorita' competente:
Comune di Forli' - Servizio Ambiente, Unita' risorse idriche e suolo -
Via Filopanti n. 4 - 47100 Forli' con deliberazione di Giunta comunale
n. 509 del 22 novembre 2005 ha assunto la seguente decisione:
a) di approvare la valutazione di impatto ambientale positiva, ai
sensi dell'art. 16 della L.R. 18 maggio 1999, n. 9, per le attivita'
previste dal "Progetto di coltivazione dell'area di cava in localita'
Sabbioni evidenziata nel PAE comunale come Polo estrattivo 14
Castiglione", presentato dal geom. Evangelisti Giuseppe, legale
rappresentante della Ditta Romagna Cave Srl, con sede legale in Via
Galvani n. 11/13, Forli', poiche' il progetto e' ritenuto, secondo gli
esiti dell'apposita Conferenza di Servizi conclusasi in data 23
settembre 2005, nel complesso ambientalmente compatibile, ma nel
rispetto delle limitazioni e prescrizioni poste dal "Rapporto
sull'impatto ambientale del progetto di coltivazione dell'area di cava
in localita' Sabbioni evidenziata nel PAE comunale come Polo
estrattivo 14 Castiglione" (Allegato 1);
b) di ritenere, quindi, possibile effettuare le attivita' di cui al
punto a) a condizione che siano rispettate le prescrizioni e
limitazioni indicate ai paragrafi 2.3., 3.3. e 4.3. dell'Allegato 1,
che qui si ripetono:
prescrizioni, emerse in merito al quadro di riferimento
programmatico:
 1) occorre modificare sostanzialmente il progetto di escavazione per
le zone estrattive D, E, F, G, H, I a causa della presenza di edifici
di carattere storico, di una compagine boschiva tutelata,
dell'opportunita' di mantenere un'adeguata fascia di tutela per la
stessa, della necessita' di osservare le distanze dalla sede stradale,
rispettando in particolare le distanze del limite di cava di:
1) 100 m dagli edifici di Casa Salambrini, della Chiesa e della
Canonica;
2) 20 m dalle strade,
3) 10 m dalla fascia boscata tutelata.
 2) In merito al precedente punto l.b a seguito delle valutazioni
delle controdeduzioni presentate dalla Ditta Romagna Cave Srl al
Comune di Forli' in data 25 agosto 2005, allo Schema del rapporto
sull'impatto ambientale approvato durante la sesta seduta della
Conferenza di Servizi (Allegato 2) e trasmesso al proponente (ai sensi
della L.R. 9/99 e successive modifiche ed integrazioni, art. 18, comma
3) ed ai membri della Conferenza con lettera datata 29 luglio 2005 si
ritiene che la concessione di deroga allo scavo in direzione della
strada (Via Castel Leone), per una distanza da stabilire (tra 0 e 10
m) possa essere valutata in sede di autorizzazione del progetto
esecutivo ai sensi della L.R. 17/91 a fronte della presentazione di
adeguate verifiche tecniche corredate dalle relative indagini
geognostiche, atte a dimostrare la stabilita' dei versanti finali
proposti lungo Via Castel Leone.
 3) Conseguentemente all'individuazione delle distanze da rispettare
sopra elencate e del vincolo ricadente sul bosco posto fra il Rio
Cosina e Via Castel Leone, ex art. 142, comma 1, punto g) del DLgs
42/04, le porzioni della zona 3 nelle quali appare possibile
effettuare l'attivita' estrattiva risulta essere il settore E e
parzialmente il settore F.
 4) A tutela della compagine boschiva tutelata si ritiene opportuno
che gli scavi mantengano una distanza di almeno 10 m dal limite della
formazione boschiva, a salvaguardia della stessa e degli apparati
radicali.
 5) Per i rifugi risalenti alla seconda guerra mondiale sottostanti le
zone di scavo E ed F sara' necessario prevedere nel progetto
definitivo adeguate opere provvisionali di puntellamento per
garantirne la stabilita' durante tutto il periodo di coltivazione
della cava.
 6) In sede di richiesta dell'autorizzazione ai sensi della L.R.
17/91, che conterra' al proprio interno anche l'autorizzazione
ambientale ai sensi dell'art. 159 del DLgs 42/04, la Ditta dovra'
allegare, oltre agli elaborati tecnici aggiornati, ed al progetto
delle suddette opere provvisionali, alcune foto-simulazioni
panoramiche dello stato dei luoghi durante le fasi dell'attivita'
estrattiva e la previsione di un intervento graduale di
rinaturalizzazione delle aree interessate con indicazione dei tempi e
delle metodologie e tecniche allo scopo adottate anche in base ad
eventuali indicazioni e prescrizioni del Corpo forestale dello Stato.
