REGIONE EMILIA-ROMAGNA - CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 4 novembre 2003, n. 516

Approvazione del "Documento di indirizzo programmatico per il triennio 2003-2005 per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in transizione", in attuazione dell'art. 10 della L.R. 24 giugno 2002, n. 12

IL CONSIGLIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                       
(omissis)  delibera:                                                            
1) di approvare, in attuazione dell'articolo 10 della L.R. n. 12 del            
2002, il "Documento di indirizzo programmatico per il triennio                  
2003-2005 per la cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in               
transizione" allegato alla presente deliberazione quale parte                   
integrante e sostanziale;                                                       
2) di dare atto che nell'attuazione di detto Documento di indirizzo             
programmatico si osserveranno le procedure di collaborazione con lo             
Stato di cui alla Legge n. 131 del 2003, art. 6 ed in particolare,              
per quanto riguarda l'eventuale conclusione di intese ed accordi                
aventi natura internazionale, le procedure previste in detto art. 6,            
commi 2 e 3;                                                                    
3) di pubblicare, per estratto, il presente atto nel Bollettino                 
Ufficiale della Regione Emilia-Romagna.                                         
Documento di indirizzo programmatico per il triennio 2003-2005 per la           
cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e in transizione                    
La riforma federalista approvata con Legge n. 131 del 5/6/2003 dal              
Parlamento da' dignita' e rilevanza costituzionale alle attivita'               
internazionali delle Regioni, tra l'altro permettendo accordi delle             
stesse, nel rispetto delle linee fondamentali della politica estera             
della Repubblica, non solo con altre Regioni e territori, ma anche              
con Stati esteri. Va da se' che tutto cio' portera' nuovo impulso a             
tutte le attivita' internazionali della nostra Regione e tra esse               
quelle di solidarieta' internazionale.                                          
Il quadro normativo nazionale incompleto a causa della mancata                  
riforma della Legge 49/87 e il costante decrescere degli stanziamenti           
previsti a livello nazionale per la cooperazione, sottolineano                  
l'importanza di rafforzare l'impegno nell'ambito della cooperazione             
decentrata, che rappresenta per il sistema della cooperazione                   
internazionale, pur nella dimensione limitata delle risorse, garanzia           
di continuita' e offre una significativa opportunita' di creazione di           
reti sul territorio, attraverso la promozione e la crescente                    
partecipazione di altri soggetti, in primis degli enti territoriali,            
che sempre piu' numerosi sono impegnati in iniziative di cooperazione           
internazionale.                                                                 
L'impegno dell'Amministrazione regionale sulla cooperazione                     
decentrata nel biennio 2001-2003 e' stato caratterizzato dalla                  
volonta' di dar seguito agli impegni assunti nella prima Conferenza             
regionale sulla cooperazione decentrata svoltasi il 19 e 20 marzo               
2001:                                                                           
- riforma della normativa regionale. Il 24 giugno 2002 il Consiglio             
regionale ha approvato la Legge n. 12, dopo un percorso di                      
consultazione con Enti locali e terzo settore che ha portato ad un              
testo ampiamente condiviso;                                                     
- l'impegno della Regione e' significativamente aumentato, con uno              
sforzo finanziario che ha portato ad un sostanziale raddoppio degli             
stanziamenti che sono passati da 1.500.000,00 Euro a 3.400.000,00               
Euro. Inoltre nel corso del 2002 sono inoltre state attivate                    
importanti risorse da altri donatori (UNDP, Ministero Affari esteri,            
fondazioni internazionali) e si stima che tale tendenza possa                   
ulteriormente consolidarsi. Cio' ha consentito di promuovere e                  
sostenere un maggior numero di soggetti del territorio che hanno                
realizzato un crescente numero di progetti che nel biennio 2001-2002            
sono passati da 70 a 120;                                                       
- promozione della informazione sulla cooperazione decentrata a                 
livello territoriale. E' stato recentemente attivato il sito dedicato           
a questo specifico argomento nell'ambito del portale della Regione:             
www.regione.emilia-romagna.it/cooperazionedecentrata.                           
Obiettivi generali della programmazione regionale nel triennio                  
2003-2005                                                                       
La riforma normativa regionale, di cui questo documento e' prima                
attuazione, si pone l'obiettivo di mantenere alta e ancor piu'                  
rafforzare la presenza della nostra Regione nel campo della                     
cooperazione internazionale, non solo nei rapporti con la societa'              
civile e con il terzo settore.Da un lato l'esperienza dei Tavoli                
paese - strumenti di coordinamento tra soggetti operanti sulla stessa           
area-Paese - rafforzatasi in questi ultimi anni, ha dimostrato come             
sia stato possibile per la Regione aprire una nuova e positiva fase             
di collaborazione con gli Enti locali, consolidando                             
contemporaneamente il partenariato con le Organizzazioni non                    
governative e di volontariato e valorizzandone i ruoli nelle                    
rispettive diversita' di apporti e di competenze. Dall'altro il nuovo           
dettato legislativo prevede un piu' forte raccordo tra l'attivita' di           
cooperazione internazionale e l'insieme delle relazioni estere della            
Regione Emilia-Romagna, in particolare quelle nei confronti del Sud             
del mondo. Spesso gli stessi PVS (anche se per lo piu' non le stesse            
aree all'interno di quei paesi) sono stati oggetto sia di politiche             
di cooperazione allo sviluppo economico, sia di quelle di                       
internazionalizzazione del sistema economico dell'Emilia-Romagna, sia           
di azioni di sviluppo umano. L'integrazione e la complementarieta'              
tra i diversi strumenti e' oggetto di accresciuti sforzi sia a                  
livello internazionale che comunitario.                                         
La comunicazione della Commissione COM (2002) 513 al Consiglio ed al            
Parlamento Europeo "Commercio e sviluppo - Aiutare i paesi in via di            
sviluppo a beneficiare degli scambi" del 18 settembre 2002 mette in             
evidenza che il commercio puo' favorire la crescita economica e la              
riduzione della poverta' e puo' avere un effetto catalizzatore sullo            
sviluppo sostenibile, pur ribadendo che una maggiore apertura                   
commerciale della Unione Europea non garantisce di per se' una                  
riduzione della poverta'.                                                       
Ribadisce altresi' l'importanza di un maggiore accesso al mercato dei           
paesi in via di sviluppo, promuovendo l'importanza dell'assistenza da           
parte della Unione Europea nel campo del rafforzamento delle                    
capacita' per aiutare i paesi in via di sviluppo a trarre benefici              
dalla loro partecipazione agli scambi e stabilisce una lista di                 
interventi concreti finalizzati al raggiungimento di tale obiettivo.            
Il rafforzamento dell'integrazione tra politiche settoriali                     
nell'ambito della cooperazione rappresenta dunque anche per le                  
politiche regionali in questo ambito un obiettivo di medio periodo              
che sara' perseguito nel prossimo triennio attraverso l'attivazione             
di specifiche esperienze pilota (programmi integrati d'area) su aree            
di particolare interesse per una pluralita' di settori                          
dell'amministrazione.                                                           
Inoltre l'implementazione delle politiche regionali sara' legata alle           
priorita' definite nell'ambito della dichiarazione del Millennio,               
adottata da 189 Paesi nell'ambito del Summit del Millennio del                  
settembre 2000, che impegna i Paesi ricchi ed i Paesi poveri a fare             
tutto il possibile per dimezzare la poverta' entro il 2015,                     
promuovere la dignita' umana e l'uguaglianza e conseguire la pace, la           
democrazia e la sostenibilita' ambientale.                                      
In quest'ambito la Regione Emilia-Romagna ribadisce l'impegno di                
incrementare in misura rilevante entro il 2007 il proprio contributo            
a progetti di cooperazione internazionale riguardanti la salvaguardia           
delle risorse idriche. Negli anni ottanta e in gran parte degli anni            
novanta molti sforzi di sviluppo da parte di istituzioni finanziarie            
internazionali e dei principali Paesi donatori sono stati influenzati           
dalla convinzione che le forze di mercato avrebbero portato tutti i             
Paesi poveri sulla strada verso una crescita economica autosostenuta.           
Ma per vaste aree dell'Africa sub-sahariana, dell'Europa Orientale e            
della Comunita' degli Stati indipendenti e molti Paesi dell'America             
Latina e del Medio Oriente tutto cio' non si e' verificato. Persino             
grandi economie in continua crescita - come Brasile, Cina, India,               
Messico - hanno al loro interno regioni contrassegnate da intensa               
poverta' alleviata di poco dalla crescita nazionale complessiva. Un             
miliardo di persone combatte quotidianamente per la sopravvivenza.              
L'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sullo sviluppo umano conferma             
che 54 Paesi sono oggi piu' poveri di quanto non fossero nel 1990. In           
14 e' aumentato il numero dei bambini che muoiono prima di                      
raggiungere i cinque anni di eta'. In 21 Paesi l'indice di sviluppo             
umano (ISU, una misura sommaria delle tre dimensioni dello sviluppo             
umano, una vita lunga e sana, l'istruzione e uno standard di vita               
dignitoso) e' diminuito.                                                        
Il Patto di sviluppo del Millennio si basa su una condivisione di               
responsabilita' tra paesi ricchi e paesi poveri, agenzie                        
internazionali, autorita' locali, attori privati e organizzazioni               
della societa' civile. Alcune azioni avranno luogo a livello dei                
governi ed altre a livello del sistema internazionale - come gli                
accordi internazionali per cambiare il sistema del commercio, del               
finanziamento e dello sviluppo - e la gestione della scienza e della            
tecnologia. Altre dovranno essere svolte con il coinvolgimento della            
societa' civile.                                                                
in questo ambito che trova crescente affermazione a livello                     
internazionale la cooperazione decentrata come modalita' strategica             
dell'aiuto ai Pvs per la promozione dello sviluppo umano: l'adozione            
(non sempre tradotta in pratica) di politiche di decentramento del              
potere amministrativo in 63 dei 75 paesi in via di sviluppo o in fase           
di transizione, le ormai molteplici positive esperienze maturate                
dalle autonomie locali nell'esercizio di proprie attivita' di                   
cooperazione nei Pvs favorite dalla promulgazione di specifiche leggi           
regionali in merito, le sempre piu' frequenti richieste da parte di             
questi Paesi di trasferimento di esperienze e competenze in ambiti              
oggetto di politiche a livello locale, dalla governance ai servizi              
alla persona fino alla tutela del territorio, confermano il ruolo               
crescente di tale tipo di cooperazione.                                         
Mentre l'Unione Europea ha da tempo assunto questa modalita' di                 
cooperazione tra i propri principi di intervento, il quadro normativo           
nazionale (Legge 49/87) presenta ancora lacune, soprattutto sul piano           
applicativo, che non hanno sinora consentito il dispiegarsi appieno             
di tutte le potenzialita' della decentrata in Italia.                           
