REGIONE EMILIA-ROMAGNA - GIUNTA REGIONALE

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 18 ottobre 2004, n. 2068

Il sistema integrato di interventi sanitari e socio-assistenziali per persone con gravissime disabilita' acquisite in eta' adulta. Prime indicazioni

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                          
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- il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre              
2001 "Definizione dei Livelli essenziali di assistenza", recepito con           
propria deliberazione n. 295 del 25 febbraio 2002, ratificata dal               
Consiglio regionale nella seduta del 27 marzo 2002 - atto n. 349 -              
rinviando ad un successivo momento l'armonizzazione delle                       
disposizioni regionali vigenti in materia di integrazione                       
socio-sanitaria con le indicazioni dell'Allegato 1C del DPCM citato,            
impegnando le Aziende Unita' sanitarie locali ad applicare le                   
disposizioni regionali vigenti fino alla definizione della prevista             
armonizzazione;                                                                 
- il Piano sanitario nazionale 2003-2005 approvato con DPR 23/5/2003,           
che prevede, tra i dieci progetti per la strategia del cambiamento,             
la promozione di una rete integrata di servizi sanitari e sociali per           
l'assistenza ai malati cronici, agli anziani e ai disabili;                     
richiamati:                                                                     
- la propria deliberazione n. 124 dell'8 febbraio 1999 "Criteri per             
la riorganizzazione delle cure domiciliari" che individua nelle cure            
domiciliari la base privilegiata di azioni per garantire la                     
flessibilita' ed efficacia agli interventi sanitari e                           
socio-assistenziali, garantendo la continuita' delle cure e il                  
mantenimento delle persone con gravi disabilita' nel proprio ambiente           
familiare, una migliore qualita' della loro vita e di quella dei loro           
familiari attraverso un piano personalizzato di assistenza                      
predisposto da un'e'quipe multiprofessionale;                                   
- la delibera del Consiglio regionale n. 1235 del 22 settembre 1999,            
con la quale e' stato approvato il Piano sanitario regionale                    
1999/2001, che pone tra gli obiettivi strategici l'integrazione                 
sociale e sanitaria, in particolare nell'ambito dell'area anziani non           
autosufficienti e per i disabili adulti, lo sviluppo della rete dei             
servizi integrati socio-assistenziali attraverso la rimodulazione e             
qualificazione complessiva della rete integrata dei servizi                     
domiciliari, di degenza ospedaliera, residenziali e                             
semiresidenziali;                                                               
- la propria deliberazione n. 1267 del 22 luglio 2002 con la quale e'           
stata avviata la riorganizzazione della rete ospedaliera regionale              
secondo il modello Hub & Spoke, che prevede una configurazione                  
organizzativa delle strutture assistenziali e un sistema di governo             
dei processi in grado di offrire continuita' di cura, in particolare,           
per l'area della riabilitazione e dei percorsi assistenziali                    
necessari;                                                                      
richiamata inoltre la L.R. 12 marzo 2003, n. 2 "Norme per la                    
promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del                
sistema integrato di interventi e servizi sociali" con la quale si              
stabilisce, tra l'altro, che le attivita' ad integrazione                       
socio-sanitaria sono volte a soddisfare le esigenze di tutela della             
salute, di recupero e mantenimento delle autonomie personali,                   
d'inserimento sociale e miglioramento delle condizioni di vita, anche           
mediante prestazioni a carattere prolungato;                                    
considerato opportuno dare una prima attuazione, con il presente                
atto, al processo di armonizzazione delle disposizioni regionali                
vigenti in materia di integrazione socio-sanitaria, nell'ambito dei             
Livelli Essenziali di Assistenza (All. 1C, punti 7 e 9 del DPCM                 
29/11/2001), di cui al citato atto del Consiglio regionale 349/02,              
con particolare riferimento alle gravissime disabilita', garantendo             
la tipologia di assistenza assimilata a quella prevista per soggetti            
con responsivita' minimale, per i quali non sono previsti costi a               
carico dell'utente o del Comune;                                                
ritenuto che obiettivo strategico della Regione Emilia-Romagna e' di            
garantire alle persone con disabilita' un percorso assistenziale                
integrato sanitario e socio-assistenziale, attraverso lo sviluppo, la           
qualificazione e specializzazione della rete socio-sanitaria                    
esistente, valorizzando e sostenendo il ruolo delle famiglie,                   
privilegiando come sede di elezione il domicilio;                               
considerato pertanto necessario garantire un'adeguata risposta                  
assistenziale alle persone con gravissime cerebrolesioni o patologie            
affini (gravissime mielolesioni, gravissime esiti disabilitanti di              
patologie neurologiche involutive in fase avanzata), attraverso lo              
sviluppo di percorsi integrati (ospedale-territorio) e continuita'              
delle cure e l'attivazione di interventi ad elevata valenza sanitaria           
e socio-assistenziale con programmi di assistenza a lungo termine o             
permanente;                                                                     
valutato a tal fine opportuno delineare specifici sistemi di                    
coordinamento ed integrazione tra i servizi di riabilitazione e i               
servizi territoriali del Dipartimento delle Cure primarie e dei                 
Comuni per garantire la continuita' assistenziale nella fase degli              
esiti a completamento della gia' avviata riorganizzazione della rete            
ospedaliera;                                                                    
considerato che costituisce elemento rilevante favorire il ritorno              
della persona nel proprio contesto di vita, attraverso la                       
formulazione di uno specifico progetto personalizzato con finalita'             
riabilitative, assistenziali e di ritorno alla partecipazione attiva            
alla vita sociale;                                                              
tenuto conto che per le persone con disabilita' gravissime, il piano            
personalizzato di assistenza, qualora le cure domiciliari non siano             
sostenibili, puo' prevedere la permanenza nelle strutture                       
dell'attuale rete residenziale sanitaria e/o ad elevata integrazione            
sanitaria e socio-assistenziale, fermo restando le norme per                    
l'autorizzazione delle strutture socio-sanitarie, di cui alla propria           
deliberazione n. 564 dell'1 marzo 2000, in attesa dei relativi                  
criteri di accreditamento;                                                      
ritenuto, altresi', opportuno prevedere, nell'ambito del progetto               
personalizzato uno specifico piano di aiuto ai familiari che                    
assistono la persona con gravissima disabilita' e l'adattamento                 
dell'ambiente domestico funzionale all'assistenza;                              
visti i positivi risultati ottenuti dalla propria deliberazione n.              
