DETERMINAZIONE DEL RESPONSABILE DEL SERVIZIO POLITICHE FAMILIARI, INFANZIA, ADOLESCENZA 20 dicembre 2004, n. 18591
Programmazione provinciale per la promozione delle politiche di accoglienza e tutela dell'infanzia e dell'adolescenza: affidamento familiare e in comunita'. Assegnazione, impegno e liquidazione anno 2004
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
Viste:
- la Legge 184/83 "Diritto del minore ad una famiglia", come
modificata dalla Legge 149/01 "Modifiche della Legge 4 maggio 1983,
n.184, "Disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori,
nonche' del Titolo VIII del Libro I del Codice civile";
- la Legge 176/91 "Ratifica ed esecuzione della convenzione sui
diritti del fanciullo fatta a New York il 27 novembre 1989";
- la Legge 476/98 "Ratifica ed esecuzione della convenzione per la
tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione
internazionale, fatta all'Aja il 29 maggio 1993. Modifiche alla Legge
4 maggio 1983, n. 184, in tema di adozione di minori stranieri";
- la Legge 28 agosto 1997, n. 285 "Disposizioni per la promozione di
diritti ed opportunita' per l'infanzia e l'adolescenza", ed in
particolare l'art. 4, comma 1, lettera d);
- la Legge 20 marzo 2003, n. 77 "Ratifica ed esecuzione della
Convenzione europea sull'esercizio dei diritti dei fanciulli, fatta a
Strasburgo il 25 gennaio 1996";
- la L.R. 2/03 "Norme per la promozione della cittadinanza sociale e
per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi
sociali", che, tra l'altro, all'art. 47, comma 1, lettera c),
stabilisce che quota parte del fondo sociale regionale per le spese
correnti operative a sostegno dei servizi e degli interventi, e'
destinato alle Province per l'attuazione di specifici programmi
provinciali (di cui all'art. 27 della medesima legge regionale), che
si devono raccordare ed integrare con i Piani di zona;
richiamata altresi':
- la deliberazione del Consiglio regionale 1378/00 "Direttiva
regionale in materia di affidamento familiare";
- la deliberazione della Giunta regionale 2396/02, ad oggetto
"Assegnazione finanziamento alle Province per la promozione e
qualificazione dell'affidamento familiare", con la quale, la Regione
Emilia-Romagna ha provveduto ad assegnare risorse alle Provincie
finalizzate alla realizzazione di attivita' di promozione,
coordinamento e raccordo inter-istituzionale tra i diversi Enti
territoriali che si occupano di affidamento familiare;
dato atto che con deliberazione del Consiglio regionale n. 615 del
16/11/2004 ad oggetto "Programma annuale degli interventi e dei
criteri di ripartizione delle risorse ai sensi dell'art. 47 comma 3
della L.R. 12 marzo 2003, n. 2. Stralcio Piano regionale dei servizi
sociali ai sensi dell'art. 27, L.R. 2/03. Anno 2004" (Proposta della
Giunta regionale in data 2 novembre 2004, n. 2152), al punto 3.3.7.
