DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO POLITICHE FAMILIARI, INFANZIA, ADOLESCENZA 21 dicembre 2004, n. 18694
Programmazione provinciale per la promozione delle politiche di accoglienza e tutela dell'infanzia e dell'adolescenza: azioni di contrasto agli abusi e ai maltrattamenti in danno di minori: assegnazione, impegno e liquidazione anno 2004
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
Visti:
- la Legge 27 maggio 1991, n. 176 "Ratifica ed esecuzione della
convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a New York il 29
novembre 1989", ed in particolare l'art. 19;
- la Legge 15 febbraio 1996, n. 66 "Norme contro la violenza
sessuale";
- la Legge 28 agosto 1997, n. 285 "Disposizioni per la promozione di
diritti ed opportunita' per l'infanzia e l'adolescenza", ed in
particolare l'art. 4, comma 1, lettera h;
- la Legge 3 agosto 1998, n. 269 "Norme contro lo sfruttamento della
prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di
minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitu'";
- la Legge 20 marzo 2003, n. 77 "Ratifica ed esecuzione della
Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, fatta a
Strasburgo il 25 gennaio 1996";
- la L.R. 2/03 "Norme per la promozione della cittadinanza sociale e
per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi
sociali", che, tra l'altro, all'art. 47, comma 1, lettera c),
stabilisce che quota parte del fondo sociale regionale per le spese
correnti operative a sostegno dei servizi e degli interventi, e'
destinato alle Provincie per l'attuazione di specifici programmi
provinciali (di cui all'art. 27 della medesima legge regionale), che
si devono raccordare ed integrare con i Piani di zona;
richiamati altresi':
- le "Linee di indirizzo in materia di abuso sessuale sui minori"
approvate con deliberazione del Consiglio regionale 24 novembre 1999,
n. 1294, che, tra le altre cose, promuovono l'attuazione di forme di
collaborazione tra i diversi soggetti istituzionali, impegnati nel
contrasto all'abuso, afferenti all'ambito della giustizia, della
sicurezza e dei servizi socio-sanitari;
- il "Protocollo d'intesa tra il Ministro di Grazia e Giustizia e la
Regione Emilia-Romagna per il coordinamento degli interventi rivolti
ai minori imputati di reato e agli adulti sottoposti a misure penali
restrittive della liberta'", approvato con deliberazione della Giunta
regionale 279/98 ed il "Protocollo operativo per il coordinamento
degli interventi rivolti ai minori imputati di reato", approvato con
deliberazione della Giunta regionale 2671/03, i quali promuovono, tra
l'altro, il coinvolgimento congiunto dei servizi socio-educativi
della giustizia e del territorio nella presa in carico dei minori che
hanno commesso reati, ivi compresi gli atti di violenza ed abuso nei
confronti di terzi;
richiamata la deliberazione della G.R. 2608/02, ad oggetto
"Assegnazione alle Provincie per interventi finalizzati alla
realizzazione di attivita' di contrasto alle forme di abuso in danno
a minori", con la quale, anche in attuazione della summenzionata
Legge 269/98 e del decreto 13 marzo 2002, n. 89 del Ministero del
Lavoro e delle Politiche sociali, la Regione Emilia-Romagna ha
provveduto a:
- assegnare risorse alle Provincie, finalizzate alla realizzazione di
attivita' di contrasto alle forme di abuso in danno a minori;
- approvare un documento dove sono stati individuati specifici
indirizzi in merito alle tipologie di attivita' da realizzare ed e'
stato definito un iter procedurale per la definizione ed approvazione
dei relativi piani provinciali di tutela dei minori;
- istituire tavoli di confronto e pianificazione con funzioni
istruttorie e di monitoraggio dei piani provinciali medesimi;dato
atto che con deliberazione del Consiglio regionale n. 615 del
16/11/2004 ad oggetto "Programma annuale degli interventi e dei
criteri di ripartizione delle risorse ai sensi dell'art. 47, comma 3
della L.R. 12 marzo 2003, n. 2. Stralcio Piano regionale dei servizi
sociali ai sensi dell'art. 27, L.R. 2/03. Anno 2004 (proposta della
Giunta regionale in data 2 novembre 2004, n. 2152)", al punto 3.3.7.