Il Documento di indirizzo programmatico 2003-2006 persegue gli ambiti           
di azione regionale individuati dalla Legge 12/02:                              
- le attivita' di cooperazione internazionale;                                  
- gli interventi di emergenza;                                                  
- le iniziative di educazione allo sviluppo, culturali, di ricerca e            
di sensibilizzazione ai principi della pace e                                   
dell'interculturalita';                                                         
- le iniziative di formazione nel campo della cooperazione                      
internazionale.                                                                 
Metodologia d'intervento                                                        
La Regione interviene:                                                          
- per mezzo di iniziative proprie, progettate, predisposte e                    
realizzate anche avvalendosi della collaborazione di soggetti                   
territoriali, nazionali ed internazionali.                                      
I progetti di iniziativa regionale potranno vedere la collaborazione            
tra Regione e soggetti terzi. Devono riguardare le priorita'                    
tematiche e settoriali individuate nel presente Documento di                    
indirizzo programmatico;                                                        
- attraverso il sostegno alle iniziative promosse dai soggetti di cui           
all'art. 4, comma 1, lettera a):                                                
- le organizzazioni non governative, riconosciute idonee ai sensi               
dell'art. 28 della Legge n. 49 del 26 febbraio 1987 e successive                
modificazioni;                                                                  
- le onlus, di cui al DLgs 4 dicembre 1997, n. 460 e successive                 
modificazioni;                                                                  
- le organizzazioni di volontariato, di cui alle Leggi 11 agosto                
1991, n. 266 e L.R. 2 settembre 1996, n. 37;                                    
- le associazioni di promozione sociale, di cui alle Leggi 7 dicembre           
2000, n. 383 e L.R. 7 marzo 1995, n. 10 e successive modificazioni;             
- le cooperative sociali, di cui alla Legge 8 novembre 1991, n. 381 e           
L.R. 4 febbraio 1994, n. 7 e successive modificazioni;                          
- gli Enti locali.                                                              
I soggetti di cui ai precedenti punti devono avere sede legale od               
operativa sul territorio regionale. Per sede operativa si intende che           
la struttura che ha sede anche secondaria in Emilia-Romagna deve                
pero' aver svolto iniziative pubbliche, documentabili, nell'ambito              
del territorio regionale.                                                       
Potranno beneficiare del sostegno anche le forme associative dei                
soggetti di cui al punto precedente.                                            
Criteri e modalita' per la concessione di contributi                            
Per ogni area geografica o tematica entro il 31 marzo di ciascun anno           
i soggetti ammissibili presentano la candidatura per essere inseriti            
in una lista ristretta per la presentazione di progetti a contributo            
regionale.                                                                      
I soggetti sovracitati dovranno essere in possesso di specifica                 
esperienza sull'area oggetto dell'intervento, di almeno due anni                
precedenti all'esercizio di riferimento.                                        
L'esperienza sara' testimoniata dall'aver avuto titolarita' di                  
progetto o aver partecipato anche in misura non finanziaria, ma                 
comunque rilevante e significativa, a progetti di cooperazione.                 
Le candidature sono selezionate dai competenti uffici della Regione             
in ragione della qualita' e quantita' delle azioni svolte nel biennio           
precedente nell'area geografica o tematica di riferimento. Al termine           
della selezione viene comunicata la lista ristretta. L'inserimento              
dei candidati nelle liste si intende rinnovato d'ufficio per gli anni           
di vigenza del piano triennale salvo diversa espressa volonta' del              
soggetto medesimo.                                                              
I soggetti della lista ristretta saranno invitati dalla Regione                 
Emilia-Romagna a presentare progetti coerenti con le finalita'                  
individuate nei Tavoli-Paese, ove esistenti, sulle aree-Paese o nei             
Tavoli tematici.                                                                
Potra' essere presentato un solo progetto per area-Paese o area                 
tematica. Sara' data priorita' ai progetti frutto di una                        
collaborazione coerente fra piu' partecipanti alla lista ristretta e            
fra questi e i partecipanti al tavolo paese, ove esistente.                     
I contributi regionali non potranno superare il 70% del costo                   
complessivo del progetto.                                                       
Sulla base dell'istruttoria dei competenti uffici, i progetti sono              
ammessi a contributo con atto del dirigente competente.                         
Per l'anno 2003 le candidature per la lista ristretta dovranno                  
pervenire entro 10 giorni dalla pubblicazione del bando per la                  
creazione della lista, che sara' approvato con determina del                    
dirigente competente, contestualmente all'approvazione del presente             
Documento di indirizzo programmatico.                                           
Strumenti di coordinamento                                                      
Interventi di cooperazione:                                                     
Tavoli-Paese (art. 12, comma 1, Legge 12/02)                                    
Le funzioni di coordinamento tra la Regione ed i soggetti beneficiari           
della legge sono svolte attraverso i Tavoli-Paese, ove attivati, cui            
possono partecipare tutti i soggetti operanti in una determinata                
area-geografica, purche' aventi sede legale od operativa ed                     
attivamente presenti nel territorio dell'Emilia-Romagna. Le                     
convocazioni avvengono tramite mailing-list, a seguito di richiesta             
di iscrizione.                                                                  
Tavoli tematici                                                                 
Strumenti di coordinamento specifici potranno essere attivati su                
tematiche trasversali di interesse generale, allo scopo di realizzare           
la raccolta di esperienze significative, di favorire lo scambio di              
buone prassi e la realizzazione di progetti sperimentali di nuove               
metodologie di lavoro. Riguarderanno le tematiche individuate nel               
presente Documento di indirizzo programmatico.                                  
Aiuti umanitari e di emergenza                                                  
II coordinamento degli interventi di aiuto umanitario ed emergenza              
sara' svolto, mediante l'Unita' di crisi che sara' di volta in volta,           
se necessario, costituita.                                                      
Informazione sul territorio sui temi della pace, educazione allo                
sviluppo e formazione                                                           
Sugli interventi di cui all'art. 8, commi 1 e 4 e art. 9 della citata           
Legge 12/02, il coordinamento viene svolto dalle Province, come                 
previsto anche all'art. 12, comma 2.                                            
Coordinamento tra politiche settoriali                                          
II coordinamento delle politiche regionali nei confronti dei Paesi in           
via di sviluppo e in transizione viene realizzato promuovendo un                
apposito gruppo di lavoro interdirezioni per la predisposizione, ove            
possibile, di programmi integrati di area (art. 10, comma 2, lettera            
e).                                                                             
I partecipanti al gruppo di lavoro saranno convocati ai Tavoli-Paese            
dell'area oggetto del programma.                                                
Uffici                                                                          
Al fine di garantire il coordinamento strutturale con le autorita'              
istituzionali dei Paesi destinatari degli interventi, favorendo lo              
stretto collegamento con le rappresentanze italiane in loco e le                
collaborazioni con altre Regioni Europee, saranno costituiti uffici             
di raccordo organizzativo e di collegamento operativo, a partire da:            
Albania, Unione di Serbia e Montenegro e Israele/Palestina. Cio' in             
considerazione del considerevole numero di soggetti pubblici e                  
privati coinvolti nei Tavoli-Paese, della necessita' di rafforzare il           
coordinamento tra le azioni in atto da parte di tali soggetti e con             
le altre iniziative e programmi in corso da parte del Ministero                 
Affari Esteri, dell'Unione Europea e degli organismi internazionali.            
Inoltre tale attivita' consentira' di mantenere e rafforzare le                 
relazioni in atto con le rappresentanze diplomatiche in loco e di               
potenziare l'accesso a finanziamenti di donatori internazionali sia             
su progetti regionali che su progetti del Tavolo-Paese. Svolgono                
funzioni di monitoraggio e controllo sulle azioni finanziate                    
dall'Amministrazione regionale.                                                 
Aree di intervento                                                              
Sono confermate ed integrate con il presente atto le disposizioni               
contenute nella delibera del Consiglio regionale n. 498 del 25/6/2003           
inerente "Approvazione per motivi d'urgenza di uno stralcio del Piano           
di lavoro per l'anno 2003 relativo alla Legge 2 aprile 1996, n. 5".             