1122 dell'1 luglio 2002 "Direttiva per la formazione di progetti                
personalizzati finalizzati a favorire le condizioni di domiciliarita'           
e le opportunita' di vita indipendente dei cittadini in situazione di           
handicap grave (assegno di cura e di sostegno)", con la quale e'                
stato istituito un contributo economico, finanziato con il Fondo                
sociale regionale e risorse proprie dei Comuni;                                 
richiamata inoltre la propria deliberazione n. 2248 del 10 novembre             
2003, volta a realizzare interventi per l'adattamento dell'ambiente             
domestico per anziani e disabili, elemento indispensabile per                   
garantire il ritorno della persona al domicilio;                                
valutato pertanto opportuno consolidare ed integrare con il presente            
atto gli interventi attuati con la citata deliberazione 1122/02 su              
tutto il territorio regionale, aumentando gli attuali soggetti che ne           
beneficiano, prevedendo inoltre una forma di contribuzione piu'                 
elevata, pari a 23 Euro al giorno, per le situazioni di gravissima              
disabilita';                                                                    
ritenuto quindi necessario approvare il documento "Il sistema                   
integrato di interventi sanitari e socio-assistenziali per persone              
con gravissime disabilita' acquisite in eta' adulta: prime                      
indicazioni" di cui all'Allegato A, quale parte integrante e                    
sostanziale del presente provvedimento;                                         
acquisito il parere della Commissione consiliare Sanita' e Politiche            
sociali nella seduta del 14/10/2004;                                            
dato atto, ai sensi dell'art. 37, quarto comma della L.R. 43/01 e               
della delibera di Giunta regionale n. 447 del 24 marzo 2003 del                 
parere favorevole di regolarita' amministrativa espresso dal                    
Direttore generale Sanita' e Politiche sociali dott. Franco Rossi;              
su proposta dell'Assessore alla Sanita', Giovanni Bissoni;                      
su proposta dell'Assessore alle Politiche sociali, Immigrazione,                
Progetto giovani e Cooperazione internazionale - Gianluca Borghi;               
a voti unanimi e palesi, delibera:                                              
a) di approvare, per le ragioni espresse in premessa, il documento              
"Il sistema integrato di interventi sanitari e socio-assistenziali              
per persone con gravissime disabilita' acquisite in eta' adulta:                
prime indicazioni" di cui all'Allegato A, quale parte integrante e              
sostanziale del presente provvedimento;                                         
b) di stabilire che le risorse relative all'assegno di cura e di                
sostegno, per il III livello di contribuzione pari a 23 Euro                    
giornalieri, e la totale copertura delle rette per l'accoglienza in             
strutture residenziali sono a carico del Fondo sanitario regionale;             
c) di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale             
della Regione Emilia-Romagna.                                                   
ALLEGATO A                                                                      
Il sistema integrato di interventi sanitari e socio-assistenziali per           
persone con gravissime disabilita' acquisite in eta' adulta: prime              
indicazioni                                                                     
Premessa                                                                        
La necessita' di garantire un approccio assistenziale integrato alle            
persone con disabilita' e' condizione essenziale per assicurare                 
l'equita' di accesso ai servizi sanitari e sociali e la continuita'             
di cura. Sono questi i principi fondanti che la Regione                         
Emilia-Romagna assume da sempre come indirizzo per l'organizzazione             
dei servizi sanitari delle Aziende Unita' sanitarie locali, per la              
costruzione dei relativi sistemi di integrazione sociale e sanitaria            
dedicati alle persone con elevati bisogni assistenziali. L'approccio            
metodologico di seguito illustrato e' di riferimento per costruire              
percorsi integrati della rete dei servizi per tutte le persone che              
presentano disabilita'  di grado lieve/grave.                                   
Le indicazioni specifiche riportate nel presente documento riguardano           
in modo esplicito l'organizzazione e la qualificazione degli                    
interventi territoriali sanitari e socio-assistenziali a favore di              
persone in situazione di disabilita' gravissime, con particolare                
riferimento ai bisogni delle persone con disabilita' acquisite in               
eta' adulta e con gravissimi problemi di non autosufficienza nella              
fase di lungo assistenza.                                                       
L'evoluzione delle conoscenze mediche comporta una maggiore                     
sopravvivenza delle persone colpite da patologie o traumi di tipo               
cerebrale e/o neurologico e una maggior aspettativa di vita ancorche'           
con la presenza di gravissime disabilita' che comportano una grave              
limitazione delle attivita', fino a raggiungere situazioni di totale            
non autosufficienza. Poiche' tali situazioni richiedono elevati                 
livelli di assistenza e forte integrazione fra i diversi interventi             
sanitari e socio-assistenziali, si ritiene indispensabile individuare           
linee di indirizzo che garantiscano un approccio assistenziale                  
omogeneo su tutto l'ambito regionale.                                           
Target di riferimento                                                           
Le indicazioni, di seguito riportate, si rivolgono all'insieme di               
coloro che acquisiscono disabilita' gravissime conseguenti a                    
patologie/deficit che si manifestano in eta' adulta derivanti da                
varie cause (traumi, malattie cronico degenerative...) dalle quali              
deriva una grave dipendenza nel compiere le normali attivita' della             
vita quotidiana fino a raggiungere situazioni di totale non                     
autosufficienza e/o di minima coscienza.                                        
In prima approssimazione si possono individuare le seguenti                     
condizioni:                                                                     
a) gravissime cerebrolesioni acquisite;                                         
b) gravissime mielolesioni;                                                     
c) gravissimi esiti disabilitanti di patologie neurologiche                     
involutive in fase avanzata (ad esempio Sclerosi Laterale                       
Amiotrofica, Coree, etc.).                                                      
Le patologie sopracitate coinvolgono nella maggior parte dei casi               
persone spesso giovani e adulti che in precedenza erano completamente           
autonome, e in piena eta' scolastica o lavorativa. Creano pertanto              
conseguenze sociali e psicologiche legate alla impossibilita' di un             
reinserimento scolastico e lavorativo, presentano un elevato impatto            
emotivo e conseguenze materiali non solo sulla persona colpita ma               
anche sulla sua famiglia.                                                       
Tali patologie comportano gravissime disabilita' plurime di tipo                
sensomotorio, comportamentale e cognitivo nel caso delle                        
cerebrolesioni, mentre nelle mielolesioni e patologie neurologiche              
sono presenti gravissime limitazioni motorie senza tuttavia provocare           
deficit nelle normali facolta' superiori.                                       
Le gravissime disabilita' derivanti non sono sostanzialmente                    
modificabili da interventi riabilitativi, e tali interventi hanno               
prevalentemente la finalita' di prevenire ulteriori aggravamenti e              
favorire la partecipazione sociale.                                             
L'assistenza a questi pazienti necessita di interventi sanitari e               
sociali complessi e prolungati, che possono andare da alcuni anni a             
diversi decenni, estesi anche a tutto il corso della vita, che                  
comporta un elevato impiego di risorse sia in ambito sanitario che              
sociale.                                                                        
La prevalenza stimata a livello regionale di pazienti con gravissime            
disabilita' a seguito delle patologie sopra indicate e' di circa                
600.                                                                            
1. Scelte strategiche                                                           
Nella realizzazione delle azioni del progetto regionale vanno                   
perseguite alcune fondamentali scelte strategiche.                              
