REGIONE EMILIA-ROMAGNA - GIUNTA REGIONALE

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 28 luglio 2003, n. 1495

Approvazione linee di indirizzo per le adozioni nazionali e internazionali in Emilia-Romagna in attuazione del Protocollo d'intesa di cui alla deliberazione del Consiglio regionale 331/02. Modifica della deliberazione della Giunta regionale n. 3080 del 28/12/2001

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                          
Preso atto che la Legge 4 maggio 1983, n. 184 "Diritto del minore ad            
una famiglia", come modificata dalla Legge 31 dicembre 1998, n.                 
476/1998 "Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la tutela dei            
minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale, fatta           
a l'Aja il 29 maggio 1993. Modifiche alla Legge 4 maggio 1983, n.               
184, in tema di adozione di minori stranieri", all'art. 39 bis                  
assegna alle Regioni funzioni di concorso allo sviluppo della rete              
dei servizi rivolti all'adozione;                                               
richiamata la deliberazione del Consiglio regionale n. 331 del                  
12/2/2002 "Approvazione del Progetto regionale adozione e dello                 
schema di Protocollo di intesa tra Regione Emilia-Romagna, Province,            
enti titolari delle funzioni in materia di minori, enti autorizzati             
in materia di adozione internazionale" e in particolare l'Allegato A            
che stabilisce la fissazione da parte della Regione di linee di                 
indirizzo sugli standard quali-quantitativi dei servizi, nonche' la             
sperimentazione di modalita' condivise tra i vari soggetti                      
interessati di conduzione del percorso valutativo delle famiglie                
candidate all'adozione;                                                         
preso atto che in data 21 marzo 2002 e' stato sottoscritto il                   
Protocollo d'intesa suddetto tra Regione Emilia-Romagna, Province,              
enti titolari delle funzioni in materia di minori, enti autorizzati             
in materia di adozione internazionale, che stabilisce gli impegni dei           
soggetti firmatari e che, in base al paragrafo 10 del Protocollo                
stesso si rende necessario sviluppare le indicazioni metodologiche in           
esso contenute attraverso l'indicazione ai servizi competenti di                
specifiche linee di indirizzo sul post-adozione, allo scopo di                  
specializzare e qualificare ulteriormente l'intero percorso                     
dell'adozione nazionale e internazionale e sostenere il nucleo                  
adottivo nella fase successiva all'inserimento del bambino nel nuovo            
contesto familiare e sociale;                                                   
vista la delibera della Giunta regionale n. 3080 del 28 dicembre 2001           
che approva il documento "Preparazione delle coppie nella fase                  
precedente l'indagine sociopsicologica" (Allegato A) e considerato              
che si rende ora necessario un suo adeguamento anche alla luce della            
sperimentazione, avvio e prima valutazione degli interventi dei corsi           
di formazione per le coppie candidate all'adozione in alcune                    
provincie della Regione;                                                        
dato atto del confronto e del prezioso apporto professionale                    
scaturito dai lavori preparatori e istruttori svolti durante i                  
precedenti anni, grazie anche:                                                  
- all'apporto specifico dei componenti i quattro gruppi di lavoro               
(formazione delle coppie, indagine psicosociale, accompagnamento dei            
nuclei adottivi, attuazione del sistema integrato dei servizi per               
l'adozione) composti da esperti in materia, tra cui operatori delle             
Province, dei Comuni, delle Aziende Unita' sanitarie locali, degli              
enti autorizzati all'adozione internazionale nella Regione,                     
rappresentanti dell'Associazione nazionale famiglie adottive e                  
affidatarie (ANFAA) nonche' del Tribunale per i minorenni di Bologna            
e coordinati dal Servizio regionale competente;                                 
- al proficuo rapporto realizzatosi all'interno della Direzione                 
generale Sanita' e Politiche sociali tra professionalita'                       
appartenenti alle due aree;                                                     
premesso che lo schema del documento di seguito allegato "Linee di              
indirizzo per le adozioni nazionali ed internazionali in                        
Emilia-Romagna" e' stato presentato e condiviso in sede di                      
coordinamento regionale adozione, costituito con determinazione del             
Direttore generale Sanita' e Politiche sociali n. 7720 del 6/7/2002;            
ritenuto quindi opportuno emanare le indicazioni operative e gli                
orientamenti quali-quantitativi necessari per sostenere e facilitare            
il percorso adottivo e l'integrazione delle competenze tra i diversi            
soggetti interessati pubblici e/o privati;                                      
rilevato che la parte II "la preparazione delle coppie" dell'Allegato           
A alla presente deliberazione sostituisce integralmente l'allegato A            
alla deliberazione della Giunta regionale n. 3080 del 28 dicembre               
2001 sopra citata;                                                              
richiamate:                                                                     
- la L.R. 2/03 "Norme per la promozione della cittadinanza sociale e            
per la realizzazione del sistema integrato di interventi e Servizi              
sociali";                                                                       
- la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 recante "Testo Unico in materia di            
organizzazione e di rapporti di lavoro nella regione                            
Emilia-Romagna";                                                                
richiamate le seguenti proprie deliberazioni, esecutive ai sensi di             
legge:                                                                          
- n. 2832 del 17 dicembre 2001, concernente "Riorganizzazione delle             
posizioni dirigenziali della Giunta regionale - Servizi e                       
Professional";                                                                  
- n. 3021 del 28 dicembre 2001, concernente "Approvazione degli atti            
di conferimento degli incarichi di livello dirigenziale (decorrenza             
1/1/2002)";                                                                     
- n. 447 del 24/3/2003 "Indirizzi in ordine alle relazioni                      
organizzative e funzionali tra le strutture e sull'esercizio delle              
funzioni dirigenziali";                                                         
dato atto del parere di regolarita' amministrativa espresso dal                 
Direttore generale Sanita' e Politiche sociali dott. Franco Rossi ai            
sensi dell'art. 37, quarto comma della L.R. 43/01 e della                       
deliberazione della Giunta regionale 447/03;                                    
su proposta dell'Assessore alle Politiche sociali, Immigrazione,                
Progetto giovani e Cooperazione internazionale, Gianluca Borghi e               
dell'Assessore alla Sanita' Giovanni Bissoni;                                   
a voti unanimi e palesi, delibera:                                              
1) di approvare, in attuazione del Protocollo d'intesa sottoscritto             
in data 21/3/2002 il documento "Linee di indirizzo per le adozioni              
nazionali ed internazionali in Emilia-Romagna", Allegato A) parte               
integrante e sostanziale della presente deliberazione;                          
2) di dare atto che, all'interno dello stesso documento e' contenuta            
la parte II "La preparazione delle coppie", che sostituisce                     
l'Allegato A "Preparazione delle coppie nella fase precedente                   
l'indagine sociopsicologica" della deliberazione della Giunta                   
regionale n. 3080 del 28/12/2001;                                               
3) di stabilire che le suddette linee di indirizzo specificate                  
nell'Allegato A) del presente atto sono rivolte ai soggetti del                 
sistema integrato di interventi e servizi sociali della Regione                 
Emilia-Romagna, ai soggetti titolari delle funzioni in materia di               
minori, alle Provincie, ai Comuni, alle Associazione dei Comuni, ai             
Consorzi dei Servizi sociali, alle Aziende sanitarie locali, agli               
enti autorizzati in materia di adozione internazionale;                         
4) di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale             
regionale garantendone la piu' ampia diffusione.                                
ALLEGATO A)                                                                     
LINEE DI INDIRIZZO PER LE ADOZIONI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI IN               
EMILIA-ROMAGNA                                                                  
Introduzione                                                                    
Riferimenti normativi e contesto culturale Compiti della Regione                
Obiettivi di qualificazione del sistema integrato di servizi per                
l'adozione nazionale ed internazionale                                          
PARTE I:                                                                        
Attuazione del sistema integrato dei Servizi per l'adozione                     
1. Indagine sulla organizzazione dei Servizi in riferimento alla                
adozione nelle Aziende USL                                                      
2. Il percorso dell'adozione internazionale e nazionale come                    
disciplinato dalla normativa vigente                                            
3. Prassi dell'adozione internazionale e nazionale in Emilia-Romagna            
4. Integrazione sociosanitaria e costituzione delle e'quipe                     
centralizzate                                                                   
5. L'attuazione del sistema integrato dei Servizi ed il programma               
provinciale per l'adozione                                                      
6. Programma di indirizzo provinciale per l'adozione                            
PARTE II:                                                                       
La preparazione delle coppie                                                    
1. Riferimenti normativi specifici                                              
2. Destinatari                                                                  
3. Prima presa in carico della coppia                                           
4. Obiettivi                                                                    
5. Attuazione e programmazione delle iniziative                                 
6. Criteri di qualita'                                                          
7. Incentivazioni                                                               
8. Contenuti Unita' formativa n. 1 Aspetti giuridici e legislativi              
Unita' formativa n. 2 Il bambino ed i suoi bisogni Unita' formativa             
n. 3 La coppia adottiva Unita' formativa n. 4 Modelli culturali                 
Unita' formativa n. 5 Dopo l'idoneita', verso l'incontro con il                 
bambino straniero Unita' formativa n. 6 Accompagnamento dei nuclei              
adottivi                                                                        
9. Metodologia                                                                  
PARTE III:                                                                      
Le indagini psicosociali con le coppie candidate all'adozione                   
nazionale e internazionale                                                      
1. Riferimenti normativi specifici                                              
2. Il percorso di indagine nella Regione Emilia-Romagna                         
3. Importanza della indagine psicosociale                                       
4. Elementi di criticita' e obiettivi regionali di qualificazione dei           
Servizi territoriali per lo svolgimento delle indagini psicosociali             
4.1 Diffusione della cultura della sussidiarieta' dell'adozione                 
internazionale e della centralita' dei bisogni del bambino                      
4.2 Assicurazione dell'integrazione delle prestazioni erogate e di un           
livello omogeneo di adeguatezza nei diversi ambiti territoriali della           
Regione                                                                         
4.3 Garanzia per le coppie di indicazioni chiare e omogenee sulle               
finalita', sulle procedure e sui criteri generali utilizzati nel                
percorso di indagine psicosociale                                               
4.4 Assicurazione del rispetto dei tempi previsti per lo svolgimento            
dell'indagine psicosociale                                                      
4.5 Definizione degli aspetti che verranno approfonditi dalle                   
indagini psicosociali                                                           
4.6 Superamento delle liste di attesa                                           
5. Presa in carico da parte delle e'quipe centralizzate delle coppie            
che chiedono di accedere alla fase di indagine psicosociale                     
6. Obiettivi specifici dell'indagine psicosociale                               
7. Modalita' di perseguimento degli obiettivi                                   
7.1 Costruzione di una relazione collaborativa con la coppia                    
7.2 Adeguata acquisizione di elementi ed approfondimenti 7.2.1 La               
storia della coppia 7.2.2 Le motivazioni della scelta adottiva 7.2.3            
Le competenze genitoriali richieste in ambito adottivo 7.2.4 Le                 
relazioni "interne" alla coppia 7.2.5 Le relazioni dei coniugi con le           
famiglie di origine, eventuali figli naturali e gli ambienti sociali            
di riferimento 7.2.6 Le patologie sanitarie ed i fattori                        
compromissori l'espletamento della competenza genitoriale richiesta             
in ambito adottivo 7.2.7 Gli aspetti di specificita' connessi alla              
disponibilita' per l'adozione internazionale                                    
7.3 Stesura della relazione finale                                              
8. Aspetti specifici del percorso di indagine                                   
8.1 La restituzione                                                             
8.2 Le indagini con coppie gia' precedentemente istruite                        
8.3 La visita domiciliare                                                       
8.4 L'utilizzo dei test                                                         
8.5 L'adozione a rischio giuridico                                              
8.6 Ricorso ad altre e'quipe centralizzate per lo svolgimento                   
dell'indagine psicosociale                                                      
9. Aspetti organizzativi: numero minimo, frequenza, durata e                    
modalita' di conduzione degli incontri                                          
PARTE IV:                                                                       
Accompagnamento dei nuclei adottivi                                             
1. Riferimenti normativi specifici                                              
2. Specificita' ed integrazione di ruoli tra Servizi ed enti                    
autorizzati nel post-adozione                                                   
3. Aree di criticita'                                                           
3.1 La pregressa non integrazione tra Servizi territoriali ed enti              
autorizzati                                                                     
3.2 L'opzionalita' della richiesta di sostegno e l'integrazione delle           
funzioni di controllo e sostegno nell'ambito del percorso di                    
accompagnamento                                                                 
4. La costruzione del processo di accompagnamento                               
4.1 La promozione dell'accettazione da parte delle coppie                       
dell'attivita' di controllo e sostegno                                          
4.2 Immediata attivazione della rete integrata dei Servizi                      
4.3 La definizione del progetto di accompagnamento del nucleo                   
neocostituito 4.3.1 Aspetti connessi alla ripresa dei contatti tra i            
Servizi territoriali ed il nuovo nucleo 4.3.2 Gli elementi                      
caratterizzanti il progetto di accompagnamento 4.3.3 La particolare             
cura dell'integrazione nel contesto scolastico                                  
5 . Il confronto delle esperienze tra diversi nuclei adottivi, quale            
forma di sostegno alle coppie                                                   
6. Il progetto di accompagnamento  nell'adozione nazionale                      
SCHEMI                                                                          
Introduzione                                                                    
Riferimenti normativi e contesto culturale                                      
L'Italia ha ratificato con la Legge 27 maggio 1991, n. 176 la                   
Convenzione ONU sui diritti del fanciullo (New York, 20/11/1989) con            
la quale viene sancito che il soggetto minore e' portatore di diritti           
e che gli Stati si impegnano ad assicurare al fanciullo la protezione           
e le cure necessarie al suo benessere e ad adottare tutti i                     
provvedimenti necessari per attuare i diritti riconosciuti dalla                
medesima Convenzione e, all'occorrenza, nel quadro della cooperazione           
internazionale (vedi artt. 3 e 4).                                              
Negli artt. 9 e 11 viene affermato che gli Stati devono vigilare                
affinche' il fanciullo non sia separato dai suoi genitori contro la             
sua volonta', salvi i casi in cui la separazione, nei modi stabiliti            
dai diversi ordinamenti giudiziari, sia necessaria nell'interesse               
preminente del fanciullo. Si afferma inoltre che gli Stati devono               
adottare le misure appropriate per lottare contro i trasferimenti               
illeciti all'estero dei bambini ed il loro mancato rientro nei Paesi            
d'origine.                                                                      
L'esigibilita' dei diritti dei minori e' contenuta nell'art. 24 della           
Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea che afferma il               
diritto dei minori di poter esprimere la propria opinione sulle                 
questioni che li riguardano e che in tutti gli atti relativi ai                 
bambini, siano essi compiuti da Autorita' pubbliche o da istituzioni            
private, l'interesse superiore degli stessi deve essere considerato             
preminente.  Il concetto di superiore interesse del minore e'                   
ribadito all'art. 3 della citata Convenzione ONU sui diritti del                
fanciullo, e all'art. 32 della Legge n. 184 del 4 maggio 1983 e                 
successive modificazioni.                                                       
In particolare, all'art. 1, comma 1 della Legge n. 149 del 28/3/2001            
si afferma che il minore ha diritto di crescere ed essere educato               
nell'ambito della "propria" famiglia. Significativo a questo riguardo           
e' la nuova dicitura del Titolo I della Legge 184/83: "Diritto del              
minore alla propria famiglia".                                                  
Viene anche riconosciuto il diritto del minore a vivere, crescere ed            
essere educato nell'ambito di una famiglia, nel rispetto della                  
propria identita' culturale.                                                    
La Legge 149/01 impone inoltre allo Stato, alle Regioni e agli Enti             
locali di sostenere i nuclei familiari al fine di prevenire                     
l'abbandono e di consentire al minore di essere educato nell'ambito             
della propria famiglia.                                                         
Si sottolinea quindi l'importanza per il fanciullo di crescere in un            
ambiente familiare, in un clima di serenita', affetto e comprensione            
nella convinzione che tale ambiente sia fondamentale ai fini dello              
sviluppo armonioso e completo della sua personalita'.                           
