REGIONE EMILIA-ROMAGNA - CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 26 ottobre 2004, n. 612

Linee di programmazione e indirizzi per il sistema formativo e per il lavoro - Biennio 2005/2006 (proposta della Giunta regionale in data 6 ottobre 2004, n. 1948)

Vista la deliberazione della Giunta regionale progr. n. 1948 del 6              
ottobre 2004 recante in oggetto "Linee di programmazione e indirizzi            
per il sistema formativo e per il lavoro - Biennio 2005/2006.                   
Proposta al Consiglio regionale" e che qui di seguito si trascrive              
integralmente:                                                                  
"LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                         
Vista la L.R. n. 12 del 30 giugno 2003, "Norma per l'uguaglianza                
delle opportunita' di accesso al sapere, per ognuno e per tutto                 
l'arco della vita, attraverso il rafforzamento dell'istruzione e                
della formazione professionale anche in integrazione tra loro";                 
visto in particolare l'art. 44, che prevede che il Consiglio                    
regionale approvi, su proposta della Giunta regionale, le linee di              
programmazione e gli indirizzi per il sistema formativo e per                   
l'inserimento al lavoro nonche' gli atti generali di programmazione             
relativi all'utilizzo dei fondi regionali, nazionali e comunitari               
nelle materie regolamentate dalla legge medesima;                               
vista la propria deliberazione  n. 1263 del 28 giugno 2004                      
"Approvazione disposizioni attuative del Cap. II, Sezione III                   
'Finanziamento delle attivita' e Sistema informativo'della L.R.                 
12/03", ed in particolare il Cap. 13 dell'Allegato 1 parte integrale            
e sostanziale della delibera medesima;                                          
visto l'allegato, parte integrante e sostanziale del presente atto,             
avente ad oggetto "Linee di programmazione e indirizzi per il sistema           
formativo e per il lavoro - Biennio 2005-2006";                                 
preso atto che, rispetto alle Linee di programmazione e indirizzi               
sopra citate, sono state espletate le procedure di collaborazione               
istituzionale e di concertazione sociale previste dalla L.R. 12/03              
sopra richiamata ed in particolare che sono stati acquisiti i pareri            
positivi:                                                                       
- del Comitato di Coordinamento Istituzionale (art. 50, L.R. 12/03)             
nelle sedute del 10 e 17 settembre 2004;                                        
- della Commissione regionale Tripartita (art. 51, L.R. 12/03) nella            
seduta del 15 settembre 2004;                                                   
preso altresi' atto dei positivi pareri espressi:                               
- dal Coordinamento Autonomie locali dell'Emilia-Romagna nella seduta           
del 23 settembre 2004;                                                          
- dalla Conferenza del Terzo Settore, di cui all'art. 35 della L.R.             
3/99, nella seduta del 24 settembre 2004;                                       
- dal sistema delle Autonomie locali e scolastiche nella seduta del             
10 settembre 2004;                                                              
dato atto del parere di regolarita' amministrativa espresso dal                 
Direttore generale Cultura, Formazione e Lavoro, dott.ssa Cristina              
Balboni ai sensi dell'art. 37, quarto comma, della L.R. 43/01 e della           
deliberazione della Giunta regionale 447/03;                                    
su proposta dell'Assessore regionale competente per materia;                    
a voti unanimi e palesi, delibera:                                              
1) di approvare l'allegato, parte integrante e sostanziale del                  
presente atto, avente ad oggetto "Linee di programmazione e indirizzi           
per il sistema formativo e per il lavoro biennio 2005-2006", in                 
attuazione dell'art. 44 della L.R. 30 giugno 2003, n, 12;                       
2) di proporre la presente deliberazione al Consiglio regionale;                
3) di pubblicare l'atto consiliare nel Bollettino Ufficiale della               
Regione Emilia-Romagna.                                                         
ALLEGATO                                                                        
Linee di programmazione e indirizzi per il sistema formativo e per il           
lavoro - Biennio 2005-2006                                                      
INDICE                                                                          
1. Premessa                                                                     
2. Il sistema regionale dell'istruzione, della formazione e del                 
lavoro 2.1 Il sistema regionale delle qualifiche e delle                        
certificazioni                                                                  
3. La valorizzazione delle autonomie delle istituzioni scolastiche,             
degli organismi di formazione professionale e dei servizi per il                
lavoro 3.1 Il rafforzamento dell'autonomia delle istituzioni                    
scolastiche 3.2 La valorizzazione e la qualificazione degli organismi           
di formazione professionale 3.3 La qualificazione dei servizi per il            
lavoro                                                                          
4. Le priorita' programmatiche trasversali: le pari opportunita' e              
l'interculturalita'                                                             
5. Percorsi di istruzione e formazione per i giovani dai 14 ai 18               
anni                                                                            
6. La formazione professionale 6.1 La formazione iniziale per adulti            
6.2 La formazione superiore 6.3 La formazione continua e azioni di              
supporto alle imprese 6.4 La formazione permanente 6.5 La formazione            
nella pubblica Amministrazione                                                  
7. L'educazione degli adulti                                                    
8. L'orientamento                                                               
9. L'offerta formativa dell'apprendistato                                       
10. I tirocini                                                                  
11. Politiche attive del lavoro per la promozione e qualificazione              
dell'occupazione 11.1 Le politiche integrate per l'inclusione sociale           
e lavorativa delle persone disabili e svantaggiate 11.2 Azioni per              
favorire l'acquisizione di condizioni lavorative stabili 11.3 La                
conciliazione 11.4 Mobilita' del lavoro 11.5 Crisi occupazionali                
12. Sicurezza regolarita' e qualita' del lavoro                                 
13. Definizione dei criteri per il riparto delle risorse                        
Linee di programmazione e indirizzi per il sistema formativo e per il           
lavoro - Biennio 2005-2006                                                      
1. Premessa                                                                     
Gli Indirizzi regionali 2005-2006 per il sistema formativo e per il             
lavoro si situano in un periodo contrassegnato da una progressiva               
ripuntualizzazione degli orientamenti nel contesto comunitario e da             
innovazioni normative importanti a livello nazionale e regionale. In            
particolare, per cio' che attiene alla programmazione comunitaria del           
FSE per il periodo 2000-2006 e al quadro di riferimento regionale,              
gli Indirizzi 2005-2006, come i precedenti, affermano precisi nessi             
tra le priorita' regionali e quelle fissate dalla riprogrammazione              
del FSE.                                                                        
Tale relazione di coerenza va ulteriormente potenziata, guardando al            
periodo di programmazione comunitario 2007-2013, rispetto al quale -            
allo stato attuale delle conoscenze in merito alla riforma dei                  
regolamenti - l'allargamento degli Stati membri dell'Unione Europea e           
la revisione in corso degli obiettivi strategici comunitari                     
determinera' una probabile, significativa riduzione delle risorse               
finanziarie disponibili anche per l'Emilia-Romagna.                             
Il FSE dovra' contribuire all'obiettivo della coesione economica e              
sociale rafforzando il suo legame con le linee guida e le                       
raccomandazioni della Strategia europea per l'occupazione e con gli             
obiettivi condivisi dell'Unione in relazione ad inclusione sociale,             
istruzione e formazione. La bozza di regolamento FSE per il 2007-2013           
prevede - per l'obiettivo della Competitivita' - un quadro di                   
interventi focalizzato su quattro aree prioritarie, che privilegiano            
le politiche di adattabilita' dei lavoratori e delle imprese,                   
l'accesso all'occupazione, l'inclusione sociale delle persone                   
svantaggiate e la lotta contro la discriminazione, le riforme nel               
campo dell'occupazione e dell'inclusione facendo leva sul                       
partenariato ai diversi livelli. Risulta inoltre particolarmente                
rafforzato il principio dell'integrazione degli obiettivi di pari               
opportunita' in tutte le politiche, gli interventi, le misure, per              
accrescere la partecipazione e il progresso delle donne nel mondo del           
lavoro.                                                                         
Analogamente, la promozione di azioni innovative e della cooperazione           
transnazionale sara' pienamente integrata nel campo di applicazione             
del FSE e realizzata trasversalmente nei programmi operativi. Inoltre           
una significativa rilevanza e' attribuita alla promozione della buona           
governance e del partenariato - con particolare riguardo al livello             
regionale e locale - che preveda il coinvolgimento delle parti                  
sociali e una adeguata consultazione degli attori principali non                
governativi.                                                                    
La bozza di regolamento FSE individua una chiara priorita' nello                
sviluppo dei sistemi dell'istruzione e della formazione, nonche'                
delle capacita' istituzionali e dell'efficienza delle pubbliche                 
Amministrazioni, solo nel caso dell'Obiettivo Convergenza (l'attuale            
Obiettivo 1), laddove l'azione dei fondi e' concentrata nel                     
promuovere gli adeguamenti strutturali necessari a sostenere la                 
crescita e la creazione di lavoro.                                              
E' pertanto indispensabile che, in tale prospettiva, il sistema                 
regionale assuma consapevolezza degli elementi di novita' che                   
riguardano la programmazione delle politiche, predisponendosi                   
altresi' ai cambiamenti che si renderanno necessari per mantenere e             
sviluppare la qualita' e il dinamismo che lo connotano.                         
In questo contesto la Regione Emilia-Romagna intende tra l'altro                
attivare apposite azioni di riorganizzazione e sviluppo dei soggetti            
dell'offerta accreditati, per affrontare il nuovo periodo di                    
programmazione conseguente al processo di allargamento a partire da             
basi conoscitive adeguate sulle nuove politiche europee, e da culture           
organizzative e progettuali idonee a sostenere il complessivo sistema           
di priorita' del futuro FSE. In particolare, l'attenzione dovra'                
essere riposta nel rafforzare la capacita' del sistema di operare su            
scala transnazionale, tema sul quale l'Emilia-Romagna ha gia'                   
concretamente lavorato attivando numerosi rapporti di partenariato              
con altre Regioni europee.                                                      
Gli orientamenti che provengono dalle politiche a livello comunitario           
si sono ulteriormente precisati in merito al perseguimento della                
Strategia europea per l'occupazione (SEO), sulla base delle dinamiche           
economiche e occupazionali complessive dei Paesi dell'Unione Europea            
e delle valutazioni sui risultati conseguiti da ciascuno Stato membro           
nell'ambito dei quattro pilastri della strategia.                               
In particolare, i risultati della valutazione condotta dalla                    
Commissione europea sull'impatto della SEO apportano le modifiche e             
integrazioni seguenti:                                                          
- una diversa articolazione dei principi guida alla base della SEO              
intorno a tre obiettivi strategici e a 10 orientamenti specifici al             
loro interno. I tre obiettivi strategici, tra loro complementari,               
sono: raggiungimento della piena occupazione con riferimento ai                 
target fissati dai Consigli Europei di Lisbona e Stoccolma;                     
migliorare la qualita' e la produttivita' del lavoro con particolare            
attenzione, da un lato, alle condizioni lavorative, remunerative e di           
sicurezza sul posto e, dall'altro, ad un incremento degli                       
investimenti sulle risorse umane, tecnologia e organizzazione del               
lavoro; rafforzare la coesione e l'inclusione nel mercato del lavoro            
verso una continua riduzione delle disparita' nell'accesso al mercato           
del lavoro in termini di equita' ed efficienza;                                 
- la proposta di orientamenti specifici su alcuni dei temi rilevanti            
della SEO quali la formazione permanente e le politiche sociali;                
- gli impegni assunti nel Consiglio europeo di Stoccolma (23-24 marzo           
2001) per aumentare il tasso di occupazione delle donne e prolungare            
la permanenza nella vita attiva.                                                
Alle priorita' individuate negli orientamenti emanati nel 2003 sono             
associati dei parametri obiettivo quantificati, che assumono quasi              
sempre come orizzonte temporale il 2010. In particolare si tratta dei           
seguenti:                                                                       
1) assicurare la disponibilita' di servizi per il reinserimento                 
lavorativo per i giovani entro i primi 6 mesi di disoccupazione ed              
entro 12 mesi per gli adulti;                                                   
2) entro il 2010 il 25% dei disoccupati di lunga durata deve                    
partecipare a una misura attiva sotto forma di formazione,                      
riqualificazione, esperienza professionale o di qualunque altra                 
misura diretta all'occupabilita', con l'obiettivo di raggiungere la             
media dei tre Stati membri piu' avanzati;                                       
3) entro il 2005 alle persone in cerca di lavoro di tutta l'Unione              
Europea si dovra' consentire di consultare tutte le offerte di lavoro           
formulate attraverso i servizi per l'impiego degli Stati membri;                
4) entro il 2010 almeno l'85% dei ventiduenni nell'Unione Europea               
deve aver completato l'istruzione secondaria superiore;                         
5) entro il 2010 il livello medio di partecipazione a forme di                  
apprendimento lungo tutto l'arco della vita nell'Unione Europea deve            
esse almeno pari al 12,5% della popolazione adulta in eta' lavorativa           
(fascia di eta' compresa tra i 25 e i 64 anni);                                 
6) entro il 2010 deve essere ottenuto un aumento di 5 anni, a livello           
dell'Unione Europea, dell'eta' media effettiva di uscita dal mercato            
del lavoro (calcolata a 59,9 anni nel 2001);                                    
7) entro il 2010 deve essere ottenuta una sostanziale riduzione delle           
disparita' fra i sessi in materia di occupazione, disoccupazione e              
retribuzione;                                                                   
8) entro il 2010 dovranno essere forniti servizi di custodia ad                 
almeno il 90% dei bambini di eta' compresa fra i 3 anni e l'eta'                
dell'obbligo scolastico e ad almeno il 33% dei bambini al di sotto              
dei tre anni;                                                                   
9) entro il 2010 deve essere conseguito un tasso medio di abbandono             
scolastico inferiore al 10%;                                                    
10) entro il 2010 deve essere conseguita una significativa riduzione,           
in tutti gli Stati membri, del divario in materia di disoccupazione             
che riguarda le persone svantaggiate, secondo gli eventuali obiettivi           
e definizioni nazionali;                                                        
11) entro il 2010 deve essere conseguita una significativa riduzione,           
in tutti gli Stati membri, del divario in materia di disoccupazione             
tra cittadini non-UE e UE, secondo gli eventuali obiettivi                      
nazionali;                                                                      
12) ottenere entro il 2010 una riduzione significativa delle aliquote           
marginali effettive elevate e, se del caso, del carico fiscale sui              
lavoratori a bassa retribuzione, tenendo conto delle circostanze                
specifiche di ciascun Paese.                                                    
A questi target si aggiungono gli obiettivi gia' enunciati in diversi           
Consigli europei (in particolare Lisbona e Stoccolma):                          
- tasso medio di occupazione complessiva: 67% al 2005 e 70% al 2010;            
- tasso medio di occupazione per le donne: 57% al 2005 e 60% al                 
2010;                                                                           
- tasso medio di occupazione per i lavoratori anziani (55-64 anni):             
50% al 2010;                                                                    
- aumentare di almeno il 15% il numero dei laureati in materie                  
scientifiche, riequilibrando altresi' il disequilibrio di genere,               
entro il 2010.                                                                  
Accanto al rafforzamento dei principi che guidano la Strategia                  
europea per l'occupazione, si e' assistito ad una decisa                        
accelerazione delle strategie dell'UE per lo sviluppo e la diffusione           
dell'apprendimento lungo tutto il corso della vita, considerato come            
uno degli elementi fondanti di politiche sociali finalizzate ad un              
miglioramento dell'occupazione e ad una maggiore coesione sociale.              
