REGIONE EMILIA-ROMAGNA - GIUNTA REGIONALE

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 14 luglio 2003, n. 1357

Parere in merito al Progetto di Piano stralcio per l'assetto idrogeologico del Delta dell'Autorita' di Bacino del fiume Po e di valutazione delle relative osservazioni, ai sensi dell'art. 18 della Legge 18 maggio 1989, n. 183

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                          
Premesso che:                                                                   
- l'art. 17 della Legge 18 maggio 1989, n. 183, come modificato                 
dall'art. 12 del DL 5 ottobre 1993, n. 398, convertito in Legge 4               
dicembre 1993, n. 493, al comma 6 ter, prevede che i piani di bacino            
possano essere redatti e approvati anche per sottobacini o per                  
stralci relativi a settori funzionali;                                          
- l'art. 18 della citata legge 18 maggio 1989, n. 183, stabilisce le            
modalita' di approvazione dei piani di bacino di rilievo nazionale;             
- il medesimo art. 18, al comma 9, dispone che le Regioni si                    
esprimano sulle osservazioni pervenute e formulino un parere sul                
Progetto di piano;                                                              
- l'art. 1 del DL 11 giugno 1998 n. 180, convertito, con                        
modificazioni, in Legge 3 agosto 1998 n. 267, recante "Misure urgenti           
per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone             
colpite da disastri franosi nella Regione Campania" prevede                     
l'adozione di Piani stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico              
entro il 30 giugno 2001;                                                        
- l'art. 1bis del DL 12 ottobre 2000, n. 279, convertito in Legge 11            
dicembre 2000, n. 365 "Conversione in legge, con modificazioni, del             
DL 12 ottobre 2000, n. 279, recante interventi urgenti per le aree a            
rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di Protezione                 
civile, nonche' a favore delle zone della regione Calabria                      
danneggiate dalle calamita' idrogeologiche di settembre ed ottobre              
2000" anticipa ulteriormente al 30 aprile 2001 il termine per                   
l'adozione dei Piani stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico i           
cui progetti siano gia' stati adottati prima dell'entrata in vigore             
della medesima Legge 365/00;                                                    
- l'art. 139 della L.R. 21 aprile 1999, n. 3 concernente "Riforma del           
sistema regionale e locale" istituisce il Comitato di Coordinamento             
dei sottobacini del fiume Po;                                                   
visto che:                                                                      
- con deliberazione 26/01 del 18 dicembre 2001, pubblicata nel                  
supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 56 del 7 marzo 2001,           
il Comitato Istituzionale dell'Autorita' di Bacino del fiume Po ha              
adottato il "Progetto di Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico             
del Delta" (in seguito denominato anche PAI Delta) ai sensi dell'art.           
17, comma 6 ter della Legge 18 maggio 1989, n. 183, e successive                
modifiche ed integrazioni;                                                      
- l'Autorita' di Bacino del fiume Po ha trasmesso alla Regione                  
Emilia-Romagna, con nota n. 926 del 14 febbraio 2002, il Progetto di            
PAI Delta per il deposito, ai sensi dell'art. 18, comma 6 della Legge           
18 maggio 1989, n. 183, e per gli adempimenti di competenza regionale           
previsti al comma 9 del medesimo articolo;                                      
- con comunicato pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione              
Emilia-Romagna n. 37, Parte seconda del 6 marzo 2002 e' stato reso              
noto che gli atti relativi al Progetto di PAI Delta sono stati                  
depositati presso la sede della Regione Emilia-Romagna, Direzione               
Generale Ambiente e Difesa Del suolo e della costa - Servizio                   
Programmazione Difesa del suolo, presso la sede della Provincia di              
Ferrara, ai fini della consultazione per 45 giorni dopo l'avvenuta              
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e quindi fino al 22/4/2002;              
- entro i successivi 45 giorni, e quindi entro il 5 giugno 2002,                
potevano essere inoltrate alla Regione Emilia-Romagna osservazioni              
sul Progetto di Piano, secondo le modalita' di cui al comma 8                   
dell'art. 18 della Legge 18 maggio 1989, n. 183;                                
dato atto che:                                                                  
- il Progetto di Piano stralcio e' costituito dai seguenti                      
elaborati:                                                                      
1. Relazione generale e relativi allegati                                       
Allegato 1 - Cartografia di inquadramento territoriale ed                       
amministrativo                                                                  
Allegato 2 - Quadro della pianificazione territoriale e delle tutele            
presenti                                                                        
Allegato 3 - Opere idrauliche sul reticolo idrografico e a mare                 
Allegato 4 - Dinamica e modificazioni delle sezioni d'alveo del Po di           
Venezia                                                                         
Allegato 5 - Analisi del rischio residuale                                      
2. Quadro degli interventi strutturali di difesa                                
3. Programma finanziario                                                        
4. Delimitazione delle fasce fluviali - cartografia alla scala                  
1:10.000 e 1:100.000                                                            
5. Norme di attuazione                                                          
dato atto, altresi', che:                                                       
- non sono pervenute osservazioni entro e fuori il termine previsto;            
- hanno inoltre preso visione del Progetto di Piano depositato, ai              
sensi del comma 7 dell'art. 18 della 183/89, presso le sedi di                  
consultazione sottoindicate, i seguenti soggetti:                               
Sede: Regione Emilia-Romagna                                                    
non e' stata avanzata alcuna richiesta di consultazione del Progetto            
di PAI                                                                          
Sede: Provincia di Ferrara                                                      
ing. Giuseppe Caruso                                                            
dato atto inoltre che:                                                          
- il Direttore generale all'Ambiente e Difesa del suolo e della costa           
ha convocato, con nota n. 03/8420 del 17 marzo 2003, la Direzione               
generale Programmazione territoriale e Sistemi di mobilita', la                 
Direzione generale Agricoltura, la Direzione generale Attivita'                 
produttive, Commercio, Turismo, e la Direzione generale Affari                  
istituzionali e legislativi, nonche' i diversi Servizi coinvolti                
della Direzione Ambiente per illustrare il Progetto di Piano stralcio           
per l'assetto idrogeologico del Delta;                                          
- il Direttore generale all'Ambiente e Difesa del suolo e della costa           
ha richiesto, con nota n. 03/11083 del 18 marzo 2003, alla Direzioni            
e ai Servizi, convocati alla riunione di cui sopra, per le specifiche           
competenze, le valutazioni necessarie per la formazione del parere              
regionale in adempimento di quanto previsto dal combinato disposto              
dell'art. 19, comma 1 e dell'art. 18, comma 9 della Legge 18 maggio             
1989, n. 183;                                                                   
- hanno espresso parere in merito, dando il proprio contributo in               
sede di istruttoria del Progetto di Piano ed in sede di formazione              
del parere sul medesimo:                                                        
- la Direzione generale Programmazione territoriale e Sistemi di                
mobilita' con nota n. 8896 del 17 aprile 2003;                                  
- il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli con nota n.                        