L'adozione deve configurarsi per questo all'interno delle politiche             
di accoglienza nei confronti dei minori e in sintonia col principio             
di sussidiarieta'. Tale principio con riferimento all'adozione                  
internazionale si concretizza in un sostegno residuale                          
specificatamente rivolto all'accoglienza di bambini in stato di                 
abbandono e dichiarati adottabili dalle Autorita' centrali straniere.           
Queste avranno preventivamente valutato la possibilita' di interventi           
di sostegno, primariamente all'interno della famiglia d'origine e               
verificato le condizioni di adottabilita', ritenendo l'adozione                 
vantaggiosa per il bambino. Tutte le componenti istituzionali                   
dovranno peraltro, attraverso l'attivazione di idonee misure di                 
sostegno, contribuire a rimuovere gli ostacoli economici, educativi e           
sociali che si frappongono alla realizzazione del diritto dei bambini           
ad essere amati, educati e a crescere all'interno della propria                 
famiglia, o, in sua assenza,   nel proprio Paese, sviluppando in loco           
forme alternative all'istituzionalizzazione e promuovendo                       
l'accoglienza etero-familiare e l'adozione nazionale nel Paese                  
d'origine (art. 21, lettera b, Convenzione ONU sui diritti del                  
fanciullo, 1989).                                                               
Anche il Gruppo di lavoro "Solidarieta' internazionale e adozione               
internazionale" preparatorio alla elaborazione del "Piano di azione e           
di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in           
eta' evolutiva 2000-2001" (DPR 13/6/2000), sottolinea che l'adozione            
deve avvenire in un'ottica di cooperazione internazionale e di                  
collaborazione tra Stati, promuovendo progetti di sviluppo rivolti              
all'infanzia e alla famiglia nei Paesi di origine dei bambini e                 
promuovendo forme di sostegno a distanza.                                       
Compiti della Regione                                                           
I principali impegni, previsti dalla normativa nazionale per la                 
Regione (art. 39 bis, comma 1, lett. a, b, c, Legge 184/83 e                    
successive modificazioni), sono:                                                
- concorrere a sviluppare una rete di servizi in grado di svolgere i            
compiti previsti dalla normativa nazionale;                                     
- vigilare sul buon funzionamento di detta rete, al fine di garantire           
livelli adeguati di intervento;                                                 
- promuovere la definizione di protocolli operativi e convenzioni di            
collaborazione tra enti pubblici ed enti autorizzati, e forme stabili           
di collegamento fra gli stessi e gli Organi giudiziari minorili.                
La Regione Emilia-Romagna, in adempimento della normativa                       
sull'adozione, ha provveduto, a seguito di una fruttuosa fase di                
elaborazione che ha coinvolto dall'anno 2000 operatori e dirigenti              
dei Servizi sociali e sanitari, rappresentanti dell'ANCI e dell'UPI,            
del Tribunale per i minorenni, degli enti autorizzati, delle                    
associazioni delle famiglie adottive ad approvare con deliberazione             
del Consiglio regionale n. 331 del 12 febbraio 2002:                            
- il Progetto regionale adozione;                                               
- lo schema di Protocollo d'intesa tra Regione Emilia-Romagna,                  
Province, enti titolari delle funzioni in materia di minori, enti               
autorizzati in materia di adozione internazionale, successivamente              
sottoscritto il 21/3/2002, di seguito chiamato Protocollo. Hanno                
sottoscritto il protocollo 19 dei 24 enti, allora autorizzati ad                
operare in Emilia-Romagna.                                                      
Scopo dei due documenti e' di ottimizzare e coordinare gli interventi           
in materia di adozione anche promuovendo forme stabili di                       
collegamento tra i diversi attori pubblici e del privato sociale                
coinvolti nel processo adottivo.                                                
Obiettivi di qualificazione del sistema integrato di servizi per                
l'adozione nazionale ed internazionale                                          
La Regione Emilia-Romagna intende supportare il processo di                     
qualificazione dei Servizi che si occupano di adozione affinche'                
siano garantiti professionalita', continuita' nell'erogazione delle             
prestazioni, trasparenza delle procedure, completezza e correttezza             
nelle informazioni, adeguata preparazione alle coppie, omogeneita' di           
qualita' nella conduzione delle istruttorie ed efficace sostegno alla           
famiglia adottiva nella fase del post-adozione.                                 
A tale scopo, anche in considerazione di quanto espresso al punto 1.4           
(organizzazione dei servizi) del Progetto regionale adozione e al               
punto 5 (misure organizzative) del citato Protocollo, si propone, con           
il presente documento, il perseguimento dei seguenti obiettivi:                 
- individuazione e realizzazione di modalita' organizzative,                    
operative e procedurali adeguate per un intervento qualitativo ed               
omogeneo sul territorio regionale, anche attraverso l'individuazione            
di standard di riferimento per l'impiego degli operatori interessati            
(vedi Parte I del presente documento e schemi);                                 
- la sperimentazione di linee di indirizzo in materia di preparazione           
delle coppie (vedi Parte II), di svolgimento del percorso valutativo            
(vedi Parte III) di accompagnamento del nucleo adottivo nella fase              
del post-adozione (vedi Parte IV);                                              
- formazione continua degli operatori.                                          
Rispetto alla formazione continua degli operatori, la Regione                   
Emilia-Romagna dopo avere realizzato nel corso degli anni 2001-2002             
un importante percorso di formazione degli operatori dei Servizi                
territoriali e degli enti autorizzati, ai quali hanno partecipato               
anche i giudici onorari del Tribunale per i minorenni, si propone di            
dare continuita' a tale formazione. Infatti l'avvio della attivita'             
delle equipe centralizzate, appositamente formate per la conduzione             
delle indagini psicosociali con le coppie motivate all'adozione, lo             
sviluppo delle attivita' di informazione e preparazione e di                    
accompagnamento dei nuclei adottivi richiedera' di mantenere un                 
sostegno formativo mirato agli operatori che presidieranno le diverse           
funzioni.                                                                       
Tale sostegno sara' assicurato mediante iniziative promosse                     
nell'ambito dei piani provinciali per l'adozione (vedi oltre Parte I,           
punto 6) ed iniziative di dimensione regionale, raccordate con                  
l'attivita' di formazione realizzate dalla Commissione per le                   
adozioni internazionali.                                                        
La Regione, mediante il contributo del Crad (Coordinamento regionale            
adozione), continuera' ad esercitare una funzione di stimolo e di               
raccordo delle iniziative formative al fine di assicurare il                    
necessario sostegno alla trasformazione qualitativa del sistema                 
integrato di servizi per l'accoglienza.                                         
PARTE I: Attuazione del sistema integrato dei Servizi per l'adozione            
1. Indagine sulla organizzazione dei Servizi in riferimento alla                
adozione nelle Aziende Unita' sanitarie locali                                  
Il Servizio Politiche familiari, Infanzia e Adolescenza ha condotto             
nel 2001 una ricognizione sulle attivita' delle Aziende Unita'                  
sanitarie locali operanti in materia di adozione nella regione                  
Emilia-Romagna. Dai dati raccolti viene evidenziato come nei 18 mesi            
esaminati (1 gennaio 1999-30 giugno 2000) nella regione                         
Emilia-Romagna sono state:                                                      
- presentate 1095 domande per adozioni nazionali e internazionali;              
- avviate e concluse 796 indagini psicosociali.                                 
Nello stesso periodo erano state mediamente dedicate 19 ore                     
dall'assistente sociale (con un range da 7,2 a 42,6 ore) e 15,6 ore             
dallo psicologo (range da 7,2 a 26,3 ore) per ciascuna coppia. Tale             
calcolo non comprendeva tuttavia le attivita' di supporto e vigilanza           
connesse alla fase successiva all'ingresso del bambino nel nucleo,              
ne' le attivita' legate alla preparazione delle coppie introdotte in            
modo particolare dalla Legge 149/01. Al 30 giugno 2000 rimanevano da            
espletare 299 richieste di avvio del percorso istruttorio. Pur                  
considerando che i dati disponibili riguardano solo il personale che            
operava nelle Aziende USL, l'indagine ha permesso di evidenziare                
come, prima dell'approvazione del Protocollo, fosse eccessivamente              
differenziato nei diversi ambiti territoriali della regione il tempo            
dedicato alle coppie da parte degli operatori. Altrettanto                      
differenziate erano le modalita' organizzative: mentre in alcuni                
ambiti si era gia' provveduto a costituire apposite e'quipe                     
centralizzate formate da assistente sociale e psicologo che si                  
dedicavano con continuita' all'espletamento delle indagini                      
psicosociali e verso le quali erano indirizzate tutte le coppie, in             
altre realta' le indagini venivano svolte indistintamente da tutti              
gli assistenti sociali e gli psicologi in base al criterio della                
competenza territoriale, al di la' dell'esperienza e della competenza           
specifica da questi maturate. In questo caso era evidente il rischio            
di scarsa specializzazione e appropriatezza delle prestazioni                   
offerte, anche in relazione alle poche indagini che ciascun operatore           
avrebbe avviato nel corso dell'anno.                                            
L'approvazione del Protocollo e del Progetto regionale adozione sono            
stati certamente di stimolo all'avvio di un processo di adeguamento             
dei Servizi al livello auspicato; si ha tuttavia motivo di ritenere             
che permangano tuttora situazioni di disomogeneita' per il cui                  
superamento si intende intervenire con le presenti linee di                     
indirizzo.                                                                      
2. Il percorso dell'adozione internazionale e nazionale come                    
disciplinato dalla normativa vigente                                            
Per quanto riguarda l'adozione internazionale la Legge 184/83, come             
modificata dalla Legge 476/98, ha dato precise indicazioni per l'iter           
che la coppia deve affrontare quando desidera adottare un bambino               
proveniente da altri Paesi.                                                     
Nello schema 5 alla fine delle presenti linee, sono illustrati i                
compiti assegnati nelle varie fasi ai diversi attori: Servizi                   
socio-assistenziali, e per quanto di competenza, Aziende Unita'                 
sanitarie locali ed ospedaliere - di seguito indicati come Servizi              
territoriali - Tribunale per i minorenni, Commissione per le adozioni           
internazionali, enti autorizzati. Per alcune di queste fasi, di                 
seguito, sono indicati i tempi precisi che i diversi attori sono                
chiamati a rispettare:                                                          
- la coppia presenta al Tribunale per i minorenni dichiarazione di              
disponibilita' per l'idoneita' all'adozione internazionale (art. 29             
bis, comma 1);                                                                  
- il Tribunale per i minorenni entro 15 giorni trasmette detta                  
dichiarazione ai Servizi territoriali (art. 29 bis, comma 3);                   
- i Servizi territoriali svolgono attivita' di informazione                     
sull'adozione internazionale e sulle relative procedure, sugli Enti             
autorizzati e sulle altre forme di solidarieta' nei confronti dei               
minori in difficolta' e di preparazione degli aspiranti all'adozione,           
anche avvalendosi degli enti autorizzati (art. 29 bis, comma 4, lett.           
a-b);                                                                           
- entro 4 mesi dal ricevimento della dichiarazione di disponibilita'            
da parte del Tribunale per i minorenni i Servizi territoriali                   
espletano l'indagine psicosociale acquisendo elementi sulla                     
situazione personale, familiare e sanitaria degli aspiranti genitori            
adottivi, sul loro ambiente sociale, sulle motivazioni che li                   
determinano, sulla loro attitudine a farsi carico di un'adozione                
internazionale, sulla loro capacita' di rispondere in modo adeguato             
alle esigenze di piu' minori o di uno solo, sulle eventuali                     
caratteristiche particolari dei minori che essi sarebbero in grado di           
accogliere, nonche' l'acquisizione di ogni altro elemento utile per             
la valutazione da parte del Tribunale per i minorenni della loro                
idoneita' all'adozione. I servizi territoriali trasmettono le loro              
risultanze a mezzo di relazione al Tribunale per i minorenni (art. 29           
bis, comma 4 e 5);                                                              
- entro i 2 mesi successivi il Tribunale per i minorenni emette                 
decreto d'idoneita' o di rigetto (art. 30, comma 1);                            
- entro 1 anno dal decreto d'idoneita', la coppia deve iniziare la              
procedura incaricando formalmente un ente autorizzato (art. 30, comma           
2 e art. 31, comma 1);                                                          
- dal momento dell'ingresso in Italia e per almeno un anno, ai fini             
di una corretta integrazione familiare e sociale, i Servizi                     
territoriali degli enti locali e gli enti autorizzati, su richiesta             
degli interessati, assistono gli affidatari, i genitori adottivi e il           
minore. Essi in ogni caso riferiscono al Tribunale per i minorenni              
sull'andamento dell'inserimento, segnalando le eventuali difficolta'            
per gli opportuni interventi (art. 34, comma 2 e art. 31, comma 3,              
lett. m).                                                                       
Per quanto riguarda l'adozione nazionale (vedi schema 3) l'iter                 
previsto dalla Legge 184/83, come modificato dalla Legge 149/01,                
prevede che:                                                                    
- una volta esperite le attivita' d'informazione e preparazione, la             
coppia presenti ad uno o piu' Tribunali per i minorenni domanda di              
adozione specificando l'eventuale disponibilita' a adottare piu'                
fratelli o minori in condizioni di handicap (art. 22, comma 1);                 
- il Tribunale per i minorenni dispone adeguate indagini, ricorrendo            
ai Servizi territoriali, che riguardano in particolare la capacita'             
di educare il minore, la situazione personale ed economica, la                  
salute, l'ambiente familiare dei richiedenti, i motivi per i quali              
questi ultimi desiderano adottare il minore e che tali indagini                 
vengano avviate tempestivamente e concluse entro 120 giorni, salvo              
possibilita' di una sola proroga di pari durata. Tali indagini                  
vengono svolte dando precedenza alle domande dirette all'adozione di            
minori di eta' superiore a 5 anni o con handicap accertato (art. 22,            
comma 3 e 4);                                                                   
- il Tribunale per i minorenni dispone l'affidamento pre-adottivo               
della durata di un anno scegliendo tra le coppie idonee che hanno               
presentato la domanda di adozione nazionale (art. 22, comma 6);                 
- il Tribunale per i minorenni vigila sul buon andamento                        
dell'affidamento pre-adottivo, avvalendosi anche del giudice tutelare           
e dei Servizi territoriali. Ove necessario dispone interventi di                
sostegno psicologico e sociale (art. 22, comma 8).                              