Cooperazione con i Paesi in transizione e sud-est Europa                        
A partire dall'1 maggio 2004 l'Europa comprendera' 25 Paesi, con                
complessivamente 450 milioni di abitanti ed i suoi confini                      
cambieranno, in quanto i nuovi confini saranno quelli dei Paesi                 
dell'Est e del sud-est Europeo.                                                 
Cio' comporta per l'Unione Europea la necessita' di rivedere molte              
delle sue politiche (in particolare relazioni esterne, sicurezza,               
commercio, sviluppo, ambiente, ecc...).                                         
Nella comunicazione Com (2003) 104 dell'11 marzo 2003 "Europa                   
ampliata - Prossimita': Un nuovo contesto per le relazioni con i                
nostri vicini orientali e meridionali" la Commissione ha proposto che           
"l'UE dovrebbe adoperarsi per creare una zona di prosperita' e di               
buon vicinato (...) con la quale intratterrebbe relazioni pacifiche e           
una stretta collaborazione. Nel prossimo decennio e negli anni                  
successivi, la capacita' dell'Unione di garantire ai suoi cittadini             
sicurezza, stabilita' e sviluppo sostenibile sara' indissociabile               
dalla sua volonta' di intensificare la cooperazione con i Paesi                 
limitrofi.". La comunicazione ha inoltre indicato la possibilita' di            
creare un nuovo strumento di prossimita' incentrato sul buon                    
funzionamento e sulla corretta gestione delle future frontiere                  
orientali e mediterranee, al fine di promuovere lo sviluppo                     
socioeconomico sostenibile delle regioni di confine e la cooperazione           
regionale e transnazionale. Inoltre sottolinea come la prossimita'              
metta in risalto i legami culturali transfrontalieri. In particolare            
la comunicazione prevede che la Commissione dal 2006 affronti tali              
obiettivi predisponendo un apposito strumento giuridico che consenta            
un approccio globale. Tra gli obiettivi prioritari si individua                 
(punto 8.1) la promozione dello sviluppo socioeconomico e la                    
riduzione della poverta' nelle regioni di confine dell'Unione,                  
intensificando i flussi commerciali e finanziari, rafforzando la                
cooperazione transfrontaliera su questioni di politica economica e              
sociale.                                                                        
L'azione della Regione Emilia-Romagna non puo' che trovare cosi'                
rafforzate le finalita' di un percorso di lavoro gia' avviato su                
queste prospettive: l'esperienza svolta in particolare nel settore              
sociale nelle tre aree individuate Albania, Bosnia-Erzeogovina e                
Unione di Serbia e Montenegro attraverso la rete di soggetti del                
terzo settore e gli Enti locali e le sollecitazioni e le azioni che             
il tessuto economico e produttivo emiliano-romagnolo e gli stessi               
Enti territoriali da tempo pongono in essere a fronte della pressante           
richiesta degli omologhi partner di avviare collaborazioni tra i                
Paesi su base di reciprocita', avviando partenariati economici,                 
commerciali e imprenditoriali.                                                  
Paesi in transizione                                                            
Su quest'area si intende favorire in particolare il trasferimento di            
conoscenze e competenze, con particolare attenzione ai processi di              
avvicinamento alla UE ed all'adeguamento delle politiche nazionali              
all'acquis communitaire, in relazione ai processi di decentramento              
territoriale.                                                                   
La normativa regionale prevede per i Paesi in via di transizione e              
per i Paesi in via di sviluppo la messa a disposizione di proprio               
personale per attivita' di assistenza tecnica (art. 6, comma 4). Tale           
attivita' sara' svolta tramite missioni di collaboratori regionali o            
di enti dipendenti dalla Regione o attraverso stages in                         
Emilia-Romagna di personale delle pubbliche Amministrazione dei PET o           
dei PVS.                                                                        
Romania                                                                         
La Romania e' uno dei Paesi piu' poveri in Europa Centrale ed                   
Orientale; dopo essere uscita da una fase di gravissima crisi                   
politica, e' ancora soggetta a gravissimi problemi di natura                    
economica che investono tutti i settori, dal settore dei servizi alle           
fasce piu' vulnerabili della popolazione. Molti minori orfani vivono            
ancora in strutture di ricovero totalmente inadatte alla degenza,               
subendo le conseguenze peggiori del progressivo impoverimento del               
paese che ha un tasso di inflazione annuo del 45,7%.                            
Saranno sostenute, quindi, azioni di trasferimento di esperienze a              
favore di enti locali e nazionali e di soggetti del terzo settore               
nella gestione di servizi rivolti ai minori e azioni di formazione              
per il personale volti all'attivazione di percorsi di uscita o di               
reinserimento sociale degli ospiti degli istituti.                              
Repubblica di Bielorussia, Repubblica di Ucraina                                
L'incidente della centrale nucleare di Chernobyl del 1986 ha                    
determinato una vera e propria catastrofe nucleare nel sud del Paese,           
le cui drammatiche conseguenze continuano a colpire gli strati piu'             
poveri della popolazione costretti a convivere con l'incubo e le                
conseguenze della contaminazione. Nel 1997 oltre il 70% della                   
popolazione bielorussa viveva sotto la soglia della poverta' e, anche           
se oggi tale percentuale secondo le fonti ufficiali si e'                       
notevolmente ridotta, la maggior parte della popolazione delle zone             
rurali vive in condizioni di estrema miseria. A cio' si aggiunga                
l'impossibilita' di attivare azioni di prevenzione alimentare e/o               
sanitaria nelle zone contaminate, proprio a causa dell'estrema                  
poverta' della popolazione ivi residente.                                       
Il Paese sta attraversando una fase di lenta e difficile riforma                
economica il cui obiettivo, a lungo termine, e' quello di                       
incrementare gli scambi con l'occidente; a tutt'oggi la quasi                   
totalita' dei rapporti economici avvengono pero' con la vicina                  
Russia, nonostante il recente fallimento del progetto di unione                 
politica presentato dal Presidente bielorusso e rifiutato da Putin              
(11 giugno 2002 - San Pietroburgo).                                             
Il confronto con le associazioni firmatarie il Protocollo Chernobyl             
(rinnovato nel 2001), finalizzato a valorizzare le esperienze svolte            
in Bielorussia nel corso di questi anni, dovra' consentire il                   
rafforzamento delle azioni volte allo sviluppo di politiche                     
innovative a favore dei minori ed aventi caratteristiche di                     
trasferimento di competenze ed esperienze in campo sanitario, del               
welfare, e ambientale. Tali iniziative sono estese alle aree della              
Repubblica di Ucraina contaminate dall'incidente di Chernobyl.                  
Sud-Est Europa                                                                  
L'area dei Balcani si conferma e si rafforza quale area di rilevante            
interesse per la cooperazione sia per la prossimita' geografica e per           
l'intensita' delle relazioni tra le due sponde dell'Adriatico, che              
per l'interesse di altri settori dell'Amministrazione regionale e di            
consistenti settori della societa' civile emiliano-romagnola, non da            
ultime le Amministrazioni locali. La pluralita' degli strumenti in              
atto da parte dell'Unione Europea e del Governo italiano, finalizzata           
all'integrazione di quest'area nell'Unione Europea, la partecipazione           
di numerosi Enti locali a programmi di cooperazione transnazionale e            
transfrontaliera, la necessita' di sostenere i processi di                      
trasformazione socio-politica dell'area costituiscono motivo di                 
considerevole interesse per la Regione Emilia-Romagna. La creazione             
di un'euroregione adriatica e' individuata come una priorita'                   
dell'azione europea. Tale direttrice riveste per la Regione                     
Emilia-Romagna ed i suoi attori rilevanza strategica, vista la                  
proiezione geografica e di interessi del proprio territorio.                    
Gli interventi nell'ambito della cooperazione decentrata dovranno               
pertanto essere fortemente orientati all'integrazione con le altre              
politiche regionali poste in essere su quest'area attraverso gli                
strumenti europei (Interreg, etc. e dal 2006 Nuovo Strumento di                 
prossimita').                                                                   
Inoltre occorre rafforzare la dimensione regionale degli interventi             
che nel biennio 2001-2003 sono stati caratterizzati da un approccio             
settoriale e per area-Paese. L'esperienza svolta e la previsione di             
un nuovo strumento comunitario per l'area suggeriscono                          
l'individuazione di linee di lavoro tematiche che consentano di                 
trasferire sui diversi Paesi esperienze di gestione di politiche                
territoriali, sulle quali la Regione puo' mettere in campo le proprie           
competenze.                                                                     
La proposta e' quella di definire medesime aree tematiche per tutti i           
Paesi in oggetto: le politiche di Welfare, l'Ambiente, la Cultura e             
la Formazione.                                                                  
Unione di Serbia e Montenegro                                                   
Welfare:                                                                        
In applicazione del Protocollo d'intesa tra il Ministero degli affari           
sociali della Repubblica di Serbia, la Regione Emilia-Romagna e il              
Programma citta'-citta'-2002 - per la programmazione e lo svolgimento           
di attivita' di cooperazione, si intendono promuovere forme di                  
cooperazione e azioni orientate a favorire lo sviluppo umano, la                
lotta all'esclusione sociale e la tutela delle fasce deboli della               
popolazione. Con queste premesse l'impegno su una programmazione                
triennale nelle politiche di welfare deve assumere la formazione come           
strumento prioritario.                                                          
- Nella fase iniziale si prevede l'affiancamento all'implementazione            
delle linee guida della nuova legge sul welfare in Serbia.                      
- Studi e ricerche sulla domanda e offerta di servizi sul territorio            
e verifica delle situazioni di rischio sociale e comunitario con                
particolare riferimento a Novi Sad e Kragujevac, possibili indirizzi            
di sostegno alle istituzioni locali, creazione di rete di servizi.              
- La formazione dei funzionari del Ministero (l'alta formazione                 
ministeriale), promozione di seminari e altre forme di aggiornamento            
professionale.                                                                  
- Promozione di esperienze e conoscenze attraverso studi e scambi di            
collaborazione nel settore della pianificazione e dell'organizzazione           
dei servizi pubblici.                                                           
- Formazione sulle imprese senza fine di lucro, start up d'impresa,             
creazione di cooperative sociali.                                               
- Promozione di corsi per amministratori pubblici, anche e sopratutto           
attraverso il contributo delle esperienze gia' attivate dagli Enti              
locali emiliano-romagnoli presenti nel Paese.                                   
- Promozione ed implementazione di azioni negli orfanotrofi, con                
particolare riguardo ad interventi di autosostentamento nella logica            
della promozione di formazione professionale dei soggetti in uscita             
dagli istituti e creazione d'impresa no profit.                                 
Ambiente:                                                                       
La particolare situazione del paese durante e dopo la guerra ha                 
inibito l'uso di pesticidi e fertilizzanti chimici in agricoltura. Di           
fatto l'intero sistema agricolo puo' riproporsi sul mercato                     
agroindustriale con proposte che valorizzano l'agricoltura biologica            
nel quadro delle normative di certificazione europea dei prodotti               
biologici.                                                                      
L'attenzione del Paese verso la tutela e conservazione delle risorse            
naturalistiche ed ambientali rimane un patrimonio importante per                
l'Unione Serbo Montenegrina.                                                    
La capacita' di controllo e monitoraggio e la valorizzazione                    
ambientale da parte delle istituzioni puo' promuovere forme di tutela           
ambientale anche in chiave transfrontaliera, nell'ottica di                     
promozione turistica e trasportistica. Particolare attenzione sara'             
posta anche al trasferimento di esperienze e competenze nell'ambito             
della gestione dei servizi.                                                     
Cultura:                                                                        
Grazie ad un'importante e lunga tradizione culturale della Serbia e             
Montenegro, le attivita' culturali nell'ultimo decennio non sono                
state seriamente "contagiate" da alcune tendenze negative, dovute               
alla guerra, alle scarse risorse finanziarie ecc. Nonostante le                 
difficolta' economiche, la produzione culturale e di intrattenimento            
e' proseguita con una varieta' di proposte (dal teatro alla musica)             
che confermano Serbia e Montenegro il paese piu' fervido di proposte            
e stimoli culturali dei Balcani. La necessita' di uscire da un                  
isolamento politico e culturale puo' coniugarsi alla promozione di              
azioni concertate tra i diversi attori (Bosnia, Albania, ecc) come              
viatico utile al confronto e scambio tra culture ed etnie diverse.              