1.1 Eterogeneita' dei bisogni e personalizzazione delle risposte                
I dati epidemiologici relativi alle gravi disabilita' acquisite                 
testimoniano l'esistenza di bisogni eterogenei che non si esauriscono           
con interventi socio-sanitari e che comunque richiedono interventi di           
diversa natura ed intensita' assistenziale, costruiti con attenzione            
costante al mondo vitale delle persone colpite da disabilita' e dai             
loro cari.                                                                      
1.2 Approccio globale ed integrato ai bisogni della persona                     
Il modello culturale ed operativo di riferimento delle politiche per            
il superamento dell'handicap e' rappresentato in primo luogo dalla              
Legge 5 febbraio 1992, n. 104, promuovendo un'attenzione complessiva            
all'intero progetto di vita, ed una visione unitaria dei bisogni                
della persona, che deve orientare il tal senso l'approccio dei                  
servizi.                                                                        
1.3 Centralita' della persona, liberta' e vita indipendente                     
Spesso le situazioni di handicap sono caratterizzate dalla                      
coesistenza di una situazione di grave non autosufficienza, intesa              
come capacita' di svolgere le normali attivita' della vita                      
quotidiana, con una buona autonomia personale, intesa come volonta' e           
capacita' della persona di autodeterminare le scelte relative alla              
propria esistenza. Nel caso delle malattie neurologiche o delle                 
mielolesioni, ad esempio, anche quando e' limitata in maniera severa            
la capacita' di movimento, rimangono inalterate le normali facolta'             
superiori.                                                                      
Il rispetto della volonta' e delle scelte della persona costituisce             
riferimento sia per i modelli di intervento che per le scelte                   
organizzative dei servizi e richiede una nuova cultura                          
professionale.                                                                  
1.4 Sostegno alle famiglie, alle reti informali ed alle associazioni            
Il ruolo della famiglia e di tutti coloro che hanno con la persona              
legami significativi e' fondamentale per garantire un'adeguata                  
assistenza e un idoneo reinserimento alla vita sociale. Questo                  
concetto trova la sua massima definizione in caso di patologie che              
esitano in situazioni di gravi disabilita' permanenti in cui la                 
famiglia e' l'unico interlocutore dell'e'quipe assistenziale che da             
un lato entra a pieno titolo nel processo assistenziale come                    
componente dell'e'quipe curante, dall'altro va riconosciuto come                
soggetto autonomo, con il quale stabilire un'alleanza terapeutica               
rispettosa delle volonta' e delle autonomie.                                    
In questo quadro e' necessario diffondere tra gli operatori la                  
coscienza di un profondo mutamento nelle modalita' di gestione delle            
relazioni, anche tenendo conto del nuovo ruolo dell'amministratore di           
sostegno introdotto da una recente legge (Legge 9/1/2004, n. 6).In              
tale situazione non va dimenticato che ai familiari viene richiesto             
un impegno assistenziale particolarmente elevato e carico di tensioni           
emotive ed e' quindi necessario sostenere questo impegno da parte               
dell'e'quipe assistenziale.                                                     
Il supporto dato alla famiglia deve essere costante nel tempo e deve            
prevedere servizi diversificati al fine di poter permettere ai                  
familiari di continuare ad avere ritmi di vita compatibili con le               
normali attivita' lavorative e di socializzazione.                              
Le associazioni e piu' in generale le reti di solidarieta' presenti             
sul territorio rappresentano una risorsa strategica per favorire                
l'integrazione sociale delle persone con disabilita', anche                     
gravissima. Occorre dunque valorizzare e sostenere il ruolo delle               
famiglie, delle reti informali di solidarieta' e del Terzo settore.             
2. Percorso assistenziale integrato sanitario e socio-assistenziale.            
La continuita' assistenziale                                                    
Questa tipologia di pazienti richiede programmi personalizzati di               
assistenza a lungo termine che privilegia come sede di elezione il              
domicilio e solo qualora cio' non sia possibile l'accoglienza in                
strutture ospedaliere o residenziali.                                           
2.1 La rete ospedaliera ed i rapporti con il territorio                         
L'attuazione del modello Hub and Spoke, cosi' come individuato nella            
delibera di Giunta regionale 1267/02, prevede una configurazione                
organizzativa delle strutture assistenziali e un sistema di governo             
dei processi in grado di offrire continuita' di cura per l'area della           
riabilitazione e dei percorsi assistenziali necessari.                          