3. Prassi dell'adozione internazionale e nazionale in Emilia-Romagna            
In Emilia-Romagna si e' consolidata una prassi - confermata da                  
diverse note, inviate ai Servizi territoriali da parte del Presidente           
del Tribunale per i minorenni - tesa a fare esprimere alla coppia la            
domanda di adozione o la dichiarazione di disponibilita' per                    
l'adozione internazionale solo successivamente alla conclusione dei             
percorsi di informazione, formazione e indagine psicosociale. Nella             
nota del Tribunale per i minorenni inviata il 9/11/2000 agli                    
assessori regionali e comunali nonche' ai direttori delle Aziende               
Unita' sanitarie locali veniva affermato che "Questa prassi non solo            
non e' in contrasto con la nuova normativa, ma risponde pienamente al           
suo intento che e' quello di consentire agli interessati di                     
presentare la domanda al Tribunale dopo avere avuto piena conoscenza            
e consapevolezza sul significato dell'adozione e sull'impegno che               
essa comporta. Pertanto le coppie interessate sono invitate a                   
rivolgersi ai Servizi operanti nella zona di loro residenza e a                 
presentare domanda al Tribunale solo dopo aver compiuto il percorso             
di conoscenza e di motivazione necessario a fondare una responsabile            
disponibilita' all'adozione".                                                   
Con nota 15/1/2001 il Tribunale per i minorenni confermava tale                 
procedura specificando che "i servizi, all'esito dell'istruttoria,              
dovranno indirizzare i coniugi al Tribunale per la presentazione                
della richiesta di disponibilita', consegnando loro copia di:                   
dichiarazione di disponibilita', questionario, elenco di documenti da           
presentare".                                                                    
Il modello procedurale descritto, espressione di una consolidata ed             
efficace collaborazione tra il Tribunale per i minorenni e i Servizi            
territoriali presenta anche il vantaggio di attuare i corsi di                  
preparazione per le coppie nella fase precedente l'avvio                        
dell'indagine psicosociale, la quale potra' cosi' svolgersi con                 
coppie gia' orientate sui temi centrali dell'adozione e sul percorso            
adottivo.                                                                       
4. Integrazione sociosanitaria e costituzione delle e'quipe                     
centralizzate                                                                   
L'opportunita' e necessita' dell'integrazione di competenze                     
professionali appartenenti al campo sociale e sanitario per                     
l'espletamento del corretto iter adottivo e anche come garanzia di un           
adeguato processo di accompagnamento del bambino e della coppia nella           
fase post-adottiva, si evincono dalla normativa di seguito                      
richiamata.                                                                     
La Legge 476/98 in tema di riforma dell'adozione internazionale                 
chiama direttamente in causa i Servizi sociali degli enti locali                
(assistente sociale) e le Aziende Unita' sanitarie locali (psicologo,           
ma anche neuropsichiatra infantile e/o altre professionalita'                   
sanitarie), per l'espletamento delle diverse fasi del percorso.                 
Il DM del 24 aprile 2000 "Progetto obiettivo materno-infantile"                 
allegato al "Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000"               
elenca in premessa, tra gli obiettivi da perseguire da parte dei                
Servizi sanitari, il soddisfacimento dei bisogni socio-sanitari e               
assistenziali dei minori, assicurando la necessaria collaborazione              
agli enti locali anche per quanto riguarda le attivita' connesse agli           
iter adottivi previsti dalla Legge 184/83 e dalla Legge 476/98.                 
La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le           
Province autonome di Trento e Bolzano con provvedimento del 3/8/2000            
"Proposta di accordo tra il Ministro per la Solidarieta' sociale e le           
Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano per l'attivazione di            
iniziative in materia di adozioni internazionali" prevede che le                
attivita' indicate dalla Legge 184/83 e successive modificazioni                
siano svolte da e'quipe, composte da psicologi e assistenti sociali,            
tenuto conto del carico di lavoro e del bacino d'utenza.                        
Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14/2/2001 "Atto            
di indirizzo e coordinamento in materia di prestazioni                          
socio-sanitarie" e in particolare l'art. 4, tabella A individua tra             
le prestazioni erogabili dal Servizio sanitario nazionale le                    
prestazioni medico-specialitiche, psicoterapeutiche, di indagine                
diagnostica sui minori e sulle famiglie adottive e affidatarie, e               
indica la competenza dei Comuni per quanto riguarda le prestazioni di           
supporto sociale ed economico alle famiglie, di supporto educativo              
domiciliare e territoriale ai minori, compresa l'indagine sociale               
sulla famiglia.                                                                 
Il piano degli obiettivi 2002 della Regione Emilia-Romagna per le               
Aziende Unita' sanitarie locali, di cui alla deliberazione della                
Giunta regionale del 2/8/2002, n. 1492, prevede a livello                       
distrettuale il rafforzamento quali-quantitativo dell'apporto medico            
e psicologico negli interventi integrati a tutela dei minori, il                
superamento delle liste di attesa per l'accesso all'istruttoria per             
le coppie candidate all'adozione nazionale e internazionale e il                
progressivo adeguamento dei Servizi territoriali a quanto indicato              
nel "Protocollo d'intesa tra Regione Emilia-Romagna, Province, enti             
titolari delle funzioni in materia di minori, enti autorizzati in               
materia di adozione internazionale" di cui alla deliberazione del               
Consiglio regionale n. 331 del 12/2/2002. Tali obiettivi sono stati             
confermati anche per l'anno 2003 come specificato nella deliberazione           
di Giunta regionale 896/03 "Finanziamento del Servizio sanitario per            
l'anno 2003".                                                                   
Va anche segnalato che la deliberazione del Consiglio regionale n.              
486 del 28/5/2003 "Approvazione del tariffario delle prestazioni rese           
dai dipartimenti di sanita' pubblica delle Aziende Unita' sanitarie             
locali, di cui all'art. 14 della L.R. 4/3/1982, n. 19 e successive              
modificazioni, al punto 4) del deliberato, dispone la gratuita' delle           
prestazioni erogate per "la certificazione di idoneita' psico-fisica            
all'adozione", garantendo in questo modo alle coppie aspiranti                  
all'adozione l'esonero dal pagamento del ticket per il rilascio delle           
certificazioni sanitarie specialistiche.                                        
Si richiama infine quanto espresso nel citato Protocollo (punto 5               
Misure organizzative) in merito:                                                
- alla costituzione, in ambiti definiti a livello provinciale, di               
Azienda Unita' sanitaria locale o, nel caso di Comuni ed associazioni           
di Comuni in ambiti tendenzialmente non inferiori a 90.000 abitanti,            
di apposite e'quipe centralizzate, formate almeno dalle figure                  
professionali di assistente sociale e di psicologo, con forte                   
esperienza specifica;                                                           
- al raccordo a livello provinciale delle predette e'quipe;                     
- all'individuazione di enti capofila, quali punti di riferimento in            
particolare per l'attivazione e gestione dei corsi di preparazione              
rivolti alle coppie candidate all'adozione;                                     
- alla gestione dei corsi di formazione degli operatori;                        
- alla stipula di convenzioni e messa a punto di modalita' di                   
collaborazione con gli enti autorizzati;                                        
- all'individuazione delle modalita' di articolazione del sistema               
informativo e delle relative strumentazioni informatiche che                    
garantiscano la conservazione e trasmissione di tutti i dati                    
necessari riguardanti il percorso adottivo, in diretta connessione              
con la Commissione per le Adozioni Internazionali, il Tribunale per i           
minorenni e gli enti autorizzati.                                               
5. L'attuazione del sistema integrato dei Servizi ed il programma               
provinciale per l'adozione                                                      
I riferimenti normativi su citati appaiono essenziali per consolidare           
l'integrazione dei Servizi sanitari e sociali territoriali,                     
condizione fondamentale per la realizzazione del piu' ampio sistema             
integrato di Servizi finalizzato al conseguimento degli obiettivi               
indicati ai punti "Obiettivi di qualificazione del sistema integrato            
dei Servizi per l'adozione nazionale ed internazionale" e "Compiti              
della Regione" indicati nell'introduzione del presente documento e              
gia' espressi nel citato Protocollo.                                            
L'attuazione del sistema integrato dei Servizi dovra' prevedere:                
- una stretta collaborazione tra l'Assessorato Politiche sociali,               
Immigrazione, Progetto giovani, Cooperazione internazionale e                   
l'Assessorato alla Sanita' della Regione per assicurare la                      
continuita' al percorso di formazione degli operatori, il sostegno e            
lo sviluppo del sistema dei soggetti coinvolti nelle esperienze                 
adottive, il  monitoraggio delle prestazioni, anche attraverso la               
regolarita' dei flussi informativi;                                             
- il supporto da parte del Coordinamento regionale adozione (CRAD),             
quale sede di confronto tra i soggetti pubblici e privati coinvolti             
nel percorso adottivo, in particolare in merito alla realizzazione,             
qualificazione ed armonizzazione dei protocolli operativi siglati a             
livello regionale e locale e per la predisposizione di strumenti di             
monitoraggio;                                                                   
- l'impegno da parte delle Province, quali enti di programmazione               
intermedia, nel raccordare i soggetti titolari delle deleghe in                 
materia di minori, per la definizione di un programma attuativo in              
materia di adozione internazionale e nazionale che realizzi le                  
indicazioni contenute nella normativa nazionale e nelle linee                   
regionali.                                                                      
6. Programma di indirizzo provinciale per l'adozione                            
Entro sei mesi dalla pubblicazione delle presenti linee di indirizzo            
nel Bollettino Ufficiale regionale le Province, in collaborazione con           
i Comuni singoli e associati, le Aziende Unita' sanitarie locali,               
anche avvalendosi del contributo di gruppi tecnici di coordinamento             
in materia di adozione e con il coinvolgimento delle associazioni               
impegnate nella tutela e nel sostegno delle famiglie adottive,                  
dovranno predisporre un programma che prevede l'individuazione delle            
necessarie risorse e delle appropriate procedure a sostegno delle               
coppie e dei minori interessati nei percorsi per l'adozione nazionale           
e internazionale. Tale programma dovra' essere armonizzato con i                
Piani per la Salute e raccordato e integrato nei piani di zona che              
prevedono la definizione in ambito distrettuale del sistema sociale a           
rete, la garanzia del livello essenziale dei Servizi sociali e la               
localizzazione dei Servizi medesimi.                                            
Tale programma si ritiene debba riguardare almeno:                              
a) una destinazione di risorse di personale e strumentali tali da               
garantire prestazioni adeguate e uniformi sul territorio provinciale,           
con riferimento a quanto indicato negli schemi 1 e 2, comprensiva dei           
supporti amministrativi necessari alla realizzazione della rete di              
comunicazione tra le Istituzioni coinvolte nel processo. Negli schemi           
1 e 2 e' indicata la previsione del tempo medio che dovrebbe essere             
dedicato da parte delle e'quipe di riferimento, in attuazione della             
normativa esistente, alla singola coppia in un iter completo, dalla             
prima informazione alla conclusione del sostegno post-adottivo. Si              
evince che per ogni coppia sono complessivamente necessarie, per                
l'adozione nazionale, 39 ore di intervento da parte dell'assistente             
sociale e 33,30 ore da parte dello psicologo nell'arco di un biennio,           
mentre per l'adozione internazionale le ore salgono a 48 per                    
l'assistente sociale e 39,30 per lo psicologo, nell'arco di un                  
triennio. Non si esclude, inoltre che nel percorso adottivo                     
(dall'iniziale disponibilita' all'adozione da parte della coppia,               
fino alla conclusione del periodo post-adottivo), possano rendersi              
necessari ulteriori interventi da parte di altre figure sociali                 
(educatore, mediatore culturale) o sanitarie (neuropsichiatra                   
infantile, pediatra di comunita') per il miglior perseguimento degli            
obiettivi di benessere e salute dei diversi componenti il nucleo                
adottivo. Va tuttavia anche considerato che l'avvio dei corsi di                
preparazione, facilitando l'auto-selezione delle coppie potra'                  
limitare accessi impropri all'iter successivo da parte di coppie non            
sufficientemente motivate ed adeguate, realizzando cosi' nel                    
complesso un significativo risparmio di risorse professionali;                  
b) l'individuazione degli operatori delle e'quipe centralizzate per             
le adozioni nazionali e internazionali con il compito principale di             
svolgere le attivita' inerenti l'indagine psicosociale e del monte              
ore loro specificatamente attribuito per lo svolgimento di tale                 
funzione. Tale monte ore sara' basato in particolare sul numero di              
indagini psicosociali previste. Si ritiene opportuno che, per                   
assicurare una risposta adeguatamente qualificata, i componenti delle           
e'quipe centralizzate (assistenti sociali e psicologi) dedichino a              
tale funzione operativa una quota significativa del proprio orario di           
servizio (ad es. il 30%, corrispondente approssimativamente allo                
svolgimento di 25 indagini all'anno) evitando quindi di svolgere tale           
attivita' o in modo troppo frammentato o troppo esclusivo. Andranno             
anche specificate le sedi dove tali e'quipe svolgono la loro                    
attivita', tenuto conto di quanto indicato al punto 5 del Protocollo            
che prevede la costituzione delle e'quipe in ambiti definiti a                  
livello provinciale, di Aziende USL o di Comuni ed associazioni di              
Comuni non inferiori ai 90.000 abitanti;                                        
c) le modalita' adottate per garantire un'adeguata informazione e una           
piena accessibilita' ai Servizi da parte delle coppie interessate               
all'adozione;                                                                   
d) l'indicazione dell'ente capofila per la realizzazione dei corsi e            
di eventuali convenzioni o accordi sottoscritti con gli enti                    
autorizzati ed eventuali altri soggetti pubblici e privati, per                 
quanto riguarda la preparazione delle coppie e/o per il sostegno                
post-adottivo;                                                                  
e) la programmazione dei corsi di preparazione per le coppie                    
candidate sia all'adozione nazionale che internazionale, da attivarsi           
su base almeno semestrale, come previsto dal punto 7 del citato                 
Protocollo e partendo dalle indicazioni contenute alla Parte II del             
presente documento "La preparazione delle coppie" che sostituisce il            
documento sulla medesima materia, Allegato A alla deliberazione della           
Giunta regionale n. 3080 del 28 dicembre 2001;                                  
f) la definizione di eventuali iniziative di formazione degli                   
operatori a livello locale;                                                     
g) le modalita' per il superamento delle eventuali liste d'attesa per           
l'accesso delle coppie all'indagine psicosociale;                               
h) l'individuazione di un referente per l'ambito provinciale, per               
quanto attiene il raccordo tra i Servizi territoriali ed il Tribunale           
per i minorenni;                                                                
i) le modalita' per assicurare - in collaborazione con la Regione, il           
Tribunale per i minorenni, la Commissione per le Adozioni                       
Internazionali - la rilevazione dei dati relativi al percorso                   
adottivo, avvalendosi di opportuni strumenti informatici, sulla base            
di indicatori significativi concordati con la Regione. Tale flusso              
informativo sara' finalizzato al monitoraggio e alla valutazione                
degli interventi in materia di adozione;                                        
j) gli interventi previsti per garantire gli obiettivi di                       
qualificazione del sistema adozione indicati alla Parte III: Le                 
indagini psicosociali con le coppie candidate all'adozione nazionale            
e internazionale, ed alla Parte IV: Accompagnamento dei nuclei                  
adottivi;                                                                       
k) le modalita' di verifica in itinere del programma stesso tra tutti           
i soggetti interessati.La Regione, al fine di promuovere uniformita'            
nelle forme di sostegno alle coppie ed ai bambini adottati                      
sull'intero ambito regionale, di evidenziare le migliori esperienze e           
di verificare l'adeguatezza del sistema integrato dei servizi e delle           
indicazioni contenute nel presente documento, organizzera' occasioni            
di confronto sui programmi provinciali, avvalendosi anche del                   
contributo del Coordinamento regionale adozioni (CRAD).                         
PARTE II: La preparazione delle coppie                                          
1. Riferimenti normativi specifici                                              
La Legge 184/83, come modificata dalla Legge 476/98, all'art. 29 bis,           
comma 4 individua come compiti affidati ai Servizi:                             
a) l'informazione sull'adozione internazionale e sulle relative                 
procedure, sugli enti autorizzati e sulle altre forme di solidarieta'           
nei confronti dei minori in difficolta', anche in collaborazione con            
gli Enti autorizzati di cui all'articolo 39-ter;                                
b) la preparazione degli aspiranti all'adozione, anche in                       
collaborazione con i predetti enti.                                             
La Legge 149/01 all'art. 1, comma 3, estende ancora la                          
responsabilita' dei Servizi pubblici, poiche' attribuisce a Stato,              
Regioni ed Enti locali il compito di promuovere iniziative di                   
formazione dell'opinione pubblica sull'affidamento e l'adozione e di            
sostegno all'attivita' delle comunita' di tipo familiare, nonche'               
l'organizzazione di corsi di preparazione ed aggiornamento                      
professionale degli operatori sociali, incontri di formazione e                 
preparazione per le famiglie e le persone che intendono accogliere in           
affidamento o in adozione minori.                                               
Lo stesso comma afferma che i "medesimi enti possono stipulare                  
convenzioni con enti o associazioni senza fini di lucro che operano             
nel campo della tutela dei minori e delle famiglie per la                       
realizzazione delle attivita' di cui al presente comma."                        
