COMUNICATO
Titolo II - Decisione relativa alla procedura di verifica (screening) concernente il progetto di realizzazione dell'assetto produttivo ed ammodernamento degli impianti ausiliari degli impianti di Dister SpA a Faenza
L'Autorita' competente: Provincia di Ravenna - Piazza Caduti per la
Liberta' n. 2/4 - Ravenna, comunica la decisione relativa alla
procedura di verifica (screening) concernente il progetto di
realizzazione dell'assetto produttivo ed ammodernamento degli impianti
ausiliari degli impianti di Dister SpA a Faenza.
Il progetto e' presentato da: Societa' Dister SpA - Via Granarolo n.
231 - Faenza.
Il progetto e' localizzato a circa 5 Km. dal centro abitato di Faenza,
in Via Granarolo n. 231, in localita' S. Andrea, a circa 1 Km. dal
casello autostradale A14 Bologna-Taranto.
Il progetto interessa il territorio del comune di Faenza e della
provincia di Ravenna.
Ai sensi del Titolo II della L.R. 18 maggio 1999, n. 9 come modificata
dalla L.R. 16 novembre 2000, n. 35, l'Autorita' competente Provincia
di Ravenna con atto, provvedimento n. 444 del 21/7/2006, del Dirigente
del Settore Ambiente e Suolo ha assunto la seguente decisione:
1) di assumere la decisione di non assoggettare il progetto della
societa' Dister SpA per il progetto di razionalizzazione dell'assetto
produttivo ed ammodernamento degli impianti ausiliari in comune di
Faenza ad ulteriore procedura di VIA prevista dalla L.R. 9/99
modificata con L.R. 35/00, conle seguenti prescrizioni.
Valutato dal punto di vista programmatico che:
l'area esistente di proprieta' Dister, dove verranno effettuati gli
interventi, e' situata a circa 5 Km. dal centro abitato di Faenza, in
Via Granarolo, localita' Sant'Andrea, a circa 1.000 m. dal casello
dell'autostrada A14.
Tale area e' collocata sul territorio secondo il Piano regolatore
generale (PRG) del Comune di Faenza attualmente vigente (adottato il
12/9/1996, n. 5986/261 atto di Consiglio comunale e approvato il
29/4/1998, n. 397/22571 atto di Giunta comunale) e identificata come
da scheda n. 82 "Area Dister-Coop", art. 12 "zona urbana di
trasformazione: zona produttiva mista di nuovo impianto".
Non vi sono vincoli da PRG che impediscano la realizzazione del
progetto di ristrutturazione e ammodernamento degli impianti ausiliari
asserviti allo stabilimento produttivo nell'area di pertinenza Dister.
Riguardo all'analisi della compatibilita' rispetto al Piano
territoriale di coordinamento provinciale, si evidenzia come l'area
attualmente utilizzata dalla Dister ricade nell'Ambito n. 11 del PTCP
e appartenente all'Unita' di paesaggio n. 12 "Centuriazione", in
particolare 12 A "Centuriazione Faentina". Per quanto riguarda gli
ambiti di tutela del PTCP, l'area di intervento ricade all'interno dei
paleodossi di modesta rilevanza regolamentati dall'art. 20 c, il quale
demanda agli strumenti di pianificazione comunale. L'area di
intervento si trova, inoltre, a ridosso di zona di particolare
interesse paesaggistico-ambientale (art. 19) e in prossimita' di zone
ed elementi di tutela dell'impianto storico della Centuriazione (art.
21).
Rispetto alle previsioni del PTCP per il settore energetico sono
rispettate le indicazioni che favoriscono la razionalizzazione,
l'incremento di efficienza e l'uso di fonti rinnovabili in impianti di
piccola/media taglia.
Si evidenzia inoltre che Dister ricade al di fuori di aree sottoposte
a vincolo idrogeologico e, relativamente ai vincoli naturalistici,
l'area di intervento non ricade all'interno di zone SIC e ZPS.
Per quanto riguarda il Piano di tutela delle acque, si sottolinea che
il progetto non interagisce con i prelievi idrici attuali visto che la
realizzazione dell'opera non richiede un apporto idrico ulteriore
rispetto all'esistente.