 7) L'abbattimento della vegetazione, in base ai criteri espressi nel
Piano infraregionale delle attivita' estrattive (P.I.A.E.) in merito
al recupero ambientale ed in ottemperanza all'art. 4 del DLgs 18
maggio 2001, n. 227 "Orientamento e modernizzazione del settore
forestale, a norma dell'articolo 7 della Legge 5 marzo 2001, n. 57"
deve essere compensata attraverso la ripiantumazione di aree. Si
richiede che esse siano di estensione complessiva maggiore del 30%
rispetto a quelle eliminate, poste possibilmente in continuita' alle
zone vicine gia' occupate da boschi e altre formazioni vegetazionali.
Prescrizioni, emerse in merito al quadro di riferimento progettuale:
In merito al trasporto del materiale:
 8) Il quantitativo massimo giornaliero di materiale utile
trasportabile viene fissato in 450 mc.
 9) Il percorso interno all'area di cava deve sempre rimanere esterno
al bosco.
10) Eventuali ulteriori prescrizioni a riguardo del transito degli
automezzi adibiti al trasporto del materiale di cava, quale ad esempio
il numero massimo di passaggi giornalieri di mezzi consentiti lungo i
percorsi da/per la cava, potranno essere stabilite nell'ambito della
concessione della autorizzazione all'attivita' estrattiva ai sensi
della Legge 17/91.
In merito a stabilita' dei fronti di scavo e dei rifugi:
11) La realizzazione delle scarpate di scavo e di sistemazione finale
da effettuare nelle vicinanze di strutture che richiedono particolare
garanzia nei confronti della sicurezza statica (fabbricati, strade
pubbliche, sottoservizi - settori E, F della zona 3, settore C della
zona 2), dovra' essere preceduta da una analisi di stabilita' basata
su una stratigrafia di dettaglio e parametri meccanici desunti da
specifiche indagini geognostiche in sito e successive analisi di
laboratorio su campioni di materiale rappresentativi del sito.
12) Alla luce delle valutazioni programmatiche tali strutture sono
individuate in:
- Via Castel Leone a monte delle zone E ed F;
- gli edifici posti a nord-est del settore C.
13) La descrizione delle suddette indagini geognostiche ed analisi di
stabilita' e dei relativi risultati dovra' essere presentata per le
opportune verifiche all'Ufficio Geologico del Comune, nell'ambito
della richiesta di autorizzazione ai sensi della L.R. 17/91.
14) Al fine di limitare i fenomeni erosivi e/o evitare l'innesco di
fenomeni franosi, le aree di estrazione dovranno essere perimetrate da
idoneo reticolo di fossi che dovra' essere oggetto di periodica
manutenzione. Un idoneo reticolo di fossi dovra' essere anche
mantenuto una volta realizzata la sistemazione finale delle aree
estrattive, evitando tassativamente zone di ristagno o la dispersione
delle acque a ridosso delle scarpate. I fossi di scolo dovranno essere
collegati alla rete di deflusso delle acque presente in loco.
15) Per le zone E ed F si chiede di realizzare un profilo di
ripristino finale dolce, non a gradoni, adeguatamente raccordato con
le aree circostanti.
16) I versanti di sistemazione finale caratterizzati da maggiore
acclivita' e posti nelle vicinanze di elementi sensibili dovranno
essere prontamente inerbiti e interessati dalla messa in opera di
impianti di ingegneria naturalistica al fine di limitare fenomeni
erosivi ed evitare il decadimento delle proprieta' meccaniche del
terreno.
Inoltre, come proposto dalla Ditta stessa:
17) In corso d'opera, al fine di contenere i fenomeni erosivi e di
evitare l'intorbidimento delle acque saranno posizionate nei fossi
delle tagliole metalliche con rete, fi'ttoni di ancoraggio e
geotessile aventi funzione di smorzamento della velocita' dell'acqua e
di trattenimento delle eventuali particelle in sospensione. I fossi di
progetto (in corso e post-opera) saranno periodicamente manutentati,
evitando cosi' possibili ristagni e fenomeni di interramento.
18) Nei fossi post-opera, saranno predisposte delle brigliette
costituite da pali di larice o di castagno.
In merito alle grotte:
19) Dovra' essere eseguito, preventivamente all'attivita' di
escavazione, il puntellamento delle pareti interne alle cavita'
sottostanti i settori E e F ed eseguito un frequente monitoraggio
delle condizioni di stabilita' delle stesse. Nel caso emergessero
evidenti segni di degradazione o instabilita' sara' indispensabile
intervenire con idonee misure di salvaguardia, dandone immediata
comunicazione all'Ufficio Geologico del Comune di Forli' che potra'
condizionare la continuazione dell'attivita' ad ulteriori misure.
