DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 29 dicembre 2005, n. 2335
Procedura di verifica (screening) relativa al progetto preliminare della variante di Puianello della S.S. 63 in comune di Quattro Castella provincia di Reggio Emilia (Titolo II, L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modificazioni ed integrazioni)
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
(omissis) delibera:
a) di escludere dalla ulteriore procedura di VIA, ai sensi dell'art.
10, comma 1 della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modificazioni
ed integrazioni, in considerazione del limitato rilievo degli
interventi previsti e dei conseguenti impatti ambientali, il progetto
relativo alla realizzazione della "Variante di Puianello" nel comune
di Quattro Castella in provincia di Reggio Emilia, con le seguenti
prescrizioni:
1. per minimizzare gli impatti sul paesaggio e sugli ecosistemi,
derivanti dalla realizzazione della variante di Puianello alla S.S. 63
nel comune di Quattro Castella, si prescrive che debbano essere
realizzate le mitigazioni gia' previste nella relazione di screening e
nella relazione di integrazione;
2. in riferimento al Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico
dell'Autorita' di Bacino del Po, adottato dal Comitato Istituzionale
con delibera n. 18 del 26/4/2001 e approvato con DPCM del 24/5/2001,
dovra' essere acquisito il parere di compatibilita' idraulica;
3. poiche' l'opera di progetto interessa aree di proprieta' di demanio
pubblico, dovra' essere acquisita la concessione di occupazione dei
terreni sottoposti a vincolo;
4. in sede di progetto definitivo, come da parere espresso dal
Servizio Tecnico Bacini Enza e Sinistra Secchia di Reggio Emilia
acquisito agli atti di ufficio, dovranno prevedersi protezioni al
piede del rilevato stradale lato fiume, progettate con tecniche di
ingegneria naturalistica da concordare con il sopraccitato Servizio;
inoltre in sede di progetto esecutivo dovranno prevedersi nelle aree
da definire con il Servizio Tecnico Bacini Enza e Sinistra Secchia di
Reggio Emilia, protezioni della sponda in sinistra idraulica del T.
Crostolo mediante paratie doppie in legname o pietrame o altre
tecniche di ingegneria naturalistica concordate sempre con il suddetto
Servizio Tecnico;
5. con riferimento al parere espresso dalla Soprintendenza per i Beni
Archeologici dell'Emilia-Romagna, acquisita da codesta Regione al
prot. n. 59158/VIM il 14 luglio 2005, si prescrive che prima
dell'esecuzione del progetto vengano effettuati, avvalendosi di
archeologi e geoarcheologi che operino sotto la direzione scientifica
della Soprintendenza, senza che alcun onere gravi sulla stessa, una
serie di sondaggi preliminari nelle aree in cui il tracciato di
progetto si approssima alle aree riportate nella mappatura dei siti
archeologici del comune di Quattro Castella (in particolare: scheda
R27, aree in localita' Botteghe, scheda 127). Inoltre
nell'eventualita' che sussistano resti strutturali e/o archeologici
nell'area oggetto di indagine preliminare, si ritiene indispensabile
procedere allo scavo integrale dei medesimi, con personale
specializzato;
6. il progetto dovra' essere sottoposto al rilascio di nullaosta da
parte della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici della
Regione Emilia-Romagna e al rilascio della autorizzazione
paesaggistica ai sensi dell'art. 142 del DLgs 22 gennaio 2004, n. 42
"Codice dei beni culturali e del paesaggio", ai sensi dell'articolo 10
della Legge 6 luglio 2002, n. 137;
7. si prescrive il rispetto dei limiti relativi all'impatto acustico
previsti dal DPCM 1/3/1991 e successive modifiche per i ricettori
sensibili individuati dalla relazione di verifica (screening) e di
integrazione, nelle adiacenze dell'infrastruttura progettata, al di
fuori della fascia di rispetto laterale, come indicato nella Circolare
regionale n. 7 dell'1/3/1993; in particolare tali aree, vanno
considerate appartenenti alla classe III, aree di tipo misto, con
limite diurno pari a 60dB(A) e limite notturno pari a 50 dB(A);