Sara' verificata la possibilita' di estendere, tramite progetti                 
pilota, gli interventi - che nelle precedenti programmazioni sono               
stati maggioritariamente sviluppati nella Serbia propriamente detta -           
ad aree del Montenegro e del Kossovo.                                           
Albania                                                                         
Welfare:                                                                        
II consolidamento delle esperienze avviate in Albania consente di               
definire con maggiore puntualita' le linee programmatiche                       
d'intervento nel paese. La recente definizione di linee di azione               
comuni tra Regione Emilia-Romagna e il Ministero albanese al Lavoro e           
Affari sociali conferma la necessita' di azioni di rafforzamento                
istituzionale anche nella prospettiva del decentramento                         
amministrativo delle politiche di Welfare in Albania.                           
La possibilita' di avviare programmazioni triennali risulta quindi              
strategica nella logica di implementazione delle azioni di sostegno             
istituzionale sia per l'alta formazione ministeriale, sia per le                
attivita' di formazione mirate al processo di decentramento                     
amministrativo delle politiche di welfare ormai in corso in Albania.            
Infine particolarmente utile appare l'obiettivo di promuovere le                
imprese sociali no profit sul territorio albanese, che rappresenta la           
chiave strategica per il buon risultato di tutte le azioni di                   
sostegno alla rete di servizi. La disponibilita' del Ministero Affari           
Esteri di affidare alle Regioni il compito di accompagnare azioni               
sulle politiche dei minori nel territorio di Scutari, Elbasan e                 
Valona rappresenta la conferma della qualita' degli interventi finora           
promossi dalla Cooperazione Decentrata in Albania e pone altresi'               
l'esigenza di proporre esperienze pilota di gestione della rete dei             
servizi a livello territoriale. Nel campo delle politiche per i                 
minori potranno essere valorizzati progetti in cui sia prevista una             
collaborazione con soggetti albanesi del privato sociale, senza fini            
di lucro.                                                                       
Cultura:                                                                        
Le attivita' culturali nelle sue diverse forme espressive, ma con               
particolare riferimento al teatro, sono da tempo oggetto di                     
interventi regionali e possono trovare, in un'ottica di                         
programmazione triennale, la giusta valorizzazione anche in termini             
di proposizione su tutte le aree balcaniche dove sono attive le                 
azioni di Cooperazione Decentrata della Regione Emilia-Romagna. A tal           
fine, anche su sollecitazione del Ministero alla Cultura albanese, la           
positiva esperienza di questi anni deve caratterizzarsi nella                   
promozione di esperienze di scambio interetnico, con la Regione                 
Emilia-Romagna come soggetto di implementazione e diffusore di                  
culture diverse, anche coniugandole con le attive capacita'                     
artistiche e di management dei soggetti del territorio regionale.               
Ambiente:                                                                       
L'ambiente, la tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico             
dell'Albania, la salvaguardia delle biodiversita' esistenti                     
rappresentano una sfida a cui la Regione Emilia-Romagna ha intenzione           
di rivolgere e proporre le sue esperienze di pianificazione, governo            
e controllo. Oltremodo la situazione albanese e' compromessa dal                
punto di vista del degrado del territorio, di inadeguatezza dei                 
servizi ecologici e di adeguate strategie di pianificazione dei                 
consumi energetici, tutela del patrimonio artistico e paesaggistico e           
quindi di buon utilizzo delle grandi opportunita' che un territorio             
valorizzato dal punto di vista ambientale potrebbe offrire dal punto            
di vista turistico ricettivo. L'obiettivo e', quindi, di promuovere             
azioni di tutela, valorizzazione del patrimonio ambientale e storico            
monumentale assieme alla rete dei servizi ecologici, proponendo un              
graduale quanto tempestivo adeguamento alle normative e standard                
europei.                                                                        
Bosnia-Erzegovina                                                               
La Bosnia-Erzegovina ha subito un crollo drastico della produzione              
industriale ed agricola a causa dei danni derivanti dal conflitto ed            
e' tuttora oggetto di consistenti programmi di ricostruzione e di               
aiuto umanitario da parte della comunita' internazionale. Tuttora il            
35-40% della popolazione risulta in cerca di occupazione e il                   
prodotto interno lordo rimane ancora al di sotto dei livelli del                
1990. I cinque miliardi di dollari che la comunita' internazionale ha           
messo a disposizione della Bosnia alla fine del conflitto nel 1995              
sono stati utilizzati per interventi infrastrutturali ed il                     
ripristino dei servizi pubblici essenziali. Di questi solo il 10% e'            
stato destinato alla produzione industriale, che oggi si attesta su             
valori inferiori al 30% rispetto alla produzione industriale                    
antecedente lo scoppio della guerra. All'epoca, l'industria                     
rappresentava il 43% dell'economia del paese con 30 settori di                  
rilievo. Oggi quella bosniaca e' un'economia di sussistenza con                 
larghe sacche di poverta' estrema. La disoccupazione si attesta in              
Bosnia-Erzegovina su valori prossimi al 40% della popolazione                   
attiva.                                                                         
Welfare:                                                                        
Grazie al contributo deliberato dal Direzionale del Ministero Affari            
Esteri per la realizzazione del Programma "Tutela e reinserimento di            
minori con handicap fisico e psichico vittime dei conflitti armati e            
promozione di imprenditorialita' sociale, nel territorio della                  
Federazione Bosnia Erzegovina e Repubblica Srspka", si                          
implementeranno misure volte alla lotta all'esclusione sociale                  
indirizzandosi, in particolare, alla tutela ed al reinserimento dei             
minori disabili ed alla promozione della ricerca di una via bosniaca            
all'integrazione dei diversi servizi destinati ai soggetti in                   
situazione di handicap.                                                         
Anche in questo Paese il settore dei servizi alle fasce deboli della            
popolazione risente gravemente della crisi economica che consente               
investimenti molto ridotti in questo settore.                                   
Sara', pertanto, promosso il settore del rafforzamento istituzionale            
per il sostegno alle capacita' gestionali degli Enti locali nel                 
settore sociale e lo sviluppo di imprese sociali con particolare                
attenzione alle imprese femminili.                                              
Cultura:                                                                        
Nel contesto attuale di crisi internazionale appare, inoltre, di                
estrema importanza riflettere anche sulle conseguenze di medio e di             
lungo periodo di ogni guerra, conseguenze che si abbattono sulla                
societa', sull'economia e sulla cultura di un popolo che ha sofferto            
per molto tempo dopo il termine degli scontri. L'esempio di Sarajevo,           
di Mostar e della Bosnia, in generale, diventa cosi' un monito contro           
la guerra, contro tutte le guerre, al di la' degli stereotipi mass              
mediatici e delle strumentalizzazioni, e un invito a ricordare,                 
perche' non esiste futuro senza memoria.                                        
Saranno cosi' favorite le relazioni per la promozione di iniziative             
culturali, al fine di mantenere vivo l'interesse e la consapevolezza            
per quello che e' stato, contribuendo poi alla rielaborazione di                
categorie culturali necessarie ad un rinnovato spirito di                       
convivenza.                                                                     
Ambiente:                                                                       
La particolare situazione del paese durante e dopo la guerra ha                 
inibito l'uso di pesticidi e fertilizzanti chimici in agricoltura. Di           
fatto l'intero sistema agricolo puo' riproporsi sul mercato                     
agroindustriale con proposte che valorizzano la agricoltura biologica           
le opportunita' di produzioni agricole e zootecnica nel quadro delle            
normative di certificazione europea dei prodotti biologici.                     
Saranno in generale sostenuti interventi che propongano modalita' di            
sviluppo sostenibile ed a basso impatto ambientale, nonche' progetti            
di riqualificazione ambientale.                                                 
Bacino sud del Mediterraneo                                                     
Un insieme di circostanze internazionali, regionali e locali rendono            
cruciale un forte e concreto rilancio della dimensione mediterranea             
nella politica europea. L'Europa ha preso atto da qualche tempo delle           
sue crescenti responsabilita' nella regione mediterranea, come                  
attesta in particolare il processo di Barcellona ed e' destinata ad             
assumere compiti complessivi di stabilizzazione e di sviluppo, sia              
nell'ambito delle sue politiche economiche, sia di proiezione di                
influenza sul piano internazionale. Qualunque sara' l'evoluzione                
dell'assetto istituzionale dell'Unione, resta il fatto che un                   
approccio multidimensionale al Mediterraneo sara' un'esigenza                   
ineliminabile, a maggior ragione in vista dell'adesione di due o tre            
Paesi propriamente mediterranei prevista nei prossimi anni.                     
Marocco                                                                         
La cooperazione allo sviluppo ha avuto un ruolo importante nelle                
relazioni italo-marocchine. Il primo accordo di cooperazione tecnica            
ed economica tra Italia e Marocco fu stipulato a Roma nel febbraio              
1961. Le priorita', attualmente perseguite dalla Cooperazione                   
italiana, ruotano attorno all'obiettivo centrale della lotta alla               
poverta', comprendendo iniziative in settori quali la creazione e di            
impiego, attraverso progetti riguardanti lo sviluppo rurale, il                 
microcredito, il sostegno alla creazione di infrastrutture sociali,             
la valorizzazione delle risorse umane, l'estensione dei servizi                 
primari, in primo luogo la sanita' e l'educazione di base.In questa             
area sara' oggetto di sperimentazione il progetto integrato previsto            
dall'art. 10, comma 2, punto e) della Legge 12/02 con particolare               
riferimento ai progetti di collaborazione economica in campo agricolo           
ed industriale, verificando le possibilita' di coinvolgimento di                
appartenenti alla comunita' marocchina in Emilia-Romagna.                       
Territori Autonomia Palestinese                                                 
La lunga e tragica storia del conflitto israelo-palestinese ha subito           
una drammatica escalation nel settembre 2000, dopo lo scoppio della             
nuova Intifada. La situazione attuale dei territori palestinesi si              
presenta gravemente compromessa per una serie di ragioni che hanno              
attualmente sullo sfondo il tragico ripetersi di attentati                      
terroristici da parte di organizzazioni estremistiche palestinesi e             
rappresaglie da parte dell'esercito israeliano: per le pesanti                  
limitazioni alla liberta' di movimento perpetrate soprattutto                   
attraverso i 120 posti di blocco istituiti in West Band e Gaza                  
intorno alle principali citta' e vie di collegamento tra le stesse;             
per il ristagno dell'economia in quanto le merci non hanno piu' vie             
di accesso ai mercati e i lavoratori non possono raggiungere i posti            
di lavoro (si stima una caduta del PIL pari al 51%, il tasso di                 
disoccupazione ha raggiunto il 48% in Cisgiordania e il 67% nella               
striscia di Gaza, la percentuale di palestinesi che vivono al di                
sotto della soglia di poverta' (meno di 2 USD al giorno) ha raggiunto           
quota 50%, che e' doppia rispetto al pre-Intifada); per il difficile            
accesso alle strutture sanitarie; per la distruzione delle opere                
pubbliche quali strade, acquedotti, reti elettriche e scuole (11                
scuole distrutte, 8 trasformate in caserme, 850 soggette a chiusure             
temporanee) e delle case (2200 case completamente distrutte); per la            
confisca dei terreni e sradicamento di olivi e alberi da frutto.                