AMB/GEO/03/14275 del 13 maggio 2003;                                            
- il Servizio Rifiuti e Bonifica siti con nota n. AMB/RIF/03/13896              
dell'8 maggio 2003;                                                             
- il Servizio Tutela e Risanamento risorse acqua con nota n.                    
AMB/SSR/03/16060 del 3 giugno 2003;                                             
- il Servizio Pianificazione di bacino e della costa ed il Servizio             
Tecnico di Bacino del Po di Volano (cosi' ridefiniti a seguito della            
deliberazione di Giunta 1260/02 del 22 luglio 2002);                            
- a conclusione della istruttoria e della formazione del parere                 
regionale, l'Assessore per la Difesa del suolo e della costa.                   
Protezione civile, con nota n. 15024 del 21 maggio 2003 ha convocato,           
ai sensi dell'art. 1 bis, comma 3 della Legge 11 dicembre 2000, n.              
365, la conferenza programmatica, ai fini della verifica della                  
necessaria coerenza tra pianificazione di bacino e pianificazione               
territoriale, per l'espressione del parere, come previsto dal comma 4           
dello stesso articolo (riportato nell'Allegato A) sul Progetto di               
Piano stralcio;                                                                 
- la Conferenza programmatica in data 4 giugno 2003 ha espresso il              
proprio parere favorevole, come evidenziato nel verbale del 4 giugno            
2003 che si allega (Allegato B), quale parte integrante;                        
riscontrato che:                                                                
- il Piano di Bacino, ai sensi dell'art. 17, comma 1 della Legge 18             
maggio 1989, n. 183, ha valore di "Piano territoriale di settore ed             
e' lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante             
il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso              
finalizzate alla conservazione, alla difesa ed alla valorizzazione              
del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle           
caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato";              
- il Progetto di Piano stralcio e' stato formato in ottemperanza                
all'art. 17 della Legge 18 maggio 1989, n. 183, secondo la                      
fattispecie di cui al comma 6 ter dello stesso articolo;                        
- il Progetto di Piano stralcio ha per ambito di riferimento, come              
esplicitato all'art. 2 delle Norme di piano, il Delta del fiume Po,             
costituito dal sottobacino che, dall'incile del Po di Goro, si                  
estende a nord, sino al limite del bacino idrografico, come da                  
perimetrazione approvata con DPR 1 giugno 1998, pubblicato nella                
Gazzetta Ufficiale n. 173 del 19/10/1998, e a sud al ramo del Po di             
Goro;                                                                           
- il Progetto di Piano stralcio, con riferimento alle finalita' ed              
agli obiettivi indicati nell'art. 1 della Legge 3 agosto 1998, n.               
267, affronta prioritariamente la moderazione delle piene, la difesa            
e la regolazione dei corsi d'acqua, con specifica attenzione alla               
valorizzazione della naturalita' delle regioni fluviali, considerando           
congiuntamente le funzioni concorrenti di difesa e di                           
regolamentazione dell'uso del suolo;                                            
- gli obiettivi e finalita' del Progetto di Piano stralcio,                     
esplicitati in relazione, sono:                                                 
- garantire un livello di sicurezza adeguato sul territorio, sia in             
riferimento ai fenomeni di deflusso delle piene che interessano gli             
alvei delimitati dagli argini maestri sia in riferimento al rischio             
residuale presente nell'ambito territoriale di riferimento del                  
piano;                                                                          
- conseguire il recupero degli ambiti fluviali e del sistema                    
idrografico quali elementi centrali e strategici per gli habitat                
naturali, la struttura sociale ed economica del Delta;                          
- perseguire la massima funzionalita' ed efficienza del sistema                 
difensivo fluviale (argini maestri, opere di difesa in alveo e opere            
di regolazione) e di difesa a mare, quale elemento prioritario ai               
fini della protezione di centri abitati, infrastrutture, luoghi e               
ambienti di riconosciuta importanza e della riduzione del rischio               
idraulico presente;                                                             
- realizzare approfondimenti conoscitivi e di valutazione del rischio           
residuale costituenti criteri e indirizzi di riferimento per la                 
redazione degli strumenti di protezione civile e di emergenza a scala           
regionale, provinciale e comunale;                                              
- raggiungere condizioni di uso del suolo compatibili sia con le                
finalita' di tutela degli ambienti e degli equilibri naturali delle             
aste fluviali e del territorio sia con quelle di diminuzione della              
vulnerabilita' del territorio;                                                  
- individuare e perseguire linee di intervento interagenti con le               
azioni di scala regionale, nazionale e internazionale indirizzate ad            
un processo di restauro ecologico e di rinaturazione del Delta;                 
- per raggiungere tali obiettivi, l'Autorita' di Bacino del fiume Po,           
con lo strumento in esame, ha previsto la realizzazione di interventi           
strutturali e non strutturali ed ha dettato regole per l'uso del                
suolo, per la gestione idraulica del sistema;                                   
considerato di formulare il seguente parere regionale sul Progetto di           
Piano, con le relative, conseguenti, proposte di modifica                       
all'Autorita' di Bacino del fiume Po, si rileva quanto segue:                   
in primo luogo si puo' osservare che il Progetto di Piano e' uno                
strumento complesso ed articolato, che affronta tematiche diverse -             
l'assetto geomorfologico e idraulico del sistema del Delta, la                  
subsidenza, i sistemi ecologici e le aree a prevalente connotazione             
naturalistica le norme d'uso del territorio, gli indirizzi alla                 
pianificazione urbanistica, - ognuna delle quali presenta                       
caratteristiche peculiari per livello di approfondimento, e per gli             
effetti sul sistema degli enti locali e della pianificazione. Il                