La riabilitazione e' infatti terreno elettivo per gli approcci                  
multidimensionali, plurispecialistici e per l'integrazione dei                  
diversi interventi da realizzare valorizzando la continuita'                    
terapeutica in modo da iniziare la riabilitazione in fase precoce,              
facilitare il recupero di competenze funzionali e lo sviluppo di                
competenze sostitutive, inoltre pone in essere soluzioni efficaci per           
garantire l'autonomia possibile, con particolare attenzione all'area            
dell'eta' evolutiva, agli anziani e ai neurolesi post-traumatici.               
Per garantire un'adeguata risposta assistenziale alle persone con               
gravissime disabilita' e' necessario prevedere percorsi integrati e             
continuita' delle cure attraverso l'attivazione di interventi ad                
elevata valenza sanitaria e socio assistenziale, con programmi di               
assistenza a lungo termine o permanente.                                        
Con la suddetta delibera si e' avviata una riorganizzazione della               
rete ospedaliera secondo il modello Hub & Spoke che richiede, in                
particolare nel passaggio dalla fase riabilitativa a quella degli               
esiti, specifici sistemi di coordinamento e integrazione tra i                  
servizi di riabilitazione e i servizi territoriali del Dipartimento             
delle Cure primarie e dei Comuni che dovranno garantire la                      
continuita' assistenziale nella fase degli esiti.                               
A tal fine le Unita' Operative ospedaliere o territoriali di                    
riabilitazione ("Spoke O" o "Spoke T") sono chiamate ad assicurare,             
anche nella fase degli esiti:                                                   
- completamento dei programmi previsti nel progetto riabilitativo               
individuale;                                                                    
- copertura del fabbisogno riabilitativo a lungo termine per la                 
prevenzione del degrado delle attivita' acquisite;                              
- procedure di dimissione protetta;                                             
- individuazione di un medico "garante della continuita' del progetto           
riabilitativo individuale" incaricato di partecipare alla e'quipe               
multiprofessionale per la presa in carico nella fase degli esiti.               
La riorganizzazione della rete dei servizi di riabilitazione ha fino            
ad oggi consentito, grazie al progetto regionale GRACER (rete                   
regionale per la riabilitazione delle gravi cerebrolesioni in                   
Emilia-Romagna), di avviare tali processi di coordinamento                      
principalmente nell'area delle cerebrolesioni. Un analogo processo e'           
gia' stato avviato anche per l'area delle mielolesioni e di alcune              
patologie neurologiche, tenendo conto delle specificita' dello                  
sviluppo delle diverse patologie.Dopo la fase acuta, possono essere             
necessari interventi medico-riabilitativi di tipo intensivo,                    
anch'essi da effettuare in regime di ricovero ospedaliero, che                  
possono durare da alcune settimane ad alcuni mesi (fase post-acuta).            
La fase post-acuta necessita generalmente di ricovero presso Unita'             
Operative di riabilitazione intensiva per poi, nei casi piu' gravi,             
prevedere eventualmente il ricovero presso Unita' Operative di                  
riabilitazione estensiva nell'ambito della rete delle lungodegenze.             
Tra coloro che necessitano di ulteriori interventi a lungo termine,             
una prima categoria di bisogno e' rappresentata dalle persone con               
"gravissima cerebrolesione", in stato vegetativo o di minima                    
coscienza. Si tratta in prevalenza di soggetti giovani adulti i                 
quali, dopo un periodo piu' o meno prolungato di degenza ospedaliera            
(in reparti per acuti o post-acuti), presentano una sostanziale                 
stabilizzazione clinica a fronte di un mancato recupero della                   
consapevolezza e di comportamenti finalizzati. Tali situazioni                  
richiedono l'attivazione di interventi ad elevata valenza sanitaria             
con programmi di assistenza a lungo termine o permanente.                       
In alcuni casi il livello di bisogno, di inabilita', di complessita'            
del quadro, possono rendere necessarie la permanenza dei soggetti in            
ambiente ospedaliero, o in casi selezionati, secondo i criteri                  
previsti per l'accesso a queste strutture, presso gli Hospice, per              
periodi prolungati e/o in permanenza: anche in questi casi lo                   
specifico contesto assistenziale dovra' rispondere adeguatamente,               
oltre che a criteri di appropriatezza e qualita' dell'assistenza,               
alla necessita' di garantire il rispetto della dignita' del paziente            
e dei suoi familiari, anche mediante una specifica articolazione                
spaziale ed organizzativa.                                                      
Come gia' sottolineato la fase post-acuta e la lungo-assistenza delle           
persone con gravissime limitazioni delle abilita' richiedono una                
valutazione multidisciplinare e la definizione del progetto                     
assistenziale riabilitativo individuale.                                        
2.2 Il progetto riabilitativo                                                   
Nella maggior parte dei casi, dopo i ricoveri ospedalieri, permangono           
problemi che rendono necessari interventi di carattere sanitario e              
sociale a lungo termine, volti ad affrontare menomazioni e                      
disabilita' persistenti, nonche' difficolta' di reinserimento                   
familiare, sociale, scolastico e lavorativo (fase degli esiti).                 
Per quanto riguarda la progettazione e la pianificazione dei                    
trattamenti in fase post-acuta, e' necessario prevedere il piu'                 
precocemente possibile, almeno a grandi linee, quale sara' la                   
possibile situazione del paziente in dimissione (outcome funzionale),           
in termini di livello di autonomia e di qualita' del reinserimento              
domiciliare e scolastico/lavorativo.                                            
Il progetto riabilitativo e' necessario per stimare la possibile                
durata del trattamento in regime di ricovero, per prevedere                     
l'eventuale necessita' di ulteriori interventi riabilitativi dopo la            
dimissione, per definire i possibili fabbisogni assistenziali a                 
medio-lungo termine e le relative risorse necessarie.                           
Nel formulare queste previsioni di massima, vanno considerati:                  
- gli elementi prognostici relativi al paziente: gravita' del trauma,           
lesioni associate e secondarie, spettro di menomazione e disabilita'            
residue;                                                                        
- gli elementi ambientali favorevoli e sfavorevoli alla futura                  
deospedalizzazione e al reinserimento sociale.                                  