Quest'ultimo fenomeno ha acquisito una dimensione preoccupante nei              
distretti del nord dove e' iniziata nel 2002 la costruzione del muro            
di separazione che dovrebbe creare una barriera fisica tra Israele e            
Cisgiordania. Si stima che circa il 10% della Cisgiordania sara'                
confiscato per la costruzione del muro e per la creazione di una                
fascia di sicurezza adiacente a questo.                                         
A oltre due anni dall'inizio della seconda Intifada (che ad oggi ha             
fatto registrare oltre 2.000 morti palestinesi e 670 israeliani) e              
subito dopo la fine del conflitto in Iraq, si e' tentato da parte del           
quartetto USA, Unione Europea, Russia e Nazioni Unite di rilanciare             
le prospettive di dialogo tra le parti attraverso l'approvazione di             
un piano di pace, concordato e firmato da tutte le parti, noto come             
Road Map. Esso prevede un graduale processo di concessioni e impegni            
da ambo le parti che entro il 2005 dovrebbe portare alla creazione di           
uno Stato indipendente e democratico palestinese, che possa convivere           
accanto allo Stato di Israele in pace e sicurezza.                              
La Road Map, le cui prospettive con andamento quasi ciclico offrono             
speranze e delusioni, si basa su un ampio consenso internazionale               
anche se parte dell'opinione pubblica ha espresso perplessita' per la           
mancanza di punti quali il tema dei 4 milioni di esuli palestinesi ,            
quello del rispetto dei diritti umani nei territori sotto                       
giurisdizione dell'ANP, la questione degli insediamenti israeliani in           
West Bank e Gaza e, infine, la questione delle Alture del Golan.                
Vista la perdurante situazione si indicano come prioritari i seguenti           
settori:                                                                        
1) attivita' generatrici di reddito;                                            
2) attivita' socio-educative a favore dei minori: l'assistenza del              
personale insegnante delle scuole e degli asili, nonche' alle o.n.g.            
locali che operano in tale settore, per gestire l'aspetto psicologico           
dei bambini e dei ragazzi e per il supporto alla realizzazione di               
specifiche attivita' con i bambini;                                             
3) rafforzamento delle iniziative tendenti a valorizzare                        
l'insegnamento, fin dalla prima infanzia, delle regole della                    
coesistenza pacifica e del rispetto dei diritti umani e il                      
conseguente abbandono di quelle tendenti ad istigare l'odio e la                
violenza. A tale scopo saranno privilegiate le associazioni                     
israeliane e palestinesi che operano a favore della coesistenza                 
pacifica.                                                                       
Tali politiche si collegheranno a quelle sviluppate in tema di                  
"Informazione sul territorio sui temi della pace, educazione allo               
sviluppo e formazione" approfondite in altra parte del presente                 
Documento di indirizzo programmatico.                                           
La Regione inoltre sosterra' il Programma di promozione                         
dell'inserimento sociale dei disabili psico-fisici del distretto di             
Hebron, finanziato dal Ministero Affari esteri italiano.                        
La Regione inoltre sosterra', congiuntamente alla Regione Umbria,               
un'iniziativa volta a rafforzare la capacita' produttiva e di                   
commercializzazione dell'olio in Palestina.                                     
Continuera' il proprio impegno per la realizzazione di un progetto di           
accoglienza di bambini palestinesi, patrocinato dal Consolato                   
Italiano a Gerusalemme ed in collaborazione con numerosi Enti locali            
del territorio, che saranno ospitati presso la Scuola di Pace di                
Monte Sole (Marzabotto) durante il periodo estivo.                              
Gli interventi e la partecipazione dei partners locali saranno                  
definiti in stretta collaborazione con il Consolato d'Italia a                  
Gerusalemme, nell'ambito degli orientamenti della Comunita'                     
internazionale dei donatori e del Ministero degli Affari Esteri. Il             
monitoraggio sull'implementazione dei progetti e sulla partecipazione           
dei partners locali sara' effettuato di concerto con l'Unita' Tecnica           
Locale della Cooperazione Italiana all'interno della competente                 
Rappresentanza diplomatica italiana, presso la quale sara' attivato,            
insieme alla Regione Umbria, il Centro regionale di cooperazione                
decentrata.                                                                     
SAHARAWI                                                                        
La risoluzione 1485/03 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite           
ha prorogato il mandato della MINURSO fino al 31 luglio 2003, per               
poter avviare una nuova fase diplomatica finalizzata alla soluzione             
della controversia in maniera pacifica, dopo la nuova proposta                  
formulata dal rappresentante del Segretario generale delle Nazioni              
Unite per il Sahara Occidentale James Baker (il cosiddetto Piano                
Baker II) che non ha raccolto l'adesione incondizionata di Marocco e            
Polisario.La Presidenza spagnola al Consiglio di Sicurezza delle                
Nazioni Unite dovrebbe contribuire a rilanciare il Piano di Pace del            
1991 e consentire la ripresa dei colloqui bilaterali Polisario-Regno            
del Marocco, nel rispetto della legalita' internazionale, per una               
soluzione pacifica del conflitto.                                               
In questa prospettiva la permanenza del popolo saharawi nei campi               
profughi situati nel deserto algerino sembra destinata, purtroppo, ad           
allungarsi facendo peggiorare ulteriormente le condizioni di vita               
della popolazione; le carenze alimentari dovute alla scarsita' di               
alimenti, freschi e conservati, continuano ad avere gravi                       
ripercussioni sulla salute delle nuove generazioni, che in buona                
parte risultano affette da rachitismo.                                          
La lunga attesa del rientro nel Sahara Occidentale, per di piu' in              
condizioni di cessate il fuoco, e l'ingresso in forma stabile di un             
economia monetaria all'interno della RASD, ha determinato un                    
progressivo indebolimento del sistema amministrativo dei campi                  
profughi saharawi con drammatiche conseguenze anche sul sistema                 
sanitario.                                                                      
La sanita' rappresenta oggi, per la popolazione saharawi, la                    
priorita' piu' urgente insieme a quella politica.                               
Nel campo sanitario si puntera', quindi, a consolidare la                       
progettazione regionale gia' avviata, garantendo la continuita' degli           
interventi e migliorandone la relativa efficacia, volta a potenziare            
il sistema sanitario di base della wilaya di Smara, allo scopo di               
realizzare un modello di riferimento per gli altri dispensari e le              
altre wilaye e riavvicinare la popolazione al sistema sanitario                 
saharawi.                                                                       
Fondamentale resta la prevenzione sanitaria da realizzare anche                 
attraverso campagne di informazione alle donne e alla popolazione.              
Riguardo l'apertura del Polo sociosanitario della Regione                       
Emilia-Romagna a Rabouni, occorre completarne la dotazione delle                
necessarie attrezzature e, soprattutto, garantirne il funzionamento.            
L'obiettivo resta quello di garantire la sostenibilita' dei progetti            
regionali attraverso accordi operativi con le autorita' locali,                 
mettere in rete gli interventi gia' in essere in modo da sfruttare              
tutte le sinergie possibili, assicurare un flusso di comunicazione              
costante con la Regione Emilia-Romagna e il Tavolo-Paese Saharawi.              
Importanti anche le tematiche ambientali, specie nel sostegno ai                
servizi di gestione dello smaltimento dei rifiuti e nell'utilizzo               
dell'acqua. L'obiettivo nel medio-periodo e' quello di fornire                  
assistenza istituzionale a vari livelli nella definizione delle                 
strategie e nella gestione dei servizi. La wilaya dove tali                     
interventi potranno concentrarsi resta quella di Smara.                         
Il Tavolo Paese Saharawi del 28 gennaio 2003 ha istituito il "gruppo            
di lavoro diritti umani in Sahara Occidentale" che si occupera' del             
monitoraggio costante e dell'implementazione di azioni di                       
sensibilizzazione sul territorio sul tema del rispetto dei diritti              
umani.                                                                          
Dopo una prima annualita' di approfondimenti e studi sul tema saranno           
sostenute iniziative di informazione sulle azioni progettuali                   
regionali e altre informazioni sulla popolazione saharawi.                      
In ultimo, l'invio di aiuti umanitari sara' consentito                          
preferibilmente nel corso della Carovana Nazionale e/o Regionale di             
solidarieta' e solo se sara' finalizzato al trasporto di beni e                 
attrezzature per la realizzazione di progetti co-finanziati dalla               
Regione Emilia-Romagna.                                                         
Africa Sub-Sahariana                                                            
Con i suoi quasi 800 milioni di abitanti l'Africa e' cresciuta                  
nell'ultimo trentennio del 2,7% annuo. E' il Continente con il piu'             
rapido sviluppo demografico. Eppure il suo sviluppo economico rimane            
dello stesso ordine di grandezza.                                               
Etiopia                                                                         
Al fine di valutare le azioni sinora sostenute, sara' realizzata una            
missione di valutazione, i cui risultati costituiranno elemento di              
supporto alla Giunta per il prosieguo dell'intervento regionale.                
Eritrea                                                                         
Dopo la liberazione del Paese, nel 1991, con lo scoppio della guerra            
con l'Etiopia, che ha gravemente colpito la regione, si e'                      
bruscamente interrotto il processo di sviluppo avviatosi. Durante la            
terza offensiva etiopica gran parte del territorio regionale e' stato           
invaso dall'esercito etiopico, che e' arrivato fino al capoluogo,               
Barentu'. Le infrastrutture esistenti sono state distrutte o                    
gravemente danneggiate, i beni razziati e la popolazione ha dovuto              
cercare rifugio nei campi profughi, sia in Sudan che all'interno del            
paese.                                                                          
da tempo iniziata l'operazione di rientro che ha visto impegnato il             
governo eritreo, i donatori internazionali, compreso il Governo                 
italiano, e le competenti organizzazioni dell'ONU (UNHCR e UNICEF):             
piu' di 41.000 sono i profughi rientrati dal Sudan e oltre 100.000              
gli sfollati rientrati dai campi organizzati all'interno del paese.             