Progetto di Piano pone inoltre le basi per una gestione organica e              
sistemica del territorio deltizio, che coinvolge enti diversi, per il           
conseguimento di un maggior livello di sicurezza nel rispetto                   
comunque delle tematiche ambientali e naturali proprie del Delta;               
in tale ottica il PAI del Delta ricerca soluzioni preventive che                
consentano uno sviluppo socio-economico senza determinare un aumento            
dei livelli di rischio idraulico e cerca di indirizzare le scelte               
degli strumenti di pianificazione territoriale evidenziando i limiti            
connessi al grado di protezione idraulica effettivamente                        
conseguibile;                                                                   
il PAI del Delta affronta inoltre, in linea con le disposizioni gia'            
vigenti sul resto del bacino del Po (si veda l'art. 1, comma 11 delle           
NA del PAI), i rapporti tra Piano di bacino e Piani territoriali di             
coordinamento provinciali (PTCP), evidenziando la possibilita' per i            
PTCP di attuare il PAI del Delta specificandone ed articolandone i              
contenuti ai sensi dell'art. 57 del DLgs 31 marzo 1998, n. 112 e                
delle relative disposizioni regionali di attuazione. I contenuti                
dell'intesa prevista dal richiamato art. 57 definiscono gli                     
approfondimenti di natura idraulica e geomorfologica relativi alle              
problematiche di sicurezza idraulica trattate dal PAI Delta,                    
coordinate con gli aspetti ambientali e paesistici propri del Piano             
territoriale di coordinamento provinciale, al fine di realizzare un             
sistema di tutela sul territorio non inferiore a quello del PAI                 
Delta, basato su analisi territoriali non meno aggiornate e non meno            
di dettaglio. In questo modo l'adeguamento degli strumenti                      
urbanistici e' effettuato nei riguardi dello strumento provinciale              
per il quale e' stata raggiunta l'intesa di cui all'art. 57.                    
Valutazioni di carettere specifico                                              
Il Progetto di Piano individua cinque scenari di modalita' di                   
funzionamento idraulico dei rami deltizi, legati alla realizzazione             
di determinati interventi strutturali:                                          
- Scenario 1. Condizioni attuali di sistemazione; inalterate le                 
dimensioni geometriche degli alvei, i tracciati delle arginature e le           
ripartizioni delle portate nei rami;                                            
- Scenario 2. Condizioni modificate dalla realizzazione sull'incile             
del Po di Goro di un manufatto limitatore della portata entrante nel            
ramo (Scenario 2.1: portata massima defluita 800 mc/s; Scenario 2.2:            
portata massima defluita 1.350 mc/s);                                           
- Scenario 3. Condizioni modificate dalla massimizzazione della                 
capacita' di deflusso del Po di Maistra;                                        
- Scenario 4. Condizioni modificate dalla realizzazione sull'incile             
del Po di Goro di un manufatto limitatore della portata entrante nel            
ramo (portata massima defluita 1.350 mc/s) e dalla massimizzazione              
della capacita' di deflusso del Po di Maistra;                                  
si ritiene che tale analisi debba essere rivista anche alla luce                
delle decisioni prese nell'ambito della programmazione degli                    
interventi da parte dell'AIPO, in quanto la scelta iniziale di                  
realizzare un ripartitore delle portate all'incile del Po di Goro e'            
stata abbandonata, e i relativi finanziamenti sono stati destinati ad           
interventi sulle arginature del Po di Goro e di Maistra. Pertanto               
rimangono attuali solo gli scenari 1 e 3;                                       
tuttavia si ritiene che il Progetto di Piano non debba puntualmente             
individuare scenari di sistemazione, a cui sono riferiti gli                    
interventi, ma semplicemente evidenziare le criticita' e definire gli           
assetti dei rami deltizi;                                                       
relativamente all'assetto del Po di Goro e' importante evidenziare              
che la realizzazione del ripartitore non ne avrebbe reso possibile la           
navigazione, ai fini turistici, obiettivo a cui sta tendendo la                 
Regione Emilia-Romagna;                                                         
si ritiene inoltre opportuno differenziare i segni grafici che                  
individuano le opere a mare e le arginature sui rami del Delta;                 
si ritiene inoltre necessario, in sede di progettazione degli                   
interventi di sistemazione delle arginature tenere conto del non                
trascurabile andamento della subsidenza nel territorio oggetto del              
Piano;                                                                          
relativamente all'articolo 11 si osserva che fra le infrastrutture              
vietate per la fascia A-B sono inserite gli impianti di trattamento             
acque reflue, tuttavia per quelli esistenti sono ammessi gli                    
ampliamenti per adeguamento alle normative vigenti. Si ritiene, visto           
l'ambito territoriale interessato dal PAI Delta, di notevole pregio             
ambientale e naturalistico, di doverlo maggiormente tutelare                    
prevedendo che ogni ampliamento funzionale comporti la                          
delocalizzazione dell'impianto al di fuori delle fasce fluviali A-B;            
relativamente all'articolato normativo si ritiene che debba essere              
integrato l'articolo 11 "Limitazioni alle attivita' d'uso e di                  
trasformazione del suolo", chiarendo se per i territori della fascia            
C1, all'interno dei centri edificati definiti dall'art. 18 della                
Legge 22 ottobre 1971, n. 865, sono possibili o meno nuove                      
edificazioni, in quanto la norma si limita a vietarle al di fuori del           
centro edificato;                                                               
sempre relativamente all'art. 11, si ritiene opportuno in fascia C1,            
all'esterno dei centri edificati definiti dall'art. 18 della Legge 22           
ottobre 1971, n. 865, non vietare gli ampliamenti degli edifici                 
esistenti, mantenendo invece il divieto solo per le nuove                       
edificazioni;                                                                   
si ritiene inoltre piu' esaustivo riferire la delimitazione del                 
centro edificato non solo alla Legge 865/71, ma anche alla L.R.                 