"Programma provinciale per la promozione di politiche di accoglienza
e tutela dell'infanzia e dell'adolescenza", lettera B) "Affidamenti
familiari e in comunita'" del programma allegato, parte integrante
della deliberazione. Con il medesimo atto sono state individuate, tra
l'altro:
- le risorse programmate per il sostegno alle politiche di
affidamento familiare e in comunita' dei minori per il 2004,
ammontanti a Euro 200.000,00;
- la ripartizione delle risorse, nel rispetto dei seguenti criteri
(con arrotondamento all'unita' di Euro): una quota corrispondente al
30% viene destinata in ugual misura a tutte le Provincie; la restante
quota del 70% viene suddivisa tra le Provincie in base alla
popolazione minorile residente nel rispettivo territorio al
31/12/2003; il Dirigente competente per materia provvede
all'assegnazione delle risorse, all'assunzione dei relativi impegni
di spesa e alla contestuale liquidazione in un'unica soluzione e alla
determinazione delle modalita' di rendicontazione;
- le Amministrazioni destinatarie, ossia le Provincie;
- gli obiettivi generali da perseguire;
valutato di conferire, mediante il presente atto, proficua
continuita' alle iniziative di promozione e coordinamento in materia
di affidamento familiare attivate gia' dal 2002 per effetto della
deliberazione 2396/02;
ritenuto pertanto, in attuazione della sopracitata deliberazione del
Consiglio regionale 615/04, di dover provvedere:
- all'assegnazione della somma complessiva di Euro 200.000,00 a
favore delle Amministrazioni provinciali, ripartita secondo i criteri
sopra richiamati;
- al relativo impegno di spesa sul Capitolo 57105 per l'importo di
Euro 200.000,00;
richiamate:
- la L.R.22 dicembre 2003, n. 29 "Bilancio di previsione della
Regione Emilia-Romagna per l'anno finanziario 2004 e Bilancio
pluriennale 2004-2006";
- la L.R. 28 luglio 2004 n. 18 "Assestamento del Bilancio di
previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario
2004 e del Bilancio pluriennale 2004-2006 a norma dell'art. 30 della
L.R. 15 novembre 2001, n. 40. Primo provvedimento generale di
variazione";
viste:
- la L.R. 15 novembre 2001, n.40 recante "Ordinamento contabile della
Regione Emilia-Romagna, abrogazione delle L.R.6 luglio 1977, n. 31 e
27 marzo 1972, n. 4 ed in particolare gli artt. 47, 49 e 51;
- la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 recante "Testo unico in materia di
organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione
Emilia-Romagna";
ritenuto che ricorrano gli elementi di cui all'art. 47 secondo comma
della L.R. 40/01 e che pertanto l'impegno di spesa possa essere
assunto con il presente atto;
ritenuto, inoltre, che sussistano tutte le condizioni previste
dall'art. 51, comma 3, della L.R. 40/01 per provvedere alla
liquidazione della spesa;
verificata la necessaria disponibilita' di cassa sul competente
capitolo di bilancio;
richiamata la seguente deliberazione della Giunta regionale,
esecutiva ai sensi di Legge n. 447 del 24 marzo 2003, concernente
"Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le
strutture e sull'esercizio delle funzioni dirigenziali";
richiamata, inoltre, la deliberazione della Giunta regionale n. 642
del 5 aprile 2004, nonche' la determinazione del Direttore generale
Risorse finanziarie e strumentali n. 4314 dell'1 aprile 2004,
entrambe relative, tra l'altro, al conferimento dell'incarico di
responsabilita' della posizione dirigenziale professional "Controllo
e presidio dei processi connessi alla gestione delle spese del
bilancio regionale";
attestata la regolarita' amministrativa ai sensi della deliberazione
di giunta regionale 447/02;
dato atto del parere di regolarita' contabile del presente atto
espresso dal Dirigente Professional "Controllo e presidio dei
processi connessi alla gestione delle spese del bilancio regionale"
Dott. Marcello Bonaccurso, ai sensi della citata deliberazione della
Giunta regionale 447/03;
determina:
1) di approvare il documento, Allegato A) parte integrante e
sostanziale al presente provvedimento avente ad oggetto "Indirizzi
inerenti gli interventi finalizzati alla realizzazione di attivita'
di promozione e qualificazione dell'affidamento familiare e in
comunita'. Anno 2004";
2) di approvare e assegnare, per le finalita' di cui all'Allegato A),
il riparto a favore delle Provincie del finanziamento di Euro
200.000,00, secondo i criteri previsti nella delibera del Consiglio
regionale 615/04 e con arrotondamento all'unita' di Euro, come
esposto nella tabella a seguire:
(segue allegato fotografato)3) di impegnare la somma anzidetta di
Euro 200.000,00 al n. 5767 di impegno sul Cap. 57105 "Fondo sociale
regionale. Quota parte destinata alle Provincie per l'attuazione dei
programmi provinciali, per le attivita' di coordinamento e supporto
per l'implementazione e gestione del sistema informativo dei servizi
sociali, nonche' per l'elaborazione dei Piani di zona (art. 47, comma
1, lettera c), L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e Legge 8 novembre 2000, n.