Piu' di 40.000 comunque sono le persone rimaste nei campi, dal                  
momento che i loro villaggi non sono ancora sicuri, o perche' troppo            
vicini al confine o perche' il territorio circostante e' minato. La             
Regione del Gash Barka e' la regione piu' vasta dell'Eritrea che, con           
i suoi 37.000 chilometri quadrati e una popolazione di 567.000                  
abitanti, copre circa un terzo dell'Eritrea.                                    
Il potenziale sviluppo economico e' legato soprattutto allo sviluppo            
agricolo, reso possibile da terreno fertile e abbondanza di acqua,              
soprattutto nelle vicinanze dei fiumi che la percorrono.                        
L'economia regionale, pero', a causa dell'isolamento trentennale                
dovuto alla guerra di liberazione, e' in gran parte ancora basata               
sull'agricoltura di sussistenza e sull'allevamento brado ed e' quasi            
totalmente priva di infrastrutture produttive. Non esiste un tessuto            
produttivo, ne' artigianale, ne' di piccola o piccolissima industria.           
Tutti i beni, anche i piu' basilari, devono essere importati da                 
Asmara, la capitale del paese.                                                  
Il Tavolo-Paese ha individuato un programma di lavoro incentrato sul            
settore della formazione finalizzata all'avvio di attivita'                     
generatrici di reddito, sostenute anche con forme di microcredito, al           
fine di facilitare il reinserimento produttivo degli sfollati al                
rientro dai campi e dei profughi di ritorno dal Sudan. I gruppi                 
beneficiari sono prevalentemente i profughi e gli uomini che sono               
rientrati dal fronte, le donne, soprattutto quelle capofamiglia, i              
giovani senza famiglia ed i disabili.                                           
Settori prioritari sono l'agricoltura, l'artigianato e le attivita'             
di sostegno alla commercializzazione di quanto prodotto. Su questi              
temi saranno favoriti anche progetti di rafforzamento delle                     
competenze dei rispettivi ministeri centrali.                                   
Mozambico                                                                       
II persistere di patologie endemiche continua a costituire un grave             
ostacolo per lo sviluppo dell'Africa. Il risultato e' una drammatica            
diminuzione dell'aspettativa di vita in Africa e un nuovo notevole              
peso sui sistemi sanitari e sulle economie. L'HIV/AIDS affligge tutti           
gli aspetti del futuro sviluppo. Pertanto e' importante contribuire a           
rafforzare la capacita' del settore pubblico di avviare e rafforzare            
servizi sanitari alla popolazione, particolarmente quella femminile.            
Il Governo italiano e Governo mozambicano hanno concordato di                   
concentrare lo sforzo comune di cooperazione su un numero limitato di           
settori di intervento e su un'area geografica che comprende le                  
Province di Sofala, Manica e Maputo, nonche' l'esigenza di dare                 
l'opportuno rilievo alle questioni trasversali (genere, infanzia,               
AIDS).                                                                          
Il Tavolo-Paese ha individuato come prioritario il settore della                
lotta all'AIDS con interventi tesi alla formazione di operatori,                
medici e tecnici di laboratorio, attivita' di sensibilizzazione,                
informazione e prevenzione, al rafforzamento delle capacita'                    
diagnostiche terapeutiche e di medicina preventiva.                             
Le o.n.g. emiliano-romagnole impegnate nella realizzazione di                   
iniziative sul tema dell'HIV/AIDS, su sollecitazione della Regione,             
hanno dato vita ad un coordinamento in Mozambico con l'obiettivo di             
realizzare incontri volti a verificare le strategie adottate da                 
ciascuna organizzazione nei diversi ambiti di intervento e le                   
attivita' concretamente svolte. Le esperienze fin qui realizzate                
hanno portato il coordinamento a fecalizzare l'attenzione su un fatto           
significativo, ritenuto di fondamentale importanza per l'orientamento           
della progettazione futura. Nel corso del 2002 il Consiglio Nazionale           
di lotta contro l'AIDS in Mozambico, ha dato vita ad un programma               
denominato GATV, (attraverso il quale la popolazione ha modo si                 
eseguire volontariamente e gratuitamente il test dell'AIDS) che come            
meta iniziale prevedeva l'apertura entro il 2005 di 25 unita'                   
operative sparse in tutto il paese. La meta e' stata raggiunta e                
superata. Infatti esistono gia' 30 GATV pienamente operativi.                   
L'altro obiettivo fondamentale del Programma e' quello di diffondere            
il messaggio di prevenzione e riduzione della diffusione presso i               
sieropositivi, individuando i portatori di HIV e rendendoli coscienti           
della loro responsabilita' rispetto alla non diffusione. Anche in               
questa ottica per il Piano triennale si confermano le priorita' del             
settore lotta all'AIDS e interventi connessi, compresa la messa a               
punto di strategie di intervento a sostegno dei sieropositivi, sia              
dal punto di vista sanitario, che da quello psicologico e                       
dell'inserimento sociale nell'ambito della famiglia, delle comunita'            
in cui vivono, dell'ambiente di lavoro in cui operano.                          
Senegal                                                                         
II Senegal e' tra i Paesi africani che nel corso del biennio                    
2000-2002 hanno visto scendere tutti i propri indici di sviluppo.               
Nel 2000 dopo 40 anni di governo monopartitico socialista si sono               
svolte le prime elezioni democratiche. Nel 2001 e' stata approvata,             
mediante referendum, una nuova costituzione che riduce il mandato del           
presidente a cinque anni, limita la possibilita' di governare a due             
soli mandati esecutivi e stabilisce che qualunque deputato che esca             
dal proprio partito perda il seggio.                                            
Rispetto alla situazione socio-economica e' necessario ricordare che,           
negli ultimi vent'anni si sono susseguite una serie di siccita'                 
riconducibili a un processo di desertificazione, causato da un lato             
dal peggioramento delle condizioni climatiche e dall'altro dalla                
sostituzione imposta dai francesi delle colture tradizionali con                
prodotti d'esportazione (monocultura).                                          
Il Senegal deve inoltre affrontare problemi legati alla                         
disoccupazione, alla delinquenza giovanile, al traffico illecito di             
droghe e al diffondersi dell'AIDS.                                              
Il settore prioritario nella programmazione regionale sara' relativo            
alla sensibilizzazione, prevenzione e cura dell'AIDS ed alla                    
sperimentazione di un programma integrato d'area previsto all'art.              
10, comma 2, punto e) della citata Legge 12/02.                                 
America Latina                                                                  
Brasile                                                                         
Con i suoi 175.000.000 di abitanti il Brasile e' il Paese piu'                  
popoloso dell'America Latina, con una percentuale di popolazione tra            
gli 0 e i 14 anni pari al 29%. Dopo circa 50 anni di interventi                 
militari e di instabilita' politica, il Brasile e' riuscito ad                  
emergere dalle difficolta' degli anni ottanta e dei primi anni                  
novanta, legate ad un fortissimo tasso di inflazione.                           
Secondo la Banca Mondiale nel 1997 lo 0,83% dei proprietari deteneva            
il 43% delle terre coltivabili. Queste cifre collocavano il Brasile             
tra i paesi con maggiore ineguaglianza sociale. Rimangono a tutt'oggi           
molto marcati gli squilibri nella distribuzione della ricchezza, sia            
a livello territoriale sia a livello sociale, che hanno provocato il            
diffondersi di fenomeni di emarginazione e di devianza minorile.                
Le elezioni dell'ottobre 2002 hanno visto il trionfo del socialista             
Luiz Inacio Lula da Silva, eletto con il 63% delle preferenze. Lula             
incentra la sua attivita' di governo sul Programma fame zero, dove si           
privilegiano azioni legate ad uno sviluppo equo della societa'.                 
L'Emilia-Romagna continuera' a sostenere le iniziative di                       
solidarieta' e di cooperazione sociale ed economica gia' in essere in           
Brasile. Il Protocollo di intesa concordato nel luglio 2003 tra il              
Comune di San Paolo e la Regione Emilia-Romagna prevede l'attivazione           
di partenariati tra soggetti pubblici e privati dei due territori al            
fine di cooperare nelle aree di Sviluppo Sociale e Promozione                   
Economica, mirando all'interscambio di esperienze e conoscenze                  
specifiche.                                                                     
Nel campo dell'economia sociale si favoriranno l'interscambio di                
conoscenze e competenze nel campo dell'imprenditoria comunitaria,               
specialmente delle sue forme giuridiche e dei suoi aspetti                      
finanziari, delle politiche di promozione e sviluppo di cooperative e           
delle imprese di autogestione e di economia popolare e solidale,                
anche nell'ottica di rafforzare le relazioni tra istituzioni e                  
societa' civile, valorizzando l'associazionismo come strumento di               
riqualificazione economica.                                                     
Inoltre nell'ambito del "Programma fame zero", la Regione sta                   
valutando positivamente l'esperienza avviata con la rete Euralat -              
che coinvolge gia' Umbria, Toscana e Marche - per lo sviluppo                   
dell'impresa sociale. Si continueranno a sostenere azioni volte allo            
sviluppo economico e di generazione di reddito favorendo la                     
costituzione e la crescita di cooperative di produzione, gia' attive            
in ambito metalmeccanico e agricolo nell'area dell'ABC di San Paolo,            
nello Stato di Rio Grande do Sul e in Minas Gerais, con particolare             
attenzione alle iniziative di genere, vista la posizione chiave delle           
donne nella societa' brasiliana, molto spesso capofamiglia e uniche             
ad occuparsi del mantenimento famigliare.                                       
Altrettanto serie sono le questioni legate alla preservazione del               
patrimonio ambientale che e' stato pesantemente aggredito dal                   
disordinato sviluppo economico; saranno quindi sostenute azioni volte           
al sostegno dello sviluppo economico locale ed alla preservazione               
ambientale, favorendo progetti di recupero ed educazione ambientale,            
in particolare negli ecosistemi di Foresta Atlantica, e nelle aree              
amazzoniche, valorizzando progetti di collaborazione con istituti e             
organizzazioni locali operanti nel campo della formazione                       
professionale. Alla luce poi dell'esperienza di Porto Alegre e delle            
molte esperienze di successo di democrazia partecipativa che da                 
decenni vengono sperimentate in molte realta' del Brasile e                     
dell'America Latina in genere, soprattutto tramite lo strumento del             
Bilancio Partecipativo, saranno sostenute azioni volte ad un                    
confronto ed uno scambio di esperienze in merito, anche favorendo il            
rafforzamento istituzionale.                                                    
Il sistema regionale appoggera' poi il programma per                            
l'approvvigionamento idrico nelle aree rurali con l'installazione di            
cisterne per la raccolta dell'acqua piovana.                                    