In sostanza l'attivita' per l'informazione e la preparazione delle              
coppie candidate all'adozione internazionale si colloca all'interno             
di una iniziativa a vasto raggio che impegna gli Enti locali, in                
collaborazione con il privato sociale, a promuovere la qualificazione           
di tutte le risorse dedicate ad assicurare un'accoglienza di tipo               
familiare (coppie che danno la loro disponibilita' per l'affidamento            
familiare, l'adozione nazionale e internazionale e la gestione di               
comunita' di tipo familiare).                                                   
La Legge 149/01 prevede che l'impegno formativo sia rivolto anche               
agli operatori che sono chiamati a sostenere tali forme di                      
accoglienza, in un'ottica di sussidiarieta' e di piena tutela dei               
bambini interessati.                                                            
Per quello che riguarda la preparazione delle coppie per l'adozione             
internazionale e' quindi necessario incrementare, razionalizzare e              
qualificare le risorse messe a disposizione dai Servizi territoriali,           
nella consapevolezza che questo non e' l'unico impegno di tipo                  
formativo rivolto alle coppie che i Servizi debbono assolvere. Anche            
gli enti autorizzati sono interessati a processi di potenziamento e             
di qualificazione in quanto, nel loro insieme, vedranno aumentate le            
coppie che accedono ai loro servizi.                                            
Per avviare i percorsi di preparazione delle coppie vanno dunque                
integrate al meglio, valorizzando le esperienze precedenti, le                  
risorse disponibili, coinvolgendo anche competenze esterne ai Servizi           
territoriali ed agli enti autorizzati.                                          
Le indicazioni qui contenute si prefiggono di conciliare la                     
sperimentalita' della fase di avvio con la necessita' di assicurare             
alle coppie, su tutto il territorio regionale,  uniformita' e                   
qualita' dei corsi. In particolare vengono definiti i destinatari,              
gli obiettivi, le modalita' di attuazione e di coordinamento, i                 
criteri di qualita', le forme di incentivazione, i contenuti e la               
metodologia delle attivita' formative.                                          
Va anche considerato che la legge non da' nessun obbligo alle coppie            
di frequentare tali corsi di preparazione e che, mentre per                     
l'affidamento familiare esiste una maggiore tradizione di attivita' e           
sensibilizzazione/formazione delle coppie, cosi' non e' per                     
l'adozione.                                                                     
L'elaborazione di proposte di buona qualita', che rendano ben                   
percepibili alle coppie l'unita' di intenti tra Servizi pubblici ed             
enti autorizzati, costituira' un rassicurante biglietto da visita per           
chi si appresta ad intraprendere un cammino difficile e complesso               
quale quello dell'adozione internazionale.                                      
2. Destinatari                                                                  
Destinatarie dei corsi sono le coppie che, acquisite le prime                   
informazioni presso i Servizi territoriali e verificata con gli                 
operatori preposti l'esistenza dei requisiti di accesso, manifestano            
l'intenzione di procedere nel percorso per candidarsi alla adozione             
nazionale ed internazionale, richiedendo di accedere ai corsi di                
preparazione.                                                                   
3. Prima presa in carico della coppia                                           
La richiesta da parte della coppia di accedere ai corsi di                      
preparazione comporta una prima presa in carico da parte dei Servizi            
territoriali.                                                                   
Infatti i coniugi che si rivolgono ai Servizi territoriali per avere            
informazioni sulla adozione nazionale ed internazionale, sia che                
abbiano manifestato una semplice curiosita', o esplicitato una forte            
intenzionalita' adottiva, usufruiscono, in quel momento, solo di una            
serie di informazioni di base sui riferimenti normativi, i requisiti            
per l'accesso all'adozione nazionale e internazionale e le modalita'            
di svolgimento del percorso adottivo.                                           
La richiesta di accedere ai corsi da parte della coppia attiva invece           
il Servizio territoriale che, acquisiti i dati essenziali e le                  
disponibilita' rispetto ai corsi, ne programma l'accesso.                       
La conclusione del percorso di preparazione costituisce anche la                
chiusura di questa prima presa in carico, il punto di arrivo di una             
fase di rapporto con i Servizi finalizzata alla                                 
informazione-preparazione. La coppia ha acquisito degli elementi                
essenziali che potranno aiutarla nel confermare o meno il proprio               
interessamento all'adozione. Nel primo caso produrra' una specifica             
richiesta di accesso all'indagine psicosociale.                                 
4. Obiettivi                                                                    
- Sostenere la coppia nel realizzare un processo di maturazione verso           
una competenza genitoriale ed una capacita' di essere coppia ancora             
piu' profonde e salde di quanto normalmente richiesto ai genitori               
naturali;                                                                       
- aiutare la coppia a introiettare un concetto di accoglienza                   
ispirato ai principi di sussidiarieta' e di centralita' dei bisogni             
del bambino;                                                                    
- accrescere la conoscenza che essa ha degli aspetti peculiari legati           
all'esperienza dell'adozione nazionale e internazionale e, in                   
particolare, delle tappe del percorso adottivo;                                 
- sviluppare la consapevolezza da parte delle coppie della valenza di           
aiuto e di sostegno degli interventi svolti dai Servizi;                        
- sollevare gli operatori dalla necessita' di utilizzare una parte              
significativa del tempo dedicato all'indagine psicosociale, per                 
assicurare un contributo formativo di base alle coppie candidate.               
L'indagine potra' quindi essere piu' utilmente focalizzata sulla                
conoscenza della coppia, l'analisi delle sue competenze, lo studio              
dell'abbinamento possibile, facilitando il pieno rispetto dei tempi             
previsti per la conclusione dell'indagine;                                      
- realizzare una integrazione di competenze tra Servizi territoriali            
ed enti autorizzati e tra questi e il Tribunale per i minorenni;                
- pervenire entro il 2004 a soddisfare il fabbisogno formativo delle            
coppie.                                                                         
5. Attuazione e programmazione delle iniziative                                 
La Provincia e' individuata come ambito territoriale ottimale dove              
programmare e realizzare le iniziative di preparazione delle coppie.            
Nell'ambito della definizione del programma provinciale per                     
l'adozione i soggetti istituzionali titolari e/o gestori delle                  
competenze in materia di minori, raccordati dalla Provincia,                    
individuano:                                                                    
- il fabbisogno dei corsi da attivare, tenendo conto del numero di              
coppie annualmente istruite su base provinciale, dell'impegno per il            
superamento delle eventuali liste di attesa e della necessita' di               
fare intercorrere un breve periodo di tempo tra il colloquio                    
informativo, la conferma da parte della coppia del proprio interesse            
all'adozione che si sostanzia nella richiesta di partecipazione ai              
corsi;                                                                          
- le modalita' di collaborazione piu' adeguate tra Servizi                      
territoriali, e tra essi e gli enti autorizzati per la realizzazione            
dei corsi;                                                                      
- il soggetto istituzionale che attraverso un'azione di raccordo con            
gli altri enti pubblici e con gli enti autorizzati si assume il                 
compito di porsi come capofila per la definizione, attivazione e                
monitoraggio del programma dei corsi e per la stipula degli opportuni           
accordi con gli enti autorizzati ed eventuali altri soggetti pubblici           
e privati coinvolti nella programmazione e realizzazione dei corsi.             
La Regione promuove, anche attraverso il "Coordinamento regionale               
adozione", una azione di raccordo tra le diverse realta' provinciali            
in modo da perseguire omogeneita' e qualita' di opportunita' per                
tutte le coppie residenti nel territorio regionale.                             
6. Criteri di qualita'                                                          
Tutti i corsi dovranno soddisfare i seguenti criteri di qualita':               
a) esaustivita': prevedere la trattazione di tutte le sei unita'                
formative di cui al seguente Punto 8 "Contenuti";                               
b) congruita': avere una durata non inferiore a dodici ore e                    
prevedere la partecipazione di un numero di coppie non inferiori a              
cinque e non superiori a dieci;                                                 
c) integrazione delle competenze: prevedere la partecipazione, in               
ogni corso, di esperti di diversa matrice professionale ed                      
istituzionale;                                                                  
d) attenzione all'utente: prevedere orari e modalita' tali da                   
soddisfare il piu' possibile le esigenze dei partecipanti.                      
7. Incentivazioni                                                               
La Regione Emilia-Romagna si impegna, nei limiti delle proprie                  
disponibilita' finanziarie, ad incentivare la realizzazione delle               
predette iniziative formative erogando al soggetto attuatore uno                
specifico contributo per ogni corso che sia in grado di soddisfare i            
criteri di cui al paragrafo precedente, oltre che i seguenti due                
criteri aggiuntivi:                                                             
- territorialita': svolgimento dei corsi nell'ambito territoriale               
regionale;                                                                      
- gratuita': nessun onere economico per le coppie.                              
8. Contenuti                                                                    
I corsi di preparazione delle coppie dovranno prevedere lo                      
svolgimento delle seguenti unita' formative:                                    
Unita' formativa n. 1                                                           
Aspetti giuridici e legislativi                                                 
Obiettivi:                                                                      
- evidenziazione dei principi ispiratori della nuova normativa in               
materia di adozione;                                                            
- conoscenza delle principali tappe del percorso amministrativo e               
giuridico che i genitori aspiranti all'adozione devono percorrere;              
- illustrazione e significato dei vari passaggi che la coppia deve              
affrontare nell'iter adottivo: dalla preparazione fino                          
all'inserimento del minore nel contesto sociale e familiare con                 
particolare riguardo al ruolo e ai compiti dei Servizi territoriali,            
del Tribunale per i minorenni, degli enti autorizzati in ciascuna               
fase.                                                                           
Temi:                                                                           
- l'evoluzione culturale e sociale dell'istituto dell'adozione in               
Italia con riferimenti alle Leggi 431/67, 184/83, Convenzione                   
dell'Aja del 1993 e Leggi 476/98 e 149/01;                                      
- i principi fondamentali sanciti dalla Convenzione dell'Aja con                
particolare riguardo al principio di sussidiarieta' per cui                     
l'adozione internazionale e' possibile solo dopo che si sono                    
sperimentati tutti i tentativi per consentire che il bambino possa              
rimanere nella propria famiglia d'origine e nel proprio Paese;                  
- sensibilizzazione e informazione sulle diverse forme possibili di             
sostegno a distanza;                                                            
- centralita' del bambino: si va alla ricerca di una famiglia, la               
migliore possibile, per quel bambino, ribaltando una concezione per             
cui era la famiglia ad andare alla ricerca del migliore bambino per             
se';                                                                            
- accenni al principio di cooperazione tra Stati, quale strumento per           
l'assicurazione dei diritti fondamentali dei minori e per il                    
contrasto della sottrazione, vendita e tratta dei medesimi;                     
- trasparenza della nuova normativa e superamento dei rischi per le             
coppie ed il bambino delle esperienze "fai da te";                              
- tappe del percorso adottivo, competenze e modalita' di                        
collaborazione tra i diversi soggetti istituzionali;                            
- aspetti giuridici connessi all'inserimento del bambino;                       
- provvidenze e benefici previsti dalla normativa.                              
Unita' formativa n. 2                                                           
Il bambino ed i suoi bisogni                                                    
Obiettivi:                                                                      
- trasmettere ai coniugi un'idea di concretezza con cui confrontarsi            
per passare da un'idea astratta di figlio (che puo' essere romantica,           
misteriosa, ma sempre venata di preoccupazioni), ad un'idea di                  
bambino piu' articolata, basata sulla conoscenza delle                          
caratteristiche reali delle situazioni da cui proviene e delle                  
dinamiche che piu' frequentemente intercorrono tra questi e le coppie           
adottive;                                                                       
- aiutare le coppie ad avvicinarsi al mondo del bambino con                     
consapevolezza e con strumenti adeguati per capirlo e rispondere alle           
sue necessita'.                                                                 
Temi:                                                                           
Sul versante bambino:                                                           
- chi e' il bambino che viene adottato. Approfondimento del concetto            
di abbandono (significato, conseguenze, bisogni e prospettive), con             
riferimento alle condizioni oggettive (abbandonato alla nascita o               
dopo maltrattamenti ed incurie, o a seguito di abuso, condizioni di             
salute, ecc.) e condizioni soggettive (l'adozione di un bambino in un           
Paese diverso da quello in cui e' nato comporta un cambiamento                  
personale e relazionale piu' marcato di quello che deve affrontare un           
bambino adottato nel suo Paese rispetto a valori, abitudini, schemi             
cognitivi, lingua, diversita' somatica). Il bambino puo' essere                 
traumatizzato, confuso, sofferente, spaventato o allettato dalle                
prospettive di adozione;                                                        
- i bisogni legati alle varie fasi della crescita (di attaccamento,             
di accoglienza, di protezione, di aiuto ad elaborare l'esperienza               
passata, di autonomia);                                                         
- accenni ai bisogni dei bambini piu' grandi ed a come i figli                  
adottivi possono percepire e rielaborare, nel tempo, la loro                    
diversita'. Le risorse che il bambino utilizza per adeguarsi alla               
nuova situazione.                                                               
Sul versante genitori che abbandonano:                                          
- le persone che generano e che non riescono ad essere genitori:                
motivazioni e percorsi. Interruzione del legame dei bambini con i               
genitori naturali, permanenza ed evoluzione interiore del legame                
affettivo del bambino con essi.                                                 
Unita' formativa n. 3                                                           
La coppia adottiva:                                                             
Obiettivi:                                                                      
- rendere esplicite le istanze che sottendono al desiderio di un                
figlio adottivo;                                                                
- fare emergere le implicazioni dei diversi atteggiamenti sottesi               
all'accoglienza del minore;                                                     
- approfondire le implicazioni derivanti dall'assunzione del                    
principio di sussidiarieta' rispetto al progetto genitoriale di                 
coppia.                                                                         
Temi:                                                                           
- la genitorialita' biologica ed adottiva: differenze e                         
caratteristiche. Fantasie sul bambino immaginato, consapevolezza                
della sovrapposizione tra bambino immaginato e bambino reale.                   