"Programma provinciale per la promozione di politiche di accoglienza
e tutela dell'infanzia e dell'adolescenza", lettera C) "Sostegno alle
politiche di tutela dei minori" del programma allegato, parte
integrante della deliberazione, sono state individuate tra l'altro:
- le risorse programmate per il sostegno alle politiche di tutela dei
minori per il 2004, ammontanti a Euro 300.000,00;
- le Amministrazioni destinatarie, ossia le Provincie;
- gli obiettivi generali da perseguire;
- la ripartizione delle risorse, nel rispetto dei seguenti criteri
(con arrotondamento all'unita' di Euro): una quota corrispondente al
30% viene destinata in ugual misura a tutte le Provincie; la restante
quota del 70% viene suddivisa tra le Provincie in base alla
popolazione minorile residente nel rispettivo territorio al
31/12/2003; il Dirigente competente per materia provvede
all'assegnazione delle risorse, all'assunzione dei relativi impegni
di spesa e alla contestuale liquidazione in un'unica soluzione e alla
determinazione delle modalita' di rendicontazione;
valutato di conferire, mediante il presente atto, proficua
continuita' alle iniziative di contrasto all'abuso e al
maltrattamento attivate gia' dal 2002 per effetto della deliberazione
2608/02;ritenuto pertanto, in attuazione della sopracitata
deliberazione del Consiglio regionale 615/04, di dover provvedere:
- all'assegnazione della somma complessiva di Euro 300.000,00 a
favore delle Amministrazioni provinciali, ripartita secondo i criteri
sopra richiamati;
- al relativo impegno di spesa sul Capitolo 57105 per l'importo di
Euro 300.000,00;
richiamate:
- la L.R. 22 dicembre 2003, n. 29 "Bilancio di previsione della
Regione Emilia-Romagna per l'anno finanziario 2004 e Bilancio
pluriennale 2004-2006;
- la L.R. 28 luglio 2004, n. 18 "Assestamento del Bilancio di
previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
2004 e del Bilancio pluriennale 2004-2006 a norma dell'art. 30 della
L.R. 15 novembre 2001, n. 40. Primo provvedimento generale di
variazione."
viste:
- la L.R. 15 novembre 2001, n. 40 recante "Ordinamento contabile
della Regione Emilia-Romagna, abrogazione delle L.R. 6 luglio 1977,
n. 31 e 27 marzo 1972, n. 4", ed in particolare gli artt. 47, 49 e
51;
- la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 recante "Testo unico in materia di
organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione
Emilia-Romagna";
ritenuto che ricorrano gli elementi di cui all'art. 47, secondo comma
della L.R. 40/01 e che pertanto l'impegno di spesa possa essere
assunto con il presente atto;
ritenuto, inoltre, che sussistano tutte le condizioni previste
dall'art. 51, comma 3 della L.R. 40/01 per provvedere alla
liquidazione della spesa;
verificata la necessaria disponibilita' sul pertinente capitolo di
bilancio;
richiamata la seguente deliberazione della Giunta regionale,
esecutiva ai sensi di legge:
- n. 447 del 24 marzo 2003, concernente "Indirizzi in ordine alle
relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e
sull'esercizio delle funzioni dirigenziali";
richiamata, inoltre, la deliberazione della Giunta regionale n. 642
del 5 aprile 2004, nonche' la determinazione del Direttore generale
Risorse finanziarie e strumentali n. 4314 dell'1 aprile 2004,
entrambe relative, tra l'altro, al conferimento dell'incarico di
responsabilita' della posizione dirigenziale professional "Controllo
e presidio dei processi connessi alla gestione delle spese del
bilancio regionale";
attestata la regolarita' amministrativa ai sensi della deliberazione
di Giunta regionale 447/02;
dato atto del parere di regolarita' contabile del presente atto
espresso dal Dirigente Professional "Controllo e presidio dei
processi connessi alla gestione delle spese del bilancio regionale",
dott. Marcello Bonaccurso, ai sensi della citata deliberazione della
Giunta regionale 447/03;
determina:
1) di approvare il documento, Allegato A) parte integrante e
sostanziale al presente provvedimento, ad oggetto "Indirizzi inerenti
gli interventi finalizzati alla realizzazione di attivita' di