2.3 La continuita' assistenziale                                                
Le situazioni di gravissimo handicap acquisito rappresentano, come              
gia' evidenziato, un problema sanitario e sociale rilevante anche               
per:                                                                            
- l'impatto emotivo e materiale sulla persona e sulla sua famiglia,             
che comporta profonde modificazioni nello stile di vita di tutti i              
componenti il nucleo familiare, nonche' profondi sconvolgimenti nelle           
relazioni affettive e nei legami di coppia;                                     
- le conseguenze sociali e psicologiche legate alla difficolta' o               
impossibilita' di un pieno reinserimento scolastico e lavorativo;               
- la necessita' di interventi sanitari e sociali complessi e                    
prolungati, estesi anche a tutto il corso della vita, che comportano            
un elevato impiego di risorse sia in ambito sanitario che sociale.              
E' pertanto necessario che sia assicurato un percorso assistenziale             
continuo capace di cogliere la specificita' delle situazioni, la                
complessita' delle relazioni e dei bisogni delle persone che vedono             
destrutturata la propria esistenza e di chi accanto a loro vive.                
L'obiettivo di questo progetto e' quello di assicurare questa                   
qualificazione, attraverso l'attenzione alla globalita' dei bisogni             
delle persone con handicap gravissimo acquisito in eta' adulta.                 
Per poter rispondere in modo adeguato ai bisogni delle persone in               
situazione di handicap gravissimo occorre adeguare la rete dei                  
servizi socio-sanitari e adeguare lo standard di offerta in                     
particolare dei servizi di assistenza al domicilio e residenziali.              
Considerando tuttavia l'attuale articolazione della rete dei servizi            
socio-sanitari, nonche' la necessita' di promuovere un modello                  
integrato e di favorire la permanenza della persona nel proprio                 
normale contesto di vita, l'obiettivo prioritario da perseguire                 
consiste nello sviluppo, qualificazione e specializzazione della rete           
socio-sanitaria esistente.                                                      
2.4 Il piano personalizzato di assistenza                                       
Terminata la fase cosiddetta "post-acuta" o "riabilitativa"                     
l'obiettivo principale e' quello di favorire il ritorno della persona           
nel proprio contesto di vita, attraverso la formulazione di uno                 
specifico progetto personalizzato con finalita' riabilitative,                  
assistenziali e di ritorno alla partecipazione attiva alla vita                 
sociale. L'articolo 14 della Legge 328/00, richiamato anche                     
dall'articolo 7 della L.R. 2/03, prevede che per realizzare la piena            
integrazione delle persone disabili nell'ambito della vita familiare            
e sociale, nonche' nei percorsi dell'istruzione scolastica,                     
professionale e del lavoro, i Comuni d'intesa con le Aziende                    
sanitarie locali predispongono su richiesta dell'interessato un                 
progetto individuale comprendente, oltre alla valutazione                       
diagnostico-funzionale, le prestazioni di cura e riabilitazione a               
carico del Servizio sanitario nazionale ed i servizi alla persona a             
cui provvede il Comune in forma diretta o indiretta. L'articolo 7               
della L.R. 2/03 prevede, in particolare, per bisogni complessi:                 
1) l'intervento di diversi servizi o soggetti;                                  
2) l'attivazione di strumenti tecnici per la valutazione                        
multidimensionale;                                                              
3) la predisposizione del programma assistenziale individualizzato.             
Il programma assistenziale individualizzato, cosi' come previsto                
dall'articolo 10 della L.R. 2/03, si articola in:                               
- prestazioni sanitarie a rilevanza sociale, comprensive di quelle              
connotate da elevata integrazione sanitaria, assicurate dalla Azienda           
Unita' sanitaria;                                                               
- prestazioni sociali a rilevanza sanitaria assicurate dai Comuni.              
Gli elementi vincolanti nel progetto personalizzato sono: la                    
capacita' di accedere a interventi sanitari, assistenziali e sociali            
dopo la dimissione, il tipo di ambiente scolastico/lavorativo, le               
risorse finanziarie del paziente e della famiglia, i supporti                   
disponibili a livello della comunita'.                                          
L'insieme di questi fattori puo' condizionare in modo sostanziale il            
progetto e la qualita' del reinserimento, indipendentemente dal                 
livello di recupero funzionale.                                                 
Nella fase di reinserimento al proprio domicilio o, se necessario               
nell'inserimento in residenza, il Piano personalizzato di assistenza            
dovra' quindi prevedere, oltre agli specifici supporti psicologici, i           
progetti riabilitativi necessari.                                               
Sara' percio' opportuno, laddove necessario, rivedere le risorse                
professionali specifiche (fisioterapista, foniatra, logopedista ecc.)           
che rimarranno in capo alle Unita' Operative di riabilitazione (spoke           
aziendali) ma saranno funzionalmente dedicate alle e'quipe                      
multiprofessionali residenziali e domiciliari.                                  
In caso di ritorno al domicilio nel piano assistenziale                         
personalizzato e' essenziale prevedere una valutazione delle                    
necessita' di adattamento dell'ambiente domestico, secondo le                   
indicazioni di seguito fornite.                                                 
2.5 Struttura e funzioni dell'e'quipe multi-professionale                       
Per assicurare la continuita' del percorso assistenziale dalla fase             
riabilitativa alla fase degli esiti, nonche' per garantire la presa             
in carico della persona in situazione di handicap gravissimo da parte           
dei servizi socio-sanitari territoriali, devono essere definite in              
ogni ambito aziendale specifiche modalita' di coordinamento tra le              
Unita' di riabilitazione ospedaliere e/o territoriali, il                       
Dipartimento delle Cure primarie ed i Servizi sociali dei Comuni di             
ogni zona sociale.                                                              
A tal fine, le Aziende Unita' sanitarie locali e i Comuni, sulla base           
di uno specifico accordo, individuano una e'quipe                               
multi-professionale, di ambito aziendale, composta da referenti delle           
Unita' Operative riabilitative (spoke aziendale), da operatori                  
sanitari del Dipartimento di Cure primarie e da operatori dei servizi           
sociali dei Comuni della zona sociale e del Distretto di riferimento            
di ogni paziente con gravissima disabilita'. Il coordinamento                   
operativo dell'e'quipe e' assicurato a livello aziendale.                       