Il quadro nazionale propone elementi innovativi tuttavia ancora                 
connotati da segni di incertezza in merito alle ulteriori modifiche             
annunciate e agli impatti che queste potranno avere sui sistemi di              
programmazione regionale:                                                       
- i processi di devoluzione delle competenze dallo Stato alle Regioni           
e alle Amministrazioni locali in materia di lavoro, formazione e                
istruzione sono in atto, anche se l'attuazione del sistema                      
federalista, solidale e cooperativo delineato dalla riforma del                 
Titolo V della Costituzione trova ancora ostacoli nella tendenza a              
spinte accentratrici nelle materie che la riforma costituzionale ha             
attribuito alle Regioni e alle Autonomie locali. La riforma                     
costituzionale in questione implica comunque l'adozione di forti                
misure di integrazione verticale dei sistemi e dei livelli                      
amministrativi, e di integrazione orizzontale all'interno dello                 
stesso territorio, tra le competenze delle Regioni, da una parte, e             
quelle di Province ed Enti locali, dall'altra. La necessita'                    
dell'integrazione ai diversi livelli di competenze e' chiaramente               
rinvenibile - a seguito della riforma costituzionale - anche nelle              
recenti riforme inerenti l'istruzione e il lavoro;                              
- la Legge 30/03 ("Delega al Governo in materia di occupazione e                
mercato del lavoro") propone un nuovo sistema di regole e di                    
strumenti in particolare per cio' che concerne le forme contrattuali,           
gli incentivi all'occupazione, gli ammortizzatori sociali e                     
l'incontro tra domanda e offerta di lavoro.                                     
La nuova normativa e' stata attuata attraverso:                                 
- il DLgs 276/03, che e' intervenuto su numerosi temi, fra i quali,             
in particolare  la platea dei soggetti, pubblici e privati, che                 
opereranno con funzioni di mediazione tra domanda e offerta di                  
lavoro, le modalita' procedurali inerenti il regime di autorizzazione           
ed iscrizione all'apposito Albo delle agenzie per il lavoro e i                 
principi generali per gli accreditamenti regionali, la definizione              
dei principi e criteri direttivi per la realizzazione della borsa               
continua del lavoro; le forme di raccordo e di coordinamento tra gli            
operatori pubblici e privati al fine di garantire l'inserimento e il            
reinserimento nel mercato del lavoro dei lavoratori svantaggiati, le            
tipologie contrattuali.                                                         
Successivi decreti ministeriali  hanno precisato specifici aspetti              
del DLgs 276/03, dettandone le disposizioni applicative in ordine:              
o' ai soggetti di intermediazione e somministrazione (DM 18/11/2003 e           
DM 23/11/2003);                                                                 
o' alle Commissioni di certificazione dei rapporti di lavoro (DM                
21/7/2004);                                                                     
- il DLgs 124/04, che agisce sul terreno della vigilanza sul lavoro,            
con evidenti implicazioni sulle competenze regionali di coordinamento           
in questa materia;                                                              
- la Legge 53/03 ("Delega al Governo per la definizione delle norme             
generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni             
in materia di istruzione e formazione professionale") introduce, fra            
l'altro, il riordino del secondo ciclo di istruzione e formazione,              
chiamando in causa le nuove competenze assegnate alle Regioni dalla             
Costituzione, ed il diritto-dovere all'istruzione e alla formazione,            
quale ampliamento dell'obbligo scolastico e dell'obbligo formativo,             
la cui attuazione richiede, per sua natura, un processo di                      
integrazione di tutti gli attori che, a vario titolo, sono                      
responsabili a livello nazionale, regionale e provinciale, delle                
diverse parti del sistema. Nelle more dell'entrata in vigore dei                
decreti attuativi della legge, con l'Accordo quadro siglato in                  
Conferenza Unificata Stato - Regioni - Autonomie locali (19/6/2003)             
e' stato concordato di realizzare, in via sperimentale, percorsi                
triennali integrati di istruzione e formazione.                                 
Anche l'ambito della formazione continua e' contraddistinto da                  
elementi di innovazione e di crescente complessita' con l'avvio dei             
Fondi interprofessionali. In tale direzione, i Fondi non                        
rappresentano unicamente una novita' di carattere                               
tecnico-procedurale, ma - ridisegnando l'architettura finanziaria               
degli interventi di formazione continua, in quanto per la prima volta           
ingenti risorse pubbliche vengono affidate a soggetti privati                   
(rappresentanze delle parti sociali) - richiedono una rielaborazione            
complessiva delle strategie di intervento in questo campo.                      
Gli impegni derivanti dalla Strategia europea per l'occupazione,                
dalle politiche comunitarie in tema di lifelong learning e dal mutato           
quadro nazionale di riferimento, trovano a livello regionale un                 
ambito di applicazione sia normativo che programmatico.                         
A livello normativo, la L.R. 12/03 "Norme per l'uguaglianza delle               
opportunita' di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l'arco                
della vita, attraverso il rafforzamento dell'istruzione e della                 
formazione professionale, anche in integrazione tra loro" individua             
l'integrazione fra le Istituzioni, fra le politiche e fra i soggetti            
formativi quale strategia per il perseguimento del successo formativo           
e delle pari opportunita' di istruzione e formazione di tutti i                 
cittadini.                                                                      
L'obiettivo principale della legge regionale e' quello di garantire             
l'eguaglianza delle opportunita' di accesso al sapere per ognuno e              
per tutto l'arco della vita come elemento di sviluppo personale e               
sociale. Tale obiettivo si traduce, a favore delle ragazze e dei                
ragazzi della regione, nella proposizione di azioni di sistema e                
interventi specifici, volti a sostenere l'acquisizione di un diploma            
di istruzione o ad una qualifica professionale, entro il diciottesimo           
anno di eta', elevando le loro conoscenze e competenze, strumenti               
fondamentali per il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza e per           
una vita professionale soddisfacente. Piu' in generale, la legge                
prefigura il sistema formativo regionale quale ambito nel quale                 
tutti, e per tutto l'arco della vita, trovino le opportunita' per               
aggiornare i saperi e le competenze necessari per stare al passo con            
lo sviluppo della societa' della conoscenza.                                    
L'obiettivo delle pari opportunita' di istruzione e formazione per              
tutti i cittadini ispira anche la recente legislazione regionale in             
materia di integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati               
(L.R. n. 5 del 24 marzo 2004), come risposta organica al crescente              
fenomeno dell'immigrazione straniera in regione e alla sua                      
caratteristica di presenza ormai strutturale all'interno del mercato            
del lavoro regionale.                                                           
Le politiche del lavoro si configurano sempre piu' quale elemento di            
snodo per le strategie di sviluppo sociale e di sviluppo economico e            
in ragione delle loro capacita' di intervenire sulla occupabilita'              
delle persone e l'adattabilita' delle stesse e con cio' sulla                   
innovazione delle imprese e il miglioramento della produttivita'.               
Sul versante delle politiche del lavoro e' stata avviata la                     
discussione sugli orientamenti regionali per l'emanazione di una                
nuova legge regionale in materia di tutela, sicurezza e qualita' del            
lavoro finalizzata alla promozione dell'occupazione, alla                       
valorizzazione delle competenze delle persone nel mercato del lavoro,           
all'attuazione del principio delle pari opportunita', allo sviluppo             
economico e sociale del territorio, esercitando cosi' anche in questo           
ambito le competenze legislative ed amministrative regionali nel                
rispetto delle competenze dello Stato, e procedendo altresi' ad una             
sostanziale semplificazione ed unificazione dei diversi strumenti               
normativi esistenti a livello regionale sulla materia. Il progetto di           
legge regionale si occupera' pertanto: di ridefinire i principi e le            
finalita' delle politiche regionali in materia di tutela, sicurezza e           
qualita' del lavoro, le modalita' della programmazione e le funzioni            
attribuite alla Regione ed alle Province, la individuazione di                  
finalita', soggetti beneficiari e priorita' per le politiche attive             
per il lavoro ed in particolare per la promozione e qualificazione              
dell'occupazione, e per l'inserimento lavorativo delle persone                  
disabili e in condizione di svantaggio, le misure regionali per la              
disciplina dei contratti di lavoro a contenuto formativo, quali                 
l'apprendistato ed il contratto di inserimento, nonche' per lo                  
svolgimento di tirocini formativi e di orientamento. Il progetto di             
legge regionale definira' quindi il sistema regionale dei servizi per           
il lavoro (soggetti, funzioni, orientamento, attivita'                          
amministrative, livelli delle prestazioni, autorizzazioni,                      
accreditamento, avviamento a selezione nelle pubbliche                          
Amministrazioni e sistema informativo regionale del lavoro), e norme            
in materia di sicurezza, regolarita' e qualita' del lavoro.                     
Dal punto di vista programmatico, il DPEF regionale 2004-2006 colloca           
gli orientamenti e le priorita' regionali per l'istruzione, la                  
formazione e il lavoro nelle piu' ampie strategie per il lavoro e la            
qualita' delle risorse umane, e si pone il traguardo di raggiungere i           
target fissati a livello europeo.                                               
Nel DPEF 2004-2006 viene affermato, in coerenza con il DPEF                     
2003-2005, che lo sviluppo accompagnato da elevati standard sociali             
richiede il perseguimento dei seguenti obiettivi:                               
- una societa' fondata sulla conoscenza, garantendo l'accesso,                  
l'aggiornamento e lo sviluppo del sapere degli individui lungo tutto            
l'arco della vita, in un'ottica di pari opportunita' e di                       
integrazione del sistema formativo regionale, e valorizzando il                 
patrimonio di conoscenze accumulato spontaneamente nel sistema                  
regionale nelle diverse filiere di attivita', da quella industriale a           
quella della cultura;                                                           
- la piena occupazione e la qualita' del lavoro in termini di aumento           
dei tassi di occupazione delle categorie meno forti (in particolare             
donne e lavoratori anziani), di stabilizzazione del lavoro e di                 
contrasto del lavoro irregolare e precario, di riequilibrio                     
territoriale;                                                                   
- il miglioramento della qualita' e della capacita' innovativa del              
sistema produttivo.                                                             
Le scelte normative e programmatiche compiute a livello regionale               
sono ribadite nel "Patto per la qualita' dello sviluppo, la                     
competitivita', la sostenibilita' ambientale e la coesione sociale in           
Emilia-Romagna", nel quale la Giunta regionale, gli Enti locali, le             
parti sociali e il sistema camerale, nell'ambito delle proprie                  
funzioni istituzionali, individuano la necessita' di condividere                
alcuni obiettivi e alcune linee strategiche del sistema regionale nel           
medio periodo. Nel caso dell'istruzione, formazione e lavoro, il                
punto di riferimento e' rappresentato dalla strategia comunitaria               
sancita a Lisbona che coniuga qualita' dell'occupazione e                       
valorizzazione delle risorse umane e del lavoro con la qualita' dello           
sviluppo economico e la coesione sociale. Nel Patto si individuano              
quindi alcuni assi prioritari di intervento, finalizzati in                     
particolare ad incrementare i livelli di partecipazione                         
all'istruzione superiore, la quota di laureati sul totale della                 
popolazione, la quota di laureati in materie tecnico-scientifiche sul           
totale, la quota di lavoratori interessati da interventi di                     
formazione continua, che costituiscono specifici target previsti                
dagli orientamenti della SEO emanati nel 2003. Per quanto riguarda le           
politiche attive del lavoro gli assi di intervento prioritari sono              
finalizzati da una parte a facilitare l'accesso al lavoro e la                  
mobilita', attraverso attivita' formative e dall'altra a favorire la            
valorizzazione della rete dei servizi per il lavoro, la sicurezza, la           
regolarita', la qualita' sociale del lavoro.                                    
Gli Indirizzi 2005-2006 si pongono l'obiettivo di contribuire ad una            
efficace attuazione dell'insieme degli obiettivi derivanti dalle                
strategie regionali in materia di sistema formativo e di lavoro,                
individuando delle priorita' di intervento con riferimento alle                 
caratteristiche del mercato del lavoro regionale e alle sue dinamiche           
piu' recenti, nonche' all'integrazione fra i sistemi formativi.                 
Rispetto ai target europei la Regione Emilia-Romagna si colloca in              
una situazione di notevole vantaggio nei confronti delle medie                  
nazionali e comparabili con quelle europee.                                     
Si puo' evidenziare come il tasso di disoccupazione della Regione sia           
in linea con quello delle Regioni del nord-est e nettamente inferiore           
sia a quello della media italiana che a quella dell'Unione Europea.             
Anche il tasso di occupazione e di attivita' sono superiori sia a               
quello italiano, sia a quello europeo che a quello delle Regioni del            
nord-est, superando il target fissato dal Governo italiano e                    
raggiungendo il livello della media europea.                                    
Complessivamente, si evince che la Regione Emilia-Romagna segue il              
trend europeo secondo il quale e' la componente femminile a                     
contribuire in maniera piu' consistente all'aumento di occupazione e            
mostra una performance molto positiva relativamente al tasso di                 
disoccupazione, notevolmente al di sotto di quello europeo (3,1%                
contro il 7,7% europeo e per quanto riguarda la componente femminile            
4,5% contro 8,7% europeo).                                                      
Inoltre, rispetto agli obiettivi intermedi di Lisbona, la Regione               
Emilia-Romagna ha registrato un tasso di occupazione nel 2003 del               
68,3%, superiore  all'obiettivo del 2005 (67%) e nettamente superiore           
ai valori obiettivo del Piano nazionale per l'occupazione 2003 (55%);           
per quanto riguarda il tasso di occupazione femminile nel 2003 ha               
raggiunto il 60,2% realizzando gia' pienamente l'obiettivo del 2010.            
Infine, relativamente alle criticita' rilevate dal Consiglio                    
dell'Unione Europea sui lavoratori anziani, i dati sul tasso di                 
occupazione per la classe di eta' 55-64 anni della Regione                      
Emilia-Romagna evidenziano come questo problema sia presente anche              
nel contesto regionale, dove il tasso e' pari al 31,6%, riflettendo             
la situazione italiana (30,3%).                                                 
L'individuazione degli ambiti di priorita' degli Indirizzi tiene                
inoltre conto dei risultati emersi nei primi quattro anni di                    
attuazione del POR Obiettivo 3 e della capacita' dimostrata                     
dall'intero sistema regionale nel conseguimento degli obiettivi                 
prefissati in fase di programmazione. L'ultimo Rapporto di esecuzione           
sull'attuazione del POR presentato alla Commissione europea evidenzia           
diversi aspetti positivi:                                                       
- un buon livello di attuazione finanziaria del programma, in termini           
di impegni (pari al 70,4% delle risorse programmate) e di spese                 
(43,6% del totale);                                                             
- una copertura della platea dei destinatari decisamente alta e                 
superiore alle previsioni. Le circa 15.000 attivita' approvate hanno            
corrisposto ad oltre 640.000 destinatari, che costituiscono il 185%             
di quanto previsto per l'intero settennio di programmazione. Al 31              
dicembre 2003 circa 9.400 attivita' sono gia' terminate ed hanno                
interessato 471.000 destinatari;                                                
- una equilibrata realizzazione delle misure previste;                          
- una quota significativa (circa il 24%) di azioni rivolte ai sistemi           
e di misure di accompagnamento;                                                 
- un buon grado di conseguimento delle priorita' relative alle pari             
opportunita' (49% di azioni dedicate e 51% dei destinatari delle                
azioni avviate), alla societa' dell'informazione (37% di azioni                 
dedicate), allo sviluppo locale (ad esempio il 14,6% delle risorse              
pubbliche assegnate ai progetti approvati sono destinate alle aree              
Obiettivo 2, rispetto al 10,23% previsto).                                      
L'elevato stato di attuazione del programma e di conseguimento degli            
obiettivi attesi - grazie al contributo che tutto il sistema                    
formativo regionale nel suo complesso ha fornito - ha collocato la              
Regione Emilia-Romagna al primo posto della graduatoria delle Regioni           
e Province autonome del Centro-Nord derivante dall'esercizio di                 
assegnazione del premio di performance previsto dal Regolamento                 
1260/99. Nello specifico al POR Emilia-Romagna sono stati assegnati             
Euro 77.347.750 di risorse aggiuntive.                                          
L'attribuzione del premio di performance agli Assi prioritari del POR           
e' avvenuta nell'ambito del piu' complessivo processo di                        
riprogrammazione di meta' periodo previsto dai regolamenti                      
comunitari. In tale occasione e' stata riconfermata la validita'                
della strategia assunta nel POR originariamente approvato, accanto              
alla scelta di migliorarne la focalizzazione sulla base dei nuovi               
orientamenti della Strategia europea per l'occupazione. A sua volta,            
la riprogrammazione finanziaria degli assi prioritari ha tenuto conto           
dei risultati del primo triennio del programma e di una prima analisi           
degli effetti potenziali sulla programmazione regionale indotti dal             
mutato quadro normativo a livello nazionale e regionale.                        