In merito all'invaso:
Nella realizzazione dell'invaso:
20) dovranno essere posizionate scale di risalita, cartelli monitori e
recinzioni (nell'intorno del lago e alla prevasca di decantazione) in
conformita' alle vigenti norme in materia di sicurezza;
21) essendo l'area classificata come Zona di rilevante interesse
paesaggistico dal PTCP di Forli'-Cesena sara' opportuno, in fase
progettuale per un miglior inserimento dell'opera nel contesto
circostante, progettare forme alternative, di aspetto piu' naturale,
del perimetro dell'invaso. Sarebbe opportuno che tale forma
rispondesse a criteri di maggiore naturalita' adattandosi, per quanto
possibile, alla morfologia dell'area;
22) la copertura arborea e/o arbustiva di ripristino vegetazionale e
rinaturalizzazione previste nel progetto dovra' essere estesa lungo
tutto il perimetro dell'invaso, avendone particolare cura nella
realizzazione.
Come proposto dalla Ditta stessa:
23) per mitigare l'impatto dell'opera e favorire la sua
rinaturalizzazione saranno realizzati quinte ed impianti vegetali
costituiti da essenze arboree, arbustive ed erbacee autoctone;
24) l'impianto forestale dovra' mitigare l'impatto visivo dell'invaso
e offrire possibilita' di rifugio per gli animali.
Per la realizzazione dell'invaso si suggeriscono inoltre alcune
indicazioni di massima:
25) l'invaso dovra' essere opportunamente impermeabilizzato al fine di
evitare che l'invaso alimenti la falda o viceversa. A tale scopo
andra' verificata l'idoneita' dei materiali utilizzati per
l'impermeabilizzazione, la cui messa in opera dovra' essere effettuata
per stati successivi di piccolo spessore adeguatamente compattati e
l'opera dovra' essere soggetta a collaudo;
26) per il ripristino delle sponde dell'invaso e delle aree
circostanti dovra' essere utilizzato il terreno vegetale derivante
dallo scotico, che si avra' cura di accumulare, separatamente dalle
altre tipologie di materiale, in spessori adeguati e del quale si
provvedera' alla manutenzione per evitarne la morte biologica;
27) al fine di evitare l'interramento dell'invaso, dovra' essere
prevista una periodica manutenzione della prevasca, della briglia e
delle canalette di adduzione;
28) al momento della progettazione definitiva da presentare in fase
autorizzativa, ai sensi della L.R. 17/91, si consiglia di approfondire
le indagini geognostiche allo scopo di ottenere una piu' precisa
ricostruzione stratigrafica e geotecnica del sottosuolo.
29) Si consiglia inoltre, nella stessa fase, di verificare la
stabilita' delle sponde del lago nelle condizioni di falda al massimo
ravvenamento e invaso vuoto.
In merito alla stabilizzazione del versante nord orientale Monte
Vescovado.
30) La messa in sicurezza definitiva della frana di Monte Vescovado
dovra' avvenire contestualmente alla cantierizzazione dell'area di
cava, in modo da poter verificare, nell'arco della durata
dell'attivita' di estrattiva, la reale efficacia delle opere di
sistemazione progettate.
In merito al ripristino naturalistico.
31) A compensazione della distruzione di habitat determinata
dall'abbattimento della vegetazione nella zona di escavazione A e
nella zona E, si prescrive l'impianto di una nuova superficie boscata
maggiorata del 30%, per un totale di circa 25.300 mq. Tale superficie
boscata dovra' essere impiantata in continuita' di boschi gia'
esistenti, interni o limitrofi al Polo estrattivo di Castiglione,
favorendo anche la creazione di corridoi ecologici che mettano in
collegamento le macchie di vegetazione ed il bosco presenti
nell'area.
32) L'esecuzione dei nuovi impianti dovra' avvenire in concomitanza
dell'avvio dell'attivita' estrattiva onde permettere lo svolgimento
degli interventi di manutenzione, irrigazione e ripristino delle
eventuali fallanze nella piantumazione, durante le operazioni di
cava.
33) Siepi e formazioni boschive dovranno essere realizzate in modo da
ridurre la frammentazione nella logica dei corridoi ecologici ed
incrementando la complessita' della rete ecologica presente.