328) - Mezzi statali" afferente all'UPB 1.5.2.2.20101 del Bilancio
per l'esercizio 2004, che presenta la relativa disponibilita';
4) di liquidare la somma di complessivi Euro 200.000,00, ricorrendo
le condizioni di cui all'art. 51, comma 3 della L.R. 40/01, dando
atto che si provvedera', sulla base del presente atto, ad avvenuta
esecutivita' dello stesso, alla richiesta di emissione dei titoli di
pagamento ai sensi dell'art. 52 della medesima L.R. 40/01, sulla base
della ripartizione sopra riportata al punto 2);
5) di dare atto che per tutto quanto non espressamente previsto nel
presente provvedimento si rinvia alla deliberazione del CR 615/04;
6) di pubblicare la presente determinazione nel Bollettino Ufficiale
della Regione Emilia-Romagna.
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO
Lorenzo Campioni
ALLEGATO
Indirizzi inerenti gli interventi finalizzati alla realizzazione di
attivita' di promozione e qualificazione dell'affidamento familiare e
in comunita'. Anno 2004
1. Premessa
Il presente documento specifica le linee di indirizzo per la
realizzazione dei Programmi di promozione e qualificazione
dell'affidamento familiare e in comunita', strumentali al
raggiungimento degli obiettivi generali previsti nella deliberazione
del Consiglio regionale 615/04, punto 3.3.7, lettera B, secondo una
prospettiva di continuita' con i precedenti piani approvati per
effetto della delibera del Consiglio regionale 1378/00 e della
determinazione 16819/03, approvata in esecuzione della delibera C.R.
514/03.
La Regione intende porre in una dimensione unitaria le politiche per
l'accoglienza dei minori temporaneamente allontanati dalla famiglia
attraverso un rilancio delle politiche in materia di affidamento
familiare e con l'avvio di una qualificazione delle risposte
accoglienti di tipo familiare. Questa volonta' si concretizzera'
attraverso la definizione di una nuova direttiva in collaborazione
anche con le Associazioni, che preveda opportunita' in grado di
garantire la formazione degli adulti accoglienti, adeguati standard
per il sostegno da parte dei servizi e promuova forme sperimentali di
affido e di accoglienza in struttura.
Obiettivi:
- dare continuita' agli interventi programmati nell'anno 2003, in
specifico sviluppare e promuovere, in ambito provinciale, la
qualificazione e la formazione degli operatori che si occupano di
promozione, valutazione e sostegno degli interventi di affidamento
etero familiare, anche in direzione della costituzione di e'quipes
centralizzate, qualificate e specialistiche in cui si realizzi
l'integrazione multiprofessionale delle competenze; la preparazione
ed il sostegno degli affidatari e la promozione del mutuo aiuto tra
le famiglie affidatarie;
- sviluppare e promuovere in ambito provinciale:
- i coordinamenti affido e coordinamenti degli operatori delle
strutture per l'accoglienza, possibilmente integrati tra loro;
- le iniziative finalizzate alla promozione della cultura
dell'accoglienza in modo da ampliare il numero di persone disponibili
a svolgere in modo competente questa funzione;
- gruppi sperimentali di mutuo aiuto per le famiglie affidatarie e
anche per le famiglie che vivono la condizione di allontanamento dei
propri figli;
- l'avvio di corsi di preparazione per le coppie candidate
all'affidamento familiare ed alla conduzione di comunita' familiari;
- la formazione degli operatori dei servizi sociali territoriali,
anche integrata con quella degli operatori delle strutture, delle
Associazioni, delle cooperative sociali, delle IPAB e delle Aziende
pubbliche di servizi alla persona e dei servizi scolastici ed
educativi;
- lo sviluppo di interventi per assicurare accoglienza esclusivamente
di tipo familiare per i bambini 0-6 anni (rete delle famiglie
accoglienti) ed in particolare per i bambini abbandonati alla
nascita;
- la sperimentazione e il monitoraggio dei progetti innovativi di
accoglienza atti a rispondere a nuovi bisogni sociali, quali
l'accoglienza di minori stranieri, di bambini disabili, di
adolescenti, nonche' l'accompagnamento verso l'autonomia di giovani
adulti in particolare di quelli ospitati in strutture per minori.