20/00;                                                                          
si nota inoltre che nella fascia C1 sono consentite le perforazioni             
di pozzi previo nulla osta idraulico, visti pero' i problemi di                 
subsidenza e di infiltrazione salina sarebbe opportuno richiedere               
che, a corredo della richiesta da inoltrare all'autorita' idraulica             
competente, sia prodotta una relazione tecnica che dimostri la non              
influenza dell'opera sulle dinamiche in atto;                                   
infine per una migliore impostazione della norma, si propone di                 
modificare il comma 5 dell'art. 11, articolandolo in due commi                  
separati, uno relativo alle attivita' vietate, ed uno relativo alle             
attivita' consentite;                                                           
si propone inoltre di modificare il comma 1 dell'art. 17 specificando           
che il Delta, in quanto tale, e' qualificato come zona sensibile dal            
punto di vista ambientale ai sensi delle vigenti disposizioni                   
dell'UE;                                                                        
infine si ritiene opportuno che il programma di monitoraggio,                   
previsto all'art. 19 delle Norme, relativo alle caratteristiche                 
fisiche, idrologiche ed idrauliche del sistema deltizio, sia                    
finalizzato anche al miglioramento delle attuali reti di controllo              
quali-quantitative;                                                             
visto il combinato disposto dell'art. 19, comma 1 e dell'art. 18,               
comma 9 della Legge 183/89 in base ai quali la Regione e' tenuta ad             
esprimere oltre al parere sul Progetto di Piano stralcio, anche le              
proprie valutazioni sulle osservazioni pervenute;                               
dato atto, ai sensi della deliberazione della Giunta regionale 24               
marzo 2003, n. 447 "Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative            
e funzionali tra le strutture e sull'esercizio delle funzioni                   
dirigenziali" del parere preventivo in merito alla regolarita'                  
amministrativa del presente atto espresso dal Direttore generale                
all'Ambiente e Difesa del suolo e della costa dott.ssa Leopolda                 
Boschetti;                                                                      
su proposta dell'Assessore alla Difesa del suolo e della costa.                 
Protezione civile, Marioluigi Bruschini;                                        
a voti unanimi e palesi, delibera:                                              
1) di formulare parere positivo, per le motivazioni e con le riserve            
espresse in narrativa, sul Progetto di Piano stralcio per l'assetto             
idrogeologico del Delta adottato dal Comitato istituzionale                     
dell'Autorita' di Bacino del fiume Po con deliberazione n. 26 del 18            
dicembre 2001, in quanto strumento atto a definire le azioni di                 
governo necessarie a ridurre il rischio idraulico nel territorio                
interessato dal Progetto di Piano;                                              
2) di fare proprio il "Parere sul Progetto di Piano stralcio per                
l'assetto idrogeologico del Delta" (Allegato A) espresso dalla                  
Conferenza programmatica corredato del verbale della Conferenza                 
stessa (Allegato B);                                                            
 3) di esprimere su alcuni aspetti specifici del progetto di Piano              
stesso i suggerimenti e le proposte di modifica contenute nel                   
"considerato";                                                                  
4) di precisare che i citati Allegati A, B, sono parte integrante e             
sostanziale della presente deliberazione;                                       
5) di inviare, ai sensi del comma 9 dell'art. 18 della Legge 18                 
maggio 1989, n. 183, copia del presente atto deliberativo                       
all'Autorita' di Bacino del fiume Po, perche' proceda all'adozione              
del piano ai sensi del comma 10 del citato articolo;                            
6) di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale             
della Regione Emilia-Romagna.                                                   
ALLEGATO A                                                                      
Conferenza programmatica (art. 1 bis DL 279/00, convertito con Legge            
365/00)                                                                         
Parere in merito al Progetto di Piano stralcio per l'Assetto                    
idrogeologico del Delta (PAI Delta), adottato con deliberazione n. 26           
del 18/12/2001 dal Comitato istituzionale dell'Autorita' di Bacino              
del Fiume Po                                                                    
Premessa                                                                        
Il Progetto di Piano stralcio per l'Assetto idrogeologico del Delta,            
e' stato adottato dal Comitato istituzionale dell'Autorita' di Bacino           
del fiume Po nella seduta del 18 dicembre 2001 e depositato presso la           
medesima Autorita', le Regioni, le Province, per essere sottoposto a            
consultazione e ad osservazioni.                                                
Il Progetto di Piano e' costituito dai seguenti documenti:                      
1. Relazione generale e relativi allegati Allegato 1 - Cartografia di           
inquadramento territoriale ed amministrativo Allegato 2 - Quadro                
della pianificazione territoriale e delle tutele presenti Allegato 3            
- Opere idrauliche sul reticolo idrografico e a mare Allegato 4 -               
Dinamica e modificazioni delle sezioni d'alveo del Po di Venezia                
Allegato 5 - Analisi del rischio residuale                                      
2. Quadro degli interventi strutturali di difesa                                
3. Programma finanziario                                                        
4. Delimitazione delle fasce fluviali - cartografia alla scala                  
1:10.000 e 1:100.000                                                            
5. Norme di attuazione                                                          
L'ambito di riferimento per il PAI Delta e' definito, partendo                  
dall'incile del Po di Goro, a nord dall'argine sinistro del Po di               
Venezia e successivamente da quello del Po di Maistra sino al mare; a           
sud dall'argine destro del Po di Goro sino al mare. Il limite verso             
nord coincide con quello del bacino idrografico del Po, come                    
approvato dal DPR 1 giugno 1998, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale            
n. 173 del 19 ottobre 1998, con annessa cartografia, alla scala                 
1:250.000.                                                                      
Il corpo normativo e' strutturato in 20 articoli riconducibili ai               
seguenti due titoli:                                                            
- Parte I - Natura, contenuti ed effetti del Piano (artt. 1-7);                 
- Parte II - Norme sulla programmazione degli interventi (artt.                 