8. le opere di mitigazione necessarie per il conseguimento del
rispetto dei limiti relativi all'impatto acustico, dovranno prevedere
la messa in opera di asfalti drenanti - fonoassorbenti di spessore 4-5
cm posato su uno strato di bitume elastomerizzato e di biomuri o dune
acustiche con barriere vegetali (cespugli ed alberature di essenze
autoctone) antirumore di spessore adeguato ed in grado di creare un
corridoio ecologico che possa raccordarsi con la vegetazione
esistente;
9. in riferimento al ricettore sensibile rappresentato dalla scuola
materna, dovranno essere adottate misure di intervento, quali
l'installazione di finestre silenti e barriere fonoassorbenti in
prossimita' e a delimitazione dell'area di pertinenza del recettore
per ricondurre l'area al di sotto del valore di 45 dB(A) diurno per le
scuole, come previsto dall'art. 6 del DPR 30 marzo 2004 e come
proposto nella relazione di valutazione impatto acustico;
10. dovranno essere adottate idonee misure di mitigazione e
limitazione delle emissioni inquinanti soprattutto nella fase di
cantiere, utilizzando macchinari rispondenti alla normativa vigente e
localizzando le attivita' piu' rumorose in zone possibilmente lontane
dai ricettori; le azioni attivate dovranno consentire il rispetto dei
limiti sonori previsti dalle normative vigenti;
11. le prescrizioni elencate, dovranno essere verificate attraverso
una campagna di monitoraggio strumentale da realizzarsi durante le
fasi di cantierizzazione e post operam con le relative misure di
mitigazione realizzate, a verifica del rispetto dei limiti acustici
previsti dalla normativa vigente; inoltre sulla base dei risultati
dovranno essere assunte le necessarie determinazioni conseguenti;
12. il materiale di scavo e la cantieristica dovranno essere collocati
al di fuori delle aree di esondazione, in quanto le norme del PAI
vietano interventi che comportino una riduzione apprezzabile o una
parzializzazione della capacita' di invaso e della laminazione delle
piene;
13. in ottemperanza alle prescrizioni previste dal PTCP (art. 25), per
quanto concerne il sistema di drenaggio delle acque di prima pioggia e
le acque reflue di origine accidentale (sversamenti, acque di lavaggio
della piattaforma, acque di spegnimento eventuali incendi, etc.),
dovranno essere realizzate per il trattamento dei fossi di guardia al
piede dei rilevati: biofiltri collegati a presidi idraulici
consistenti in invasi destinati al controllo ambientale delle acque di
piattaforma dotate di saracinesche idrauliche in grado di bloccare
l'immissione di reflui nel reticolo idrografico superficiale;
14. il progetto esecutivo dovra' contenere il "Piano di gestione,
manutenzione e verifica di funzionalita' del sistema di drenaggio,
invaso e trattamento delle acque di origine meteorica e degli
eventuali sversamenti accidentali;
15. dovranno essere adottate misure di mitigazione degli impatti in
fase di cantiere e di esercizio per evitare il rischio di inquinamento
dei corpi idrici superficiali e sotterranei cosi' come indicato nella
relazione di screening allegata al progetto; dovra' essere mantenuta
la continuita' della rete irrigua e di drenaggio in modo da garantire
lo scolo delle acque e l'uso della rete idrica superficiale;
16. eventuali rifiuti prodotti nella fase di cantiere dovranno essere
opportunamente smaltiti secondo quanto previsto dalla normativa
vigente;
17. quali misure di mitigazione a tutela della fauna terrestre
dovranno essere realizzate le seguenti opere:
- la realizzazione di barriere antiattraversamento, specifiche per
anfibi, ai piedi di entrambe le scarpate, tali barriere (ad es.: teli
di plastica, di cui dovra' essere mantenuta l'efficienza nel tempo) si
svilupperanno parallelamente al tracciato della strada in modo da
captare le direttrici di migrazione degli animali e convogliarli nei
punti di attraversamento che dovranno essere realizzati attraverso la
posa in opera durante la realizzazione del rilevato di numerosi
condotti sottostradali per facilitare le trasmigrazioni degli anfibi e