Valutato dal punto di vista progettuale che:
l'Azienda Dister SpA opera nel settore degli alcoli e dei derivati dei
mosti d'uva. In seguito alle radicali variazioni che si sono
presentate nel settore in cui le distillerie hanno tradizionalmente
operato, l'azienda prevede che per gli anni futuri ci saranno
cambiamenti significativi nel mix produttivo e, quindi, verranno
sospese alcune lavorazioni ed intensificate altre.
La variata condizione produttiva lascia inalterata la configurazione
degli impianti produttivi, gia' adeguati per tecnologia e capacita'
produttiva, ma determina un impatto sugli impianti ausiliari asserviti
allo stabilimento produttivo (depuratore aziendale e centrale
termoelettrica) per la diversa qualita' dei reflui che risultano dai
processi.
Le acque reflue di processo derivanti dall'esercizio degli impianti
produttivi sono destinate allo scarico in pubblica fognatura, e quindi
al depuratore di Faenza, previo idoneo trattamento nel depuratore
aziendale. In particolare, tali reflui vengono sottoposti a
trattamento biologico mediante digestione anaerobica per la produzione
di biogas; il biogas viene successivamente recuperato, quale
combustibile, nella centrale termoelettrica esistente presente nel
sito.
La diversa natura ed entita' del trattamento depurativo dei reflui di
processo origina una maggiore produzione di biogas, in quantita' non
piu' utilizzabile nei sistemi di generazione energia esistenti,
giustificando cosi' una loro riprogettazione alla luce delle
tecnologie piu' recenti in materia e delle nuove opportunita' create
dal mercato della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Il progetto gia' sottoposto, con esito favorevole, a procedura di
screening, nel suo complesso consiste essenzialmente nella
ristrutturazione e implementazione del depuratore aziendale,
comprensiva della riallocazione all'interno dello stabilimento dei
bacini di stoccaggio dei fanghi prodotti dal trattamento dei reflui
attualmente situati in Via Biancano, e nella ristrutturazione e
potenziamento dell'impianto di produzione energia termica ed
elettrica, sostituendo le due caldaie esistenti con una nuova centrale
capace di sfruttare la maggiore quantita' di biogas prodotto
(3.000.000 mc/anno previsti contro i circa 1.700.00 mc/anno odierni) e
garantire l'adeguata flessibilita' necessaria per ottimizzare la
cessione di parte dell'energia prodotta a terzi. L'impianto di
cogenerazione in progetto, infatti, ha lo scopo di fornire sia vapore
(circa 66.000 MWh/anno) che energia elettrica (circa 235.000 MWh/anno)
alla distilleria per le sue necessita' e di esportare in rete la
restante parte dell'energia elettrica prodotta (circa 130.000
MWh/anno).
Il progetto di ristrutturazione e rifacimento del depuratore aziendale
prevede le seguenti sezioni d'impianto:
- digestione anaerobica reflui: tale sezione sara' composta da due
digestori da 6.000 mc. cadauno, realizzando una produzione oraria di
biogas pari a circa 600 mc/h; per un'ulteriore separazione e recupero
dei solidi sospesi, i reflui in uscita dai digestori saranno inviati
ad un flottatore dotato di idoneo sistema di copertura.
- Equalizzazione reflui: il refluo proveniente dai digestori, insieme
alle condense e ai reflui provenienti dalla fognatura di stabilimento
non destinati a previa digestione anaerobica, verra' inviato ad una
vasca di equalizzazione da 9.000 mc. Considerato l'elevato tempo di
permanenza dei reflui che si realizzera' in tale vasca (4-5 giorni),
il refluo non ossigenato proveniente da digestione anaerobica, unito
agli altri reflui, dara' luogo ad una successiva degradazione
anaerobica, con ulteriore produzione di biogas. Allo scopo di
recuperare il biogas prodotto, la vasca sara' dotata di una copertura
e di un sistema di convogliamento del biogas al sistema di captazione
del biogas prodotto dai digestori anaerobici. Al fine di evitare un
eccessivo accumulo dei fanghi nella vasca di equalizzazione, il flusso
in uscita sara' inviato ad un sedimentatore per consentire la
separazione dai reflui del fango prodotto, riciclandolo ai digestori
oppure inviandolo come supero a successivo trattamento di
disidratazione.