Tale gruppo avra' il compito di:                                                
1) individuare il responsabile del caso;                                        
2) valutare la situazione di bisogno della persona;                             
3) predisporre il Piano personalizzato di assistenza, che nella fase            
degli esiti potra' essere articolato in interventi domiciliari o                
residenziali;                                                                   
4) valutare la congruenza dei progetti assistenziali e dei sostegni             
economici attribuiti per pervenire all'individuazione di criteri                
uniformi ed omogenei di eleggibilita' dei pazienti;                             
5) effettuare valutazioni periodiche (audit) sui progetti.                      
2.6 Il responsabile del caso                                                    
Considerata l'alta complessita' degli interventi, la necessita' di              
garantire la continuita' assistenziale in tutte le fasi del progetto            
e la molteplicita' dei servizi (sanitari e sociali) che concorrono              
all'attuazione del processo assistenziale e' necessario individuare             
un "gestore del progetto terapeutico-riabilitativo-assistenziale" o             
responsabile del caso, in grado di garantire il collegamento tra il             
paziente la sua famiglia e i diversi servizi. Tale figura ha,                   
infatti, la funzione di assicurare la razionalita' del percorso                 
tendendo a semplificarne le procedure, migliorare l'adesione al                 
progetto di cura e l'incisivita' delle prescrizioni mantenendo                  
livelli di alta ed efficiente cooperazione tra i diversi                        
professionisti.                                                                 
Per evitare quindi di erogare le cure in modo frammentario ed                   
episodico e' auspicabile che la funzione appena descritta sia                   
individuata tra gli operatori sociali e quelli sanitari, di norma a             
livello dell'e'quipe multi-professionale, e formalizzata, favorendo             
cosi' l'appropriatezza e la personalizzazione delle risposte                    
sanitarie e sociali, fornendo i necessari collegamenti e supporti               
alle diverse e'quipe che entrano nel percorso assistenziale,                    
attivando le reti informali e permettendo cosi' una reale presa in              
carico dei pazienti con gravissime cerebrolesioni e delle loro                  
famiglie.                                                                       
Nel caso specifico di progetti assistenziali ad elevata integrazione            
sanitaria a favore di persone in situazione di totale dipendenza                
l'attivita' di responsabile del caso e' di norma svolta da un                   
infermiere.                                                                     
2.7 Le caratteristiche della dimissione protetta                                
Per definizione la dimissione protetta ha l'obiettivo di garantire la           
continuita' assistenziale tra i servizi ospedalieri e i servizi                 
territoriali alle persone che, in relazione al loro stato di salute,            
al momento della dimissione dall'ospedale necessitano di servizi                
sanitari e sociali. In particolare garantisce l'attuazione di un                
progetto assistenziale, da parte dell'e'quipe multi-professionale del           
territorio, mirato a rispondere ai bisogni della persona coinvolgendo           
il paziente e la famiglia.                                                      
E' importante, infatti, preparare un'adeguata dimissione del paziente           
attraverso una serie di interventi programmati e organizzati nei                
confronti dei seguenti soggetti o strutture:                                    
- famiglia, affinche' continui a interessarsi della persona disabile            
e acquisisca ogni strumento che le permetta di gestire, in regime di            
sicurezza e tranquillita', il proprio congiunto attraverso una sua              
adeguata educazione e formazione;                                               
- e'quipe multi-professionale;                                                  
- e'quipe domiciliare distrettuale delle cure primarie (medico di               
famiglia, infermieri, terapisti della riabilitazione, ecc.) ed                  
e'quipe domiciliare sociale affinche' acquisiscano tutti gli elementi           
che permettano loro di concordare il progetto riabilitativo e gestire           
realmente il paziente in regime di sicurezza e continuita';                     
- servizi di assistenza sociale, affinche' inizino a programmare il             
soddisfacimento dei futuri bisogni prevedibili, facilitando in tal              
modo  il processo di dimissione;                                                
- adattamento dell'ambiente domestico funzionale all'assistenza.                
3. Interventi per il sostegno al ritorno ed al mantenimento a                   
domicilio                                                                       
3.1 Assistenza domiciliare                                                      
Il mantenimento della persona con gravi disabilita' nel proprio                 
ambiente famigliare e' l'obiettivo principale del progetto                      
personalizzato. E' opportuno comunque sottolineare che la                       
fattibilita' di progetti di ritorno al domicilio rivolti anche a                
persone in stato vegetativo o con disabilita' estremamente severa               
richiede una fortissima adesione e condivisione del programma da                
parte della famiglia, nonche' elevati livelli di assistenza.                    
Le cure a domicilio presuppongono innanzitutto una prima valutazione,           
da parte dell'e'quipe assistenziale, della capacita' di assistenza              
della famiglia. Il progetto personalizzato deve inoltre prevedere               
anche uno specifico piano di aiuto ai familiari che assistono la                
persona con disabilita'. Il programma di assistenza domiciliare                 
integrata (medica, infermieristica, fisioterapica, di base) e' uno              
degli strumenti attivabili dall'e'quipe assistenziale                           
multi-professionale che possono consentire la permanenza al domicilio           
di una persona, anche in situazione di totale non autosufficienza,              
insieme all'assistenza protesica, all'assistenza psicologica e                  
all'assegno di cura e di sostegno.                                              
L'erogazione di tali prestazioni richiede una forte integrazione                
professionale, l'individuazione di precise responsabilita'                      
organizzative, nonche' la definizione di livelli qualitativi e                  
quantitativi di offerta assistenziale appropriati al livello di                 
autosufficienza della persona, all'ambiente domestico, alla rete                
familiare ed informale, nonche' alla struttura delle relazioni.                 
Occorre infine prevedere interventi a sostegno del lavoro di cura dei           
familiari, quali ad esempio ricoveri di sollievo presso strutture               
residenziali per periodi temporanei, nonche' servizi di emergenza e             
percorsi facilitati con le strutture sanitarie.                                 