Riconoscere e sapere operare sui propri schemi mentali. Riconoscere             
le modalita' con cui la coppia affronta le situazioni problematiche;            
- la relazione genitoriale con un bambino che ha vissuto un abbandono           
e che ha una storia che non puo' essere cancellata. Consapevolezza da           
parte dei futuri genitori che manca a loro e al bambino un periodo di           
vita in comune; esiste "un buco" nel passato del bambino che bisogna            
imparare a tollerare o sapere colmare;                                          
- stili educativi differenti e schemi di comportamento dei genitori             
adottivi e del bambino (ruoli ed aspetti culturali). Atteggiamenti              
della coppia nell'accompagnamento del bambino nell'integrazione                 
sociale. Modalita' di gestione delle frustrazioni e di costruzione di           
rapporti collaborativi all'esterno (ad es. con gli insegnanti);                 
- la famiglia allargata e le sue reazioni all'evento adottivo:                  
impegni, responsabilita', figure di riferimento, flessibilita' delle            
regole e delle dinamiche familiari.                                             
Unita' formativa n. 4                                                           
Modelli culturali                                                               
L'approfondimento dei temi delle unita' 4 e 5 non e' destinato                  
unicamente alle coppie che abbiano gia' intenzione di  proseguire il            
cammino verso l'adozione internazionale. Si ritiene infatti che anche           
le coppie che sono piu' orientate verso l'adozione nazionale possano            
avere vantaggi da una preparazione completa. Inoltre una vera opzione           
potra' essere opportunamente espressa solo successivamente, nella               
fase dell'indagine psicosociale.                                                
Obiettivi:                                                                      
- sviluppare la consapevolezza della coppia sulla importanza della              
variabile culturale;                                                            
- stimolare l'attenzione dei futuri genitori a ricostruire il                   
retroterra culturale ed esperienziale nel quale si colloca il                   
bambino, a coglierne i possibili condizionamenti e a misurarne le               
ricadute emotive rispetto alle proprie aspettative;                             
- incrementare la capacita' di tutelare il bambino non privandolo               
della propria storia e fornendogli strumenti per gestire in modo                
costruttivo la propria specificita'.                                            
Temi:                                                                           
- evidenziazione di modelli culturali diversi riferibili a diverse              
aree geografiche. A seconda dei modelli culturali i bambini hanno               
avuto esperienza di atteggiamenti permissivi, iper-esigenti,                    
incongrui e di modalita' differenti per ottenere approvazione e                 
sostegno da parte delle figure adulte. Da cio' ne consegue una                  
diversita' nell'espressione dei modelli di attaccamento e dei livelli           
e delle modalita' di espressione dell'autonomia;                                
- declinazione dei modelli culturali nello specifico della storia del           
bambino (ad es. la sub-cultura istituzionale);                                  
- accoglienza della diversita' etnico-culturale;                                
- aiuto ai coniugi per riflettere sulla autenticita' della loro                 
disponibilita'/indisponibilita' ad accogliere un bambino di diversa             
etnia. Si tratta di una condizione irrinunciabile perche', nel                  
rapporto con il bambino, essi siano in grado di fronteggiare                    
incomprensioni, resistenze ed anche ostilita' che possono                       
manifestarsi nell'ambito familiare ed extrafamiliare, riuscendo                 
sempre a rimanere dalla sua parte, salvaguardando e sviluppando il              
valore della sua origine e del suo passato.                                     
Unita' formativa n. 5                                                           
Dopo l'idoneita', verso l'incontro con il bambino straniero                     
Obiettivi:                                                                      
- fornire un accenno sulle variabili in gioco nella fase che portera'           
all'incontro con il bambino proposto dalla Autorita' straniera                  
competente, in previsione di una trattazione piu' approfondita da               
parte dell'ente che verra' prescelto;                                           
- favorire la conoscenza della realta' di vita del bambino per                  
facilitarne l'integrazione e la costruzione dell'identita'.                     
Temi:                                                                           
- introduzione al tema della realizzazione dell'abbinamento in un               
Paese straniero. Il Paese straniero: vincoli ed opportunita'. Le                
regole giuridiche e sociali nei diversi Paesi (le Autorita' nazionali           
straniere, l'iter di adottabilita' del minore e per la scelta delle             
coppie, gli intermediari nel Paese, i bambini negli istituti e presso           
le famiglie, ecc.);                                                             
- consapevolezza che la permanenza nel Paese straniero non e' un                
tempo "vuoto" o solo riempito di incombenze burocratiche nell'attesa            
di incontrare il bambino che verra' proposto, ma anche un'occasione             
di conoscenza del mondo in cui il bambino e' vissuto. Tale conoscenza           
potra' facilitare, in seguito, l'azione dei genitori per favorire               
l'integrazione da parte del bambino delle esperienze vissute,                   
elemento vitale per il suo benessere psichico;                                  
- il bambino tra bisogno e timore di essere inserito in una famiglia.           
Il bambino che deve essere adottato: la sua diversita' perche'                  
proveniente da un'altra cultura, perche' portatore di una storia che            
non e' quella dei suoi genitori adottivi, perche' abbandonato;                  
- piena disponibilita' all'accoglienza e preferenze della coppia.               
Riflessione sulle possibilita'/opportunita' di accogliere fratelli.             
Unita' formativa n. 6                                                           
Accompagnamento dei nuclei adottivi                                             
Obiettivi:                                                                      
- aiutare la coppia ad individuare ed a distinguere gli elementi di             
specificita' e di non specificita' di comportamento del bambino                 
nell'ambito dell'esperienza adottiva;                                           
- aiutare la coppia a riflettere sul tema della rivelazione e della             
percezione da parte del bambino della sua famiglia naturale;                    
- aiutare la coppia a riconoscere la funzione positiva delle funzioni           
di monitoraggio e di sostegno esercitate dai Servizi di supporto.               
Temi:                                                                           
- tappe del percorso di integrazione del bambino nel nuovo contesto             
di vita. Il bambino ed il suo vissuto di identita' nei contesti                 
relazionali (genitori, scuola, famiglia). Il bambino ed il suo                  
vissuto rispetto alla famiglia naturale;                                        
- difese e strategie di relazione dell'adottato e degli adulti                  
significativi. Il problema della lingua straniera. Il vissuto di                
adottato e/o di soggetto diverso somaticamente e le sue possibili               
evoluzioni. Ambiti e momenti critici;                                           
- l'evoluzione della famiglia di fronte al nuovo compito: aspetti               
emotivi ed organizzativi. Il rapporto tra fratelli;                             
- il rapporto con i Servizi e gli enti autorizzati: opportunita' e              
vincoli nella richiesta di sostegno da parte della coppia. La                   
funzione di monitoraggio di Servizi ed enti autorizzati, quale                  
elemento di tutela del bambino e della coppia;                                  
- la conclusione del rapporto di sostegno da parte dei Servizi.                 
9. Metodologia                                                                  
Dal punto di vista della metodologia formativa l'organizzazione dei             
corsi dovra' avere ben presenti i vantaggi delle iniziative di tipo             
intensivo (alto coinvolgimento delle coppie, forte focalizzazione sui           
temi, rapido sviluppo della conoscenza tra le coppie) e quelli                  
derivanti da un articolazione dei tempi non intensiva (maggiore                 
possibilita' per le coppie e per i formatori di elaborare al proprio            
interno le tematiche proposte, maggiore sostenibilita' da parte di              
coppie ed operatori dell'impegno formativo). I tecnici preposti                 
individueranno quindi il numero degli incontri, la loro durata e                
cadenza tenendo fermo il limite minimo di dodici ore e lo svolgimento           
delle sei unita' formative indicate, in ogni corso.                             
Per aiutare la coppia a comprendere non solo mentalmente chi sono i             
bambini di cui si parla, puo' essere fondamentale fare riferimento a            
casistiche molto concrete, ad esperienze reali, conducendo il piu'              
possibile i coniugi a calarsi nel ruolo di genitori e a mettersi in             
gioco, anche tramite metodologie che attivino la dimensione emotiva e           
la capacita' di "problem solving".                                              
Nella conduzione dei gruppi verranno utilizzate sia modalita' di                
relazione frontale da parte dei conduttori sia simulazioni o                    
role-playing. Le attivita' didattiche potranno essere supportate da             
materiale audiovisivo e cartaceo (bibliografia, opuscoli,                       
statistiche).                                                                   
raccomandato il coinvolgimento di coppie che abbiano gia' realizzato            
l'adozione e si siano rivelate in grado di comunicare fattivamente ad           
altri i punti nodali e di interesse generale delle loro esperienze.             
Tale coinvolgimento sara' di tipo integrativo e non sostituivo delle            
competenze dei tecnici.                                                         
I conduttori sono affiancati da altri esperti ed e' prevista la                 
presenza, in qualita' di osservatori, di professionisti che                     
effettuano il loro tirocinio presso gli enti attuatori.                         
Nella fase iniziale del corso andra' definito con i partecipanti il             
contratto formativo in modo che siano estremamente chiare le                    
finalita' della iniziativa, in particolare per quanto riguarda il               
carattere assolutamente non valutativo degli incontri e l'ampia                 
disponibilita' a modulare il corso tenendo conto delle necessita'               
formative espresse dai partecipanti stessi.                                     
Nella fase finale sara' elaborato da parte dei conduttori un report             
indicante i contenuti effettivamente trattati, le attivita' svolte,             
le richieste di approfondimento dei partecipanti. Tale report verra'            
consegnato alle coppie, sia come informazione di ritorno e segno di             
riconoscimento per l'impegno prestato, che come documentazione da               
produrre nei successivi passaggi. In tal modo sara' agevolata e                 
meglio focalizzata l'attivita' degli operatori che condurranno                  
l'indagine psicosociale, degli esperti del Tribunale per i minorenni            
e dell'ente che verra' prescelto dalla coppia.                                  
raccomandato l'utilizzo di strumenti di verifica di gradimento e di             
qualita' dei corsi, al fine di supportare un processo di                        
miglioramento continuo dei corsi stessi.                                        
PARTE III: Le indagini psicosociali con le coppie candidate                     
all'adozione nazionale e internazionale                                         
1. Riferimenti normativi specifici                                              
La Legge 184/83 e successive modificazioni prevede che le coppie che            
intendono adottare un bambino presentino domanda a uno o piu'                   
Tribunali per i minorenni (nel caso di adozione nazionale - art. 22,            
comma 1) o "dichiarazione di disponibilita'" al solo Tribunale per i            
minorenni competente per il territorio di residenza (nel caso                   
dell'adozione internazionale - art. 29 bis, comma 1). Il Tribunale,             
al fine della verifica della idoneita' della coppia, dispone adeguate           
e tempestive indagini che vengono svolte dai Servizi socio-sanitari             
degli enti locali singoli o associati, anche avvalendosi, per quanto            
di competenza, delle Aziende sanitarie locali (artt. 22, comma 3 e 29           
bis, comma 4).                                                                  
L'indagine si realizza quindi attraverso una serie di incontri tra la           
coppia e un'e'quipe composta almeno da assistente sociale e                     
psicologo. Gli incontri sono finalizzati alla raccolta di elementi              
significativi per la verifica delle potenziali capacita' genitoriali            
adottive.                                                                       
Altri riferimenti normativi specifici per l'attivita' di indagine               
psicosociale sono contenuti nei seguenti articoli:                              
- art. 6 che individua, tra i requisiti che devono possedere i                  
coniugi, la capacita' di "essere affettivamente idonei e capaci di              
educare, istruire e mantenere i minori che intendono adottare";                 
- art. 22, commi 3 e 4: "Le indagini, che devono essere                         
tempestivamente avviate e concludersi entro centoventi giorni,                  
riguardano in particolare la capacita' di educare il minore, la                 
situazione personale ed economica, la salute, l'ambiente familiare              
dei richiedenti, i motivi per i quali questi ultimi desiderano                  
adottare il minore";                                                            
- art. 29-bis, comma 4, lett. c) che tra le attivita' attribuite alle           
e'quipe dei Servizi pubblici che si occupano di adozione elenca le              
seguenti: "acquisizione di elementi sulla situazione personale,                 
familiare e sanitaria degli aspiranti genitori adottivi, sul loro               
ambiente sociale, sulle motivazioni che li determinano, sulla loro              
attitudine a farsi carico di un'adozione internazionale, sulla loro             
capacita' di rispondere in modo adeguato alle esigenze di piu' minori           
o di uno solo, sulle eventuali caratteristiche particolari dei minori           
che essi sarebbero in grado di accogliere, nonche' acquisizione di              
ogni altro elemento utile per la valutazione da parte del Tribunale             
per i minorenni della loro idoneita' all'adozione. Trasmettono al               
Tribunale per i minorenni, in esito all'attivita' svolta, una                   
relazione completa di tutti gli elementi indicati entro i quattro               
mesi successivi alla trasmissione della dichiarazione di                        
disponibilita'".                                                                
2. Il percorso di indagine nella Regione Emilia-Romagna                         
Nella Regione Emilia-Romagna il percorso di indagine delle coppie ha            
preso una specifica direzione in relazione alle precise indicazioni             
del Tribunale per i minorenni e all'azione di indirizzo svolta dalla            
Regione stessa (cfr. Parte I, punto 3).                                         
Nella nostra Regione, quindi, la procedura prevede che le coppie                
interessate si rivolgano ai Servizi operanti nella zona di loro                 
residenza e presentino domanda al Tribunale per i minorenni solo dopo           
aver compiuto il percorso di conoscenza e di approfondimento delle              
motivazioni necessario a fondare una responsabile disponibilita'                
all'adozione.                                                                   
Tale percorso e' articolato in tre tappe: la prima informazione, la             
preparazione e l'indagine psicosociale. Ciascuna tappa costituisce              
per la coppia un'opportunita' di conoscenza  e maturazione che puo'             
portare i candidati alla conferma della propria disponibilita', a               
partire da un livello di consapevolezza progressivamente piu'                   
elevato, oppure all'uscita dal percorso adottivo, evitando tuttavia             
che tale esito derivi da una formale valutazione di inidoneita' da              
parte del Tribunale per i minorenni.                                            
Il modello procedurale sperimentato con il Tribunale per i minorenni,           
consentendo alle coppie di potere accedere ai corsi di preparazione             
previsti dalla legge nella fase precedente l'avvio dell'indagine                
psicosociale, permette che questa si svolga in modo piu' mirato ed              
essenziale, facilitando quindi il rispetto dei tempi previsti per la            
sua conclusione.                                                                
Con la sottoscrizione del Protocollo, le diverse parti si sono                  
impegnate a realizzare un sistema integrato e qualificato di                    
interventi in materia di adozione. Nel Protocollo, al punto 8,                  
riguardo l'indagine psicosociale, si sottolinea che, con                        
l'applicazione del principio di sussidiarieta', le coppie devono                
essere aiutate a maturare la disponibilita' ad accogliere un bambino            
adottabile, proposto dall'Autorita' nazionale straniera, dopo che               
sono stati fatti tutti i tentativi per permettere la sua permanenza             
nel Paese d'origine e l'accoglienza da parte di famiglie locali,                
superando la concezione secondo cui sarebbe possibile scegliere il              
bambino da adottare.                                                            
3. Importanza della indagine psicosociale                                       
L'importanza delle attivita' di indagine psicosociale nei confronti             
delle coppie candidate all'adozione nazionale ed internazionale                 
consiste nel permettere, attraverso un'approfondita analisi delle               
caratteristiche psicologiche, sociali e relazionali dei candidati, di           
evidenziare gli elementi che consentiranno al Tribunale per i                   
minorenni di svolgere al meglio le proprie funzioni. Spetta infatti             
al Tribunale per i minorenni l'individuazione delle figure                      
genitoriali idonee a rispondere al bisogno dei bambini in stato di              
abbandono di avere una famiglia capace di amarli, educarli,                     
sostenerli e accompagnarli verso la realizzazione di una vita                   
soddisfacente.                                                                  
La funzione di indagine psicosociale va esercitata con estrema                  
accuratezza anche perche' l'applicazione da parte di un numero sempre           
piu' elevato di Paesi del concetto di sussidiarieta' - secondo i                
principi enunciati (art. 4) dalla Convenzione per la tutela dei                 
minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale fatta            
a l'Aja il 29/5/1993 - fa aumentare la probabilita' che le coppie               
ricevano proposte di abbinamento riguardanti bambini piu' grandicelli           
rispetto alle attese e che abbiano avuto sofferenze che richiedano              
anche interventi di cura particolari. La stessa Commissione per le              
Adozioni Internazionali nella deliberazione del 20/3/2003, di                   
modifica e integrazione delle linee guida per gli enti autorizzati              
allo svolgimento di procedure di adozione di minori stranieri, ha               
rilevato come l'eta' dei bambini autorizzati all'ingresso stia                  
diventando sempre piu' elevata e come cio' comporti, tra l'altro, una           
sempre maggiore attenzione alle competenze degli aspiranti genitori             
adottivi.                                                                       
quindi necessario incrementare le capacita' dei professionisti dei              
Servizi sia in termini predittivi della idoneita' e capacita'                   
genitoriale adottiva, che di sostegno al nucleo nella fase                      
post-adottiva.                                                                  
La necessita' di qualificare le capacita' di indagine psicosociale              
degli operatori dei Servizi e' determinata anche dal fatto che                  
l'avvio e il consolidamento della attivita' di preparazione delle               
coppie, nella fase precedente l'indagine psicosociale, potranno                 
influenzare le modalita' di svolgimento delle indagini stesse.Infatti           
l'accesso da parte di coppie gia' preparate svincolera' gli operatori           
dalla necessita' di fornire loro elementi di conoscenza, gia'                   
assicurati nell'ambito dei corsi, permettendo una maggiore                      
focalizzazione sulle attivita' di studio e accertamento delle                   
potenzialita' genitoriali adottive di ogni coppia. Tuttavia il                  
confronto con coppie sempre piu' preparate ed in grado di fornire le            
risposte "attese", richiedera' necessariamente un ampliamento ed                
affinamento degli strumenti di valutazione in quanto sara' piu' arduo           
discriminare e accertare le effettive motivazioni e potenzialita' dei           
candidati.                                                                      
4. Elementi di criticita' e obiettivi regionali di qualificazione dei           
Servizi territoriali per lo svolgimento delle indagini psicosociali             
Si e' gia' visto al precedente punto 3 della Parte I del presente               
documento come nella nostra regione la prassi preveda che le coppie             
interessate si rivolgano ai Servizi operanti nella zona di loro                 
residenza e presentino domanda al Tribunale per i minorenni solo dopo           
aver compiuto il percorso di conoscenza e di motivazione necessario a           
fondare una responsabile disponibilita' all'adozione.                           