- Trattamento biologico aerobico reflui: tale sezione, in cui si
realizzera' il trattamento biologico aerobico dei reflui con
nitrificazione e denitrificazione dell'azoto, sara' composta da due
vasche di ossidazione del volume di 4.000 mc. ciascuna; in queste
vasche verra' installato un sistema di aerazione ad elevato
rendimento, costituito da una turbina sommersa alimentata da soffianti
esterne alla vasca. A valle delle vasche di ossidazione e' stato
previsto un chiarificatore del diametro di 18 m., per la separazione
del fango attivo dall'acqua trattata.
- Trattamento chimico-fisico finale reflui: dato l'elevato carico
organico, salino e di sostanze coloranti presente nei reflui da
trattare, e' stato previsto un trattamento chimico-fisico di finitura
finale: in un flottatore verra' realizzata la separazione del fango
prodotto dall'aggiunta di reattivi, quali cloruro ferrico e/o
policloruro di alluminio; il fango chimico-fisico cosi' flottato
potra' venire, alternativamente, ricircolato alle vasche di
ossidazione per sfruttarne la residua capacita' decolorante e ottenere
un'unica tipologia di fango di supero, oppure inviato a successivo
trattamento di disidratazione.
- Disidratazione fanghi: i fanghi prodotti dalla depurazione dei
reflui (trattamento biologico anaerobico, trattamento biologico
aerobico e trattamento chimico-fisico) verranno disidratati in un
ispessitore e, successivamente, in una filtropressa, ottenendo fanghi
con tenore di acqua pari a circa il 40%; la disidratazione verra'
agevolata mediante aggiunta di calce.
- Stoccaggio fanghi: i fanghi opportunamente disidratati, destinati a
spandimento agronomico, verranno trasportati e scaricati tramite
nastro trasportatore in tre nuovi bacini di stoccaggio (aventi
ciascuno capacita' pari a 4.000 mc.) che verranno realizzati nell'area
di stabilimento, consentendo la dismissione degli esistenti bacini
situati in Via Biancano.
Per quanto riguarda invece l'impianto di produzione energia in
progetto, la nuova centrale che sostituisce quella attuale, prevede la
configurazione di seguito descritta. Le attuali caldaie CT2 e CT3
alimentate a biogas e biomasse solide vengono sostituite da:
- sezione di cogenerazione COG: e' prevista la realizzazione di un
ciclo combinato composto da 3 motogeneratori preposti alla generazione
di energia elettrica (aventi ciascuno potenzialita' pari a circa 9
MWe) alimentati a olio vegetale e/o metano, completati da 3 caldaie a
recupero sui gas di scarico dei motori per la produzione di vapore che
viene inviato direttamente alla distilleria.
I generatori di vapore sono dotati anche di sistema di
post-combustione, alimentato a metano, per coprire le punte di
richiesta di vapore della distilleria.
In un primo momento la proposta, gia' oggetto di screening con esito
favorevole, era relativa al solo utilizzo di gas metano; la procedura
in corso e' relativa all'utilizzo anche di olio vegetale come
possibile combustibile integrativo per i motori.
I motori previsti lavorano in due modi diversi in funzione del
combustibile: con la combustione a metano il ciclo e' del tipo Otto;
la combustione dell'olio vegetale prevede invece un ciclo Diesel.
Sfruttando la possibilita' dei motori "dual fuel" e' possibile
cambiare l'alimentazione in ogni momento con tempi di preavviso
minimi. E' possibile condurre due motori ad olio vegetale e uno a
metano o viceversa.
Per i motogeneratori e' previsto il funzionamento anche a gasolio, ma
solo in casi di emergenza.
- Sezione alimentata a biomasse SAFR (fonti rinnovabili): e' prevista
la realizzazione di un ciclo a vapore con una caldaia alimentata a
biomasse (vinacce e noccioli di pesca, in gran parte provenienti dalla
distilleria stessa) e biogas (prodotto nel depuratore aziendale, in
fase di digestione anaerobica), seguita da un turbogeneratore preposto
alla generazione di energia elettrica; il turbogeneratore e' composto
da una turbina a vapore (avente potenza pari a 5,9 MWe) con
spillamento intermedio di vapore per la distilleria.