Tenendo conto degli obiettivi fissati e dei risultati fin qui                   
conseguiti vengono di seguito individuate le aree prioritarie di                
intervento per il biennio 2005-2006, oltre che gli indirizzi di                 
governo del sistema regionale.                                                  
Il processo concertato che ha portato fino al momento attuale a                 
condividere le norme di governo, programmazione e funzionamento del             
sistema regionale va ulteriormente rafforzato per quanto attiene alla           
condivisione delle scelte programmatiche, in quanto questi Indirizzi            
estendono il loro campo di applicazione al nuovo periodo di                     
programmazione comunitario 2007-2013. Le considerazioni espresse in             
precedenza in merito alle caratteristiche ed ampiezza dell'intervento           
del futuro Fondo sociale europeo determinano quindi la necessita' di            
operare una significativa selezione delle scelte del sistema                    
regionale, che dovra' indirizzare in via assolutamente prioritaria la           
programmazione dei propri interventi verso le attivita' rivolte alle            
persone - rafforzandone la loro efficacia avvalendosi delle numerose            
sperimentazioni di modelli e di prototipi condotte nei primi anni               
della programmazione comunitaria 2000-2006 - e verso una compiuta, e            
in parte diversa da quella attuale, strutturazione e articolazione              
delle diverse componenti del sistema regionale.                                 
La condivisione programmatica dovra' in tal senso trovare un visibile           
riscontro in sede di programmazione attuativa della Regione e delle             
Province, nel rispetto del principio dell'autonomia funzionale                  
affermato nella normativa regionale.                                            
2.  Il sistema regionale dell'istruzione, della formazione e del                
lavoro                                                                          
Gli Indirizzi 2005-2006 si situano anche in una fase in cui il                  
sistema di governance regionale si e' ulteriormente consolidato fino            
alla definizione di un disegno complessivo di attuazione del Titolo V           
della Costituzione, rappresentato dalla legge regionale (L.R. 6/04)             
di riforma del sistema amministrativo regionale e locale e dal nuovo            
Statuto della Regione Emilia-Romagna, il cui obiettivo strategico e'            
l'attuazione dei principi di sussidiarieta', adeguatezza e                      
differenziazione sanciti dalla riforma costituzionale.                          
Inoltre l'insieme dell'azione regionale incorpora il concetto di                
governance europea sviluppato nel Libro bianco del 2001, ispirandosi            
ai suoi principi di apertura, partecipazione, responsabilita',                  
efficacia e coerenza. Questo implica, per la sua applicazione, un               
sistema articolato che associa istituzioni, attori sociali,                     
organizzazioni private in un processo di elaborazione e attuazione              
delle politiche decentralizzate in cui interessi divergenti entrano             
in gioco, in un processo di partenariato, concertazione e interazione           
complesso.                                                                      
In questo quadro trova fondamento il nuovo sistema delle competenze             
regionali in materia di istruzione, formazione e lavoro, che si basa            
su un modello di governance regionale e locale fondato sui seguenti             
principi: unitarieta', pluralismo e specificita' delle sue                      
componenti; valorizzazione dell'autonomia dei soggetti; rafforzamento           
delle relazioni tra di loro e con i territori di appartenenza.                  
La scelta di questo modello di governance costituisce fattore                   
indispensabile per garantire l'integrazione tra le politiche                    
dell'istruzione, della formazione e del lavoro, e la loro stretta               
interconnessione con le altre programmazioni settoriali, affinche' le           
risorse umane diventino il cardine portante delle politiche di                  
sviluppo economico e di coesione sociale.                                       
In coerenza con il modello di governance regionale e locale                     
dell'Emilia-Romagna, i presenti Indirizzi definiscono quali fattori             
portanti per il governo del sistema regionale dell'istruzione, della            
formazione e del lavoro: la collaborazione istituzionale, la                    
concertazione e la partecipazione sociale; la programmazione generale           
e territoriale degli interventi; lo sviluppo di procedure e regole              
omogenee nelle diverse fasi del ciclo di programmazione e attuazione            
delle politiche; la qualificazione del sistema dell'offerta.                    
La collaborazione istituzionale e la concertazione rappresentano                
strumenti strategici per il governo del sistema regionale, sia per              
garantire l'integrazione delle politiche, sia nello svolgimento delle           
specifiche funzioni esercitate da Regione, Province e Comuni. Esse si           
realizzano nelle sedi previste dalla normativa regionale e si                   
avvalgono anche di processi di collaborazione e sedi di confronto con           
i soggetti interessati.                                                         
In applicazione del nuovo Titolo V della Costituzione, le funzioni              
della Regione, delle Province e dei Comuni sono definite sulla base             
dei principi di sussidiarieta', differenziazione ed adeguatezza, e              
mirano a valorizzare il ruolo degli Enti locali e delle autonomie               
funzionali.                                                                     
In tale quadro compete alle Regioni fissare le norme generali e le              
regole che definiscono e danno identita' al sistema su tutto il                 
territorio.                                                                     
Spetta ai Governi locali la programmazione dell'offerta al fine di              
individuare i contenuti pertinenti e prioritari rispetto alle                   
necessita' di sviluppo economico e sociale del territorio di                    
riferimento.                                                                    
Le autonomie funzionali rappresentano i soggetti del sistema che                
garantiscono la progettazione e la realizzazione dell'attivita'.                
In coerenza col quadro generale descritto, si e' gia' proceduto                 
all'individuazione di procedure innovative relative al finanziamento            
dei soggetti e delle attivita'.                                                 
Andranno definite le regole di monitoraggio, valutazione e controllo            
degli interventi, nonche', relativamente alla formazione                        
professionale, i criteri per la gestione dei finanziamenti delle                
attivita'. In particolare, le attivita' di monitoraggio, valutazione            
e controllo si realizzeranno tenendo conto del quadro delle                     
competenze stabilite dalla L.R. 12/03, prevedendo anche la                      
condivisione di un processo di sorveglianza dell'attuazione dei                 
presenti Indirizzi nell'ambito della programmazione attuativa                   
regionale e provinciale.                                                        
Impegno prioritario e' rivolto alla qualificazione del sistema                  
dell'offerta e delle sue integrazioni e articolazioni territoriali.             
A tal fine la Regione intende cogliere le proposte e indicazioni                
derivanti da soggetti del sistema mediante l'attivazione di tavoli              
tecnici di lavoro nonche' sedi di ascolto, di partecipazione e di               
consultazione in particolare rivolte ai docenti, agli organismi                 
accreditati, alle organizzazioni sociali, ecc., nelle quali le                  
competenze professionali del sistema regionale possano fornire utili            
contributi alla programmazione e successiva valorizzazione dei                  
risultati.                                                                      
2.1  Il sistema regionale delle qualifiche e delle certificazioni               
In coerenza con la L.R. 12/03 il Sistema regionale delle Qualifiche -           
attualmente in fase di definizione - costituisce strumento di                   
orientamento e supporto alla programmazione di un'offerta formativa             
di qualita' a sostegno dei processi di sviluppo economico e di                  
innovazione del territorio regionale; costituisce inoltre -                     
nell'ambito del sistema formativo regionale - lo snodo rispetto al              
mondo del lavoro.                                                               
Tale sistema configura un ruolo della Regione di regolazione,                   
indirizzo e sostegno degli interventi nel campo dell'orientamento,              
dell'istruzione, della formazione e del lavoro; costituisce inoltre             
strumento per la promozione, la crescita del livello di istruzione e            
formazione di tutti i cittadini, lo sviluppo costante delle loro                
competenze professionali, l'esercizio del diritto al lavoro e ad un             
lavoro qualificato; rappresenta un contributo alla definizione di un            
sistema nazionale e, in prospettiva europeo, di standard di                     
competenze e certificazione che consentano di misurare, capitalizzare           
e spendere i risultati di un processo di apprendimento nei sistemi              
dell'istruzione, della formazione e del lavoro, riconfermando la                
centralita' delle qualifiche come codice di comunicazione.                      
La struttura del Sistema regionale delle Qualifiche per aree, figure            
e unita' di competenza professionali rappresenta riferimento per la             
progettazione professionale, la progettazione formativa e per la                
certificazione, e' leggibile dal mondo del lavoro ed e' finalizzata             
a:                                                                              
- rafforzare le capacita' di orientamento, collocazione e                       
negoziazione nel mondo del lavoro con particolare riferimento ai casi           
di elevata mobilita' professionale e diversificazione delle forme di            
rapporto contrattuale;                                                          
- orientare e indirizzare l'offerta formativa regionale e assicurare            
"standard professionali minimi" comuni su tutto il territorio                   
regionale, costituendo riferimento per la programmazione, la                    
realizzazione ed il controllo delle attivita' formative finalizzate             
al rilascio di certificazioni di Qualifica o di Unita' di                       
competenze;                                                                     
- costituire standard formativo di riferimento per i diversi soggetti           
che realizzano percorsi formativi finalizzati al conseguimento della            
qualifica.                                                                      
Il Sistema regionale delle Qualifiche, approvato dalla Regione                  
attraverso un processo concertativo, deve definire un repertorio di             
figure professionali che caratterizzano il sistema                              
economico-produttivo regionale e corrispondono alle esigenze del                
mondo del lavoro.                                                               
Il Sistema, validato dalle parti sociali, costituisce strumento di              
orientamento e supporto alla programmazione di una offerta formativa            
di qualita'.                                                                    
Il Sistema che verra' definito sara' un sistema aperto, aggiornabile            
ed integrabile con modalita' definite da una procedura sorgente al              
fine di assicurare l'inserimento e l'adeguamento di qualifiche e dei            
relativi standard all'evoluzione dei processi produttivi e delle                
competenze richieste per operarvi.                                              
Le qualifiche saranno descritte per standard professionali                      
essenziali, ovvero unita' di competenze che rappresentano gli                   
elementi connotativi imprescindibili di una figura professionale in             
quanto individuano le principali competenze utili a svolgere le                 
attivita' caratterizzanti la figura stessa.                                     
Ad ogni qualifica professionale dovranno corrispondere standard                 
essenziali di percorso formativo  coerentemente con le tipologie e i            
diversi livelli di intervento formativo attivabili; verranno                    
delineati standard formativi che, senza irrigidire  il sistema di               
offerta possano assicurare trasparenza ed omogeneita' a livello                 
regionale, corrispondenza delle metodologie didattiche rispetto alle            
capacita' da acquisire, efficienza ed efficacia nell'utilizzo delle             
risorse.                                                                        
I diversi soggetti che fanno parte del sistema formativo regionale              
avranno a riferimento il sistema regionale delle qualifiche per la              
progettazione, la realizzazione e la valutazione dei percorsi                   
formativi, come anche per la realizzazione delle analisi sui                    
fabbisogni formativi. Coerentemente  con la L.R. 12/03 ed il sistema            
regionale delle qualifiche, verra' definito il Sistema regionale di             
Certificazione, basato sulle qualifiche e sulle unita' di competenza            
che le descrivono. La Regione attivera' un percorso di concertazione            
che vedra' il coinvolgimento delle parti sociali per la definizione             
delle linee guida del sistema e per la progettazione delle procedure            
di attuazione; gli assunti di base per la definizione del sistema di            
certificazione saranno la trasparenza delle procedure e la                      
sostenibilita' economica ed operativa.                                          
Sulla base dei nuovi sistemi - qualifiche e certificazione - sopra              
delineati la Regione operera' per favorire e sostenere la                       
riconoscibilita' delle certificazioni ed il riconoscimento dei                  
crediti formativi nella fase di accesso ai percorsi; a tal fine                 
saranno elaborati specifici dispositivi e strumenti coerentemente con           
l'art. 32 della L.R. 12/03.                                                     
Sulla base degli obiettivi di sistema sopra richiamati, nelle                   
programmazioni regionale e provinciali dovranno essere assunti come             
prioritari gli interventi formativi che prevedano il rilascio di                
certificazione di qualifica o di competenza secondo il repertorio di            
figure professionali che verra' adottato dalla Giunta regionale con             
l'obiettivo primario di elevare qualitativamente e quantitativamente            
il livello di qualificazione delle persone.                                     
3. La valorizzazione delle autonomie delle istituzioni scolastiche,             
degli organismi di formazione professionale e dei servizi per il                
lavoro                                                                          
3.1  Il rafforzamento dell'autonomia delle istituzioni scolastiche              
Nel contesto profondamente innovato dalla normativa nazionale e                 
regionale, si inquadrano le azioni a supporto dell'autonomia delle              
istituzioni scolastiche. Le scuole hanno formalmente acquisito                  
l'autonomia, sancita anche dalla Costituzione: si tratta quindi di              
mettere in campo, come previsto dalla L.R. 12/03, strategie di                  
intervento che riconoscano appieno il nuovo status delle scuole in              
Emilia-Romagna, che siano in grado di dare impulso all'autonomia, che           
la facciano crescere in tutte le scuole, come risorsa fondamentale e            
primaria dei processi di sviluppo locale e regionale nel suo                    
complesso. A tal fine, si rende opportuno agire su due versanti.                
Il primo, di natura strutturale, riguarda la realizzazione delle                
condizioni affinche' le scuole possano disporre di servizi di                   
supporto a livello locale, attraverso la costituzione dei Centri di             
Servizio e di Consulenza (CSC), di cui all'art. 22 della L.R. 12/03.            
Secondo la consolidata attenzione posta alla qualita' del servizio              
scolastico dagli Enti locali dell'Emilia-Romagna, sono operative da             
tempo in vaste zone del territorio regionale diverse realta' che                
offrono alle scuole servizi di documentazione, informazione, ricerca            
didattica, ecc. Da ricerche specifiche, realizzate dalla Regione e              
dall'IRRE dell'Emilia-Romagna in tale ambito, risulta infatti che               
tali tipologie di servizi sono messe a disposizione delle scuole                
della regione da parte di piu' di 500 soggetti diversi (Comuni,                 
associazioni del privato sociale, biblioteche, organismi di                     
formazione professionale, ecc.). Sostenere le istituzioni scolastiche           
nel loro processo di autonomia significa quindi confermare e                    
rafforzare la capacita' di iniziativa in tale direzione da parte                
degli Enti locali, soprattutto nelle realta' e per le esigenze per le           
quali se ne avverte ancora il bisogno. In considerazione della                  
numerosita' dei soggetti gia' attivi nella proposizione di servizi              
alle scuole, si ritiene pertanto opportuno dare come indirizzo di               
priorita' nell'azione degli Enti locali la messa in rete di tali                
soggetti, al fine di metterne in rilievo tutte le potenzialita' e di            
valorizzarne le risorse. In tale direzione, la Giunta regionale                 
emanera' linee guida per accompagnare ed incentivare il processo di             
messa in rete delle risorse esistenti, con particolare riguardo agli            
aspetti di interazione informatizzata volti ad ottimizzare le                   
informazioni, le esperienze ed i materiali disponibili ed a renderne            
agibile l'accesso da parte del maggior numero di scuole interessate.            