2. Caratteristiche della pianificazione provinciale
La deliberazione consiliare 615/04 prevede l'attivazione dei Piani di
zona e dei relativi Programmi attuativi; pur restando ferma la
specificita' della pianificazione provinciale, come prevista
dall'art. 27, comma 3 della L.R. 2/03, la medesima del. C.R. prevede
il raccordo e l'integrazione reciproca tra il livello di
pianificazione provinciale e quello zonale. In tal senso appare anche
utile:
A) armonizzare la scansione temporale prevista per le fasi di
progettazione ed attuazione dei medesimi Piani di zona e la
pianificazione provinciale (come indicato al punto 5.);
B) adottare (ancora in analogia con quanto disposto a riguardo dei
Piani di zona) preferibilmente piani provinciali pluriennali
cadenzati con Programmi attuativi annuali. Resta fermo comunque che:
a) le medesime Provincie possono riservarsi di adottare,
relativamente al finanziamento 2004, ancora un Piano annuale in
materia di affidamento familiare; b) in caso di adozione di un piano
pluriennale, le Provincie apporteranno al medesimo le necessarie
modifiche o integrazioni sulla base delle indicazioni derivanti da
futuri atti di indirizzo o programmazione regionali.
3. Competenze istituzionali
3.1. I coordinamenti tecnici
Nell'attivita' istruttoria dei Piani provinciali si riconferma
l'importanza del ruolo dei coordinamenti tecnici (anche quali sezioni
di piu' ampi organismi tecnici consultivi di ambito minorile), gia'
previsti nella Del. C.R. 1378/00, quale snodo principale del
confronto interistituzionale e della riflessione su base tecnica a
supporto della programmazione provinciale. In particolare, spetta ai
coordinamenti tecnici:
- stimolare la riflessione inerente le problematiche
sull'affidamento, in particolare in funzione di supporto
all'orientamento delle scelte amministrative, svolgendo una funzione
di coordinamento e impulso per la progettazione e la realizzazione
delle azioni rivolte allo sviluppo e al sostegno dell'affidamento in
ambito provinciale;
- elaborare proposte di piani e programmi, in raccordo con le
indicazioni programmatiche della Regione e con i Piani di zona da
sottoporre all'approvazione degli organi dell'Amministrazione
provinciale, prevedendo anche eventuali interventi di rilevanza
interprovinciale, soprattutto in materia di formazione e
documentazione, da gestire d'intesa tra piu' ambiti provinciali;
- sovrintendere al monitoraggio dell'andamento degli interventi
previsti dai programmi e dai piani provinciali nelle forme, nei modi
e nei tempi stabiliti dalla Regione Emilia-Romagna.
Le Provincie, nelle more dell'approvazione di specifici atti
normativi che disciplinino la composizione dei tavoli tecnici (in
analogia con quanto previsto ai punti 2.3.1 e 2.3.2 dell'Allegato
alla del. C.R. 615/04), entro il 31/12/2005, integrano i tavoli
tecnici prevedendo la rappresentanza di referenti in ciascuna delle
seguenti quattro aree:
- area dei servizi sociali;
- area dei servizi sanitari (quali neuropsichiatria infantile,
pediatria di comunita', ecc.);
- area dei servizi scolastici ed educativi (quali autonomie
scolastiche, servizi educativi per la prima infanzia, ecc.);
- saranno invitati permanenti il Tribunale ordinario e il Tribunale
per i Minorenni dell'Emilia-Romagna.
Le Amministrazioni provinciali si impegnano per assicurare
l'opportunita' di partecipazione alle riunioni dei tavoli ad altri
soggetti qualificati, rappresentativi del Terzo settore che si
occupano di affidamento.
3.2. La Provincia
L'Amministrazione provinciale provvede ad approvare il Piano
provinciale e a ripartire i fondi tra i servizi territoriali ivi
individuati quali gestori dei progetti. Rientrano nel medesimo Piano
provinciale anche i progetti interprovinciali, per la quota di
relativa spettanza.