L'indagine psicosociale e' l'ultima fondamentale tappa di questo                
percorso e per affermarsi come strumento di forte qualita' per                  
l'individuazione delle coppie piu' adeguate richiede che vengano                
affrontate  alcune criticita'. Un primo problema si pone in                     
riferimento ad una non ancora compiuta diffusione della cultura della           
sussidiarieta' dell'adozione internazionale tra le coppie, molte                
delle quali sono ancora mosse soprattutto dal desiderio di                      
"assicurarsi" un bambino, ma anche tra gli operatori stessi tra i               
quali non sono ancora del tutto scomparsi atteggiamenti semplicistici           
rispetto all'esperienza genitoriale adottiva ("ci sono tanti bambini            
che hanno bisogno, non e' necessario indagare in modo                           
approfondito").                                                                 
Appare inoltre da adeguare, nel corso dell'indagine, l'attenzione al            
tema dell'adozione internazionale che spesso viene trattato in forma            
accessoria, anche per un processo non del tutto compiuto di                     
acquisizione di conoscenze specifiche da parte degli operatori.                 
Nel percorso di indagine un aspetto non completamente soddisfacente             
riguarda i livelli di omogeneita' e di qualita' degli interventi dei            
Servizi nell'ambito regionale. Esistono infatti, in alcune aree,                
carenze significative (evidenziabili anche dall'esame delle relazioni           
conclusive inviate al Tribunale per i minorenni) in particolare per             
quanto riguarda il numero di incontri effettuati, l'impegno delle               
figure psicologiche e la loro integrazione con quelle sociali. Tali             
carenze portano anche, in alcuni casi, ad un eccessivo prolungarsi              
della durata del percorso di indagine, comportando un mancato                   
rispetto dei tempi prescritti dalla normativa e contribuendo al                 
determinarsi di liste di attesa.                                                
Vi e' inoltre da considerare che in alcuni ambiti territoriali la               
funzione di indagine psicosociale viene ancora svolta in modo                   
indifferenziato da tutti gli operatori (assistenti sociali e                    
psicologi) presenti nei Servizi per minori, a prescindere dal livello           
di competenza specifica posseduta e dal grado di continuita'                    
assicurabile, anche in ragione di rapporti di lavoro precari.                   
Infine vi e' un problema di adeguamento qualitativo dei Servizi nella           
direzione di assicurare alle coppie il diritto ad essere                        
costantemente e correttamente informate sulle fasi del percorso. La             
cura dell'aspetto informativo, anche per quanto riguarda il                     
significato e le modalita' di svolgimento delle indagini psicosociali           
e' essenziale per instaurare quel rapporto di collaborazione tra                
coppie e Servizi che e' necessario per un fattivo svolgimento delle             
indagini stesse.                                                                
La Regione quindi, al fine di assicurare lo sviluppo qualitativo                
della rete integrata dei Servizi nello svolgimento delle indagini               
psicosociali, per le coppie candidate all'adozione, si propone il               
perseguimento dei seguenti obiettivi generali.                                  
4.1 Diffusione della cultura della sussidiarieta' dell'adozione                 
internazionale e della centralita' dei bisogni del bambino                      
La promozione della cultura della sussidiarieta' e della centralita'            
dei bisogni del bambino avverra' attraverso specifiche iniziative di            
tipo informativo e formativo e mediante la produzione e distribuzione           
di adeguato materiale da parte di tutti i soggetti pubblici e privati           
interessati (Commissione per le Adozioni internazionale, enti                   
autorizzati, Regione, Aziende Unita' sanitarie locali ed enti                   
locali). Particolare attenzione al concetto di sussidiarieta' - cosi'           
come e' concretamente interpretato nei diversi Paesi ed alle sue                
implicazioni - andra' prestata nei corsi di preparazione delle coppie           
e successivamente durante gli incontri per l'indagine psicosociale.             
L'interiorizzazione di tale cultura e' da considerarsi un aspetto               
fondamentale per l'accertamento della idoneita' della coppia. Tale              
aspetto andra' inoltre particolarmente curato in sede di formazione             
degli operatori che condurranno le indagini.                                    
4.2 Assicurazione dell'integrazione delle prestazioni erogate e di un           
livello omogeneo di adeguatezza nei diversi ambiti territoriali della           
regione                                                                         
Tale obiettivo verra' concretizzato mediante la costituzione, di                
apposite e'quipe centralizzate, formate almeno dalle figure                     
professionali di assistente sociale e psicologo, con forte esperienza           
specifica, le quali, in modo continuativo e sulla base di un monte              
ore adeguato, svolgeranno in modo integrato le attivita' relative               
alle indagini psicosociali, coordinandosi a livello provinciale (cfr.           
anche i punti 4 e 6 lettera a), nella Parte I del presente documento            
e schemi 1 e 2).                                                                
Va precisato che l'integrazione delle professionalita' nella cruciale           
fase della indagine psicosociale non sara' limitata alla eventuale              
co-presenza durante gli incontri con la coppia (compreso quello di              
restituzione), ma andra' estesa anche alle fasi di preparazione degli           
incontri, di trascrizione ed elaborazione delle informazioni emerse e           
alla stesura della relazione finale.                                            
4.3 Garanzia per le coppie di indicazioni chiare e omogenee sulle               
finalita', sulle procedure e sui criteri generali utilizzati nel                
percorso di indagine psicosociale                                               
Tale obiettivo verra' perseguito in modo continuativo e con                     
approfondimento crescente nelle diverse fasi del percorso adottivo:             
- nel primo colloquio informativo, dove verranno spiegate la funzione           
dell'indagine psicosociale e le modalita' con le quali essa verra'              
svolta;                                                                         
- durante i corsi di preparazione che dovranno dedicare particolare             
attenzione nel trattare gli interrogativi, i timori e le aspettative            
che le coppie nutrono rispetto all'avvio dell'indagine;                         
- nel corso dell'indagine stessa ed in particolare durante il primo             
incontro, dove l'e'quipe dovra' affrontare in modo specifico                    
l'argomento, sollecitando da parte della coppia l'espressione di                
eventuali interrogativi ed esigenze.                                            
4.4 Assicurazione del rispetto dei tempi previsti per lo svolgimento            
dell'indagine psicosociale                                                      
La frequenza degli incontri sara' programmata in modo da assicurare             
il rispetto dei tempi previsti per il completamento delle indagini e            
l'invio al Tribunale per i minorenni della relazione conclusiva.                
L'avvio della fase di indagine richiede un'attenta programmazione               
volta non solo a calendarizzare gli incontri con i candidati, ma                
anche a stabilire i necessari momenti di confronto e di elaborazione            
tra i professionisti.                                                           
Nel caso l'indagine abbia fatto emergere situazioni o problemi nella            
coppia (ad es. in relazione alla non elaborazione                               
dell'infertilita'/sterilita', all'evidenziazione di forti conflitti,            
od al perdurare di tentativi di fecondazione artificiale, ecc.), tali           
da consigliare una pausa di riflessione o l'attivazione di altri                
interventi, gli operatori potranno avviare la coppia verso altre                
figure professionali per il superamento di queste difficolta'. Essi             
altresi' provvederanno a comunicare al legale rappresentante                    
dell'ente titolare delle deleghe in materia minorile, nell'ambito               
territoriale di riferimento in cui essi operano, la sospensione                 
momentanea della procedura per un periodo  definito e congruo con i             
tempi di risoluzione delle difficolta' individuate.                             
4.5 Definizione degli aspetti che verranno approfonditi dalle                   
indagini psicosociali  La definizione delle aree che saranno                    
esplorate nel corso dell'indagine psicosociale e' di particolare                
importanza perche' si tratta di conciliare l'esigenza di una                    
conoscenza della coppia sufficientemente approfondita da potere                 
permettere un'adeguata previsione della sua capacita' di farsi carico           
di un bambino dichiarato adottabile, con quella di rispettare la                
privacy dei candidati, evitando di richiedere informazioni o di                 
svolgere approfondimenti che non siano strettamente necessari.                  
Va comunque ricordato che criterio di riferimento principale  e'                
quello del rispetto del superiore interesse del bambino, che e'                 
meglio garantito dall'acquisizione di tutti gli elementi utili                  
perche' prima il Tribunale per i minorenni e, successivamente, in               
caso di disponibilita' per l'adozione internazionale, l'Ente                    
autorizzato prescelto e l'Autorita' straniera competente, possano               
valutare al meglio la presenza di competenze e potenzialita' da parte           
dei candidati per una buona genitorialita' adottiva e l'assenza di              
elementi che ne pregiudichino l'effettivo esercizio.                            
La definizione con il presente documento degli aspetti oggetto                  
dell'indagine si prefigge altresi' di garantire a tutte le coppie un            
trattamento equo.                                                               
4.6 Superamento delle liste di attesa                                           
La fase di attesa dell'inizio dell'indagine puo' costituire per la              
coppia un periodo utile per la focalizzazione sull'esperienza                   
adottiva che puo' trovare la sua sede elettiva nei corsi di                     
preparazione appositamente organizzati. Tuttavia il protrarsi                   
eccessivo dell'attesa puo' determinare nella coppia uno stato di                
sofferenza e tensione tale da pregiudicare il buon esito                        
dell'incontro con l'e'quipe incaricata di svolgere l'indagine                   
psicosociale. Il superamento delle liste di attesa costituisce                  
obiettivo prioritario della programmazione sanitaria regionale per              
l'anno 2003 (vedi la deliberazione della Giunta regionale 20/5/2003,            
n. 896 e la deliberazione del Consiglio regionale 28/5/2003, n. 486).           
Dovra' quindi essere attuata da parte dei Servizi sociali e sanitari            
una mobilitazione congiunta delle rispettive risorse umane ed                   
organizzative per realizzare una significativa riduzione dei tempi di           
accesso da parte delle coppie alle indagini psicosociali.                       
5. Presa in carico da parte delle e'quipe centralizzate delle coppie            
che chiedono di accedere alla fase di indagine psicosociale                     
La richiesta della coppia attiva la presa in carico da parte                    
dell'e'quipe centralizzata per lo svolgimento dell'indagine                     
psicosociale. L'indagine dovra' concludersi entro il termine di                 
quattro mesi dalla data della presa in carico che coincide con il               
primo colloquio dell'indagine stessa.                                           
Salvo casi eccezionali dovuti al non compiuto superamento di                    
pregresse liste di attesa, il primo colloquio andra' convocato entro            
trenta giorni dal ricevimento della richiesta di accesso all'indagine           
psicosociale da parte della coppia.                                             
6. Obiettivi specifici dell'indagine psicosociale                               
L'indagine condotta dall'e'quipe costituisce la base per la                     
valutazione della coppia che verra' poi portata a compimento dal                
Tribunale per i minorenni. Essa si propone i seguenti obiettivi                 
specifici:                                                                      
- costruzione di una relazione collaborativa con la coppia in grado             
di produrre effetti positivi sulle sue modalita' di relazionarsi al             
sistema integrato dei Servizi anche nelle fasi successive;                      
- adeguata acquisizione di elementi ed approfondimenti;                         
- stesura di un'esauriente relazione finale.                                    
7. Modalita' di perseguimento degli obiettivi                                   
7.1 Costruzione di una relazione collaborativa con la coppia                    
Nell'approccio dei professionisti all'indagine psicosociale va tenuto           
presente che, mentre si sviluppa un'azione conoscitiva e di                     
"valutazione", si sta costruendo una relazione con la coppia che                
avra' anche ripercussioni sul modo in cui questa si porra' nelle fasi           
successive del percorso.                                                        
Se si considera che il percorso adottivo non e' privo di difficolta'            
per gli adulti e per il bambino, diventa importante che si costruisca           
quel clima di collaborazione e di fiducia che e' essenziale per                 
garantire un loro rapido accesso ai Servizi in caso di difficolta',             
sia nella fase di avvio della adozione, che successivamente. Si                 
ritiene infatti che i fallimenti adottivi, sia quelli che si                    
concludono con la "restituzione" del bambino, sia quelli che                    
determinano una cronica situazione di sofferenza ed insoddisfazione,            
siano correlati alla incapacita' di intervenire tempestivamente, in             
un clima di reciproca fiducia, sulle difficolta' incipienti.                    
Se nella coppia sussistono timori, rivolgendosi ai Servizi, di essere           
nuovamente "giudicati", o dubbi sulla capacita' di ascolto e sostegno           
degli operatori, si potranno avere effetti estremamente deleteri per            
l'esito della adozione.                                                         
Gli strumenti utilizzabili da parte degli operatori per sviluppare un           
contesto collaborativo, riguardano:                                             
- la capacita' di costruire significati condivisi attorno alla                  
esperienza adottiva;                                                            
- la garanzia di una compiuta e puntuale informazione;                          
- l'attenzione a concertare le modalita' di svolgimento delle                   
indagini, tenendo anche conto delle esigenze della coppia;                      
- la restituzione "dialogante" degli esiti dei colloqui;                        
- il rispetto per la privacy, per il dolore provato, per i bisogni              
evolutivi;                                                                      
- l'accompagnamento della coppia nel prefigurare i passaggi alle                
successive tappe del percorso.                                                  
7.2 Adeguata acquisizione di elementi ed approfondimenti                        
Nel corso dei colloqui gli ambiti principali che dovranno essere                
esplorati sono i seguenti:                                                      
- la storia della coppia;                                                       
- le motivazioni della scelta adottiva;                                         
- le competenze genitoriali richieste in ambito adottivo;                       
- le relazioni interne alla coppia;                                             
- le relazioni dei coniugi con le famiglie di origine, eventuali                
figli naturali e gli ambienti sociali di riferimento;                           
- le patologie sanitarie, ed i fattori compromissori                            
dell'espletamento della competenza genitoriale richiesta in ambito              
adottivo;                                                                       
- gli aspetti di specificita' connessi alla disponibilita' per                  
l'adozione internazionale.                                                      
A partire dal successivo punto 7.2.1 e fino al punto 7.2.7 sono                 
indicati gli aspetti oggetto di indagine in quanto considerati                  
significativamente correlati alla genitorialita' adottiva.                      
La presentazione analitica di questi aspetti ha lo scopo principale             
di costituire una mappa di riferimento, da non applicare rigidamente,           
utile alle e'quipe centralizzate per l'esaustiva esplorazione sia dei           
fattori di rischio che delle competenze relative alla genitorialita'            
adottiva.                                                                       
L'esaustivita' dell'indagine e' elemento fondamentale di garanzia per           
una equa ed adeguata valutazione della coppia ed anche prerequisito             
per un fattivo abbinamento.                                                     
Tuttavia l'esplorazione, pur nella sua compiutezza, deve anche tener            
conto di un criterio di essenzialita', evitando approfondimenti che             
non siano strettamente necessari agli scopi dell'indagine.                      