Tali linee guida proporranno anche indicatori di qualita' in merito             
agli aspetti strutturali e funzionali dei CSC che, successivamente ad           
una fase sperimentale, possano consentire di pervenire                          
all'approvazione di standard qualitativi in base ai quali attribuire            
contributi regionali.                                                           
La Regione individua altresi' l'inserimento degli studenti in                   
situazione di handicap e di disagio, nonche' degli studenti                     
stranieri, quali filoni prioritari di intervento, per sostenere                 
progetti, di intesa con gli Enti locali e le scuole interessate, con            
priorita' per quelli proposti da reti di scuole che, come previsto              
all'art. 22, offrano servizi di consulenza e supporto in tali                   
ambiti.                                                                         
Per rafforzare la strategia dell'integrazione fra istruzione e                  
formazione professionale, normata dalla L.R. 12/03, la Regione -                
accanto alla valorizzazione del ruolo dell'IRRE - intende promuovere            
la creazione un Centro di servizio e consulenza a dimensione                    
regionale finalizzato a sostenere la diffusione e lo sviluppo                   
dell'integrazione, con priorita' in tale ambito per lo svolgimento di           
azioni di formazione dei formatori e di elaborazione/diffusione di              
documentazione e buone prassi. Per il perseguimento delle finalita'             
assegnategli, tale Centro regionale svolgera' pertanto un ruolo di              
promozione e di sperimentazione, in stretto raccordo con le                     
istituzioni scolastiche del secondo ciclo e con gli organismi di                
formazione professionale accreditati per l'ambito dell'obbligo                  
formativo.                                                                      
Il secondo, di natura procedurale, intende modificare la tradizionale           
modalita' di finanziamento a progetto delle scuole (troppo spesso               
risultante in un ripetitivo lavoro di riprogettazione annuale delle             
iniziative), spostando l'attenzione dal progetto alla verifica dei              
risultati e rinnovando altresi', nel segno della interazione fra le             
rispettive autonomie, il rapporto fra Regione, Enti locali ed                   
istituzioni scolastiche, a favore della valorizzazione della                    
capacita' e responsabilita' delle scuole nell'utilizzo delle risorse            
pubbliche per le finalita' loro proprie.                                        
Le finalita' cui si indirizzano le risorse sono quelle richiamate               
dalla L.R. 12/03; la responsabilita' progettuale rientra nelle                  
prerogative dell'autonomia, cosi' come il dovere di rendere conto dei           
risultati. In sede di Conferenza regionale per il sistema formativo             
saranno definiti strumenti e procedure per la valutazione dei                   
risultati.                                                                      
Le modalita' di attribuzione di finanziamenti alle istituzioni                  
scolastiche, pertanto, saranno fondate, di norma, sulla definizione,            
attraverso la procedura di concertazione e collaborazione                       
istituzionale, di criteri di riparto che tengano conto, a seconda               
degli ambiti di intervento, della tipologia di utenza cui si                    
rivolgono, della dimensione della scuola interessata, della sua                 
collocazione territoriale, delle condizioni di interoperabilita'                
delle scuole (reti, consorzi, ecc.), dell'integrazione delle risorse            
messe a disposizione delle scuole da fonti diverse.                             
Le istituzioni scolastiche devono comunque evidenziare le proposte di           
interventi relativi agli ambiti previsti dalla L.R. 12/03 (a sostegno           
della qualita' dell'offerta e del successo formativo) nei POF,                  
strumento fondamentale per dare conoscenza e trasparenza alle                   
attivita' delle singole scuole, e produrre agli Enti locali una                 
relazione illustrativa dei risultati raggiunti. Al fine di garantire            
la perequazione fra le diverse autonomie scolastiche e la diffusione            
nel piu' vasto ambito delle esperienze migliori. Le proposte devono             
essere il risultato di processi di confronto e accordo con gli Enti             
locali competenti.                                                              
In merito agli ambiti di intervento, si stabilisce di dare priorita'            
al finanziamento delle azioni che riguardano:                                   
- la progettualita' innovativa e di eccellenza per il successo                  
formativo di tutti gli studenti, volta a favorire la prosecuzione               
degli studi;                                                                    
- l'inserimento scolastico degli studenti in situazione di handicap e           
di disagio, nonche' degli studenti stranieri;                                   
- la possibilita' di cambiare indirizzo all'interno del ciclo                   
secondario del sistema dell'istruzione, al fine di agevolare                    
l'acquisizione della preparazione adeguata alla nuova scelta e di               
ridurre in tal modo il rischio di interruzione del percorso                     
scolastico gia' intrapreso o di ripetenza;                                      
- le iniziative finalizzate all'orientamento, svolte dalle scuole,              
anche in accordo con organismi di formazione professionale                      
accreditati, nonche' con istituzioni e realta' culturali, sociali e             
produttive del territorio di riferimento;                                       
- l'estensione della cultura europea, anche attraverso la                       
realizzazione di scambi transnazionali ed allo svolgimento di periodi           
formativi da parte degli studenti presso enti, istituzioni o imprese            
di altri Paesi europei;                                                         
- l'educazione alla cittadinanza;                                               
- la diffusione delle tecnologie informatiche per il miglioramento              
della didattica, per una maggiore efficienza della gestione                     
scolastica, nonche' per il collegamento degli utenti che vivono in              
zone disagiate o in montagna;                                                   
- la dotazione di figure di coordinamento pedagogico, la promozione             
di una effettiva uguaglianza delle opportunita' educative ed un                 
innalzamento della qualita' dell'offerta formativa.                             
3.2  La valorizzazione e la qualificazione degli organismi di                   
formazione professionale                                                        
La L.R. 12/03 ha ridefinito gli elementi caratterizzanti il sistema             
formativo regionale, valorizzando le finalita', le modalita'                    
formative e le competenze delle diverse componenti e puntando                   
sull'interazione dei soggetti e sull'integrazione delle politiche e             
delle azioni per arricchire e qualificare l'offerta formativa                   
complessiva.                                                                    
In tale contesto si colloca il sistema della formazione professionale           
regionale, quale sistema autonomo, con una propria specificita',                
identita' e pari dignita' rispetto alle altre componenti del sistema            
regionale.                                                                      
Ed e' proprio a partire da questo rafforzamento dell'identita' di               
sistema della formazione professionale che Regione e Province                   
intendono valorizzare e qualificare i soggetti che la compongono;               
l'accreditamento degli organismi di formazione professionale                    
rappresenta uno degli strumenti che possono contribuire a dare                  
maggiore identita' e specificita' al sistema.                                   
Tale strumento non e' nuovo per la nostra Regione; la Giunta                    
regionale gia' dal 2003 ha approvato un nuovo modello di                        
accreditamento che pone particolare attenzione ai requisiti                     
essenziali che devono possedere i soggetti che si candidano alla                
realizzazione di attivita' formative quali la prevalenza della                  
formazione professionale tra gli scopi statutari dell'organismo, la             
specializzazione rispetto agli ambiti di intervento, le competenze              
degli operatori, i processi organizzativi, la solidita' finanziaria,            
gli aspetti strutturali e logistici, requisiti tutti volti ad elevare           
la qualita' dell'offerta formativa.                                             
Il processo di accreditamento avviato nel corso del 2004 e' un                  
processo aperto e accompagnera' la formazione professionale verso la            
qualificazione e la specializzazione che la L.R. 12/03 definisce,               
affinche' il sistema abbia maggior identita' e riconoscibilita'.                
Nell'ottica dell'accompagnamento si rendera' necessario integrare i             
requisiti del modello di accreditamento regionale prevedendo norme              
che accentuino l'obiettivo di superare la competizione sulla                    
riduzione del costo del lavoro per orientarla alla qualita'                     
dell'offerta.                                                                   
In particolare saranno identificate le figure chiave del sistema di             
formazione professionale e il loro inquadramento professionale,                 
nonche' richiesti modelli organizzativi piu' strutturati e piu'                 
coerenti con gli obiettivi di identita', stabilita' e                           
specializzazione piu' volte richiamati.                                         
Se da un lato si rende quindi necessario accompagnare il sistema                
della formazione verso modelli organizzativi maggiormente                       
strutturati, dall'altro c'e' la necessita' di rendere piu' funzionali           
strutture formative non piu' pienamente rispondenti alle nuove                  
specificita'.                                                                   
A tal fine saranno promosse azioni a sostegno di piani di sviluppo,             
riorganizzazione e ristrutturazione degli enti, per il miglioramento            
dell'efficienza e dell'efficacia dell'offerta con riferimento agli              
specifici ambiti oggetto di accreditamento e per lo sviluppo di nuovi           
prodotti e servizi anche in vista del prossimo periodo di                       
programmazione FSE 2007-2013.                                                   
Saranno inoltre attuate azioni di supporto per il personale degli               
organismi accreditati, che accompagnino la crescita ed il                       
miglioramento delle competenze, sempre a supporto della qualita' di             
tutto il sistema. Alla luce di questi obiettivi qualitativi, gli                
organismi dovranno scegliere con maggior rigore su quali segmenti di            
offerta formativa - ambiti, tipologie d'utenza, settori - operare e             
conseguentemente specializzarsi.                                                
Tutto cio' nell'ottica di rendere il sistema non piu' solo                      
"concessionario e gestore" del finanziamento e dell'azione pubblica,            
ma sappia anche misurarsi e cogliere le opportunita' offerte dai                
fondi interprofessionali, dai fondi per la formazione a disposizione            
delle agenzie di somministrazione lavoro, dalle imprese, dalle                  
persone, e sappia essere sempre piu' presente nell'interlocuzione con           
i Paesi dell'Unione Europea.                                                    
3.3  La qualificazione dei servizi per il lavoro                                
Il sistema regionale dei servizi per il lavoro e' composto dalle                
Province, dai soggetti che saranno accreditati per l'erogazione dei             
servizi per il lavoro, nonche' dai soggetti che verranno autorizzati            
dalla Regione per l'erogazione dei servizi di intermediazione. Esso             
coopera, anche attraverso apposite intese, con le agenzie di                    
somministrazione di lavoro, di intermediazione, di ricerca e                    
selezione di personale, di supporto alla ricollocazione di personale,           
autorizzate a livello nazionale, operanti sul territorio regionale.             
Le Province possono integrare, diffondere e qualificare i propri                
servizi attraverso rapporti convenzionali con i soggetti                        
accreditati.                                                                    
La qualificazione del sistema regionale dei servizi per il lavoro si            
realizza attraverso ambiti di intervento che fanno leva su fattori              
chiave per attuare con efficacia i principi di autonomia ed                     
integrazione del sistema stesso.                                                
Proseguendo nella direzione gia' intrapresa negli Indirizzi                     
2003-2004, questi ambiti agiscono sul versante dell'offerta di                  
politiche attive del lavoro, con la finalita' sia di consolidare le             
loro condizioni operative sul territorio anche per agevolare le                 
strutture ad operare in contesti di mercato, sia di migliorare la               
qualita' ed affidabilita' dei servizi offerti.                                  
Le scelte apportate dalla normativa nazionale in materia di lavoro              
(la Legge 30/03 ed i decreti applicativi) hanno accentuato i rischi             
di precarieta' connessi all'introduzione o alla modifica di modelli             
contrattuali, alla grande facilita' di disarticolazione                         
dell'organizzazione aziendale e ai conseguenti rischi di                        
dequalificazione dei servizi per il lavoro.                                     
Accanto ai ricorsi alla Corte Costituzionale, promossi dalla Regione            
Emilia-Romagna e da altre Regioni, la Regione intende affermare un              
sistema di norme regionali volte a sviluppare politiche attive per              
l'occupabilita', per l'orientamento, una maggiore stabilizzazione               
occupazionale e professionale, e la qualificazione del lavoro, e un             
sistema di servizi per il lavoro che assicuri l'occupabilita' delle             
persone.                                                                        
L'obiettivo e' tanto piu' necessario ove si consideri che l'attuale             
sistema di ammortizzatori sociali e' ancora essenzialmente rivolto ai           
contratti a tempo indeterminato.                                                
Regione e Province hanno perseguito successivamente alla piena                  
applicazione ed entrata in vigore del DLgs 469/97 e all'approvazione            
L.R. 25/98 l'obiettivo di modernizzare i servizi del collocamento e             
riformare le politiche attive per il lavoro. I presenti Indirizzi               
confermano, pertanto, l'obiettivo di sostenere la qualificazione dei            
centri per l'impiego, di cui sono titolari le Province, al fine di              
garantire livelli elevati ed omogenei di esercizio dei diritti delle            
persone ad essere sostenute nei processi di accesso e di transizione            
al lavoro, e di prevenire ogni forma o rischio di discriminazione               
nell'accesso al lavoro o nella mobilita' tra un lavoro e l'altro. In            
particolare, questi obiettivi si potranno realizzare attraverso                 
l'estensione e il potenziamento delle attivita' di accoglienza,                 
orientamento, bilancio di competenza, consulenza orientativa,                   
promozione di opportunita' formative e di inserimento lavorativo,               
preselezione ed incontro tra domanda ed offerta di lavoro,                      
collocamento mirato per disabili e per le persone in condizione di              
svantaggio. Proprio l'integrazione tra le attivita' di collocamento e           
l'utilizzo di un'ampia tastiera di strumenti ed interventi di                   
politica attiva per il lavoro (comprensivi degli incentivi e dei                
servizi reali e gratuiti alle imprese), rappresenta un elemento                 
insostituibile di qualificazione dei servizi pubblici per l'impiego,            
anche nel nuovo scenario di apertura ad altri soggetti privati per              
l'esercizio di tali funzioni. In tal senso, un punto essenziale di              
qualificazione delle politiche del lavoro e' rappresentato dalla                
risposta puntuale alle esigenze di imprese e lavoratori da parte di             
un sistema di servizi integrato pubblico/privato, governato dal                 
potere pubblico sulla base di standard e obiettivi di qualita' cosi'            
come gia' previsto nella legislazione regionale.                                
In questi anni i servizi hanno centrato l'attenzione sull'utente                
"persona" alla ricerca del lavoro. Un elemento di debolezza e' semmai           
rinvenibile nella fase "propositiva", cioe' nella possibilita' di               
fare incontrare l'offerta con la domanda di lavoro. Occorre                     
sviluppare le capacita' dei CPI di creare stabili collegamenti                  
diretti con il sistema locale delle imprese, a partire dalla                    
rilevazione dei fabbisogni e dalla soddisfazione della domanda di               
lavoro al fine di costituire elemento centrale per lo sviluppo                  
economico. Al tempo stesso una funzione maggiormente propositiva va             
promossa anche nei confronti dell'offerta di lavoro connotata da                
accresciuti elementi di instabilita' indotti dalla legislazione                 
nazionale di riforma del mercato del lavoro, in coerenza con gli                
obiettivi regionali di stabilizzare e qualificare il lavoro.                    
Dalle rilevazioni annuali di monitoraggio e per la valutazione di               
efficacia dei Centri per l'impiego emergono diversi punti di                    
attenzione da sviluppare, e gli obiettivi generali comuni e condivisi           
per lo sviluppo del sistema regionale consistono dunque in forti e              
visibili connotazioni di unitarieta' e di omogenea tutela dei diritti           
e dei bisogni delle persone e delle imprese sul territorio:                     
- rinforzare l'integrazione con la rete dei servizi sul territorio              
rendendola piu' visibile e riconoscibile ai cittadini e alle imprese;           
individuare sinergie ed integrazioni funzionali con gli altri servizi           
territoriali, in particolare quelli gestiti da Enti locali e da                 
Istituti quali l'INPS;                                                          
- sostenere investimenti tecnologici orientati prioritariamente                 
all'implementazione in tutte le Province ed a servizio di tutti i               
soggetti del sistema, del Sistema regionale informativo e del lavoro            
e sulle nuove tecnologie di comunicazione (TIC), per incrementare le            
potenzialita' di accesso e fruizione dei servizi alla cittadinanza e            
alle imprese e procedere nella semplificazione degli adempimenti;               
- rinforzare la linea di servizio relativa alla "consulenza alle                
imprese" incrementando le capacita' dei Centri per l'impiego di                 
sviluppare un rapporto diretto con il sistema locale delle imprese e            
con le forze sociali;                                                           
- predisporre un sistema di accesso dei Centri per l'impiego ad                 
un'offerta strutturata di formazione, orientamento e tirocinio, da              
"offrire" nell'ambito dell'applicazione del DLgs 297/02, anche                  
valorizzando il sistema di offerta formativa a catalogo predisposta             
dalla Regione;                                                                  
- incrementare la disponibilita' di risorse umane nei servizi ove               
sono tuttora necessari tendendo al raggiungimento di uno standard               
omogeneo regionale;                                                             
- investire nella formazione delle risorse umane e in particolare sui           
dirigenti dei Centri per l'impiego;                                             
- sostenere lo sviluppo e la diffusione di una pratica ricorrente e             
omogenea di monitoraggio e valutazione dei servizi;                             
- elaborare standard di qualita' dei servizi ed un  sistema                     
sperimentale di ambiti specifici e di requisiti per l'accreditamento            
e delle relative procedure regionali di riconoscimento ai soggetti              
che ne facciano richiesta per erogare sul territorio regionale                  
servizi per il lavoro, compresi i servizi di orientamento.                      
