REGIONE EMILIA-ROMAGNA - CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 16 novembre 2004, n. 615

Programma annuale degli interventi e dei criteri di ripartizione delle risorse ai sensi del'art. 47, comma 3 della L.R. 12 marzo 2003, n. 2. Stralcio Piano regionale degli interventi e dei servizi sociali ai sensi dell'art. 27, L.R. 2/03 - Anno 2004 (Proposta della Giunta regionale in data 2 novembre 2004, n. 2152)

IL CONSIGLIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                       
Richiamata la deliberazione progr. n. 2152, in data 2 novembre 2004,            
con cui la Giunta regionale ha assunto l'iniziativa per il programma            
annuale degli interventi e dei criteri di ripartizione delle risorse            
ai sensi dell'articolo 47, comma 3 della L.R. 12 marzo 2003, n. 2.              
Stralcio Piano regionale degli interventi e dei servizi sociali ai              
sensi dell'art. 27, L.R. 2/03 - Anno 2004;                                      
visto il favorevole parere espresso al riguardo dalla Commissione               
referente "Sanita' e Politiche sociali" di questo Consiglio                     
regionale, giusta nota prot. n. 14852 dell'11 novembre 2004;                    
preso atto dell'emendamento presentato ed accolto nel corso della               
discussione consiliare;                                                         
vista la Legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la                     
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi                     
sociali";                                                                       
richiamato in particolare l'art. 20 della citata legge che prevede la           
ripartizione, da parte dello Stato, delle risorse del Fondo nazionale           
per le politiche sociali per la promozione e il raggiungimento degli            
obiettivi di politica sociale;                                                  
visto il DM in data 1 luglio 2004 "Ripartizione, per settori di                 
intervento e aree territoriali delle risorse finanziarie affluenti al           
Fondo nazionale per le politiche sociali, per l'anno 2004" (GU n. 228           
del 28/9/2004) con il quale e' stata operata la ripartizione delle              
risorse afferenti al Fondo nazionale per le politiche sociali per               
l'anno 2004 e assegnata alla Regione Emilia-Romagna la somma                    
complessiva di Euro 70.538.000,00 comprensiva della quota relativa al           
Fondo asili nido ex art. 70 della Legge 448/01 che viene trasferita             
senza vincolo di destinazione;                                                  
richiamata la deliberazione della Giunta regionale 2140/04 di presa             
d'atto dell'assegnazione relativa al Fondo nazionale per le politiche           
sociali per l'anno 2004, con la quale vengono apportate al Bilancio             
di previsione per l'esercizio finanziario in corso le conseguenti               
variazioni in aumento allo stato di previsione dell'entrata e allo              
stato di previsione della spesa per un ammontare complessivo pari ad            
Euro 70.538.000,00;                                                             
rilevato che, a  seguito della suddetta variazione, le dotazioni dei            
capitoli di spesa del Bilancio di previsione per l'esercizio in                 
corso, afferenti alle sottoindicate Unita' previsionali di base,                
derivanti dal Fondo nazionale per le politiche sociali per l'anno               
2004, risultano le seguenti:                                                    
UPB 1.5.2.2.20101 - Fondo socio-assistenziale - Risorse statali                 
- Cap. 57103 - Fondo sociale regionale. Spese per interventi diretti            
della Regione a norma dell'art. 47, comma 1, lett. a), L.R. 12 marzo            
2003, n. 2; Legge 8 novembre 2000, n. 328 - Mezzi statali: Euro                 
587.363,71                                                                      
- Cap. 57105 - Fondo sociale regionale. Quota parte destinata alle              
Province per l'attuazione dei programmi provinciali, per le attivita'           
di coordinamento e supporto per l'implementazione e gestione del                
sistema informativo dei servizi sociali nonche' per l'elaborazione              
dei Piani di Zona (art. 47, comma 1, lett. c), L.R. 12 marzo 2003, n.           
2 e Legge 8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali: Euro                        
3.762.405,47                                                                    
- Cap. 57107 - Fondo sociale regionale. Quota parte destinata ai                
Comuni singoli e alle forme associative per l'attuazione dei Piani di           
Zona e per la realizzazione degli interventi relativi agli assegni di           
cura, al sostegno economico ed alla mobilita' degli anziani, dei                
disabili o inabili (art. 47, comma 1, lett. b), L.R. 12 marzo 2003,             
n. 2 e Legge 8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali: Euro                     
42.229.855,13                                                                   
- Cap. 57109 - Fondo sociale regionale. Quota parte destinata ai                
Comuni singoli e alle forme associative, alle AUSL, alle IPAB, alle             
aziende pubbliche di servizi alla persona e ai soggetti privati senza           
scopo di lucro per il sostegno delle attivita' di cui all'art. 47,              
comma 2, L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e Legge 8 novembre 2000, n. 328 -             
Mezzi statali: Euro 703.274,00                                                  
- Cap. 57111 - Fondo nazionale per le politiche sociali. Quota parte            
destinata agli Enti locali per il sostegno delle politiche in favore            
della natalita' (art. 46, comma 2, Legge 27 dicembre 2002, n. 289 e             
Legge 8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali: Euro 660.000,00                 
UPB 1.5.2.2.20111 - Interventi a sostegno delle famiglie - Risorse              
statali                                                                         
- Cap. 57237 - Fondo nazionale per le politiche sociali. Quota parte            
destinata all'istituzione ed al finanziamento delle attivita' dei               
centri per le famiglie (artt. 11 e 12, L.R. 14 agosto 1989, n. 27;              
Legge 8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali: Euro 233.510,00                 
UPB 1.6.1.2.22101 - Servizi educativi per l'infanzia - Risorse                  
statali                                                                         
- Cap. 58422 - Interventi per la realizzazione dei piani di                     
intervento territoriali e per la realizzazione di programmi                     
interregionali di scambio e di formazione in materia di servizi per             
l'infanzia (Legge 28 agosto 1997, n. 285 e Legge 8 novembre 2000, n.            
328) -  Mezzi statali: Euro 5.534.959,07                                        
- Cap. 58432 - Fondo nazionale per le politiche sociali. Quota parte            
destinata alle Amministrazioni provinciali per la gestione, la                  
qualificazione e la sperimentazione di servizi educativi per                    
l'infanzia (art. 14, comma 4, L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 e successive           
modifiche; Legge 8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali: Euro                 
6.050.000,00                                                                    
UPB 1.6.1.3.22512                                                               
- Cap. 58445 - Fondo nazionale per i servizi educativi per la prima             
infanzia. Assegnazione alle Amministrazioni provinciali per la                  
costruzione, l'acquisto, restauro e risanamento conservativo,                   
ristrutturazione edilizia, ripristino tipologico di edifici da                  
destinare a servizi educativi per la prima infanzia nonche' arredo              
degli stessi (art. 70, Legge 23 dicembre 2001, n. 448; art. 14, comma           
2, lett. a) e b), L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 e successive                       
modificazioni - Mezzi statali): Euro 2.000.000,00                               
UPB 1.5.2.2.20180 - Interventi a favore di cittadini portatori di               
handicap e disabili - Risorse statali                                           
- Cap. 61114 - Contributi per l'acquisto di strumentazioni                      
tecnologiche, informatiche, ausili e arredi personalizzati per                  
favorire la permanenza nel proprio domicilio di cittadini disabili              
con gravi limitazioni dell'autonomia. (L.R. 21 agosto 1997, n. 29,              
art. 10; Legge 5 febbraio 1992, n. 104; Legge 21 maggio 1998, n. 162,           
art. 1, lett. c) e Legge 8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali:              
Euro 200.000,00                                                                 
UPB 1.5.2.2.20281 - Iniziative a favore dell'emigrazione e                      
dell'immigrazione - Risorse statali                                             
- Cap. 68317 - Contributi a Province, Comuni e soggetti senza scopo             
di lucro per l'integrazione dei cittadini stranieri immigrati,                  
secondo le finalita' di cui agli artt. 5, 8, 9, 10, comma 1, 11, 12,            
16, comma 3, 17, 18 della L.R. 24 marzo 2004, n. 5 - Mezzi statali:             
Euro 3.098.459,06                                                               
UPB 1.5.2.3.21001 - Potenziamento delle strutture socio-assistenziali           
- Risorse statali                                                               
- Cap. 57201 - Fondo sociale regionale. Contributi per costruzione,             
ristrutturazione ed acquisto di immobili destinati o da destinare a             
strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie (art. 48, L.R. 12               
marzo 2003, n. 2 e Legge 8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali:              
Euro 4.067.413,56                                                               
UPB 1.4.1.3.12740 - Eliminazione barriere architettoniche negli                 
edifici privati - Risorse statali                                               
- Cap. 32080 - Ripartizione ai Comuni delle somme relative al fondo             
di cui all'art. 10 della Legge 9 gennaio 1989, n.13, per                        
l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati             
(Legge 9/1/1989, n. 13) - Mezzi statali: Euro 1.410.760,00;                     
atteso che nell'ambito del Fondo sociale regionale la quota di                  
risorse regionali per spese di gestione di cui all'art. 47 della L.R.           
2/03, per l'esercizio 2004, e' articolata nei seguenti capitoli di              
spesa il cui stanziamento complessivo ammonta a Euro 13.347.373,69:             
UPB 1.5.2.2.20100 - Fondo socio-assistenziale                                   
- Capitolo 57115 - Fondo sociale regionale. Quota parte destinata               
alle Province per l'attuazione dei programmi provinciali, per le                
attivita' di coordinamento e supporto per l'implementazione e                   
gestione del sistema informativo dei servizi sociali nonche' per                
l'elaborazione dei Piani di Zona (art. 47, comma 1, lett. c), L.R. 12           
marzo 2003, n. 2): Euro 98.126,81;                                              
- Capitolo 57120 - Fondo sociale regionale. Quota parte destinata ai            
Comuni singoli e alle forme associative per l'attuazione dei Piani di           
Zona e per la realizzazione degli interventi  relativi agli assegni             
di cura, al sostegno economico ed alla mobilita' degli anziani dei              
disabili o inabili (art. 47, comma 1, lett. b), L.R. 12 marzo 2003,             
n. 2): Euro 8.350.144,87;                                                       
- Capitolo 57150 - Fondo sociale regionale. Quota parte destinata ai            
Comuni singoli e alle forme associative, alle AUSL, alle IPAB, alle             
aziende pubbliche di servizi alla persona e ai soggetti privati senza           
scopo di lucro per il sostegno delle attivita' di cui all'art. 47,              
comma 2, L.R. 12 marzo 2003, n. 2: Euro 1.375.000,00;                           
UPB 1.5.2.2.20110 - Interventi a sostegno delle famiglie                        
- Capitolo 57233 - Fondo socio assistenziale regionale. Quota parte             
destinata all'istituzione ed al finanziamento delle attivita' dei               
Centri per le famiglie previste dagli artt. 11 e 12 della L.R. 14               
agosto 1989, n. 27: Euro 335.696,98                                             
UPB 1.6.1.2.22100 - Servizi educativi per l'infanzia                            
- Capitolo 57722 - Contributi agli Enti locali volti alla                       
realizzazione di interventi per la promozione delle citta' dei                  
bambini e delle bambine (art. 4, comma 3, L.R. 28 dicembre 1999, n.             
40): Euro 232.405,60                                                            
- Capitolo 58430 - Fondo regionale per i servizi educativi per                  
l'infanzia. Assegnazione alle Amministrazioni provinciali per la                
gestione, la qualificazione e la sperimentazione di servizi                     
innovativi - Mezzi propri della Regione (art. 14, comma 4, L.R. 10              
gennaio 2000, n. 1 e successive modifiche): Euro 1.605.999,43                   
UPB 1.6.1.3.22510 - Investimenti per lo sviluppo dei servizi                    
educativi per l'infanzia                                                        
- Capitolo 58435 - Fondo regionale per i servizi educativi per                  
l'infanzia. Assegnazione alle Amministrazioni provinciali per la                
costruzione, l'acquisto, restauro e risanamento conservativo,                   
ristrutturazione edilizia, ripristino tipologico di edifici da                  
destinare a servizi educativi per la prima infanzia, nonche' arredo             
degli stessi - Mezzi propri della Regione (art. 14, comma 2, lett. a)           
e b), L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 e successive modifiche): Euro                  
1.000.000,00                                                                    
UPB 1.5.2.2.20280 - Iniziative a favore dell'emigrazione e                      
dell'immigrazione                                                               
- Capitolo 68344 - Contributi a Province, Comuni e soggetti senza               
scopo di lucro per l'integrazione sociale dei cittadini stranieri               
immigrati, secondo le finalita' di cui agli artt. 5, 8, 9, 10, comma            
1, 11, 12, 16, comma 3, 17, 18 della L.R. 24 marzo 2004, n. 5 - Mezzi           
regionali: Euro 250.000,00                                                      
- Capitolo 68342 - Spese per lo svolgimento delle attivita'                     
dell'Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio, della Consulta             
regionale per l'integrazione sociale dei cittadini stranieri                    
immigrati, del Centro regionale sulle discriminazioni, per interventi           
di comunicazione interculturale, per iniziative sperimentali di                 
integrazione sociale. Mezzi regionali (art. 3, comma 4, artt. 6, 9,             
comma 2 e 17, comma 1, lett. d) e art. 20, L.R. 24 marzo 2004, n. 5):           
Euro 100.000,00;                                                                
vista la L.R. 12 marzo 2003, n. 2 "Norme per la promozione della                
cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di            
interventi e servizi sociali";                                                  
richiamato in particolare l'art. 47 della predetta legge, che indica            
le destinazioni della quota per spese correnti operative del Fondo              
sociale regionale, istituito ai sensi dell'art. 46, e prevede                   
l'approvazione, sulla base di quanto previsto dal Piano regionale, di           
un programma annuale contenente i criteri generali di ripartizione              
delle risorse relative alle attivita' di cui al comma 1, lettere b) e           
c) ed al comma 2) del medesimo art. 47;                                         
ritenuto di dover provvedere, in attesa degli adempimenti di cui                
all'articolo 27 della L.R. 2/03, alla predisposizione del Programma             
annuale degli interventi e dei criteri di ripartizione delle risorse            
per l'anno 2004 con valore di stralcio del Piano regionale degli                
interventi e dei servizi sociali, cosi' come indicato nell'allegato             
parte integrante del presente atto e di sottoporne i contenuti                  
all'approvazione del Consiglio regionale, relativamente ai sopra                
richiamati capitoli di spesa, dando atto che:                                   
- solo per i Capitoli di spesa 57103, 57201, 61114 e 32080 derivanti            
dal Fondo nazionale politiche sociali - Anno 2004, si rimanda                   
all'approvazione di specifici atti;                                             
- oltre alle risorse gia' citate, si procede alla programmazione                
delle seguenti ulteriori somme, provenienti dal Fondo nazionale per             
le politiche sociali per l'anno 2003, allocate ai seguenti capitoli             
di spesa del Bilancio di previsione regionale per l'esercizio                   
finanziario 2004:                                                               
- Euro 621.726,00 a valere sul Cap. 57109 afferente all'UPB                     
1.5.2.2.20101, derivanti, per la quota di Euro 568.450,00, dalla                
riduzione di pari importo della somma destinata con deliberazione               
consiliare 514/03 alla programmazione per l'anno 2003;                          
- Euro 140.000,00 a valere sul Cap. 57111 afferente all'UPB                     
1.5.2.2.20101;                                                                  
- Euro 781.540,93 a valere sul Cap. 58422 afferente all'UPB                     
1.6.1.2.22101;                                                                  
- Euro 781.540,47 a valere sul Cap. 68317 afferente all'UPB                     
1.5.2.2.20281;                                                                  
- nonche' di Euro 6.604.025,05 allocati al Cap. 58445 afferente                 
all'UPB 1.6.1.3.22512 assegnati, ai sensi dell'art. 70 della Legge              
448/01 in materia di asili nido, con decreto del Ministero del Lavoro           
e delle Politiche sociali di concerto con il Ministero dell'Economia            
e delle Finanze in data 30 ottobre 2003 e iscritte nell'apposito                
capitolo di spesa con deliberazione Giunta regionale 129/04;                    
richiamate altresi':                                                            
- la L.R. 22 dicembre 2003, n. 28 "Legge finanziaria regionale                  
adottata a norma dell'articolo 40 della L.R. 15 novembre 2001, n. 40            
in coincidenza con l'approvazione del Bilancio di previsione per                
l'esercizio finanziario 2004 e del Bilancio pluriennale 2004-2006";             
- la L.R. 22 dicembre 2003, n. 29 "Bilancio di previsione della                 
Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2004 e Bilancio              
pluriennale 2004-2006";                                                         
- la L.R. 28 luglio 2004, n. 17 "Legge finanziaria regionale adottata           
a norma dell'articolo 40 della L.R. 15 novembre 2001, n. 40 in                  
coincidenza con l'approvazione della legge di assestamento del                  
Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2004 e del                   
Bilancio pluriennale 2004-2006. Primo provvedimento generale di                 
variazione";                                                                    
- la L.R. 28 luglio 2004, n. 18 "Assestamento del Bilancio di                   
previsione della Regione Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario             
2004 e del Bilancio pluriennale 2004-2006, a norma dell'art. 30 della           
L.R. 15 novembre 2001, n. 40. Primo provvedimento generale di                   
variazione";richiamate:                                                         
- la L.R. 14 agosto 1989, n. 27 e successive modificazioni ed                   
integrazioni, che detta norme per la realizzazione di politiche di              
sostegno alle scelte di procreazione ed agli impegni di cura verso i            
figli;                                                                          
- la L.R. 21 agosto 1997, n. 29 "Norme e provvedimenti per favorire             
le opportunita' di vita autonoma e l'integrazione sociale delle                 
persone disabili" e successive modificazioni ed integrazioni;                   
- la L.R. 3 febbraio 1994, n. 5 "Tutela e valorizzazione delle                  
persone anziane - Interventi a favore di anziani non autosufficienti"           
e successive modificazioni ed integrazioni;                                     
- la L.R. 5/04 "Norme per l'integrazione sociale dei cittadini                  
stranieri immigrati. Modifiche alle leggi regionali 21 febbraio 1990,           
n. 14 e 12 marzo 2003, n. 2";                                                   
- la Legge 285/97 "Disposizioni per la promozione di diritti e di               
opportunita' per l'infanzia e l'adolescenza";                                   
- la L.R. 21 aprile 1999, n. 3 "Riforma del sistema regionale e                 
locale";                                                                        
- la L.R. 26 aprile 2001, n. 11 "Disciplina delle forme associative e           
altre disposizioni in materia di Enti locali";revia votazione palese,           
a maggioranza dei presenti,                                                     
delibera:                                                                       
1) di approvare il "Programma annuale degli interventi e dei criteri            
di ripartizione delle risorse ai sensi dell'art. 47, comma 3 della              
L.R. 2/03. Stralcio Piano regionale degli interventi e dei servizi              
sociali ai sensi dell'art. 27, L.R. 2/03 - Anno 2004", allegato parte           
integrante del presente atto;                                                   
2) di dare atto che al suddetto Programma e' destinata  quota parte             
delle risorse finanziarie provenienti dal Fondo nazionale per le                
politiche sociali - Anno 2004, per un importo di Euro 64.272.462,73,            
allocate cosi' come indicato in premessa ed al punto 3) che segue, e            
che la programmazione delle ulteriori risorse, pari a Euro                      
6.265.537,27, derivanti dal suddetto Fondo nazionale, e' rinviata ad            
appositi specifici atti;                                                        
3) di dare atto, altresi', che la somma complessivamente programmata            
per l'anno 2004, ammontante a Euro 86.548.668,87, cosi' come risulta            
dall'allegato parte integrante del presente atto, trova allocazione             
ai capitoli di spesa di seguito citati del Bilancio di previsione per           
l'esercizio finanziario 2004 e Bilancio pluriennale 2004-2006 e                 
deriva, come meglio specificato in premessa:                                    
- per un totale di Euro 13.347.373,69 da risorse regionali (Capp.               
57115 - 57120 - 57150 - UPB 1.5.2.2.20100; Cap. 57233 - UPB                     
1.5.2.2.20110; Cap. 58435 - UPB 1.6.1.3.22510; Capp. 57722 e 58430 -            
UPB 1.6.1.2.22100; Capp. 68344 e 68342 - UPB 1.5.2.2.20280);                    
- per un totale di Euro 64.272.462,73 da risorse del Fondo nazionale            
per le politiche sociali - Anno 2004 (Capp. n. 57105, 57107, 57109,             
57111 - UPB 1.5.2.2.20101; Capp. 58432 e 58422 - UPB 1.6.1.2.22101;             
Cap. 58445 - UPB 1.6.1.3.22512; Cap. 57237 - U.P.B. 1.5.2.2.20111 e             
Cap. 68317 - UPB 1.5.2.2.20281);                                                
- per un totale di Euro 2.324.807,40, da quote del Fondo nazionale              
per l'anno 2003 (Capp. 57109 e 57111 - UPB 1.5.2.2.20101; Cap. 58422            
- UPB 1.6.1.2.22101) e Cap.  68317 (UPB 1.5.2.2.20281);                         
- per Euro 6.604.025,05 da risorse del Fondo nazionale asili nido di            
cui all'art. 70, Legge 448/01 (Cap. 58445 - UPB 1.6.1.3.22512);                 
4) di dare atto che le finalita' a cui e' destinata la somma indicata           
al punto 3) che precede ed il percorso amministrativo procedurale che           
verra' attivato per dare attuazione operativa a dette finalita'                 
risultano dettagliatamente riportate e descritte nel programma                  
allegato al presente provvedimento;                                             
5) di pubblicare il presente atto deliberativo nel Bollettino                   
Ufficiale della Regione Emilia-Romagna.                                         
ALLEGATO A)                                                                     
Indice                                                                          
1. Premessa ed indicazioni generali                                             
pag.  6                                                                         
2. Gli obiettivi di benessere sociale per la pianificazione locale e            
le procedure per l'elaborazione e l'approvazione dei Piani di Zona              
2005-2007 e del Programma attuativo 2005                                        
pag.  6                                                                         
2.1 Gli obiettivi generali di benessere sociale                                 
pag.  7                                                                         
2.2 Gli obiettivi settoriali                                                    
pag.  7                                                                         
2.2.1 Responsabilita' familiari, capacita' genitoriali e diritti dei            
bambini e degli adolescenti                                                     
pag.  7                                                                         
2.2.2 Politiche a favore dei giovani                                            
pag.  8                                                                         
2.2.3 Immigrazione, asilo, lotta alla tratta                                    
pag.  9                                                                         
2.2.4 Contrasto alla poverta'                                                   
pag. 10                                                                         
2.2.5 Prevenzione e sostegno al reinserimento sociale delle                     
dipendenze e di altre forme di disagio sociale                                  
pag. 11                                                                         
2.2.6 Politiche a favore di anziani e disabili                                  
pag. 13                                                                         
2.3 Procedure per l'elaborazione ed approvazione dei Piani di Zona              
2005-2007 e del Programma attuativo 2005                                        
pag. 15                                                                         
2.3.1 I ruoli e il concorso dei diversi soggetti istituzionali e non            
istituzionali ai Piani e la partecipazione all'Accordo di programma             
pag. 15                                                                         
2.3.2 Le fasi del processo                                                      
pag. 16                                                                         
3. Ripartizione delle risorse del Fondo sociale regionale di cui                
all'art. 47, comma 3                                                            
pag. 18                                                                         
3.1 Promozione sociale ed iniziative formative                                  
pag. 18                                                                         
3.2 Piani di Zona e coordinamenti provinciali - Quota indistinta                
destinata ai Comuni e quota indistinta e finalizzata destinata alle             
Province                                                                        
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3.2.1 Ripartizione ai Comuni quale concorso regionale all'attuazione            
dei Piani di Zona - Quota indistinta (articolo 47, comma 1, lett. b)            
della L.R. 2/03)                                                                
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3.2.2 Ripartizione alle Province quale concorso regionale alle                  
attivita' di coordinamento e supporto per la implementazione e                  
gestione del sistema informativo dei servizi sociali nonche' per                
l'elaborazione dei Piani di Zona                                                
pag. 19                                                                         
3.2.3 Ripartizione alle Province quale concorso regionale                       
all'attuazione di specifici programmi provinciali - Quote finanziate            
pag. 20                                                                         
3.3 Responsabilita' familiari, capacita' genitoriali e diritti dei              
minori                                                                          
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3.3.1 Programma finalizzato alla promozione di diritti e di                     
opportunita' per l'infanzia e l'adolescenza                                     
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3.3.2 Programma finalizzato "Azioni di coordinamento nell'ambito                
degli interventi di qualificazione scolastica, socio-educativi,                 
socio-assistenziali e socio-sanitari a favore dell'infanzia e                   
dell'adolescenza"                                                               
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3.3.3 Sviluppo e qualificazione dei Centri per le famiglie                      
pag. 22                                                                         
3.3.4 Interventi relativi al primo anno in famiglia e alle iniziative           
di conciliazione dei tempi di cura e di lavoro                                  
pag. 23                                                                         
3.3.5 Interventi relativi all'acquisto della prima casa in favore               
delle famiglie di nuova costituzione                                            
pag. 23                                                                         
3.3.6 Sostegno alla estensione, sperimentazione, gestione,                      
qualficazione di servizi educativi per l'infanzia                               
pag. 23                                                                         
3.3.7 Programma provinciale per la promozione di politiche di                   
accoglienza e tutela dell'infanzia e dell'adolescenza                           
pag. 24                                                                         
3.4 Politiche per i giovani                                                     
pag. 25                                                                         
3.4.1 Programma finalizzato "Giovani"                                           
pag. 25                                                                         
3.5 Immigrazione, asilo, lotta alla tratta - Programmi finalizzati              
pag. 26                                                                         
3.5.1 Programma provinciale "Piano territoriale provinciale per                 
azioni di integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri                 
immigrati"                                                                      
pag. 26                                                                         
3.5.2 Programma finalizzato di zona "Integrazione sociale dei                   
cittadini stranieri"                                                            
pag. 27                                                                         
3.5.3 Interventi a sostegno delle iniziative di comunicazione                   
interculturale                                                                  
pag. 29                                                                         
3.6 Contrasto alla poverta'                                                     
pag. 29                                                                         
3.6.1 Programma finalizzato al contrasto della poverta' e                       
all'inclusione sociale                                                          
pag. 29                                                                         
3.7 Prevenzione e sostegno al reinserimento sociale delle dipendenze            
e di altre forme di disagio sociale                                             
pag. 31                                                                         
3.7.1 Programma finalizzato "Dipendenze e utenza multiproblematica"             
pag. 31                                                                         
3.8 Area anziani e disabili                                                     
pag. 32                                                                         
3.8.1 Programma finalizzato "Assegno di cura per anziani e disabili"            
pag. 32                                                                         
3.8.2 Programma finalizzato "Centri per l'adattamento dell'ambiente             
domestico per anziani e disabili"                                               
pag. 32                                                                         
3.8.3 Programma finalizzato "Contributi per la mobilita' e                      
l'autonomia nell'ambiente domestico a favore di persone con                     
disabilita' art. 9 e art. 10, L.R. 29/97"                                       
pag. 32                                                                         
3.8.4 Programma finalizzato "Promozione di una funzione di                      
coordinamento per favorire l'integrazione lavorativa di persone in              
situazione di handicap e svantaggio sociale"                                    
pag. 33                                                                         
3.8.5 Programma finalizzato alla qualificazione delle attivita'                 
connesse alla concessione delle provvidenze economiche agli  invalidi           
civili                                                                          
pag. 33                                                                         
3.8.6 Programma integrato socio-sanitario per l'assistenza protesica            
a favore di soggetti in condizioni di poverta', in particolare                  
anziani                                                                         
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Programma annuale degli interventi e ripartizione delle risorse ai              
sensi dell'articolo 47, comma 3 della L.R. 2/03. Stralcio del Piano             
regionale degli interventi e dei servizi sociali ai sensi                       
dell'articolo 27, L.R. 2/03 - Anno 2004                                         
1. Premessa ed indicazioni generali                                             
Con l'attuazione del precedente Programma annuale (anno 2003) si e'             
conclusa la fase di sperimentazione della pianificazione di zona,               
iniziata con la delibera del Consiglio regionale n. 246 del 25/9/2001           
di approvazione del primo Programma regionale dopo la Legge 328/00.             
La L.R. n. 2 del 12 marzo 2003 "Norme per la promozione della                   
cittadinanza sociale e per la  realizzazione del sistema integrato di           
interventi e servizi sociali", approvata durante la fase di                     
sperimentazione dei Piani di Zona, ha successivamente precisato le              
coordinate del sistema di Welfare regionale e locale che si andra' a            
realizzare.                                                                     
La valutazione sulla sperimentazione condotta, con l'acquisizione di            
primi importanti risultati, consentira' di proseguire il processo di            
pianificazione territoriale, qualificandone ulteriormente gli                   
obiettivi e promuovendo un piu' qualificato ruolo dei diversi                   
soggetti coinvolti. Il Piano regionale degli interventi e dei servizi           
sociali previsto all'articolo 27 della L.R. 2/03, di prossima                   
elaborazione ed approvazione, assumera' pienamente i risultati di               
questa sperimentazione ed alcuni primi elementi sono comunque assunti           
gia' da questo Programma annuale che rappresenta una anticipazione e            
stralcio del Piano regionale.                                                   
A proposito del Piano regionale occorre anticipare che, a norma                 
dell'art. 27 della L.R. 2/03, il "Piano regionale degli interventi e            
dei servizi sociali" sara' integrato con il "Piano sanitario                    
regionale" e che l'area dell'integrazione socio-sanitaria assumera'             
valore strategico nel processo di programmazione integrato.                     
All'interno del "Piano regionale sociale e sanitario" l'area                    
dell'integrazione socio-sanitaria sara' definita, tra l'altro, a                
partire da una rilettura dei ruoli istituzionali e degli strumenti              
locali di governo associato ed integrato (Conferenze sociali e                  
sanitarie, Comitati di distretto); da una rivisitazione ed                      
allineamento dei diversi strumenti di pianificazione locale (Piani              
per la salute, Piani di Zona, Piani attuativi locali, Programmi delle           
attivita' territoriali); da una proposta di strumenti tecnici                   
condivisi da Aziende Unita' sanitarie locali e Comuni a sostegno del            
processo di programmazione integrato e della gestione delle attivita'           
socio-sanitarie.                                                                
Gli Enti locali pertanto dovranno dare avvio al processo di                     
pianificazione locale, cosi' come previsto all'art. 29 della L.R.               
2/03, per il triennio 2005-2007, sulla base delle indicazioni                   
contenute in questo Programma annuale, che sono state definite in               
considerazione degli esiti della sperimentazione 2002-2004 e che sono           
in forte continuita' con le linee guida della sperimentazione stessa.           
E' evidente pero' che, data la complessita' dei temi sopra citati e             
che saranno sviluppati nel Piano regionale, tali procedure saranno              
adattate e opportunamente integrate con indicazioni contenute nel               
Piano stesso, e che, sulla base di queste, le zone saranno tenute ad            
adeguare il processo avviato.                                                   
Occorre assolutamente precisare che con questo Programma annuale si             
attua, per la prima volta, una importante ricomposizione ed                     
allineamento a livello regionale di tutti gli strumenti di                      
programmazione del settore. In particolare si richiamano le politiche           
e gli interventi di integrazione sociale della popolazione immigrata            
e le politiche e gli interventi per la promozione dei diritti e delle           
opportunita' per l'infanzia e l'adolescenza che entrano in questo               
Programma annuale, come specifici programmi finalizzati, consentendo            
il completamento del processo di ricomposizione ed allineamento gia'            
avviato all'interno dei Piani di Zona.                                          
Questo importante processo di programmazione regionale e di                     
pianificazione locale che si avvia gia' con questo Programma e che              
avra' comunque come orizzonte temporale il triennio 2005-2007,                  
avverra' perseguendo sia il costante confronto interistituzionale               
nelle sedi individuate, che la partecipazione dei diversi soggetti              
nei momenti di confronto e concertazione a livello regionale e                  
locale.                                                                         
Con il Programma annuale dello scorso anno 2003, approvato con                  
deliberazione del Consiglio regionale n. 514 del 4 novembre 2003, si            
e' dato conto del percorso amministrativo che ha avviato e guidato la           
fase di sperimentazione dei Piani di Zona, individuando strumenti e             
fissando primi obiettivi della pianificazione. Ad esso si rimanda per           
una ricostruzione completa del percorso attuato.                                