34) Per tutti gli interventi di rimboschimento/impianto
arboreo-arbustivo si dovra' tenere conto delle seguenti prescrizioni:
35) per quanto riguarda le aree da rimboschire all'interno della zona
di scavo, contestualmente al completamento di ogni lotto, si dovra'
procedere al ripristino nell'autunno immediatamente successivo. Le
aree non interessate da escavazione destinate ad interventi di
rinaturalizzazione dovranno essere piantumate nell'autunno
immediatamente successivo all'attivazione della cava. In entrambi i
casi si dovra' prevedere l'apporto di letame (20-30 tonn./ha) al fine
di conferire sufficiente grado di fertilita' al terreno stesso
eseguendo una leggera lavorazione superficiale per l'interramento del
letame stesso;
36) per le specie arboree sono consigliabili distanze di impianto
variabili tra 2.5 e 3.5 metri; le specie arbustive possono invece
essere poste a dimora in gruppi piu' densi (0.5-1.5) anche per
ottenere una piu' rapida copertura del suolo;
37) la buca dovra' essere dimensionata in base alla specie che si
mette a dimora e comunque adeguata per una corretta sistemazione delle
radici;
38) per i cinque anni successivi all'impianto e comunque fino al
raggiungimento di un attecchimento sufficiente, la Ditta dovra'
effettuare il controllo della vegetazione erbacea, tramite sfalci,
eseguiti in modo da evitare il soffocamento delle piante messe a
dimora, o mediante l'impiego di dischi pacciamanti di materiale
biodegradabile posti alla base delle piantine al momento
dell'impianto;
39) nello stesso periodo si dovranno sostituire le fallanze con
cadenza annuale e si dovranno effettuare, all'occorrenza, irrigazioni
di soccorso;
40) le piante arboree dovranno essere protette selettivamente dagli
eventuali danni provocati dalla fauna selvatica;
41) l'impianto non dovra' essere fatto in maniera geometrica bensi' in
modo da conferire al bosco caratteristiche il piu' possibile vicino
alla naturalita';
42) alberi ed arbusti dovranno essere di buon sviluppo e di dimensioni
adeguate alla specie; comunque gli alberi da mettere a dimora dovranno
avere un'altezza di almeno 80/100 cm;
43) in tutti i casi in cui sia tecnicamente possibile, le piantine
dovranno essere micorrizate;
44) la mescolanza tra le diverse specie dovra' preferibilmente
attuarsi per piccoli gruppi, eventualmente alternando ai gruppi di
alberi qualche gruppo di arbusti;
45) la scelta delle specie da impiegare dovra' tenere conto della
vegetazione naturale presente nelle zone limitrofe, escludendo
comunque le piante della famiglia delle rosaceae in quanto vettori
della malattia "colpo di fuoco batterico" e delle specie infestanti o
non autoctone quali Robinia pseudoacacia, Celtis australis e Ailanthus
altissima; a titolo indicativo, si fornisce un elenco delle specie da
impiegare:
specie arboree:
- Acero campestre,
- Carpino bianco,
- Farnia,
- Frassino meridionale,
- Olmo campestre,
- Rovere,
- Roverella;
specie arbustive:
- Euonimo o fusaggine,
- Frangola,
- Ligustro,
- Marruca o paliuro,
- Nocciolo,
- Sambuco,
- Sanguinella,
- Tamerice.
46) Nelle aree rinaturalizzate dovranno essere previsti nidi
artificiali sia per uccelli sia per chirotteri in misura di due per
ettaro.
47) Gli interventi di piantumazione dovranno riguardare il 30% in piu'
(di numero ed estensione) delle piante eliminate;
48) sara' inoltre prevista, all'interno della convenzione da stipulare
ai sensi della L.R. 17/91, un'apposita clausola contrattuale che
obblighi la Ditta alla manutenzione della vegetazione, boschiva e non,
per almeno 5 anni dal termine dell'attivita' estrattiva.
49) Si chiede di limitare l'uso delle luci notturne al fine di
minimizzare il disturbo alla fauna locale.
50) Si concorda con la proposta progettuale della realizzazione, nella
porzione piu' a nord del settore A, di un nuovo impianto forestale
(Tavola 13 delle integrazioni) che si ricolleghi ad Est con la
vegetazione gia' esistente che sara' mantenuta intatta.
51) Si ritiene in aggiunta di piantumare, preliminarmente all'inizio
dell'attivita' di scavo, una siepe di alberi di altezza di circa 2
metri in prossimita' del confine nord del settore estrattivo A (a
distanza di almeno 5 metri dal fronte di scavo), a mitigazione degli
impatti dell'attivita' di cavi nei confronti dei potenziali
recettori.
52) Il progetto esecutivo di rimboschimento dovra' essere concordato
con il Servizio Opere di urbanizzazione verde e Arredo urbano ed il
Servizio Ambiente - Ufficio VIA del Comune, e presentato nell'ambito
del progetto definitivo di escavazione che sara' oggetto di
approvazione ai sensi della L.R. 17/91.
53) Prescrizione generale sul progetto: le prescrizioni impartite
nell'ambito del presente procedimento di VIA comportano delle
modifiche progettuali consistenti, rispetto al progetto presentato,
pertanto queste dovranno essere acquisite dai progettisti, e
presentate in adeguati nuovi elaborati progettuali, nell'ambito della
richiesta di autorizzazione all'estrazione al Comune ai sensi della
L.R. 17/91, ai fini della verifica di ottemperanza delle prescrizioni
stesse.