Il programma, nelle zone dove e' gia' stato realizzato, ha consentito           
di abbattere la mortalita' infantile dal 60 al 10 per mille.                    
Cuba                                                                            
L'ondata repressiva che nel marzo 2003 ha colpito ambienti                      
dell'opposizione cubana porto', tra gli altri, Amnesty International            
ad affermare: "Nelle ultime quattro settimane, Cuba ha rinnegato gli            
importanti passi avanti fatti recentemente nel campo dei diritti                
umani. Si tratta del ritorno a misure estremamente repressive, in               
vigore decenni fa, che non possono essere giustificate e che in                 
definitiva rappresentano un danno nei confronti del popolo                      
cubano...".                                                                     
Le polemiche seguite a quegli avvenimenti hanno causato una grave               
crisi nei rapporti fra Cuba e alcuni Paesi Europei nonche' la stessa            
Unione Europea, rischiando di compromettere il programma di                     
cooperazione. D'altra parte, come sottolineato in un documento della            
Agenzia UNOPS delle Nazioni Unite, "il chiudere un rapporto di                  
cooperazione ogni qualvolta nei diversi scenari del mondo si                    
materializza il rischio di una violazione dei diritti umani penalizza           
due volte la popolazione civile: la prima, per i diritti                        
oggettivamente non rispettati; e la seconda, per il venir meno della            
presenza e dell'aiuto internazionale, aggravando cosi', nel caso                
cubano, le gia' difficili condizioni di vita della popolazione,                 
compromesse anche dall'embargo e dalla crisi economica, e dalle                 
conseguenze dei frequenti uragani che colpiscono l'isola. Questa                
posizione di chiusura rischia anche di portare al paradosso di una              
cooperazione che opera con continuita' solo in quei paesi in relative           
buone condizioni di democrazia, abbandonando quelli (sempre di piu')            
in cui i fattori di rischio per la democrazia si esprimono in forme             
preoccupanti. Dal punto di vista del PNUD quanto piu' si consideri              
che siano a rischio i diritti elementari delle persone tanto piu' e'            
necessario essere presenti. Ed evidentemente, quanto piu' amplia e              
qualificata e' la presenza internazionale, tanto maggiore e' il campo           
d'azione nel quale si puo' operare.".                                           
In tale quadro la Regione Emilia-Romagna proseguira' i progetti di              
collaborazione attivati nel 2002 insieme all'Unops e godenti di                 
cofinanziamento del Governo italiano.                                           
Assistenza psichiatrica OMS/OPS                                                 
confermata la previsione contenuta nel Piano stralcio approvato con             
deliberazione del Consiglio regionale n. 498 del 25/6/2003 per la               
prosecuzione del Protocollo di collaborazione in corso con                      
l'Organizzazione Mondiale della Sanita'/OPS per l'assistenza                    
psichiatrica nei Paesi dell'America Centrale e Latina (Costa Rica,              
Venezuela, Uruguay, Panama e Brasile) in collaborazione con alcune              
Aziende Unita' sanitaria locale della regione.                                  
Aree tematiche                                                                  
Diritti umani, sostegno alle popolazioni indigene, minoranze etniche            
La Regione Emilia-Romagna ha introdotto il tema dei diritti umani               
nell'ambito delle proprie priorita' di intervento all'interno della             
cooperazione internazionale ed in particolare cerca di promuovere,              
oltre alla sensibilizzazione al tema, con particolare riguardo ai               
giovani, interventi mirati alla promozione di una democrazia                    
inclusiva capace in particolare di proteggere i diritti delle                   
minoranze, di rafforzare le forme rappresentative della societa'                
civile, di promuovere politiche economiche esplicite e trasparenti.             
A dimostrazione di questo impegno, la Regione continuera' a sostenere           
i seguenti interventi:                                                          
Colombia                                                                        
1) Promozione dell'Osservatorio regionale di pace e diritti umani nel           
dipartimento della Valle del Cauca-Colombia, realizzato dalla rete              
per la cooperazione decentrata in Colombia, cui la Regione ne fa                
parte, assieme al Comune di Modena, Comune e Provincia di Parma,                
Universita' di Modena, Consorzio Pluriverso e da alcune altre realta'           
locali di Pavia, Mantova e Crema;                                               
2) Promozione della etno-salute della comunita' indigena                        
U'wa-Colombia;                                                                  
3) Promozione dell'educazione e della diffusione dei diritti civili,            
politici, economici, sociali, culturali e ambientali, mirato a                  
rafforzare l'organizzazione e l'articolazione della societa' civile             
in Colombia, all'interno delle 5 Regioni piu' coinvolte nel conflitto           
e definite ad alto rischio per quanto riguarda la violazioni dei                
diritti umani.                                                                  
Chiapas                                                                         
II Chiapas e' il primo Stato della Confederazione messicana per grado           
di poverta', malattie, sfruttamento e violazione dei diritti umani.             
Ovviamente il gruppo piu' vulnerabile della popolazione e'                      
rappresentato dagli indigeni. Le principali vittime del conflitto a             
bassa intensita' che da anni si combatte sono le donne e i bambini              
indigeni, sottoposti a ripetute violenze fisiche e psicologiche, a              
sparizioni forzate, a condizioni di precarieta', la qual cosa                   
contribuisce alla dissoluzione dell'idea di appartenenza culturale e            
spinge le comunita' alla fuga verso territori altrettanto ostili (per           
esempio, il Guatemala).                                                         
Le condizioni sanitarie in Chiapas, specie fra la popolazione                   
indigena, sono le peggiori del Messico: il 50% della popolazione vive           
in case con pavimento di terra e una sola stanza, il 34% non dispone            
di elettricita', il 60% non dispone di acqua.                                   
La situazione educativa delle comunita' indigene e' la peggiore di              
tutto il Messico: il 54% della popolazione sopra i 15 anni e'                   
analfabeta, tale percentuale si riduce al 30% per i minori di                   
quindici anni.                                                                  
La struttura sanitaria zapatista prevede l'esistenza di 2 ospedali,             
uno a Joventic negli Altos, e uno a San Jose' del Rio nella Selva La            
Candona, forniti di attrezzature di base per tutti i reparti e di una           
piccola sala operatoria. All'interno di ciascun villaggio, poi, sono            
stati recentemente costruiti, anche grazie al contributo regionale,             
dei consultori di base gestiti dai promotores di salute, dotati di un           
ambulatorio, una piccola farmacia, alcuni letti per la degenza, una             
sala per le piccole urgenze.                                                    
Dal 1999 la Regione Emilia-Romagna co-finanzia nell'area indigena               
progetti in campo sanitario, ambientale e in attivita' generatrici di           
reddito volte all'autosufficienza alimentare, nonche' interventi                
volti alla salvaguardia della propria identita' culturale.                      
Si cerchera' di consolidare gli interventi regionali in campo                   
sanitario (con particolare riguardo al materno-infantile) e                     
dell'educazione.                                                                
Minori non accompagnati                                                         
II fenomeno dei minori non accompagnati presenti sul territorio                 
regionale rappresenta una problematica di grande interesse per gli              
Enti locali impegnati nelle attivita' di accoglienza e di inserimento           
in progetti formativi di tali giovani. Queste attivita' sono spesso             
strutturate senza la possibilita' di un confronto con le realta' di             
origine dei minori e gli operatori attivi in tali contesti. Il                  
Tavolo, gia' attivo per quanto concerne in particolare i minori                 
provenienti dall'Albania, si pone l'obiettivo di studiare la                    
fattibilita' ed implementare alcune azioni pilota per il                        
reinserimento sociale di tali minori nel Paese di origine. A tal fine           
dovra' agire complementariamente ai programmi di cooperazione in atto           
da parte della Regione nel Paese di provenienza.                                
Progetti di genere                                                              
Su questo tema e' attiva da tempo la Rete delle donne dei Balcani e             
Mediterraneo, che ha in corso numerosi progetti di cooperazione                 
sostenuti da numerosi Enti locali e dalla Regione. Vista la specifica           
esperienza maturata e il crescente numero di istituzioni aderenti               
alla Rete, la Regione aderira' al network in corso di costituzione,             
con l'obiettivo, tra l'altro di aumentare l'utilizzo di fondi                   
comunitari ed internazionali.                                                   
Mutilazioni genitali femminili                                                  
La Regione Emilia-Romagna promuovera' una iniziativa pubblica di                
informazione e sensibilizzazione sul delicato tema delle mutilazioni            
genitali femminili. Su questo tema potranno essere identificati e               
promossi progetti di cooperazione nell'ambito di uno specifico tavolo           
tematico che affronti il problema anche dal punto di vista                      
dell'informazione e della formazione degli operatori che sul                    
territorio regionale affrontano tale fenomeno.                                  
Inoltre, sulla base delle esperienze maturate nei Tavoli-paese ove              
tale finalita' e' sviluppata, potra' essere istituita un'area                   
tematica "Lotta all'AIDS".                                                      
Educazione alla pace ed informazione sul territorio regionale                   
Sara' rafforzato il ruolo delle Amministrazioni provinciali, di                 
coordinamento delle iniziative di informazione ed educazione alla               
pace che vengono promosse a livello territoriale.                               
Le Province presenteranno, a partire dal 2004, entro il 31 marzo di             
ciascun anno, un programma annuale, sul quale la Regione potra' dare            
un finanziamento a parziale copertura delle spese. Il Programma                 
dovra' riguardare la realizzazione di iniziative culturali, di                  
ricerca, educazione, informazione (anche per la valorizzazione del              
commercio equo e solidale) e formazione, che tendano a sensibilizzare           
la comunita' regionale ed in particolare i giovani ai valori della              
pace dell'interculturalita', della solidarieta' tra i popoli e della            
tutela dei diritti umani.                                                       
Tali programmi costituiranno il Programma regionale degli interventi            
in tema di pace e diritti umani cui la Regione curera' la promozione            
e la diffusione.                                                                
Sara' inoltre costituito un Coordinamento regionale sulla pace, in              
collaborazione con il Consiglio regionale, cui parteciperanno le                
Province, i Comuni capoluogo, rappresentanze delle o.n.g. e del terzo           
settore.                                                                        
Per il 2003 saranno finanziate iniziative di rilevante interesse                
regionale.                                                                      
Scuola di Pace di Monte Sole:                                                   
Potranno essere sostenute attivita' della Fondazione per la Scuola di           
Pace di Monte Sole; in particolare sara' favorito il coinvolgimento             
del Land Hessen (RFT) e saranno sostenute iniziative di educazione              
alla pace e di accoglienza, segnatamente per le giovani generazioni.            