Preme soltanto richiamare, in questa premessa, alcuni degli obiettivi           
gia' indicati che resteranno tali anche nella successiva fase di                
pianificazione locale e che saranno piu' avanti ulteriormente                   
precisati.                                                                      
Innanzi tutto la costruzione della "zona sociale" come ambito                   
naturale della pianificazione locale, coincidente territorialmente              
con l'ambito del Distretto sanitario. La "zona sociale" dovra'                  
acquisire sempre piu' una sua specificita' che la distingua e la                
caratterizzi come "sociale"; questo anche per perseguire gli                    
importanti obiettivi per il governo dell'area dell'integrazione                 
socio-sanitaria che saranno, in particolare, indicati nel prossimo              
Piano regionale. A questo riguardo risulta indispensabile che il                
Comitato dei Sindaci, ai sensi dell'art. 29 della L.R. 2/03 individui           
il Comune promotore del Piano di Zona per ciascuna Zona sociale per             
il ruolo di impulso e coordinamento che dovra' assumere in attuazione           
di questo Programma e del prossimo Piano regionale.                             
Possono essere designate come soggetto promotore del Piano anche le             
forme associative di cui all'art. 16 della L.R. 2/03, purche'                   
l'ambito di associazione coincida con la zona sociale e allo stesso             
soggetto siano delegate le funzioni di programmazione e gestione dei            
servizi sociali. Per semplicita' il soggetto promotore verra' di                
seguito genericamente indicato come "Comune capofila".                          
Si sottolinea l'importanza di tale designazione al fine di dare                 
unitarieta' e coerenza, tramite l'esercizio di una funzione specifica           
di promozione e regia, all'insieme delle scelte e degli atti che                
sostanziano il processo di elaborazione e gestione del Piano di Zona.           
Si ritiene compatibile con il quadro cosi' definito la scelta -                 
adottata in alcune zone ed emersa dagli Accordi di programma 2004 -             
di individuare all'interno della zona Comuni diversi come referenti             
per specifici programmi finalizzati. Tale scelta puo' infatti                   
rispondere all'obiettivo di valorizzare competenze amministrative e             
professionali diversificate "al servizio" della zona.                           
Resta inoltre prioritario nel processo di pianificazione, il                    
perseguimento dell'obiettivo della partecipazione di tutti i soggetti           
ed in particolare di quelli del "terzo settore" di cui all'art. 20              
della citata legge regionale, individuando allo scopo strumenti e               
sedi idonee per il confronto e la concertazione a livello di zona.              
2. Gli obiettivi di benessere sociale per la pianificazione locale e            
le procedure per l'elaborazione e l'approvazione dei Piani di Zona              
2005-2007 e del Programma attuativo 2005                                        
Come gia' si e' affermato in premessa, questo Programma annuale che             
assume valore di anticipazione e stralcio del Piano regionale, da'              
avvio al processo di elaborazione ed approvazione dei Piani di Zona             
per il triennio 2005-2007 e del Programma attuativo 2005. Vengono               
infatti di seguito indicati gli obiettivi generali di benessere                 
sociale, gli obiettivi settoriali e le procedure per l'elaborazione             
ed approvazione dei Piani di Zona per il triennio 2005-2007 e del               
Programma attuativo 2005, il cui termine di presentazione verra'                
stabilito con successivo atto contestualmente all'assegnazione delle            
risorse indistinte ai Comuni. La definizione di obiettivi di                    
benessere sia generali che settoriali, e quindi degli interventi e              
servizi considerati prioritari nel sistema, rimanda direttamente al             
tema dei LIVEAS, la cui individuazione e' compito dello Stato. Con              
riferimento agli artt. 5 e 6 della L.R. 2, il Piano regionale                   
individuera' un percorso sperimentale su tale tema al fine di                   
verificare costi e consistenza dei livelli di assistenza attualmente            
realizzati in alcuni settori, fermo restando l'obiettivo di                     
migliorare l'accessibilita' dei servizi in modo equilibrato su tutto            
il territorio  regionale.                                                       
2.1 Gli obiettivi generali di benessere sociale                                 
In continuita' con gli indirizzi dati nel corso della sperimentazione           
triennale dei PdZ e con le tendenze emerse, si indicano di seguito              
gli obiettivi generali di benessere sociale, trasversali ai settori,            
che sono stati definiti anche sulla base dell'analisi del contesto              
socio-economico regionale, e costituiscono le finalita' piu' ampie              
delle politiche regionali, entro le quali sono declinati gli                    
obiettivi di settore.                                                           
- Sviluppo e rafforzamento della coesione sociale individuando                  
diversi assi d'intervento, coerentemente agli orientamenti espressi             
nell'Agenda per la politica sociale della Unione Europea e                      
all'obiettivo di costruire un nuovo equilibrio tra sviluppo economico           
e crescita sociale, incentivando la crescita e la diffusione della              
cultura della solidarieta'.                                                     
- Fanno riferimento a questo obiettivo azioni di promozione sociale,            
interventi di contrasto alla poverta' e al rischio di esclusione                
sociale, interventi di sostegno all'integrazione/inserimento sociale            
e lavorativo delle persone e delle famiglie immigrate, con                      
particolare riferimento a quelle straniere, interventi di promozione            
e supporto alle autonome iniziative delle famiglie e delle comunita',           
alla condivisione tra uomini e donne delle responsabilita' familiari,           
alle imprese e alle donne per favorire l'inserimento e il                       
reinserimento femminile nel sistema produttivo (cfr. art. 9, L.R.               
2/03).                                                                          
- Promozione dell'agio e del protagonismo di bambini, ragazzi e                 
giovani nei processi di formazione e di crescita dei piu' piccoli e             
dei piu' giovani, non solo di chi e' in condizioni di disagio ma di             
tutti i bambini e i ragazzi. Occorre sviluppare azioni per il                   
riconoscimento e la valorizzazione dei loro bisogni specifici e delle           
loro risorse, e per la messa in gioco di tali risorse all'interno dei           
diversi contesti (famiglia, scuola, ambienti informali), coltivando e           
facendo emergere le capacita' di partecipazione, di                             
autoorganizzazione, di condivisione. In questa ottica si colloca                
l'incentivazione del servizio civile volontario come risorsa per i              
servizi e come occasione di formazione civile e sociale delle ragazze           
e dei ragazzi.                                                                  
- Sostegno alla non autosufficienza e alla domiciliarita', sostegno             
alle responsabilita' familiari e al lavoro di cura, alla condivisione           
di tali responsabilita', con particolare riferimento al ruolo delle             
donne.                                                                          
In coerenza con le politiche di de-istituzionalizzazione avviate, si            
intende potenziare quest'indirizzo, lungo due assi d'intervento:                
a) sostegno e promozione delle scelte e dei progetti di vita delle              
persone - anziani, disabili, minori - con limitata autonomia;                   
b) supporto all'insieme di risorse di cura e relazionali, anche                 
familiari, che possono garantire la dignita' e la liberta' della                
persona parzialmente/non autosufficiente, ove possibile la sua vita             
indipendente, nonche' la tutela del minore.                                     
2.2 Gli obiettivi settoriali                                                    
Si indicano quali obiettivi settoriali da considerare per l'avvio               
dell'elaborazione dei Piani di Zona, quelli relativi alle aree:                 
- responsabilita' familiari, capacita' genitoriali e diritti dei                
bambini e degli adolescenti;                                                    
- politiche a favore dei giovani;                                               
- immigrazione, asilo, lotta alla tratta;                                       
- contrasto alla poverta';                                                      
- prevenzione e contrasto delle dipendenze e di altre forme di                  
disagio sociale;                                                                
- politiche a favore di anziani e disabili.                                     
Le aree sopra indicate rappresentano le aree nelle quali si e'                  
normalmente sviluppata, anche se non in modo omogeneo, la                       
progettazione dei Piani di Zona sperimentali; gli obiettivi che per             
ogni area di seguito si indicano fanno riferimento sia ad obiettivi             
in parte gia' contenuti nei Piani sperimentali di zona che si ritiene           
tuttavia necessario estendere a livello regionale, sia ad obiettivi             
innovativi sui quali si richiede l'impegno alla sperimentazione                 
locale.                                                                         
A tali obiettivi che saranno comunque ripresi, confermati ed in parte           
ulteriormente sviluppati, in particolare per l'area degli interventi            
socio sanitari, dal Piano regionale di prossima approvazione, si                
dovra' orientare la qualificazione e sviluppo dei servizi a livello             
locale, sia per quanto attiene la gestione corrente, che ai programmi           
di investimento in conto capitale. A questo proposito, in                       
particolare, la Regione, con atti successivi, promuovera', attraverso           
la concessione di contributi in conto capitale due azioni per:                  
- la qualificazione delle strutture residenziali e diurne per anziani           
e disabili al fine di migliorare le condizioni termoigrometriche ed             
omeostatiche, soprattutto nel periodo estivo                                    
(raffrescamento/condizionamento), in particolare attraverso                     
interventi ecosostenibili e che garantiscano risparmio energetico;              
- la qualificazione di aree attrezzate destinate alla popolazione               
nomade.                                                                         
2.2.1  Responsabilita' familiari, capacita' genitoriali e diritti dei           
bambini e degli adolescenti                                                     
Gli interventi di questa area, relativamente recenti, sono                      
caratterizzati da una accentuata sperimentalita' e, nonostante cio',            
hanno prodotto risultati rilevanti e una nuova attenzione rivolta               
alle famiglie, ai bambini e agli adolescenti, come evidenziato anche            
nei rapporti regionali di monitoraggio e valutazione degli interventi           
della Legge 285/97.                                                             
Sara' pertanto necessario sostenere ed accompagnare un processo che             
tenda ad assumere le politiche familiari, per l'infanzia e                      
l'adolescenza come parte importante della programmazione ordinaria              
delle Zone sociali, anche mediante finanziamenti dedicati e supporto            
alla progettazione, alla conoscenza, allo scambio di "buone prassi" e           
alla loro valutazione. Tale nuovo contesto di programmazione zonale             
sara' inoltre l'occasione per promuovere un maggiore equilibrio                 
territoriale e favorire un piu' intenso radicamento di servizi ed               
interventi, soprattutto in ambito adolescenziale, e una necessaria              
continuita' che superi logiche e approcci prevalentemente di tipo               
sperimentale ed emergenziale.                                                   
All'interno della dimensione di Piano potra' essere potenziata una              
cultura complessiva della programmazione, in una logica distrettuale            
che richiede di essere sorretta da forme di coordinamento precise e             
strutturate, anche con specifiche figure di sistema con competenze in           
ambito educativo e sociale, presupposto e condizione per un buon                
lavoro di rete.                                                                 
L'uso ricorrente di strumenti di monitoraggio e di valutazione delle            
azioni e degli esiti prodotti, la comunicazione dei risultati                   
conseguiti e la loro valorizzazione, tramite una puntuale                       
documentazione e circolazione delle esperienze, orientera' tecnici e            
Amministratori nell'affrontare eventuali criticita' e verso una                 
migliore e piu' produttiva allocazione delle risorse stesse.                    
L'inserimento nel Piano di Zona delle politiche familiari, per                  
l'infanzia e l'adolescenza, inoltre, favorira' la loro integrazione             
con quelle che investono la sfera educativa, scolastica, formativa e            
sanitaria tramite azioni ispirate a un equilibrio adeguato tra lavoro           
di cura, prevenzione, tutela e promozione.                                      
In merito all'area del sistema integrato dei servizi per l'infanzia e           
l'adolescenza, a fronte di una nuova rappresentazione sociale dei               
bambini e degli adolescenti attenta alle diverse fasi della loro                
eta', si individuano a livello territoriale i seguenti obiettivi:               
- la definizione di uno specifico e complessivo "Programma                      
territoriale di intervento per l'infanzia e l'adolescenza",                     
all'interno del Piano di Zona, cosi' come previsto dalla Legge 285/97           
e coordinato con i programmi finalizzati e i programmi provinciali di           
settore in particolare per la promozione degli affidamenti, delle               
adozioni e della tutela;                                                        
- la promozione e l'attuazione dei diritti dell'infanzia e                      
dell'adolescenza, anche attraverso la diffusione delle conoscenze di            
tali diritti a tutta la cittadinanza, nonche' la partecipazione e il            
protagonismo dei bambini e dei ragazzi nei progetti e negli                     
interventi che interessano la comunita' locale;                                 
- il consolidamento, lo sviluppo e la diffusione equilibrata e                  
radicata su tutto il territorio degli interventi e dei servizi per              
l'infanzia e l'adolescenza, nonche' la loro qualificazione anche                
mediante azioni di formazione e aggiornamento degli operatori;                  
- lo sviluppo e il potenziamento di interventi assistenziali connessi           
a provvedimenti del Tribunale per i minorenni e a favore dei minori             
stranieri non accompagnati.                                                     
Questi obiettivi potranno essere raggiunti tramite:                             
- la realizzazione di spazi di aggregazione, tesi a favorire la                 
socializzazione e lo sviluppo di interessi multicreativi e                      
multimediali, unitamente alle esperienze mirate a promuovere le                 
potenzialita' e la creativita' individuali, in vari ambiti di                   
espressione e attraverso modalita' e strumenti molteplici (come ad              
esempio le attivita' di educazione artistica, artigianale, musicale,            
grafica, teatrale, con caratteristiche ludiche, di educazione al                
movimento e quelle relative all'utilizzo delle nuove tecnologie,                
capaci di offrire contemporaneamente ai bambini e ai ragazzi,                   
all'interno di spazi adeguati, strumenti e attivita' per sviluppare             
le proprie capacita' personali, sia in situazioni di autonomia che di           
aggregazione sociale anche nel periodo estivo o gli interventi                  
educativi extrascolastici di strada (quali, ad esempio, i ludobus, le           
postazioni informative mobili, ecc.) supportati da adeguati progetti            
sul piano pedagogico-culturale). La realizzazione di tali attivita'             
avviene anche mettendo in rete progetti di altre realta' esistenti              
sul territorio, quali gli oratori e le agenzie socio-educative, che             
offrono risposte idonee ad affrontare le tematiche dell'adolescenza;            
- l'attuazione di servizi e attivita' in stretto collegamento con la            
realta' scolastica: le iniziative di prevenzione e di contrasto                 
all'abbandono scolastico, attraverso azioni di orientamento                     
scolastico, di sostegno e di incentivazione al successo formativo, di           
collegamento tra realta' scolastica e mondo del lavoro, la promozione           
di forme di integrazione sociale e scolastica di minori in condizioni           
di difficolta' sul piano psico-fisico o socio-culturale, quali i                
minori disabili o i minori immigrati, ivi comprese le attivita' di              
educazione multiculturale;                                                      
- le azioni mirate ad un inserimento attivo dei bambini e dei ragazzi           
all'interno della comunita', in particolare le azioni finalizzate a             
una conoscenza della realta' del proprio territorio e delle                     
opportunita' che esso offre (sportelli informativi, centri di                   
ascolto, informagiovani, iniziative mirate a promuovere la conoscenza           
dei propri diritti e doveri in quanto cittadini italiani ed europei,            
le iniziative di educazione alla legalita', sulle questioni                     
ambientali, ecc..). Tra gli interventi piu' significativi in tale               
area si segnalano in particolare:                                               
a) le azioni di informazione, sensibilizzazione e formazione sui                
diritti dell'infanzia e dell'adolescenza rivolte sia alla comunita'             
locale sia a chi e' piu' a stretto contatto con i minori, in                    
particolare modo i genitori, gli insegnanti, e chi si occupa di                 
interventi sociali ed educativi per l'infanzia e l'adolescenza, anche           
al fine di promuovere la crescita di una cultura intorno a queste               
tematiche;                                                                      
b) le azioni finalizzate a rendere i contesti urbani luoghi piu'                
vivibili, ospitali e capaci di consentire una crescita armonica,                
attraverso una strategia che assuma le stesse citta' in tutte le loro           
dimensioni e mediante l'attuazione di progetti e iniziative                     
specifiche sul piano educativo e culturale per rendere piu' fruibile            
l'ambiente naturale e urbano da parte dell'infanzia e                           
dell'adolescenza, anche con interventi di educazione ambientale;                
c) sollecitare e supportare forme di cittadinanza attiva da parte dei           
bambini e degli adolescenti (promozione della partecipazione,                   
coinvolgimento dei bambini e degli adolescenti nella progettazione              
degli spazi e delle iniziative che li riguardano sia di                         
trasformazione urbanistica che di aree verdi, sviluppo di forme di              
solidarieta' tra coetanei, tra minori di diverse fasce d'eta' e tra             
generazioni, e la promozione di forme di consultazione e                        
coinvolgimento dei ragazzi, affinche' siano protagonisti dei propri             
diritti, quali, ad esempio, i consigli comunali dei ragazzi);                   
- lo sviluppo dell'accoglienza anche a bassa soglia per ragazzi che             
necessitano di conciliare la protezione con lo sviluppo della piena             
autonomia;                                                                      
- un'informazione accogliente rivolta ai minori stranieri ed alle               
loro famiglie con particolare attenzione ai minori stranieri non                
accompagnati;                                                                   
- la costituzione, tramite accordi, di un fondo distrettuale per                
garantire una solidarieta' interistituzionale e una gestione                    
unificata per casi particolarmente impegnativi per gli oneri relativi           
all'inserimento in struttura dei minori;                                        
- la formazione e sperimentazione di alcune figure quali esperti                
giuridici in diritto minorile di supporto all'attivita' dei Servizi             
sociali e "figure di sistema" per il raccordo tra le progettazioni              
locali e, in particolare, tra l'area sociale, educativa e sanitaria.            
In merito all'area del sostegno delle capacita' genitoriali e delle             
responsabilita' familiari si individuano i seguenti obiettivi:                  
- il potenziamento dei servizi socio-educativi per la prima infanzia            
- anche quali luoghi di sostegno alla genitorialita', con particolare           
attenzione al primo anno di vita del bambino e alle sue relazioni               
affettive - da quelli piu' tradizionali (come nidi e micronidi), a              
quelli integrativi (spazi bambini e centri per bambini e genitori) e            
sperimentali (educatrici familiari, domiciliari e altri consentiti              
dalla L.R. 1/00);                                                               
- il supporto alle responsabilita' familiari e alle capacita'                   
genitoriali, anche attraverso lo sviluppo e la qualificazione dei               
centri per le famiglie intesi come agenzie di affiancamento e                   
sostegno soprattutto alle esigenze delle famiglie con figli,                    
attraverso:                                                                     
- un'informazione integrata su tutti i servizi, le risorse e le                 
opportunita' istituzionali e informali (educative, sociali,                     
sanitarie, scolastiche, del tempo libero...) che il territorio offre            
a bambini, adolescenti, giovani, adulti con particolare attenzione              
alle famiglie con disabili, monoparentali, immigrate e in                       
difficolta';                                                                    
- forme di sostegno economico volte alla permanenza al domicilio                
della madre nel primo anno di vita del bambino e aiuti economici,               
anche tramite i prestiti sull'onore (banche etiche), soprattutto a              
genitori soli con figli e in situazione di difficolta' temporanea;              
- un'azione di promozione culturale e un sostegno alle competenze               
genitoriali, anche attraverso seminari, corsi con esperti e mettendo            
a disposizione spazi per incontri autogestiti da parte di genitori;             
- un supporto di mediazione familiare a genitori in fase di                     
separazione o divorzio per superare conflitti e recuperare un                   
rapporto positivo nell'interesse dei figli;                                     
- la promozione dell'affidamento familiare, in tutte le sue forme, e            
dell'adozione, in collaborazione con le associazioni e gli enti                 
autorizzati, per promuovere una cultura dell'accoglienza, anche in              
vista della chiusura degli istituti come richiesto dalla Legge                  
149/01;                                                                         
- l'armonizzazione e la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi             
di lavoro e il supporto alla condivisione delle responsabilita'                 
familiari tra uomini e donne;                                                   
- la valorizzazione delle esperienze di auto-aiuto tra famiglie e               
delle autonome iniziative delle famiglie e delle loro associazioni;             
- progetti che promuovano i rapporti tra le generazioni e forme di              
solidarieta' a livello micro-sociale, come le banche del tempo.                 
2.2.2 Politiche a favore dei giovani                                            
Nel corso degli ultimi anni ed anche grazie al sostegno di                      
finanziamenti dedicati (Legge 285/97, Legge 45/99, L.R. 21/96), gli             
Enti locali, alcune AUSL ed i soggetti del Terzo Settore, hanno                 
progettato ed attuato numerosi interventi e servizi territoriali                
destinati ad adolescenti e giovani, in molti casi ponendo attenzione            
anche agli adulti significativi che vengono quotidianamente in                  
contatto con i ragazzi.                                                         
L'attenzione di tali interventi e' rivolta prevalentemente alle                 
diverse forme di aggregazione giovanile spontanee e formali                     
(associazioni culturali e sportive, parrocchie, gruppi-classe ecc.),            
anche con l'obiettivo di produrre cambiamenti culturali nel mondo               
degli adulti e di tutta la Comunita' locale.                                    
Moltissimi Enti locali hanno attivato deleghe per le politiche                  
giovanili, nella maggior parte dei casi con specifici Assessorati,              
che coordinano l'attuazione sul territorio dei progetti sostenuti con           
la L.R. 21/96 ed altre leggi di settore, sperimentano forme di                  
rappresentanza dei giovani verso le istituzioni locali, sviluppano i            
rapporti con progettualita' in altre aree regionali, nazionali ed               
estere, interagiscono con i 107 Informagiovani ed i 6 punti locali              
decentrati di Eurodesk attivi nella nostra regione.                             
Oggi quindi ci troviamo di fronte ad un quadro di interventi per i              
giovani abbastanza diffuso, anche se non in modo omogeneo e non                 
ancora sufficientemente consolidato.                                            
Infatti gli interventi di questa area, perche' relativamente recenti            
e in gran parte sostenuti per anni da finanziamenti derivanti da                
leggi di settore, sono caratterizzati da prolungata sperimentalita',            
precarieta' e carenza di risorse, anche se hanno prodotto risultati             
rilevanti.                                                                      
Per questo motivo si ritiene opportuno dare evidenza al tema delle              
politiche per i giovani e sostenere, anche mediante finanziamenti               
dedicati (Programma finalizzato e L.R. 21/96) la progettazione, la              
conoscenza, lo scambio di "buone prassi" e la valutazione,  un                  
processo che tenda a:                                                           
- coordinare tutti gli interventi per i giovani messi in atto dai               
diversi settori degli Enti locali (istruzione, formazione, cultura,             
sport, sanita', politiche sociali ecc.) e delle AUSL, per conferire             
cosi' maggiore coerenza alle politiche complessive e conseguire                 
maggiore efficacia nell'utilizzo delle risorse;                                 
- ad assumere l'insieme di queste politiche come facenti parte della            
programmazione ordinaria delle Zone sociali.                                    
E' evidente che la complessita' delle tematiche relative ai giovani             
(scuola, lavoro, ambiente, cultura ecc.) e la molteplicita' dei                 
soggetti che, a diverso titolo, incontrano tali tematiche e su di               
esse intervengono, richiedono, come sottolinea anche il libro bianco            
della Commissione Europea "Un nuovo impulso per la gioventu'" del               
2001, uno stretto coordinamento con e tra le diverse istituzioni, a             
partire da quelle locali.                                                       
I progetti e le esperienze realizzate diffusamente nel territorio               
regionale ed il confronto tra gli operatori in merito agli aspetti              
fondanti del lavoro con i giovani, hanno fatto maturare la                      
consapevolezza della necessita' di superare il concetto di                      
prevenzione - del disagio, delle dipendenze ecc. - inteso come                  
attivita' volte a ridurre i fattori di rischio derivanti dal disagio            
giovanile, a favore del concetto di partecipazione, inteso come                 
valorizzazione delle risorse naturalmente presenti nei giovani e                
coinvolgimento diretto di questi ultimi nelle decisioni e nelle                 
attivita' che li riguardano e possibilita' di prendere decisioni                
rispettose dei bisogni, dei linguaggi e dei tempi dei ragazzi e di              
tutti i soggetti sociali del territorio e di creare senso di                    
appartenenza.                                                                   
Il senso di appartenenza rappresenta il fattore necessario in assenza           
del quale qualsiasi intervento sociale rivolto all'innalzamento della           
qualita' di vita di una data Comunita' rischia di rimanere privo di             
qualsiasi significato. La costruzione del senso di appartenenza                 
diventa poi fondamentale sia per prevenire e contrastare le diverse             
forme di disagio che, in particolare, a fronte dell'aumento di                  
giovani figli di immigrati stranieri e della necessita' di favorire             
lo sviluppo di una societa' interculturale, capace di confronto e di            
dialogo.                                                                        
L'interesse diffuso dei giovani per la musica, le diverse forme di              
espressione artistiche e culturali e la pratica sportiva, se                    
adeguatamente e positivamente sostenuto, anche mettendo in campo                
professionalita' adeguate, puo' diventare un potente fattore                    
protettivo  e facilitare anche l'incontro ed il dialogo tra culture             
diverse.                                                                        
La Regione sostiene i progetti basati sulla partecipazione come                 
presupposto, strategia e obiettivo delle attivita' con i giovani.               
Nelle esperienze piu' significative, dal punto di vista della                   
qualita' e dei risultati raggiunti, realizzate nel territorio                   
regionale si riscontrano alcuni punti comuni che possono essere                 
considerati come "buone prassi" di settore:                                     
- assumere, da parte dei servizi sociali e sanitari, un'ottica                  
territoriale di comunita', che consenta di intervenire nel contesto             
di vita dei singoli e dei gruppi e di attivare e valorizzare tutte le           
risorse presenti nella Comunita' locale;                                        
- costruire un rapporto di collaborazione tra tutte le risorse                  
formali, informali ed istituzionali del territorio, con un ruolo                
attivo delle Amministrazioni locali, favorendo un radicamento nel               
territorio degli interventi;                                                    
- affermare una nuova cultura che pone al centro degli interventi i             
processi di costruzione di relazioni;                                           
- attivare percorsi di coinvolgimento dei giovani nella progettazione           
e nella assunzione di decisioni, valorizzando le risorse dei singoli            
insieme a quelle dei gruppi cui fanno riferimento, anche con                    
l'utilizzo delle nuove tecnologie legate alla rete;                             
- saper individuare precocemente le situazioni problematiche e/o di             
disagio e saper agire prevedendo percorsi di ascolto, accoglienza,              
accompagnamento, supporto con l'attivazione dei servizi                         
specialistici.                                                                  
Le azioni riferite a questo settore possono essere cosi'                        
schematizzate:                                                                  
- consolidare, radicandoli nel territorio ed affrancandoli da un                
approccio di tipo occasionale/emergenziale, gli interventi ed i                 
servizi di qualita', anche sviluppando strategie per una idonea                 
diffusione dell'informazione;                                                   
- qualificare i servizi esistenti, anche mediante azioni di                     
formazione e aggiornamento degli operatori, e sperimentare nuove                
modalita' di integrazione operativa tra servizi sociali, sanitari ed            
educativi;                                                                      
- sostenere lo sviluppo della creativita' giovanile, nel rispetto               
degli interessi personali  e dei sistemi culturali di riferimento;              
- sperimentare percorsi personalizzati e facilitati di ascolto,                 
accoglienza, accompagnamento, supporto, nelle situazioni, individuali           
o di gruppo, caratterizzate da disagio, sofferenza, devianza, abuso             
di sostanze ma fortemente resistenti al contatto con i Servizi o                
connotate da una scarsa consapevolezza rispetto alle necessita' di              
aiuto, attivando i servizi sanitari specialistici;                              
- migliorare le capacita' di valutazione degli interventi, con                  
strumenti e metodologie proprie del lavoro sociale e consone alla               
specificita' del settore, anche con interventi di formazione a                  
livello regionale;                                                              
- attivare ricerche finalizzate alla conoscenza della realta' e dei             
bisogni espressi dai giovani.                                                   
Le azioni riferite a questa area devono integrarsi con la                       
programmazione dell'area "Prevenzione e contrasto alle dipendenze e             
ad altre forme di disagio sociale" e dell'area "Responsabilita'                 
familiari, capacita' genitoriali e diritti dei bambini e degli                  
adolescenti" e trovare analoga integrazione nelle azioni previste nei           
relativi programmi finalizzati.                                                 
2.2.3 Immigrazione, asilo, lotta alla tratta                                    
La programmazione regionale per quanto attiene le aree tematiche                
della immigrazione straniera, delle politiche per l'asilo e della               
lotta alla tratta, si inserisce in un quadro normativo regionale                
fortemente rinnovato a partire dalla nuova legge regionale in materia           
di immigrazione straniera, L.R. n. 5 del 24 marzo 2004 "Norme per la            
integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati", a cui vanno            
associati gli importanti indirizzi in materia di immigrazione                   
previsti dal "Patto per la qualita' dello sviluppo, la                          
competitivita', la sostenibilita' ambientale e la coesione sociale",            
sottoscritto il 18 febbraio 2004 dalla Giunta regionale e dalle parti           
sociali e le associazioni sindacali, ed il Protocollo regionale                 
d'intesa in materia di richiedenti asilo e rifugiati sottoscritto il            
17 giugno 2004 dalla Regione con ANCI, UPI, Forum regionale del Terzo           
Settore, sindacati e associazioni del settore. A tali documenti si              
rimanda per un riferimento completo e piu' generale agli obiettivi              
dell'area.                                                                      
Si tratta in ogni caso di affermare il principio che il sistema                 
integrato di interventi e servizi sociali, ad ogni livello di                   
programmazione, deve considerare le politiche di accoglienza e                  
integrazione sociale rivolte ai cittadini stranieri come                        
programmazione ordinaria e strutturale, abbandonando un approccio               
occasionale, temporaneo ed emergenziale.                                        
Il Programma "Azioni per l'integrazione sociale degli immigrati", in            
armonia con le finalita' previste dalla L.R. 5/04 "Norme per                    
l'integrazione sociale dei cittadini stranieri. Modifiche alle leggi            
regionali 21 febbraio 1990, n. 14 e 12 marzo 2003, n. 2" si muove               
nella convinzione che i sistemi integrati di interventi e servizi               
sociali, ad ogni livello territoriale, devono considerare le                    
politiche di accoglienza e integrazione sociale rivolte ai cittadini            
stranieri in una logica di programmazione ordinaria e strutturale.              
Sappiamo infatti come il progressivo invecchiamento della                       
popolazione, il calo della popolazione attiva lavorativa, e la                  
difficolta' in taluni settori produttivi ad individuare                         
disponibilita' di manodopera, rappresentino nel breve e medio periodo           
i principali elementi attrattivi della immigrazione straniera nella             
regione Emilia-Romagna.                                                         
Nondimeno lo scenario internazionale, caratterizzato da fattori di              
spinta (guerre, condizioni socio-economiche di fame e poverta', fuga            
da regimi dittatoriali, ecc..) e elementi di attrazione (la                     
progressiva permeabilita' dei confini, la maggiore facilita' di                 
trasporto, la legittima ricerca di un mondo migliore da parte di                
tante persone) motiva la previsione nei prossimi anni di una crescita           
costante dei cittadini stranieri nella societa' regionale.                      