Entrambe le sezioni saranno dotate di adeguati sistemi di contenimento
delle emissioni in atmosfera. In particolare, i fumi derivanti dalla
sezione di cogenerazione saranno sottoposti a riduzione catalitica
selettiva degli ossidi di azoto (SCR), mediante iniezione di una
soluzione di urea, seguita da ossidazione catalitica del monossido di
carbonio e delle sostanze incombuste. I fumi di combustione delle
biomasse e del biogas saranno, invece, depurati mediante riduzione non
catalitica degli ossidi di zolfo, realizzata per assorbimento a secco
con calce idrata, seguita da filtrazione del materiale particolato.
I fumi di combustione delle due singole sezioni, cosi' depurati,
saranno infine convogliati in due camini uniti costruttivamente in
un'unica camicia: questa soluzione permettera' di mantenere distinto
il controllo di processo delle due sezioni e di assicurare una
velocita' di uscita dei fumi ottimale per ciascuna corrente. Le
emissioni saranno dotate di sistemi di monitoraggio in continuo dei
principali parametri.
Valutato dal punto di vista ambientale che:
per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, il Comune di Faenza,
secondo la nuova zonizzazione adottata relativamente alla qualita'
dell'aria nella Provincia di Ravenna, risulta classificato come zona A
(agglomerato R10) nella quale il rischio di superamento del valore
limite e/o delle soglie di allarme e' particolarmente elevato con
riferimento ai parametri NOx e PM10.
Alla luce di tale criticita', e' stata condotta un'analisi mirata alla
verifica di un possibile incremento di tali parametri dalla quale e'
emerso che gli effetti delle emissioni in atmosfera connesse alla
realizzazione della nuova centrale termoelettrica sono caratterizzate
da modesti miglioramenti in termini di emissioni di ossidi di azoto e
ossidi di zolfo; per quanto riguarda le emissioni di polveri, non si
prevedono invece sostanziali modifiche rispetto allo stato di fatto.
La maggiore portata di fumi della nuova centrale termoelettrica verra'
compensata dalla migliore qualita', in termini di concentrazione degli
inquinanti, dei relativi effluenti: i valori limite attesi per il
progetto sono, infatti, piu' bassi degli attuali limiti autorizzati;
da quanto sopra esposto si puo' affermare che l'intervento proposto
risulta in linea con gli indirizzi del Piano di risanamento della
qualita' dell'aria della Provincia di Ravenna.
Per le emissioni di NOx e di polveri sono previsti sistemi di
abbattimento conformi alle migliori tecniche disponibili e i flussi di
massa complessivi per NOx, SOx, COT risultano inferiori a quelli
attualmente autorizzati.
Riguardo alle sostanze odorose:
- la ristrutturazione e ammodernamento dell'impianto di depurazione
consente la riduzione delle emissioni odorose sgradevoli, determinando
quindi un impatto estremamente positivo, in quanto l'intera sezione
anaerobica dell'impianto (digestione anaerobica e vasca di
equalizzazione) prevedera' la copertura di tutte le apparecchiature ed
il recupero del biogas prodotto. Infatti con questa realizzazione si
riusciranno a recuperare circa 560.000 mc/anno di biogas, attualmente
dispersi in atmosfera attraverso le vasche di equalizzazione del
depuratore aziendale, evitando l'emissione di circa 12 tonnellate/anno
di idrogeno solforato (sostanza dal caratteristico odore di uova
guaste);
- un ulteriore effetto positivo sulle emissioni odorigene dello
stabilimento e' rappresentato dalla dismissione e riallocazione
nell'area di stabilimento dei bacini di stoccaggio dei fanghi
attualmente situati in Via Biancano che hanno determinato
significativi disagi all'ambiente circostante; per contrastare la
formazione di cattivi odori, sulle sponde perimetrali di ciascun nuovo
bacino, inoltre, verranno installati dei contenitori di calce liquida
da spruzzare sul cumulo dei fanghi.
Per quanto riguarda la produzione di rifiuti, oltre ad esigue
quantita' di catalizzatori esauriti, destinati a rigenerazione,
derivanti dal sistema di abbattimento dei gas di scarico dei tre
motogeneratori, vi sara' una componente stimabile in circa 20-25
t/anno di rifiuti derivanti dalla combustione delle biomasse (ceneri);
dati i quantitativi e la natura dei rifiuti l'impatto risulta
trascurabile.