piccoli mammiferi;
- i tombini scatolari dovranno essere realizzati in maniera tale da
evitare lo scivolamento degli animali durante il passaggio,
relativamente al muro di imbocco di monte dovra' essere realizzato con
una pendenza tale da consentire il passaggio della fauna in entrambe
le direzioni (non superiore al 15% rispetto il pavimento del tombino);
lo scivolo che si verra' cosi' a creare ed il fondo del tombino dovra'
evitare lo scivolamento degli animali attraverso la realizzazione di
un fondo ruvido costituito da pietre in rilievo cementate;
- per gli ungulati si predisporranno barriere allarmanti costituite da
gemme con catadiottri (Swareflex) montate su paletti di legno
abbinate, nei tratti piu' facilmente utilizzabili dagli animali, a
barriere olfattive realizzate opportunamente collocate e mantenendo
gli appositi prodotti chimici;
- in generale per gli interventi di ripristino ambientale dovra'
essere garantito il piu' idoneo, efficace e tempestivo reinserimento
ambientale;
18. il progetto esecutivo dovra' contenere il progetto di inserimento
ambientale dell'opera sia in riferimento al progetto di realizzazione
di un'area a verde pubblico attrezzata con percorsi pedonali e
ciclabili, sia di raccordo e valorizzazione del corridoio ecologico
costituito da formazioni boschive meso-igrofile del Torrente Crostoso;
a tale proposito dovranno essere ottemperate le mitigazioni previste
nelle relazioni di screening e successive integrazioni inoltre seguiti
i seguenti criteri generali:
- in particolare nelle aree intercluse tra la strada ed il Torrente
Crostolo dovra' essere previsto il ripristino ed il potenziamento
della vegetazione con essenze autoctone di altezza minima 1.0 m,
legata alla vegetazione esistente in modo da creare una ricucitura del
paesaggio, con realizzazione di zone umide;
- analoghi interventi con specie autoctone dovranno essere previsti
nelle aree intercluse di svincolo e nelle rotatorie, per le scarpate
del rilevato stradale dovra' essere previsto l'utilizzo di specie
erbacee ed arboree spontanee nella zona, ad andamento ricadente e
tappezzante;
- durante le fasi di cantierizzazione dovranno essere messe in atto
misure di tutela della vegetazione esistente e degli ambienti umidi,
in particolare per gli esemplari vegetali di maggiori dimensioni, si
dovranno evitare danneggiamenti, ricarichi di terreno o operazioni di
scavo ravvicinate che ne possano compromettere l'areazione
dell'apparato radicale e la stabilita';
- dovra' essere previsto un piano di manutenzione per i primi tre anni
per garantire l'attecchimento della vegetazione e prevista la
sostituzione delle fallanze;
- al termine dei lavori dovranno essere ripristinate tutte le aree di
cantiere; per il ripristino delle aree di cantiere si riutilizzera' il
terreno vegetale proveniente dallo scotico, che si avra' cura di
accumulare separatamente dalle altre tipologie di materiale, in
spessori adeguati e del quale si provvedera' alla manutenzione per
evitarne la morte biologica;
19. nella fase di esercizio dovra' essere effettuato il monitoraggio
dell'opera al fine di verificarne la funzionalita'; dovra' inoltre
essere monitorata l'efficacia degli scarichi, la qualita' del verde e
la visibilita' notturna;
20. resta fermo che tutte le autorizzazioni, necessarie per la
realizzazione dell'opera in oggetto della presente valutazione,
dovranno essere rilasciate dalle Autorita' competenti ai sensi delle
vigenti disposizioni;
b) di trasmettere la presente delibera al proponente Provincia di
Reggio Emilia, al Comune di Quattro Castella, all'ARPA sezione
provinciale di Reggio Emilia, al Servizio Tecnico Bacini Enza e
Sinistra Secchia, all'Autorita' di Bacino Fiume Po, Soprintendenza per
i Beni Archeologici e per il Paesaggio dell'Emilia e alla
Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna;
c) di pubblicare per estratto, ai sensi dell'art. 10, comma 3, della
L.R. 18 maggio 1999, n. 9 e successive modificazioni ed integrazioni
il presente partito di deliberazione, nel Bollettino Ufficiale della
Regione.