4. Le priorita' programmatiche trasversali: le pari opportunita' e              
l'interculturalita'                                                             
I presenti Indirizzi accentuano la rilevanza delle politiche di pari            
opportunita' come uno dei principali terreni di confronto con le                
politiche e gli orientamenti europei in materia di occupazione,                 
definendo quindi una priorita' trasversale da rafforzare in ogni                
ambito di intervento delle politiche pubbliche.                                 
Accanto a questo, il sistema regionale dell'istruzione, formazione e            
lavoro introduce la dimensione dell'interculturalita' come ulteriore            
priorita' trasversale, da intendersi come la migliore strategia di              
risposta alla questione della diversita', valorizzazione delle                  
identita', e parita' di accesso ai diritti di cittadinanza nel                  
contesto regionale.                                                             
Nonostante il quadro regionale dell'occupazione femminile si dimostri           
nettamente piu' favorevole rispetto alla media nazionale, restano               
importanti contraddizioni. In alcuni contesti le donne rappresentano            
ancora un segmento debole del mercato e l'analisi della qualita' del            
lavoro indica notevoli disparita' tra i generi.                                 
In tema di pari opportunita' le azioni positive e l'integrazione                
trasversale degli obiettivi di pari opportunita' gia' avviate a                 
livello regionale e provinciale dovranno essere estese ad ogni ambito           
programmatico e amministrativo per produrre effetti non solo sulle              
donne, ma sul complesso della comunita' regionale.                              
Rispetto agli ambiti prioritari individuati nei presenti Indirizzi a            
proposito del sistema formativo regionale e delle politiche del                 
lavoro, i seguenti orientamenti sono tesi a rafforzare l'obiettivo              
della parita' di genere:                                                        
- nell'ambito della priorita' di assicurare il successo formativo per           
tutti, dato il carattere non significativo che assume il problema               
della dispersione per le ragazze, che quasi sempre completano il                
proprio percorso scolastico, andra' prioritariamente perseguito                 
l'obiettivo del contrasto alla segregazione orizzontale in tutti i              
percorsi di studio e formazione per rafforzare l'inserimento delle              
donne in professioni forti e spendibili;                                        
- nell'ambito delle priorita' relative alla formazione continua e               
permanente, va perseguito l'orientamento a facilitare la                        
partecipazione delle donne, sia attraverso maggiore flessibilita' e             
personalizzazione dei percorsi formativi, che con forme di                      
assistenza/incentivazione alle imprese perche' investano maggiormente           
sulla formazione delle donne e sulle risorse da esse rappresentate,             
valorizzandone le competenze;                                                   
- per quanto riguarda il lavoro e l'imprenditorialita' un'attenzione            
particolare andra' posta nei confronti delle lavoratrici, sia per le            
maggiori difficolta' che incontrano rispetto agli uomini nella                  
stabilizzazione occupazionale, sia perche' le nuove forme                       
contrattuali di lavoro non rendono meno complessa la compatibilita'             
tra impegni professionali e di cura; occorre inoltre sviluppare in              
particolare le azioni a sostegno delle imprese femminili, quasi                 
sempre piccole o piccolissime, finalizzate a rafforzarne la                     
competitivita' e la capacita' di permanenza sul mercato, anche                  
promuovendo reti e networking tra imprese; il sostegno                          
all'inserimento e alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro            
passa comunque attraverso la predisposizione di strumenti di                    
conciliazione, necessari anche in relazione all'organizzazione nei              
luoghi di lavoro, e che potrebbero essere sostenuti anche con forme             
di incentivazione e di assistenza tecnica alle imprese affinche'                
attivino una flessibilita' "family-friendly";                                   
- il sistema regionale dei servizi per il lavoro deve rafforzare                
l'approccio di genere, sviluppando una capacita' di ascolto e di                
intervento sensibile alle differenze, articolando in modo piu'                  
personalizzato le risposte in termini di servizi, considerando anche            
l'incidenza del problema della conciliazione nel rapporto tra donne e           
lavoro.                                                                         
La rilevanza della dimensione dell'interculturalita' e' strettamente            
connessa alla consistenza e alle caratteristiche della presenza                 
straniera in Emilia-Romagna e alla scelta della Regione e del sistema           
delle autonomie locali di individuare in essa una risorsa per gli               
obiettivi di sviluppo economico e di coesione sociale all'interno del           
contesto regionale.                                                             
Nel corso del 2002 gli immigrati stranieri hanno oltrepassato le                
200.000 unita' e costituiscono il 5% della popolazione residente, il            
15% delle nuove assunzioni registrate, il 6,3% degli studenti nelle             
scuole dell'obbligo, la percentuale piu' alta d'Italia.                         
Come gia' accennato in premessa, la Regione ha organicamente normato            
i principi e le regole per l'integrazione sociale dei cittadini                 
stranieri immigrati con la L.R. 5/04, a seguito degli scenari di                
modifica del fenomeno dell'immigrazione affermatisi negli anni piu'             
recenti e delle innovazioni introdotte nella normativa nazionale con            
la Legge 189/02.                                                                
Tale legge rappresenta l'evoluzione sul piano legislativo di                    
politiche di integrazione sociale avviate gia' nel 2000 (di cui il              
Protocollo d'intesa siglato il 18 dicembre 2001 costituisce uno degli           
atti piu' significativi) e intende garantire - nel quadro della                 
tutela dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione Europea e             
degli apolidi presenti nel proprio territorio - pari opportunita' di            
accesso ai servizi educativi per l'infanzia, il diritto allo studio,            
all'istruzione e formazione professionale, l'inserimento lavorativo,            
l'integrazione e la comunicazione interculturale.                               
Con il Progetto integrato per sostenere l'emersione e la                        
qualificazione del lavoro di assistenza ad anziani e disabili svolto            
da assistenti familiari di cui all'accordo siglato in data 28/4/2003            
tra la Regione e le Organizzazioni sindacali CGIL - CISL - UIL, sono            
stati definiti fra l'altro gli impegni della Regione a programmare,             
attivare e potenziare interventi integrati in diversi settori. Tale             
accordo, con i relativi aggiornamenti, costituisce punto di                     
riferimento programmatico per la tematica specifica della                       
qualificazione del lavoro di cura a domicilio con riferimento a                 
lavoratori singoli anche stranieri.                                             
Le politiche di integrazione sociale e le finalita' stabilite dalla             
L.R. 5/04 contano per la loro piena attuazione anche sull'insieme dei           
dispositivi regionali in materia di istruzione, formazione e lavoro,            
rispetto ai quali la legge riafferma le pari opportunita'                       
nell'accesso dei cittadini stranieri immigrati come riferimento e               
obiettivo comune che l'insieme dei soggetti del sistema regionale               
devono congiuntamente perseguire.                                               
In questo ambito le politiche regionali dell'istruzione, della                  
formazione e del lavoro trovano gia' riferimenti normativi e                    
programmatici che vanno ulteriormente rafforzati, declinando le                 
specifiche linee di intervento secondo un approccio che faccia                  
propria la dimensione dell'interculturalita', per rendere                       
quest'ultima un effettivo obiettivo trasversale delle politiche di              
intervento regionali. Tale approccio si deve connotare per la sua               
capacita' di intervento diversificato al fine di fornire efficaci               
risposte alle differenti istanze e fabbisogni presenti all'interno              
della popolazione immigrata.                                                    
La trasversalita' va perseguita a livello di sistema e per filiere di           
intervento. Nel primo caso si tratta di agire sia in termini di                 
processi di innovazione nelle organizzazioni pubbliche e private                
finalizzati ad un costante adeguamento culturale e professionale                
degli operatori, sia rafforzando il sistema a rete che gia' connota             
il quadro regionale come modello di intervento delle politiche di               
integrazione sociale.                                                           
Rispetto alle filiere di intervento, e con specifico riferimento agli           
ambiti prioritari individuati nei presenti Indirizzi, gli                       
orientamenti sono tesi ad agire sui versanti sia dell'integrazione              
sociale che della valorizzazione professionale e occupazionale degli            
immigrati. In particolare possono essere individuate le seguenti                
priorita':                                                                      
- colmare il deficit educativo, formativo e professionale della                 
popolazione non in possesso di un adeguato titolo di studio                     
attraverso percorsi di formazione iniziale e di formazione                      
permanente;                                                                     
- massimizzare la loro partecipazione alle iniziative di educazione             
degli adulti, con particolare riferimento all'alfabetizzazione                  
linguistica, alla normativa civica, al tema della sicurezza;                    
- valorizzare le professionalita' gia' possedute sostenendo l'accesso           
a percorsi di formazione superiore e continua;                                  
- rafforzare la missione del sistema del lavoro verso l'obiettivo               
dell'integrazione sociale, in primo luogo agendo sul versante della             
regolarizzazione ed emersione del lavoro irregolare e con riferimento           
agli ambiti di intervento individuati nei presenti Indirizzi per                
favorire la mobilita' del lavoro.                                               
Con specifico riferimento a quest'ultima priorita' occorre far leva e           
valorizzare il ruolo dell'insieme delle strutture (dello Stato, della           
Regione, degli Enti locali) nella progettazione congiunta di percorsi           
di accompagnamento al lavoro regolare.                                          
5. Percorsi di istruzione e formazione per giovani dai 14 ai 18 anni            
Nel quadro del rinnovato dettato costituzionale e dei successivi                
interventi legislativi in materia di istruzione, istruzione e                   
formazione professionale, e lavoro, Regione ed Enti locali esercitano           
le proprie competenze al fine di realizzare l'obiettivo previsto                
dalla L.R. 12/03, ovvero la creazione delle condizioni per assicurare           
a tutti i cittadini il raggiungimento del successo formativo, con               
particolare riferimento ai giovani dai 14 ai 18 anni.                           
Ai sensi della legge citata, la nozione di successo formativo si                
sostanzia prioritariamente nel raggiungimento di elevati livelli                
culturali e delle competenze generali e specifiche necessarie al                
proficuo inserimento nella vita sociale e nel lavoro, corrispondenti            
al conseguimento di titoli di studio o di qualifiche professionali;             
tale finalita' e' perseguita anche favorendo la ripresa ed il                   
completamento dei percorsi formativi, interrotti per diverse ragioni,           
attraverso la programmazione di azioni di sistema e la realizzazione            
di interventi specifici, tesi al miglioramento qualitativo                      
dell'intero sistema formativo regionale.                                        
La programmazione dell'offerta formativa da parte di Regione e                  
Province si indirizza pertanto in modo unitario verso il                        
miglioramento del sistema, la previsione di efficaci strumenti di               
conoscenza e controllo (realizzazione dell'anagrafe degli studenti              
dai 6 ai 18 anni, sostegno all'innovazione e alle iniziative mirate a           
favorire e diffondere esperienze di eccellenza, analisi e                       
monitoraggio sulle ragioni dell'abbandono e delle ripetenze e sulle             
azioni di contrasto), la progettazione di interventi mirati e                   
personalizzati.                                                                 
Particolare rilevanza in tale direzione riveste l'impianto di                   
programmazione dell'offerta rivolta alla fascia di utenza 14-18 anni,           
che deve essere altrettanto unitario, sia per quanto attiene ai                 
soggetti titolari della programmazione, Regione e Province, sia per             
quanto riguarda in specifico le diverse offerte proposte. A tal fine,           
il biennio integrato nell'istruzione e la formazione professionale              
iniziale, nelle more dell'attuazione del riordino del secondo ciclo             
di cui alla Legge 53/03, vanno programmati come un continuum coerente           
di offerte, cosi' da consentire ai ragazzi che lo richiedano di                 
passare dall'istruzione alla formazione e viceversa, trovando le                
condizioni per completare il proprio percorso verso il diploma o la             
qualifica, senza ritardi e interruzioni.                                        
Per gli anni scolastici 2005-2006 e 2006-2007, pertanto, le Province            
svolgono la programmazione dell'offerta rivolta ai ragazzi della                
suddetta fascia di eta' attraverso procedure di selezione dei                   
soggetti attuatori e di successiva approvazione dei progetti                    
formativi, secondo le modalita' stabilite dalla Giunta regionale,               
sentita la Conferenza regionale per il sistema formativo.                       
Nella prospettiva di un sistema formativo di qualita', che intende              
accompagnare tutti al successo formativo, il contrasto alla                     
dispersione, all'abbandono e al "disagio" non si connota come                   
un'azione di recupero, ma assume le caratteristiche di potenziamento            
delle capacita' di scelta di ciascuno attraverso azioni sistematiche            
di orientamento; di progettazione di percorsi in grado di valorizzare           
le diverse attitudini e le diverse forme di intelligenza, nonche' di            
tener conto dei diversi stili cognitivi; di realizzazione di processi           
di insegnamento/apprendimento descrivibili e valutabili. La lotta               
alle disuguaglianze e la valorizzazione delle differenze in un'ottica           
di multiculturalismo si realizzano infatti favorendo scelte                     
consapevoli e coerenti con gli interessi e le attitudini di ciascuno            
ed assicurando modalita' di passaggio tra indirizzi e sistemi. In               
questo ambito si intende dare piena attuazione agli Accordi di                  
programma previsti dalla Legge 104/92 all'art. 39.                              
Importanti azioni di integrazione formativa nel primo biennio della             
scuola secondaria superiore sono state avviate gia' nell'a.s.                   
2003-2004 e si ripresentano, ampliate, per l'a.s. 2004-2005. I primi            
dati del monitoraggio realizzato dalla Regione su tali azioni                   
evidenziano una riposta positiva all'opportunita' rappresentata dal             
biennio integrato, cosi' confermando l'integrazione fra istruzione e            
formazione come nuova e valida modalita' per presentare ai giovani ed           
alle famiglie un'offerta ampia, diversificata e completa. In                    
Emilia-Romagna infatti, per i ragazzi dai 14 ai 18 anni, dall'entrata           
in vigore della L.R. 12/03, sono aperte le opzioni: dell'istruzione,            
con tutta la gamma della sua offerta tradizionale finalizzata al                
conseguimento del diploma di maturita'; dell'istruzione integrata con           
la formazione professionale, che a sua volta presenta possibili                 
articolazioni in un biennio integrato nella scuola piu' un terzo anno           
nella formazione professionale, come pure in un primo anno integrato            
nella scuola piu' un biennio nella formazione professionale, percorsi           
in entrambi i casi validi per il conseguimento della qualifica.                 
Inoltre e' possibile sviluppare una "carriera" formativa che porta al           
conseguimento di qualifiche di livelli superiori, via via piu'                  
specialistici, nell'ambito della formazione professionale.                      