8-20).                                                                          
Agli effetti dell'art. 17, comma 5 della Legge 18 maggio 1989, n.               
183, sono dichiarate di carattere immediatamente vincolante le                  
prescrizioni degli articoli: 6, commi 3, 4; 9 commi 1, 5 e 6; 10,               
comma 1; 11, commi 3, 5, 6; 18.                                                 
Per il Sistema idrografico e il territorio del Delta gli obiettivi              
assunti sono riconducibili ai seguenti punti:                                   
- garantire un livello di sicurezza adeguato sul territorio, sia in             
riferimento ai fenomeni di deflusso delle piene che interessano gli             
alvei delimitati dagli argini maestri sia in riferimento al rischio             
residuale presente nell'ambito territoriale di riferimento del                  
piano;                                                                          
- conseguire il recupero degli ambiti fluviali e del sistema                    
idrografico quali elementi centrali e strategici per gli habitat                
naturali, la struttura sociale ed economica del Delta;                          
- perseguire la massima funzionalita' ed efficienza del sistema                 
difensivo fluviale (argini maestri, opere di difesa in alveo e opere            
di regolazione) e di difesa a mare, quale elemento prioritario ai               
fini della protezione di centri abitati, infrastrutture, luoghi e               
ambienti di riconosciuta importanza e della riduzione del rischio               
idraulico presente;                                                             
- realizzare approfondimenti conoscitivi e di valutazione del rischio           
residuale costituenti criteri e indirizzi di riferimento per la                 
redazione degli strumenti di protezione civile e di emergenza a scala           
regionale, provinciale e comunale;                                              
- raggiungere condizioni di uso del suolo compatibili sia con le                
finalita' di tutela degli ambienti e degli equilibri naturali delle             
aste fluviali e del territorio sia con quelle di diminuzione della              
vulnerabilita' del territorio;                                                  
- individuare e perseguire linee di intervento interagenti con le               
azioni di scala regionale, nazionale e internazionale indirizzate ad            
un processo di restauro ecologico e di rinaturazione del Delta.                 
Gli obiettivi richiamati sono perseguiti mediante azioni specifiche:            
- la definizione delle esigenze di manutenzione, completamento ed               
integrazione dei sistemi di difesa esistenti, in funzione del grado             
di sicurezza compatibile e del loro livello di efficienza ed                    
efficacia;                                                                      
- la regolamentazione degli usi e delle trasformazione del suolo,               
anche con riferimento agli strumenti di pianificazione territoriale e           
urbanistica vigenti, in relazione ai fenomeni di deflusso delle piene           
che interessano gli alvei delimitati dagli argini maestri e alle                
condizioni di vulnerabilita' delle zone limitrofe a questi;                     
- criteri e indirizzi alla pianificazione territoriale, urbanistica e           
di protezione civile, con l'obiettivo di conseguire trasformazioni e            
usi del suolo compatibili con le esigenze di salvaguardia delle                 
persone e dei beni, nonche' di integrare le misure di sicurezza                 
mediante la pianificazione di protezione civile;                                
- l'individuazione di interventi finalizzati al recupero                        
naturalistico ed ambientale degli ambienti fluviali, nonche' alla               
tutela e al recupero dei valori monumentali, paesaggistici e                    
ambientali presenti e la riqualificazione delle aree degradate;                 
- l'individuazione di incentivi atti al perseguimento delle finalita'           
e delle disposizioni del Piano;                                                 
- l'individuazione di interventi su infrastrutture e manufatti che              
interferiscano negativamente con gli obiettivi del Piano, con                   
finalita' di adeguamento e anche di rilocalizzazione;                           
- la moderazione delle piene, la difesa e la regolazione dei corsi              
d'acqua, con specifica attenzione alla valorizzazione della                     
naturalita' delle regioni fluviali;                                             
- il monitoraggio dei caratteri di naturalita' e dello stato degli              
squilibri idraulici;                                                            
- l'individuazione di progetti di gestione agro-ambientale e                    
forestale.                                                                      
Il progetto di Piano definisce inoltre, sulla base del quadro                   
conoscitivo e delle analisi di rischio idraulico effettuate, le linee           
di intervento.                                                                  
Le linee di intervento discendono dalle strategie di fondo del Piano            
per il conseguimento sul territorio degli obiettivi di sicurezza                
posti, in funzione delle criticita' individuate sul sistema difensivo           
esistente e del livello di rischio compatibile da conseguire.                   
I fenomeni che il Piano tende prioritariamente a controllare,                   
mediante specifiche misure di intervento si riferiscono a:                      
- il deflusso delle piene che interessano gli alvei delimitati dagli            
argini maestri in condizioni di sicurezza;                                      
- il rischio residuale nelle aree esterne agli argini maestri;                  
- la disciplina degli usi del suolo interagenti con i due precedenti            
punti.                                                                          
Le misure individuate sono classificabili secondo la tradizionale               
distinzione in strutturali e non strutturali.                                   
In ragione delle criticita' individuate, gli interventi strutturali             
concernono le seguenti tipologie di intervento:                                 
a) adeguamento in quota e/o sagoma delle arginature maestre;                    
b) ripristino della tenuta idraulica dei rilevati arginali mediante             
interventi di diaframmatura e di rivestimento del petto arginale;               
c) ripristino della stabilita' delle sponde mediante interventi di              
ricarica e/o ricostruzione delle difese spondali esistenti;                     
d) adeguamento delle opere di difesa a mare;                                    
e) manutenzione delle opere idrauliche e del reticolo idrografico.              