Per quanto riguarda la risorsa acqua, il progetto non implichera'
sostanziali modifiche rispetto allo stato attuale: si prevede infatti
un regime di prelievo sostanzialmente in linea con le medie degli
ultimi anni. Per quanto riguarda gli scarichi idrici, relativamente al
nuovo assetto depurativo si avra' una riduzione del contenuto di
ammoniaca, nitriti, nitrati e del colore dei reflui risultanti dal
depuratore aziendale, successivamente destinati allo scarico in
pubblica fognatura verso il depuratore di HERA. In merito, invece,
alla realizzazione della nuova centrale termoelettrica, tale
intervento non determinera' impatti maggiori: le caratteristiche
quali-quantitative degli scarichi esistenti non subiranno sensibili
alterazioni, se non in senso migliorativo; si prevede infatti un
regime di scarichi inferiore a quello degli ultimi anni, conseguente,
oltre che per il contributo del diverso assetto produttivo, anche per
il maggior recupero delle acque del sistema di raffreddamento
esistente quale reintegro delle nuove di torri di raffreddamento
asservite all'impianto di cogenerazione in progetto.
Per quanto riguarda l'utilizzo del suolo, l'intervento di
ristrutturazione del depuratore aziendale permettera' di ottimizzare
le aree destinate all'impianto di depurazione, in quanto attualmente
posizionato in zone non piu' funzionali ed anche i collegamenti
idraulici fra le varie parti che presentano delle incongruenze di
processo; in particolare, l'esistente bacino di stoccaggio dei fanghi
prodotti dal trattamento reflui risulta disposto secondo un lay-out
che risente dell'evoluzione dalla Dister e dell'acquisto non
contemporaneo di alcuni terreni: il progetto prevede la dismissione e
la riallocazione nell'area di stabilimento delle vasche di stoccaggio
dei fanghi, attualmente situate in Via Biancano, che come detto in
precedenza hanno determinato significativi disagi all'ambiente
circostante.
Riguardo le emissioni sonore, il contesto su cui si inserisce lo
stabilimento Dister, con caratteristiche prettamente industriali,
ricade secondo quanto indicato dal PRG in vigore (non avendo il Comune
di Faenza ancora provveduto alla realizzazione della zonizzazione
acustica), all'interno di un'area ascrivibile alla Classe V, ai sensi
di quanto previsto dalla DGR 2053/01. In base al progetto presentato,
le sorgenti previste all'interno della nuova centrale termoelettrica
sono caratterizzate da potenze significative, pertanto gia' in sede di
progetto sono stati previsti degli interventi di mitigazione attivi,
ovvero direttamente sulle sorgenti piu' rumorose, atti a far rientrare
nei limiti di legge i previsti livelli sonori indotti dall'impianto
stesso. Considerato inoltre che il regime di traffico verra'
modificato in modo del tutto trascurabile, dal momento che il progetto
ne determinera' l'incremento nell'ordine di 10 camion/giorno (limitato
nel periodo diurno), il progetto non alterera' significativamente le
emissioni sonore derivanti dalla viabilita' della zona di interesse.
Relativamente, infine, all'impatto acustico derivante dalla fase di
cantiere, si sottolinea che le attivita' di cantiere interesseranno
solo il periodo diurno, il quale risulta essere quello meno critico
dal punto di vista dei limiti previsti e del disturbo nei confronti
dei recettori individuati. Da quanto sopra indicato il progetto non
prevede modifiche che diano il minimo contributo al clima acustico
esistente e l'incremento del numero dei mezzi circolanti risulta
insignificante; l'impatto, quindi, e' da considerarsi scarso.
Per quanto riguarda l'elettromagnetismo, al fine di poter immettere in
rete la parte di energia elettrica prodotta nella centrale e non
autoconsumata da Dister, e' prevista la realizzazione di una linea a
132 kV (alta tensione) che correra' lungo la S.P. Sant'Andrea verso il
piu' vicino punto di allaccio disponibile alla linea AT esistente.
La scelta dell'azienda di intervenire con cavi interrati per tutta la
lunghezza della linea di trasmissione rappresenta un aspetto
decisamente migliorativo rispetto alla prima ipotesi di intervenire
con cavi aerei. Oltre infatti ad annullare qualsiasi impatto visivo e
paesaggistico determinato dalle dimensioni dei sostegni tipo che
l'ENEL prevede per una rete di distribuzione AT con cavi aerei, la
scelta con cavi interrati, sfruttando il potere schermante del
terreno, consente di ridurre significativamente il valore del campo
elettrico nei punti accessibili alla popolazione.