contrasto alle forme di abuso in danno a minori. Anno 2004";
2) di approvare e assegnare, per le finalita' di cui all'Allegato A),
il riparto a favore delle Provincie del finanziamento di Euro
300.000,00, secondo i criteri previsti nella deliberazione del
Consiglio regionale 615/04, e con arrotondamento all'unita' di Euro,
come esposto nella tabella a seguire:
(segue allegato fotografato)
(Si precisa che per effetto dell'arrotondamento, e' stata diminuita
di 1 Euro la somma attribuita alla Provincia destinataria del
trasferimento maggiore);3) di impegnare la somma anzidetta di Euro
300.000,00 registrata al n. 5696 di impegno sul Cap. 57105 "Fondo
sociale regionale. Quota parte destinata alle Provincie per
l'attuazione dei programmi provinciali, per le attivita' di
coordinamento e supporto per l'implementazione e gestione del sistema
informativo dei servizi sociali, nonche' per l'elaborazione dei Piani
di zona (art. 47, comma 1, lettera c), L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e
Legge 8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali" afferente all'UPB
1.5.2.2.20101 del Bilancio per l'esercizio 2004, che presenta la
relativa disponibilita';
4) di liquidare la somma di complessivi Euro 300.000,00, ricorrendo
le condizioni di cui all'art. 51, comma 3 della L.R. 40/01, dando
atto che si provvedera', sulla base del presente atto, ad avvenuta
esecutivita' dello stesso, alla richiesta di emissione dei titoli di
pagamento ai sensi dell'art. 52 della medesima L.R. 40/01, sulla base
della ripartizione sopra riportata al punto 2;
5) di dare atto che per tutto quanto non espressamente previsto nel
presente provvedimento si rinvia alla deliberazione consiliare
615/04;
6) di pubblicare la presente determinazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione Emilia-Romagna.
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
Lorenzo Campioni
ALLEGATO A)
Indirizzi inerenti gli interventi finalizzati alla realizzazione di
attivita' di contrasto alle forme di abuso in danno a minori. Anno
2004
1. Premessa
Il presente documento specifica le linee di indirizzo per la
realizzazione dei Programmi di tutela dei minori, strumentali al
raggiungimento degli obiettivi generali previsti nella deliberazione
del Consiglio regionale 615/04, punto 3.3.7., lettera c), secondo una
prospettiva di continuita' con i precedenti piani approvati per
effetto della del. G.R. 2608/02 e della determinazione 16952/03,
approvata in esecuzione della del. C.R. 514/03.
Nel presente documento vengono denominati:
- "servizi territoriali", i servizi socio-sanitari competenti per i
minori, siano essi gestiti direttamente dai Comuni o delegati alle
Aziende USL o gestiti secondo altre modalita' (es. Consorzi di
Comuni);
- "tavoli tecnici", i tavoli di confronto e di pianificazione
istituiti dalle Provincie per effetto della del. G.R. 2608/02.
2. Caratteristiche della pianificazione provinciale
La deliberazione del Consiglio regionale 615/04 prevede l'attivazione
dei Piani di zona e dei relativi Programmi attuativi; pur restando
ferma la specificita' della pianificazione provinciale, come prevista
dall'art. 27, comma 3 della L.R. 2/03, la medesima del. C.R. prevede
il raccordo e l'integrazione reciproca tra il livello di
pianificazione provinciale e quello zonale. In tal senso appare anche
utile:
A) armonizzare la scansione temporale prevista per le fasi di
progettazione ed attuazione dei medesimi piani di zona e la
pianificazione provinciale (come indicato al punto 5);
B) adottare (ancora in analogia con quanto disposto a riguardo dei
Piani di zona) preferibilmente appositi Piani provinciali pluriennali
cadenzati con programmi attuativi annuali. Resta fermo comunque che:
a) le medesime Provincie possono riservarsi di adottare,
relativamente al finanziamento 2004, ancora un piano di tutela
annuale; b) in caso di adozione di un piano pluriennale, le Provincie
apporteranno al medesimo le necessarie modifiche o integrazioni sulla
base delle indicazioni derivanti da futuri atti di indirizzo o
programmazione regionali.