Le misure non strutturali tendono a incidere sulla vulnerabilita' del           
territorio, sui sistemi di prevenzione, di emergenza, di monitoraggio           
e controllo, nonche' sulla manutenzione diffusa del territorio e                
delle opere. Esse si riferiscono prioritariamente alle seguenti                 
tipologie di azioni e interventi:                                               
a) adeguamento, coordinamento e integrazione dei servizi di                     
previsione e delle funzioni di protezione civile;                               
b) regolamentazione delle trasformazioni del suolo negli alvei,                 
all'interno degli argini maestri, delimitatati come fascia fluviale             
A-B, ai fini di consentire, in condizioni di sicurezza, il deflusso e           
l'invaso della piena di riferimento;                                            
c) la regolamentazione delle trasformazioni del suolo nei territori             
lungo i sistemi arginali maestri, delimitati come Fascia C1, con                
l'obiettivo di individuare e attuare l'insieme delle azioni                     
necessarie alla riduzione delle condizioni di vulnerabilita' per le             
popolazioni e i beni esposti, a garantire l'efficienza, la                      
funzionalita' e la conservazione delle opere idrauliche esistenti,              
nonche' le operazioni di sorveglianza, controllo e ricognizione lungo           
le stesse e le relative pertinenze;                                             
d) fornire criteri e indirizzi alla pianificazione territoriale,                
urbanistica e di protezione civile, nei territori delle isole interne           
del Delta, delimitati come Fascia C2, al fine di integrare le misure            
di sicurezza a tutela delle popolazioni e dei beni esposti, anche               
attraverso la pianificazione di protezione civile.                              
Sono state tracciate le fasce fluviali con la funzione di individuare           
gli alvei e i territori interessati dai fenomeni di inondazione, in             
rapporto all'esigenza di prevedere misure di intervento atte sia ad             
assicurare il deflusso delle piene di riferimento in condizioni di              
sicurezza sia a controllare e diminuire il rischio residuo presente.            
Con riferimento a tale duplice obiettivo il Piano contiene due                  
tipologie di fasce fluviali:                                                    
- la fascia di deflusso della piena, costituita dall'alveo                      
interessato dal deflusso e dall'invaso della piena di riferimento, e'           
delimitata secondo il metodo di cui al DPCM 24 luglio 1998. Tale                
fascia, in ragione delle caratteristiche del sistema delle arginature           
maestre e dell'alveo da esse delimitato, assume la particolare                  
caratteristica di estendersi, su tutti i rami deltizi, sino al                  
rilevato arginale. Nel Piano la fascia viene pertanto definita                  
convenzionalmente Fascia A-B. Essa costituisce l'estensione della               
delimitazione delle fasce fluviali A e B dell'asta del Po, di cui al            
Piano Stralcio delle Fasce Fluviali, approvato con DPCM 24 luglio               
1998;                                                                           
- le aree inondabili per tracimazione o rottura degli argini maestri,           
delimitate in funzione di condizioni di rischio residuale                       
decrescente. Tali aree sono articolate come segue:                              
- Fascia di rispetto idraulico (Fascia C1), costituita dalla porzione           
di territorio che si estende dal limite esterno della fascia di                 
deflusso (Fascia A-B) sino alla distanza di m 150 da questo. Nella              
Fascia C1 il Piano persegue l'obiettivo di individuare e attuare                
l'insieme delle azioni necessarie alla riduzione delle condizioni di            
vulnerabilita' per le popolazioni e i beni esposti, a garantire                 
l'efficienza, la funzionalita' e la conservazione delle opere                   
idrauliche esistenti, nonche' le operazioni di sorveglianza,                    
controllo e ricognizione lungo le stesse e le relative pertinenze;              
- Fascia di inondazione per tracimazione o rottura degli argini                 
maestri (Fascia C2), costituita dalla porzione di territorio                    
inondabile per cedimento o tracimazione delle opere di ritenuta, in             
rapporto alle quote del terreno, alle condizioni morfologiche, alle             
caratteristiche geotecniche e di affidabilita' del sistema arginale.            
La fascia si estende dal limite esterno della precedente (Fascia C1)            
sino al limite esterno della Fascia C1 interessante altro ramo, per             
le isole interne, ovvero, per l'area in sponda destra del ramo del Po           
di Goro, sino al rilevato arginale del Po di Volano. Nella Fascia C2            
il Piano persegue l'obiettivo di fornire criteri e indirizzi alla               
pianificazione territoriale, urbanistica e di protezione civile,                
nonche' di integrare le misure di sicurezza a tutela delle                      
popolazioni e dei beni esposti, anche attraverso la pianificazione di           
protezione civile.                                                              
Per la definizione degli interventi sui singoli rami fluviali, si e'            
operato con riferimento alla piena con tempo di ritorno di 200 anni,            
sulla base delle analisi di criticita' delle attuali condizioni di              
assetto e prendendo inoltre in considerazione i diversi scenari di              
funzionamento, che sono stati oggetto di simulazione idraulica,                 
corrispondenti a diverse ipotesi di regolazione delle portate dei               
rami. Tali ipotesi di intervento potranno eventualmente essere                  
riconsiderate, in termini di eventuale miglioramento delle condizioni           
di assetto, sulla base dei risultati conseguiti a seguito delle                 
campagne di monitoraggio morfologico sulla geometria dei rami del               
Delta, di monitoraggio idraulico sulle scale di deflusso nelle                  
stazioni idrometriche e sulla ripartizione delle portate in piena tra           
i vari rami, nonche' sulle caratteristiche geotecniche del sistema              
arginale, che sono previste nell'ambito del presente Piano.                     
Alla Regione Emilia-Romagna non sono prevenute osservazioni, previste           
dal comma 8 della Legge 18 maggio 1989, n. 183 e successive                     
modificazioni ed integrazioni, al Progetto di Piano.                            
La Regione ha effettuato l'istruttoria del Progetto di Piano. La                
Giunta regionale si esprimera', attraverso una specifica                        
deliberazione, sul Progetto di Piano proponendone, se necessario,               
opportune modifiche.                                                            
Valutazioni di carattere generale                                               
In primo luogo si puo' osservare che il Progetto di Piano e' uno                
strumento complesso ed articolato, che affronta tematiche diverse -             
l'Assetto geomorfologico e idraulico del sistema del Delta, la                  
subsidenza, i sistemi ecologici e le aree a prevalente connotazione             
naturalistica le norme d'uso del territorio, gli indirizzi alla                 
pianificazione urbanistica, - ognuna delle quali presenta                       
caratteristiche peculiari per livello di approfondimento, e per gli             
effetti sul sistema degli enti locali e della pianificazione. Il                
Progetto di Piano pone inoltre le basi per una gestione organica e              
sistemica del territorio deltizio, che coinvolge enti diversi, per il           
conseguimento di un maggior livello di sicurezza nel rispetto                   
comunque delle tematiche ambientali e naturali proprie del Delta.               