Esistono questioni trasversali che necessariamente solleciteranno nei           
prossimi anni la rete dei servizi pubblici alla individuazione di               
nuove risposte:                                                                 
- la prospettiva di genere, e dunque la necessita' di interventi che            
abbiano al centro il tema dell'effettivo inserimento sociale e                  
lavorativo delle donne straniere;                                               
- il tema delle risorse abitative, che impone la individuazione di              
nuovi ed articolati strumenti per facilitare la soluzione abitativa;            
- il tema della scarsa integrazione fra i soggetti che agiscono                 
nell'ambito dell'immigrazione (Enti locali, parti sociali, privato              
sociale, Prefetture e Questure, Scuola, AUSL) che sollecita ad una              
progettazione integrata delle risposte (ad esempio il tema della                
velocizzazione e semplificazione delle pratiche amministrative);                
- il tema della condizione legale del migrante, della sua permanenza            
nel nostro Paese fortemente legata alla necessita' di possedere un              
lavoro e quindi posto in una condizione costante di potenziale                  
espulsione. Si tratta di un contesto normativo di sfondo che rende              
problematica una progettazione sociale graduale e duratura con la               
persona straniera e richiede agli Enti locali di mantenere una forte            
attenzione anche verso una possibile presenza di persone in                     
condizioni di soggiorno non regolare, specie donne e bambini, spesso            
in condizione precarie di salute e accoglienza;                                 
- la crescente domanda di mobilita' sociale da parte dei cittadini              
stranieri, che richiede al sistema dei servizi sociali una risposta             
promozionale orientata alla valorizzazione delle competenze per                 
ciascuno di essi;                                                               
- il tema della qualita' complessiva della vita del migrante, e                 
quindi la necessita' di considerarlo un cittadino che ha aspettative            
legate alla socialita', alla cultura, alla musica, all'attivita'                
sportiva; dimensioni queste, alle quali gli Enti locali devono                  
prestare attenzione attivando forme di collaborazione con il vasto              
tessuto associativo presente ad ogni livello (comunale, distrettuale,           
provinciale), e che possono rappresentare un fondamentale valore                
aggiunto rispetto alle politiche istituzionali di integrazione                  
sociale.                                                                        
Per i soggetti pubblici e del privato sociale che compongono il                 
sistema locale dei servizi sociali, si tratta dunque di promuovere              
politiche integrate di consolidamento e sviluppo di interventi                  
prioritariamente nell'ambito delle seguenti aree tematiche:                     
- la messa in campo di una serie di azioni in ambito scolastico                 
rivolte ai minori e alle loro famiglie, riconducibili in particolare            
al sostegno all'apprendimento della lingua italiana e allo sviluppo             
di relazioni di fiducia con gli operatori scolastici, nonche' alla              
attivazione di interventi laboratoriali a valenza interculturale                
anche in ambito extra-scolastico, in raccordo con le istituzioni                
scolastiche;                                                                    
- la realizzazione ed il consolidamento di centri e interventi                  
informativi specialistici in materia di immigrazione, finalizzati a             
garantire per i cittadini stranieri adeguate forme di conoscenza e di           
tutela dei diritti e di conoscenza dei doveri, previsti dalla                   
normativa regionale, nazionale ed europea;                                      
- il consolidamento e lo sviluppo della attivita' specifica di                  
mediazione interculturale in particolare nei servizi sociali,                   
sanitari e scolastici, finalizzata ad accompagnare la relazione tra             
persone straniere e servizi pubblici e privati, a facilitare la                 
rimozione delle barriere linguistico-culturali e a promuovere la                
conoscenza e la valorizzazione delle culture d'appartenenza;                    
- azioni volte alla facilitazione di accesso ai servizi riassumibili            
in almeno tre tipologie di interventi: azioni di orientamento, azioni           
formative interculturali per gli operatori posti a contatto con                 
l'utenza straniera e la realizzazione di strumenti informativi                  
plurilingue;                                                                    
- attivita' specifiche di alfabetizzazione alla lingua italiana                 
rivolte agli adulti.                                                            
Si richiama altresi' l'attenzione allo sviluppo di ulteriori                    
interventi, quali:                                                              
- attivita' volte a promuovere relazioni positive tra cittadini                 
stranieri e autoctoni, capaci di favorire la conoscenza e il                    
confronto tra punti di vista e culture presenti nella societa'                  
regionale attraverso lo svolgimento di iniziative di comunicazione,             
informazione e orientamento sui temi connessi all'immigrazione, la              
predisposizione di iniziative in ambito artistico, culturale e                  
sportivo e la realizzazione di centri interculturali;                           
- il sostegno e confronto con associazioni e comunita' di cittadini             
stranieri, nonche' la realizzazione di percorsi partecipativi e di              
rappresentanza in ambito locale;                                                
- interventi a carattere preventivo, di tutela e di assistenza per              
gli stranieri vittime di discriminazioni per motivi razziali, etnici,           
nazionali o religiosi;                                                          
- interventi  informativi, di accoglienza ed integrazione sociale               
rivolti a specifici target di popolazione socialmente vulnerabile:              
richiedenti asilo e rifugiati, donne, minori stranieri non                      
accompagnati, detenuti ed ex detenuti stranieri che necessitano di              
percorsi di reinserimento sociale;                                              
- azioni di lotta alla tratta e conseguente attivazione di percorsi             
di protezione e integrazione sociale rivolti alle persone che                   
intendono uscirne.                                                              
2.2.4 Contrasto alla poverta'                                                   
L'Emilia-Romagna e' rappresentata da piu' parti come una regione ad             
elevato "capitale sociale" nel senso di una persistenza di reti e di            
comportamenti di reciprocita', di relazioni e rapporti che si                   
estendono oltre il lavoro e toccano attivita' dall'impegno civile               
fino al tempo libero.                                                           
La Regione, consapevole di poter contare su di una realta' sociale              
cosi' significativa, ha da tempo orientato le proprie politiche al              
contrasto della poverta' e dell'esclusione sociale. Le stime di                 
poverta' regionale, basate sui consumi delle famiglie e presentate              
per la prima volta dall'ISTAT nel dicembre 2003, hanno rilevato in              
Emilia-Romagna nel 2002 76.110 famiglie sotto la soglia di poverta'             
relativa, pari al 4,5% di incidenza di poverta' (il valore a livello            
nazionale risulta dell'11%). Secondo l'indagine riferita al 2003 e              
presentata dall'ISTAT il 13 ottobre 2004, l'incidenza di poverta'               
nella regione Emilia-Romagna e' pari al 4,3%, registrando un seppur             
lieve calo rispetto al 2002. Anche in una regione di piena                      
occupazione come la nostra il problema della poverta' esiste ed ha              
una sua specificita'.                                                           
Il disagio sempre piu' si sta caratterizzando quale condizione di               
rottura della normalita', non piu' quale eccezione, evidenziando una            
crescente vulnerabilita' delle persone. In particolare si segnala un            
crescente stato di disagio anche economico nei casi di rottura di               
vincoli familiari (matrimoni o convivenze), con un impoverimento del            
nucleo familiare nel suo complesso e di ciascuna delle sue                      
componenti.                                                                     
I senza fissa dimora sono le persone che piu' rappresentano, in uno             
stadio estremo, il fenomeno dell'esclusione sociale, individui che              
assieme alla precarieta' materiale hanno sperimentato la perdita dei            
legami affettivi e la rottura di rapporti di aiuto e protezione.                
Si guarda con preoccupazione alla poverta' giovanile, a quella                  
femminile (con particolare riferimento alle donne sole con figli a              
carico), a quella degli anziani e a quella degli immigrati, alle                
popolazioni nomadi le cui diversita' possono talvolta costituire                
fattore di disagio ed emarginazione. Inoltre le difficili situazioni            
di vita nei campi sosta favoriscono un degrado sociale crescente.               
Particolare attenzione e' rivolta alle persone sottoposte a                     
limitazioni della liberta' personale, sia internamente che                      
esternamente alle carceri.                                                      
Le strategie regionali di lotta alla poverta' e all'esclusione                  
sociale, tenuto conto sia delle politiche sull'inclusione sociale               
avviate dai Consigli europei di Lisbona e Nizza del 2000 che dei                
contenuti del Piano nazionale per l'inclusione di giugno 2001 e del             
NAP 2003-2005 (Piano di azione nazionale contro la poverta' e                   
l'esclusione sociale) presentato in luglio 2003, si basano su:                  
- la centralita' della persona e dei suoi diritti;                              
- la qualita' ed efficacia degli interventi rispetto ai bisogni di              
benessere sociale espressi;                                                     
- un'equa opportunita' di risorse al territorio in relazione alle sue           
diverse caratteristiche;                                                        
- un efficiente impiego delle risorse.                                          
Si individuano i seguenti obiettivi generali di lotta alla poverta' e           
all'esclusione sociale:                                                         
- fornire ad ogni persona piena cittadinanza attraverso opportunita'            
per la costruzione di una esistenza equa e dignitosa agendo sulle tre           
principali aree del disagio sociale: lavoro, casa ed integrazione;              
- prevenire le situazioni di poverta', rafforzando i legami di                  
solidarieta' familiare e sociale dell'inclusione;                               
- sviluppare l'azione sociale nei luoghi di lavoro attraverso                   
l'intervento dei delegati sociali;                                              
- promuovere interventi di politica integrata rivolti al contrasto              
alla poverta' e all'esclusione sociale, sviluppando innovazione e               
buone prassi;                                                                   
- promuovere il miglioramento delle condizioni di vita della                    
popolazione nomade nelle aree di sosta, anche attraverso contributi             
in c/capitale ai Comuni;                                                        
- contrastare il disagio determinato da una crescente vulnerabilita'            
delle persone di fronte ai cambiamenti e alle trasformazioni di una             
normalita' di vita con particolare riguardo alle separazioni                    
coniugali o alla rottura di vincoli familiari in presenza di figli;             
- affrontare la cosiddetta "poverta' immateriale", tipica dei                   
contesti urbani, sviluppando nelle persone dignita' ed autostima;               
- approfondire la conoscenza della dimensione territoriale della                
poverta' e le sue caratteristiche legate anche a differenze di                  
genere, per l'individuazione di appropriate politiche locali e per la           
loro socializzazione.                                                           
Individuando in lavoro, casa ed integrazione sociale le tre aree di             
disagio sociale o di rischio di disagio, la Regione promuove                    
interventi secondo questa articolazione:                                        
- Trasferimenti economici. Questo ambito e' caratterizzato da                   
interventi gia' sviluppati a livello locale quali contributi                    
economici, riduzione delle spese (esenzione ticket, esenzione                   
rette...), da una serie di interventi relativi all'affitto (fondo               
garanzia per l'affitto, contribuzione in conto affitto) ad altri                
relativi alla casa (sconto ICI).                                                
- Accoglienza abitativa. La Regione ritiene prioritario in questo               
ambito  consolidare quanto gia' si realizza a livello locale                    
attraverso tre tipologie di interventi: prima accoglienza/prima                 
necessita' indirizzata ai bisogni di "riparo" e di alloggio                     
(dormitorio, strutture temporanee, ecc); seconda accoglienza che                
propone strutture residenziali; interventi strutturati che rientrano            
nell'ambito delle politiche per la casa.                                        
- Fornitura di beni di prima necessita'. L'offerta di beni di prima             
necessita' si traduce nella fornitura diretta di beni in natura o di            
servizi di immediato utilizzo (servizi mensa, borse viveri,                     
vestiario, distribuzione farmaci) e nell'erogazione di "buoni" per              
l'acquisto dei beni stessi (buoni mensa, buoni spesa, ecc.). Si                 
considera di interesse regionale il recupero dalla grande e piccola             
distribuzione di alimenti e beni di prima necessita' a favore dei               
meno abbienti.                                                                  
- Politiche attive del lavoro. Le azioni da sviluppare in questo                
senso vanno dall'erogazione di borse lavoro agli incentivi alle                 
assunzioni, dall'orientamento/accompagnamento/inserimento alla                  
sensibilizzazione del mondo imprenditoriale nelle sue varie                     
connotazioni.                                                                   
- Prevenzione, promozione, riduzione del danno. Si sviluppano in                
quest'ambito attivita' volte a promuovere nei soggetti l'attivazione            
delle proprie risorse e riconducibili ad un progetto di uscita da una           
condizione di "esclusione sociale": sportelli informativi, educativa            
di strada, formazione professionale, ecc.                                       
Lo sviluppo dell'area si realizzera' attraverso:                                
- la progettualita' territoriale (provinciale, sovra-zonale e/o                 
zonale) degli interventi, l'attivita' di rete ed il rapporto con il             
terzo settore;                                                                  
- interventi di integrazione delle politiche sociali in particolare             
con quelle abitative, del lavoro, formative, della famiglia e con               
altri livelli istituzionali;                                                    
- osservazione ed analisi della poverta' in ambito provinciale, per             
la lettura, la decodificazione del fenomeno a livello regionale,                
utili per la programmazione degli interventi.                                   
Iniziative regionali anche a carattere innovativo per:                          
- dare risposta a nuovi bisogni attraverso nuove pratiche;                      
- sviluppare qualita' degli interventi, nonche' efficacia ed                    
efficienza nell'impiego delle risorse;                                          
- la sistematizzazione delle buone prassi.                                      
Si considera innovativo e di interesse regionale il tema del recupero           
dalla grande distribuzione di alimenti e beni di prima necessita' a             
favore dei meno abbienti, supportato da alcune iniziative gia'                  
esistenti sul territorio.                                                       
2.2.5 Prevenzione e sostegno al reinserimento sociale delle                     
dipendenze e di altre forme di disagio sociale                                  
L'assunzione di responsabilita' degli Enti locali in tema di                    
prevenzione e reinserimento sociale nell'ambito delle dipendenze                
patologiche ha portato negli anni al consolidamento di una serie di             
programmi ed interventi con caratteristiche di integrazione                     
socio-sanitaria. Esistono altri settori di intervento quali ad                  
esempio, la psichiatria e le patologie HIV correlate, pure connotati            
da  necessita' di integrazione socio-sanitaria, per le quali sara'              
necessario definire meglio, nell'ambito del Piano sociale e                     
sanitario, caratteristiche e percorsi operativi comuni e condivisi              
tra sanita' e sociale.                                                          
Gia' in questo "Programma annuale" si ritiene tuttavia opportuno                
anticipare, per tali aree di intervento, una serie di indicazioni che           
consentano un migliore coordinamento ed integrazione tra gli                    
interventi sanitari dei servizi dell'AUSL e gli interventi sociali              
degli Enti locali relativi al reinserimento lavorativo e sociale e al           
sostegno alla domiciliarita'. Tali situazioni patologiche si                    
accompagnano infatti a situazioni di grave disagio sociale. La presa            
in carico di tali persone richiede  percorsi condivisi, che                     
comprendono certamente trattamenti sanitari, a volte estremamente               
specialistici, ma anche un importante coinvolgimento della rete dei             
servizi sociali. Da questo punto di vista sara' interessante                    
sperimentare interventi che, anche attraverso il coinvolgimento del             
Terzo settore, vedano impegnati congiuntamente i servizi dei Comuni,            
nell'ambito della zona sociale e le Aziende sanitarie attraverso i              
SERT, i Dipartimenti di salute mentale ed i servizi dedicati ai                 
pazienti HIV positivi.                                                          
Per quanto attiene piu' in particolare alle dipendenze, negli scorsi            
anni, sulla base di un lungo lavoro di condivisione tra                         
rappresentanti di Aziende sanitarie, enti locali, Terzo Settore si e'           
giunti alla messa a punto di linee-guida di orientamento per gli                
interventi territoriali sul tema dell'uso e della dipendenza da                 
sostanze. Sulla base di un esame dei mutamenti avvenuti negli stili             
di consumo e nelle risposte dei servizi e delle istituzioni, si                 
privilegia una chiave di lettura che esamina i fenomeni legati                  
all'assunzione di sostanze all'interno dei contesti sociali di                  
riferimento.                                                                    
Vengono quindi individuati tre contesti di attenzione: mondo                    
giovanile, dipendenza da sostanze, marginalita' sociale, che si                 
ritiene rappresentino la complessita' e la diversita' dei bisogni e             
delle relative risposte nell'ambito dell'area.                                  
A questa cornice concettuale fanno riferimento gli obiettivi e le               
azioni successivamente indicate.                                                
Gli obiettivi sono articolati per contesti.                                     
Mondo giovanile e rapporto con le sostanze                                      
I dati disponibili e gli elementi di conoscenza che derivano dalle              
numerose esperienze di lavoro rivolte al mondo giovanile indicano:              
l'incremento di forme di consumo ricreazionale di sostanze, in                  
particolare nei luoghi del divertimento; l'abbassamento dell'eta' in            
cui avviene l'incontro con le sostanze; la trasversalita' del                   
fenomeno, per cui occorre assumere la consapevolezza che non esistono           
ambienti esenti da un possibile contatto con le sostanze; un                    
orientamento verso il consumo e il consumismo che va ben oltre il               
problema delle sostanze.                                                        
Il contesto individuato e' quindi quello degli adolescenti e dei                
giovani che non usano sostanze, ma che comunque vivono in contesti              
ove l'uso e' presente, o che le consumano senza esserne o sentirsene            
dipendenti.                                                                     
Gli obiettivi di seguito sinteticamente delineati richiedono tutti              
necessariamente una forte integrazione tra i servizi sociali e                  
sanitari ed il pieno coinvolgimento del privato sociale.                        
Tali obiettivi sono:                                                            
- costruire percorsi per l'individuazione precoce di soggetti a                 
rischio di dipendenza e di problemi correlati all'uso di sostanze               
legali ed illegali;                                                             
- sviluppare e consolidare interventi socio-sanitari di promozione              
della salute nei luoghi del divertimento, anche attraverso l'utilizzo           
di unita' mobili, prevedendo il coinvolgimento dei gestori dei locali           
e delle forze dell'ordine, favorendo la collaborazione ed il                    
coordinamento tra operatori e servizi sociali e operatori e servizi             
sanitari e attivando le opportune iniziative di formazione ed                   
aggiornamento degli operatori;                                                  
- prevedere, anche attraverso progettualita' sperimentali, forme di             
facilitazione all'accesso e di accompagnamento, per i giovani a                 
rischio, verso servizi non connotati, ma in grado di fornire, o di              
rendere disponibili, prestazioni anche specialistiche.                          
Le azioni riferite a questo contesto devono integrarsi con i progetti           
e gli interventi per gli adolescenti ed i giovani e trovare riscontro           
nei programmi  relativi. Per quanto attiene lo specifico delle azioni           
informativo-educative sul tema delle sostanze legali (alcol e                   
tabacco) ed illegali, tali azioni vanno previste nell'ambito delle              
politiche rivolte agli adolescenti ed ai giovani nei loro contesti di           
vita (scuola, luoghi di aggregazione, luoghi del divertimento, luoghi           
di lavoro) e realizzate in collaborazione con i servizi sanitari, in            
particolare SERT e Spazio Giovani dei Consultori.                               
Dipendenza da sostanze                                                          
Il trattamento della dipendenza da sostanze e' ovviamente di                    
competenza dei servizi sanitari e le prestazioni relative sono                  
ricomprese tra i livelli essenziali di assistenza sanitari.                     
Trattandosi tuttavia di prestazioni socio-sanitarie ad elevata                  
integrazione e' importante sottolineare la necessita' di assunzione             
da parte dell'Ente locale di un ruolo di regia rispetto agli                    
interventi di reinserimento sociale, con particolare riferimento                
all'inserimento lavorativo, abitativo, alla ricostruzione di reti               
sociali e al contrasto dell'esclusione sociale.                                 
Gli obiettivi sono:                                                             
- sviluppare e/o consolidare percorsi di avviamento/integrazione                
lavorativa di soggetti in trattamento, nonche', al temine del                   
percorso, piu' strettamente terapeutico-riabilitativo;                          
- accompagnare i percorsi di reinserimento sociale e attivare                   
interventi di contrasto all'esclusione.                                         
Marginalita' sociale associata al consumo di sostanze                           
Il fenomeno della marginalita' urbana, soprattutto nell'area                    
metropolitana, ha assunto una dimensione e una rilevanza tali da                
dover essere oggetto di particolare attenzione da parte dei servizi             
anche se la titolarita' degli interventi e' di competenza di altri              
soggetti istituzionali; infatti esistono forti connessioni tra la               
marginalita' sociale e il consumo di sostanze legali ed illegali.               
Questa tipologia di persone presenta alcune caratteristiche comuni              
quali:                                                                          
- difficolta' di soddisfacimento dei bisogni primari;                           
- problemi di salute che assumono rilevanza sociale in termini di               
salute pubblica;                                                                
- presenza di patologie correlate all'uso di sostanze;                          
- problemi di compatibilita' sociale;                                           
- difficolta' di accesso ai servizi, di presa in carico e di                    
ritenzione in trattamento.                                                      
In relazione a queste caratteristiche comuni gli interventi da                  
attivare sono riferibili all'area della riduzione del danno, intesa             
come tutela della salute e miglioramento della qualita' della vita,             
attraverso interventi e strutture a soglia di accesso differenziate             
tali da consentire i passaggi dalla bassa soglia ai diversi sistemi             
di cura.                                                                        
Per la maggior parte di queste persone il primo contatto con il                 
sistema di cura avviene tramite le Unita' di Strada che, attraverso             
interventi sociosanitari diretti di riduzione del danno, creano un              
contatto umano e relazionale finalizzato non solo alla risoluzione              
del bisogno immediato, ma alla ricerca della motivazione al                     
cambiamento. Per questa ragione e' necessario che gli interventi di             
strada e i servizi a bassa soglia di accesso siano fortemente                   
integrati con l'area trattamentale (SERT e Comunita' terapeutiche)              
favorendo il passaggio, ove possibile, e garantendo il diritto di               
accedere alle prestazioni sanitarie specialistiche, ambulatoriali e             
ospedaliere. Lo sviluppo delle unita' di strada e dei servizi a bassa           
soglia di accesso diviene pertanto prioritario all'interno della                
programmazione degli interventi socio-sanitari.                                 
Occorre per questa tipologia di persone prevedere circuiti di accesso           
privilegiati ed agili che consentano di cogliere la disponibilita'              
incentivandone il contatto con il sistema curante.                              
Questo contesto richiede la messa a fuoco di problemi che riguardano            
sia la persona, con la sua difficolta' di soddisfacimento dei bisogni           
primari e che tipicamente fatica ad accedere ai servizi e a rimanere            
in trattamento, sia la comunita' locale per la percezione di                    
insicurezza che il fenomeno puo' generare.                                      
Si sottolinea la necessita' che tutti gli interventi debbano essere             
accompagnati da una valutazione dell'impatto sociale e da azioni di             
promozione degli interventi stessi presso la cittadinanza.                      
Anche in questo caso gli interventi devono essere programmati                   
congiuntamente da Enti locali ed Aziende sanitarie, con il pieno                
coinvolgimento dei soggetti del Terzo Settore e costruendo relazioni            
anche con altre Istituzioni come ad esempio le Forze dell'ordine.               
Gli obiettivi sono schematizzati come segue:                                    
- sviluppare e consolidare interventi e servizi sociosanitari di                
contrasto alla marginalita' sociale associata a consumo di sostanze             
legali ed illegali, attraverso interventi di riduzione del danno, in            
particolare il lavoro di strada e la disponibilita' di servizi e                
trattamenti a bassa soglia di accesso;                                          
- costruire reti per l'accesso a soluzioni lavorative ed abitative              
anche protette;                                                                 
- aggiornare le conoscenze del fenomeno della marginalita', di per              
se' mutevole ed estremamente legato alle caratteristiche del                    
territorio.                                                                     
In considerazione dell'aumento delle persone immigrate e della                  
peculiarita' del loro rapporto con le sostanze legali ed illegali,              
sara' necessario sperimentare percorsi di presa in carico                       
socio-sanitaria che tengano conto di tali diversita'.                           
Le azioni riferite a questo contesto devono integrarsi con i progetti           
e gli interventi di contrasto all'esclusione sociale per gli                    
immigrati e per i detenuti ed ex detenuti e trovare riscontro nei               
programmi relativi.                                                             
Coordinamenti tecnici di supporto alla progettazione                            
Ulteriore obiettivo e' la costituzione di un organismo tecnico in               
grado di supportare la progettazione degli interventi con specifica             
attenzione alla realizzazione in sede locale degli obiettivi presenti           
nel Programma finalizzato "Dipendenze e utenza multiproblematica".              
Anche sulla scorta di positive esperienze gia' portate avanti in                
alcuni territori, si ritiene opportuno che in ogni distretto - Zona             
sociale venga istituito un coordinamento tecnico stabile sulle                  
dipendenze e l'utenza multiproblematica. Al coordinamento                       
parteciperanno gli Enti locali attraverso tecnici allo sco designati,           
l'Azienda USL attraverso il Responsabile del Programma aziendale                
dipendenze patologiche, del SERT distrettuale e degli altri servizi             
sanitari coinvolti e gli Enti del privato sociale che gestiscono                
interventi nel settore quali Enti ausiliari, Cooperative sociali di             
tipo B, associazioni di volontariato, gruppi di automutuoaiuto.                 
Il coordinamento supporta la programmazione fornendo gli elementi               
conoscitivi e le valutazioni necessarie a sostenere la fattibilita'             
dei programmi e svolge una attivita' di monitoraggio e valutazione              
dei programmi e degli interventi.                                               
E' il caso inoltre di ricordare come, per quanto attiene l'erogazione           
di livelli essenziali di assistenza sanitari riferiti alle                      
dipendenze, sia operativo, dal gennaio 2003, un Accordo generale  tra           
la Regione Emilia-Romagna e il Coordinamento Enti Ausiliari                     
(Comunita' terapeutiche) in materia di prestazioni erogate a favore             
delle persone dipendenti da sostanze d'abuso.                                   
Tale accordo contiene previsioni di ordine economico e di ordine                
normativo. Ad un anno dalla sottoscrizione, si puo' dire che                    
l'Accordo, attraverso l'istituzione di coordinamenti locali composti            
da dirigenti dell'Azienda USL e responsabili delle strutture                    
terapeutico-riabilitative del privato sociale, ha innescato un                  
interessante processo di ricognizione dei bisogni e dell'offerta in             
ambito sanitario, portando ad evidenziare le necessita' di                      
riconversioni nell'offerta residenziale e alla maggior valorizzazione           
delle strutture presenti sul territorio regionale.                              
E' evidente che la programmazione relativa a questo Accordo non puo'            
non raccordarsi con la programmazione piu' strettamente sociale e               
sociosanitaria; e' quindi fondamentale che a livello territoriale si            
operi una continua relazione tra le Commissioni locali di                       
monitoraggio dell'Accordo Regione - CEA e i coordinamenti                       
sopradelineati.                                                                 
2.2.6 Politiche a favore di anziani e disabili                                  
Il tema delle politiche a favore degli anziani e dei disabili chiama            
in causa due questioni fondamentali, da un lato quella del governo              
dell'integrazione socio-sanitaria e dall'altra la costituzione del              
fondo per la non autosufficienza previsto dalla art. 50 della L.R.              
2/03. Entrambe possono solo essere richiamate in questa sede, in                
quanto saranno oggetto di approfondimento all'interno del Piano                 
sociale e sanitario regionale. Inoltre occorre richiamare il "Piano             
d'azione per la comunita' regionale. Una societa' per tutte le eta':            
invecchiamento della popolazione e prospettive di sviluppo", che                
sara' approvato con uno specifico atto e che fornira' il quadro degli           
interventi integrati relativo al complesso delle politiche pubbliche            
a favore degli anziani: i programmi di intervento locale, in                    
attuazione del Piano delle azioni dovranno necessariamente integrarsi           
all'interno dei Piani di zona.                                                  
Anziani                                                                         
L'invecchiamento della popolazione rappresenta una importante                   
conquista e al tempo stesso sfida della societa'.                               
Nella regione Emilia-Romagna tale processo e' particolarmente                   
accentuato. A fine 2003 la popolazione ultrasessantacinquenne ha                
raggiunto le 921.812 unita' (22,5%) e la popolazione                            
ultrasettantacinquenne le 451.235 (11 %); entrambe aumenteranno nei             
prossimi anni sia in termini assoluti che in percentuale sul totale             
della popolazione.  L'invecchiamento caratterizzato da profondi                 
mutamenti non solo quantitativi ma anche qualitativi sia breve che a            
lungo termine, quali:                                                           
- la progressiva femminilizzazione della popolazione anziana (piu' di           
2/3 dell'universo anziani e' composto da donne);                                
- l'allungamento della vita ed il progressivo aumento dei grandi                
vecchi: una persona ogni 16 ha piu' di 80 anni per un totale di circa           
255.000, con un aumento previsto per il 2010 sino a circa 322.000;              
- le modifiche delle strutture familiari con un aumento delle                   
famiglie monopersonali composta per circa 2/3 da persone con eta'               
superiore a 60 anni, il conseguente aumento degli anziani che vivono            
soli o in coppia di soli anziani, soprattutto ultraottantenni;                  
- la diversa distribuzione e condizione della popolazione anziana in            
relazione alla dimensione e ubicazione del comune di residenza ed               
alla esistenza di reti sociali significative;                                   
- i diversi stili di vita e di convivenza tra i futuri anziani di               
domani (alta percentuale di single nella fascia 30-49 anni).                    
In questa sede e' quindi importante tracciare alcune linee specifiche           
di indirizzo che saranno in parte riprese ed integrate nel Piano                
regionale sociale e sanitario, che comincino ad orientare la                    
programmazione dei servizi e degli interventi sul territorio, e                 
contemporaneamente promuovano una cultura diffusa, volta alla                   
valorizzazione del ruolo delle persone anziane, al rafforzamento                
delle reti sociali e delle opportunita' di aggregazione e di                    
relazione, allo sviluppo dei rapporti intergenerazionali, favorendo             
in particolare la promozione di stili di vita sani, solidali, ricchi            
di relazione nel corso di tutta la vita, il sostegno delle forme                
aggregative e la prevenzione attiva delle conseguenze sociali e                 
relazionali legate alla condizione di solitudine, fragilita' e di non           
autosufficienza.                                                                
Questi gli obiettivi prioritari per il triennio, parte dei quali                
verranno ulteriormente specificati in successivi atti regionali:                
a) Ridisegnare i servizi residenziali e semiresidenziali della rete             
I mutamenti della struttura familiare, il mutamento dei bisogni della           
popolazione anziana e la diffusione del ricorso da parte delle                  
famiglie al lavoro di cura di assistenti familiari in prevalenza                
straniere, richiedono un profondo ripensamento all'articolazione dei            
servizi della rete per anziani, in riferimento alle specificita' dei            
territori.                                                                      
Particolare attenzione deve inoltre essere posta al tema dell'accesso           
alla rete, mediante la promozione di azioni volte alla                          
semplificazione dei percorsi, alla diffusione dell'informazione e               
alla valorizzazione della figura del Responsabile del caso.                     
Le principali direttrici di azione sono:                                        
- diffondere e consolidare la sperimentazione di soluzioni innovative           
di residenzialita' protetta quali ad esempio gli "alloggi con                   
servizi", per ampliare le possibilita' di mantenimento a domicilio              
anche di coloro che necessitano di assistenza e cure;                           
- garantire una maggiore diffusione e copertura in ogni ambito di               
zona sociale dei centri diurni, attraverso modalita' organizzative              
flessibili in grado di soddisfare le diverse esigenze delle famiglie,           
promuovendo la qualificazione dell'attivita', anche attraverso una              
progressiva diffusione e messa a sistema delle sperimentazioni                  
realizzate per i soggetti dementi con gravi disturbi comportamentali            
e/o cognitivi;                                                                  
- fermi restando gli standard vigenti in termini di posti letto,                
occorre completare la rimodulazione della rete distrettuale di                  
assistenza residenziale, nell'ambito dell'attuazione della L.R. 2/03            
e prevedere un adeguamento dell'assistenza nelle strutture                      
residenziali in grado di garantire risposte a diversi bisogni con               
diverse intensita' di cure, per dare risposte articolate sia per la             
temporaneita' che per la permanenza prolungata. In tale contesto                
occorre concludere in tempi definiti il processo di omogeneizzazione            
tra casa protetta e RSA. La programmazione della rete dei servizi per           
anziani non autosufficienti non potra' prescindere da un lato dalla             
significativa dotazione esistente e dall'altro dalle dinamiche                  
demografiche e sociali, nella prospettiva di offrire risposte alle              
famiglie, sulla base dei bisogni rilevati e concertati a livello                
territoriale;                                                                   
- promuovere un programma di qualificazione delle strutture                     
residenziali, che sara' esplicitamente definito con successivi atti,            
per garantire piu' elevati standard prestazionali e di sicurezza ed             
una maggiore personalizzazione dei programmi assistenziali assicurata           
all'interno delle stesse strutture. Le azioni di questo programma               
sono:                                                                           
- la personalizzazione degli ambienti e dei ritmi di vita degli                 
ospiti;                                                                         
- la qualificazione del personale, in particolare rispetto alla                 
qualita' delle relazioni, alle competenze professionali di cura ed              
all'integrazione professionale;                                                 
- la qualificazione dell'assistenza sanitaria;                                  
- il miglioramento delle condizioni microclimatiche e la garanzia di            
continuita' dei servizi anche in caso di black-out;                             
- la costruzione di un sistema condiviso di monitoraggio e                      
valutazione degli ospiti in relazione alle loro condizioni di                   
bisogno, alle necessita' di prestazioni assistenziali per garantire             
le condizioni di un maggior benessere complessivo.                              