Prescrizioni in merito al quadro di riferimento ambientale:
In merito alla qualita' dell'aria;
Come proposto dalla stessa Ditta:
54) si individuano 2 fasce di rispetto di 200 e 110 m di raggio dai
ricettori con le seguenti prescrizioni:
1) area esterna alla fascia 200 m: e' ammessa la lavorazione di 2
mezzi contemporanei in qualsiasi condizione meteoclimatica e
meteodiffusiva;
2) area compresa tra le fasce 110 e 200 m:
- e' ammessa la lavorazione di 1 mezzo in qualsiasi condizione
meteoclimatica e meteodiffusiva;
- e' ammessa la lavorazione di 2 mezzi contemporanei se sussistono le
seguenti condizioni meteo:
- velocita' del vento > 3 m/s;
- direzione di provenienza del vento dai quadranti Nord ed Est (cioe'
con i ricettori sopravento);
3) area interna alla fascia di 110 m:
- e' ammessa la lavorazione di 1 mezzo se sussistono le seguenti
condizioni meteo:
- velocita' del vento > 3 m/s;
- direzione di provenienza del vento dai quadranti Nord ed Est (cioe'
con i ricettori sopravento).
55) Il rispetto dei punti 1, 2 e 3 del precedente punto 54 e'
demandato alla opportuna redazione del piano di coltivazione della
cava.
56) Al fine del rispetto dei punti 2 e 3 si dovra' installare una
centralina meteoclimatica da posizionarsi in sito.
57) In particolare, dovranno essere predisposti sistemi di avviso
(acustici e/o visivi), delle condizioni meteo.
Si richiede inoltre:
58) di installare, in accordo con l'Ufficio Geologico ed ARPA, una
centralina meteo per il rilevamento in continuo di direzione e
velocita' vento e temperatura che rimanga attiva per tutti gli anni
che verranno dati in concessione per l'attivita' estrattiva in un
punto rappresentativo della meteorologia del sito. La centralina deve
essere posta ad almeno 3 metri di altezza dal suolo e ad una distanza
di almeno 50 metri dall'edificio piu' vicino.
59) L'esecuzione di monitoraggi organizzati sia per la fase
ante-operam che in corso d'opera:
a) Ante operam:
- prima dell'inizio delle attivita' estrattive si richiede
l'esecuzione di due campagne, una estiva ed una invernale, presso il
recettore n. 5 (La Rodolfa). Ciascuna campagna durera' 3 settimane
consecutive. Per ogni campagna verranno determinati i seguenti
parametri: concentrazione delle polveri fini (PM 10) tramite metodica
UNI EN 12341; rilevazioni di SO2 e NO2 tramite campionatori passivi.
- Si rileva inoltre la necessita' di installare una centralina meteo
per il rilevamento in continuo di direzione e velocita' vento e
temperatura che rimanga attiva per tutti gli anni che verranno dati in
concessione per l'attivita' estrattiva.
b) In corso d'opera:
- durante l'attivita' estrattiva nella zona 1 settore A, si
prescrivono, presso il recettore n. 5 (La Rodolfa), due campagne di
rilevamento, una estiva ed una invernale di 3 settimane consecutive
ciascuna. Ogni campagna consistera' nella determinazione della
concentrazione delle polveri fini (PM 10) tramite metodica UNI EN
12341 e in rilevazioni di SO2 e NO2 tramite campionatori passivi.
- Durante l'attivita' estrattiva nella zona 3, si prescrivono, presso
il recettore n. 1 (Casa Salambrini) due campagne, una estiva ed una
invernale di 3 settimane consecutive ciascuna. In base alla direzione
predominante del vento, individuata dall'analisi dei dati della
centralina meteo precedentemente installata, si determinera' se
eseguire il monitoraggio durante le lavorazioni nei settori D, oppure
G, o F.
c) Relativamente a tutte le fasi:
- gli esiti dei monitoraggi devono essere comunicati ad ARPA - Sezione
provinciale di Forli'-Cesena ed al Comune di Forli' - Servizio
Ambiente;
- in funzione dei valori di concentrazione degli inquinanti rilevate,
l'Autorita' competente (Comune di Forli'), in accordo con ARPA, potra'
richiedere ulteriori controlli della qualita' dell'aria.
Osservato che vi sono edifici posti a breve distanza dal fronte di
coltivazione della cava si prescrive:
60) che il fronte di coltivazione in prossimita' di edifici abitati
dovra' essere fissato a non meno di 40 m dai fabbricati come previsto
dall'art. 21 del P.A.E.;
61) se gli edifici, piu' vicini di 40 m all'area di scavo, non fossero
abitati dovrebbe comunque essere raccolta la disponibilita' dei
proprietari a mantenerli tali fino alla fine della coltivazione;
62) di attuare tutte le misure di mitigazione degli inconvenienti da
polveri indicate nella relazione tecnica di impatto della componente
atmosferica (allegato VIA/03.01) e di far scattare i sistemi
predisposti di avviso finalizzati alla sospensione delle opere di
escavazione se le condizioni meteo non rientrano in quelle indicate
come favorevoli dopo un tempo massimo di 20 min.;
63) le piste di viabilita' interna alla cava, ricadenti nell'area
della fascia di 100 m di rispetto dai ricettori sensibili dovranno
essere realizzate e gestite in modo da ridurre al minimo possibile il
sollevamento di polveri al passaggio dei mezzi di trasporto dei
materiali di cava;
64) anche la viabilita' esterna alla cava, ove non asfaltata, dovra'
essere mantenuta umidificata;
65) ulteriori prescrizioni sui percorsi finalizzate alla mitigazione
degli impatti sulla qualita' dell'aria sono date nel paragrafo su
"Viabilita' e Traffico".