Gli strumenti della pianificazione territoriale ed urbanistica in               
genere non prendono in considerazione nell'ambito delle variabili               
territoriali, rispetto alla quali impostare le scelte di tipo                   
urbanistico e territoriale, la particolare caratterizzazione del                
territorio deltizio, l'elevato grado di artificializzazione del                 
sistema di protezione dalle piene e di difesa a mare, i limiti                  
connessi all'efficienza del sistema di protezione.                              
In tale ottica il PAI del Delta ricerca soluzioni preventive che                
consentano uno sviluppo socio-economico senza determinare un aumento            
dei livelli di rischio idraulico e cerca di indirizzare le scelte               
degli strumenti di pianificazione territoriale evidenziando i limiti            
connessi al grado di protezione idraulica effettivamente                        
conseguibile.                                                                   
Il PAI del Delta affronta inoltre, in linea con le disposizioni gia'            
vigenti sul resto del bacino del Po (si veda l'art. 1, comma 11 delle           
NA del PAI), i rapporti tra piano di bacino e piani territoriali di             
coordinamento provinciali (PTCP), evidenziando la possibilita' per i            
PTCP di attuare il PAI del Delta specificandone ed articolandone i              
contenuti ai sensi dell'art. 57 del DLgs 31 marzo 1998, n. 112 e                
delle relative disposizioni regionali di attuazione. I contenuti                
dell'intesa prevista dal richiamato art. 57 definiscono gli                     
approfondimenti di natura idraulica e geomorfologica relativi alle              
problematiche di sicurezza idraulica trattate dal PAI Delta,                    
coordinate con gli aspetti ambientali e paesistici propri del Piano             
territoriale di coordinamento provinciale, al fine di realizzare un             
sistema di tutela sul territorio non inferiore a quello del PAI                 
Delta, basato su analisi territoriali non meno aggiornate e non meno            
di dettaglio. In questo modo l'adeguamento degli strumenti                      
urbanistici e' effettuato nei riguardi dello strumento provinciale              
per il quale e' stata raggiunta l'intesa di cui all'art. 57.                    
Valutazioni di carattere specifico                                              
Il Progetto di Piano individua cinque scenari di modalita' di                   
funzionamento idraulico dei rami deltizi, legati alla realizzazione             
di determinati interventi strutturali:                                          
- Scenario 1. Condizioni attuali di sistemazione; inalterate le                 
dimensioni geometriche degli alvei, i tracciati delle arginature e le           
ripartizioni delle portate nei rami;                                            
- Scenario 2. Condizioni modificate dalla realizzazione sull'incile             
del Po di Goro di un manufatto limitatore della portata entrante nel            
ramo (Scenario 2.1: portata massima defluita 800 mc/s; Scenario 2.2:            
portata massima defluita 1.350 mc/s);                                           
- Scenario 3. Condizioni modificate dalla massimizzazione della                 
capacita' di deflusso del Po di Maistra;                                        
- Scenario 4. Condizioni modificate dalla realizzazione sull'incile             
del Po di Goro di un manufatto limitatore della portata entrante nel            
ramo (portata massima defluita 1.350 mc/s) e dalla massimizzazione              
della capacita' di deflusso del Po di Maistra.                                  
Si ritiene che tale analisi debba essere rivista anche alla luce                
delle decisioni prese nell'ambito della programmazione degli                    
interventi da parte dell'AIPO, in quanto la scelta iniziale di                  
realizzare un ripartitore delle portate all'incile del Po di Goro, e'           
stata abbandonata, e i relativi finanziamenti sono stati destinati ad           
interventi relativi alle arginature del Po di Goro e di Maistra.                
Pertanto rimangono attuali solo gli Scenari 1 e 3.                              
Tuttavia si ritiene che il Progetto di Piano non debba individuare              
scenari di sistemazione, a cui sono riferiti gli interventi, ma                 
semplicemente evidenziare le criticita' e definire gli assetti dei              
rami deltizi.                                                                   
Relativamente all'assetto del Po di Goro e' importante evidenziare              
che la realizzazione del ripartitore non ne avrebbe reso possibile la           
navigazione, ai fini turistici, obiettivo a cui sta tendendo la                 
Regione Emilia-Romagna.                                                         
Si ritiene inoltre opportuno differenziare i segni grafici che                  
individuano le opere a mare e le arginature sui rami del Delta.                 
Si ritiene inoltre necessario, in sede di progettazione degli                   
interventi di sistemazione delle arginature tenere conto del non                
trascurabile andamento della subsidenza nel territorio oggetto del              
Piano.                                                                          
Relativamente all'articolato normativo si ritiene che debba essere              
integrato l'articolo 11 "Limitazioni alle attivita' d'uso e di                  
trasformazione del suolo", chiarendo se per i territori della fascia            
C1, all'interno dei centri, definiti dall'art. 18 della Legge 22                
ottobre 1971, n. 865, sono possibili o no nuove edificazioni, in                
quanto la norma si limita a vietarle al di fuori del centro                     
edificato.                                                                      
Sempre relativamente all'articolo 11 si osserva che fra le                      
infrastrutture vietate per la fascia A-B sono inserite gli impianti             
di trattamento acque reflue, tuttavia per quelli esistenti sono                 
ammessi gli ampliamenti per adeguamento alle normative vigenti. Si              
ritiene, visto l'ambito territoriale interessato dal PAI Delta, di              
notevole pregio ambientale e naturalistico, di doverlo maggiormente             
tutelare prevedendo che ogni ampliamento funzionale comporti la                 
delocalizzazione dell'impianto al di fuori delle fasce fluviali A-B.            