Nel corso degli ultimi anni, la Regione, attraverso il Fondo                    
sanitario regionale, ha finanziato misure che mirano ad estendere e             
qualificare  in particolare gli interventi a favore degli anziani non           
autosufficienti. Nel 2004 e' stato aumentato lo stanziamento per gli            
"assegni di cura" e, con deliberazione della Giunta regionale n. 377            
dell'1 marzo 2004, sono stati aumentati in modo sostanziale gli oneri           
a rilievo sanitario per le strutture residenziali e semiresidenziali            
e l'assistenza domiciliare integrata, al fine di contenere od                   
azzerare l'aumento delle rette a carico degli anziani o delle                   
famiglie, avviando un processo che coinvolge Aziende USL, Enti locali           
e soggetti gestori, per la definizione di un sistema di                         
determinazione di tariffe e rette, basato su una analisi condivisa              
dei costi di gestione dei servizi che promuova maggiore omogeneita' e           
trasparenza ed un miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza                
gestionale.                                                                     
Nei prossimi anni, a partire dal 2005, considerando la disponibilita'           
di risorse finanziarie, si dovra' comunque proseguire sulla strada di           
un aumento degli interventi per la non autosufficienza, consolidando            
gli obiettivi gia' indicati quest'anno con la delibera prima                    
richiamata e proseguendo la sperimentazione, per quanto attiene al              
monitoraggio ed agli strumenti di governo che dovranno coinvolgere,             
in modo unitario, Aziende USL ed Enti locali. Il Piano regionale                
affrontera' piu' esplicitamente tale obiettivo.                                 
b) Sostegno della domiciliarita' e valorizzazione del lavoro di cura            
Il raggiungimento di tale obiettivo passa attraverso le seguenti                
azioni:                                                                         
- innovare e qualificare i servizi di assistenza domiciliare, al fine           
di garantire maggiore estensione, flessibilita' e capacita' di                  
copertura dei bisogni;                                                          
- consolidare, qualificare e sviluppare la misura dell'assegno di               
cura attraverso l'ampliamento del numero dei beneficiari, una                   
maggiore garanzia di continuita' d'intervento e una piu' elevata                
integrazione con gli altri servizi della rete;                                  
- sviluppare il ruolo di sostegno delle strutture residenziali per le           
famiglie che assistono anziani a domicilio, prevedendo una adeguata             
dotazione di posti complessivi delle strutture residenziali destinati           
a ricoveri temporanei e di sollievo;                                            
- qualificare il lavoro di cura delle assistenti familiari,                     
promuovendo su tutto il territorio regionale le esperienze piu'                 
significative condotte e garantendo servizi di informazione, ascolto,           
consulenza e aggiornamento, sia per i familiari che per le                      
assistenti, accanto ad una funzione di tutoring per piccoli gruppi di           
assistenti familiari, con l'obiettivo di mettere in relazione il                
lavoro delle assistenti familiari con la rete dei servizi;                      
- garantire a familiari e care-givers l'offerta di punti di ascolto,            
di momenti di consulenza, di attivita' di piccoli gruppi e di gruppi            
di sostegno e/o di auto-aiuto.                                                  
Disabili                                                                        
Gli obiettivi per l'area disabili riguardano in particolare due aree            
di bisogno principali: il tema del cosiddetto "dopo di noi" e                   
l'emergere sul territorio regionale di nuove forme di disabilita'               
nella maggioranza dei casi acquisite in eta' adulta. Meritano,                  
inoltre, particolare attenzione gli interventi riguardanti                      
l'integrazione scolastica e lavorativa.                                         
1. Qualita' dell'integrazione scolastica                                        
In questo settore uno dei temi piu' attuali, anche alla luce delle              
difficolta' evidenziate dai territori a seguito dei recenti                     
cambiamenti intervenuti in ambito scolastico, e' rappresentato dalla            
necessita' di qualificare e sviluppare l'integrazione scolastica,               
attraverso le seguenti azioni:                                                  
- la collaborazione dei vari soggetti istituzionali e non                       
istituzionali nell'ambito degli accordi provinciali e locali previsti           
dalla Legge 104/92;                                                             
- la formulazione di progetti educativi individualizzati nell'ambito            
del piu' complessivo progetto di vita e di assistenza di cui                    
all'articolo 7 della L.R. 2/03;                                                 
- il coordinamento e l'integrazione in ambito zonale dei servizi e              
dei progetti sociali ed educativi finalizzati all'integrazione                  
scolastica e sociale dei minori in situazione di handicap;                      
- la predisposizione di progetti di uscita programmata dalla scuola             
dell'obbligo per le situazioni di maggiore gravita' (prosecuzione               
degli studi, formazione professionale, assistenza socio-educativa               
individuale o di gruppo, accoglienza nel centro diurno o                        
residenziale, etc.).                                                            
2. Domiciliarita', vita indipendente e inserimento lavorativo                   
Per garantire alla persona con disabilita' in eta' adulta una                   
gestione autonoma del proprio progetto di vita ed una partecipazione            
attiva alla vita sociale e' necessario:                                         
- sviluppare i servizi di assistenza domiciliare per favorire la                
permanenza della persona presso la propria abitazione, la                       
realizzazione di progetti di vita indipendente o per sostenere i                
care-giver;                                                                     
- utilizzare l'assegno di cura e di sostegno, quale misura per la               
promozione della vita indipendente e del sostegno al lavoro di cura             
dei famigliari;                                                                 
- sviluppare servizi ed interventi innovativi per la mobilita' e                
l'adattamento dell'ambiente domestico in adesione a quanto previsto             
dalla L.R. 29/97, dalla DGR 2248/03 in merito ai Centri per                     
l'adattamento dell'ambiente domestico e dalla DGR 1161/04 sui                   
contributi di cui agli artt. 9 e 10 della L.R. 29/97;                           
- sviluppare servizi diurni e residenziali per interventi di sollievo           
o emergenza, per necessita' familiari temporanee o imprevedibili,               
anche in continuita' con quanto gia' realizzato in attuazione della             
Legge 162/98;                                                                   
- consentire al disabile grave una vita di relazione e sociale il               
piu' possibile piena e indipendente promuovendo programmi di accesso            
ai servizi per il tempo libero e valorizzando il ruolo                          
dell'associazionismo e del volontariato, in particolare attraverso il           
Servizio di Aiuto alla Persona previsto dalla L.R. 29/97, anche in              
continuita' con quanto gia' realizzato in attuazione della Legge                
162/98;                                                                         
- promuovere l'integrazione sociale delle persone prive della vista             
con ulteriori minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali, anche in             
continuita' con quanto gia' realizzato in attuazione dell'articolo 3            
della Legge 284/97;                                                             
- garantire servizi sociali e socio-sanitari per sostenere                      
l'inserimento e il reinserimento lavorativo delle persone con                   
disabilita' in collaborazione con i Centri per l'impiego delle                  
Province, dando priorita' alle persone in situazione di particolare             
gravita' e valorizzando a tal fine anche il ruolo delle cooperative             
sociali nelle forme previste dalla Legge 68/99 (art. 12), dalla Legge           
381/91 (art. 5), nonche' attraverso la promozione di forme di                   
collaborazione innovative tra Servizi pubblici, Aziende, Cooperative            
sociali ed Associazioni sindacali e di rappresentanza;                          
- sviluppare servizi socio-occupazionali propedeutici o sostitutivi             
all'inserimento lavorativo per le situazioni di maggiore gravita'.              
3. Disabilita' acquisite                                                        
Un fenomeno in crescita sul territorio regionale e' rappresentato dai           
bisogni delle persone in situazione di handicap acquisito in eta'               
adulta. Si tratta di situazioni, anche di grave non autosufficienza,            
conseguenti a patologie o traumi (mielolesioni e cerebrolesioni in              
particolare), oppure a malattie progressivamente invalidanti                    
generalmente neurologiche. Queste persone esprimono bisogni                     
particolari anche rispetto a quelli espressi dagli altri disabili.              
Si tratta quindi di sviluppare in collaborazione con le Aziende USL             
specifici programmi integrati, garantendo sostegno domiciliare ed               
accoglienza residenziale, in adesione alle specifiche linee guida               
approvate con direttiva regionale.                                              
4. Dopo di Noi                                                                  
Per garantire una condizione di vita integrata alle persone con                 
disabilita' che restano prive del sostegno del nucleo familiare e'              
necessario sviluppare programmi in ambito almeno zonale finalizzati             
a:                                                                              
- favorire un'uscita serena e programmata dal nucleo famigliare di              
origine attraverso soluzioni abitative autonome e progetti di vita              
indipendente in particolare per le persone con disabilita' medie e              
medio-gravi (alloggi con servizi e appartamenti protetti);                      
- sostenere il lavoro di cura delle famiglie attraverso servizi                 
domiciliari e di sollievo;                                                      
- promuovere la conoscenza e l'utilizzo delle misure di tutela                  
giuridica disponibili, nonche' sostenere le iniziative delle famiglie           
e delle associazioni (ad es. amministratore di sostegno, fondazione             
di partecipazione, associazionismo...);                                         
- favorire la fiducia delle famiglie nei confronti della rete dei               
servizi, in particolare nei servizi residenziali, sostenendo la                 
partecipazione dei famigliari e delle loro associazioni alla                    
progettazione delle nuove strutture e alla valutazione della qualita'           
dei servizi;                                                                    
- garantire in ogni zona sociale un rapporto equilibrato tra posti              
diurni e posti residenziali, nonche' tra posti residenziali ad alta e           
bassa intensita' assistenziale.                                                 
In particolare, nella programmazione della rete dei servizi per                 
disabili, per rispondere ai temi del "Dopo di Noi" e della "Vita                
indipendente" e' generalmente necessario privilegiare lo sviluppo di            
servizi di carattere comunitario a media o bassa intensita'                     
assistenziale rispetto ai tradizionali centri socio-riabilitativi               
diurni e residenziali, in particolare:                                          
- alloggi con servizi e appartamenti con finalita' abitative per                
persone con disabilita' lievi e sufficienti livelli di                          
autosufficienza e autonomia personale;                                          
- comunita' alloggio per attivita' riabilitative, educative e di                
socializzazione per persone con disabilita' medio-gravi, con                    
soluzioni organizzative e architettoniche che garantiscono                      
l'autonomia personale;                                                          
- strutture poli-funzionali di sufficiente consistenza organizzativa            
e che consentono soluzioni flessibili e personalizzate attraverso la            
presenza di piu' servizi diurni e residenziali di diversa intensita'            
assistenziale;                                                                  
- centri socio-riabilitativi diurni e residenziali nei territori che            
ancora risultano sprovvisti di tali servizi.                                    
2.3 Procedure per l'elaborazione ed approvazione dei Piani di zona              
2005-2007 e del Programma attuativo 2005                                        
Le procedure di seguito descritte sono state definite sulla base                
degli esiti della sperimentazione triennale e sono in forte                     
continuita' con le linee-guida della sperimentazione stessa. Tuttavia           
inseriscono alcune novita' per rispondere alle criticita' rilevate              
nel triennio e per dare piena attuazione alla L.R. 2/03.                        
Le indicazioni che seguono costituiscono quindi un primo strumento              
per avviare il lavoro, che verra' meglio precisato e                            
significativamente integrato dalle indicazioni contenute nel Piano              
regionale di prossima emanazione.                                               
In particolar modo il Piano regionale proporra' elementi di forte               
innovazione sul tema dell'integrazione socio-sanitaria adeguando di             
conseguenza anche le procedure qui definite.                                    
Specificamente verranno approfonditi i seguenti temi: l'allineamento            
dei diversi strumenti di programmazione in area sociale e sanitaria,            
i ruoli dei diversi soggetti istituzionali nel governo                          
dell'integrazione, con particolare riferimento alla Conferenza                  
Territoriale Sociale e Sanitaria, la definizione puntuale delle aree            
di integrazione e la proposta di modelli organizzativi specifici per            
la gestione dell'integrazione e delle relative risorse (uffici                  
unici).                                                                         
E' evidente che dalla complessita' di questi temi e dalla loro                  
definizione derivera' l'esigenza di adeguare il percorso avviato                
dalle zone per la stesura dei piani triennali.                                  
2.3.1 I ruoli e il concorso dei diversi soggetti istituzionali e non            
istituzionali ai Piani e la partecipazione all'Accordo di programma             
Il Piano di zona si conferma come lo strumento strategico per                   
governare le politiche sociali a livello territoriale e anche, in               
attuazione della L.R. 2/03, per la costruzione di un nuovo sistema di           
relazioni tra i diversi soggetti in campo.                                      
Soggetti istituzionali                                                          
Il quadro delle responsabilita' a livello istituzionale indica nel              
nuovo ruolo del Comune il fondamento dell'intero processo di riforma            
avviato. I Comuni hanno infatti il compito di progettare, programmare           
e realizzare il sistema locale dei servizi sociali a rete,                      
assicurando e promuovendo il concorso dei soggetti del Terzo Settore,           
degli altri soggetti sociali e delle Aziende pubbliche di servizi               
alla persona. ono quindi i primi responsabili del processo di                   
costruzione e del governo del sistema locale dei servizi e degli                
interventi.                                                                     
Alcune delle funzioni di competenza del Comune (art. 15, L.R. 2/03)             
dovranno, per assicurare omogeneita' ed efficienza, essere gestite              
dai Comuni in forma associata, in un ambito territoriale normalmente            
piu' vasto di quello del singolo comune, definito dalla legge                   
regionale "zona sociale", coincidente, di norma, con l'ambito                   
territoriale del distretto sanitario. La gestione di funzioni in                
ambito di "zona sociale" rappresenta un obiettivo strategico, anche             
in funzione di una integrazione di politiche e di una ricomposizione            
di attivita' ad un livello territoriale adeguato. Saranno i Comuni a            
definire, nell'ambito dei criteri e dei vincoli posti dalla                     
legislazione regionale, le tappe di questo necessario processo di               
associazione delle funzioni, gia' avviato con i Piani di zona                   
sperimentali e prefigurato, nella maggior parte delle zone, con la              
sperimentazione dello sportello sociale.                                        
In particolare, nella costruzione del Piano di Zona i Comuni della              
zona, attraverso il Comitato di distretto, individuano il Comune                
capofila, stabiliscono, tramite lo specifico accordo, di cui all'art.           
29, comma 6 della L.R. 2/03, le modalita' di concorso dei soggetti              
del Terzo Settore, sottoscrivono l'Accordo di programma, valutano gli           
esiti del Piano in itinere e ex-post, coinvolgendo i diversi attori.            
L'Ufficio di Piano e' lo strumento tecnico di supporto allo                     
svolgimento dell'insieme di queste funzioni, nonche' alla successiva            
gestione e valutazione del piano. Puo' essere inserito nella                    
struttura organizzativa del Comune capofila e risponde al Comitato di           
distretto.                                                                      
Nel processo piu' complessivo di costruzione del sistema, la                    
Provincia assume un importante ruolo di snodo fra Regione e realta'             
locali, gia' svolto nella costruzione dei primi Piani di Zona                   
sperimentali. E' confermato il ruolo di coordinamento della Provincia           
nella programmazione locale, evidenziato anche dalla sottoscrizione             
dell'Accordo di programma, che si realizza nel:                                 
- contributo all'avvio del processo tramite Conferenze provinciali              
che promuovano la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti ed in            
particolare: le organizzazioni sindacali, i soggetti del Terzo                  
Settore e gli altri soggetti sociali, le IPAB e successivamente le              
Aziende pubbliche di servizi alla persona;                                      
- raccordo tra i vari Uffici di Piano e tavoli tecnici di ambito                
zonale;                                                                         
- supporto nella rilevazione dell'offerta e dei bisogni;                        
- promozione di momenti formativi e di impulso sul territorio rivolti           
a tutti gli attori del processo;                                                
- valutazione dei processi di costruzione e gestione dei piani.                 
Le Province, inoltre, elaborano direttamente i programmi specifici di           
ambito provinciale di cui al presente atto, raccordandoli con i Piani           
di Zona e, piu' in generale, promuovono l'integrazione fra le diverse           
politiche (formazione, lavoro, trasporti, ambiente, etc.).                      
Per quanto riguarda l'Azienda USL, la sua presenza come partner nella           
costruzione, gestione e valutazione del Piano di zona e' cruciale per           
i contenuti sociosanitari e sociali del Piano di Zona, al fine di una           
effettiva integrazione sociosanitaria, da sviluppare all'interno del            
sistema dei servizi e a livello degli strumenti di gestione e di                
governo. I Direttori generali, o i Direttori di Distretto, qualora              
delegati, sottoscrivono l'Accordo di programma, in particolare per              
quanto riguarda gli interventi dell'area sociosanitaria.                        
Relativamente al ruolo delle Conferenze Sociali e Sanitarie                     
Territoriali, cosi' come per tutte le questioni dell'integrazione               
socio sanitaria, maggiori indicazioni, rispetto all'attuazione della            
L.R. 2/03, saranno espresse all'interno del prossimo Piano                      
regionale.                                                                      
Altri soggetti istituzionali quali singole Istituzioni scolastiche,             
Centri per la giustizia minorile, Istituti penitenziari, ecc. possono           
essere coinvolti nell'elaborazione del Piano a seconda delle                    
specificita' degli obiettivi e degli interventi e servizi previsti, e           
sottoscrivere l'Accordo di programma in relazione a particolari                 
impegni e responsabilita'.                                                      
Infine le IPAB e le Aziende pubbliche di Servizi alla persona (ASP),            
di cui all'art. 25 della L.R. 2/03 concorrono alla definizione del              
Piano di zona e partecipano all'accordo di programma attraverso                 
protocolli di adesione, cosi' come i soggetti del Terzo Settore ed              
altri eventuali soggetti istituzionali.                                         
Soggetti non istituzionali                                                      
La costruzione del Piano avviene attraverso il coinvolgimento di                
tutti i soggetti, pubblici e privati del Terzo Settore, che                     
costituiscono la rete locale e rappresenta pertanto un importante               
momento di assunzione di responsabilita' rispetto al sistema locale             
integrato di interventi e servizi sociali. La legge regionale ha                
infatti tra i suoi principi ispiratori, sottesi alle diverse norme              
specifiche, la costruzione di un nuovo sistema di relazioni tra i               
soggetti in campo nell'area sociale; in particolare, rispetto                   
all'intero processo di costruzione del sistema, la legge stabilisce             
il principio della cooperazione tra i diversi soggetti istituzionali,           
i soggetti della cooperazione sociale, dell'associazionismo di                  
promozione sociale e del volontariato e delle aziende pubbliche,                
nonche' il principio, a norma dell'art. 2, comma 4, lett. c della               
L.R. 2/03, della concertazione con le organizzazioni sindacali.                 
Per quanto riguarda la partecipazione dei soggetti del Terzo Settore            
e degli altri soggetti senza scopo di lucro (di cui all'art. 20 della           
L.R. 2/03), questa deve essere relativa a tutte le fasi della                   
pianificazione: le regole e i modi di tale partecipazione devono                
essere definiti dall'accordo tra i Comuni (art. 29, comma 6, L.R.               
2/03) anche tramite strumenti consultivi.                                       
Per rendere efficace la partecipazione e' opportuno che sia le regole           
stabilite dai Comuni che i processi interni ai soggetti del Terzo               
Settore, concorrano a individuare forme di rappresentanza adeguate ed           
efficaci, sia sul piano quantitativo che qualitativo.                           
I soggetti del Terzo Settore, con l'adesione all'Accordo di                     
programma, attraverso specifico protocollo, affermano di condividere            
gli obiettivi sociali contenuti nel Piano di Zona e si impegnano a              
perseguirli attraverso la loro azione specifica. Contestualmente il             
Comitato di Distretto e i soggetti che aderiscono stabiliranno tappe            
ed impegni reciproci in materia di partecipazione alla fase di                  
monitoraggio e valutazione del Piano di zona.                                   
Alla definizione dei Piani di zona concorrono le organizzazioni                 
sindacali, attraverso il confronto  e la concertazione sugli                    
obiettivi e sulle linee strategiche da assumere. Tale confronto si              
realizza lungo tutto l'arco della elaborazione del piano e si estende           
poi alla valutazione degli esiti dell'attuazione del piano.                     
Infine i cittadini, le associazioni di rappresentanza e di tutela               
degli utenti devono essere coinvolti in specifici momenti di                    
comunicazione e informazione sui contenuti e sull'attuazione delle              
azioni previste nel Piano di zona.                                              
2.3.2 Le fasi del processo                                                      
Le fasi di elaborazione del Piano, per la sua costruzione, per la               
gestione, per la definizione dei Programmi attuativi e per il                   
monitoraggio, vengono individuate come segue.                                   
Fase 1: Avvio del processo e costruzione della rete locale                      
Questa prima fase prevede l'attivazione delle procedure per                     
l'individuazione e il coinvolgimento di tutti gli attori, per la                
definizione dei ruoli di ciascuno di questi e per l'avvio dei tavoli            
di coordinamento territoriali.                                                  
Nella attuazione di questa prima fase le Province organizzano                   
Conferenze di informazione e consultazione generale rivolte a tutti             
gli attori in area sociale. In particolare queste Conferenze potranno           
essere l'occasione per promuovere (a norma dell'art. 18, comma 2,               
lett. b della L.R. 2/03) e facilitare l'accordo tra Comuni,                     
rappresentanze del Terzo Settore e Aziende pubbliche di Servizi, al             
fine di definire, in modo il piu' possibile omogeneo tra le zone,               
modalita' e tempi del concorso di questi soggetti al Piano.                     
Il criterio piu' generale in base al quale i Comuni orientano la                
definizione degli accordi sulle modalita' di concorso dei soggetti              
del Terzo Settore e degli altri soggetti senza scopo di lucro e' che            
siano espliciti e trasparenti i tempi, le procedure e le sedi del               
loro coinvolgimento, garantendo il coinvolgimento, anche tramite                
pubblica convocazione, di tutti i possibili interessati.                        
L'avvio del Piano a livello territoriale, a norma della L.R. 2/03,              
art. 29, comma 3, e' promosso su iniziativa del Sindaco del "Comune             
capofila", a cio' designato dai Comuni compresi nel territorio del              
distretto. Il mandato attribuito al Comune capofila comprende anche             
l'attivazione dei rapporti con i soggetti del Terzo Settore e con le            
ASP, secondo l'accordo realizzato a livello zonale.                             
Concretamente il Comune capofila sulla base delle decisioni del                 
Comitato di Distretto si occupa di:                                             
1) Attivare a livello zonale: - il Coordinamento di ambito                      
distrettuale, coincidente con il Comitato di Distretto che presiede             
alle diverse fasi della predisposizione e della gestione del Piano di           
Zona e dell'Accordo di programma, assumendo gli indirizzi strategici            
della programmazione e le scelte di priorita'; - il Tavolo tecnico              
per il Piano di zona, composto da referenti di ciascun Comune e                 
dell'AUSL, con compiti di istruttoria tecnica e di supporto                     
decisionale; tale tavolo puo' articolarsi in tavoli tematici e                  
utilizzare strumenti diversi, per assicurare il coinvolgimento sul              
piano tecnico di tutti gli interlocutori territoriali in area                   
sociale; - l'Ufficio di Piano, con un ruolo di attivita' istruttoria            
e supporto tecnico al processo di programmazione. Piu' in specifico             
si richiede che l'Ufficio di Piano svolga le funzioni definite nel              
presente atto all'interno del relativo Programma provinciale.                   
2) Avviare formalmente il procedimento e coinvolgere i soggetti                 
interessati a partecipare                                                       
Anche ai fini dell'attuazione dell'accordo zonale di cui sopra sulle            
modalita' di concorso del Terzo Settore e delle ASP, alcune azioni              
preliminari possono essere utili per stimolare e governare l'apporto            
e il coinvolgimento dei diversi soggetti:                                       
- ricostruire il quadro complessivo dei soggetti, pubblici e privati            
del Terzo Settore, che nell'ambito della zona esercitano attivita' di           
carattere sociale o socio-sanitario oppure svolgono un ruolo                    
istituzionale in settori collegati quali ad esempio Scuola,                     
Giustizia, Carceri, Formazione e Lavoro, Mobilita', Ambiente, Casa,             
ecc.; vanno coinvolti i diversi organismi gia' attivi di                        
coordinamento, sia interistituzionale che tra soggetti pubblici e               
privati del Terzo Settore (ad es. il Coordinamento tecnico                      
territoriale, rispetto al tema delle dipendenze, o il Comitato locale           
per l'Area esecuzione penale adulti, rispetto al tema dei detenuti,             
ecc.);                                                                          
- prevedere idonee procedure di coinvolgimento dei soggetti del Terzo           
Settore, quali ad esempio la convocazione pubblica gia' richiamata, e           
successivamente di pubblicizzazione dell'avvio del procedimento di              
costruzione del Piano. All'interno degli accordi zonali vanno                   
individuate forme di rappresentanza, adeguate sia sul piano                     
quantitativo che qualitativo, utili a rendere produttiva la                     
partecipazione.                                                                 
L'avvio del procedimento di elaborazione del piano puo' essere                  
costituito da una Conferenza zonale di Piano, rivolta a tutti i                 
soggetti pubblici e del Terzo Settore e alle OO.SS., finalizzata a              
presentare prime indicazioni e a raccogliere valutazioni in merito              
agli obiettivi generali, alle scelte strategiche e alle fasi                    
operative e tecniche successive. Lo strumento della Conferenza zonale           
puo' essere utilizzato anche annualmente nella fase di elaborazione             
del Programma attuativo.                                                        
Fase 2 - Analisi dei bisogni e dell'offerta                                     
L'analisi dei bisogni e' senz'altro essenziale per la successiva                
definizione degli obiettivi di Piano e svolge una doppia funzione:              
a. offre un quadro conoscitivo delle specificita' della popolazione             
residente nel territorio, delle sue problematiche e                             
dell'articolazione del sistema di offerta;                                      
b. avvia un percorso di valutazione della capacita' del sistema di              
offerta di rispondere ai bisogni della popolazione residente.                   
Il Piano di Zona deve porre al centro delle attivita' programmatorie            
il territorio con il complesso dei suoi fattori di rischio e delle              
sue fragilita', ma anche con i suoi punti di forza e le sue                     
potenzialita' che devono quindi essere messe in luce. La                        
pianificazione sociale deve integrarsi, sia al suo interno tra i                
diversi settori, sia con gli altri strumenti di programmazione                  
territoriale, per poter dare risposte coerenti e adeguate alla                  
popolazione di riferimento. Un elemento importante e' costituito                
dall'assumere un approccio integrato fin da questa fase di lettura              
dei bisogni e di analisi delle risposte esistenti. E' importante                
inoltre che la base del processo di pianificazione sia una                      
prospettiva il piu' ampia possibile, che guardi alle diverse                    
dimensioni della vita delle persone di quel territorio.                         
Nel corso della sperimentazione una delle modalita' piu' seguite per            
l'analisi e la valutazione dei dati e' stata l'attivazione di "gruppi           
di lavoro tematici" nei quali l'esame dei punti di forza e delle                
criticita' e' stato fatto anche con l'apporto di testimoni                      
privilegiati del territorio. Questa operazione e' di particolare                
rilievo perche' puo' offrire i maggiori apporti conoscitivi sia in              
merito ai bisogni specifici della popolazione, sia relativamente alle           
specifiche carenze e criticita' del sistema di offerta, dando un                
senso e un'interpretazione alle informazioni disponibili attraverso             
il confronto con chi, quotidianamente, si occupa delle specifiche               
problematiche.                                                                  
Fase 3 - Le scelte strategiche e di priorita'                                   
In questa fase si definiscono gli indirizzi generali, validi per il             
triennio, relativi sia al sistema di governo e di gestione, sia alle            
diverse aree di intervento e ai relativi servizi. Su tali indirizzi             
verranno poi declinate le linee operative annuali, coerentemente alle           
indicazioni contenute nel presente programma e nel successivo Piano             
regionale sociale e sanitario.                                                  
E' opportuno richiamare ancora la finalita' della realizzazione del             
sistema integrato a livello di zona: l'attuale frammentazione                   
territoriale va gradualmente superata per assumere una visione                  
integrata, che abbracci il territorio e il sistema dei servizi nel              
loro insieme e non sia una pura sommatoria di scelte dei singoli                
Comuni.                                                                         
Il processo decisionale riguarda lo sviluppo di servizi e interventi            
ma anche tutti quegli aspetti di sistema che sostengono le scelte               
piu' di prospettiva e di lungo termine: l'integrazione con altre                
politiche, ed in particolare con la sanita', le forme di gestione,              
gli strumenti per l'accesso (sportello sociale), il consolidamento e            
la gestione dell'Ufficio di Piano, la formazione, la valutazione del            
Piano, la gestione delle risorse complessivamente disponibili alla              
zona, le politiche tariffarie e l'applicazione dell'ISEE.                       
Il Piano di Zona e' l'occasione per effettuare scelte di cambiamento            
e sviluppo e, sulla base delle analisi dei bisogni, dell'offerta e              
delle esigenze complessive del sistema, formulare valutazioni,                  
ipotesi di riorganizzazione, miglioramento, sviluppo e, laddove                 
l'emergere di nuovi bisogni lo richieda, anche sperimentazioni.                 
In questa fase e' opportuno, dapprima, produrre una istruttoria che             
consenta di tradurre, verificare e ridiscutere le indicazioni                   
generali sugli obiettivi e le ipotesi di strategia delineate in sede            
politica, per trasformarle successivamente in scelte operative che              
costituiranno il programma attuativo del Piano.                                 
Questo significa definire per ciascun servizio e intervento se si               
intende puntare verso il contenimento, o verso il consolidamento,               
oppure verso lo sviluppo ed il miglioramento, o ancora verso                    
l'innovazione e sperimentazione. Il quadro che ne derivera'                     
consentira' di rappresentare lo scenario operativo del sistema di               
welfare locale, collocando ciascun intervento all'interno di un                 
preciso disegno di politica sociale.                                            
Fase 4 - Definizione del Programma attuativo annuale                            
La fase di progettazione operativa andra' ripetuta annualmente                  
realizzando per ciascun anno di vigenza del piano il Programma                  
attuativo relativo; tale programma determina le azioni concrete del             
piano per l'anno successivo e le relative attribuzioni di risorse che           
andranno coerentemente previste nei bilanci dei singoli Comuni.                 
Le schede da utilizzarsi quali strumenti di rilevazione dell'offerta            
e della spesa verranno definite ed aggiornate a livello regionale, in           
collaborazione con le Province, nell'ambito del tavolo tecnico                  
regionale con esse istituito. Tali schede saranno comunque costruite            
in continuita' con l'esperienza condotta nella fase di                          
sperimentazione dei Piani di zona (2002-2004) e con riferimento alle            
stesse aree di bisogno.                                                         
In particolare, per quel che riguarda il tema della spesa, nel corso            
del 2004 ha avuto avvio l'indagine censuaria dell'ISTAT sugli                   
interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli o associati                   
finalizzata, in primo luogo, al monitoraggio della spesa sociale e              
alla creazione di un sistema informativo nazionale per le politiche             
sociali. Tale rilevazione fa parte del Programma statistico nazionale           
e pertanto verra' ripetuta annualmente; essa diventa lo strumento               
unico a cui far riferimento per la rilevazione e l'analisi dei dati             
relativi ai bilanci consuntivi.                                                 
Per l'elaborazione del Programma attuativo annuale permane comunque             
l'esigenza di coniugare gli obiettivi in esso definiti con le risorse           
finanziarie che ciascun soggetto si impegna a mettere a disposizione.           
Lo strumento utilizzato nel triennio di sperimentazione e' stata una            
tabella che ricostruiva, su base annua, il "Bilancio del Piano di               
Zona". A partire dal 2005, tale strumento, ulteriormente                        
semplificato, dovra' essere reso coerente con la scheda di                      
rilevazione ISTAT, al fine di rendere omogenei e confrontabili i dati           
rilevati.                                                                       
Il Programma attuativo andra' redatto anche tenendo conto dei                   
risultati emersi dal monitoraggio e dalla valutazione di cui alle               
fasi 6 e 7, attivita' alle quali parteciperanno tutti i soggetti                
coinvolti nell'elaborazione del Piano. Questi risultati costituiranno           
la base per la fase programmatoria annuale che dovra' avere                     
necessariamente tempi e sedi piu' "ristretti" rispetto a quelli                 
previsti per la costruzione del Piano triennale: e' opportuno che il            
Comitato di Distretto convochi la Conferenza zonale di Piano                    
preventivamente all'approvazione dei bilanci in modo da poter                   
raccogliere valutazioni e segnalazioni di eventuali criticita'                  
rispetto all'andamento dell'attuazione del Piano.                               
Fase 5 - Stesura del piano                                                      
In questa fase del percorso si possiedono tutti gli elementi per la             
stesura del Piano di Zona e del suo Programma attuativo.                        
A titolo orientativo l'indice del Piano di zona puo' essere cosi'               
articolato:                                                                     
Capitolo 1 - Il contesto socio economico del territorio: analisi                
della domanda sociale e dell'offerta                                            
Capitolo 2 - Gli obiettivi strategici e le priorita' del Piano                  
- Definizione delle priorita' e degli indirizzi per le aree di                  
intervento del sistema integrato                                                
- Integrazione con le altre politiche                                           
- Modalita' di gestione dei servizi                                             
- Azioni di sistema per l'attuazione del piano: accesso ai servizi e            
sportello sociale, Ufficio di Piano, eventuali altri uffici comuni,             
formazione, ecc                                                                 
- Le politiche tariffarie e l'applicazione dell'ISEE                            
- La valutazione del Piano                                                      
Capitolo 3 - Il programma attuativo, annualita' . . . .                         