7.2.1 La storia della coppia                                                    
La conoscenza della storia dei coniugi deve essere condotta con                 
essenzialita' cercando di individuare gli elementi significativi:               
- del loro percorso di crescita all'interno della famiglia di origine           
con particolare attenzione agli stili educativi familiari                       
sperimentati (ed eventualmente adottati o contrastati);                         
- della loro esperienza di studio e lavoro;                                     
- degli avvenimenti che hanno portato al loro scegliersi e                      
costituirsi come coppia. Va altresi' esplorato come l'esperienza di             
coppia si e' evoluta nella convivenza, quali capacita' e limiti si              
sono evidenziati, quali sono state le fasi critiche incontrate e come           
sono state superate.                                                            
7.2.2 Le motivazioni della scelta adottiva                                      
La consapevolezza individuale e di coppia e l'elaborazione positiva             
delle motivazioni riveste un'importanza fondamentale per un approccio           
costruttivo all'adozione.                                                       
A partire dal racconto dei coniugi su come sono giunti alla scelta              
adottiva e' possibile condurre l'analisi delle motivazioni espresse e           
di quelle latenti, per escludere elementi di rischio quali:                     
- una concezione del bambino adottato come oggetto                              
compensatorio-risarcitorio del proprio insuccesso procreativo,                  
anziche' come soggetto attivo e compartecipe di una "doppia                     
riparazione" autentica: sia del lutto procreativo da parte della                
coppia, che dell'abbandono precocemente subito da parte del bambino;            
- la necessita' di agire, il desiderio di rendere il bambino                    
"pseudo-biologico". Tale desiderio e' riscontrabile attraverso le               
fantasie di adozione di un bimbo molto piccolo "senza storia e senza            
memoria";                                                                       
- motivazioni ideologiche/politiche, terapeutiche, assistenziali,               
salvifiche, solidaristiche, religiose (talvolta anche compresenti in            
modo variamente articolato), vissute in modo talmente radicale da               
pregiudicare la capacita' di ascolto dei reali bisogni del bambino              
adottivo;                                                                       
- la presenza di una forte difformita' motivazionale tra i coniugi              
per cui uno dei due supporta il desiderio adottivo dell'altro, senza            
condividerlo pienamente.                                                        
7.2.3 Le competenze genitoriali richieste in ambito adottivo                    
L'analisi delle caratteristiche di personalita' dei coniugi deve                
permettere di evidenziare i tratti che si pongono, di norma, come               
fattori facilitanti il percorso adottivo e che costituiscono la base            
di una prognosi positiva di evoluzione della eventuale esperienza               
adottiva. Potranno quindi essere esplorati ed evidenziati i seguenti            
aspetti:                                                                        
- capacita' di gestire adeguatamente le proprie emozioni, di                    
condividere situazioni emotive e di esprimere la propria                        
affettivita';                                                                   
- capacita' di tollerare le frustrazioni;                                       
- sentimento di adeguatezza personale e vitalita';                              
- attitudine al divenire, alla dialettica, contrapposta alle tendenze           
alla chiusura, all'appiattimento sullo status quo, a perpetuare                 
acriticamente e coattivamente un modello educativo-affettivo appreso            
o ideologicamente costruito;                                                    
- capacita' della coppia di prefigurarsi l'esperienza genitoriale e             
di focalizzarne gli aspetti educativi in relazione anche agli stadi             
di crescita del bambino;                                                        
- attitudine a costruire il significato positivo ed evolutivo delle             
esperienze proprie, e di quelle del bambino, soprattutto nei momenti            
in cui la relazione con l'altro (operatori, ma anche parenti,                   
insegnanti, compagni di scuola) suscita interrogativi,                          
incomprensioni, contrapposizioni, conflitti, crisi, potenzialmente              
suscettibili di sfociare nella chiusura e passivita', oppure nella              
intolleranza, svalutazione, ostilita', prevaricazione. Tale capacita'           
di donare significato intellettivo ed emotivo alle esperienze va                
anche esplorata nella direzione della co-costruzione progressiva di             
una verita' narrabile, che consenta al bambino di esorcizzare                   
eventuali e "fantasmi" e di elaborare progressivamente in senso                 
evolutivo il proprio abbandono, iniziando una nuova vita in un nuovo            
contesto all'insegna dell'integrazione e della continuita' della                
propria individualita', accettata e rispettata;                                 
- consapevolezza e disponibilita' a modificare assetti e                        
organizzazione interna in funzione delle reali esigenze del bambino,            
capacita' di utilizzare le risorse esterne e di chiedere aiuto di               
fronte alle difficolta';                                                        
- capacita' di affrontare in modo vario ed efficace le situazioni di            
cambiamento e di squilibrio in relazione alla prospettiva                       
genitoriale;                                                                    
- attitudine a riadattare le relazioni con le rispettive famiglie               
d'origine;                                                                      
- attitudine a sentire/acquisire internamente il figlio adottivo come           
parte di se' e contemporaneamente ad accettare il bambino come altro            
da se', portatore della sua storia e della sua alterita';                       
- modificazione sufficientemente significativa della distanza tra il            
"bambino immaginario" e il "bambino reale";                                     
- capacita' di condividere con il bambino l'esperienza, anche                   
immaginata, della sua famiglia d'origine, rispettando la sua storia e           
individualita' a partire da un corretto e competente atteggiamento              
verso la rivelazione della sua condizione di adottato. Nei percorsi             
formativi delle coppie dovra' dunque trovare spazio la trasmissione             
dei dati scientifici ed empirici sui danni che puo' provocare una               
rivelazione tardiva e la trasmissione delle strategie elaborate dalle           
famiglie per far crescere il bambino, fin dalla prima infanzia, con             
la consapevolezza di essere adottivo. Va tuttavia anche tenuto                  
presente che un intervento condotto a prescindere dall'interesse,               
competenza e disponibilita' del bambino ad affrontare il tema delle             
proprie origini, puo' comportare da parte di questi l'innesco di                
reazione difensive che lo possono portare a rinchiudersi in se'                 
stesso, evitando di esprimere le proprie emozioni oppure a                      
conformarsi superficialmente alle aspettative dell'adulto di essere             
confermato come genitore buono.                                                 
Nel corso dell'indagine sara' necessario esplorare se la coppia                 
definisce una posizione condivisa rispetto al tema rivelazione e come           
esso si caratterizza (sono infatti a valenza negativa gli                       
atteggiamenti tesi a "cancellare" la condizione di adottato). Sara'             
necessario anche comprendere se essa e' portata a facili                        
semplificazioni, ad esempio assumendo che la rivelazione avvenga una            
volta per tutte.                                                                
Andra' inoltre verificata la consapevolezza da parte della coppia               
della specificita' della famiglia adottiva che dovra', in modo                  
ricorrente, affrontare con il bambino il tema delle sue origini, in             
un processo che richiede progressive reinterpretazioni in relazione             
alla maturazione del bambino, al passaggio a nuovi contesti di                  
socializzazione, ed a non sempre prevedibili interferenze esterne di            
tipo svalorizzante (in particolare quando il bambino e' facilmente              
individuabile come adottato). In questo percorso i coniugi devono               
avere la consapevolezza dell'importanza di coltivare in famiglia la             
capacita' di raccontarsi ed elaborare le reciproche emozioni.                   
7.2.4 Le relazioni "interne" alla coppia                                        
Le modalita' con cui si esprimono le relazioni tra i coniugi vanno              
approfondite al fine di evidenziare:                                            
- il clima affettivo all'interno della coppia;                                  
- la coesione e la condivisione degli obiettivi, abilita' di assumere           
e gestire in modo coordinato decisioni, di dare regole, di accordarsi           
sugli stili educativi e di valorizzare diversi stili affettivi;                 
- la capacita' di affrontare e risolvere i problemi che li                      
riguardano, di cooperare e di prendere decisioni;                               
- la capacita' di gestire e accettare le differenze individuali                 
(differenze culturali, religiose, di classe sociale, di provenienza,            
di eta'), senza atteggiamenti di svalorizzazione o prevaricazione;              
- la capacita' di relazionarsi, come coppia, in una rete sociale ed             
amicale;                                                                        
- la capacita' di dialogo e di contenimento del dolore, proprio e               
dell'altro;                                                                     
- le reciproche aspettative di ruolo rispetto al diventare genitori             
adottivi;                                                                       
- il modo in cui si relazionano al percorso adottivo stesso.                    
A tal proposito puo' esser utile porsi alcune domande: vi sono segni            
che indicano un confronto ed una comune elaborazione da parte dei               
coniugi tra un incontro e l'altro? Vi e' una forte divaricazione di             
atteggiamenti (uno dei due si mostra piu' partecipe e l'altro piu'              
assente). Di fronte ai temi od alle richieste introdotte                        
dall'e'quipe, i coniugi si supportano a vicenda o si contrappongono?            
7.2.5 Le relazioni dei coniugi con le famiglie di origine, eventuali            
figli naturali e gli ambienti sociali di riferimento                            
Rispetto al rapporto con le famiglie di origine vanno considerati i             
seguenti aspetti:                                                               
- le capacita' qualitative/quantitative mostrate dai coniugi nel                
ricordare, ripetere, rielaborare e saper comunicare il racconto del             
loro "romanzo" familiare, ed in specifico: il tipo di attaccamento              
vissuto con i propri genitori, nonche' l'esito del processo di                  
separazione/individuazione dal proprio nucleo d'origine;                        
- la posizione, rispetto alla adozione, dei genitori dei candidati;             
- l'esistenza o meno di difficolta' di tipo sociale e sanitario che             
comportino un forte onere di accudimento da parte dei coniugi                   
candidati all'adozione nei confronti dei rispettivi genitori;                   
- le modalita' di relazione tra i due nuclei familiari di origine;              
- la presenza di fantasie volte a dimostrare in modo esasperato di              
essere genitori eccezionali o di inibizioni nella capacita' di                  
proporsi quali genitori "diversi" in quanto adottivi;                           
- le ipotesi e le aspettative rispetto alle modalita' di                        
coinvolgimento (o di esclusione) delle famiglie di origine, in                  
presenza del bambino adottato.                                                  
Per quello che riguarda la presenza di figli naturali nel nucleo, va            
considerato come l'analisi dei rapporti tra questi ed i genitori                
possa facilitare gli operatori nel raccogliere elementi significativi           
sulle modalita' relazionali con cui la coppia esprime la funzione               
genitoriale con uno o piu' bambini e sulla sua capacita' di tollerare           
ed accogliere l'altro da se'. Si rende tuttavia opportuno                       
approfondire in tal caso le motivazioni della scelta adottiva e                 
valutare, compatibilmente con l'eta' dei figli naturali,                        
l'atteggiamento che questi hanno nei confronti dell'adozione e il               
significato e la portata che assume per loro l'inserimento di un                
nuovo membro all'interno delle relazioni familiari e interpersonali.            
Gli approfondimenti in relazione alla scelta adottiva in presenza di            
figli naturali sono indirizzati ad evidenziare se tale richiesta:               
- si concretizza quando il desiderio di un altro figlio risulta                 
ostacolato da aspetti sanitari e psicologici quali: rischio di aborti           
spontanei, eventi traumatici che hanno compromesso la fecondita'                
procreativa e la realizzazione del desiderio di costituirsi come                
"famiglia numerosa", timore di concepire un bambino gravato da                  
handicap in relazione all'eta' "avanzata" della coppia o associato ad           
ansie relative alla percezione del proprio corpo come non piu' adatto           
a procreare, ecc.;                                                              
- e' individuata quale soluzione per superare i problemi legati alla            
separazione-individuazione di un figlio ormai adolescente o quale               
"seconda occasione" per sperimentare una esperienza genitoriale                 
intensa e dedicata che per svariati motivi, non si e' potuta                    
realizzare con il proprio figlio;                                               
- e' espressione di un generico e superficiale desiderio di dare                
compagnia al proprio figlio, anche su sua insistente richiesta;                 
- esprime una tendenza della coppia di tipo megalomanico, tale per              
cui la richiesta adottiva (magari di una coppia di fratelli), e'                
avanzata non tenendo conto dell'eta', dei bisogni e delle difficolta'           
dei figli presenti in famiglia e dello sforzo che rappresenta per               
loro l'arrivo nel nucleo di altri bambini, spesso con problematiche             
specifiche (si pensi al caso in cui bambini grandi provenienti da               
istituzioni rigide e deprivanti, possono agire le loro sofferenze               
scaricandole con violenza anche sui fratelli e/o le sorelle                     
acquisiti, prevaricandoli e soggiogandoli);                                     
- rappresenta prevalentemente una forma immatura di desiderio di                
appartenenza e conformita' ad un sistema di valori di solidarieta',             
di impegno sociale, di volontariato, religioso o politico che connota           
positivamente la scelta adottiva. In tale caso non e' raro                      
riscontrare un quadro psicologico di rigidita' mentale, di                      
disponibilita' poco propensa al dubbio e alla messa in discussione              
delle proprie motivazioni sicure ed inflessibili; nonche' aspettative           
di riconoscimento e gratitudine da parte del figlio adottato vissuto            
come oggetto di un'azione filantropica;                                         
- e' legata alla morte di uno dei propri figli (o fratelli), quale              
forma di auto-terapia atta a negare o a by-passare una sottostante              
depressione ed una elaborazione del lutto incompiuta.                           
Per quanto riguarda specificamente i figli della coppia proponente,             
altri elementi vanno tenuti in considerazione:                                  
- la scelta adottiva dei genitori puo' avere risvolti emotivi sui               
figli biologici che in alcuni casi, possono, a causa di tale                    
richiesta, percepirsi non all'altezza delle aspettative dei genitori            
che, per questo motivo, sono alla ricerca di "un figlio speciale da             
adottare". Queste ed altre dinamiche possono suscitare nei figli                
biologici una maggior esposizione a regressioni, anche parziali e a             
sentimenti di invidia nei confronti del nuovo arrivato, con                     
espressioni di critica per le cure a lui prodigate dai genitori                 
naturali. In altri casi, puo' ingenerarsi una sorta di delega al                
nuovo venuto, vissuto come compromesso praticabile per sanare una               
"sindrome genitoriale del nido vuoto" e per fornire un accettabile              
lasciapassare per l'autonomia al figlio della coppia;                           
- in eta' infantile o scolare, a fronte dell'adozione, e' probabile             
che si attivino nel figlio naturale fantasie riferibili all'abbandono           
(paura di rimanere soli, come i fratelli adottivi prima di arrivare             
nella loro famiglia), all'espulsione dalla famiglia (operata da parte           
dei propri genitori biologici), all'essere stati causa con la propria           
nascita di danni irreparabili al corpo materno, alle motivazioni sul            
perche' i genitori sono andati cosi' lontano a prendere un altro                
figlio (forse egli non era abbastanza per loro, o non era degno del             
loro amore), nonche' difficolta' a collocare l'evento adottivo nel              
quadro delle sue teorie sulla sessualita' e sulla procreazione                  
(assenza della "mamma di pancia" e/o fratello che "nasce gia'                   
grande");                                                                       
- in eta' pre-adolescenziale o adolescenziale, i conflitti interni ed           
in seno alla famiglia assumono tonalita' piu' intense in quanto                 
l'arrivo del fratello adottivo puo' essere vissuto dal figlio                   
adolescente come un rifiuto  da parte dei genitori di  occuparsi di             
lui/lei e delle problematiche connesse a questa complessa fase                  
evolutiva ed espressione della loro preferenza a continuare ad                  
interessarsi di bambini.                                                        
Per quello che riguarda la relazione tra la coppia e gli ambienti               
sociali di riferimento andranno esplorate:                                      
- la qualita' dell'inserimento nel contesto sociale, la capacita' di            
creare relazioni significative che possano essere veicolo per                   
costituire un positivo ambiente per la socializzazione del bambino;             
- la condizione lavorativa dei coniugi come eventuale fonte di disagi           
che possano condizionare significativamente la serenita' e la                   
qualita' della relazione con il figlio adottivo;                                
- l'apertura a condividere con piu' soggetti (tra cui gli operatori             
dei servizi interessati) l'esperienza di accoglienza del bambino.               