In merito a Viabilita' e traffico:
66) Si individua quale percorso piu' idoneo lungo le strade comunali
quello individuato nel progetto originario. Alla luce delle
valutazioni svolte si accolgono le seguenti misure di controllo degli
impatti sulla viabilita' e la sicurezza stradale, proposte dalla
Ditta:
67) si dovra' procedere ad una convenzione con l'Amministrazione
comunale per interventi di manutenzione e di adeguamento ove necessari
non appena si riscontrassero fenomeni di usura o particolari
condizioni che impediscano una regolare circolazione.
68) Una diffusa segnaletica di limitazione di velocita' per gli
autocarri (50 Km/h) e di avviso della presenza degli incroci, anche
con uso di segnaletica sonora orizzontale;
69) una diffusa presenza di piazzole di scambio.
70) i specificano le ulteriori seguenti prescrizioni:
a) Via Bassetta: ad ogni cedimento della pavimentazione stradale
dovranno essere eseguite puntuali operazioni di ricarico; qualora i
cedimenti avvenissero in adiacenza al fossato consorziale, dovranno
essere previsti interventi di tombinatura, eseguiti nel rispetto delle
prescrizioni impartite dal Consorzio di Bonifica della Romagna
Centrale. Dovranno essere eseguite inoltre n. 4 piazzole di
interscambio;
b) Via Ossi e Ca' Talenta: dovra' essere garantita la sicurezza alla
viabilita' mediante costanti interventi manutentivi;
c) Via Castel Leone: dovranno essere previste operazioni di ricarico,
esecuzione n. 5 piazzole di interscambio e, qualora se ne presentasse
la necessita', interveni di bonifica comprensivi di sbancamento,
tessuto non tessuto, riempimento con materiali inerti ed adeguati
spessori in conglomerato bituminoso;
d) Via Rio Bolzanino: dovranno essere previste operazioni di ricarico
e l'esecuzione n. 4 piazzole di interscambio;
e) strada privata di collegamento fra Via Bassetta e Via Ossi: dovra'
essere acquisita l'autorizzazione della proprieta', dovra' essere
asfaltata previa bonifica per dare le adeguate caratteristiche di
portanza, piu' segnaletica e miglioramento innesto su Via Bassetta;
f) Via dei Sabbioni; dovranno essere mantenuti strada e fossi ed
eseguite n. 2 piazzole di interscambio;
g) gli accessi alla cava dovranno essere opportunamente asfaltati per
una lunghezza di 40 metri;
h) tutta la segnaletica, sia orizzontale che verticale, sara' a carico
della ditta;
i) dovra' essere garantita quotidianamente la chiusura di tutte le
buche;
j) la ditta avra' l'obbligo di lavaggio del percorso nelle giornate
lavorative almeno una volta al giorno;
k) Si propone infine la istituzione di divieto di transito autocarri
nel senso contrario ai mezzi di cava.
71) II progetto definitivo della viabilita' (piazzole, ricariche ecc.)
dovra' essere concordato con il Servizio Viabilita' dell'Area Lavori
pubblici del Comune di Forli' ed inserito quale parte integrante
dell'apposita convenzione;
72) la Ditta deve presentare, contestualmente al progetto esecutivo
che andra' consegnato al Comune ex L.R. 17/91: il titolo in virtu' del
quale potra' utilizzare il tratto di strada, privato, tra Via Bassette
e Via Ossi.
73) Resta inoltre da valutare a carico del proponente la fattibilita'
tecnica e giuridica di un'ulteriore alternativa di percorso, a seguito
della proposta presentata, in sede di contraddittorio svolto, ex art.
15 L.R. 9/99 e successive modifiche ed integrazioni, in data 29 giugno
2005, dal Presidente del Comitato di zona Villagrappa-Castiglione, che
proponeva un percorso alternativo (prima fase di scavo, percorso di
ritorno) attraversando alcune proprieta' in modo da rendere il
percorso piu' breve e di minore intralcio per traffico locale
(Allegato 1, Figura 4 -12).