- Responsabilita' familiari, capacita' genitoriali e diritti dei                
bambini e degli adolescenti                                                     
- Politiche a favore dei giovani                                                
- Immigrazione, asilo, lotta alla tratta                                        
- Contrasto alla poverta'                                                       
- Prevenzione e contrasto delle dipendenze e di altre forme di                  
disagio sociale                                                                 
- Politiche a favore di anziani e disabili                                      
- Il programma di formazione e aggiornamento                                    
- Modalita' di gestione del Programma attuativo                                 
- Le risorse finanziarie.                                                       
Mentre i Capitoli 1 e 2 hanno valenza triennale, il Capitolo 3                  
necessita di un aggiornamento annuale.                                          
Fase 6 - Monitoraggio e valutazione in itinere                                  
Per ogni anno di vigenza del piano, in prossimita' della                        
realizzazione del Programma attuativo dell'anno successivo, e'                  
necessario procedere ad un monitoraggio e ad una valutazione in                 
itinere del piano, realizzata secondo i criteri e le modalita'                  
metodologiche che saranno dettagliate nel Piano regionale. Tali                 
operazioni consentiranno di trarre le indispensabili informazioni e             
valutazioni per redigere il Programma attuativo sulla scorta di                 
quanto realizzato dai territori, in attuazione dei Piani zonali.                
Fase 7 - Valutazione ex post del Piano di Zona                                  
Analogamente, a conclusione del triennio, sara' opportuno che in                
ciascuna zona si proceda ad una valutazione ex post del Piano di                
Zona, funzionale a fornire suggerimenti per le strategie                        
programmatorie della successiva edizione del Piano.                             
3. Ripartizione delle risorse del Fondo sociale regionale di cui                
all'art. 47, comma 3                                                            
Il complesso delle risorse del Fondo sociale regionale programmate e            
ripartite con il presente atto ammonta a Euro 86.548.668,87 cosi'               
destinate, coerentemente alle indicazioni contenute nei precedenti              
paragrafi 2.1 "Gli obiettivi generali di benessere sociale" e 2.2               
"Gli obiettivi settoriali":                                                     
1. Euro 2.800.000,00 per il sostegno dei programmi e delle iniziative           
volte alla promozione sociale e alle iniziative formative (articolo             
47, comma 2, lett. a) della L.R. 2/03);                                         
2. Euro 35.145.532,28 per il sostegno dei Piani di Zona e dei                   
coordinamenti provinciali di cui: - Euro 32.000.000,00 per la                   
ripartizione ai Comuni quale concorso regionale all'attuazione dei              
Piani di Zona - Quota indistinta (articolo 47, comma 1, lett. b)                
della L.R. 2/03); - Euro 1.291.142,25 per la ripartizione alle                  
Province quale concorso regionale alle attivita' di coordinamento e             
supporto per la implementazione e gestione del sistema informativo              
dei servizi sociali, nonche' per l'elaborazione dei Piani di Zona -             
Quota indistinta (articolo 47, comma 1, lett. c) della L.R. 2/03); -            
Euro 1.854.390,03 per la ripartizione alle Province quale concorso              
regionale all'attuazione di specifici Programmi provinciali di                  
carattere trasversale (quota finalizzata - articolo 27, comma 3 e               
articolo 47, comma 1, lett. c) della L.R. 2/03);                                
3. Euro 26.893.137,06 per gli interventi nell'area delle                        
Responsabilita' familiari, capacita' genitoriali e diritti dei                  
minori;                                                                         
4. Euro 1.500.000,00 per gli interventi nell'area delle Politiche a             
favore dei giovani;                                                             
5. Euro 4.129.999,53 per gli interventi nell'area Immigrazione,                 
asilo, lotta alla tratta;                                                       
6. Euro 3.580.000,00 per gli interventi nell'area Contrasto alla                
poverta';                                                                       
7. Euro 2.500.000,00 per gli interventi nell'area Prevenzione e                 
contrasto delle dipendenze e ad altre forme di disagio sociale;                 
8. Euro 10.000.000,00 per gli interventi nell'area Politiche a favore           
di anziani e disabili.                                                          
Per ciascuna delle destinazioni di risorse sopra indicate, vengono di           
seguito riportati: il percorso amministrativo procedurale che verra'            
attivato per dare attuazione operativa al programma, gli obiettivi              
specifici assegnati, i destinatari o le modalita' per la loro                   
individuazione, i criteri di riparto e le modalita' di assegnazione             
nonche', per alcune delle iniziative,  anche le modalita' di                    
erogazione.                                                                     
3.1. Promozione sociale ed iniziative formative                                 
Le risorse programmate per le finalizzazioni di cui al presente punto           
3.1. ammontano a Euro 2.800.000,00 e trovano allocazione in bilancio            
ai seguenti Capitoli di spesa:                                                  
- quanto a Euro 1.325.000,00 - Capitolo n. 57109 "Fondo sociale                 
regionale. Quota parte destinata ai Comuni singoli e alle forme                 
associative, alle AUSL, alle IPAB, alle Aziende pubbliche di Servizi            
alla Persona e ai soggetti privati senza scopo di lucro per il                  
sostegno delle attivita' di cui all'art. 47, comma 2, L.R. 2/03 e               
Legge 328/00 - Mezzi statali" afferente all'UPB 1.5.2.2.20101;                  
- quanto a Euro 1.375.000,00 - Capitolo n. 57150 "Fondo sociale                 
regionale. Quota parte destinata ai Comuni singoli e alle forme                 
associative, alle AUSL, alle IPAB, alle Aziende pubbliche di Servizi            
alla Persona e ai soggetti privati senza scopo di lucro per il                  
sostegno delle attivita' di cui all'art. 47, comma 2, L.R. 2/03"                
afferente all'UPB 1.5.2.2.20100;                                                
- quanto a Euro 100.000,00 - Capitolo n.68342 "Spese per lo                     
svolgimento delle attivita' dell'Osservatorio regionale sul fenomeno            
migratorio, della Consulta regionale per l'integrazione sociale dei             
cittadini stranieri immigrati, del centro regionale sulle                       
discriminazioni, per interventi di comunicazione interculturale, per            
iniziative sperimentali di integrazione sociale. Mezzi regionali                
(art. 3, comma 4, artt. 6, 9, comma 2 e 17, comma 1, lett. d) e art.            
20, L.R. 24 marzo 2004, n. 5)" afferente all'UPB 1.5.2.2.20280.                 
Dette risorse sono finalizzate ai seguenti obiettivi:                           
a) integrazione, per un importo di 700.000,00 Euro, delle risorse               
destinate a finanziare l'azione di cui al punto 3), lett. A) del                
Programma allegato alla deliberazione CR 514/03 "Incentivare l'avvio            
a livello locale di programmi e di iniziative di attuazione di                  
politiche integrate per il miglioramento della qualita' della vita              
della popolazione anziana";                                                     
b) integrazione, per un importo di 250.000,00 Euro, delle risorse               
destinate a finanziare l'azione di cui al punto 4), lett. A) del                
Programma allegato alla deliberazione CR 514/03 "Realizzazione e                
qualificazione di iniziative e servizi per l'accoglienza e                      
l'autonomia delle donne in difficolta' con figli minori in situazione           
di fragilita' psicosociale";                                                    
c) sostegno alle azioni di formazione e supporto ai processi di                 
trasformazione delle IPAB in Aziende pubbliche di Servizi alla                  
Persona - Risorse programmate: 800.000,00 Euro;                                 
d) incentivazione dello sviluppo di esperienze volte ad arricchire il           
lavoro di cura e promuovere il benessere delle persone utenti dei               
servizi mediante l'impiego di attivita' e pratiche innovative quali             
ad esempio: terapie assistite dagli animali, ergoterapia, arteterapia           
ed altre forme di attivita' e di terapie coadiuvanti - Risorse                  
programmate: 200.000,00 Euro.                                                   
La restante quota e' destinata ai seguenti obiettivi:                           
e) sostegno a sperimentazioni volte a rispondere a nuovi bisogni                
sociali;                                                                        
f) cofinanziamento di programmi di intervento nazionali o di ambito             
comunitario;                                                                    
g) attivazione e promozione di iniziative di comunicazione sociale,             
di studio e ricerca, di formazione su temi rilevanti di carattere               
sociale e socio-sanitario;                                                      
h) sviluppo e qualificazione del servizio Informazione e vita                   
quotidiana e promozione della documentazione;                                   
i) diffusione e promozione di una cultura dei diritti dei soggetti in           
eta' evolutiva e incentivazione alla partecipazione dei bambini e dei           
ragazzi alla vita civile;                                                       
j) promozione delle banche del tempo finalizzate allo scambio                   
solidale, dei prestiti sull'onore, di iniziative per l'armonizzazione           
dei tempi delle citta';                                                         
k) tutela e promozione dei diritti dei minori, attivita' di contrasto           
all'abuso;                                                                      
l) attivita' di promozione, sviluppo e approfondimento sul tema dei             
rapporti con il Terzo Settore;                                                  
m) sostegno ad iniziative innovative per l'integrazione sociale dei             
cittadini stranieri immigrati e per l'avvio del percorso di                     
costituzione del Centro regionale sulle discriminazioni ai sensi                
della nuova normativa regionale (L.R. 5/04);                                    
n) promozione e creazione di percorsi ed attivita' finalizzati                  
all'inserimento lavorativo dei/delle detenuti/e in carcere e dei                
soggetti in condizione di disagio.                                              
La Giunta regionale provvedera':                                                
- per quanto attiene alle iniziative di cui dalla lettera a) alla               
lett. b) all'integrazione delle risorse gia' destinate ai bandi di              
cui, rispettivamente, alle deliberazioni GR 2750/03 e 2327/03;                  
- per quanto attiene alle iniziative di cui dalla lettera c) alla               
lett. d) all'approvazione di appositi bandi per la definizione delle            
modalita' di accesso ai finanziamenti di soggetti pubblici e/o                  
privati;                                                                        
- per quanto attiene alle iniziative di cui dalla lettera e) alla               
lett. n) all'individuazione delle iniziative con la conseguente                 
assegnazione delle risorse ai destinatari individuati e, qualora                
ricorrano le condizioni previste dalla L.R. 40/01, all'assunzione dei           
relativi impegni di spesa, nonche' alla definizione delle modalita'             
di erogazione dei finanziamenti.                                                
All'assunzione degli impegni di spesa a carico dei soprariportati               
capitoli si provvedera' in relazione al maturare delle obbligazioni             
giuridiche a valere sul Bilancio di previsione per l'esercizio                  
finanziario 2004 e Bilancio pluriennale 2004-2006.                              
3.2. Piani di Zona e coordinamenti provinciali - Quota indistinta               
destinata ai Comuni e quota indistinta e finalizzata destinata alle             
Province                                                                        
Le risorse complessivamente programmate al presente punto 3.2., per             
le azioni di seguito riportate, ammontano a Euro 35.145.532,28 e                
trovano allocazione in bilancio ai seguenti capitoli di spesa:                  
- quanto a Euro 23.649.855,13 - Cap. 57107 "Fondo sociale regionale.            
Quota parte destinata ai Comuni singoli e alle forme associative per            
l'attuazione dei Piani di Zona e per la realizzazione degli                     
interventi relativi agli assegni di cura, al sostegno economico ed              
alla mobilita' degli anziani dei disabili o inabili (art. 47, comma             
1, lett. b), L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e Legge 8 novembre 2000, n.               
328) - Mezzi statali", afferente all'UPB 1.5.2.2.20101;                         
- quanto a Euro 8.350.144,87 - Cap. 57120 "Fondo sociale regionale.             
Quota parte destinata ai Comuni singoli e alle forme associative per            
l'attuazione dei Piani di Zona e per la realizzazione degli                     
interventi relativi agli assegni di cura, al sostegno economico ed              
alla mobilita' degli anziani dei disabili o inabili (art. 47, comma             
1, lett. b), L.R. 12 marzo 2003, n. 2)", afferente all'UPB                      
1.5.2.2.20100;                                                                  
- quanto a Euro 3.047.405,47 - Cap. 57105 "Fondo sociale regionale.             
Quota parte destinata alle Province per l'attuazione dei programmi              
provinciali, per le attivita' di coordinamento e supporto per                   
l'implementazione e gestione del sistema informativo dei servizi                
sociali nonche' per l'elaborazione dei Piani di Zona (art. 47, comma            
1, lett. C), L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e Legge 8 novembre 2000, n.               
328) - Mezzi statali", afferente all'UPB 1.5.2.2.20101;                         
- quanto a Euro 98.126,81- Cap.57115 "Fondo sociale regionale. Quota            
parte destinata alle Province per l'attuazione dei programmi                    
provinciali, per le attivita' di coordinamento e supporto per                   
l'implementazione e gestione del sistema informativo dei servizi                
sociali nonche' per l'elaborazione dei Piani di Zona (art. 47, comma            
1, lett. C), L.R. 12 marzo 2003, n. 2)", afferente all'UPB                      
1.5.2.2.20100.                                                                  
3.2.1. Ripartizione ai Comuni quale concorso regionale all'attuazione           
dei Piani di Zona - Quota indistinta (articolo 47, comma 1, lett. b)            
della L.R. 2/03)                                                                
Le risorse di cui al presente punto 3.2.1. sono destinate ai Comuni e           
finalizzate a garantire, accanto al mantenimento dei servizi                    
esistenti, gli interventi per lo sviluppo e la qualificazione degli             
stessi sulla base degli obiettivi di benessere sociale indicati nel             
presente Piano regionale stralcio.                                              
Dette risorse complessivamente ammontano a Euro 32.000.000,00 e sono            
ripartite con le seguenti modalita':                                            
- quanto a Euro 31.000.000,00 tra tutti i Comuni sulla base dei                 
seguenti criteri:                                                               
a) 70% della somma disponibile sulla base della popolazione residente           
al 31/12/2003, ultimo dato disponibile, pesata per fasce di eta'                
secondo lo schema seguente:                                                     
-  0-2  valore   1                                                              
-  3-17  valore 1,5                                                             
- 18-64  valore   1                                                             
- 65-74  valore   2                                                             
- > 74  valore   3                                                              
b) 20% della somma disponibile soltanto fra i Comuni appartenenti               
alle Comunita' Montane (L.R. n. 22 del 1997 e L.R. n. 11 del 2001) e            
gli altri Comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti, in base           
alla popolazione residente al 31/12/2003, ultimo dato disponibile,              
nel seguente modo:                                                              
- Comuni montani  valore 2                                                      
- Comuni ore 1                                                                  
c) 10% della somma disponibile in base al numero di utenti dei                  
servizi dei Comuni rivolti ad anziani, disabili, minori, adulti in              
difficolta', immigrati e nomadi, rilevati dal Sistema informativo               
delle Politiche sociali regionale al 31/12/2002;                                
- quanto a Euro 1.000.000,00 tra i soli Comuni appartenenti alle                
Comunita' Montane sulla base della popolazione residente al                     
31/12/2003, ultimo dato disponibile.                                            
In ogni caso la quota spettante a ciascun Comune non potra' subire              
diminuzioni rispetto a quanto assegnato, per le medesime finalita',             
nell'anno 2003.                                                                 
Il Dirigente regionale competente provvedera' con propri atti formali           
all'assegnazione e concessione delle risorse, all'assunzione                    
dell'impegno di spesa e alla contestuale liquidazione del 70% del               
finanziamento concesso. L'ulteriore quota a saldo sara' erogata a               
seguito di presentazione da parte dei Comuni dei Piani di Zona                  
2005-2007, con le modalita' e nei termini individuati nell'atto di              
concessione dei finanziamenti stessi.                                           
3.2.2. Ripartizione alle Province quale concorso regionale alle                 
attivita' di coordinamento e supporto per la implementazione e                  
gestione del sistema informativo dei servizi sociali nonche' per                
l'elaborazione dei Piani di Zona                                                
Le risorse di cui al presente punto 3.2.2. destinate alle Province              
ammontano a Euro 1.291.142,25, da erogarsi in unica soluzione,                  
vengono ripartite, assegnate, impegnate e liquidate con atto del                
Dirigente competente sulla base della popolazione residente al                  
31/12/2003, ultimo dato disponibile e finalizzate in particolare:               
- al coordinamento e alla partecipazione alla definizione dei Piani             
di Zona, assicurando il necessario supporto tecnico e informativo;              
- all'implementazione e gestione del sistema informativo dei servizi            
sociali in raccordo con il Sistema informativo regionale delle                  
Politiche sociali;                                                              
- allo sviluppo del sistema di monitoraggio relativo all'affidamento            
in gestione di servizi socio-assistenziali, socio-sanitari ed                   
educativi a norma dell'art. 22, comma 1 bis della L.R. n. 7 del 1994            
cosi' come modificata dalla L.R. n. 6 del 1997;                                 
- alla gestione delle attivita' di competenza delle Province in                 
materia di autorizzazione al funzionamento di servizi per l'infanzia            
in attuazione della L.R. n. 1 del 2000 e di servizi                             
socio-assistenziali e socio-sanitari in attuazione della L.R. n. 34             
del 1998;                                                                       
- alla raccolta ed elaborazione di tutti i dati relativi alla                   
condizione dell'infanzia e dell'adolescenza in ambito provinciale               
(Legge n. 451 del 1997);                                                        
- alla realizzazione di iniziative articolate di osservazione ed                
analisi della poverta' assoluta e della poverta' relativa in ambito             
provinciale, per la costruzione di un quadro conoscitivo del fenomeno           
a livello regionale;                                                            
- alla promozione di azioni formative a beneficio di operatori                  
impegnati in progetti, interventi e servizi che interessano bambini e           
adolescenti;                                                                    
- alla partecipazione e promozione di scambi interprovinciali,                  
interregionali e internazionali.                                                
3.2.3. Ripartizione alle Province quale concorso regionale                      
all'attuazione di specifici programmi provinciali - Quote                       
finalizzate                                                                     
A) Programma provinciale per la promozione e lo sviluppo degli Uffici           
di Piano                                                                        
Risorse programmate: Euro 600.000,00                                            
Obiettivi:                                                                      
Nei primi due anni della sperimentazione dei Piani sociali di Zona,             
in circa la meta' delle "zone sociali" e' stato attivato l'Ufficio di           
Piano - suggerito dalle Linee guida regionali come possibile                    
struttura di supporto al Comitato di Distretto.                                 
L'istituzione dell'Ufficio di Piano appare come funzionale al                   
rafforzamento dell'identita' della zona e della collaborazione tra              
Comuni, in un'ottica di pianificazione partecipata e integrata. Per             
questo nel 2003 si e' sostenuto con uno specifico Programma gestito             
dalle Province lo sviluppo di tali uffici laddove siano gia'                    
operanti, e l'avvio nelle altre zone, con l'obiettivo di costruire              
uno strumento che dia continuita' sul piano tecnico alla                        
programmazione e progettazione, curando sia il supporto al processo,            
sia la successiva gestione del Piano, con riferimento anche al                  
rapporto con i soggetti istituzionali e sociali coinvolti.                      
Dall'esame dei Programmi attuativi 2004 e degli Accordi di programma            
sottoscritti nelle tre annualita', e' emerso che l'Ufficio di Piano             
e' stato attivato ormai in tutte le zone, assumendo pero' livelli               
operativi e connotazioni funzionali ancora molto diverse da                     
territorio a territorio.                                                        
Si rende pertanto necessario, specialmente in vista della nuova                 
pianificazione zonale 2005-2007, sostenere anche per l'anno 2004 il             
consolidamento e la qualificazione degli Uffici di Piano per                    
garantire una certa uniformita' sul territorio regionale                        
relativamente al quadro delle funzioni minime, nel rispetto della               
piena autonomia delle zone nella scelta ed elaborazione del modello             
organizzativo da adottare.                                                      
Le funzioni essenziali individuate sono le seguenti:                            
- gestione operativa, a valenza tecnica e organizzativa, del percorso           
per l'elaborazione del Piano di zona: segreteria, supporto                      
organizzativo ai lavori dei tavoli, coinvolgimento e raccordo tra i             
referenti delle varie aree di intervento e dei diversi soggetti (tra            
cui anche i rappresentanti del Terzo Settore) che partecipano al                
processo, redazione del Piano;                                                  
- attivita' istruttoria per l'attivita' di integrazione delle                   
attivita' delle differenti aree di intervento e con le altre                    
politiche di settore;                                                           
- coordinamento e supporto nella gestione e attuazione del Piano;               
- collaborazione al monitoraggio e alla valutazione dell'attuazione             
del Piano e degli impegni assunti dalle parti.                                  
Piu' in generale e' da attribuirsi all'Ufficio una funzione di                  
raccordo tra gli indirizzi e le priorita' espresse dal Comitato di              
Distretto e l'apporto tecnico-progettuale del Tavolo tecnico di                 
zona.                                                                           
Si sottolinea l'importanza che tale struttura organizzativa riveste,            
soprattutto con l'avvio della piena attuazione della L.R. 2/03, in              
relazione alla designazione del Comune promotore del Piano di Zona da           
parte dei Comuni compresi nel territorio distrettuale. Considerate le           
funzioni del Comune promotore-coordinamento, promozione, stimolo,               
nonche' attivazione dei rapporti con i soggetti del Terzo Settore               
secondo l'accordo realizzato a livello zonale - e' evidente la                  
rilevanza di una struttura che sul piano tecnico sostenga lo                    
svolgimento di queste funzioni: essa dovra' dipendere funzionalmente            
dal Comune capofila e raccordarsi efficacemente con la sua struttura            
organizzativa.                                                                  
Destinatari:                                                                    
Le risorse specifiche per l'attuazione di quest'intervento sono                 
destinate alle Province, in relazione al loro ruolo di coordinamento            
e promozione dei Piani di Zona. E' importante che sulla                         
finalizzazione del contributo regionale si realizzi una fase di                 
confronto e concertazione tra Zone e Provincia, finalizzata a un                
accordo sulle modalita' di riparto, da recepire nel relativo atto               
provinciale.                                                                    
L'intervento e' finalizzato a sviluppare e consolidare in tutte le              
zone lo strumento operativo dell'Ufficio di Piano con caratteristiche           
funzionali e livelli di operativita' omogenei, pur in presenza di               
modalita' organizzativo-gestionali differenziate in relazione alle              
specificita' territoriali.                                                      
Nel coordinare e promuovere tale processo di consolidamento del                 
livello di governo zonale, le Province ripartiranno i fondi regionali           
tra gli ambiti di zona sulla base dei seguenti criteri: popolazione,            
caratteristiche e dimensioni del territorio, condizioni di                      
particolari criticita'. E' facolta' delle Province integrare le                 
risorse del programma regionale con risorse proprie aggiuntive.                 
Criteri di riparto:                                                             
Con successivo atto dirigenziale, le risorse regionali verranno                 
ripartite, assegnate, impegnate e liquidate alle Province in base               
alla popolazione residente al 31/12/2003.                                       
B) Programma provinciale per la riqualificazione del personale                  
ADB/OTA operante nei servizi in Operatore socio-sanitario (OSS)                 
Nell'ambito di un percorso di lavoro integrato tra i settori                    
regionali Politiche sociali, Sanita' e Formazione professionale e'              
stata avviata una sperimentazione regionale, successivamente oggetto            
di uno specifico Accordo Stato-Regioni, per l'introduzione di una               
nuova figura professionale (Operatore socio-sanitario - OSS).                   
L'obiettivo e' innalzare la qualita' dei servizi e dare unitarieta'             
alla risposta assistenziale di base, in contesti di erogazione                  
diversi: sanitari, sociosanitari, socioassistenziali. In una prima              
fase sono stati attivati i percorsi di formazione iniziale rivolti a            
disoccupati e successivamente si sono avviati quelli rivolti al                 
personale in servizio, sempre tramite un percorso integrato                     
intersettoriale, in considerazione delle specifiche competenze di               
settore, della complessita' del processo - sono coinvolte                       
Amministrazioni provinciali, Aziende USL, datori di lavoro,                     
organizzazioni sindacali, singole strutture e servizi - e della                 
numerosita' degli operatori.                                                    
Risorse programmate: Euro 1.254.390,03.                                         
Obiettivi:                                                                      
Si intende riqualificare gli Operatori per l'assistenza di base                 
attualmente in servizio nei diversi contesti operativi, per il                  
conseguimento della nuova qualifica di "Operatore socio-sanitario",             
tramite specifiche misure compensative differenziate a seconda della            
qualifica di base e dell'anzianita'. La riqualificazione viene                  
sostenuta a livello regionale con risorse finalizzate ad attivare i             
programmi formativi inerenti le misure compensative.                            
Destinatari:                                                                    
Le risorse vengono ripartite tra le Province, in relazione alle loro            
specifiche competenze nell'ambito della formazione professionale; le            
Amministrazioni provinciali, sulla base di apposite intese con tutti            
i soggetti del territorio coinvolti, attivano programmi formativi               
annuali.                                                                        
Criteri di riparto:                                                             
Le risorse regionali vengono ripartite con atto deliberativo di                 
Giunta, sulla base del numero degli operatori potenzialmente                    
coinvolti - al 31/12/2001 - nel processo di riqualificazione in                 
ciascun territorio provinciale, numero desunto dai dati del Sistema             
informativo Politiche sociali.                                                  
3.3 Responsabilita' familiari, capacita' genitoriali e diritti dei              
minori                                                                          
3.3.1. Programma finalizzato alla Promozione di diritti e di                    
opportunita' per l'infanzia e l'adolescenza                                     
L'inserimento nei Piani di Zona delle attivita', delle iniziative,              
dei progetti e dei servizi, sorti anche a seguito della Legge 285/97            
e della L.R. 40/99 e fino ad ora facenti parte di programmi propri              
triennali di livello provinciale, consentira' una programmazione                
unitaria, piu' compiuta e integrata con il complesso delle politiche            
sociali e socio-sanitarie territoriali. All'interno di ogni singolo             
Piano di Zona, il "Programma territoriale di intervento per                     
l'infanzia e l'adolescenza" si pone quindi in continuita' con la                
programmazione precedente, ne assume gli obiettivi, la metodologia e            
gli interventi ma in un'ottica di maggiore integrazione con le                  
politiche educative, scolastiche, sociali, sanitarie locali. Tale               
inserimento rafforzera' e garantira' una presa in carico locale delle           
politiche per la promozione dei diritti e delle opportunita' per                
l'infanzia e l'adolescenza.                                                     
In quest'ambito le Province esercitano funzioni di:                             
- raccordo tra la programmazione zonale e i programmi provinciali per           
le politiche sui servizi per l'infanzia, sull'accoglienza                       
(affidamenti e adozioni) e sulla tutela (soprattutto prevenzione e              
contrasto al maltrattamento e all'abuso), attraverso anche                      
l'attivazione e il coordinamento di tavoli provinciali;                         
- monitoraggio e valutazione dei progetti e degli esiti degli                   
interventi in collaborazione con i referenti zonali;                            
- formazione degli operatori e avvio di scambi a livello regionale e            
interregionale;                                                                 
- cura della raccolta ed elaborazione dei dati sulla condizione                 
dell'infanzia e dell'adolescenza, dei servizi, iniziative e attivita'           
rivolti ai bambini e ai ragazzi.                                                
Risorse programmate:                                                            
Vengono destinati al presente programma complessivi Euro                        
6.548.905,60, di cui:                                                           
- Euro 6.316.500,00 trovano allocazione in bilancio al Capitolo 58422           
"Interventi per la realizzazione dei piani di intervento territoriali           
e per la realizzazione di programmi interregionali di scambio e di              
formazione in materia di servizi per l'infanzia (Legge 28 agosto                
1997, n. 285 e Legge 8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali",                 
afferente alla UPB 1.6.1.2.22101;                                               
- Euro 232.405,60, destinati all'attuazione della L.R. 40/99,                   
allocati in bilancio al Capitolo 57722 "Contributi agli Enti locali             
volti alla realizzazione di interventi per la promozione delle citta'           
dei bambini e delle bambine (art. 4, comma 3, L.R. 28 dicembre 1999,            
n. 40)", afferente alla UPB 1.6.1.2.22100.                                      
Obiettivi:                                                                      
Il programma e' finalizzato a:                                                  
- consentire all'interno dei Piani di Zona triennali una piu'                   
integrata e specifica progettualita' per l'infanzia e l'adolescenza             
con il "Programma territoriale d'intervento per l'infanzia e                    
l'adolescenza" (come richiesto dalla Legge 285/97, dal Piano                    
nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo              
sviluppo dei soggetti in eta' evolutiva, dal Piano nazionale degli              
interventi e dei servizi sociali 2001-2003);                                    
- sostenere una coerenza con la progettazione precedente della Legge            
285/97 e della L.R. 40/99 e successive modificazioni attraverso uno             
studio e un'analisi approfonditi degli interventi realizzati - anche            
grazie ai risultati del monitoraggio e della valutazione - scegliendo           
quali fare proseguire, consolidare, qualificare, estendere, quali               
innovare e quali ritenere esauriti perche' non congruenti con le                
finalita' del programma. Gli obiettivi consolidati di tale                      
programmazione riguardano la tutela del bambino e dell'adolescente,             
il sostegno della genitorialita', la promozione della cultura della             
normalita' e del benessere quotidiano, della solidarieta' e dello               
sviluppo della comunita'; la promozione delle competenze e delle                
autonomie nel bambino e nel ragazzo; lo sviluppo di esperienze di               
cittadinanza attiva, in eta' evolutiva, per la realizzazione di                 
un'effettiva partecipazione alla comunita' ed una valorizzazione del            
protagonismo dei ragazzi; il rafforzamento del sistema integrato dei            
servizi educativi, scolastici e formativi, sanitari e una maggiore              
flessibilizzazione degli stessi; lo sviluppo di una progettazione               
concertata tra i diversi settori della pubblica Amministrazione e di            
questa con il Terzo Settore.                                                    
Le risorse del presente programma sono destinate prioritariamente               
all'attuazione dei seguenti obiettivi specifici: messa in opera di              
servizi, interventi e azioni rivolti alla promozione dei diritti                
della preadolescenza e dell'adolescenza, e all'integrazione                     
multiculturale con una visione che tenga presente una politica                  
organica rivolta alla fascia d'eta' 0-17 anni.                                  
Tali servizi, interventi e azioni, al fine di assumere sempre piu'              
un'ottica complessiva e unitaria dell'infanzia e dell'adolescenza,              
devono puntare:                                                                 
- all'integrazione fra risorse e soggetti, che rivestono competenze             
nei servizi sociali e sanitari, nella formazione, nei servizi                   
educativi e scolastici, nelle politiche giovanili e familiari;                  
- ad una progettazione intersettoriale finalizzata all'individuazione           
di obiettivi comuni e di metodologie condivise, alla                            
razionalizzazione dell'uso delle risorse umane ed economiche e alla             
valorizzazione delle esperienze del Terzo Settore.                              
Destinatari dei finanziamenti:                                                  
Comuni sede di Distretto o un altro soggetto pubblico di cui all'art.           
16 della L.R. 2/03, per programmi di ambito zonale.                             
Criteri di ripartizione:                                                        
Le risorse del presente programma saranno ripartite sulla base della            
popolazione residente 0-17 anni nei Comuni della zona al 31/12/2003,            
ad eccezione di una quota pari a Euro 104.000,00 che sara' destinata            
con successivi atti dalla Giunta regionale alla realizzazione di                
programmi e iniziative regionali e interregionali di scambio, di                
formazione e di documentazione ai sensi dell'art. 2, comma 2 della              
Legge 285/97.                                                                   
Atti successivi:                                                                
L'assegnazione delle risorse e l'impegno di spesa saranno effettuati            
con atto formale del Dirigente competente, sulla base dei criteri               
sopra riportati.                                                                
La liquidazione dei finanziamenti regionali, che non dovranno                   
superare il 70% della spesa, avverra' con atto formale del Dirigente            
competente, previa approvazione del "Programma territoriale                     
d'intervento per l'infanzia e l'adolescenza", nell'ambito del                   
Programma attuativo 2005, da presentare alla Regione nei tempi                  
previsti per il Piano di Zona 2005-2007 e previa valutazione della              
congruita' del Programma agli obiettivi assegnati dalla Regione.                
Nell'atto di liquidazione saranno apportate le necessarie modifiche             
all'elenco dei soggetti assegnatari del finanziamento regionale, di             
cui all'atto di assegnazione del Dirigente medesimo, in conseguenza             
di quanto richiesto dai Comuni sede di Distretto in merito                      
all'eventuale individuazione, all'atto della presentazione del                  
programma, di un altro Comune o di un soggetto pubblico di cui                  
all'art. 16 della L.R. 2/03 in qualita' di soggetto capofila del                
presente Programma finalizzato.                                                 
3.3.2. Programma finalizzato "Azioni di coordinamento nell'ambito               
degli interventi di qualificazione scolastica, socio-educativi,                 
socio-assistenziali e socio-sanitari a favore dell'infanzia e                   
dell'adolescenza"                                                               
Risorse programmate:                                                            
Euro 1.000.000,00 a valere sul Cap. 57107 "Fondo sociale regionale.             