In tale quadro, la programmazione della Regione e delle Province si             
indirizza verso la piu' ampia conoscenza dell'offerta integrata,                
anche attraverso il ricorso alle nuove modalita' di selezione dei               
soggetti formativi introdotte dalla L.R. 12/03 ed attuate al fine di            
dare certezza di continuita' dei percorsi intrapresi e di assicurare            
la messa in trasparenza della nuova offerta, in tutte le sue                    
opzioni.                                                                        
Sulla base dell'impianto delineato, la Regione Emilia-Romagna attua             
le previsioni dell'Accordo fra Stato, Regioni ed Autonomie locali,              
raggiunto in Conferenza Unificata il 19 giugno 2003, per la                     
realizzazione, nelle more dell'entrata in vigore dei decreti                    
attuativi della Legge 53/03, di un'offerta sperimentale di percorsi             
triennali di istruzione e formazione secondo modalita' corrispondenti           
alle specificita' di ciascuna Regione, con l'impegno ad adeguare i              
propri interventi a quanto stabilito da successivi accordi o decreti            
a livello nazionale. Il sistema formativo regionale e' cosi' gia'               
predisposto per il raggiungimento di un primo risultato: per gli                
studenti degli Istituti professionali e' infatti possibile,                     
attraverso i percorsi integrati con la formazione professionale                 
regionale di durata triennale e via via che ne saranno create le                
condizioni, l'acquisizione di una qualifica regionale valida a                  
livello nazionale. In tali casi, la programmazione deve chiaramente             
evidenziare il requisito della coerenza fra l'indirizzo di studi                
delle istituzioni scolastiche coinvolte e la qualifica regionale di             
riferimento. I progetti formativi relativi a tale offerta devono                
garantire il rispetto degli standard minimi delle competenze di base            
(da acquisire in esito ai percorsi sperimentali triennali) approvati            
a livello nazionale con l'Accordo in Conferenza Unificata del                   
febbraio 2004. Per quanto riguarda le competenze tecnico                        
professionali, la Regione ha definito le schede di riferimento per le           
prime 20 qualifiche per la formazione professionale iniziale: nel               
quadro della sperimentazione nazionale ed in considerazione della               
modalita' concertata e condivisa anche con le parti sociali che ha              
condotto a tale definizione, si esprime l'impegno a fare in modo che            
esse siano riconosciute, anche con leggere modifiche, come qualifiche           
nazionali per garantirne la validita' su tutto il territorio e per              
corrispondere cosi' al principio della mobilita' degli studenti e dei           
lavoratori, oltre che per agevolare la continuazione dei percorsi               
formativi intrapresi.                                                           
Per gli studenti di tutti gli altri ordini di scuola superiore, e'              
altresi' possibile programmare un'offerta integrata. Si ribadisce               
infatti che il valore aggiunto apportato ai percorsi dell'istruzione            
dall'integrazione con la formazione professionale, ai sensi degli               
artt. 26 e 27 della L.R. 12/03, si esplica non solo in direzione                
dell'obiettivo dell'acquisizione della qualifica nazionale, ma anche            
e soprattutto verso l'arricchimento degli indirizzi di studio                   
dell'istruzione, sia ai fini di sostenere la maturazione delle scelte           
formative attraverso il connubio fra sapere, saper fare e saper                 
essere, sia allo scopo di migliorare i livelli di partecipazione, di            
rimotivazione allo studio, di acquisizione di competenze, attraverso            
la flessibilizzazione e la personalizzazione dei percorsi di studio.            
Si ribadisce in ogni caso che caratteristica fondante dell'offerta              
formativa integrata e' il rilascio di certificazione delle competenze           
acquisite a valere come credito per i passaggi fra i sistemi.                   
Sempre al fine del potenziamento delle opportunita' formative rivolte           
agli studenti fra i 14 e i 18 anni, e' altresi' possibile programmare           
interventi di integrazione fra istruzione e formazione professionale            
da svolgersi - nel IV e V anno di tutti gli indirizzi di studio della           
scuola secondaria superiore - secondo tipologie di azione che si                
configurino come attivita' curriculari promosse dalle istituzioni               
scolastiche interessate e svolte sotto la responsabilita'                       
didattico/educativa delle scuole stesse. Si tratta in specifico di              
attivita' mirate ad avvicinare gli studenti al mondo del lavoro e               
delle professioni, con particolare riferimento alla modalita'                   
dell'alternanza scuola-lavoro, nonche' a far loro meglio approfondire           
eventuali scelte di successiva formazione verso i percorsi                      
universitari o verso quelli della formazione professionale. Sulla               
base di accordi sottoscritti fra un Istituto professionale ed un                
organismo di formazione professionale accreditato per l'ambito                  
dell'obbligo formativo possono inoltre essere realizzati percorsi               
integrati finalizzati al conseguimento, accanto al diploma di                   
maturita', di una qualifica regionale che faciliti l'inserimento                
occupazionale.                                                                  
La Giunta regionale, in coerenza con quanto elaborato per la                    
definizione delle modalita' attuative del biennio integrato, emanera'           
specifiche linee guida per la realizzazione degli interventi nel IV e           
V anno della scuola secondaria superiore, definendo altresi' le                 
relative tipologie.                                                             
A completamento del quadro delle opportunita' offerte agli studenti             
dai 14 ai 18 anni, pur non rientrando nell'arco di vigenza dei                  
presenti indirizzi, si prevede inoltre, per gli studenti degli                  
Istituti professionali che abbiano frequentato positivamente il                 
percorso integrato, ed abbiamo acquisito il diploma di maturita',               
l'opportunita' di conseguire la qualifica regionale di livello                  
successivo, attraverso l'accesso ad un corso di formazione                      
professionale a progettazione modulare, che risultera' agevolato ed             
abbreviato dal riconoscimento dei crediti relativamente alle                    
competenze previamente acquisite.                                               
Il sistema formativo regionale, per la sua caratteristica di                    
unitarieta', garantisce infatti le possibilita' di passaggio                    
dall'istruzione alla formazione professionale e viceversa, attraverso           
modalita' che agevolino la prosecuzione o il completamento del                  
percorso intrapreso, con particolare riferimento alla progettazione             
formativa per moduli e unita' formative, che consente di certificare            
le competenze acquisite in qualunque percorso del sistema a valere              
come crediti da riconoscere per l'accesso ad un nuovo percorso di               
studio o di formazione professionale.                                           
Per dare maggiore significativita' ed impulso alla nuova offerta, e'            
altresi' necessario attuare, fin dalla scuola secondaria di primo               
grado, coerenti strategie per l'orientamento degli studenti e dei               
loro genitori, garantendo il rispetto dell'impianto della L.R. 12/03            
e coinvolgendo le competenze e le funzioni degli Enti locali, delle             
istituzioni scolastiche e formative, delle famiglie e di altri                  
soggetti attivi nel territorio provinciale.                                     
Per consentire la valutazione complessiva del sistema, oltre che per            
disporre delle conoscenze indispensabili per la funzione di                     
programmazione, e' necessario approntare adeguati strumenti                     
conoscitivi, a partire dall'anagrafe regionale degli studenti. A tal            
fine, l'anagrafe regionale per l'obbligo formativo - istituita ai               
sensi dell'art. 68 della Legge 144/98 - viene trasformata in anagrafe           
regionale degli studenti, in grado di raccogliere i dati piu'                   
significativi relativi agli studenti dal primo anno di iscrizione al            
sistema nazionale di istruzione (prima elementare) fino                         
all'adempimento del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione             
(entro il diciottesimo anno di eta'). In sede di Conferenza regionale           
per il sistema formativo, saranno individuate le modalita' per                  
l'attivazione dell'anagrafe regionale, fondata su dispositivi di                
raccordo e di integrazione fra quanto disponibile a livello regionale           
e quanto attuato a livello provinciale (osservatori, servizi                    
informativi, base dati, ecc.), nonche' i criteri condivisi per la               
valutazione del sistema nel suo complesso.                                      
6. La formazione professionale                                                  
Sulla base della L.R. 12/03 la formazione professionale si articola             
in diverse tipologie che gia' nella passata programmazione sono state           
definite e descritte in termini di standard di riferimento per gli              
enti di programmazione e per i soggetti del sistema formativo.                  
Tali tipologie di interventi formativi dovranno essere adeguate e               
ridefinite alla luce dei presenti Indirizzi e dovranno trovare                  
coerenza e sostegno nell'ambito delle programmazioni territoriali               
secondo le indicazioni di seguito riportate.                                    
6.1  La formazione iniziale per adulti                                          
La programmazione della formazione iniziale per adulti, volta a                 
favorire l'acquisizione di competenze di natura professionalizzante             
utili per l'inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro,              
dovra' essere sempre piu' finalizzata al criterio dell'occupabilita',           
intesa come concreta possibilita' di immediato inserimento lavorativo           
in esito alla formazione.                                                       
Dovranno essere promosse offerte formative finalizzate ad agevolare e           
sostenere positivi inserimenti o rientri nel mondo del lavoro di                
persone che non sono in grado di proporsi, di ricollocarsi con                  
adeguate competenze sia professionali che di base e trasversali o che           
intendano specializzare le competenze gia' possedute per migliorare,            
adeguare, cambiare la propria professionalita'.                                 
Le iniziative formative saranno prioritariamente destinate ad adulti            
senza titolo di studio o con titolo difficilmente spendibile o non              
coerente con il percorso formativo; saranno attivate iniziative just            
in time per fabbisogni formativi individualizzati e percorsi di                 
specializzazione su aspetti di particolare rilevanza per le imprese e           
per l'economia locale.                                                          
Nell'ambito degli obiettivi della L.R. 12/03 e del nuovo sistema                
regionale delle qualifiche gli interventi di formazione iniziale per            
adulti dovranno prioritariamente accompagnare alla certificazione di            
qualifica il maggior numero possibile di utenti, per perseguire                 
l'obiettivo primario dell'occupabilita' a cui si ispirano. A questo             
fine si ribadisce il ruolo fondamentale dei servizi pubblici per                
l'impiego come soggetti centrali per l'individuazione dei fabbisogni            
dell'utenza potenziale.                                                         
6.2  La formazione superiore                                                    
La programmazione dell'offerta di formazione superiore si conferma              
un'area di intervento rilevante per rispondere alle esigenze di                 
trasformazione del tessuto sociale ed economico regionale; essa deve            
quindi privilegiare gli interventi a sostegno dell'innovazione e                
della ricerca.                                                                  
In questa direzione gli ambiti di intervento individuati come                   
prioritari sono quelli che vedono la stretta collaborazione tra                 
imprese, enti di formazione, mondo della ricerca, sistema                       
universitario, finalizzati a generare impatti positivi su aree legate           
allo sviluppo economico e sociale del territorio.                               
L'obiettivo e' quello di puntare alla formazione di figure "alte" e             
specialistiche, valorizzando l'accesso - oltre che dei giovani per              
favorirne l'inserimento occupazionale - anche degli adulti occupati e           
dei professionisti, per sostenerne l'adeguamento delle competenze e             
l'adattabilita' nei contesti lavorativi.                                        
Nell'ottica del sistema formativo regionale la formazione superiore             
andra' ulteriormente qualificata attraverso un'offerta che, a partire           
dall'assolvimento del diritto-dovere di istruzione e formazione,                
preveda:                                                                        
- corsi di formazione professionale, brevi e specialistici;                     
- sostegno allo start up di ambiti di alta formazione specialistica,            
collegata ai settori produttivi strategici della regione                        
Emilia-Romagna, quali ad esempio la meccanica, la logistica,                    
l'imballaggio, il turistico-alberghiero-ristorativo,                            
l'agroalimentare, da precisare in un percorso di concertazione tra le           
autonomie locali e le parti sociali a livello territoriale, nelle               
zone piu' fortemente interconnesse con lo sviluppo economico locale.            
In tale quadro si programmano in via prioritaria le azioni delle                
scuole regionali specializzate. Si confermano le scuole regionali nel           
settore alberghiero-ristorativo e nel settore della formazione della            
polizia locale.                                                                 
La promozione dell'offerta formativa dovra' far leva anche                      
sull'ulteriore sviluppo della domanda individuale - nell'ottica della           
piena affermazione del lifelong learning - rafforzando l'uso di                 
strumenti di incentivo, quali gli assegni formativi, e prevedendo               
anche nuove modalita' di finanziamento dei percorsi di alta                     
formazione, quali i prestiti d'onore.                                           
6.3  La formazione continua e azioni di supporto alle imprese                   
La formazione continua rappresenta una leva importante a sostegno               
della competitivita', della crescita e del miglioramento                        
organizzativo delle imprese, oltre a costituire elemento essenziale             
dell'equilibrio tra flessibilita' e sicurezza del posto di lavoro.              
Le opzioni di fondo per la formazione continua sono:                            
- favorire l'accesso alla formazione per i lavoratori: con basso                
livello di scolarita' e meno qualificati; in eta' avanzata a rischio            
di obsolescenza professionale; inquadrati nelle nuove forme                     
contrattuali flessibili previste dalla Legge 30/03 (e DLgs 276/03);             
- favorire il rientro al lavoro delle lavoratrici, dopo un periodo di           
assenza per cure familiari;                                                     
- promuovere l'invecchiamento attivo, favorendo il permanere in                 
attivita' attraverso azioni di formazione continua finalizzate a                
promuovere modalita' innovative e flessibili di organizzazione del              
lavoro, nonche' azioni per la salute e la sicurezza sul luogo di                
lavoro;                                                                         
- promuovere lo sviluppo della parita' uomo-donna attraverso azioni             
volte al contrasto delle diverse forme di segregazione occupazionale,           
professionale e dei divari retributivi;                                         
- accompagnare i processi di innovazione e di adattabilita'                     
nell'organizzazione del lavoro e nei processi produttivi, elementi              
chiave per accrescere la competitivita' del sistema economico                   
regionale.                                                                      
La Regione si propone di realizzare intese con i  fondi                         
interprofessionali per elaborare modalita' di integrazione e                    
comunicazione della programmazione formativa. Le caratteristiche dei            
target e degli obiettivi che caratterizzano i fondi                             
interprofessionali rendono infatti necessaria una riorganizzazione              
complessiva degli interventi pubblici, che dovranno essere                      
prioritariamente  indirizzati, fra l'altro, alle categorie di                   
lavoratori non interessati dall'azione dei fondi quali i lavoratori             
autonomi, gli imprenditori, i lavoratori delle piccole imprese con              
difficolta' di accesso ai fondi.                                                
Il raccordo tra la programmazione regionale e l'attivita' dei fondi             
interprofessionali non deve essere interpretato in termini                      
amministrativi, di natura procedurale e burocratica. Si dovra',                 
piuttosto, partire da un confronto sulle priorita' e ambiti di                  
intervento senza con questo comprimere l'autonomia dei singoli fondi.           
All'interno di questo quadro - e tramite un adeguato supporto                   
attraverso specifiche azioni di sistema - potranno essere individuati           
raccordi anche nell'ambito dei processi di analisi dei fabbisogni e             
della domanda formativa, del monitoraggio e della valutazione della             
formazione continua complessivamente, valorizzando in questo ambito             
il ruolo attivo delle strutture associative e di rappresentanza come            
soggetti privilegiati nell'intercettazione dei fabbisogni e                     
nell'incontro tra domanda e offerta di servizi.                                 
Per l'ambito della formazione continua, rispetto alle modalita' di              
intervento, vanno rafforzate le politiche di incentivazione della               
domanda individuale ai fini di ampliare la platea di beneficiari                
degli interventi, e di flessibilizzare l'offerta rendendola sempre              
piu' adeguata ai bisogni di crescita professionale dei singoli                  
lavoratori.                                                                     
Risultano inoltre di prioritario interesse per la Regione le azioni             
di sostegno all'innovazione e alla competitivita' delle imprese                 
emiliano-romagnole, avvalendosi delle capacita' progettuali e                   
relazionali del sistema regionale delle rappresentanze di categoria.            
E' da proseguire l'azione diretta ad assicurare forme di sostegno e             
di sviluppo delle competenze e delle professionalita' per il                    
complessivo sistema delle imprese in Emilia-Romagna, in coerenza con            
le finalita' e le priorita' individuate all'interno del "Patto per la           
qualita' dello sviluppo, la competitivita', la sostenibilita'                   
ambientale e la coesione sociale in Emilia-Romagna".                            
Costituiscono priorita' di intervento l'offerta di consulenza                   
personalizzata a favore delle imprese e dei lavoratori  con strumenti           
quali gli assegni formativi e di servizio.                                      
In particolare - come gia' previsto nei precedenti indirizzi -                  
andranno modulati interventi diretti a rendere disponibili a favore             
delle imprese strumenti di supporto consulenziale ai processi di                
innovazione, riconversione e riposizionamento sui mercati.                      
Si conferma il sostegno ai processi di natalita', consolidamento e              
sviluppo imprenditoriale, in particolare nel settore dei servizi,               
anche di quelli del terziario avanzato, del non profit e                        
dell'economia sociale.                                                          
6.4  La formazione permanente                                                   
Si conferma l'attenzione allo sviluppo della formazione permanente,             
rivolta alle persone indipendentemente dalla condizione lavorativa,             
affinche' possano sviluppare competenze professionali, al fine di               
accrescere le opportunita' occupazionali.                                       
Le iniziative formative saranno prioritariamente destinate alle                 
persone che intendono acquisire competenze trasversali - tecnologie             
dell'informazione, comunicazione, lingue straniere - professionali              
specifiche e di base, per contrastare l'emarginazione lavorativa, per           
favorire percorsi di mobilita' professionale e di carriera.                     