3. Competenze istituzionali
3.1. I tavoli tecnici
Nell'attivita' istruttoria dei piani provinciali si riconferma
l'importanza del ruolo dei tavoli tecnici (anche quali sezioni di
piu' ampi organismi tecnici consultivi di ambito minorile), gia'
prevista nella del. G.R. 2608/02, quale snodo principale del
confronto interistituzionale e della riflessione su base tecnica a
supporto della programmazione provinciale. In particolare, spetta ai
tavoli tecnici:
- stimolare la riflessione inerente le problematiche sulla tutela dei
minori, in particolare in funzione di supporto all'orientamento delle
scelte amministrative, svolgendo un ruolo di coordinamento e impulso
per la progettazione e la realizzazione delle azioni di tutela dei
minori in ambito provinciale;
- elaborare proposte di piani e programmi, da sottoporre
all'approvazione degli organi dell'Amministrazione provinciale,
prevedendo anche eventuali interventi di rilevanza interprovinciale,
soprattutto in materia di formazione, da gestire d'intesa tra piu'
ambiti provinciali;
- sovrintendere al monitoraggio dell'andamento degli interventi
previsti dai programmi e dai piani provinciali nelle forme, nei modi
e nei tempi stabiliti dalla Regione Emilia-Romagna.
Le Provincie, nelle more dell'approvazione di specifici atti
normativi che disciplinino la composizione dei tavoli tecnici (in
analogia con quanto previsto ai punti 2.3.1 e 2.3.2 dell'Allegato
alla del. C.R. 615/04 e nello spirito: della del. C.R. 1294/99; del
Protocollo d'intesa tra il Ministro di Grazia e Giustizia e la
Regione Emilia-Romagna per il coordinamento degli interventi rivolti
ai minori imputati di reato e agli adulti sottoposti a misure penali
restrittive della liberta'", approvato con del. G.R. 279/98; del
"Protocollo operativo per il coordinamento degli interventi rivolti
ai minori imputati di reato", approvato con del. G.R. 2671/03), entro
il 31/12/2005 integrano i tavoli tecnici aprendo alla rappresentanza
di referenti ciascuna delle seguenti aree:
- area dei servizi sociali;
- area dei servizi sanitari (quali neuropsichiatria infantile,
pediatria di comunita' e ospedaliera, pronto soccorso ecc.);
- area dei servizi scolastici ed educativi (quali autonomie
scolastiche, servizi educativi per la prima infanzia ecc.);
- area dei servizi inerenti la sicurezza e la giustizia (quali Centro
di giustizia minorile, Prefettura ecc.); saranno altresi' invitati
permanenti il Tribunale Ordinario e il Tribunale per i Minorenni.
Le Amministrazioni provinciali promuovono la partecipazione ai tavoli
di altri soggetti qualificati, anche del privato sociale (ad es.
Comunita' per minori).
3.2. La Provincia
L'Amministrazione provinciale provvede ad approvare il piano
provinciale e a ripartire i fondi tra i servizi territoriali ivi
individuati quali gestori dei progetti. Rientrano nel medesimo piano
provinciale anche i progetti interprovinciali, per la quota di
relativa spettanza.
La Provincia, mediante i propri uffici, esercita altresi' una
funzione di supporto tecnico-organizzativo e logistico nei confronti
del tavolo tecnico, in analogia con il ruolo svolto dagli Uffici di
Piano per la realizzazione dei Piani di zona, e collabora nella
valutazione del piano/programma provinciale, anche mediante la
trasmissione alla Regione di appositi rapporti di monitoraggio.
Anche nella prospettiva della razionalizzazione ed ottimizzazione
delle risorse e delle competenze, le Provincie promuovono la
riunificazione degli organismi tecnici collegiali provinciali che si
interessano di programmazione in materia minorile, in un unico
organismo, articolato per sezioni di ambito. In tale prospettiva, i
tavoli tecnici diventano pertanto sezioni di detti organismi.
3.3. La Regione
La Regione Emilia-Romagna, anche mediante la costituzione di appositi
organismi collegiali o gruppi di lavoro interprovinciali, svolge
attivita':
- di raccordo dei tavoli, al fine della loro integrazione e della
armonizzazione delle iniziative locali con quelle regionali;
- di monitoraggio e valutazione dei percorsi di attuazione dei piani
provinciali;
- di stimolo alla riflessione tecnica allargata, alla qualificazione
degli interventi e alla divulgazione delle buone prassi operative,
anche mediante l'organizzazione di specifici momenti di formazione,
di comunicazione e di valorizzazione delle esperienze territoriali e
di informazione e comunicazione circa le piu' significative
esperienze di ambito nazionale.