Quota parte destinata ai Comuni singoli e alle forme associative per            
l'attuazione dei Piani di Zona e per la realizzazione degli                     
interventi relativi agli assegni di cura, al sostegno economico ed              
alla mobilita' degli anziani dei disabili o inabili (art. 47, comma             
1, lett. b), L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e Legge 8 novembre 2000, n.               
328) - Mezzi statali" afferente all'UPB 1.5.2.2.20101.                          
Destinatari:                                                                    
Comuni sede di Distretto o altri soggetti pubblici indicati all'art.            
16 della L.R. 2/03 designati all'attuazione del programma per la zona           
sociale di riferimento.                                                         
Obiettivi:                                                                      
Per collegare gli interventi di qualificazione scolastica a favore di           
minori, anche in situazioni di disabilita' o di disagio sociale, con            
gli interventi socio-educativi, socio-assistenziali e socio-sanitari,           
e per garantire loro una maggiore efficacia, viene attivata in ogni             
zona sociale una specifica funzione di coordinamento da esercitare              
nell'ambito degli eventuali accordi di programma stipulati a livello            
provinciale.                                                                    
Al sistema e' posta l'urgenza di considerare la qualificazione                  
dell'integrazione scolastica  non disgiunta dalla qualificazione                
delle opportunita' sociali di inserimento per minori e adolescenti              
con disabilita' o in stato di disagio. Vari sono gli strumenti                  
programmatori attivabili a tale scopo:                                          
- la collaborazione dei vari soggetti istituzionali e non                       
istituzionali secondo gli accordi di programma provinciali e locali;            
- la formulazione di progetti educativi individualizzati secondo                
l'ottica di intervento di cui art. 7 della L.R. 2/03;                           
- il coordinamento e l'integrazione in ambito zonale dei progetti e             
dei servizi finalizzati alla piena integrazione scolastica e sociale            
dei minori con disabilita' o in condizione di disagio;                          
- il coordinamento di interventi socio-sanitari e socio-educativi               
finalizzati al sostegno di misure di accompagnamento all'uscita della           
scuola dell'obbligo per le situazioni di maggiore gravita' che                  
necessitano di un approccio multiprofessionale.                                 
Il programma e' finalizzato alla promozione di una funzione di                  
coordinamento territoriale dei diversi interventi socio-educativi a             
favore dell'infanzia e dell'adolescenza. Tale funzione dovra'                   
esercitare compiti di proposta, coordinamento, integrazione dei                 
progetti e degli interventi educativi, sociali e della formazione               
professionale con quelli di altri settori interessati, nonche' di               
monitoraggio, documentazione e valutazione dei progetti e degli                 
interventi, nel rispetto dei ruoli delle diverse istituzioni, settori           
operativi e soggetti coinvolti.                                                 
Obiettivo e' promuovere il coordinamento e l'integrazione degli                 
interventi e dei progetti educativi, sociali e socio-sanitari che gli           
Enti locali realizzano in collaborazione con le Autonomie                       
scolastiche, le AUSL ed il Terzo Settore per migliorare la qualita'             
dell'integrazione scolastica e sociale dei minori con disabilita' e             
in situazioni di disagio, anche attraverso la promozione di                     
specifiche forme di coordinamento tecnico e di gestione associata in            
ambito zonale degli interventi per l'autonomia e l'educazione.                  
Al fine di assicurare il confronto e lo scambio delle esperienze, il            
supporto all'innovazione e alla sperimentazione, nonche' per                    
promuovere il raccordo tra i servizi socio-educativi e socio-sanitari           
del territorio, saranno previste forme di coordinamento tecnico con             
altri settori di intervento in particolare con i Coordinamenti                  
pedagogici provinciali di cui all'art. 34, comma 2 della L.R. 1/00              
come modificata dalla L.R. 14 aprile 2004, n. 8.                                
La Regione attuera' un'azione di monitoraggio sulle esperienze                  
effettuate al fine di fornire successive indicazioni per ricondurre             
ad omogeneita' gli strumenti e le soluzioni organizzative adottati.             
Criteri di ripartizione:                                                        
Le risorse sono ripartite, con variazioni connesse ad arrotondamenti,           
sulla base della popolazione residente in eta' 0-17 anni rilevata al            
31/12/2003.                                                                     
Atti successivi:                                                                
L'assegnazione delle risorse e l'assunzione dell'impegno di spesa               
saranno effettuati con atto formale del Dirigente competente, sulla             
base dei criteri sopra riportati.                                               
La liquidazione dei contributi regionali, che non dovranno superare             
il 70% della spesa ammissibile, avverra' con atto formale del                   
Dirigente competente, previa approvazione, nell'ambito del Programma            
attuativo 2005, del Programma finalizzato "Promozione e coordinamento           
in ambito zonale di progetti e servizi sociali ed educativi a favore            
dell'infanzia e dell'adolescenza" da presentare alla Regione nei                
tempi previsti per i Piani di Zona 2005-2007 e previa valutazione               
della congruita' del Programma finalizzato agli obiettivi assegnati             
dalla Regione.                                                                  
Nell'atto di liquidazione saranno apportate le necessarie modifiche             
all'elenco dei soggetti assegnatari del contributo regionale di cui             
all'atto di assegnazione del Dirigente medesimo, in conseguenza di              
quanto richiesto dai Comuni sede di Distretto in merito all'eventuale           
individuazione, all'atto della presentazione del programma, di un               
altro Comune o di un soggetto pubblico di cui all'art. 16 della L.R.            
2/03, in qualita' di soggetto capofila del presente Programma                   
finalizzato.                                                                    
3.3.3. Sviluppo e qualificazione dei Centri per le famiglie                     
Risorse programmate:                                                            
Le risorse complessivamente programmate per l'anno 2004 ammontano a             
Euro 569.206,98, e trovano allocazione in bilancio come segue:                  
- quanto a Euro 335.696,98 al Capitolo 57233 "Fondo socio                       
assistenziale regionale. Quota parte destinata all'istituzione ed al            
finanziamento delle attivita' dei Centri per le famiglie previste               
dagli artt. 11 e 12 della L.R. 14 agosto 1989, n. 27", afferente                
all'UPB 1.5.2.2.20110 - Interventi a sostegno delle famiglie;                   
- quanto a Euro 233.510,00 al Capitolo 57237 "Fondo nazionale per le            
politiche sociali. Quota parte destinata all'istituzione ed al                  
finanziamento delle attivita' dei Centri per le famiglie (artt. 11 e            
12, L.R. 14 agosto 1989, n. 27; Legge 8 novembre 2000, n. 328) -                
Mezzi statali", afferente all'UPB 1.5.2.2.20111 - Interventi a                  
sostegno delle famiglie - Risorse statali.                                      
Obiettivi:                                                                      
Gli obiettivi per l'anno 2004 sono i seguenti:                                  
a) sviluppare e qualificare l'attivita' di servizio dei 19 Centri               
gia' funzionanti, per consentirne il loro regolare funzionamento;               
b) sostenere l'avvio di nuovi Centri per le famiglie sul territorio             
regionale.                                                                      
Destinatari:                                                                    
L'assegnazione dei contributi per l'avvio e la qualificazione del               
servizio sara' vincolata alla presenza dei parametri oggettivi,                 
definiti con propria deliberazione 396/02 avente per oggetto "Linee             
di indirizzo, obiettivi e criteri per i contributi regionali per                
l'avvio e la qualificazione dei Centri per le famiglie anno 2002 -              
artt. 11 e 12 della L.R. 27/89", All. A), paragrafo 2. "Modello                 
organizzativo".                                                                 
Accedono ai contributi regionali in questo ambito:                              
- relativamente al punto a) i Comuni, singoli o associati, sede dei             
19 Centri per le famiglie: Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena,              
Bologna, Ferrara, Ravenna, Forli', Lugo (RA), Carpi (MO), Imola (BO),           
Faenza (RA), Cesena, Rimini, Forlimpopoli (FO-CE), Montecchio (RE) in           
qualita' di Comune capofila dell'Associazione intercomunale Val                 
d'Enza, Vignola (MO) in qualita' di Comune capofila dell'Unione Terre           
di Castelli, Santarcangelo di Romagna (RN), Portomaggiore (FE) in               
qualita' di Comune capofila dell'Associazione intercomunale dei                 
Comuni di Argenta, Masi Torello, Portomaggiore, Voghiera;                       
- relativamente al punto b), i Comuni, singoli o associati ai sensi             
dell'art. 16 della L.R. 2/03, con popolazione pari o superiore ai               
30.000 abitanti, sede di nuovi Centri per le famiglie.                          
Procedure e criteri di ripartizione:                                            
Per quanto riguarda i Centri gia' funzionanti di cui al punto a),               
beneficiari di un contributo complessivo di Euro 469.206,98, il                 
Dirigente regionale competente provvedera' con proprio atto formale,            
all'esatta quantificazione, assegnazione e concessione dei contributi           
sulla base dei criteri indicati nella deliberazione consiliare                  
396/02, all'assunzione dell'impegno di spesa e alla contestuale                 
liquidazione in un'unica soluzione.                                             
Ai nuovi Centri, di cui al punto b), vengono destinate risorse per              
complessivi Euro 100.000,00. La Giunta regionale approvera', con                
apposito atto, i criteri e le modalita' per l'accesso ai contributi;            
successivamente, provvedera', previo espletamento della necessaria              
istruttoria da parte del Servizio competente per materia, all'esatta            
quantificazione, assegnazione e concessione dei contributi, alla                
contestuale assunzione dei relativi impegni di spesa, ove ricorrano             
le condizioni previste dalla L.R. 40/01, a carico dei capitoli                  
sopraindicati a valere sul Bilancio di previsione per l'esercizio               
2004 e Bilancio pluriennale 2004-2006 in relazione al maturare delle            
relative obbligazioni giuridiche. Alla liquidazione delle somme                 
spettanti provvedera' in un'unica soluzione con atto formale il                 
Dirigente competente per materia.                                               
3.3.4. Interventi relativi al primo anno in famiglia e alle                     
iniziative di conciliazione dei tempi di cura e di lavoro                       
Risorse programmate:                                                            
Le risorse complessivamente programmate per l'anno 2004 ammontano a             
Euro 800.000,00 e trovano allocazione in Bilancio nel Capitolo 57111            
"Fondo nazionale per le politiche sociali. Quota parte destinata agli           
Enti locali per il sostegno delle politiche in favore della natalita'           
(art. 46, comma 2, Legge 27 dicembre 2002, n. 289 e Legge 8 novembre            
2000, n. 328) -  Mezzi statali", afferente alla UPB 1.5.2.2.20101 -             
Fondo socio-assistenziale - Risorse statali.                                    
Obiettivi:                                                                      
Il finanziamento regionale sara' finalizzato ad incentivare ed                  
estendere le iniziative dei Comuni per sostenere economicamente le              
famiglie nel periodo dell'astensione facoltativa dal lavoro dopo la             
nascita di un/a bambino/bambina, ampliando la possibilita' di scelta            
delle famiglie rispetto alle modalita' di cura dei figli nel primo              
anno di vita e integrando, percio', l'offerta dei servizi esistenti.            
Destinatari:                                                                    
Accedono ai contributi regionali in questo ambito i Comuni che                  
abbiano destinato, nell'anno finanziario 2004, proprie risorse in               
favore delle famiglie per interventi di sostegno alla natalita' e di            
conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro.                          
Procedure:                                                                      
La Giunta regionale provvedera', con propri atti formali, alla                  
individuazione delle modalita' di accesso ai contributi, alla                   
assegnazione dei finanziamenti, all'impegno di spesa delle risorse              
suindicate, nonche' alla definizione delle modalita' di erogazione              
della spesa.                                                                    
3.3.5. Interventi relativi all'acquisto della prima casa in favore              
delle famiglie di nuova costituzione                                            
Obiettivo:                                                                      
In attuazione dell'art. 46, comma 2 della Legge 289/02 e nel rispetto           
delle indicazioni contenute nel decreto del Ministero del Lavoro e              
delle Politiche sociali 18 aprile 2003 "Riparto del Fondo nazionale             
per le politiche sociali per l'anno 2003 quota parte del Fondo                  
nazionale per le politiche sociali" era stato destinato, con                    
deliberazione del Consiglio regionale 4 novembre 2003, n. 514, un               
finanziamento attraverso un buono casa del valore di Euro 5.198,12              
per le famiglie di nuova costituzione per l'acquisto della prima                
casa.                                                                           
Poiche' a tutt'oggi non risultano erogati dai Comuni assegnatari in             
base alla deliberazione della Giunta regionale 24 novembre 2003, n.             
2326 tutti i buoni disponibili, si stabilisce di consentire ai Comuni           
stessi di erogare i buoni residui, fino ad esaurimento degli stessi,            
secondo i criteri sotto indicati.                                               
Destinatari:                                                                    
I beneficiari sono coppie i cui componenti devono possedere i                   
seguenti requisiti:                                                             
- avere contratto matrimonio a partire dall'1/1/2003; nel caso la               
famiglia abbia avuto un figlio nel corso del 2003 o del 2004, il                
matrimonio puo' essere stato contratto anche nel corso del 2002;                
- avere un'eta' non superiore ai 35 anni (almeno uno dei coniugi);              
- essere cittadini italiani e/o di uno Stato che appartiene                     
all'Unione Europea, oppure ad altro Stato purche' i soggetti siano              
titolari di carta di soggiorno o regolarmente soggiornanti in quanto            
titolari di un permesso di soggiorno che consente loro di esercitare            
una regolare attivita' di lavoro subordinato non stagionale o di                
lavoro autonomo ai sensi del DLgs 286/98 cosi' come modificato dalla            
Legge 189/02;                                                                   
- avere, al momento della richiesta, la residenza nel Comune in cui             
e' ubicata la casa per cui si richiede il contributo o ottenerla                
entro il termine stabilito dal Comune stesso;                                   
- non essere titolari del diritto di proprieta', di usufrutto, di uso           
o di abitazione, di un alloggio, ubicato nella stessa Provincia,                
diverso da quello per cui si chiede il contributo;                              
- essere in possesso della promessa di vendita, o compromesso, o                
delibera di assegnazione in proprieta', ovvero del rogito per                   
l'alloggio per il quale si chiede il contributo;                                
- la famiglia di nuova costituzione dovra' avere un valore ISEE                 
(indicatore della situazione economica equivalente) non superiore a             
Euro 30.000,00 e nessun componente di essa dovra' avere la proprieta'           
o l'assegnazione in proprieta' nel territorio della Provincia dove si           
trova l'immobile, anche con patto di futura vendita, di un alloggio,            
diverso da quello per cui si chiede il contributo.                              
Requisiti dell'alloggio:                                                        
La richiesta dovra' riferirsi ad un alloggio di superficie utile max            
pari a 95 mq., esclusi gli alloggi ricompresi nelle categorie                   
catastali A/1, A/8 e A/9, nonche' gli edifici monofamiliari e                   
bifamiliari.                                                                    
I Comuni potranno integrare con proprie risorse o con contribuzioni             
di altri soggetti il numero dei buoni casa o l'ammontare degli                  
stessi.                                                                         
I singoli Comuni dovranno inviare al Servizio Politiche familiari               
infanzia e adolescenza, Viale Aldo Moro n. 21 - Bologna una                     
comunicazione attestante l'avvenuta emissione del bando entro sei               
mesi dalla pubblicazione del presente atto nel  Bollettino Ufficiale            
della Regione.                                                                  
3.3.6. Sostegno alla estensione, sperimentazione, gestione,                     
qualificazione di servizi educativi per l'infanzia                              
La Regione Emilia-Romagna presenta un patrimonio notevole di servizi            
per la prima infanzia che e' frequentato circa dal 23% di bambini in            
eta' 0-3 anni contro una media nazionale dell'8%.                               
Tali servizi profondamente radicati nella comunita' hanno dato un               
contributo determinante nel diffondere una cultura dei diritti                  
dell'infanzia e nell'offrire ai genitori un sostegno alle capacita'             
genitoriali e uno strumento di conciliazione dei tempi di vita e del            
lavoro.                                                                         
Risorse programmate:                                                            
Anche in considerazione dell'alto numero di bambini in lista d'attesa           
in regione (oltre 5000), le risorse destinate all'estensione                    
dell'offerta educativa per i bambini in eta' 0-3 anni per nuova                 
costruzione, acquisto, restauro e risanamento conservativo,                     
ristrutturazione edilizia, ripristino tipologico di edifici da                  
destinare a servizi educativi per la prima infanzia nonche' arredo              
degli stessi, per l'anno 2004, ammontano complessivamente a Euro                
9.604.025,05:                                                                   
- quanto a Euro 1.000.000,00 afferenti al Capitolo 58435 "Fondo                 
regionale per i servizi educativi per l'infanzia. Assegnazione alle             
Amministrazioni provinciali per la costruzione, acquisto, restauro e            
risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ripristino                 
tipologico di edifici da destinare a servizi educativi per la prima             
infanzia nonche' arredo degli stessi - Mezzi propri della Regione               
(art. 14, comma 2, lett.a) e b), L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 e                   
successive modifiche)" afferente alla UPB 1.6.1.3.22510;                        
- quanto a Euro 8.604.025,05 afferenti al Capitolo 58445 "Fondo                 
nazionale per i servizi educativi per l'infanzia. Assegnazione alle             
Amministrazioni provinciali per la costruzione, acquisto, restauro e            
risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, ripristino                 
tipologico di edifici da destinare a servizi educativi per la prima             
infanzia nonche' arredo degli stessi (art. 70, Legge 23 dicembre                
2001, n. 448; art. 14, comma 2, lett. a) e b), L.R. 10 gennaio 2000,            
n. 1 e successive modifiche - Mezzi statali)" afferente alla UPB                
1.6.1.3.22512.                                                                  
Quanto alle risorse di cui al Capitolo 58435 si precisa che saranno             
finanziati esclusivamente gli interventi ammissibili ai sensi                   
dell'art. 3, comma 18, lett. g) della Legge 350/03, trattandosi di              
contributi destinati alla realizzazione di interventi che insistono             
su immobili del patrimonio pubblico di proprieta' di Enti locali.               
Le risorse destinate per la sperimentazione, gestione e                         
qualificazione di servizi educativi per l'infanzia, per l'anno 2004,            
ammontano complessivamente a Euro 7.655.999,43:                                 
- quanto a Euro 1.605.999,43 allocate al Capitolo 58430 "Fondo                  
regionale per i servizi educativi per l'infanzia. Assegnazione alle             
Amministrazioni provinciali per la gestione, la qualificazione e la             
sperimentazione di servizi innovativi - Mezzi propri della Regione              
(art. 14, comma 4, L.R. 10 gennaio 2000, n. 1 e successive                      
modifiche)", afferente alla UPB 1.6.1.2.22100;                                  
- quanto a Euro 6.050.000,00 allocate al Capitolo 58432 "Fondo                  
nazionale per le politiche sociali. Quota parte destinata alle                  
Amministrazioni provinciali per la gestione, la qualificazione e la             
sperimentazione di servizi educativi per l'infanzia (art. 14, comma             
4, L.R. 10 gennaio 2000, n. 1; Legge 8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi           
statali", afferente alla UPB 1.6.1.2.22101 - Servizi educativi per              
l'infanzia - Risorse statali.                                                   
Destinatari e criteri:                                                          
La Giunta regionale, in attuazione della L.R. 1/00 e successive                 
modificazioni, provvedera' alla ripartizione ed assegnazione delle              
risorse a favore delle Amministrazioni provinciali per l'attuazione             
dei programmi annuali provinciali, nel rispetto della deliberazione             
del C.R. n. 589 del 2004, recante "Programma degli interventi per lo            
sviluppo e la qualificazione dei servizi educativi rivolti ai bambini           
in eta' 0-3 anni - Anno 2004. Attuazione della L.R. 1/00 cosi' come             
modificata dalla L.R. 8/04  (proposta della Giunta regionale in data            
7 giugno 2004, n. 1068)" e, ove ricorrano le condizioni previste                
dalla L.R. 40/01, all'assunzione dei relativi impegni di spesa, a               
carico dei capitoli sopraindicati a valere sul Bilancio di previsione           
per l'esercizio 2004 e Bilancio pluriennale 2004-2006 in relazione al           
maturare delle relative obbligazioni giuridiche. Le Amministrazioni             
provinciali provvederanno con propri atti all'individuazione dei                
destinatari nel rispetto degli indirizzi previsti nella deliberazione           
del C.R. n. 589 e secondo le modalita' dell'art. 14 della L.R. 1/00             
cosi' come modificata dalla L.R. 8/04. Il Dirigente competente con              
proprio atto formale procedera' alla liquidazione a favore delle                
Province.                                                                       
3.3.7. Programma provinciale per la promozione di politiche di                  
accoglienza e tutela dell'infanzia e dell'adolescenza                           
Sono destinati al presente programma, articolato nelle seguenti tre             
azioni, complessivi Euro 715.000,00, che trovano allocazione in                 
bilancio al Capitolo 57105 "Fondo sociale regionale. Quota parte                
destinata alle Province per l'attuazione dei programmi provinciali.             
Per le attivita' di coordinamento e supporto per l'implementazione e            
gestione del sistema informativo dei servizi sociali nonche' per                
l'elaborazione dei Piani di Zona (art. 47, comma 1, lett. C), L.R. 12           
marzo 2003, n. 2 e Legge 8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali"              
afferente all'UPB 1. 5. 2. 2. 20101.                                            
A) Adozione nazionale e internazionale                                          
Risorse programmate: Euro 215.000,00                                            
Obiettivi:                                                                      
Come da deliberazione del Consiglio regionale n. 331 del 12/2/2002              
che, tra l'altro, ha approvato il "Progetto regionale adozione" e la            
deliberazione della Giunta regionale 1425/04 recante "Protocollo                
regionale di intesa in materia di adozione tra Regione                          
Emilia-Romagna, Province, Enti titolari delle funzioni in materia di            
infanzia e adolescenza, Enti autorizzati di cui all'art. 39, comma 1,           
lettera c) della Legge 476/98" si dovranno perseguire i seguenti                
obiettivi:                                                                      
- abbattere le liste e ridurre i tempi di attesa per le coppie                  
interessate ad intraprendere il percorso dell'adozione nazionale e              
internazionale tramite la programmazione, in ogni ambito provinciale,           
dei corsi di preparazione;                                                      
- agevolare, nei corsi di preparazione all'adozione, l'integrazione e           
la co-progettazione tra servizi pubblici ed Enti autorizzati,                   
sottoscrittori di convenzioni provinciali e del protocollo                      
regionale;                                                                      
- promuovere, a livello locale, una cultura dell'accoglienza                    
sensibile alla fase postadottiva e l'attuazione di progetti di                  
accompagnamento individualizzati per ogni bambino e la sua famiglia,            
ai fini di sostenere la complessa fase dell'integrazione del bambino            
nel nuovo contesto familiare e sociale e scongiurare fallimenti                 
adottivi;                                                                       
- promuovere accordi a livello inter-istituzionale finalizzati alla             
riorganizzazione dei servizi necessari alla formazione e                        
specializzazione delle e'quipe centralizzate;                                   
- sostenere il funzionamento del coordinamento tecnico provinciale              
adozioni composto da operatori in rappresentanza delle e'quipe                  
adozioni - presenti sul territorio provinciale e preposte alle fasi             
di informazione, formazione delle coppie, indagine psicosociale e               
postadozione - e degli Enti autorizzati;                                        
- fornire opportunita' di aggiornamento e percorsi formativi agli               
operatori dei servizi pubblici, in particolare quelli facenti parte             
delle e'quipe centralizzate preposte alla indagine psicosociale, e              
degli Enti autorizzati in materia di adozione;                                  
- compilare il report annuale sull'attuazione del programma                     
provinciale adozioni, in particolare indicante i percorsi formativi             
degli operatori dei servizi territoriali e degli Enti autorizzati, il           
numero dei corsi realizzati e delle coppie formate, le modalita' di             
svolgimento dei corsi, le informazioni emerse dai questionari                   
somministrati alle coppie che li hanno frequentati per migliorare               
l'organizzazione dei corsi e la loro efficacia nel tempo.                       
La gestione e l'organizzazione degli interventi formativi per gli               
operatori potranno essere gestiti anche in ambito sovra-provinciale             
attraverso accordi e intese. Si favorira' la presenza a tali                    
iniziative formative degli operatori degli Enti autorizzati, in                 
particolare quelli che hanno sottoscritto il Protocollo regionale               
(parte b) e convenzioni con le Province.                                        
Destinatari: le Amministrazioni provinciali                                     
Criteri di riparto:                                                             
- una quota, corrispondente al 30% delle risorse, verra' destinata in           
uguale misura a tutte le Province;                                              
- una quota, corrispondente al 20% delle risorse, in base al numero             
dei bambini adottati a livello provinciale sulla base degli ultimi              
dati disponibili;                                                               
- la restante quota del 50% verra' suddivisa tra le Province in base            
al numero complessivo delle istruttorie concluse in ogni territorio             
provinciale, ultimo dato disponibile.                                           
Il Dirigente competente provvedera' con propri atti formali                     
all'assegnazione delle risorse, all'assunzione dei relativi impegni             
di spesa e alla contestuale liquidazione in un'unica soluzione e alla           
determinazione delle modalita' di rendicontazione.                              
B) Affidamenti familiari e in comunita'                                         
La Regione intende porre in una dimensione unitaria le politiche per            
l'accoglienza dei minori temporaneamente allontanati dalla famiglia             
attraverso un rilancio delle politiche in materia di affidamento                
familiare e con l'avvio di una qualificazione delle risposte                    
accoglienti di tipo familiare. Questa volonta' si concretizzera'                
attraverso  la definizione di una nuova direttiva in collaborazione             
anche con le Associazioni, che preveda opportunita' in grado di                 
garantire la formazione degli adulti accoglienti, adeguati standard             
per il sostegno da parte dei servizi e promuova forme sperimentali di           
affido e di accoglienza in struttura anche in previsione della                  
chiusura degli istituti come previsto dalla Legge 149/01.                       
Risorse programmate: Euro 200.000,00                                            
Obiettivi:                                                                      
Sviluppare e promuovere, in ambito provinciale:                                 
- coordinamenti affido e coordinamenti degli operatori delle                    
strutture per l'accoglienza, possibilmente integrati tra loro;                  
- iniziative locali finalizzate alla promozione della cultura                   
dell'accoglienza;                                                               
- gruppi di mutuo-aiuto per le famiglie affidatarie e anche per le              
famiglie che vivono la condizione di allontanamento dei propri                  
figli;                                                                          
- l'avvio di corsi di preparazione per le coppie candidate                      
all'affidamento familiare ed alla conduzione di comunita' familiari;            
- la formazione degli operatori dei servizi sociali territoriali,               
anche integrata con quella degli operatori delle strutture, delle               
associazioni, delle cooperative sociali, delle IPAB e delle Aziende             
pubbliche di Servizi alla persona;                                              
- interventi per assicurare accoglienza esclusivamente di tipo                  
familiare per i bambini 0-6 anni (rete delle famiglie accoglienti);             
- la sperimentazione e il monitoraggio dei progetti innovativi di               
accoglienza atti a rispondere a nuovi bisogni sociali, quali                    
l'accoglienza di minori stranieri, di bambini disabili ed                       
adolescenti, nonche' l'accompagnamento verso l'autonomia di giovani             
in particolare di quelli ospitati in strutture per minori.                      
Destinatari: le Amministrazioni provinciali                                     
Criteri e modalita' di ripartizione:                                            
La ripartizione delle risorse avverra' sulla base dei seguenti                  
criteri, con arrotondamento all'unita' di Euro:                                 
- una quota corrispondente al 30% delle risorse verra' destinata in             
uguale misura a tutte le Province;                                              
- la restante quota del 70% verra' suddivisa tra le Province in base            
alla popolazione minorile residente nel territorio provinciale al               
31/12/2003.                                                                     
Il Dirigente competente provvedera' con propri atti formali                     
all'assegnazione delle risorse, all'assunzione dei relativi impegni             
di spesa e alla contestuale liquidazione in un'unica soluzione e alla           
determinazione delle modalita' di rendicontazione.                              
C) Sostegno alle politiche di tutela dei minori                                 
Risorse programmate: Euro 300.000,00                                            
Obiettivi:                                                                      
- sostenere l'implementazione e il consolidamento delle attivita' del           
sistema dei servizi in materia di tutela dei minori da abusi,                   
maltrattamenti e da forme di disagio grave;                                     
- attivare iniziative di sensibilizzazione e informazione                       
dell'opinione pubblica, dei genitori, dei bambini e ragazzi e in                
particolare del personale delle strutture educative e scolastiche               
perche' questi ultimi diventino capaci nel cogliere segni di                    
malessere nei bambini e nei ragazzi e possano collaborare attivamente           
con i Servizi del territorio nella prevenzione e nella riduzione del            
danno;                                                                          
- promuovere iniziative di formazione e aggiornamento rivolte ai                
pediatri di libera scelta e di comunita' per rafforzare una                     
professionalita' in grado di leggere i segni di malessere e                     
supportare una genitorialita' responsabile;                                     
- sviluppare la capacita' degli operatori dei servizi territoriali di           
interagire e coinvolgere in modo proficuo i media per la diffusione             
di una cultura tutelante nei confronti dei minori e per promuovere              
una corretta rappresentazione delle attivita' dei servizi;                      
- curare la formazione specifica degli operatori dei servizi, in                
particolare delle e'quipe dedicate alla tutela, per la qualificazione           
del sistema dei servizi socio-sanitari rivolti ai minori vittime di             
maltrattamenti e abusi;                                                         
- coordinare il tavolo provinciale di confronto e di pianificazione             
delle attivita' di tutela, istituito in ogni Provincia per effetto              
della deliberazione di Giunta regionale 2608/02.                                
Tali obiettivi dovranno essere perseguiti in accordo con i Servizi              
socio-sanitari territoriali.                                                    
Destinatari: le Amministrazioni provinciali                                     
Criteri di ripartizione:                                                        
La ripartizione delle risorse avverra' sulla base dei seguenti                  
criteri, con arrotondamento all'unita' di Euro:                                 
- una quota  corrispondente al 30% delle risorse, verra' destinata in           
uguale misura a tutte le Province;                                              
- la restante quota del 70% verra' suddivisa tra le Province in base            
alla popolazione minorile residente nel territorio provinciale al               
31/12/2003.                                                                     
Il Dirigente competente provvedera' con propri atti formali                     
all'assegnazione delle risorse, all'assunzione dei relativi impegni             
di spesa e alla contestuale liquidazione in un'unica soluzione e alla           
determinazione delle modalita' di rendicontazione.                              
3.4. Politiche per i giovani                                                    
3.4.1. Programma finalizzato "Giovani"                                          
Risorse programmate: Euro 1.500.000,00 a valere sul  Cap. 57107                 
"Fondo sociale regionale. Quota parte destinata ai Comuni singoli e             
alle forme associative per l'attuazione dei Piani di Zona e per la              
realizzazione degli interventi relativi agli assegni di cura, al                
sostegno economico ed alla mobilita' degli anziani dei disabili o               
inabili (art. 47, comma 1, lett. b), L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e Legge           
8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali" afferente all'UPB                     
1.5.2.2.20101.                                                                  
Destinatari:                                                                    
Comuni sede di Distretto o un altro soggetto pubblico di cui all'art.           
16 della L.R. 2/02, per programmi di ambito zonale.                             
Obiettivi:                                                                      
In attuazione di quanto previsto all'art. 5, comma 4, lett. h) della            
L.R. 12 marzo 2003, n. 2, il programma e' finalizzato a sostenere               
l'avvio, il consolidamento e la qualificazione di interventi rivolti            
ai giovani aventi come obiettivo la promozione del benessere e la               
costruzione di rapporti sociali significativi nell'ambito delle                 
Comunita' locali; la promozione delle competenze e dell'autonomia; il           
supporto ai compiti di sviluppo; la prevenzione del disagio e della             
dipendenza.                                                                     
Le risorse del presente programma sono destinate prioritariamente:              
- al consolidamento delle attivita' dei Centri di aggregazione                  
giovanile;                                                                      
- allo sviluppo del lavoro di rete territoriale e degli interventi              
educativi di sostegno alle competenze personali;                                
- alla promozione e sviluppo, in collaborazione con i Servizi                   
sanitari competenti, di interventi in situazioni individuali e/o                
territoriali e degli interventi educativi di sostegno alle competenze           
personali;                                                                      
- alla promozione e sviluppo, in collaborazione con  i Servizi                  
sanitari competenti, degli interventi con gli adulti significativi,             
anche con modalita' innovative che consentano l'aggancio di                     
situazioni familiari problematiche;                                             
- al consolidamento di relazioni significative con i gruppi                     
informali, anche attraverso il lavoro di strada.                                
La progettazione deve essere in coerenza, evitando le                           
sovrapposizioni, con gli interventi previsti da leggi di settore                
(L.R. 21/96).                                                                   
Per i progetti rivolti agli adolescenti si deve far riferimento al              
Programma finalizzato "Infanzia e adolescenza" (ex Legge 285/97).               