Inoltre, coerentemente con il DPEF 2004-2006, verra' posta                      
particolare attenzione al tema del rafforzamento delle politiche di             
sicurezza attraverso azioni di sensibilizzazione, comunicazione e               
formazione permanente negli ambiti della sicurezza stradale,                    
sicurezza nei luoghi di lavoro, sicurezza alimentare ed educazione              
alla salute e sicurezza ambientale.                                             
Sulla base dell'esperienza gia' avviata negli ultimi anni, si                   
conferma per il periodo 2005-2006 lo sviluppo della formazione                  
permanente anche potenziando l'accesso individuale alle opportunita'            
formative mediante l'uso di strumenti di incentivazione personale               
quali gli assegni formativi ed i voucher di servizio. A questo fine             
si ribadisce il ruolo fondamentale dei servizi pubblici per l'impiego           
come soggetti centrali per l'individuazione dei fabbisogni                      
dell'utenza potenziale.                                                         
6.5  La formazione nella pubblica amministrazione                               
Permane inoltre strategica la formazione a sostegno della                       
modernizzazione e dell'innovazione della pubblica amministrazione. A            
tale proposito, prevedendo la valorizzazione di progetti che                    
prevedano forme di scambio e di creazione di reti tra soggetti,                 
saranno valutate come prioritarie le azioni collegate                           
all'applicazione negli Enti locali di politiche regionali, e/o legate           
al riordino e alle attribuzioni regionali o nazionali di competenze e           
quelle che in particolare si riferiscono a progetti di sviluppo delle           
competenze del personale, di miglioramento organizzativo, e di                  
e-government, integrati tra Enti locali diversi su un'area                      
territoriale omogenea (Regione, piu' Comuni/Province/Comunita'                  
Montane ecc.) finalizzati all'introduzione di nuove funzioni o alla             
riqualificazione di quelle esistenti per la definizione, ad esempio,            
di:                                                                             
a) programmi speciali d'area o politiche di programmazione                      
territoriale;                                                                   
b) progetti e servizi per la sicurezza dei cittadini, dei luoghi di             
lavoro e delle attivita' economiche;                                            
c) servizi innovativi per lo sviluppo economico;                                
d) servizi innovativi a rete per le persone;                                    
e) gestione associata dei servizi;                                              
f) processi di unione o di fusione dei Comuni;                                  
g) progetti di e-government e di cambiamento organizzativo.                     
7. L'educazione degli adulti                                                    
Il sistema formativo regionale verra' potenziato anche sul versante             
dell'apprendimento durante tutto l'arco della vita,  da intendersi              
come insieme di opportunita' formative certificabili, formali, non              
formali e informali, volte a favorire la possibilita' delle persone             
di possedere strumenti culturali e conoscenze adeguate alla sviluppo            
delle conoscenze stesse e di evitare l'obsolescenza delle competenze            
ed i rischi di emarginazione sociale. Un ambito, pertanto, assai piu'           
ampio di quanto tradizionalmente espresso dall'istruzione e dalla               
formazione professionale, ovvero dall'offerta "formale", perche'                
ricomprendente anche gli apprendimenti acquisiti sul lavoro e                   
l'educazione non formale. In tale contesto, per corrispondere a                 
quanto previsto all'art. 41, comma 1 della L.R. 12/03, vanno                    
realizzate le condizioni per rendere flessibile e diffusa l'offerta             
sul territorio, anche innovando le modalita' che attualmente                    
connotano l'offerta formale, e per allargare la platea dei                      
beneficiari e la tipologia degli interventi, da quelli finalizzati al           
rientro nel sistema formale di istruzione e formazione professionale            
a quelli orientati all'acquisizione di specifiche competenze per il             
lavoro.                                                                         
Le opzioni di fondo sulle quali si intende impostare l'azione della             
Regione e degli Enti locali sul territorio sono:                                
- il lifelong learning non puo' essere solo una petizione di                    
principio per un sistema sociale avanzato, deve essere un sistema               
riconoscibile di opportunita', realmente attivato e facilmente                  
fruibile da tutti i cittadini;                                                  
- l'apprendimento per tutta la vita e' infatti una delle                        
precondizioni essenziali per un esercizio effettivo, non formale,               
della piena cittadinanza, nelle sue diverse componenti (capacita'               
culturale e critica, occupabilita', integrazione e coesione sociale,            
partecipazione allo sviluppo economico);                                        
- disporre di un ampio sistema di diffusione sociale del sapere                 
(agente, quindi, anche oltre l'eta' tradizionale dello "sviluppo" o             
fase educativa) e' fattore competitivo essenziale, soprattutto nel              
momento in cui sempre maggiore attenzione viene prestata alla                   
dimensione e al radicamento territoriale delle risorse umane, dei               
sistemi di competenze ed alla loro trasmissione e trasferibilita'.              
Pur in mancanza della compiuta elaborazione a livello nazionale di un           
quadro di riferimento relativamente all'educazione degli adulti e               
sottolineando in particolare la grave criticita' rappresentata per              
tale rilevante ambito formativo dalla continua contrazione                      
dell'organico di diritto assegnato dal Ministero dell'Istruzione alle           
istituzioni scolastiche sedi di Centri territoriali permanenti, si              
ritiene che la costruzione, all'interno del sistema formativo                   
regionale, delle opportunita' formative per gli adulti per tutto                
l'arco della vita, sia da perseguire, operando in particolare su due            
versanti.                                                                       
Va in primo luogo sottolineato che l'offerta formativa nell'ambito              
dell'educazione degli adulti e' realizzata dagli Enti locali, dalle             
istituzioni scolastiche (Centri territoriali permanenti e corsi                 
serali) ed universitarie, dagli organismi di formazione professionale           
accreditati, dalle universita' della terza eta', da associazioni e              
soggetti che erogano attivita' di educazione non formale per adulti.            
La strategicita' degli obiettivi e la potenzialita' della domanda               
devono trovare il punto di coordinamento e di sviluppo nella                    
realizzazione di accordi in sede locale, volti ad ottimizzare le                
disponibilita' e le risorse dei tanti soggetti interessati.                     
E' pertanto necessario attivare l'architettura sistemica prevista               
dalla L.R. 12/03, ovvero attivare le sedi della collaborazione                  
istituzionale e della concertazione sociale all'interno delle quali             
programmare gli interventi. La programmazione, che compete alle                 
Province, va peraltro impostata secondo un processo "bottom-up" che,            
a  partire dalla rilevazione della domanda locale, in ragione delle             
caratteristiche diversificate che i bisogni degli adulti possono                
assumere a seconda dei territori di riferimento, risale verso la                
Conferenza provinciale di coordinamento per trovare in tale sede la             
definizione delle diverse offerte e l'integrazione delle  risorse               
messe a disposizione da tutti i soggetti interessati.                           
Al tempo stesso va reimpostata l'offerta, ovvero la progettazione               
formativa soprattutto in termini di modalita' didattiche                        
(modularita', durata, ecc.) e di modalita' di accesso (assegni                  
formativi), per renderla adeguata alla diversificazione della                   
domanda. Per dare impulso all'apprendimento permanente e' in sostanza           
necessario assecondare la domanda, attraverso la costruzione di                 
un'offerta ampia, articolata ed aggiornabile, impostata su moduli               
trasparenti, perche' leggibili e certificabili. In tal modo, la                 
persona puo' "comporre" via via il proprio percorso formativo,                  
scegliendo i moduli corrispondenti ai bisogni che emergono nei                  
diversi momenti della vita.                                                     
In considerazione della rilevanza dell'ambito formativo in questione            
ed in coerenza con quanto si rileva dalle attivita' di educazione               
degli adulti finora svolte o in corso, si prevede di continuare a               
sostenere con finanziamenti regionali l'attivita' dei CTP, anche                
integrata con gli organismi di formazione professionale, nonche' di             
dare priorita' alla realizzazione di azioni rivolte ai target di                
utenza rappresentati dagli immigrati e dai giovani non in possesso di           
titolo di studio.                                                               
8. L'orientamento                                                               
In coerenza con gli indirizzi europei, che valorizzano il concetto di           
orientamento come un insieme di attivita' volte a sostenere le                  
persone nel formulare decisioni in merito alla loro vita (sul piano             
educativo, professionale e personale) e ad attuarle, la L.R. n. 12              
del 2003 propone una definizione generale ed un'articolazione della             
funzione di orientamento, presente nei diversi sistemi.                         
Coerentemente con le previsioni di cui alla L.R. 12/03 ed alle                  
acquisizioni in ordine alle competenze regionali in materia di tutela           
e sicurezza del lavoro, possono essere finanziate le azioni promosse            
dalle istituzioni scolastiche, dagli organismi di formazione                    
professionale accreditati, cosi' come dai soggetti operanti nel                 
sistema regionale dei servizi per il lavoro al fine di diffondere e             
qualificare l'esercizio delle funzioni di orientamento, anche                   
attraverso interventi per la formazione e la acquisizione di                    
personale specializzato necessario e la messa a disposizione di                 
adeguati strumenti informativi.                                                 
Si provvedera' in particolare a completare la ricognizione e la                 
classificazione dei servizi di orientamento, al fine di rendere il              
sistema regionale riconoscibile e quindi accessibile con facilita' da           
parte delle persone attraverso una definizione comune di "prestazioni           
di servizio " e dei relativi livelli essenziali condivisi. La Regione           
curera' inoltre la definizione dei requisiti necessari e                        
l'accreditamento dei soggetti, pubblici e privati, che forniscono               
servizi nell'ambito specifico dell'orientamento all'interno del                 
sistema di accreditamento per i servizi per il lavoro.                          
9. L'offerta formativa dell'apprendistato                                       
L'approvazione del DLgs n. 276 del 2003, che innova profondamente gli           
istituti contrattuali dell'apprendistato, impone una riprogettazione            
del sistema regionale dell'apprendistato, conseguente alla nuova                
regolazione dei profili formativi che la Regione, in accordo con le             
parti sociali, dovra' definire.                                                 
Fermo restando quanto previsto dalla L.R. n. 12 del 2003, la Regione,           
nel rispetto della normativa dello Stato in materia, e dei livelli              
essenziali delle prestazioni fissati a livello nazionale, nonche' dei           
contratti collettivi di lavoro, stabilisce la regolamentazione degli            
aspetti formativi specifici dei contratti di apprendistato.                     
I profili formativi nell'apprendistato contengono, per                          
gruppi/famiglie di figure professionali, gli obiettivi                          
formativi/standard da conseguire nell'ambito dell'intera esperienza             
di apprendistato, nella formazione formale e non formale, e le                  
modalita' per la verifica dei risultati. I "profili formativi"                  
regionali faranno riferimento agli standard minimi nazionali ed alle            
relative modalita' di verifica ed al sistema regionale delle                    
qualifiche.                                                                     
A tali fini si definisce "formale" la formazione che viene attuata,             
mediante una specifica progettazione formativa, nel rispetto di                 
standard e requisiti definiti dalla Regione, tenuto conto di quanto             
previsto nei CCNL, e possiede i seguenti requisiti:                             
- e' coerente con gli obiettivi e i contenuti definiti dalla Regione            
in sede di individuazione dei profili formativi per i contratti di              
apprendistato;                                                                  
- si attua in un ambiente formativo adeguato o, se previsto dalla               
contrattazione collettiva, anche nel luogo di lavoro, ma comunque in            
situazione distinta da quella finalizzata prioritariamente alla                 
produzione di beni o servizi;                                                   
- viene erogata con docenti e tutori competenti;                                
- produce esiti verificabili e certificabili.                                   
La formazione formale per i contratti di apprendistato deve essere in           
grado di sostenere l'acquisizione di competenze in materia di                   
sicurezza del lavoro, modalita' di organizzazione, relazione e                  
comunicazione nell'ambito lavorativo, diritti e doveri del lavoratore           
e dell'impresa.                                                                 
Sono definiti i requisiti specifici necessari per la erogazione della           
formazione formale interna all'azienda, fra i quali in particolare il           
ruolo e le funzioni del tutor aziendale, la formazione necessaria               
nonche' le caratteristiche e requisiti essenziali che esso deve                 
possedere.                                                                      
In relazione in particolare al contratto di apprendistato per                   
l'espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione, la                
Regione privilegia le modalita' proprie dell'integrazione fra                   
formazione professionale ed istruzione di cui alla L.R. n. 12 del               
2003, per l'acquisizione di competenze di base e trasversali, con               
l'obiettivo del conseguimento della qualifica professionale ed anche            
al fine di favorire il rientro nei sistemi di formazione ed                     
istruzione.                                                                     
I profili formativi del contratto di apprendistato per l'espletamento           
del diritto-dovere di istruzione e formazione sono definiti, nel                
rispetto degli standard formativi minimi nazionali,  a sensi della              
Legge 53/03.                                                                    
Relativamente all'apprendistato professionalizzante per il                      
conseguimento di una qualificazione attraverso una formazione sul               
lavoro e un apprendimento tecnico-professionale devono essere                   
definiti, tenuto conto di quanto previsto nei CCNL,  i requisiti                
metodologici, di contenuto e di processo, della formazione formale              
per l'acquisizione di competenze di base e tecnico-professionali,               
della durata di almeno 120 ore annue complessive, interna ed esterna            
all'azienda, anche in raccordo con le modalita' di erogazione della             
formazione non formale.                                                         
Infine, relativamente al contratto di apprendistato per                         
l'acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione,                 
saranno promosse sperimentazioni supportate da specifiche intese con            
le Universita', le scuole, i soggetti accreditati della formazione              
professionale e le altre istituzioni di alta formazione che                     
rilasciano titoli riconosciuti a livello nazionale ed europeo, e le             
imprese disponibili.                                                            
10. I tirocini                                                                  
Gli obiettivi per l'evoluzione degli strumenti a sostegno                       
dell'inserimento lavorativo  e dell'alternanza fra momenti e percorsi           
formativi e lavoro nel medio periodo e nei diversi sistemi possono              
essere indicati nei seguenti:                                                   
a) promuovere la qualita' dei tirocini attraverso azioni di                     
assistenza tecnica e diffusione di buone pratiche;                              
b) raggiungere progressivamente standard omogenei nell'uso dei                  
tirocini a livello regionale, pur nel rispetto della specificita' dei           
singoli ambiti di riferimento,valorizzandone gli aspetti qualitativi            
e finalizzandoli ad una effettiva esperienza formativa;                         
c) integrare in maniera piu' efficace ed armonica i tirocini con le             
politiche educative e con le politiche attive, in particolare quali             
strumenti per l'inclusione di adulti, specialmente donne, persone               
disabili e svantaggiate, ed il loro reinserimento nel mercato del               
lavoro.                                                                         
Verra' sostenuta la promozione di interventi di qualificazione dei              
tirocini formativi e di orientamento attraverso il miglioramento                
dell'attivita' di promozione dei tirocini da parte dei soggetti                 
pubblici e privati, l'eventuale rimborso di spese e assegni di                  
frequenza in favore dei tirocinanti, l'eventuale assunzione                     
dell'onere della copertura assicurativa contro gli infortuni sul                
lavoro.                                                                         
11. Politiche attive del lavoro per la promozione e qualificazione              
dell'occupazione                                                                
Le politiche attive del lavoro promosse dalla Regione e dalle                   
Province sono orientate a:                                                      
- favorire l'inserimento, il reinserimento e l'integrazione                     
lavorativa delle persone in condizioni di svantaggio personale o                
sociale sul mercato del lavoro;                                                 
- favorire l'acquisizione da parte delle persone di condizioni                  
lavorative stabili, e prevenire e contrastare i fenomeni di                     
esclusione precoce dal mercato del lavoro e le forme di                         
precarizzazione;                                                                
- favorire la conciliazione tra tempi di lavoro, di vita e di cura;             
- favorire la mobilita' del lavoro anche al fine del reperimento di             
adeguate competenze professionali;                                              
- sostenere i processi di trasformazione o riorganizzazione economica           
e produttiva che si traducano in un aumento occupazionale o in un               
miglioramento delle condizioni di lavoro;                                       
- sostenere il reinserimento lavorativo, anche in forma autonoma o              
associata, dei lavoratori interessati da processi di riorganizzazione           
o riconversione;                                                                
Fra i destinatari delle misure di politica attiva sono, in                      
particolare, comprese:                                                          
- le persone disabili;                                                          
- le persone a rischio di esclusione, o di depauperamento                       
professionale, che possa comportare la perdita del lavoro;                      
- le persone che rientrano nel mercato del lavoro dopo prolungati               
periodi di assenza anche per motivi di cura familiare;                          
- i lavoratori interessati da processi di riorganizzazione o                    
riconversione.                                                                  
Possono inoltre risultare destinatari degli interventi le persone che           
abbiano difficolta' all'inserimento o al reinserimento lavorativo               
secondo le definizioni del Regolamento CE  2204/02.                             