4. Le linee progettuali
Poiche' l'abuso ed il maltrattamento in danno di minori costituiscono
fenomeni ampiamente sommersi, obiettivo di base dei servizi e' di
sviluppare, accanto ad una azione di prevenzione, la capacita' di far
emergere precocemente i segnali di disagio e di individuare quanto
prima i minori vittime accogliendoli in una rete protettiva capace di
una qualificata risposta. Per questo occorre proseguire nello
sviluppo e nel consolidamento di proficue "sinergie" tra le varie
Amministrazioni coinvolte (servizi socio-sanitari, sistema
educativo-formativo, servizi della giustizia e della sicurezza...).
Al fine di soddisfare questi bisogni, anche sulla base della
valutazione delle azioni di monitoraggio condotte sui piani
provinciali, i progetti e le iniziative previste nella pianificazione
provinciale sono finalizzati a soddisfare gli obiettivi che si
riferiscono alle seguenti due aree:
- area delle risorse umane: con riferimento agli "attori" del sistema
coinvolti, ad es. mediante la formazione, l'informazione, la
sensibilizzazione;
- area delle risorse di sistema: con riferimento alla qualificazione
della rete di opportunita', strutture e forme organizzative.
4.1. Obiettivi inerenti le risorse di sistema
4.1.1. I servizi multiprofessionali
Si riconferma quale obiettivo prioritario della Regione
Emilia-Romagna, da raggiungere nel medio/lungo termine, la
realizzazione o il consolidamento in ogni provincia di e'quipes
specializzate integrate dedicate alla tutela dei minori, di
dimensione almeno interdistrettuale. Nelle more di uno specifico
provvedimento regionale che disciplini il funzionamento di tali
e'quipes, la costituzione o il consolidamento delle medesime dovra'
rispondere alle seguenti caratteristiche minime:
- l'articolazione contemplera' la presenza almeno delle seguenti
figure: assistente sociale, psicologo, neuropsichiatra infantile,
pediatra, ginecologo, esperto giuridico;
- l'e'quipe assicurera' un solido supporto (scientifico e clinico)
alla presa in carico, curando un articolato progetto e
supervisionandone l'esecuzione, in collaborazione con l'autorita'
giudiziaria ed il servizio territoriale di riferimento; dovra'
altresi' seguire il minore nella fase del procedimento ed anche
successivamente;
- l'e'quipe organizzera' la tempestiva risposta in caso d'urgenza;
- l'e'quipe raggiungera' progressivamente la totale copertura dei
casi riscontrati sul territorio di competenza, assistendo tutti i
casi di abuso e maltrattamento (ivi compresi i reati previsti dalla
Legge 269/98 e i casi di violenza assistita);
- il progetto di costituzione delle e'quipes indichera': competenze,
modalita' organizzative delle stesse e forme di raccordo ed
integrazione coi servizi di base - eventualmente mediante la stesura
di appositi protocolli - nonche' con enti e soggetti impegnati nella
presa in carico e trattamento degli individui abusati/abusanti.
4.1.2. Linee guida e protocolli operativi
Al fine di definire, sulla base delle peculiarita' ed esigenze
territoriali, le forme del raccordo interistituzionale, i tavoli
tecnici promuovono l'adozione di strumenti condivisi tra gli
operatori delle varie Amministrazioni coinvolte (linee guida) o di
accordi che disciplinino le forme dell'interazione tra le stesse
istituzioni (protocolli) e i compiti dei soggetti appartenenti alla
rete di protezione dei minori.
Tali strumenti appaiono indispensabili sia al fine di concertare
efficaci strategie di contrasto al fenomeno dell'abuso e del
maltrattamento, sia per assicurare coerenza tra i servizi sociali e
sanitari a fronte dei riassetti organizzativi in materia di servizi
territoriali (ritiro di deleghe sociali dalle AUSL...).
4.1.3. Integrazione scuola - Servizi territoriali
Nell'ambito di un'efficace rete interistituzionale, costituisce
obiettivo prioritario la costruzione di efficaci forme di dialogo tra
scuola e servizi territoriali; appare funzionale a tal fine che siano
promosse nei servizi medesimi funzioni di ascolto o di counselling
anche informali o a bassa soglia, aperti a insegnanti (ma anche a
genitori e minori) in grado di fornire una risposta qualificata.
Contestualmente, i servizi territoriali individuano legami
significativi e stabili con le autonomie scolastiche, anche
identificando, in una prospettiva di economia dell'intervento,
referenti certi all'interno dei plessi che assicurino continuita' nel
tempo (il precariato ed il turn over nel sistema scolastico puo'
rendere infatti vano il lavoro di sensibilizzazione e formazione).