I programmi finalizzati dovranno coinvolgere la Comunita' locale nel            
suo insieme (Istituzioni, Associazioni, Gruppi, ecc.), prevedere,               
quando necessario, rapporti di collaborazione con Magistratura,                 
Centro Giustizia minorile e Forze dell'ordine e promuovere la                   
partecipazione dei giovani alla progettazione ed alla gestione delle            
attivita' a loro destinate.                                                     
Criteri di ripartizione:                                                        
Le risorse del presente programma saranno ripartite sulla base della            
popolazione 18-34 anni residente nei Comuni della zona al                       
31/12/2003.                                                                     
Atti successivi:                                                                
L'assegnazione delle risorse a favore dei Comuni sede di Distretto e            
l'assunzione dell'impegno di spesa saranno effettuati con atto                  
formale del Dirigente competente, sulla base dei criteri sopra                  
riportati.                                                                      
La liquidazione dei contributi regionali, che non dovranno superare             
il 70% della spesa ammissibile, avverra' con atto formale del                   
Dirigente competente, previa approvazione, nell'ambito del Programma            
attuativo 2005 dei Piani di Zona, di un Programma finalizzato                   
"Giovani" da presentare alla Regione nei tempi previsti per il                  
Programma attuativo 2005 e previa valutazione della congruita' del              
Programma finalizzato agli obiettivi assegnati dalla Regione.                   
Nell'atto di liquidazione saranno apportate le necessarie modifiche             
all'elenco dei soggetti assegnatari del contributo regionale di cui             
all'atto di assegnazione del Dirigente medesimo, in conseguenza di              
quanto richiesto dai Comuni sede di Distretto in merito all'eventuale           
individuazione, all'atto della presentazione del programma                      
finalizzato, di un altro Comune o di un soggetto pubblico di cui                
all'art.16 della L.R 2/03 in qualita' di soggetto capofila del                  
"Programma finalizzato Giovani", fermo restando la rispondenza                  
dell'ambito territoriale alla "Zona sociale".                                   
3.5. Immigrazione, asilo, lotta alla tratta - Programmi finalizzati             
Le risorse programmate per l'area "Immigrazione, asilo, lotta alla              
tratta" ammontano a complessivi Euro 4.129.999,53 e trovano                     
allocazione in bilancio ai seguenti capitoli di spesa:                          
- quanto a Euro 250.000,00 - Cap. 68344 "Contributi a Province,                 
Comuni e soggetti senza scopo di lucro per l'integrazione sociale dei           
cittadini stranieri immigrati, secondo le finalita' di cui agli artt.           
5, 8, 9, 10 comma 1, 11, 12, 16 comma 3, 17, 18, della L.R. 24 marzo            
2004, n. 5 - Mezzi regionali", afferente all'UPB 1.5.2.2.20280;                 
- quanto a Euro 3.879.999,53 - Cap. 68317 "Contributi a Province,               
Comuni e soggetti senza scopo di lucro per l'integrazione dei                   
cittadini stranieri immigrati, secondo le finalita' di cui agli artt.           
5, 8, 9, 10 comma 1, 11, 12, 16 comma 3, 17, 18 della L.R. 24 marzo             
2004, n. 5 - Mezzi statali", afferente all'UPB 1.5.2.2.20281.                   
Tali risorse sono destinate, secondo le finalita' e modalita' di                
seguito meglio specificate, ai seguenti tre ambiti di azione:                   
1. Piano territoriale provinciale per azioni di integrazione                    
sociale;                                                                        
2. Programma finalizzato di Zona "Integrazione sociale dei cittadini            
stranieri";                                                                     
3. interventi a sostegno delle iniziative di comunicazione                      
interculturale in ambito regionale.                                             
3.5.1 Programma provinciale "Piano territoriale provinciale per                 
azioni di integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri                 
immigrati"                                                                      
Risorse programmate: Euro 749.999,53                                            
Destinatari: le Amministrazioni provinciali                                     
Obiettivi:                                                                      
In armonia con i precedenti quattro programmi finalizzati per                   
l'integrazione sociale dei cittadini stranieri, adottati dalla                  
Regione a partire dal 2000 mediante l'utilizzo del Fondo nazionale              
politiche migratorie, ed in raccordo alle finalita' e agli obiettivi            
programmatici settoriali in materia di immigrazione previsti per                
l'elaborazione dei Piani di Zona, si conferma con il presente                   
provvedimento la metodologia di azione che vede la partecipazione               
diretta degli Enti locali all'elaborazione e alla realizzazione di              
progetti che vadano ad integrare e a sviluppare le attuali reti dei             
servizi, in un'ottica di qualificazione, di continuita' e di                    
progressivo consolidamento territoriale delle politiche rivolte agli            
immigrati stranieri, da realizzare nell'ambito dell'integrazione tra            
competenze e soggetti diversi, pubblici e privati.                              
Si ritiene opportuno che alcune aree tematiche, per la loro                     
sperimentalita', specificita' e natura a carattere sovradistrettuale,           
siano affrontate attraverso una programmazione di ambito provinciale            
al fine di assicurare una piu' adeguata progettazione e realizzazione           
degli interventi.                                                               
Nel senso sopra descritto appare opportuno privilegiare                         
prioritariamente, nell'ambito della  presente iniziativa, le seguenti           
azioni:                                                                         
- coordinamento degli interventi nell'ambito dell'integrazione in               
favore dei richiedenti asilo, dei rifugiati riconosciuti e dei                  
titolari di permessi per protezione umanitaria, a partire dal                   
consolidamento dei progetti comunali inseriti nel Sistema di                    
protezione per rifugiati e richiedenti asilo (art. 32, Legge 189/02)            
e di altre esperienze analoghe (Programma Equal, Fondo 8 per mille              
ecc..). In quest'ottica, appare opportuno che ciascuna dimensione               
provinciale annoveri una serie di attivita' (accoglienza,                       
informazione, tutela) sul tema dell'asilo, al fine di realizzare una            
rete omogenea di esperienze sull'insieme del territorio regionale;              
- sostegno all'avvio e al consolidamento di forme di raccordo tecnico           
a livello provinciale e locale, anche di natura monotematica, fra i             
soggetti che agiscono nell'ambito dell'immigrazione (Enti locali,               
parti sociali, privato sociale, Prefetture e Questure, Scuola, AUSL)            
al fine di costruire percorsi progettuali interistituzionali                    
nell'ottica di una maggiore tutela ed effettivita' dell'esercizio dei           
diritti riconosciuti dalla legge ai cittadini stranieri. In questo              
senso appare importante individuare soluzioni operative con                     
Prefetture, Questure, Comuni e soggetti del privato sociale,                    
finalizzate a semplificare e velocizzare il disbrigo delle pratiche             
amministrative di rinnovo del permesso di soggiorno;                            
- interventi destinati a promuovere l'avvio o il consolidamento delle           
associazioni promosse da cittadini stranieri e quelli configurabili             
in un ambito complessivo di sperimentazione di percorsi di                      
rappresentanza. In quest'ottica, appare opportuno che ciascuna                  
dimensione provinciale possa disporre di un organismo partecipativo a           
carattere elettivo al fine di valorizzare l'apporto ed il                       
protagonismo sociale dei cittadini stranieri;                                   
- avvio o implementazione di centri interculturali intesi come luoghi           
di mediazione e di confronto tra culture, finalizzati a favorire                
l'incontro e lo scambio tra soggetti di diversa provenienza e ad                
elaborare iniziative per promuovere l'integrazione sociale. In                  
quest'ottica, appare opportuno che ciascuna dimensione provinciale              
annoveri almeno un centro interculturale al fine di realizzare una              
rete omogenea di esperienze sull'insieme del territorio regionale;              
- consolidamento e implementazione della funzione di osservazione e             
monitoraggio della immigrazione straniera a livello provinciale, in             
collegamento con analoga funzione a livello regionale svolta                    
dall'Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio ai sensi                    
dell'art. 3 della L.R. 5/04;                                                    
- avvio e implementazione di azioni contro la discriminazione, cosi'            
come previsto dall'art. 9 della L.R. 5/04. In quest'ottica appare               
opportuno procedere allo sviluppo e consolidamento, di una rete                 
provinciale di centri e sportelli con funzioni di osservazione,                 
informazione e consulenza legale per gli stranieri vittime delle                
discriminazioni per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi,             
nonche' delle situazioni di grave sfruttamento (art. 18, DLgs                   
286/98);                                                                        
- interventi a sostegno di iniziative di comunicazione interculturale           
di ambito provinciale, a partire dal consolidamento delle                       
progettualita' avviate sperimentalmente nell'ambito della                       
programmazione regionale precedente (anni 2001-2003) attraverso una             
specifica iniziativa regionale;                                                 
- progettazione di percorsi formativi rivolti agli operatori preposti           
alle relazioni con i cittadini stranieri, finalizzati a garantire ai            
cittadini stranieri pari condizioni di accesso e adeguate prestazioni           
da parte dei servizi. Appare altresi' importante promuovere percorsi            
di qualificazione dei servizi di pubblica utilita' anche prevedendo             
l'impiego qualificato e diffuso dei mediatori interculturali;                   
- interventi nell'ambito di percorsi di accoglienza e integrazione              
rivolti ai minori stranieri non accompagnati, finalizzati a                     
consolidare un governo provinciale del fenomeno in raccordo con il              
Tavolo provinciale per l'accoglienza minori.                                    
Procedure di concertazione:                                                     
Vengono individuate le Province quali referenti della progettazione e           
della attuazione degli interventi, attraverso obiettivi condivisi e             
azioni concertate con i Comuni singoli o associati, le Comunita'                
Montane, ed altri attori pubblici e privati, quali Aziende sanitarie            
locali, istituzioni scolastiche, organizzazioni non lucrative di                
utilita' sociale, cooperative sociali, volontariato, IPAB,                      
rappresentanze delle forze economiche e sociali e delle associazioni            
di promozione sociale.                                                          
All'Amministrazione provinciale e' pertanto demandata                           
l'individuazione, da realizzare tramite la concertazione con i                  
soggetti di cui sopra, delle priorita' di intervento e                          
conseguentemente la definizione delle risorse in relazione ai                   
progetti che dovranno essere realizzati nel territorio di                       
competenza.                                                                     
Si segnala inoltre l'opportunita' di adottare specifiche procedure di           
consultazione con i Consigli territoriali istituiti ai sensi                    
dell'art. 3, comma 6 del DLgs 286/98 e con gli organismi elettivi               
locali di rappresentanza dei cittadini stranieri laddove siano                  
insediati.                                                                      
Si ritiene opportuno accordare titolo preferenziale ai progetti che             
prevederanno la partecipazione di piu' soggetti in una logica di rete           
territoriale, riconoscendo nel contempo uno specifico valore aggiunto           
ai progetti che vedranno il coinvolgimento delle associazioni                   
promosse dai cittadini stranieri.                                               
Gli accordi derivanti dalla concertazione confluiranno in specifici             
piani territoriali di intervento, che dovranno essere adottati dalle            
rispettive Amministrazioni provinciali e saranno articolati in                  
progetti immediatamente esecutivi, aventi ciascuno un soggetto                  
capofila, e comprensivi del relativo piano economico, nonche' dei               
tempi e delle modalita' di realizzazione degli interventi.                      
I progetti potranno avere uno sviluppo operativo annuale o biennale.            
Unitamente alla trasmissione del piano territoriale provinciale in              
oggetto, ciascuna Amministrazione provinciale, in raccordo con i                
Comuni assegnatari dei contributi, e' tenuta all'inoltro di una                 
specifica relazione sullo stato di realizzazione dei "Piani                     
territoriali provinciali per le azioni di integrazione sociale a                
favore degli immigrati" approvati con deliberazione n. 2635 del 15              
dicembre 2003 da parte della Giunta regionale.                                  
Criteri di ripartizione:                                                        
Per la ripartizione agli ambiti territoriali provinciali della                  
predetta somma si fa ricorso ai seguenti criteri che meglio appaiono            
rispondere alle esigenze del fenomeno oramai consolidato                        
dell'immigrazione straniera sul territorio della Regione                        
Emilia-Romagna:                                                                 
- 50% in base alla popolazione immigrata residente nei singoli                  
territori calcolata sulla base dei permessi di soggiorno - Fonte                
Ministero dell'Interno;                                                         
- 50% in base alla popolazione immigrata residente nei singoli                  
territori calcolata sulla base delle residenze anagrafiche - Fonte              
ISTAT.                                                                          
Atti successivi:                                                                
L'assegnazione delle risorse e l'assunzione dell'impegno di spesa               
saranno effettuati con atto formale del Dirigente competente, sulla             
base dei criteri sopra riportati.                                               
La liquidazione dei contributi regionali avverra' con atto formale              
del Dirigente competente, previa approvazione da parte di ciascuna              
Amministrazione provinciale di un Programma finalizzato "Piano                  
territoriale provinciale per azioni di integrazione sociale a favore            
dei cittadini stranieri immigrati" da approvare e presentare alla               
Regione nei modi e tempi previsti per il Programma attuativo 2005 e             
previa valutazione di congruita' del programma da parte del Servizio            
regionale competente rispetto agli obiettivi suindicati.                        
3.5.2. Programma finalizzato di zona "Integrazione sociale dei                  
cittadini stranieri"                                                            
Il presente programma finalizzato si articola nelle seguenti                    
iniziative:                                                                     
- Iniziativa A - Programma in ambito distrettuale per azioni di                 
integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati, per            
un ammontare di Euro 2.800.000,00;                                              
- Iniziativa B - Interventi a sostegno dei programmi di assistenza ed           
integrazione sociale a favore delle vittime di sfruttamento sessuale            
- art. 18, DLgs 286/98, per un ammontare di Euro 450.000,00.                    
Iniziativa A - Piano in ambito distrettuale per azioni di                       
integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri immigrati                 
Risorse programmate: Euro 2.800.000,00                                          
Destinatari:                                                                    
Comuni sede di Distretto o un altro soggetto pubblico di cui all'art.           
16 della L.R. 2/03, per programmi di ambito zonale.                             
Obiettivi:                                                                      
In armonia con le finalita', gli obiettivi e le funzioni previste               
dalla nuova legge regionale in materia di immigrazione straniera,               
L.R. n. 5 del 24 marzo 2004 "Norme per la integrazione sociale dei              
cittadini stranieri immigrati" si individuano tre obiettivi                     
prioritari verso i quali tendere le politiche di integrazione:                  
A) costruire relazioni positive;                                                
B) garantire pari opportunita' di accesso e tutelare le differenze;             
C) assicurare i diritti della presenza legale.                                  
A) Costruire relazioni positive                                                 
Per il raggiungimento del primo obiettivo si ritiene importante                 
assicurare le condizioni per la diffusione di una informazione                  
esauriente sulle cause e sui diversi aspetti del fenomeno migratorio,           
per un effettivo coinvolgimento dei cittadini stranieri nella                   
definizione delle politiche pubbliche locali, e per la valorizzazione           
e la conoscenza dei fondamenti culturali connessi ai luoghi di                  
origine.                                                                        
Nel senso sopra descritto appare pertanto opportuno privilegiare,               
nell'ambito della  presente iniziativa, le seguenti azioni:                     
- interventi finalizzati a conseguire un consolidamento delle                   
relazioni tra cittadini, associazioni straniere e istituzioni locali,           
nonche' a promuovere una effettiva partecipazione dei cittadini                 
stranieri nella definizione delle politiche pubbliche, anche                    
attraverso la realizzazione di percorsi elettivi locali di                      
rappresentanza dei cittadini stranieri cosi' come indicato dall'art.            
8 della L.R. 5/04;                                                              
- svolgimento di iniziative pubbliche di informazione e orientamento            
sui temi connessi all'immigrazione straniera, ed allestimento di                
iniziative di tipo artistico, culturale e sportivo finalizzate a                
promuovere occasioni di confronto e conoscenza tra cittadini                    
stranieri e autoctoni, ed a conoscere e valorizzare le culture dei              
Paesi di origine.                                                               
B) Garantire pari opportunita' di accesso e tutelare le differenze              
Per il raggiungimento dell'obiettivo indicato si ritiene importante             
mettere in atto interventi che possano garantire un accesso paritario           
all'istruzione, ai servizi e al mercato del lavoro, curando in                  
particolare gli interventi in ambito scolastico rivolti agli alunni             
stranieri e alle loro famiglie, i percorsi di apprendimento della               
lingua italiana. Gli interventi devono essere destinati                         
prioritariamente ai soggetti socialmente piu' vulnerabili quali i               
minori e le donne.                                                              
In particolare risultano da attivare prioritariamente i seguenti                
interventi:                                                                     
- interventi di sostegno all'apprendimento della lingua italiana da             
parte degli stranieri adulti, comprensivi di riferimenti alle leggi             
dell'ordinamento italiano e di educazione civica;                               
- interventi di sostegno all'apprendimento della lingua italiana da             
parte dei minori stranieri immigrati, comprensivi di riferimenti alle           
leggi dell'ordinamento italiano e di educazione civica;                         
- interventi volti a fornire strumenti interculturali tali da                   
garantire la partecipazione degli alunni e delle famiglie al percorso           
scolastico, nonche' attivita' di socializzazione nel tempo libero in            
raccordo con le istituzioni scolastiche. In questo senso si ritiene             
opportuno, in termini indicativi, che almeno un terzo delle risorse             
del presente programma siano finalizzate alla realizzazione di                  
politiche attive di accoglienza e di integrazione in ambito                     
scolastico;                                                                     
- interventi volti a mantenere e valorizzare la conoscenza delle                
culture e delle lingue di origine, anche attraverso la                          
predisposizione di appositi corsi di lingua;                                    
- avvio o implementazione di centri e/o sportelli specializzati per             
stranieri per lo svolgimento di funzioni di informazione, consulenza            
ed assistenza. In tal senso si ravvisa la necessita' di consolidare,            
in ciascun distretto, la rete degli sportelli specializzati in                  
stretto raccordo all'avvio della sperimentazione degli sportelli                
sociali di cui all'art. 7 della L.R. 2/03 ed alla attivita' degli               
sportelli informativi per detenuti promossi dai Comuni sedi di                  
carcere previsti nel Programma finalizzato "Contrasto alla poverta'"            
di seguito previsto;                                                            
- interventi finalizzati ad assicurare gli elementi conoscitivi                 
idonei per permettere un adeguato accesso ai servizi;                           
- interventi di formazione e/o utilizzo di mediatori interculturali             
nei servizi tale da facilitare sia la ricognizione dei bisogni degli            
utenti sia l'ottenimento di adeguate prestazioni da parte dei                   
servizi;                                                                        
- interventi informativi, di accoglienza ed integrazione sociale                
rivolti a richiedenti asilo, rifugiati ed ai titolari di permesso di            
soggiorno per motivi umanitari;                                                 
- interventi volti a costruire percorsi integrati tra formazione                
linguistica e informazione, orientamento e formazione professionale,            
finalizzati ad agevolare l'ingresso nel mercato del lavoro e la                 
ricerca di migliori opportunita' rivolti in particolare verso le                
donne immigrate nel campo del lavoro domestico di assistenza                    
familiare;                                                                      
- interventi di sostegno in materia di politiche abitative a favore             
degli immigrati, anche attraverso la costituzione di agenzie per la             
casa con finalita' sociali in grado di svolgere un'azione di                    
orientamento-accompagnamento e soluzione del bisogno abitativo;                 
- avvio di progetti territoriali, in raccordo all'attivita' della               
rete del progetto regionale "Oltre la Strada" per la realizzazione di           
interventi di assistenza e integrazione sociale previsti a favore dei           
soggetti, indicati dall'art. 18, DLgs 286/98, vittime di situazioni             
di violenza o grave sfruttamento, con esclusione dello sfruttamento             
sessuale;                                                                       
- interventi volti a costruire e sviluppare percorsi di sostegno e              
assistenza rivolti ai cittadini stranieri ospitati nei Centri di                
permanenza temporanea presenti nel territorio regionale.                        
C) Assicurare i diritti della presenza legale                                   
Lo sforzo di inclusione ed integrazione sociale promosso dal sistema            
integrato dei servizi locali non puo' eludere il tema della                     
condizione legale del migrante, del suo profilo giuridico, della sua            
permanenza nel nostro Paese fortemente legata alla necessita' di                
possedere un lavoro e quindi posto in una condizione costante di                
potenziale espulsione.                                                          
Si tratta di un contesto normativo di sfondo che rende problematica             
una progettazione sociale graduale e costante con la persona                    
straniera.                                                                      
In questo contesto, appare importante garantire per i cittadini                 
stranieri adeguate forme di conoscenza e di tutela dei diritti e di             
conoscenza dei doveri previsti dalla normativa nazionale ed europea             
(azioni di informazione, orientamento, consulenza ed assistenza                 
legale),  nonche' sviluppare azioni contro le discriminazioni,                  
dirette e indirette, in raccordo alla progettazione di interventi               
prevista a livello provinciale.                                                 
Procedure di concertazione:                                                     
Nell'ambito della zona sociale vengono individuati i Comuni quali               
referenti della progettazione e della attuazione degli interventi,              
attraverso obiettivi condivisi e azioni concertate con le Province,             
ed altri attori pubblici e privati, quali Aziende sanitarie locali,             
istituzioni scolastiche, organizzazioni non lucrative di utilita'               
sociale, cooperative sociali, volontariato, IPAB, rappresentanze                
delle forze economiche e sociali e delle associazioni di promozione             
sociale.                                                                        
All'Amministrazione provinciale e' demandato un ruolo di                        
coordinamento della progettazione di ambito distrettuale; anche al              
fine di garantire un coerente raccordo con la programmazione prevista           
dal Programma provinciale per l'integrazione sociale dei cittadini              
stranieri.                                                                      
Si segnala inoltre l'opportunita' di adottare specifiche procedure di           
consultazione con i Consigli territoriali istituiti ai sensi                    
dell'art. 3, comma 6 del DLgs 286/98 e con gli organismi elettivi               
locali di rappresentanza dei cittadini stranieri laddove siano                  
insediati.                                                                      
Si ritiene opportuno promuovere progetti che prevedano la                       
partecipazione di piu' soggetti in una logica di rete territoriale,             
riconoscendo nel contempo uno specifico valore aggiunto ai progetti             
che vedranno il coinvolgimento delle associazioni promosse dai                  
cittadini stranieri.                                                            
Criteri di ripartizione:                                                        
Per la ripartizione ai Comuni sede di Distretto della predetta somma            
si fa ricorso ai seguenti criteri che meglio appaiono rispondere alle           
esigenze del fenomeno oramai consolidato dell'immigrazione straniera            
sul territorio della Regione Emilia-Romagna:                                    
- 70% in base della popolazione immigrata residente nei singoli                 
distretti calcolata sulla base delle residenze anagrafiche - Fonte              
ISTAT;                                                                          
- 30% in base alla incidenza della popolazione immigrata residente              
sulla popolazione totale residente nei singoli distretti - Fonte                
ISTAT.                                                                          
Atti successivi:                                                                
L'assegnazione delle risorse e l'assunzione dell'impegno di spesa               
saranno effettuati con atto formale del Dirigente competente, sulla             
base dei criteri sopra riportati.                                               
La liquidazione dei contributi regionali, che non dovranno superare             
il 70% della spesa ammissibile, avverra' con atto formale del                   
Dirigente competente a fronte di un "Programma in ambito distrettuale           
per azioni di integrazione sociale a favore dei cittadini stranieri             
immigrati", con le caratteristiche sopra descritte, che dovra'                  
essere:                                                                         
- approvato nell'ambito del Programma attuativo 2005 dei Piani di               
Zona;                                                                           
- presentato alla Regione nei tempi previsti per il Programma                   
attuativo 2005 dei Piani di Zona;                                               
- valutato congruo dal Servizio regionale competente rispetto agli              
obiettivi assegnati dalla Regione.                                              
Nell'atto di liquidazione saranno apportate le necessarie modifiche             
all'elenco dei soggetti assegnatari del contributo regionale di cui             
all'atto di assegnazione del Dirigente medesimo, in conseguenza di              
quanto richiesto dai Comuni sede di Distretto in merito all'eventuale           
individuazione, all'atto della presentazione del Piano, di un altro             
Comune o di un soggetto pubblico di cui all'art. 16 della L.R. 2/03,            
in qualita' di soggetto capofila del presente programma finalizzato.            
Iniziativa B - "Interventi a sostegno dei programmi di assistenza ed            
integrazione sociale a favore delle vittime di sfruttamento sessuale            
- art. 18, DLgs 286/98"                                                         
Risorse programmate: Euro 450.000,00                                            
Destinatari:                                                                    
Le risorse sono destinate, per quanto concerne le azioni indicate ai            
successivi punti A) e B) del paragrafo relativo agli obiettivi, ai              
soggetti pubblici e del privato sociale che fanno parte del Progetto            
regionale "Oltre la Strada", cosi' come descritto nella deliberazione           
di Consiglio regionale 497/03.                                                  
Obiettivi:                                                                      
Prosecuzione dei programmi di assistenza e integrazione sociale                 
avviati in attuazione dell'art. 18 del TU sull'immigrazione approvato           
con DLgs 286/98.                                                                
Da realizzarsi mediante le seguenti azioni:                                     
a) interventi di protezione, assistenza ed integrazione sociale                 
nell'ambito delle iniziative contro la tratta (accoglienza,                     
accompagnamento ai servizi e sostegno medico e psicologico,                     
formazione scolastica, professionale e linguistica, azioni di                   
orientamento, counselling e laboratori motivazionali, assistenza                
legale, ricongiungimenti familiari e rimpatri assistiti, ecc);                  
b) azioni di accompagnamento e di sostegno a favore della rete                  
regionale di "Oltre la Strada".                                                 
Atti successivi:                                                                
La Giunta regionale provvedera' con propri atti formali alla                    
definizione dei criteri per la ripartizione delle risorse, alla loro            
assegnazione e all'assunzione dell'impegno di spesa.                            
La liquidazione dei contributi regionali, che non dovranno superare             
il 50% della spesa complessiva del progetto, avverra' con atto                  
formale del Dirigente competente a fronte di un programma finalizzato           
"Interventi a sostegno dei programmi di assistenza ed integrazione              
sociale a favore delle vittime di sfruttamento sessuale - art. 18,              
DLgs 286/98", con le caratteristiche sopra descritte, che dovra'                
essere:                                                                         
- approvato nell'ambito del Programma attuativo 2005 dei Piani di               
Zona;                                                                           
- presentato alla Regione nei tempi previsti per il Programma                   
attuativo 2005 dei Piani di Zona;                                               
- valutato congruo da parte del Servizio regionale competente                   
rispetto agli obiettivi assegnati dalla Regione.                                
3.5.3. Interventi a sostegno delle iniziative di comunicazione                  
interculturale                                                                  
Risorse programmate: Euro 130.000,00                                            
Destinatari:                                                                    
Le risorse sono destinate ai Comuni singoli o associati ai sensi                
della L.R. 11/01, alle Amministrazioni provinciali, alle Aziende                
unita' sanitarie locali ed Ospedaliere, ai soggetti iscritti all'Albo           
regionale delle cooperative sociali di cui alla L.R. 7/94 e                     
successive modificazioni, alle associazioni sociali, operanti nel               
settore socio-assistenziale e culturale, di cui alla L.R. 34/02 e               
successive modificazioni, alle organizzazioni di volontariato di cui            
alla L.R. 37/96 e successive modificazioni, ambito                              
socio-assistenziale e culturale, ai soggetti privati senza scopo di             
lucro che abbiano tra le finalita' statutarie uno degli obiettivi di            
seguito indicati.                                                               
Obiettivi:                                                                      
In uno scenario mediatico nel quale spesso la rappresentazione del              
fenomeno migratorio viene prevalentemente correlata alle sole                   
problematiche di ordine pubblico, marginalita' e disagio sociale, si            
conferma la necessita' di consolidare una specifica iniziativa nel              
settore della comunicazione. Tale iniziativa si pone l'obiettivo di             
promuovere una maggiore consapevolezza delle opportunita' e                     
dell'arricchimento complessivo che il fenomeno migratorio conferisce            
alla societa' e di evitare nel contempo che nel tessuto sociale                 
possano innescarsi processi di isolamento e chiusura comunicativa tra           
i cittadini stranieri ed i soggetti autoctoni individuali e                     
collettivi della nostra regione.                                                
Si intendono qui specificatamente connessi ad una attivita' di                  
comunicazione interculturale gli interventi che perseguono i seguenti           
obiettivi:                                                                      
a) favorire una corretta conoscenza delle cause e degli aspetti reali           
del fenomeno migratorio;                                                        
b) valorizzare e diffondere le espressioni culturali, ricreative,               
sociali e religiose delle varie comunita' straniere;                            
c) garantire ai cittadini immigrati stranieri pari opportunita' di              
accesso all'informazione;                                                       
d) prevenire fenomeni e comportamenti improntati all'intolleranza e             
alla discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali e                   
religiosi.                                                                      
Atti successivi:                                                                
Per la realizzazione delle azioni connesse al conseguimento degli               
obiettivi sopra indicati, la Giunta regionale provvedera' con propri            
atti alla individuazione delle modalita' di accesso ai contributi,              
alla assegnazione dei finanziamenti, all'impegno di spesa delle                 
risorse suindicate, nonche' alla definizione delle modalita' di                 
erogazione della spesa.                                                         
3.6. Contrasto alla poverta'                                                    
3.6.1. Programma finalizzato al contrasto della poverta' e                      
all'inclusione sociale                                                          
Le risorse complessivamente programmate per il presente programma               
ammontano a Euro 3.580.000,00 e trovano allocazione in bilancio sul             
Cap. 57107 "Fondo sociale regionale. Quota parte destinata ai Comuni            
singoli e alle forme associative per l'attuazione dei piani di zona e           
per la realizzazione degli interventi relativi agli assegni di cura,            
al sostegno economico ed alla mobilita' degli anziani dei disabili o            
inabili (art. 47, comma 1, lett. b), L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e Legge           
8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali" afferente all'UPB                     
1.5.2.2.20101.                                                                  
Finalita':                                                                      
Questo programma intende favorire e rafforzare le politiche regionali           
di lotta alla poverta' e all'esclusione sociale, attraverso la                  
progettualita' territoriale (comunale, provinciale, sovra-zonale e/o            
zonale) degli interventi e l'attivita' di rete.                                 
Affronta il disagio sociale che sempre piu' si sta caratterizzando              
quale condizione di rottura della normalita', non piu' quale                    
eccezione, evidenziando una crescente vulnerabilita' delle persone.             
Tiene conto del diverso caratterizzarsi della poverta' e dei vari               
aspetti dell'esclusione. Si occupa di senza fissa dimora e delle                
popolazioni nomadi le cui diversita' possono talvolta costituire                
fattore di disagio ed emarginazione. Particolare attenzione e'                  
rivolta alle persone sottoposte a limitazioni della liberta'                    
personale, sia internamente che esternamente alle carceri,                      
affrontando il miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti ed           
il consolidamento delle attivita' degli sportelli informativi ad essi           
rivolti.                                                                        
Valorizza quindi il "capitale sociale" regionale, inteso come                   
quell'insieme di relazioni e attivita' su base locale che sono                  
diventati non solo fattori di coesione, ma anche di produttivita' e             
benessere sociale.                                                              
Il Programma si sviluppa in tre ambiti d'azione, per ognuno dei quali           
sono assegnate specifiche risorse:                                              
A - Interventi promossi dalle zone sociali                                      
B - Interventi rivolti alle poverta' estreme e ai senza fissa dimora,           
promossi dal Comune di Bologna                                                  
C  -  Interventi specifici rivolti all'area detenuti, promossi dai              
Comuni sede di carcere.                                                         
A - Interventi promossi dalle zone sociali                                      
Risorse programmate: Euro 2.800.000,00                                          
Obiettivi:                                                                      
- Fornire ad ogni persona piena cittadinanza attraverso  opportunita'           
per la costruzione di una esistenza equa e dignitosa agendo sulle tre           
principali aree del disagio sociale: lavoro, casa ed integrazione;              
- prevenire le situazioni di poverta', rafforzando i legami di                  
solidarieta' familiare e sociale dell'inclusione;                               
- valorizzare l'azione sociale nei luoghi di lavoro attraverso                  
l'intervento dei delegati sociali;                                              
- promuovere interventi di politica integrata rivolti al contrasto              
alla poverta' e all'esclusione sociale, sviluppando innovazione e               
buone prassi;                                                                   
- contrastare il disagio determinato da una crescente vulnerabilita'            
delle persone di fronte ai cambiamenti e alle trasformazioni di una             
normalita' di vita con particolare riguardo alle separazioni                    
coniugali o alla rottura di vincoli familiari in presenza di figli;             
- affrontare la cosiddetta "poverta' immateriale", tipica dei                   
contesti urbani, sviluppando nelle persone dignita' ed autostima;               
- approfondire la conoscenza della dimensione territoriale della                
poverta' e le sue caratteristiche legate anche a differenze di                  
genere, per l'individuazione di appropriate politiche locali e per la           
loro socializzazione.                                                           
Azioni:                                                                         
Le azioni, attraverso la progettualita' territoriale (provinciale,              
sovra-zonale e/o zonale) e nell'ambito di un sistema integrato di               
interventi e servizi sociali, promuoveranno l'attivita' di rete in              
particolare attraverso il coinvolgimento del Terzo Settore.                     