74) Inoltre, relativamente alla viabilita' interna al cantiere si
prescrive:
a) per le zone estrattive 1 e 2: di prevedere un percorso diverso da
quello indicato in Allegato 2 delle integrazioni in modo da arrecare
il minor disturbo possibile agli edifici abitati presenti intorno,
subito a nord (tra le quali quelli della Rodolfa, podere Vernici) e
subito ad est delle aree di progetto;
b) si propone in particolare di predisporre la viabilita' interna tra
il centro ed il confine sud delle aree di estrazione di progetto (zona
1, ambito A e zona 2, ambito C);
c) per la zona estrattiva 3: di organizzare il cantiere, incluso il
posizionamento della pesa e la viabilita' interna in maniera da non
interessare l'area boscata e la fascia di 10 m di rispetto della
stessa;
d) ulteriori prescrizioni particolari per gli adeguamenti delle
strutture stradali potranno essere impartite nell'ambito del rilascio
dell'autorizzazione che dovra' essere richiesta ai sensi della L.R.
17/91.
In merito a Geologia ed Idrogeologia:
Si elencano di seguito le principali prescrizioni di carattere
geologico e idrogeologico scaturite in Conferenza di Servizi, per le
quali si rimanda al quadro progettuale per maggiori dettagli:
75) gli scavi da eseguire nelle vicinanze di elementi sensibili che
richiedono particolare tutela (settori C, E, F) dovranno essere
preceduti da una nuova verifica di stabilita' basata su specifiche
indagini geognostiche in sito e prove di laboratorio atte a definire
la stratigrafi'a di dettaglio del terreno e i relativi parametri di
resistenza meccanica;
76) ai fini della conservazione della stabilita' generale di versanti
sara' indispensabile la realizzazione di un'opportuna rete di
drenaggio delle acque superficiali e di opere di ingegneria
naturalistica al fine di evitare l'erosione superficiale e limitare
l'infiltrazione delle acque;
77) a riguardo dell'area lago si consiglia l'esecuzione di ulteriori
indagini geognostiche per una migliore ricostruzione della
stratigrafi'a del terreno;
78) si consiglia inoltre l'esecuzione di una nuova verificata la
stabilita' delle sponde in caso di falda a livelli piu' superficiali
come rilevato dai dati idrogeologici.
79) Relativamente alla stabilizzazione del versante nord orientale
Monte Vescovado, la messa in sicurezza definitiva della frana di Monte
Vescovado dovra' avvenire contestualmente alla cantierizzazione
dell'area di cava, in modo da poter verifi'care, nell'arco della
durata dell'attivita' di estrattiva, la reale efficacia delle opere di
sistemazione progettate.
In merito al consumo idrico:
80) Al fine dell'utilizzo di acqua dai pozzi per le esigenze della
cava e' necessario disporre della concessione all'estrazione di acqua
dagli stessi da parte del Servizio Tecnico di Bacino della Regione ed
il rispetto delle relative condizioni.
In merito al rumore:
Fatte salve le misure previste dallo stesso proponente:
81) si prevede di mantenere nelle piazzole di carico i mezzi a motore
spento durante la fase di carico: questa viene indicata come modalita'
operativa che dovra' essere opportunamente segnalata dalla ditta ai
guidatori dei mezzi.
82) Il monitoraggio sara' effettuato ad ogni inizio lavori per ogni
zona cava e saranno verificati i valori dei livelli sonori assoluti e
differenziali, ai ricettori. A seguito di ogni monitoraggio sara'
rilasciata una relazione con indicate le eventuali misure di
mitigazione da adottare e la data del successivo monitoraggio. Si
prevede un periodico monitoraggio (ogni 6 mesi) del rumore indotto
presso i ricettori nelle varie zone prossime alla cava ricadenti entro
un raggio di almeno 150 m dai confini del lato oggetto di
coltivazione, oltre che una misura una tantum dell'effettivo
contributo acustico indotto dai camion.
83) Posto che vengano rispettate le altimetrie presentate che
riportano h cantiere - h dell'edificio La Rodolfa uguale 3 m, occorre
venga realizzato, sul piano di campagna del cantiere, ed a una
distanza di 35 m dal ricettore La Rodolfa, un rilevato di terreno.
Tale rilevato dovra' avere un' altezza pari a 3 m dal piano campagna
di cantiere e quindi 6 m rispetto al piano di campagna del ricettore,
lunghezza 80 m e larghezza alla sommita' 1 m.
84) Per garantire il rispetto del criterio differenziale, ed in
particolare per la sua non applicazione nel periodo diurno per il non
superamento del livello di pressione sonora di 50 dBA a finestre
aperte e 35 dBA a finestre chiuse, le macchine operatrici devono
essere utilizzate nel seguente modo:
a) la sola macchina operatrice avente LwA uguale 102.7 dBA (Liebherer
R914) potra' essere utilizzata a distanze superiori a 30 m circa dal
terrapieno (circa 65 m dal ricettore).
b) La sola macchina operatrice avente LwA uguale 104.9 dBA (Liebherer
R944) potra' essere utilizzata a distanze superiori a 40 m circa dal
terrapieno (circa 75 m. dal ricettore).
c) L'utilizzo contemporaneo delle due macchine, considerando la somma
energetica delle potenze acustiche, non potra' avvenire a meno di 80 m
dal terrapieno, pari a circa 115 m dal ricettore.