Sara' inoltre favorito il raccordo e la collaborazione con e tra le             
altre Scuole di Pace presenti sul territorio regionale.                         
Forme di monitoraggio e valutazione                                             
II processo di monitoraggio dei progetti, di valutazione in itinere e           
ex-post, e' garantito dal lavoro di coordinamento sviluppato nei                
Tavoli, dalle missioni periodicamente svolte dai collaboratori della            
Regione e dalle relazioni svolte dagli uffici di collegamento della             
Regione nei Paesi di destinazione degli interventi, ove esistenti.              
L'attivita' di valutazione in itinere ed ex-post dovra' essere                  
rivolta a valutare i progetti nell'insieme delle azioni svolte da               
parte del Tavolo-Paese, con un approccio per programmi e non per                
singoli progetti.                                                               
La valutazione dovra' consentire anche di indicare le strategie e le            
metodologie di intervento che si sono rivelate piu' appropriate in un           
specifico contesto e la loro replicabilita'.                                    
Visibilita'                                                                     
I soggetti terzi alla Regione, che beneficiano di contributi                    
regionali, hanno l'obbligo di riportare il logo a colori della                  
Regione Emilia-Romagna sui materiali di comunicazione e di                      
documentazione prodotti nell'ambito della realizzazione del                     
progetto.                                                                       
Programma di assistenza sanitaria a cittadini stranieri trasferiti in           
Italia nell'ambito di programmi umanitari delle Regioni ai sensi                
dell'art. 32 della Legge 449/97 ed interventi in ambito sanitario nei           
Paesi di origine                                                                
Premessa                                                                        
Da alcuni anni le strutture sanitarie della nostra regione si fanno             
carico, nell'ambito del fondo sanitario regionale, di interventi                
sanitari a favore di cittadini stranieri, che sono inquadrabili in              
ambito umanitario.                                                              
Cio' e' compatibile col quadro normativo esistente, che prevede (art.           
32, comma 15, della Legge 449/97) la possibilita' che le Regioni,               
nell'ambito della quota del Fondo sanitario nazionale ad esse                   
destinata, autorizzino le Aziende sanitarie ad erogare prestazioni di           
alta specializzazione che rientrino in programmi assistenziali                  
approvati dalle Regioni, a favore di:                                           
- cittadini stranieri provenienti da Paesi extracomunitari nei quali            
non esistono, o non sono facilmente accessibili, competenze medico              
specialistiche per il trattamento di specifiche gravi patologie e con           
i quali non sono in vigore accordi di reciprocita' relativi                     
all'assistenza sanitaria;                                                       
- cittadini provenienti da Paese la cui particolare situazione                  
contingente non rende attuabili, per ragioni politiche, militari o di           
altra natura, gli accordi in vigore per l'erogazione dell'assistenza            
sanitaria da parte del Servizio Sanitario Nazionale.                            
Nel corso del 2002/2003 e' continuato il Programma, che ha coinvolto            
l'Assessorato alla Sanita' e l'Assessorato alle Politiche sociali.              
Immigrazione. Progetto giovani. Cooperazione internazionale, per                
rendere efficace ed appropriata la risposta delle Aziende Sanitarie             
attraverso la sistematizzazione degli interventi, volto a cogliere la           
necessita' di mettere in atto strategie tese, non tanto a rispondere            
all'emergenza (con le sue alterne punte di criticita', legate alle              
vicende socio-politiche dei paesi di provenienza), quanto piuttosto a           
sviluppare una politica che sapesse agire su cause ed effetti,                  
attraverso interventi mirati e coordinati.                                      
Il Programma assistenziale, adottato con specifica deliberazione di             
Giunta regionale n. 1430 del 2 agosto 2002, con la quale sono state             
confermate, tra l'altro, le procedure di presa in carico dei                    
pazienti, aveva l'obiettivo di:                                                 
a) pianificare gli interventi umanitari attraverso le seguenti                  
azioni: - specializzare le risposte individuando i punti qualificanti           
del sistema sanitario regionale, tra le strutture pubbliche e private           
accreditate, in rapporto alla tipologia di domanda, verso la quale si           
vuole privilegiare l'intervento: area geografica, eta', patologie; -            
selezionare le patologie, per interventi mirati a quelle non                    
adeguatamente trattabili nei paesi di provenienza dei cittadini                 
interessati; - garantire prioritariamente interventi in favore di               
soggetti stranieri in eta' pediatrica; - definire i criteri per                 
regolare l'accesso degli utenti alle prestazioni, prevedendo                    
l'intervento di istituzioni, organismi e/o associazioni a scopo non             
lucrativo operanti a livello internazionale, nazionale o locale, di             
provata affidabilita', o di strutture sanitarie pubbliche del paese             
terzo, d'intesa con la sede diplomatica, o consolare, dello Stato               
italiano ivi presente, determinando, inoltre, che ogni segnalazione             
deve essere corredata da una relazione clinica sulle condizioni del             
paziente, predisposta da una struttura ospedaliera pubblica del paese           
di provenienza; - verificare l'attivazione di servizi di supporto               
all'assistenza sanitaria per quanto riguarda in particolare                     
l'organizzazione del soggiorno dei minori assistiti e dei loro                  
familiari, ed il rientro nei Paesi di origine, da parte di                      
organizzazioni di volontariato presenti sul territorio regionale;               
b) sostenere i sistemi sanitari dei Paesi individuati come aree                 
prioritarie, attraverso le seguenti azioni: - sviluppare interventi             
nei paesi d'origine; - intervenire strutturalmente e con aiuti                  
materiali, anche attraverso l'invio e l'impiego nelle strutture                 
ospedaliere dei paesi terzi di materiali ed attrezzature                        
medico-chirurgiche dismesse che si rendono disponibili presso le                
Aziende sanitarie regionali nell'ambito delle iniziative di                     
Cooperazione Internazionale;                                                    
c) promuovere la concertazione, per tale ambito specifico, con i                
Ministeri competenti e con le altre Regioni, per definire linee                 
politiche comuni e coordinare sfere e campi d'intervento.                       
Il Programma 2002-2003 ha contribuito a portare all'attenzione il               
problema dell'accoglienza ed assistenza per prestazioni sanitarie a             
favore di cittadini extracomunitari, cosi' come previsto dalla Legge            
449/97, attraverso una mirata informazione in sede di Conferenza dei            
Presidenti delle Regioni, da parte del Presidente della Regione                 
Emilia-Romagna.                                                                 
Conseguentemente la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle             
Province Autonome ha espresso la necessita' di un piu' ampio                    
coinvolgimento del sistema Regioni, al fine di poter soddisfare la              
crescente domanda di ricovero soprattutto nei confronti di minori               
provenienti da Paesi poveri. In quella sede e' stata inoltre                    
sottolineata l'importanza di un coordinamento tra le Regioni stesse             
per utilizzare al meglio le strutture specializzate ed evitare                  
sovrapposizioni di interventi, individuando il Servizio Politiche               
Europee e Relazioni Internazionali, messo a disposizione da parte               
della Regione Emilia-Romagna, per lo svolgimento di tale funzione di            
raccordo e di riferimento.                                                      
In data 3 luglio 2003 si e' svolto a Bologna uno specifico incontro             
dei referenti regionali al fine di migliorare l'efficacia del                   
coordinamento.                                                                  
d) Sviluppare un'azione di informazione e relazioni istituzionali nei           
confronti dei mediatori (Ambasciate, Istituzioni, Organismi                     
internazionali), per un'informazione sulle scelte politiche e sui               
contenuti materiali del Programma umanitario approvato dalla Regione            
Emilia-Romagna.                                                                 
Il Programma assistenziale a favore di cittadini stranieri (ex art.             
32, comma 15, Legge 449/97) della Regione Emilia-Romagna, dopo questi           
due anni di attivita', ha dimostrato come una collaborazione                    
sinergica tra i diversi attori del territorio regionale migliora                
l'efficacia dell'azione.                                                        
In particolare, i casi riferibili a tale tipologia sono stati circa             
75, riguardanti prevalentemente minori di 14 anni (circa 51 casi).              
I Paesi di provenienza piu' frequentemente interessati sono stati:              
Albania (22 casi), Zimbabwe (14 casi), Kosovo (11 casi),                        
Bosnia-Erzegovina (9 casi), Romania (4 casi), Ucraina (3 casi),                 
Saharawi (3 casi), Eritrea (2 casi), Zambia (2 casi).                           
Il Programma 2003-2004                                                          
Sulla base dell'esperienza maturata nell'ambito del Programma                   
assistenziale sanitario 2002-2003 a favore di cittadini stranieri, si           
ritiene che i risultati conseguiti inducano a continuare tale                   
programma anche per il periodo 2003-2004, al fine di garantire                  
continuita' agli interventi sanitari.                                           
Per quanto riguarda le priorita' territoriali, si fa riferimento alle           
aree di intervento individuate dal presente Documento di Indirizzo              
Programmatico: Albania, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Cuba, Eritrea,              
Etiopia, Iraq, Marocco, Mozambico, Repubblica di Bielorussia,                   
Romania, Senegal, Territori dell'Autonomia Palestinese, Unione di               
Serbia e Montenegro, nonche' al popolo Saharawi, proveniente dai                
campi profughi algerini.                                                        
Si tiene, inoltre, conto delle richieste provenienti da                         
organizzazioni non lucrative del territorio regionale, per minori               
provenienti dall'Africa sub-sahariana, in special modo Zambia e                 
Zimbabwe, considerata la speranza di vita e il basso livello di                 
assistenza sanitaria garantita in detti paesi.                                  
Ed inoltre per le tipologie di intervento di cui al protocollo                  
regionale "Chernobyl" si tiene conto delle richieste provenienti                
dalle aree ucraine contaminate dall'incidente nucleare di Chernobyl.            

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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