Le politiche attive del lavoro si realizzano  attraverso l'erogazione           
di incentivi, assegni formativi, assegni di servizio, la                        
predisposizione di percorsi formativi e la promozione ed il sostegno            
ad altri progetti specifici.                                                    
Gli assegni di servizio sono esplicitamente finalizzati                         
all'acquisizione o alla permanenza di una condizione occupazionale              
attiva (in forma subordinata, non subordinata, o autonoma) da parte             
dei lavoratori cui sono destinati, ovvero al loro sviluppo di                   
carriera.                                                                       
A tale fine gli assegni di servizio possono prevedere il sostegno ai            
costi per attivita' di cura ed assistenza di persone a carico dei               
lavoratori interessati ovvero dei lavoratori stessi, a fronte di                
esigenze certificate.                                                           
Nel caso di lavoratori attivi con forme diverse da quelle del lavoro            
subordinato l'assegno di servizio puo' essere altresi' previsto per             
l'acquisizione di prestazioni lavorative che sostituiscano l'impegno            
dell'interessato a fronte della sua inoperativita' a seguito di                 
maternita' o paternita' ovvero di certificate esigenze di cura ed               
assistenza personali oppure delle persone a suo carico.                         
Gli assegni formativi sono finalizzati alla realizzazione di percorsi           
di formazione, qualificazione ed aggiornamento di persone occupate e            
non occupate.                                                                   
Tali strumenti e misure di intervento sono applicabili agli obiettivi           
ed utenze specifiche di cui ai punti seguenti.                                  
11.1  Le politiche integrate per l'inclusione sociale e lavorativa              
delle persone disabili e svantaggiate                                           
Si promuovono e sostengono, nel rispetto delle scelte dei singoli               
destinatari, l'inserimento e la stabilizzazione nel lavoro dipendente           
delle persone disabili, nonche' l'avviamento e il consolidamento di             
attivita' autonome da parte degli stessi.                                       
La programmazione persegue  l'integrazione fra attivita' formative,             
misure di accompagnamento e tutoraggio, azioni di politica attiva per           
il lavoro, l'utilizzo coordinato degli strumenti del collocamento               
mirato, nonche' con gli interventi dei  servizi sociali e sanitari,             
al fine di garantire, con un progetto unitario, forme di sostegno               
personalizzato.                                                                 
Particolare attenzione verra' dedicata alla programmazione integrata            
degli interventi sostenibili con l'accesso ai diversi fondi,                    
comunitari, nazionali e regionali disponibili, ed all'individuazione            
di misure di supporto, qualificazione e trasferibilita' delle misure            
destinate all'integrazione professionale delle persone il cui                   
inserimento risulti piu' complesso nonche' alla valorizzazione del              
terzo settore e della cooperazione sociale.                                     
Oltre ai processi di regolazione del collocamento mirato, quale parte           
integrante delle competenze regionali in materia di "Tutela e                   
sicurezza del lavoro" verranno anche assicurate le funzioni di                  
osservatorio regionale degli interventi di integrazione al lavoro               
delle persone disabili e le relative attivita' di diffusione e                  
confronto.                                                                      
11.2  Azioni per favorire l'acquisizione di condizioni lavorative               
stabili                                                                         
Gli interventi finalizzati all'acquisizione di condizioni lavorative            
stabili si sostanziano in:                                                      
- assegni formativi individuali;                                                
- percorsi formativi a favore di lavoratori occupati sulla base di              
rapporti di lavoro non subordinati, per favorirne l'occupabilita' e             
rafforzarne le competenze;                                                      
- il sostegno alla costruzione dei bilanci di competenze, attraverso            
la certificazione delle competenze acquisite, che devono essere                 
realizzati nei territori dei Centri per l'impiego provinciali, oltre            
che dei percorsi di istruzione e formazione professionale, mediante             
il libretto formativo personale di cui alla L.R. n. 12 del 2003 (art.           
6), anche con le esperienze lavorative, ivi comprese quelle maturate            
con la cosiddetta "carriera professionale esterna"; (espressione con            
la quale si intendono le competenze maturate nell'ambito di rapporti            
di lavoro non subordinato);                                                     
- sostegno ai processi aziendali di trasformazione organizzativa e di           
innovazione tecnologica finalizzati alla stabilizzazione del lavoro.            
11.3  La conciliazione                                                          
Il tema della conciliazione tra tempi di lavoro, di vita e di cura              
costituisce un ambito di intervento prioritario per garantire le pari           
opportunita' di accesso, permanenza e progressione di carriera nel              
mercato del lavoro regionale. A questo fine, sono introdotte misure             
di:                                                                             
- sostegno di progetti specifici, anche sperimentali, concertati con            
le parti sociali, in accordo con gli  Enti locali, e con la                     
partecipazione attiva delle associazioni del terzo settore;                     
- erogazione di assegni di servizio per favorire l'accesso e la                 
permanenza nel mercato del lavoro delle persone a rischio per carichi           
di cura e per facilitare la progressione di carriera;                           
- sostegno a processi di organizzazione del lavoro concertati con le            
parti sociali.                                                                  
11.4  Mobilita' del lavoro                                                      
Il mercato del lavoro emiliano-romagnolo propone l'esigenza di                  
individuare forme di sostegno ai processi di mobilita' territoriale             
del lavoro ed al reperimento di adeguate competenze professionali.              
Questo tema e' peraltro strettamente connesso anche alle azioni per i           
cittadini stranieri immigrati di cui alla L.R. n. 5 del 2004.                   
A questo proposito si persegue l'obiettivo del sostegno ai processi             
di mobilita' territoriale del lavoro e di reperimento di adeguate               
competenze professionali mediante azioni volte a qualificare gli                
interventi dei servizi di mediazione culturale, a sostenere                     
l'inserimento lavorativo, la formazione e lo sviluppo professionale             
dei lavoratori interessati, a favorire la realizzazione di misure di            
accoglienza ed integrazione sociale.                                            
In particolare sono previsti interventi per:                                    
- promuovere ed organizzare, nell'ambito del sistema regionale dei              
servizi per il lavoro, attivita' di informazione, preselezione e                
incrocio fra domanda ed offerta sulle opportunita' di lavoro,  anche            
stagionale, e di tirocinio;                                                     
- promuovere specifiche offerte formative, da realizzarsi anche nelle           
aree d'origine dei lavoratori, anche al fine di sviluppare soluzioni            
autoimprenditoriali, e la messa a disposizione di programmi di                  
tirocini formativi e di orientamento da realizzarsi presso datori di            
lavoro del territorio regionale;                                                
- promuovere intese con Enti locali, parti sociali ed organizzazioni            
pubbliche e private per facilitare l'integrazione sociale dei                   
lavoratori interessati e delle loro famiglie, con particolare                   
attenzione al raccordo con le politiche abitative.                              
11.5  Crisi occupazionali                                                       
I dati del mercato del lavoro regionale confermano il preoccupante              
aumento del ricorso alla Cassa integrazione guadagni straordinaria,             
ed alla mobilita', e si moltiplicano le crisi produttive che                    
colpiscono aziende singole ed interi settori, provocando l'espulsione           
di lavoratori e lavoratrici spesso maturi ed anziani, che presentano            
seri problemi di ricollocazione lavorativa. Le sperimentazioni di               
misure di sostegno ad alcune  gravi crisi occupazionali sostenute ad            
oggi dalla Regione hanno indicato modelli di buone prassi di                    
intervento utili per le progettazioni future.                                   
Sono sostenute azioni volte a prevenire situazioni di crisi                     
occupazionale e ad attenuarne gli effetti negativi sulle persone e              
sul territorio.                                                                 
Tali azioni  sono finalizzate in particolare a:                                 
- coordinare gli interventi delle Amministrazioni locali                        
interessate;                                                                    
- promuovere l'azione delle parti sociali volta all'individuazione di           
soluzioni, anche imprenditoriali, dirette alla salvaguardia dei                 
livelli occupazionali e del patrimonio produttivo, di conoscenze e              
competenze;                                                                     
- sostenere progetti diretti alla formazione, all'orientamento, alla            
riqualificazione e al reinserimento dei lavoratori interessati, anche           
promovendo l'adozione di apposite misure di accompagnamento.                    
12. Sicurezza, regolarita' e qualita' del lavoro                                
Al fine di promuovere un sistema integrato di sicurezza del lavoro la           
programmazione e' prioritariamente orientata al sostegno del                    
diritto-dovere alla sicurezza ed alla salute nei luoghi di lavoro,              
favorendo iniziative e progetti, anche di carattere locale, volti:              
- alla riduzione dei rischi per la sicurezza e la salute dei                    
lavoratori;                                                                     
- alla promozione del benessere dei lavoratori, quale parte                     
integrante della qualita' del lavoro e dell'occupazione, anche                  
attraverso la diffusione  della cultura della salute e sicurezza nei            
luoghi di lavoro;                                                               
- all'inserimento nelle misure di prevenzione degli aspetti relativi            
al genere ed all'eta' dei lavoratori, alla presenza di lavoratori               
immigrati, alle forme di partecipazione al lavoro ed alle sue                   
modalita' di organizzazione, nonche' alle eventuali condizioni di               
svantaggio dei lavoratori in relazione ai rischi per la sicurezza e             
la salute nei luoghi di lavoro.                                                 
Vengono proseguite e valorizzate a tali fini le acquisizioni                    
sperimentali e gli accordi ed intese maturati a livello regionale e             
locale nell'ambito del programma regionale "Chiaro, sicuro e                    
regolare".                                                                      
La Regione, in accordo con gli obiettivi e gli orientamenti                     
dell'Unione Europea, favorisce l'assunzione della responsabilita'               
sociale delle imprese, intesa quale l'integrazione volontaria delle             
problematiche sociali ed ambientali nelle attivita' produttive e                
commerciali e nei rapporti con i soggetti che possono interagire con            
le imprese medesime.                                                            
La Regione promuove la responsabilita' sociale delle imprese quale              
strumento per l'innalzamento della qualita' del lavoro, il                      
consolidamento ed il potenziamento delle competenze professionali, la           
diffusione della conoscenza, il miglioramento della competitivita'              
del sistema produttivo, lo sviluppo economico, la coesione sociale.             
I principi della responsabilita' sociale delle imprese sono integrati           
nei programmi per l'occupazione e vengono realizzati attraverso il              
sostegno ad iniziative promosse, anche con intese e sperimentazioni             
locali, da parti sociali, imprese, organizzazioni del terzo settore,            
organismi di ricerca ed altri enti pubblici e privati.                          
Per questi obiettivi si promuovono le seguenti misure:                          
- di informazione e formazione sui temi della responsabilita' sociale           
delle imprese;                                                                  
- di educazione alla legalita';                                                 
- dirette all'adozione di codici di condotta da parte di imprese,               
enti ed organizzazioni, nonche' alla realizzazione di bilanci                   
sociali;                                                                        
- per l'acquisizione, da parte di imprese, enti ed organizzazioni, di           
marchi di qualita' sociale ed ambientale diffusi a livello europeo ed           
internazionale;                                                                 
- di sperimentazione di strumenti di misurazione e certificazione               
della qualita' sociale ed ambientale;                                           
- rivolte alla promozione, anche a fronte di accordi territoriali e/o           
settoriali, di condizioni di regolarita' e di processi di emersione,            
con particolare riferimento a specifici segmenti del mercato del                
lavoro, quali quelli costituiti dai lavoratori immigrati e                      
stagionali;                                                                     
- di sensibilizzazione dei consumatori e rivolte a favorire la                  
partecipazione attiva delle loro associazioni alle misure di cui alla           
presente sezione;                                                               
- di sperimentazione di interventi diretti a realizzare condizioni              
migliorative rispetto a quelle gia' previste dalla normativa di                 
riferimento per la piena integrazione lavorativa delle persone                  
disabili e in condizione di svantaggio;                                         
- rivolte al contrasto del lavoro minorile ed al pieno rispetto delle           
convenzioni internazionali in materia, come elemento comune alle                
azioni indicate negli alinea precedenti, nonche' al sostegno ed                 
all'interazione con gli osservator che agiscono su questo fenomeno.             
13. Definizione dei criteri per il riparto delle risorse                        
Con riferimento a quanto previsto dal capitolo 13, V comma, delle               
Disposizioni attuative della L.R. 12/03, di cui alla deliberazione              
della Giunta regionale 1263/04, verificata la sostanziale validita'             
delle modalita' di ripartizione fra le Province  adottate sino ad ora           
nell'ambito del POR FSE Obiettivo 3 2000-2006, Regione e Province               
concordano nel confermare, per il biennio 2005-2006, l'assegnazione             
alle Province gia' definita per il biennio precedente, fermo restando           
l'impegno all'attuazione dei presenti Indirizzi sancito al capitolo             
2. Come per il pregresso, la quantificazione per misura avverra' con            
successive comunicazioni della Regione, predisposte d'intesa con le             
Province.                                                                       
La revisione dei criteri di riparto tra le Province viene rimandata             
ad un momento successivo all'avvio della nuova programmazione                   
comunitaria 2007-2013.                                                          
Si conferma altresi' la possibilita' per le Province, per esigenze              
tecniche e progettuali, di avvalersi di personale dipendente dagli              
enti di formazione. Per la copertura dei costi relativi, non                    
rientranti nelle tipologie/azioni ammissibili al finanziamento del              
FSE Obiettivo 3 2000-2006, la Regione potra' mettere a disposizione             
propri fondi. In tal caso, le risorse comunitarie del FSE ed i                  
relativi cofinanziamenti nazionali e regionali da assegnare alle                
Province, secondo quanto definito dal comma precedente, potranno                
essere parzialmente sostituite, di anno in anno, con riferimento alle           
esigenze di cui sopra - espresse dalle Province medesime - e                    
nell'ambito della disponibilita' del bilancio regionale, da mezzi               
regionali, fermo restando l'importo dell'assegnazione globale annuale           
a ciascuna Provincia.                                                           
Per quanto concerne i percorsi formativi non integrati per i giovani            
dai 15 ai 18 anni, la Regione, tenuto conto delle quote di FSE gia'             
impegnate dalle Province per le annualita' 2003 e 2004, integrera'              
gli ulteriori importi che si rendessero necessari a garantire la                
nuova programmazione 2005-2006, compresa la copertura dei costi dei             
corsi in obbligo formativo svolti dalle scuole regionali di                     
ristorazione.                                                                   
Ulteriori risorse regionali, nazionali e comunitarie saranno                    
ripartite agli Enti locali tenuto conto di specifici criteri                    
collegati alle progettazioni di riferimento e definiti d'intesa                 
nell'ambito della Conferenza regionale per il sistema formativo.                
La Giunta regionale, con propri atti deliberativi, assegna e                    
ripartisce fra le Province i fondi riferiti alle specifiche politiche           
ed utenze individuate dai presenti Indirizzi.                                   
Sulla base di tali deliberazioni di Giunta, il Servizio regionale               
competente provvede, con atti del dirigente, agli impegni ed alle               
liquidazioni ed erogazioni delle risorse, di norma secondo quanto               
previsto al capitolo 13, commi 6, 7 e 8, delle Disposizioni attuative           
della L.R. 12/03, di cui alla deliberazione della Giunta regionale              
1263/04.";                                                                      
preso atto della correzione formale apportata dalla Commissione                 
consiliare "Turismo Cultura Scuola Formazione Lavoro" in sede                   
preparatoria e referente al Consiglio regionale, giusta nota prot. n.           
13856 del 20 ottobre 2004;                                                      
previa votazione palese, a maggioranza dei presenti,                            
delibera:                                                                       
di approvare le proposte formulate dalla Giunta regionale con                   
deliberazione in data 6 ottobre 2004, progr. n. 1948, riportate nel             
presente atto deliberativo.                                                     

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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