Si nota inoltre che nella Fascia C1 sono consentite le perforazioni             
di pozzi previo nulla osta idraulico, visti pero' i problemi di                 
subsidenza e di infiltrazione salina sarebbe opportuno richiedere               
che, a corredo della richiesta da inoltrare all'autorita' idraulica             
competente, sia prodotta una relazione tecnica che dimostri la non              
influenza dell'opera nelle dinamiche in atto.                                   
Infine si ritiene opportuno che il programma di monitoraggio relativo           
alle caratteristiche fisiche, idrologiche ed idrauliche del sistema             
deltizio, sia anche finalizzato al miglioramento delle attuali reti             
di controllo quali-quantitative.                                                
ALLEGATO B                                                                      
Conferenza programmatica                                                        
Provincia di Ferrara (Verbale della Conferenza del 4 giugno 2003                
svoltasi presso la sala del Consiglio Provincia di Ferrara - Castello           
Estense)                                                                        
Sono presenti:                                                                  
- Cinzia Merli - Autorita' di Bacino del fiume Po                               
- Vinicio Ruggeri - Regione Emilia-Romagna                                      
- Moreno Po - Provincia di Ferrara                                              
- Neseco Mangolini - Comune di Mesola                                           
- Verter Marisardi - Comune di Berra                                            
- geom. Giuseppe Guidi - Comune di Mesola                                       
- arch. Giuseppe Guidi - Comune di Comacchio                                    
- Valerio Casalicchio - Comune di Jolanda                                       
- Antonio Poletti - Comune di Migliarino                                        
- Enea Pandolfi - Comune di Codigoro                                            
- Rino Conventi - Comune di Goro                                                
- Marco Bondesan - Parco del Delta del Po                                       
La riunione e' presieduta dall'ing. Vinicio Ruggeri Responsabile del            
Servizio Pianificazione di bacino e della costa della Regione                   
Emilia-Romagna, dall'ing. Cinzia Merli, dell'Autorita' di Bacino del            
fiume Po, dall'arch. Moreno Po , responsabile del Settore                       
Pianificazione territoriale e Ambiente, della Provincia di Ferrara.             
L'ing. Ruggeri apre i lavori salutando i presenti e ringraziandoli              
per la partecipazione, dando conto dell'assenza dell'Assessore                  
Bruschini, che per un improvviso impegno non e' potuto essere                   
presente. Presenta l'ing Merli.                                                 
L'ing. Ruggeri riprende i contenuti dell'art. 1bis della Legge 11               
dicembre 2000, n. 365, relativo alla procedura per l'adozione dei               
progetti di Piano stralcio per l'assetto idrogeologico di cui alla              
Legge 3 agosto 1998 n. 267, che ha introdotto un nuovo passaggio                
procedurale costituito dalla Conferenza programmatica, articolata per           
sezioni provinciali, che esprime un parere sul progetto di piano. Si            
ritiene che la Conferenza non possa sostituire completamente il                 
parere regionale previsto dall'art. 18, comma 9 della Legge 18 maggio           
1989, n. 183, in quanto il legislatore non ha tenuto conto della                
necessita' di dare una risposta alle osservazioni presentate da                 
soggetti pubblici o privati.L'iter procedurale sara' infine concluso            
con una deliberazione di Giunta regionale, che esprimera', anche                
sulla base del parere della Conferenza programmatica, il parere della           
Regione sul PAI Delta.                                                          
Tuttavia il PAI Delta non e' stato osservato ne' dai Comuni ne' dalla           
Provincia, e' uno dei rari casi in cui non sono pervenute                       
osservazioni. Pertanto e' utile il passaggio in conferenza                      
programmatica per raccogliere i pareri dei comuni territorialmente              
interessati dal PAI Delta.                                                      
L'ing. Ruggeri da' la parola all'ing. Merli per illustrare i                    
contenuti e gli obiettivi del PAI Delta.                                        
L'ing. Merli, distribuisce ai presenti una copia del Piano su CD ed             
una copia della presentazione che illustrera' di seguito. Descrive i            
diversi elaborati del Piano, gli obiettivi perseguiti, le linee di              
intervento, strutturali e non strutturali, l'allegato finanziario, un           
riepilogo degli interventi sino ad ora realizzati.                              
Si distribuisce copia del parere sul Progetto di Piano stralcio per             
l'Assetto idrogeologico (PAI) e l'ing. Ruggeri lo illustra                      
brevemente, saltando la parte generale gia' ampiamente illustrata               
dall'ing. Merli.                                                                
Viene data la parola ai Sindaci.                                                
Il Sindaco del Comune di Codigoro richiede in che fascia ricade il              
territorio del suo comune. Gli viene risposto che Codigoro e'                   
sostanzialmente interessato dalla fascia C2, ovvero dai soli                    
adempimenti relativi ai piani di protezione civile.                             
Il Sindaco del Comune di Mesola chiede che la definizione di centro             
edificato dell'art. 11 sia riferito non tanto alla normativa statale,           
piuttosto datata, ma a quella regionale.                                        
Il Sindaco del Comune di Comacchio chiede chiarimenti in merito alla            
fascia che interessa il comune. L'ing. Merli gli chiarisce meglio la            
simbologia della carta.                                                         
Il prof. Bondesan, in qualita' di coordinatore del Comitato                     
scientifico del Parco del Delta, chiede spiegazioni sull'Allegato 5             
relativo al rischio residuale.                                                  
Il Sindaco del Comune di Berra chiede la possibilita' di prevedere              
degli ampliamenti in fascia C1, e chiede se un edificio ad uso                  
pubblico ricadente in fascia A-B e' soggetto alla delocalizzazione.             
L'ing. Ruggeri si informa sulla tipologia di edificio presente in               
fascia A-B, e accertatosi che si tratta di un ristorante con pontile            
per la navigazione turistica, ritiene compatibile con le prescrizioni           
della fascia l'opera in questione.                                              
L'ing. Ruggeri chiude la discussione, ringraziando i presenti per               
essere intervenuti.                                                             

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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