4.1.4. Gli spazi per audizioni protette
La Legge 269/98 ha introdotto e disciplinato l'utilizzo di luoghi per
audizioni protette di minori. Obiettivo della Regione e' che ogni
territorio provinciale disponga, presso strutture pubbliche, di
ambienti ed attrezzature idonei per le audizioni; contestualmente
all'introduzione di tali luoghi, devono essere attivate modalita'
operative finalizzate a limitare gli effetti traumatici conseguenti
agli accertamenti giudiziari e ai necessari interventi dei servizi.
Nella realizzazione di tali spazi va assicurato un adeguato standard
di accoglienza, in considerazione della specifica utenza cui sono
destinati e va privilegiata la ricerca della plurifunzionalita', che
renda possibile il contestuale esercizio di funzioni affini o
compatibili (ad es. incontri vigilati), con la conseguente
ottimizzazione delle risorse e la qualificazione dell'intervento.
4.1.5. Individuazione di forme di accoglienza qualificata
Appare importante l'individuazione di reti di famiglie affidatarie
qualificate oppure di comunita' in grado di accogliere in modo
specifico, tra i propri ospiti, anche i minori abusati o gravemente
maltrattati. Tale individuazione e' finalizzata alla predisposizione
di appositi processi di formazione e di percorsi di accoglienza anche
in circostanze di urgenza che richiedono un immediato allontanamento
del minore dalla famiglia.
4.1.6. I protagonisti dell'informazione
La Regione valuta di particolare attenzione la promozione di
iniziative che riguardino gli operatori della stampa ed il
coinvolgimento del sistema dei mezzi di informazione di massa, al
fine di proporre in chiave di risorsa il rapporto tra servizi
territoriali e mass-media, anche aprendo spazi di riflessione per una
corretta informazione all'opinione pubblica sui diritti dei bambini.
Cio' comporta il sostegno: ad una sempre piu' qualificata
sensibilizzazione degli operatori dei mass-media in materia di
infanzia ed adolescenza; al conferimento a questi del pieno possesso
degli strumenti conoscitivi per una corretta rappresentazione
dell'attivita' dei servizi territoriali che si occupano di minori.
4.2. Obiettivi inerenti le risorse umane
4.2.1. La formazione finalizzata alla costruzione della rete
interistituzionale
Al fine di costruire o consolidare una efficace rete
interistituzionale, i piani e i programmi provinciali prevedono
percorsi formativi, che possono essere: - orizzontali (ossia rivolti
contestualmente a categorie professionali disomogenee): essi hanno lo
scopo di fornire sensibilita' e linguaggio comuni ed un metodo di
lavoro condiviso, favorendo altresi' il confronto tra operatori di
diversa estrazione e contribuendo in modo efficace alla costruzione o
al consolidamento di una rete; - verticali (ossia di natura
specialistica, rivolti a categorie professionali omogenee o prossime,
ad es. solo assistenti sociali, o comunque operanti in un contesto
omogeneo, ad es. la comunita'): essi hanno lo scopo, in linea
generale, di qualificare o riqualificare con un approfondito
approccio scientifico, clinico o tecnico gli operatori di categorie
che gia' sono in possesso di un linguaggio uniforme o appartengono ad
ambiti professionali omogenei o prossimi.
4.2.2. L'azione sulle persone partendo dal contesto educativo nel
quale vive il minore: la scuola e il nido
Importante e' il coinvolgimento di categorie di professionisti, quali
gli insegnanti e gli educatori che, per il loro contatto continuo con
i minori e per la loro specifica funzione, possono diventare
osservatori privilegiati della loro condizione, e quindi essere,
potenzialmente, i "recettori" o "spettatori" dei segnali di disagio:
conferire loro gli strumenti basilari per interpretare questi segnali
appare quindi di grande importanza per poter attivare precocemente
specifici percorsi di intervento.
Sempre nella scuola e' possibile sviluppare tipologie di interventi
formativi/educativi, diretti invece ai bambini e agli adolescenti,
finalizzati: - a stimolare la capacita' di autotutela dei minori,
senza che interpretino prevalentemente in termini di rischio il
rapporto con l'altro (per i bambini); - a sviluppare il senso critico
(per gli adolescenti); - a educare al rispetto dell'altro (per
prevenire i fenomeni di prevaricazione, bullismo, vandalismo ecc.).