La Provincia, mediante i propri uffici, esercita altresi' una
funzione di supporto tecnico-organizzativo e logistico nei confronti
dei coordinamenti tecnici, in analogia con il ruolo svolto dagli
Uffici di Piano per la realizzazione dei Piani di zona. In
particolare, la Provincia, mediante i propri uffici, costituisce lo
strumento tecnico di supporto allo svolgimento dell'insieme delle
funzioni esperite dai coordinamenti tecnici, nonche' alla successiva
gestione e valutazione del Piano/Programma provinciale, anche
mediante la trasmissione alla Regione di appositi rapporti di
monitoraggio.
Anche nella prospettiva della razionalizzazione ed ottimizzazione
delle risorse e delle competenze e nelle more dell'approvazione di
specifici atti normativi di riordino degli organismi tecnici
collegiali di ambito provinciale che si interessano di programmazione
in ambito minorile, le Provincie promuovono la riunificazione di
questi in un unico organismo, articolato per sezioni di ambito. In
tale prospettiva, i coordinamenti tecnici diventano pertanto sezioni
di tale organismo.
3.3. La Regione
La Regione Emilia-Romagna, anche mediante la costituzione di appositi
organismi collegiali o gruppi di lavoro interprovinciali, svolge
attivita':
- di raccordo dei tavoli, al fine della loro integrazione e della
armonizzazione delle iniziative locali con quelle regionali;
- di monitoraggio e valutazione dei percorsi di attuazione dei Piani
provinciali;
- di stimolo alla riflessione tecnica allargata, alla qualificazione
degli interventi e alla divulgazione delle buone prassi operative,
anche mediante l'organizzazione di specifici momenti di formazione,
di comunicazione e di valorizzazione delle esperienze territoriali e
di informazione e comunicazione circa le piu' significative
esperienze di ambito nazionale.
4. La pianificazione provinciale: caratteri e scadenze
Le Provincie approvano i propri Piani o Programmi secondo le medesime
scadenze previste per l'approvazione e la trasmissione dei Piani di
zona della del. C.R. 615/04.
L'indice del Piano provinciale prevedera' le seguenti articolazioni:
- caratteristiche del fenomeno: dati ed evoluzione negli ultimi
anni;
- risorse presenti sul territorio (con riferimento a: coordinamenti
tecnici; organizzazione dei servizi territoriali: e'quipes
territoriali e relative caratteristiche; protocolli e linee guida;
risorse dell'accoglienza comunitaria e familiare; iniziative di
formazione e sensibilizzazione attuate...);
- obiettivi provinciali, da definire sulla base della valutazione dei
bisogni e delle indicazioni delle linee progettuali regionali.
E' altresi' compito delle Provincie redigere, sulla base delle azioni
di monitoraggio, appositi rapporti provinciali unificati relativi ai
Piani provinciali di tutela e accoglienza (affido familiare e in
comunita'; adozione nazionale e internazionale) dei minori e agli
interventi di promozione dei diritti e delle opportunita' per
l'infanzia e l'adolescenza compresi nei Piani di zona. Detti rapporti
saranno redatti in accordo con le indicazioni e nelle forme
concertate con la Regione. I rapporti saranno trasmessi alla Regione
secondo le seguenti scadenze:
- un primo rapporto entro il termine del 30 giugno 2006 relativo alle
attivita' intraprese grazie ai finanziamenti assegnati nell'anno 2004
e allo stato di avanzamento dei Piani provinciali fino a dicembre
2005;
- un secondo rapporto entro il 31 marzo 2007 a consuntivo dello stato
di avanzamento dei piani fino a dicembre 2006, realizzati con i
finanziamenti regionali eventualmente assegnati il prossimo anno in
relazione alle effettive disponibilita' recate dal bilancio
regionale.
Restano ferme le disposizioni relative al monitoraggio dei Piani
provinciali in materia di affidamento familiare gia' approvati e
contenuti nella determinazione 16819/03.
E' altresi' prescritto, a carico dei beneficiari, l'obbligo di
riportare, sui materiali di comunicazione e documentazione inerenti i
progetti finanziati mediante il presente provvedimento, il logo della
Regione Emilia-Romagna e l'indicazione "Iniziativa realizzata con il
contributo (ovvero) finanziamento regionale".