3.2 Assegno di cura e di sostegno                                               
Con la delibera di Giunta regionale 1122/02 "Direttiva per la                   
formazione di progetti personalizzati finalizzati a favorire le                 
condizioni di domiciliarita' e le opportunita' di vita indipendente             
dei cittadini in situazione di handicap grave" e' stata istituita in            
via sperimentale una nuova modalita' di intervento denominata                   
"assegno di cura e di sostegno". Si tratta di un contributo                     
economico, sino ad oggi finanziato con il Fondo sociale regionale e             
risorse proprie dei Comuni, finalizzato a facilitare la permanenza              
della persona in situazione di handicap grave presso la propria                 
abitazione evitando o posticipando il piu' possibile il ricorso ai              
servizi residenziali, ed ampliando le possibilita' di vita                      
indipendente. L'assegno di cura e di sostegno integra e non                     
sostituisce gli altri interventi e prestazioni socio-sanitarie ed e'            
alternativo soltanto al ricovero in struttura residenziale.                     
Nella fase di sperimentazione sono stati previsti due livelli di                
contribuzione (10,33 e 15,49 Euro al giorno). L'assegno di cura e' un           
intervento attivato su tutto il territorio regionale ed ha dimostrato           
una particolare utilita' ed efficacia anche nel rispondere ai bisogni           
delle persone in situazione di grave handicap acquisito: circa il 56%           
degli attuali beneficiari dell'assegno (298 su 533 beneficiari) sono            
proprio in situazione di grave handicap acquisito.                              
I positivi risultati ottenuti dalla sperimentazione evidenziano la              
necessita' di consolidare l'intervento su tutto il territorio                   
regionale, aumentare gli attuali soggetti che ne beneficiano e                  
prevedere una forma di contribuzione piu' elevata per le situazioni             
di handicap gravissimo.                                                         
Occorre pertanto integrare la delibera di Giunta regionale 1122/02              
prevedendo un terzo livello di contribuzione pari a 23 Euro al giorno           
a favore di persone con disabilita' gravissime o in stato vegetativo            
e/o di minima coscienza assistite al domicilio, in situazione di                
dipendenza totale, non in grado di collaborare all'assistenza                   
personale e che necessitano di assistenza completa nell'arco delle 24           
ore.                                                                            
Il presente atto integra la delibera di Giunta regionale 1122/02                
prevedendo:                                                                     
- la composizione degli strumenti tecnici (e'quipe                              
multiprofessionale) di collaborazione tra Comuni e AUSL che                     
assicurano la valutazione multidimensionale;                                    
- i criteri di eleggibilita' per il terzo livello dell'assegno.                 
In linea generale, accanto agli strumenti di valutazione                        
multidimensionale, si seguiranno le medesime procedure gia' previste            
dalla delibera di Giunta regionale 1122/02, anche per quanto riguarda           
i requisiti d'accesso (condizione d'accesso, condizione economica del           
nucleo familiare del soggetto beneficiario con ISEE non superiore a             
34.000 Euro annui).                                                             
3.3 Assistenza protesica                                                        
La qualita' della prescrizione richiede che l'ausilio sia efficace              
cioe' serva realmente per raggiungere l'obiettivo prefissato, utile             
cioe' sia realmente percepito come necessario dal paziente ed infine            
che abbia un rapporto costo-utilita' positivo. La prescrizione deve             
inoltre costituire parte integrante del piu' ampio progetto di                  
riabilitazione e deve contenere un programma terapeutico di utilizzo            
del dispositivo comprendente: il significato terapeutico e                      
riabilitativo; le modalita', i limiti e la prevedibile durata di                
impiego del dispositivo; le possibili controindicazioni; le modalita'           
di verifica del dispositivo in relazione all'andamento del programma            
terapeutico. La prescrizione deve inoltre essere integrata da                   
un'esauriente informazione al paziente ed eventualmente a chi lo                
assiste, sulle caratteristiche funzionali e terapeutiche e sulle                
modalita' di utilizzo del dispositivo stesso. Occorre dunque                    
favorire, in una logica di servizio, la qualita' delle attivita' che            
compongono il processo di erogazione dell'ausilio, anche attraverso             
specifici programmi di formazione ed aggiornamento destinati in primo           
luogo al personale medico, infermieristico e riabilitativo.                     
3.4 Interventi di sostegno del lavoro di cura dei familiari                     
Come piu' volte sottolineato il ruolo della famiglia e' fondamentale            
per garantire un'adeguata assistenza domiciliare e un idoneo                    
reinserimento alla vita sociale; questo concetto trova la sua massima           
definizione in caso di patologie che esitano in situazioni di gravi e           
gravissime disabilita' permanenti in cui la famiglia e' l'unico                 
interlocutore dell'e'quipe assistenziale ed entra percio' a pieno               
titolo nel processo assistenziale come componente dell'e'quipe                  
curante. In tale situazione non va dimenticato che ai familiari viene           
richiesto un impegno assistenziale particolarmente elevato e carico             
di tensioni emotive ed e' quindi necessario sostenere questo impegno            
da parte dell'e'quipe assistenziale. Tutte le componenti                        
professionali dell'e'quipe assistenziale devono aver chiaro quali               
sono le risorse familiari, i punti di forza della famiglia, i punti             
di debolezza cui porre attenzione e dare supporto e sostegno quando             
necessario. E' quindi fondamentale la presenza, nell'e'quipe                    
assistenziale, accanto al medico di famiglia, all'infermiere, al                
fisiatra e al terapista della riabilitazione, l'inserimento di altre            
figure professionali come lo psicologo e l'assistente sociale.                  
Il supporto dato alla famiglia deve essere costante nel tempo e deve            
prevedere servizi diversificati al fine di poter permettere ai                  
familiari di continuare ad avere ritmi di vita compatibili con le               
normali attivita' lavorative e di socializzazione.Al fine di                    
sostenere l'attivita' di cura dei familiari sono da prevedere tra i             
servizi di supporto alla famiglia:                                              
- il ruolo di mediazione e supporto svolto dal responsabile del                 
caso;                                                                           
- il ricovero dei pazienti presso strutture residenziali per periodi            
temporanei finalizzati al sollievo dei familiari che assistono;                 
- servizi di segretariato sociale e consulenza professionale sui vari           
aspetti giuridici, assistenziali, previdenziali legati alla                     
disabilita';                                                                    
- l'assegno di cura e di sostegno;                                              
- informazioni e percorsi di accertamento unificati e semplificati              
per favorire un accesso tempestivo alle provvidenze economiche a                
favore degli invalidi civili e alle altre forme di sostegno                     
previste;                                                                       
- il ricovero, anche a tempo indeterminato, presso strutture                    
residenziali, che abbiano la possibilita' di ospitare pazienti che              
necessitano di elevati livelli assistenziali.                                   