4.2.3. L'impegno sul recupero dei maltrattanti/abusanti
La Regione ritiene indispensabile che i territori acquisiscano, anche
medianti percorsi formativi specialistici, gli strumenti conoscitivi
per il recupero di quanti si rendono colpevoli di abusi e
maltrattamenti gravi. Appare evidente l'importanza di tale tipologia
di intervento, sia per il significato che tale terapia ricopre nei
confronti del minore vittima, sia per la sua funzione di prevenzione
(il reo, anche una volta espiata la pena, puo' di nuovo ricadere in
comportamenti abusanti o maltrattanti se non sottoposto a trattamento
terapeutico).
Analogamente, occorre prestare particolare attenzione alla formazione
specialistica del personale impegnato nel recupero dei minori
abusanti e maltrattanti; merita infatti attenzione l'incidenza di
minori colpevoli di violenze di natura sessuale o di atti di
bullismo, teppismo ecc.
4.2.4. La sensibilizzazione della societa' come fattore protettivo
La Regione valuta l'importanza di iniziative volte alla
sensibilizzazione di ampie fasce della societa' con lo scopo di
creare una cornice sociale di protezione prevedendo il
coinvolgimento, in percorsi formativi o in azioni di
sensibilizzazione, di diversificate compagini sociali: scopo e' di
incentivare una "cultura diffusa" che sia protettiva e attenta nei
confronti dei diritti dei minori, in chiave di prevenzione primaria e
secondaria.
4.2.5. Promuovere una cultura della genitorialita'
Si sottolinea l'opportunita', in una prospettiva di prevenzione
primaria, di attuare iniziative di formazione e di sensibilizzazione
rivolte ai genitori, quali supporto e stimolo alla funzione
genitoriale.
5. La pianificazione provinciale: caratteri e scadenze
Le Provincie approvano e trasmettono alla Regione i propri
piani/programmi secondo le medesime scadenze previste per
l'approvazione e la trasmissione dei Piani di zona dalla del. C.R.
615/04.
L'indice del piano provinciale prevedera' le seguenti articolazioni:
- caratteristiche del fenomeno dell'abuso e del maltrattamento: dati
ed evoluzione negli ultimi anni;
- risorse presenti sul territorio (con riferimento a: tavolo tecnico;
organizzazione dei servizi territoriali; e'quipes territoriali e
relative caratteristiche; protocolli e linee guida; luoghi per
audizioni protette; risorse dell'accoglienza comunitaria e familiare;
iniziative di formazione e sensibilizzazione attuate...);
- obiettivi provinciali, da definire sulla base della valutazione dei
bisogni;
- attivita' previste (i progetti saranno redatti su appositi
moduli).
E' altresi' compito delle Provincie redigere, sulla base delle azioni
di monitoraggio, appositi rapporti provinciali unificati relativi ai
piani provinciali di tutela ed accoglienza dei minori (affido
familiare e in comunita'; adozione nazionale e internazionale) e agli
interventi di promozione dei diritti e delle opportunita' per
l'infanzia e l'adolescenza compresi nei Piani di zona. Detti rapporti
saranno redatti secondo le indicazioni e nelle forme comunicate dalla
Regione e saranno trasmessi alla Regione secondo le seguenti
scadenze:
- un primo rapporto entro il giugno 2006 relativo alle attivita'
intraprese grazie ai finanziamenti assegnati nell'anno 2004 e allo
stato di avanzamento dei piani provinciali fino a dicembre 2005;
- un secondo rapporto entro il marzo 2007 relativo allo stato di
avanzamento dei piani fino a dicembre 2006, realizzati con i
finanziamenti regionali eventualmente assegnati il prossimo anno in
relazione alle effettive disponibilita' recate dal bilancio
regionale.
Restano ferme le disposizioni relative al monitoraggio dei Piani
provinciali di tutela gia' approvati e contenuti nella del. G.R.
2608/02 e della determinazione 16952/03.
L'inosservanza dei termini sopra previsti, nonche' gravi o reiterate
mancanze rispetto a quanto disposto dal presente atto, comporteranno,
previo sollecito da parte della Regione, la revoca del finanziamento
concesso e il conseguente recupero dell'importo erogato.
E' altresi' prescritto, a carico dei beneficiari, l'obbligo di
riportare, sui materiali di comunicazione e documentazione inerenti
i progetti finanziati mediante il presente provvedimento, il logo
della Regione Emilia-Romagna e l'indicazione "Iniziativa realizzata
con il contributo (ovvero) finanziamento regionale".