Per quanto riguarda invece il campo magnetico, tale soluzione
determina un aumento significativo del valore massimo di induzione
magnetica, ma con tendenza a diminuire piu' rapidamente, in funzione
della distanza dai cavi. L'impatto magnetico connesso al progetto si
valuta essere comunque non significativo: anche al di sopra della
linea dell'elettrodotto si stimano valori modestissimi di campo
magnetico; inoltre la fascia di rispetto per rispettare gli obiettivi
di qualita' previsti in materia (circa 2 m. per lato dall'asse della
linea dell'elettrodotto) risulta comunque garantita, sovrapponendosi
ad essa, dalla fascia di rispetto gia' imposta dalla strada
provinciale.
In definitiva, in relazione al contesto territoriale, urbanistico ed
ambientale esistente, il progetto risulta sostanzialmente compatibile
sotto l'aspetto ambientale, tenuto conto che il progetto non
comportera' impatti aggiuntivi e rilevanti all'ambiente esterno
rispetto all'attivita' gia' svolta dall'azienda. In particolare, la
razionalizzazione degli impianti ausiliari asserviti allo stabilimento
produttivo, resasi necessaria a seguito della variata condizione
produttiva dello stabilimento stesso, consentira' di risolvere la
problematica legata all'attuale stoccaggio fanghi e di sfruttare la
maggiore quantita' di biogas prodotto, in quantita' non piu'
utilizzabile nei sistemi di generazione energia esistenti,
incrementando la produzione di energia da fonti rinnovabili.
In ogni caso si ritiene di indicare alcune prescrizioni da impartire
in sede di rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale, ai sensi
del DLgs 59/05 e della L.R. 21/04, in corso di istruttoria per la
parte attualmente esistente degli impianti gestiti dalla ditta Dister
SpA e che il proponente dovra' rispettare per svolgere la propria
attivita'.
Si ritiene, sulla base della documentazione presentata, che il valore
complessivo della variante dell'opera indicato dalla ditta in Euro
500.000,00 sia congruo e pertanto le spese istruttorie risultano
quantificate, ai sensi dell'articolo 28 della L.R. 18 maggio 1999, n.
9, e successive modificazioni e della deliberazione della Giunta
regionale 15 luglio 2002, n. 238, in Euro 100,00 (0,02% del valore
dell'opera).
Si dispone:
considerata l'attivita' e la tipologia degli interventi, le
valutazioni presentate, seppure a livello qualitativo, si possono
considerare sostanzialmente sufficienti per svolgere la verifica degli
impatti ambientali, per i quali non sono da ipotizzare aumenti
significativi rispetto all'attivita' attualmente in essere e
pertanto:
1) si assume la decisione di non assoggettare il progetto della
societa' Dister SpA avente sede legale in Faenza, Via Granarolo n.
231, localita' Sant'Andrea, riguardante la razionalizzazione
dell'assetto produttivo ed ammodernamento degli impianti ausiliari
ricadente in comune di Faenza, ad ulteriore procedura di VIA prevista
dalla L.R. 9/99, modificata con L.R. 35/00, con le seguenti
prescrizioni di cui tenere conto ai fini dell'Autorizzazione integrata
ambientale, ai sensi del DLgs 59/05 e della L.R. 21/04, per gli
impianti gestiti dalla Dister SpA:
1.1. ai fini del rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione e
l'esercizio degli impianti oggetto del presente screening si deve
provvedere alla implementazione del progetto definitivo di dettaglio;
1.2. tutti gli stoccaggi delle biomasse dovranno avvenire in capannoni
pavimentati e coperti; relativamente, invece, allo stoccaggio
dell'olio vegetale dovranno essere definiti nel dettaglio le
caratteristiche e le dimensioni dei bacini di contenimento, di cui
saranno dotati i serbatoi dedicati;
1.3. in fase di realizzazione dell'opera, dovranno essere adottati
tutti i provvedimenti atti a contenere gli effetti ambientali prodotti
dall'attivita' di cantiere (ad esempio le emissioni diffuse e puntuali
di polveri, derivanti dalla movimentazione dei mezzi, possono essere
contenute attraverso l'umidificazione dei depositi dei materiali
temporanei, la bagnatura e copertura con teloni del materiale
trasportato, nonche' la pulizia dei camion);
1.4. per quanto riguarda il rumore:
a) dovra' essere effettuata verifica acustica strumentale post operam
tesa a dimostrare l'efficacia delle mitigazioni previste ed il
rispetto dei limiti di legge in materia di inquinamento acustico, in
coerenza con le stime revisionali prodotte nella presente analisi
acustica, presso i recettori;
b) all'adozione della classificazione acustica definitiva da parte del
Comune di Faenza nelle aree limitrofe eventualmente classificate in
classe III e con presenza di clima acustico superiore ai 50 dBA,
dovra' essere prevista l'adozione di piano di risanamento delle
sorgenti sonore individuate come responsabili, atto al rispetto dei
limiti di immissione assoluti e differenziali;
c) le attivita' in progetto non dovranno prevedere l'installazione di
impianti e/o sorgenti acustiche oltre a quelle indicate;
d) per quanto riguarda le attivita' di cantiere dovranno essere
rispettate le disposizioni del Regolamento comunale del Comune di
Faenza in materia di inquinamento acustico derivante da particolari
attivita' (CC 1834/187 del 15/4/2004) in attuazione dell'art. 11,
comma 1 della L.R. 9 maggio 2001, n. 15 e della delibera della Giunta
regionale 45/02 recante disposizioni in materia di inquinamento
acustico, ovvero:
I. le macchine in uso dovranno operare in conformita' alle direttive
CEE in materia di emissione acustica ambientale, cosi' come recepite
dalla legislazione italiana;
II. all'interno del cantiere dovranno essere utilizzati tutti gli
accorgimenti tecnici e gestionali, sia con l'impiego delle piu' idonee
attrezzature, sia tramite idonea organizzazione dell'attivita', al
fine di minimizzare l'impatto acustico verso l'esterno;
III. gli avvisatori acustici potranno essere utilizzati solo se non
sostituibili con altri di tipo luminoso e nel rispetto delle vigenti
disposizioni in materia di sicurezza e salute dei lavoratori;
IV. l'attivita' del cantiere dovra' essere svolta nei giorni feriali
dalle ore 7 alle ore 20;
V. l'esecuzione di lavorazioni disturbanti (es. escavazioni e
demolizioni) e l'impiego di macchinari rumorosi (es. martelli
demolitori, flessibili, seghe circolari, ecc.) dovra' essere
effettuata dalle ore 8 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19,
evitando concomitanza di lavorazioni rispettando il limite LAeq
(livello continuo equivalente ponderato A) di 70 dBA con tempo di
misura TM di 10 minuti, rilevato in facciata ad edifici residenziali;
VI. per l'esecuzione di lavorazioni disturbanti e l'impiego di
macchinari rumorosi dove non sara' possibile rispettare i limiti del
punto precedente, andra' richiesta all'Amministrazione comunale deroga
al regolamento comunale in materia di inquinamento acustico derivante
da particolari attivita', previa dimostrazione che si sono messi in
atto tutti gli accorgimenti tecnici per il contenimento delle
emissioni sonore;
VII. il valore di immissione differenziale non viene applicato;
VIII. nel rimanente orario di attivita' dovranno essere rispettati i
limiti di immissioni assoluti e differenziali previsti dal DPCM
14/11/1997;
IX. venga data preventiva informazione alle persone potenzialmente
disturbate dalla rumorosita' del cantiere su tempi e modi di
esercizio, su data di inizio e fine lavori.
1.5. Relativamente agli scarichi idrici, nel progetto definitivo,
dovra' essere approfondita la valutazione dei flussi che recapitano in
pubblica fognatura e quindi al depuratore di HERA, provvedendo a
definire una planimetria di dettaglio del nuovo assetto fognario e una
specifica relazione con i dati quali-quantitativi con cui procedere
all'aggiornamento dell'assetto autorizzativo attuale;
1.6. relativamente alle emissioni in atmosfera, si dovra' provvedere
anche per la sezione alimentata a biomasse SAFR all'adozione di un
idoneo sistema di abbattimento degli NOx in fase di combustione; in
particolare si dovra' realizzare una riduzione non catalitica
selettiva degli ossidi di azoto, mediante iniezione in camera di
combustione di una soluzione di urea, ovvero un sistema di
abbattimento catalitico selettivo SCR, tale da garantire un limite in
emissione inferiore a 100 mg/Nmc. (media giornaliera).