85) Tutte le valutazioni valgono nel caso di utilizzo appropriato dei
macchinari e corretta manutenzione degli stessi.
86) Relativamente agli altri ricettori, piu' distanti dal cantiere
occorre vengano mantenuti in essere terrapieni di altezza almeno
equivalente e congrua lunghezza come indicato nella relazione del
tecnico competente in acustica.
In merito a flora, fauna, ecosistemi: ripristino naturalistico:
Premesso che:
- una specifica scheda predisposta per il polo estrattivo in oggetto
dal vigente P.I.A.E. prevede quale utilizzazione del suolo ad avvenuto
recupero ambientale la presenza di seminativo, frutteto e vigneto
sulle aree meno acclivi e bosco, con essenze tipicamente locali, nella
scarpate di raccordo;
- tra le disposizioni particolari, sempre la medesima scheda del
vigente Piano infraregionale precisa, a livello d'indirizzo, che il
P.A.E. detti linee guida e/o criteri volti alla predisposizione di
piani coltivazione e sistemazione integrati in una visione unitaria
dell'intero polo.
87) L'escavazione in tale zona e' subordinata all'elaborazione di un
piano generale di sistemazione volto ad un armonico recupero
paesaggistico con interventi tesi ad una riprofilatura delle superfici
lasciate da precedenti attivita' estrattive.
88) Le prescrizioni per il ripristino naturalistico sono state
indicate nell'ambito del quadro di riferimento progettuale (punti
31-52).
c) di esprimersi in merito alle osservazioni presentate dai soggetti
privati ed alle controdeduzioni presentate da Romagna Cave s.r.l.
conformemente a quanto indicato dalla Conferenza di Servizi
nell'Allegato A del "Rapporto sull'impatto ambientale del progetto di
coltivazione dell'area di cava in localita' Sabbioni evidenziata nel
P.A.E. comunale come Polo estrattivo 14 Castiglione", Rapporto che
costituisce l'Allegato B, parte integrante e sostanziale della
delibera;
d) di esprimersi inoltre in merito alle controdeduzioni presentate da
Romagna Cave Srl (PG n. 40398/05, 25 agosto 2005) allo Schema di
rapporto ambientale (Allegato 2) inviatole con nota datata 29 luglio
2005, conformemente a quanto indicato dalla Conferenza di Servizi nel
capitolo 5 "Valutazioni delle Controdeduzioni" del Rapporto
sull'impatto ambientale (Allegato 1 del presente provvedimento);
e) di dare atto che il parere della Provincia di Forli'-Cesena
espresso ai sensi dell'art. 18, comma 6, della L.R. 18 maggio 1999, n.
9, e' allegato all'interno del Rapporto sull'impatto ambientale;
f) di stabilire, ai sensi dell'art. 17, comma 7, della L.R. 18 maggio
1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, che l'efficacia
temporale della presente valutazione di impatto ambientale e' fissata
in anni 3 (tre);
g) di quantificare in 1.300,00 Euro, pari allo 0,04% del valore
dell'intervento, come determinato in parte narrativa, le spese
istruttorie che, ai sensi dell'art. 28 della L.R. 9/99 e successive
modifiche ed integrazioni, sono a carico della societa' proponente;
h) di disporre pertanto il versamento a favore di questo Comune della
somma di Euro 1.300,00 quale rimborso delle spese istruttorie per la
procedura di VIA determinate secondo i criteri stabiliti dalla
delibera di Giunta comunale n. 340 del 20 agosto 2002;
i) di dare atto che tale somma verra' introitata al Cap 40600/7059 CdR
n. 371 del Bilancio 2005;
j) di trasmettere, ai sensi dell'art. 16, comma 3, della L.R. 18
maggio 1999, n. 9, copia della presente deliberazione alla Societa'
proponente Romagna Cave Srl, affinche' ne tenga conto ai fini della
presentazione della richiesta di autorizzazione per l'attivita'
estrattiva ai sensi della L.R. 17/91 e successive modifiche e
integrazioni;
k) di trasmettere, ai sensi dell'art. 16, comma 3, della L.R. 18
maggio 1999, n. 9, per opportuna conoscenza e per gli adempimenti di
rispettiva competenza, copia della presente deliberazione:
- al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio,
Dipartimento per la Protezione ambientale, Direzione per la
Valutazione di impatto ambientale;
- al Presidente della Regione Emilia-Romagna;
- alla Provincia di Forli'-Cesena;
- all'ARPA Sezione provinciale di Forli'-Cesena;
- al Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda Unita' sanitaria locale
di Forli';
- alla Soprintendenza per i Beni architettonici ed il Paesaggio;
l) di pubblicare per estratto nel Bollettino Ufficiale della Regione
Emilia-Romagna, ai sensi dell'art. 16, comma 3, della L.R. 18 maggio
1999, n. 9, il presente partito di deliberazione.

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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