3.5 Interventi per l'adattamento dell'ambiente domestico                        
L'adattamento dell'ambiente domestico rappresenta un elemento                   
indispensabile per garantire il ritorno della persona al domicilio.             
Ai fini dell'adattamento dell'ambiente domestico i bisogni delle                
persone sono riconducibili a due aspetti principali:                            
a) la richiesta di servizi di assistenza e consulenza professionale             
per poter individuare le soluzioni piu' appropriate;                            
b) la necessita' di forme di sostegno economico.                                
Con la delibera di Giunta regionale 2248/03 la Giunta regionale ha              
avviato un programma per la costituzione da parte dei Comuni, in                
collaborazione con le Aziende Unita' sanitarie locali, di Centri di             
informazione e consulenza per l'adattamento dell'ambiente domestico             
per anziani e disabili di ambito provinciale.                                   
E' necessario che l'e'quipe multi-professionale competente si attivi            
tempestivamente per fruire dei servizi e delle competenze del Centro            
di informazione e consulenza di riferimento, anche per favorire                 
l'informazione e l'accesso dei cittadini alle forme di incentivo                
esistenti:                                                                      
- i contributi economici erogati dai Comuni per il superamento delle            
barriere architettoniche negli edifici privati ai sensi della Legge             
13/89;                                                                          
- i contributi per l'acquisto di ausili, attrezzature ed arredi                 
personalizzati previsti dall'articolo 10 della L.R. 29/97;                      
- le agevolazioni fiscali attualmente previste per gli ausili e le              
ristrutturazioni a livello nazionale.                                           
4. Le soluzioni residenziali                                                    
Per le persone con disabilita' gravissime, oggetto del presente atto,           
il piano personalizzato di assistenza puo' prevedere la permanenza in           
strutture residenziali qualora le menomazioni presenti non siano                
compatibili con un'assistenza a domicilio, o per l'assenza di una               
situazione familiare, personale o ambientale tale da consentire il              
ritorno a casa.                                                                 
Attualmente vengono di volta in volta cercate soluzioni possibili,              
facendo riferimento o alla rete dei centri socio-riabilitativi                  
residenziali tradizionali per disabili o, piu' spesso, alle case                
protette per anziani.La delibera di Giunta regionale 295/02 di                  
recepimento del DPCM 29 novembre 2001 di definizione dei LEA,                   
ratificata dal Consiglio regionale con atto 349/02, ha rinviato ad un           
successivo momento l'armonizzazione delle disposizioni regionali                
vigenti in materia di integrazione socio-sanitaria con le indicazioni           
dell'Allegato 1C del DPCM citato, impegnando le Aziende Unita'                  
sanitarie locali ad applicare le disposizioni regionali vigenti fino            
alla definizione della prevista armonizzazione. Alla luce del DPCM              
citato, il presente atto da una prima attuazione (All. 1C, punti 7 e            
9) a tale processo di armonizzazione, con riferimento alle gravissime           
disabilita' acquisite, garantendo tra l'altro la tipologia di                   
assistenza assimilata a quella prevista per soggetti con                        
responsivita' minimale per i quali non sono previsti costi a carico             
dell'utente o del Comune.                                                       
Il presente documento peraltro individua le prime indicazioni, e                
rinvia ad un successivo atto la definizione dei requisiti tecnici,              
strutturali ed organizzativi per le diverse tipologie residenziali.             
Nell'attesa dei relativi criteri di accreditamento, rimangono ferme             
le norme per l'autorizzazione delle strutture socio-sanitarie, cosi'            
come stabilito dalla delibera di Giunta regionale 564/00; vengono               
comunque di seguito precisate alcune condizioni indispensabili per              
accogliere nelle residenze i pazienti con gravissime disabilita'                
acquisite.                                                                      
L'accoglienza in strutture residenziali per anziani o disabili puo'             
avvenire a condizione che siano garantite: camere singole con spazio            
anche per i familiari e disponibilita' delle necessarie attrezzature            
assistenziali. Inoltre dovranno essere garantiti tutti gli interventi           
di tipo clinico, riabilitativo e assistenziale indicati nel Piano               
personalizzato di assistenza, dovra' essere assicurata la necessaria            
disponibilita' di personale assistenziale con adeguata formazione.              
La rete delle opportunita' residenziali qualificate puo' essere                 
realizzata, o attraverso l'individuazione specifica di strutture o              
tramite l'identificazione di nuclei/moduli all'interno di strutture             
residenziali per anziani o disabili.                                            
Sara' quindi necessario differenziare i nuclei/moduli residenziali              
sulla base della tipologia di bisogni, del piano personalizzato di              
assistenza, identificando differenti tipologie organizzative e                  
strutturali. Sulla base di stime realizzate, attraverso dati di                 
letteratura e di rilevazioni effettuate nel 2003, si puo' ipotizzare            
l'utilizzo delle residenze per circa 4/5 pazienti, con gravissimo               
handicap acquisito, ogni 100.000 abitanti. In ogni caso tali posti              
non sono da considerare all'interno degli indici di programmazione              
per gli anziani.                                                                
Il presente provvedimento si inserisce nell'ambito del processo di              
armonizzazione che formera' oggetto di successivi atti regionali in             
materia di integrazione socio-sanitaria di cui all'Allegato 1C del              
DPCM del 2001.                                                                  
In attesa degli approfondimenti necessari a valutare i costi                    
specifici dell'assistenza, in ambito residenziale, a questa tipologia           
di pazienti, agli Enti gestori dovra' essere riconosciuta una tariffa           
giornaliera onnicomprensiva, il cui valore massimo non potra'                   
superare il valore dell'attuale tariffa giornaliera della                       
lungodegenza ospedaliera.                                                       

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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