In sede di progettazione definitiva, dovranno inoltre essere definite
nel dettaglio tutte le opere di mitigazione di impatti ambientali
connessi alla nuova centrale (sia quelle gia' previste nella relazione
di screening, sia quella oggetto di prescrizione), ovvero:
per la sezione di cogenerazione COG:
- sistema SCR per l'abbattimento degli NOx: tale sistema deve essere
definito e dimensionato in conformita' con le migliori tecniche
disponibili e per ottenere limiti di emissioni non superiori a 100
mg/Nmc. (media giornaliera);
- sistema di conversione catalitico per il controllo delle emissioni
di CO e sostanze incombuste: anche in questo caso il dimensionamento
deve essere appropriato per garantire i limiti indicati nella
relazione di screening.
per la sezione alimentata a biomasse SAFR:
- sistema SNCR per l'abbattimento degli NOx in fase di combustione,
ovvero sistema catalitico SCR;
- sistema per l'abbattimento degli SOx e degli acidi con calce;
- sistema di abbattimento delle polveri con filtro a tessuto.
Rispetto alle caratteristiche qualitative delle emissioni stimate per
la centrale, in sede di progettazione definitiva, dovranno essere
approfondite le problematiche relative alla caratterizzazione
analitica dell'olio vegetale che verra' utilizzato quale combustibile
nella sezione di cogenerazione della nuova centrale in progetto,
nonche' dovra' essere definito un piano di controllo di tale
combustibile, esplicitando frequenza e profilo analitico dei
controlli. La caratterizzazione dell'olio vegetale deve escludere, in
particolare, la presenza di precursori della formazione di
microinquinanti (diossine, metalli, IPA) nelle emissioni.
Le emissioni delle sezioni di produzione energia (COG e SAFR) devono
essere dotate di sistemi di monitoraggio in continuo per i parametri
autorizzati.
1.7. Relativamente alla gestione dei rifiuti prodotti, dovranno essere
approfondite e descritte nel dettaglio le modalita' di gestione dei
rifiuti prodotti ed il loro conferimento finale, con particolare
riguardo ai fanghi prodotti dall'impianto di depurazione e alle ceneri
prodotte dall'impianto di cogenerazione.
2) Si determinano le spese per l'istruttoria relativa alla procedura
predetta a carico del proponente in euro 100,00, ai sensi
dell'articolo 28 della L.R. 18 maggio 1999, n. 9, e successive
modificazioni e della deliberazione della Giunta regionale 15 luglio
2002, n. 238. Si ricorda che l'esito positivo della procedura di
verifica (screening) non comprende e sostituisce le intese,
concessioni, autorizzazioni, licenze, pareri ed i nulla osta comunque
denominati, necessari per la realizzazione del progetto in base alla
vigente normativa.
Al fine di ottenere tutte le autorizzazioni ambientali per la
realizzazione e l'esercizio dell'impianto, ad esclusione del permesso
di costruire, deve essere presentata richiesta di modifica della
domanda di Autorizzazione integrata ambientale, ai sensi del DLgs
59/05 e della L.R. 21/04, gia' presentata dalla ditta Dister SpA per
l'impianto esistente di produzione mosti d'uva e derivati, alcol
etilico e altri prodotti di distilleria, come previsto dalla
deliberazione di Giunta regionale n. 375 del 20/3/2006. Gli impianti
gestiti dalla ditta Dister SpA, per la parte attualmente esistente,
sono riconducibili alla fattispecie prevista al punto 6.4.b
dell'Allegato I del DLgs 59/05; la nuova centrale termoelettrica in
progetto, d'altra parte, costituisce modifica sostanziale degli
impianti attuali ed e' inoltre riconducibile alla fattispecie di cui
al punto 1.1 dell'Allegato I del DLgs 59/05.
A tale riguardo la ditta e' quindi tenuta a ripresentare un'unica
domanda di Autorizzazione integrata ambientale, che comprenda sia
l'attivita' di distilleria (compreso il depuratore aziendale e il
nuovo stoccaggio fanghi), sia la nuova centrale termoelettrica nella
versione di dettaglio, al fine di ricomprendere in un'unica
valutazione gli impianti esistenti e quelli che risulteranno dal
progetto proposto e sottoposto a screening.