Riguarderanno:                                                                  
- la realizzazione, ampliamento o innovazione di servizi di pronta              
accoglienza, interventi socio-sanitari, servizi per l'accompagnamento           
e il reinserimento sociale delle persone che versano in situazioni di           
poverta' estrema e delle persone senza fissa dimora;                            
- la realizzazione di iniziative anche a carattere innovativo che               
intendano dare risposta alle esigenze primarie di sopravvivenza delle           
persone in situazione di grave marginalita', in particolare                     
attraverso il reperimento e/o la fornitura di viveri e beni di prima            
necessita'; si considera innovativo e di interesse regionale inoltre            
il recupero dalla grande distribuzione di alimenti e beni di prima              
necessita' a favore dei meno abbienti;                                          
- il supporto all'azione sociale nei luoghi di lavoro dei delegati              
sociali;                                                                        
- interventi di politica integrata rivolti al contrasto alla poverta'           
e all'esclusione sociale, sviluppando innovazione e buone prassi;               
- attivazione di misure anche sperimentali a contrasto della                    
crescente vulnerabilita' delle persone di fronte ai cambiamenti e               
alle trasformazioni di una normalita' di vita;                                  
- sviluppo di interventi integrati per l'inserimento sociale di                 
persone in situazione di esclusione e per la popolazione nomade, per            
la presa di coscienza delle risorse personali e per la rimozione di             
ostacoli anche di tipo economico;                                               
- sviluppo di iniziative di avvicinamento ad attivita'                          
responsabilizzanti, anche attraverso la partecipazione a laboratori             
artigianali e ad iniziative socializzanti;                                      
- sviluppo di interventi formativi e seminariali, rivolti agli                  
operatori del settore sociale, per la condivisione delle esperienze             
nell'ambito della poverta' e dell'esclusione, anche eventualmente               
ricavandone "buone pratiche".                                                   
Destinatari:                                                                    
Comuni sede di Distretto o ad altro soggetto attuatore pubblico di              
cui all'art. 16, L.R. 2/03, indicato dal Comune sede di Distretto, in           
accordo con gli altri Comuni.                                                   
Criteri di ripartizione:                                                        
La Regione assegnera' le risorse ai Comuni sede di Distretto sulla              
base del numero dei residenti nell'ambito distrettuale al                       
31/12/2003.                                                                     
In relazione alla concentrazione nelle grandi citta' delle                      
problematiche di esclusione, si definiscono correttivi pari a 2 per i           
Comuni capoluogo di provincia (Piacenza, Parma, Reggio Emilia,                  
Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Rimini, Forli' e Cesena).                    
Nell'ambito del ruolo che compete alle Province nella costruzione ed            
attuazione dei Piani di Zona, le medesime svolgeranno ruolo di                  
coordinamento e monitoraggio dei progetti predisposti su base                   
provinciale, sovra-zonale e/o zonale.                                           
B - Interventi rivolti alle poverta' estreme e ai senza fissa dimora,           
promossi dal Comune di Bologna                                                  
Risorse programmate: Euro 380.000,00                                            
Obiettivi:                                                                      
Prevenire, rimuovere o ridurre le condizioni di bisogno e di disagio            
determinate dalle problematiche tipiche della realta' metropolitana             
del comune di Bologna, per fornire ad ogni persona l'opportunita' di            
condurre una vita equa e dignitosa.                                             
Azioni:                                                                         
Le azioni, attraverso la progettualita' territoriale e nell'ambito di           
un sistema integrato di interventi e servizi sociali, promuoveranno             
l'attivita' di rete in particolare attraverso il coinvolgimento del             
Terzo Settore.                                                                  
Riguarderanno iniziative finalizzate ad affrontare le problematiche             
tipiche della realta' metropolitana, incrementando l'offerta di                 
servizi ed interventi di pronta accoglienza, accompagnamento e                  
reinserimento sociale delle persone che versano in situazioni di                
poverta' estrema e delle persone senza fissa dimora.                            
Potranno prevedere lo sviluppo di iniziative di avvicinamento ad                
attivita' responsabilizzanti, anche attraverso la partecipazione a              
laboratori artigianali e ad iniziative socializzanti delle persone in           
grave disagio, delle persone che versano in situazioni di poverta'              
estrema e delle persone senza fissa dimora.                                     
Destinatario: Comune di Bologna.                                                
C - Interventi rivolti all'area detenuti, promossi dai Comuni sede di           
carcere                                                                         
Le azioni dovranno essere presentate sentito il parere del Comitato             
locale per l'area dell'esecuzione penale adulti, previsto alla lett.            
C.2 b) del Protocollo d'Intesa fra il Ministero di Grazia e Giustizia           
e la Regione Emilia-Romagna, siglato il 5 marzo 1998.                           
Risorse programmate: Euro 400.000,00                                            
Obiettivi:                                                                      
Si intendono realizzare i punti espressi e previsti dal Protocollo              
d'Intesa far il Ministero di Grazia e Giustizia e Regione                       
Emilia-Romagna siglato il 5 marzo del 1998.                                     
Azioni:                                                                         
a) Miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti - Azioni                 
rivolte ad incrementare e facilitare  l'esecuzione penale esterna al            
carcere o alternativa alla pena definitiva: orientamento al lavoro,             
inserimento lavorativo, attivita' di miglioramento degli aspetti                
relazionali dentro gli istituti penitenziari, attivita' culturali e             
sportive, biblioteche e centri di documentazione.                               
b) Sportello informativo per detenuti - Sviluppo e consolidamento               
delle attivita' degli sportelli informativi per detenute/i                      
attualmente operanti in tutti gli istituti penitenziari della regione           
Emilia-Romagna. Lo sviluppo ed il consolidamento delle attivita'                
dovranno realizzarsi anche attraverso una maggiore integrazione sia             
con le esperienze ed i progetti di integrazione sociale (ex DLgs                
286/98), in particolare con la rete degli "Sportelli e/o Centri                 
informativi", realizzati dai Comuni sul territorio della Regione sia            
con i percorsi sperimentali avviati per la costruzione degli                    
Sportelli sociali (art. 7, L.R. 2/03). Il consolidamento delle                  
attivita' degli sportelli attraverso le attivita' di mediazione                 
interculturale e' necessario per far fronte alle problematiche                  
relative alla forte presenza di detenuti/e stranieri pari al 46%                
della popolazione detenuta (dati forniti dal Provveditorato regionale           
Amministrazione penitenziaria al 31/12/2003).                                   
Destinatari:                                                                    
Comuni sedi di carcere (Bologna, Piacenza, Parma, Reggio Emilia,                
Modena, Ferrara, Forli', Ravenna, Rimini).                                      
Criteri di ripartizione:                                                        
La ripartizione delle risorse verra' effettuata tenendo conto dei               
seguenti indicatori:                                                            
- popolazione detenuta;                                                         
- popolazione detenuta straniera;                                               
- numero dei soggetti sottoposti a misure esterne di esecuzione                 
penale, rispetto allo specifico territorio.                                     
Atti successivi:                                                                
L'assegnazione delle risorse relative alle Azioni A, B e C sopra                
riportate e l'assunzione dell'impegno di spesa saranno effettuati con           
atto formale del Dirigente competente, sulla base dei criteri per               
ciascuna sopra riportati.                                                       
La liquidazione dei contributi regionali, che non dovranno superare             
il 70% della spesa ammissibile, avverra' con atto formale del                   
Dirigente competente a fronte di un "Programma a contrasto della                
poverta' e per l'inclusione sociale", con le caratteristiche sopra              
descritte ed articolato per azioni, che dovra' essere:                          
- approvato nell'ambito del Programma attuativo 2005 dei Piani di               
Zona;                                                                           
- presentato alla Regione nei tempi previsti per il Programma                   
attuativo 2005 dei Piani di Zona;                                               
- valutato congruo da parte del Servizio regionale competente                   
rispetto agli obiettivi assegnati dalla Regione.                                
Nell'atto di liquidazione saranno apportate le necessarie modifiche             
all'elenco dei soggetti assegnatari del contributo regionale di cui             
all'atto di assegnazione del Dirigente medesimo, in conseguenza di              
quanto richiesto dai Comuni sede di Distretto in merito all'eventuale           
individuazione, all'atto della presentazione del programma, di un               
altro Comune o di un soggetto pubblico di cui all'art. 16 della L.R.            
2/03, in qualita' di soggetto capofila del presente Programma                   
finalizzato.                                                                    
3.7. Prevenzione e sostegno al reinserimento sociale delle dipendenze           
e di altre forme di disagio sociale                                             
3.7.1. Programma finalizzato "Dipendenze e utenza multiproblematica"            
Risorse programmate:                                                            
Le risorse programmate per il  seguente programma ammontano a Euro              
2.500.000,00 e trovano allocazione in bilancio al Cap. 57107 "Fondo             
sociale regionale. Quota parte destinata ai Comuni singoli e alle               
forme associative per l'attuazione dei Piani di Zona e per la                   
realizzazione degli interventi relativi agli assegni di cura, al                
sostegno economico ed alla mobilita' degli anziani dei disabili o               
inabili (art. 47, comma 1, lett. b), L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e Legge           
8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali" afferente all'UPB                     
1.5.2.2.20101.                                                                  
Destinatari:                                                                    
Comuni sede di Distretto o altro soggetto pubblico di cui all'art. 16           
della L.R. 2/03 per programmi di ambito zonale, interzonale o                   
provinciale.                                                                    
Obiettivi:                                                                      
Sostegno a programmi predisposti congiuntamente da Enti locali e                
AUSL, che prevedano il concorso finanziario da parte di entrambi i              
soggetti (nel caso delle AUSL nell'ambito dei Livelli Essenziali di             
Assistenza) e la collaborazione del Terzo Settore.                              
Gli obiettivi sono articolati per contesti.                                     
Mondo giovanile e rapporto con le sostanze                                      
Le azioni riferite a questo contesto devono integrarsi con i progetti           
e gli interventi per gli adolescenti ed i giovani nei loro contesti             
di vita e trovare riscontro nei programmi finalizzati relativi.                 
Obiettivi:                                                                      
- costruire percorsi integrati socio-sanitari per l'individuazione              
precoce di soggetti a rischio di dipendenza e di problemi correlati             
all'uso di sostanze legali ed illegali;                                         
- sviluppare e consolidare interventi socio-sanitari di promozione              
della salute nei luoghi del divertimento, anche attraverso l'utilizzo           
di unita' mobili, prevedendo il coinvolgimento dei gestori dei locali           
e delle forze dell'ordine;                                                      
- prevedere, anche attraverso progettualita' sperimentali, forme di             
facilitazione all'accesso e di accompagnamento, per i giovani a                 
rischio, verso servizi non connotati ma in grado di fornire, o di               
rendere disponibili, prestazioni anche specialistiche.                          
Dipendenza da sostanze                                                          
Obiettivi:                                                                      
- sviluppare e/o consolidare percorsi di avviamento/integrazione                
lavorativa di soggetti in trattamento, nonche' al termine del                   
percorso piu' strettamente terapeutico-riabilitativo;                           
- accompagnare i percorsi di reinserimento sociale e attivare                   
interventi di contrasto all'esclusione.                                         
Marginalita' sociale associata al consumo di sostanze                           
Le azioni riferite a questo contesto devono integrarsi con i progetti           
e gli interventi di contrasto all'esclusione sociale, per gli                   
immigrati e per i detenuti ed ex detenuti e trovare riscontro nei               
programmi finalizzati relativi.                                                 
Obiettivi:                                                                      
- sviluppare e consolidare interventi e servizi socio-sanitari di               
contrasto alla dipendenza da sostanze legali ed illegali associata a            
marginalita' sociale, attraverso interventi di riduzione del danno,             
in particolare il lavoro di strada e la disponibilita' di servizi e             
trattamenti a bassa soglia di accesso;                                          
- sviluppare e consolidare interventi socio-sanitari di promozione              
della salute nell'area costiera, in particolare nel periodo estivo.             
Utenza multiproblematica                                                        
Si introduce quest'anno per la prima volta un tema che richiede                 
certamente un maggior grado di coordinamento nell'ambito                        
dell'integrazione socio-sanitaria. Ci si riferisce agli interventi              
diretti a persone portatrici di problematiche complesse, nelle quali            
ad esempio la dipendenza da sostanze si associa a patologie                     
psichiatriche, a deterioramento mentale e relazionale HIV correlato,            
a demenza alcolica. Tali situazioni si accompagnano spesso a disagio            
sociale. Questi casi, poco numerosi in assoluto, possono tuttavia               
mettere duramente alla prova le famiglie ed i sistemi socio-sanitari.           
La presa in carico richiede percorsi condivisi, che comprendono                 
certamente trattamenti sanitari, a volte estremamente specialistici,            
ma anche un importante coinvolgimento della rete di sostegno sociale.           
Si ritiene importante dedicare una attenzione specifica al tema, con            
l'attivazione di percorsi in stretta collaborazione con l'Azienda               
USL.                                                                            
Obiettivi:                                                                      
- Sviluppare percorsi di avviamento/integrazione lavorativa di                  
soggetti multiproblematici in trattamento, nonche' al termine del               
percorso piu' strettamente terapeutico/riabilitativo;                           
- attivare e sviluppare percorsi di reinserimento sociale, di                   
contrasto all'esclusione e di sostegno alla domiciliarita'.                     
Criteri di ripartizione:                                                        
- 50% sulla base della popolazione 15-44 anni residente nei Comuni              
della zona al 31/12/2003, assegnando ai Comuni capoluogo valore 1,5             
ed agli altri Comuni valore 1;                                                  
- 50% sulla base del numero di utenti in carico ai Sert nel 2003,               
sommati al numero dei casi prevalenti di AIDS notificati al                     
31/12/2003 e al numero stimato dei pazienti psichiatrici gravi e                
lungoassistiti (2% della popolazione afferente ai Dipartimenti salute           
mentale), nell'ambito della zona.                                               
Atti successivi:                                                                
L'assegnazione delle risorse e l'assunzione dell'impegno di spesa               
saranno effettuati con atto formale del Dirigente competente, sulla             
base dei criteri sopra riportati.La liquidazione dei contributi                 
regionali, che non dovranno superare il 70% della spesa ammissibile,            
avverra' con atto formale del Dirigente competente, previa                      
approvazione, nell'ambito del Programma attuativo 2005 dei Piani di             
Zona, del Programma finalizzato "Dipendenze e utenza                            
multiproblematica" da presentare alla Regione nei tempi previsti per            
i Piani di Zona 2005-2007 e previa valutazione della congruita' del             
Programma finalizzato agli obiettivi assegnati dalla Regione.                   
Nell'atto di liquidazione  saranno apportate le necessarie modifiche            
all'elenco dei soggetti assegnatari del contributo regionale di cui             
all'atto di assegnazione del Dirigente medesimo, in conseguenza di              
quanto richiesto dai Comuni sede di Distretto in merito all'eventuale           
individuazione, all'atto della presentazione del programma, di un               
altro Comune o di un soggetto pubblico di cui all'art. 16 della L.R.            
2/03, in qualita' di soggetto capofila del presente Programma                   
finalizzato.                                                                    
3.8. Area anziani e disabili                                                    
Le risorse complessivamente programmate per l'area anziani e disabili           
e destinate ai seguenti programmi ammontano a complessivi Euro                  
10.000.000,00 e trovano allocazione in bilancio al Cap. 57107 "Fondo            
sociale regionale. Quota parte destinata ai Comuni singoli e alle               
forme associative per l'attuazione dei Piani di Zona e per la                   
realizzazione degli interventi relativi agli assegni di cura, al                
sostegno economico ed alla mobilita' degli anziani dei disabili o               
inabili (art. 47, comma 1, lett. b), L.R. 12 marzo 2003, n. 2 e Legge           
8 novembre 2000, n. 328) - Mezzi statali" afferente all'UPB                     
1.5.2.2.20101.                                                                  
3.8.1. Programma finalizzato "Assegno di cura per anziani e                     
disabili"                                                                       
Risorse programmate: Euro 6.000.000,00                                          
Destinatari:                                                                    
Comuni sede di Distretto o altri soggetti pubblici indicati                     
all'articolo 16 della L.R. 2/03 designati all'attuazione del                    
programma per la zona sociale di riferimento.                                   
Obiettivi:                                                                      
a) L'impegno diretto dei Comuni, in collaborazione con le Aziende               
USL, nella definizione delle modalita' di concessione e controllo               
dell'assegno di cura per anziani previsto dalla L.R. 5/94 e dalla               
deliberazione di Giunta regionale 1377/99; le risorse assegnate sono            
volte all'ampliamento dei beneficiari di questa misura di intervento,           
in modo particolare per quanto attiene: - un maggior utilizzo di                
assegni relativi al livello assistenziale piu' elevato (Livello A); -           
una maggiore garanzia di continuita' degli interventi per i soggetti            
che mantengono le condizioni che hanno motivato l'intervento di                 
sostegno economico;                                                             
b) la continuazione e l'ampliamento della sperimentazione avviata con           
la deliberazione della Giunta regionale 1122/02 "Direttiva per la               
promozione di progetti personalizzati finalizzati a favorire le                 
condizioni di domiciliarita' e le opportunita' di vita indipendente             
dei cittadini in situazione di handicap grave (assegno di cura e di             
sostegno)".                                                                     
Criteri di ripartizione:                                                        
Le risorse programmate sono assegnate ai soggetti destinatari di cui            
sopra nel seguente modo:                                                        
- Euro 4.000.000,00 per l'area anziani, con variazioni connesse ad              
arrotondamenti, in base alla popolazione con eta' eguale o superiore            
a 75 anni residente in ogni zona al 31/12/2003;                                 
- Euro 2.000.000,00 per l'area disabili, con variazioni connesse ad             
arrotondamenti, in base alla popolazione residente in ogni zona al              
31/12/2003.                                                                     
Fermo restando il limite dell'assegnazione massima definita con atto            
del Dirigente competente secondo i criteri sopra richiamati, il                 
limite del concorso finanziario della Regione e' fissato nel 70% del            
totale degli impegni di spesa che le Amministrazioni destinatarie               
adotteranno per la realizzazione del programma finalizzato nella zona           
sociale di riferimento.                                                         
Atti successivi:                                                                
L'assegnazione delle risorse l'assunzione dell'impegno di spesa                 
saranno effettuati con atto formale del Dirigente competente sulla              
base dei criteri sopra riportati.                                               
La liquidazione dei contributi regionali, che non dovranno superare             
il 70% della spesa ammissibile, avverra' con atto formale del                   
Dirigente competente, previa approvazione, nell'ambito del Programma            
attuativo 2005 dei Piani di Zona, del Programma finalizzato "Assegno            
di cura per anziani e disabili" da presentare alla Regione nei tempi            
previsti per i Piani di Zona 2005-2007 e previa valutazione della               
congruita' dei Programmi finalizzati agli obiettivi assegnati dalla             
Regione.                                                                        
I Comuni possono prevedere una ripartizione delle risorse assegnate             
all'area anziani e disabili diversa da quella prevista a livello                
regionale, ferma restando la necessita' di motivare tale scelta nel             
Programma finalizzato.                                                          
Nell'atto di liquidazione saranno apportate le necessarie modifiche             
all'elenco dei soggetti assegnatari del contributo regionale di cui             
all'atto di assegnazione del Dirigente medesimo, in conseguenza di              
quanto richiesto dai Comuni sede di Distretto in merito all'eventuale           
individuazione, all'atto della presentazione del programma, di un               
altro comune o di un soggetto pubblico di cui all'art. 16 della L.R.            
2/03, in qualita' di soggetto capofila del presente Programma                   
finalizzato.                                                                    
3.8.2 Programma finalizzato "Centri per l'adattamento dell'ambiente             
domestico per anziani e disabili"                                               
Risorse programmate: 500.000,00 Euro                                            
Destinatari:                                                                    
Comuni capoluogo di provincia o altri soggetti pubblici indicati                
all'articolo 16 della L.R. 2/03 designati all'attuazione del                    
programma ai sensi della DGR 2248/03 per l'ambito provinciale di                
riferimento.                                                                    
Obiettivi:                                                                      
Proseguire le attivita' di promozione dei Centri di informazione e              
consulenza per l'adattamento dell'ambiente domestico per anziani e              
disabili, gia' avviate ai sensi della DGR 2248/03                               
Criteri di ripartizione:                                                        
Le risorse sono assegnate con variazioni connesse ad arrotondamenti             
in base alla popolazione residente al 31/12/2003 nella provincia di             
riferimento.                                                                    
Fermo restando il limite dell'assegnazione massima definita con atto            
del Dirigente competente secondo i criteri sopra riportati, il limite           
del concorso finanziario della Regione e' fissato nel 70% del totale            
degli impegni di spesa che le Amministrazioni destinatarie                      
adotteranno.                                                                    
Atti successivi:                                                                
L'assegnazione delle risorse e l'assunzione dell'impegno di spesa               
saranno effettuati con atto formale del Dirigente competente, sulla             
base dei criteri sopra riportati.                                               
La liquidazione dei contributi regionali, che non dovranno superare             
il 70% della spesa ammissibile, avverra' con atto formale del                   
Dirigente competente, a seguito della presentazione del Programma               
finalizzato "Centri per l'adattamento dell'ambiente domestico per               
anziani e disabili" da parte del Comune capoluogo di provincia e                
attestazione dell'adesione allo stesso nell'ambito del/i Programma/i            
attuativo/i 2005 di tutte le zone.                                              
Nell'atto di liquidazione saranno apportate le necessarie modifiche             
all'elenco dei soggetti assegnatari del contributo regionale di cui             
all'atto di assegnazione del Dirigente medesimo, in conseguenza di              
quanto richiesto dai Comuni capoluogo di provincia in merito                    
all'eventuale individuazione, all'atto della presentazione del                  
programma, di un altro Comune o di un soggetto pubblico di cui                  
all'art. 16 della L.R. 2/03, in qualita' di soggetto capofila del               
presente Programma finalizzato.                                                 
3.8.3 Programma finalizzato "Contributi per la mobilita' e                      
l'autonomia nell'ambiente domestico a favore di persone con                     
disabilita' art. 9 e art. 10, L.R. 29/97"                                       
Risorse programmate: 1.000.000,00 Euro                                          
Destinatari:                                                                    
Comuni sede di Distretto o altri soggetti pubblici indicati                     
all'articolo 16 della L.R. 2/03 designati all'attuazione del                    
programma ai sensi della DGR 1161/04 per l'ambito distrettuale di               
riferimento.                                                                    
Obiettivi:                                                                      
Garantire l'erogazione dei contributi previsti agli articoli 9 e 10             
della L.R. 29/97 a favore delle persone in situazione di handicap               
grave per l'acquisto e l'adattamento di autoveicoli e per l'acquisto            
di ausili, attrezzature e arredi personalizzati per la casa, secondo            
i criteri e le procedure definiti con la DGR 1161/04.                           
Criteri di ripartizione:                                                        
Le risorse sono assegnate con variazioni connesse ad arrotondamenti             
in base alla popolazione residente al 31/12/2003 nella zona sociale             
di riferimento.                                                                 
Atti successivi:                                                                
L'assegnazione delle risorse e l'assunzione dell'impegno di spesa               
saranno effettuati con atto formale del Dirigente competente, sulla             
base dei criteri e delle procedure indicati nella DGR 1161/04.                  
La liquidazione dei contributi regionali avverra' con atto formale              
del Dirigente competente, previa comunicazione, da parte del soggetto           
designato all'attuazione del programma, del numero e della tipologia            
di domande pervenute e finanziabili, entro il termine di 90 giorni              
dalla scadenza, individuata dalla DGR 1161/04, per la presentazione             
delle domande di contributo.                                                    
Nell'atto di liquidazione saranno apportate le necessarie modifiche             
all'elenco dei soggetti assegnatari del contributo regionale di cui             
all'atto di assegnazione del Dirigente medesimo, in conseguenza di              
quanto richiesto dai Comuni sede di Distretto in merito all'eventuale           
individuazione di un altro Comune o di un soggetto pubblico di cui              
all'art. 16 della L.R. 2/03, in qualita' di soggetto capofila del               
presente Programma finalizzato.                                                 
La Giunta regionale procedera' alla eventuale nuova assegnazione                
delle risorse assegnate ma non utilizzate dai Comuni in relazione               
all'assenza o carenza di domande di contributo, cosi' come previsto             
all'Allegato A della DGR 1161/04.                                               
3.8.4 Programma finalizzato "Promozione di una funzione di                      
coordinamento per favorire l'integrazione lavorativa di persone in              
situazione di handicap e svantaggio sociale"                                    
Risorse programmate: 1.000.000,00 Euro                                          
Obiettivi:                                                                      
Il programma e' finalizzato ad attivare, nell'ambito degli accordi di           
programma che approvano i Piani di Zona, una funzione di                        
coordinamento per la progettazione e realizzazione di percorsi                  
integrati e progetti di inserimento lavorativo mirato per persone in            
situazione di particolare svantaggio sociale, nonche' alla promozione           
del lavoro di e'quipe multi professionale di ambito zonale,                     
attraverso il coinvolgimento degli operatori provenienti da enti e              
settori di intervento diversi (handicap, dipendenze, esclusione                 
sociale, salute mentale).                                                       
Tale funzione di coordinamento, che le zone eserciteranno attraverso            
strumenti organizzativi di tipo sperimentale, si integra con le                 
attivita' dei Centri per l'impiego. L'obiettivo e' quello di                    
coordinare in ambito zonale interventi socio-sanitari, politiche                
formative e del lavoro per rispondere in modo adeguato ai bisogni               
delle persone in situazione di maggiore gravita' e con particolare              
difficolta' di accesso al mercato del lavoro.                                   
Le principali attivita' riconducibili alla funzione di coordinamento            
di cui al presente programma sono:                                              
- coordinamento e messa in rete in ambito zonale dei servizi e degli            
interventi di carattere socio-assistenziale e socio-sanitario                   
propedeutici o sostitutivi all'inserimento lavorativo (ad es. borse             
lavoro, laboratori protetti, progetti di integrazione sociale in                
ambiente lavorativo...), nonche' raccordo di tali strumenti con gli             
strumenti del collocamento ordinario;                                           
- promozione del ruolo della cooperazione sociale di tipo b), in                
particolare, nelle le forme previste dall'articolo 5 della Legge                
381/91, dall'articolo 12 della Legge 68/99, nonche' attraverso la               
sperimentazione di forme di collaborazione innovative tra Servizi               
pubblici, Aziende, Cooperative sociali ed Associazioni sindacali e di           
rappresentanza, finalizzate all'inserimento delle persone in                    
situazione di handicap di particolare gravita' o di particolare                 
difficolta' di accesso nel mondo del lavoro;                                    
- elaborazione di progetti personalizzati di inserimento lavorativo             
per persone in situazione di particolare difficolta', in                        
collaborazione con i Centri per l'impiego e con i servizi                       
socio-sanitari competenti (ad es. Polo Handicap, SERT, DSM, Servizio            
sociale adulti...) attraverso:                                                  
- ricerca di opportunita' di impiego;                                           
- costruzione di un percorso di inserimento nel luogo di lavoro;                
- sostegno e accompagnamento nelle varie fasi dell'inserimento                  
(tutoraggio);                                                                   
- verifica periodica dell'inserimento effettuato;                               
- sostegno ai datori di lavoro pubblici e privati attraverso servizi            
di consulenza per l'adattamento fisico e relazionale del posto di               
lavoro, accompagnamento, sostegno e supervisione nella gestione dei             
progetti di inserimento lavorativo.                                             
La Regione attuera' un'azione di monitoraggio sulle esperienze                  
effettuate al fine di fornire successive indicazioni per ricondurre             
ad omogeneita' gli strumenti e le soluzioni organizzative adottati.             
Destinatari:                                                                    
Comuni sede di Distretto o altri soggetti pubblici indicati                     
all'articolo 16 della L.R. 2/03 designati all'attuazione del                    
programma per la zona sociale di riferimento.                                   
Criteri di ripartizione:                                                        
Le risorse sono ripartite, con variazioni connesse ad arrotondamenti,           
sulla base dei seguenti criteri:                                                
- una quota corrispondente al 30% delle risorse sara' destinata in              
uguale misura a tutti i Comuni sede di Distretto;                               
- la restante quota del 70% sara' suddivisa tra i Comuni sede di                
Distretto in base alla popolazione residente al 31/12/2003 nella zona           
sociale di riferimento.                                                         
Atti successivi:                                                                
L'assegnazione delle risorse e l'assunzione dell'impegno di spesa               
saranno effettuati con atto formale del Dirigente competente, sulla             
base dei criteri sopra riportati.                                               
La liquidazione dei contributi regionali, che non dovranno superare             
il 70% della spesa ammissibile, avverra' con atto formale del                   
Dirigente competente, previa approvazione, nell'ambito del Programma            
attuativo 2005 dei Piani di Zona, del Programma finalizzato                     
"Promozione di servizi per l'integrazione lavorativa di persone in              
situazione di svantaggio sociale" da presentare alla Regione nei                
tempi previsti per i Piani di Zona 2005-2007 e previa valutazione               
della congruita' del Programma finalizzato agli obiettivi assegnati             
dalla Regione.                                                                  
Nell'atto di liquidazione saranno apportate le necessarie modifiche             
all'elenco dei soggetti assegnatari del contributo regionale di cui             
all'atto di assegnazione del Dirigente medesimo, in conseguenza di              
quanto richiesto dai Comuni sede di Distretto in merito all'eventuale           
individuazione, all'atto della presentazione del programma, di un               
altro Comune o di un soggetto pubblico di cui all'art. 16 della L.R.            
2/03, in qualita' di soggetto capofila del presente Programma                   
finalizzato.                                                                    
3.8.5. Programma finalizzato alla qualificazione delle attivita'                
connesse alla concessione delle provvidenze economiche agli invalidi            
civili                                                                          
Risorse programmate: Euro 500.000,00                                            
Destinatari: Comuni capoluogo di provincia                                      
Obiettivi:                                                                      
Proseguire l'azione di qualificazione e di informatizzazione delle              
attivita' istruttorie, connesse alle pratiche di concessione delle              
provvidenze economiche agli invalidi civili, con particolare                    
attenzione alla semplificazione delle  procedure e dei rapporti tra i           
vari interlocutori coinvolti (Commissioni sanitarie AUSL, INPS,                 
Patronati ...) al fine di ridurre i tempi di attesa per i cittadini.            
Criteri di ripartizione:                                                        
Le risorse saranno ripartite sulla base della popolazione residente             
per ambito provinciale al 31/12/2003.                                           
Atti successivi:                                                                
Il Dirigente regionale competente provvedera' con propri atti formali           
all'assegnazione, alla concessione e all'assunzione dei relativi                
impegni di spesa, alla liquidazione delle risorse del presente                  
programma secondo i criteri sopra individuati.                                  
3.8.6. Programma integrato socio-sanitario per l'assistenza protesica           
a favore di soggetti in condizioni di poverta', in particolare                  
anziani.                                                                        
Coerentemente agli obiettivi di benessere sociale indicati al                   
Capitolo 2 e nell'ambito di una azione piu' generale di                         
riorganizzazione volto a qualificare l'assistenza odontoiatrica nella           
regione Emilia-Romagna e a garantire maggiore equita' nell'accesso ai           
servizi, la Regione intende promuovere uno specifico programma                  
sperimentale socio-sanitario per l'assistenza protesica a favore di             
soggetti in condizione di poverta', in particolare anziani.                     
Risorse programmate: 1.000.000,00 Euro                                          
Obiettivi:                                                                      
La condizione di poverta' e' spesso causa di impossibilita' di                  
acquisto di protesi dentaria o di manufatto protesico per coloro che            
hanno problemi di masticazione, in particolare anziani, con                     
conseguente grave danno per la salute e peggioramento della qualita'            
della vita.                                                                     
A tal fine la Regione intende promuovere una misura finalizzata a               
garantire la copertura delle spese per manufatti protesici ed                   
odontotecnici per le persone a basso reddito.                                   
La Giunta regionale con successivo atto definira' i destinatari della           
misura, i requisiti e le procedure per l'accesso, le modalita' di               
finanziamento, gli strumenti di monitoraggio e verifica della                   
sperimentazione.                                                                

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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