7.2.6 Le patologie sanitarie e i fattori compromissori l'espletamento           
della competenza genitoriale richiesta in ambito adottivo                       
Vi sono patologie di tipo sanitario considerate pregiudizievoli della           
capacita' della coppia di esercitare nel tempo la funzione adottiva.            
Tali patologie vengono escluse od evidenziate dalle certificazioni              
rilasciate dalle Aziende Unita' sanitarie locali (ci si riferisce a             
patologie organiche con sintomatologia conclamata a prognosi                    
infausta, con particolare riferimento a patologie di tipo                       
tumorale/neoplastico/degenerativo, HIV, gravi cardiopatie ecc.).                
L'esistenza delle certificazioni sanitarie non esime gli operatori              
che conducono i colloqui dal considerare con la coppia tale aspetto.            
Il lavoro svolto da psicologi ed assistenti sociali dovra' mirare               
anche a verificare che nei potenziali genitori adottivi non siano               
presenti fattori potenzialmente patogeni, tali da compromettere la              
formazione di uno stabile e sicuro attaccamento con l'adottando. In             
particolare si fa riferimento a:                                                
- disturbi della condotta (per es. aggressione a persone o animali,             
distruzione della proprieta', frode o furto, gravi violazioni di                
regole);                                                                        
- disturbi correlati ad uso di sostanze, al gioco d'azzardo                     
patologico, alla cleptomania, ecc.;                                             
- gravi forme di depressione, psicosi, l'aver subito abusi e gravi              
trascuratezze o comunque esperienze traumatiche non adeguatamente               
rielaborate e in grado di influenzare negativamente la competenza               
genitoriale;                                                                    
- gravi forme di disturbi d'interesse psichiatrico: dell'umore,                 
d'ansia, di personalita';                                                       
- esacerbati problemi relazionali tra partner (in particolare in                
relazione a fattori psico-sociali stressanti quali ad esempio esami             
per l'accertamento della fecondita'/sterilita' della coppia,                    
gravidanze interrotte, iter terapeutico di fecondazione assistita,              
lutto non elaborato per la perdita di un figlio, ecc.);                         
- la presenza di modalita' difensive poco evolute (proiezione,                  
negazione) che si accompagnano a rigidita' di atteggiamenti e di                
aspettative.Oltre gli aspetti francamente patologici vanno anche                
evidenziati:                                                                    
- il vissuto della eventuale sterilita'/infertilita'/lutto. E' questa           
una parte particolarmente delicata e sensibile nella fase                       
preparatoria e valutativa della coppia in quanto investe vissuti                
profondi e dolorosi che potrebbero richiedere un trattamento                    
specifico, con eventuale invio a specialisti competenti, offrendo, in           
prima istanza la possibilita' di avvalersi di professionisti del                
settore pubblico. Sara' quindi necessario porre particolare                     
attenzione all'avvenuta elaborazione del lutto per l'impossibilita'             
di una procreazione naturale; infertilita' vissuta non come una                 
ferita ancora dolorante, un vuoto, un'offesa, ma come una condizione            
riparabile attraverso l'investimento in una "procreazione                       
affettiva";                                                                     
- le eventuali resistenze, paure, pregiudizi, abitudini di vita dei             
singoli coniugi e della coppia, che, nel confronto con il bambino,              
possano fare rischiare una destrutturazione-disorganizzazione del               
nucleo familiare;                                                               
- le discrepanze fra i desideri e le risorse;                                   
- il vuoto emozionale e/o ideativo;                                             
- la presenza di atteggiamenti enfatici che vanno dall'acritica                 
accettazione di ogni proposta senza manifestare preferenze o dubbi,             
alla scelta di adottare per motivi esclusivamente ideali, alla                  
sopravvalutazione delle proprie capacita', all'atteggiamento                    
salvifico verso un bambino bisognoso, al volere un bambino ad ogni              
costo espresso ossessivamente attraverso ripetute domande di                    
adozione, "viaggi della speranza" in regioni o stati "facili", ecc.             
La formulazione di una "doppia domanda di adozione", sia nazionale              
che internazionale, vissuta unicamente come espediente per aumentare            
le probabilita' di successo;                                                    
- se vi sono gia' figli naturali, varra' la pena di verificare se la            
coppia esplicita o manifesta una sicurezza psicologica aprioristica,            
sostenuta dall'essere gia' genitori; e se esprime una capacita' di              
valutare la scelta adottiva anche attraverso gli occhi dei loro                 
figli, valorizzandone bisogni e desideri, e pervenendo ad una                   
condivisione emotiva, oltre che razionale, di un simile impegnativo             
ed implicante progetto.                                                         
Anche se ogni situazione va vista caso per caso, occorre fare la                
necessaria chiarezza sul fatto che la presenza degli elementi                   
patologici o problematici descritti puo' rappresentare difficolta'              
nell'abbinamento sia all'estero, che in Italia in quanto, sia da                
parte del Tribunale dei minorenni che da parte dell'Autorita'                   
competente della nazione d'origine del bambino, nell'individuare i              
potenziali genitori, si tende ad operare la scelta presumibilmente              
piu' vantaggiosa e sicura per il bambino stesso. Vi e' quindi una               
forte possibilita' di esclusione per i candidati che hanno                      
probabilita' tanto piu' alte della norma di ammalarsi gravemente, di            
lasciare precocemente orfano un bambino,  oppure impegnati in                   
defatiganti interventi di procreazione assistita o nell'elaborazione            
di seri problemi personali. Infatti, nelle situazioni descritte, agli           
adulti sono richieste notevoli energie e devono poter essere liberi             
di sentirsi e di mostrarsi depressi, tutte condizioni che                       
diminuiscono la disponibilita' effettiva all'accoglienza di un                  
bambino.                                                                        
7.2.7 Gli aspetti di specificita' connessi alla disponibilita' per              
l'adozione internazionale                                                       
Sono particolarmente rilevanti ai fini della valutazione delle coppie           
per l'accoglienza di un minore straniero:                                       
- la capacita' di riconoscere e superare i pregiudizi relativi alla             
diversita' etnica e culturale e quindi la disponibilita' a adottare             
un bambino di qualsiasi Paese;                                                  
- la consapevolezza delle specificita' che caratterizzano                       
l'accoglienza in famiglia di un bambino di diversa etnia, colore,               
cultura, lingua, storia, salute;                                                
- la considerazione delle implicazioni derivanti dal ridefinire la              
propria famiglia come "interetnica";                                            
- l'attitudine a tollerare ed affrontare gli atteggiamenti di                   
"razzismo" provenienti dall'esterno;                                            
- la capacita' di riconoscere la normalita' delle difficolta' e la              
disponibilita' a supportare una "normalita' difficile";                         
- l'attitudine a sostenere il bambino nell'inevitabilmente doloroso             
processo di elaborazione delle fantasie sulla propria famiglia                  
naturale.                                                                       
7.3 Stesura della relazione finale                                              
La relazione conclusiva dell'indagine psicosociale dovra' avere                 
caratteristiche tali da facilitare il compito del Tribunale per i               
minorenni e l'appropriatezza degli eventuali successivi abbinamenti.            
La relazione dei Servizi dovra' essere elaborata e firmata                      
congiuntamente da assistente sociale e psicologo/a, e redatta nel               
rispetto dei seguenti criteri:                                                  
- esaustivita': la relazione dovra' trattare tutti gli ambiti di cui            
al precedente punto 7.2;                                                        
- fedelta': contenere tutti gli elementi che si sono evidenziati                
negli incontri tra operatori e coppie, evitando di norma di ricorrere           
ad informazioni provenienti da altre fonti;                                     
- congruita': orientamento alla messa in luce delle caratteristiche             
della coppia e non ad altro. Le considerazioni finali degli operatori           
dovranno essere strettamente correlate con gli elementi contenuti               
nell'indagine sulle quali esse sono basate;                                     
- attendibilita': le stesse considerazioni dovrebbero potere essere             
espresse da altri operatori che, rifacendo il medesimo percorso di              
indagine, avessero acquisito gli stessi elementi;                               
- armonicita': la relazione dovra' essere ben regolata tra le sue               
parti in modo che non prevalgano, ad esempio, minuziose descrizioni             
della storia personale dei coniugi o della loro casa rispetto                   
all'approfondimento di punti focali quali la motivazione, la                    
disponibilita' ad accogliere e le potenzialita' educative                       
nell'affrontare le situazioni da parte della coppia;                            
- chiarezza nel linguaggio: va fatta attenzione al linguaggio                   
utilizzato che, senza perdere di incisivita', dovra' essere orientato           
ad una piena fruibilita' sia da parte degli altri professionisti                
(giudici togati ed onorari, esperti degli enti autorizzati), che da             
parte della coppia stessa. Va in particolare considerato che nel caso           
dell'adozione internazionale la relazione dovra' essere tradotta per            
essere esaminata dalle Autorita' straniere competenti, cio' richiede            
attenzione nella stesura del testo affinche' i riferimenti tecnici e            
concettuali utilizzati possano essere univocamente interpretati anche           
in altri ambiti culturali;                                                      
- chiarezza prognostica: la relazione dovra' esplicitare la posizione           
degli operatori circa l'esistenza delle condizioni sufficienti per la           
fattibilita' dell'esperienza adottiva e sulla prognosi di                       
possibilita' di buona riuscita dell'eventuale relazione                         
adottanti/adottato. Per quanto riguarda l'abbinamento e' importante             
che vengano specificate nella relazione al Tribunale per i minorenni            
non solo la richiesta dei candidati, ma anche le considerazioni degli           
operatori sulla disponibilita' indicata dalla coppia e sulle                    
motivazioni profonde di tale scelta.                                            
Nel caso siano stati utilizzati dei test e' importante indicare quali           
ed eventualmente allegare il materiale grezzo per favorire il lavoro            
dei giudici onorari e togati e degli esperti delle Autorita'                    
straniere competenti.                                                           
Allo stesso scopo e' importante esplicitare nella relazione le                  
modalita' relazionali intercorse tra coppia ed operatori nel corso              
dell'indagine, anche a partire dalla considerazione che una coppia              
che sa raccontarsi con gli operatori ha piu' probabilita' di essere             
capace di raccontare/raccontarsi con il bambino.                                
Va anche specificato in che modo e' stata effettuata la restituzione            
e quali sono state le reazioni ed i commenti della coppia.                      
Viene particolarmente raccomandato l'utilizzo di un quadro                      
riassuntivo da anteporre alla relazione contenente alcune                       
informazioni essenziali quali i dati anagrafici della coppia, la data           
di inizio e di conclusione dell'indagine, il numero di incontri                 
effettuati e la modalita' di svolgimento della collaborazione tra               
psicologo ed assistente sociale.                                                
8. Aspetti specifici del percorso di indagine                                   
8.1 La restituzione                                                             
La restituzione alle coppie dei contenuti delle relazioni predisposte           
per l'invio al Tribunale per i minorenni assume rilevanza perche'               
rappresenta il momento conclusivo di una fase che ha visto i coniugi            
particolarmente esposti e gli operatori molto impegnati                         
nell'acquisire gli elementi necessari. Gli esiti di questo comune               
impegno finalizzato a tutelare un bambino non ancora conosciuto non             
possono restare appannaggio di uno solo dei due interlocutori, in               
quanto cio' risulterebbe in stridente contraddizione con il tipo di             
contesto collaborativo che si e' cercato di costruire.                          
quindi opportuno che gli operatori socializzino con la coppia                   
attraverso uno specifico colloquio di restituzione, gli elementi piu'           
significativi che saranno contenuti nella relazione per il Tribunale            
per i minorenni. Cio' potra' avvenire anche attraverso la lettura               
alla coppia della relazione stessa. Tale procedura puo' permettere              
agli operatori di essere trasparenti rispetto alle loro valutazioni,            
di verificare con i coniugi l'esattezza dei riferimenti e dei dati              
contenuti nella relazione, nonche' la chiarezza del linguaggio e dei            
concetti utilizzati.                                                            
L'annotazione nella relazione dei commenti alla lettura da parte                
della coppia e' particolarmente raccomandata in quanto potra' essere            
utile ad orientare i colloqui che verranno svolti successivamente dai           
giudici onorari.                                                                
Si ritiene invece inopportuno consegnare ai coniugi copia della                 
relazione in quanto essa e' espressamente destinata al Presidente del           
Tribunale per i minorenni.                                                      
8.2 Le indagini con coppie gia' precedentemente istruite                        
L'indagine psicosociale rivolte a coppie che hanno gia' avuto in                
adozione un bambino o per le quali e' scaduto il termine di validita'           
dell'idoneita', presentano alcuni elementi di specificita'.                     
Nel primo caso l'attenzione andra' portata sugli aspetti                        
motivazionali che spingono la coppia a richiedere un altro bambino in           
quella specifica fase del proprio percorso di vita. In particolare              
andra' approfondita questa nuova disponibilita' rispetto all'altro              
figlio adottivo (o anche agli altri figli se ve ne sono), se vi e'              
una sopravvalutazione delle proprie capacita' genitoriali od                    
organizzative e una qualche forma larvata di rifiuto del bambino                
precedentemente adottato. Si analizzera' quali possono essere gli               
effetti dell'ingresso in famiglia di un soggetto che richiede forte             
accudimento e attenzione. Come gia' accennato, in riferimento alla              
presenza di figli naturali, anche in questo caso si trattera' di                
evincere in relazione alla loro eta' e livello di comprensione, il              
modo in cui essi stessi percepiscono la prospettiva di un nuovo                 
ingresso in famiglia.                                                           
L'impianto complessivo dell'indagine sara' quindi caratterizzato da             
una semplificazione per quanto riguarda le parti che richiedono solo            
un aggiornamento (ad es. storia della coppia e patologie sanitarie) e           
da una precisa focalizzazione sugli aspetti motivazionali, sulla                
valutazione delle risorse effettivamente disponibili e sui                      
rischi/opportunita' per i figli gia' presenti nel nucleo.                       
L'e'quipe centralizzata valutera' assieme alla coppia l'opportunita'            
che questa partecipi, anche contestualmente all'indagine, ai corsi di           
preparazione.                                                                   
Nel secondo caso l'indagine dovra' prestare particolare attenzione              
agli aspetti od avvenimenti che hanno impedito alla coppia di poter             
dare seguito alla propria idoneita', nonche' alle connotazioni che              
assume la riaffermata disponibilita' adottiva.                                  
La ricostruzione del percorso, anche emotivo, che la coppia ha                  
compiuto dopo l'idoneita', l'evidenziazione di aspetti di                       
esasperazione o depressivi, la permanenza di una disponibilita'                 
all'accoglienza di un bambino piena e non offuscata da sopravvenuti             
vissuti risarcitori per il lungo periodo di attesa, sono alcuni degli           
aspetti principali che saranno al centro della nuova indagine.                  
L'emergere o meno di criticita' relative agli aspetti citati                    
orientera' gli operatori nella definizione delle modalita' e della              
durata della nuova indagine che sara' comunque sempre ispirata ad un            
criterio di essenzialita'.                                                      
8.3 La visita domiciliare                                                       
La visita domiciliare effettuata preferibilmente da entrambi i                  
professionisti (psicologo ed assistente sociale) si svolge verso la             
fine del percorso di indagine, prima dell'ultimo o degli ultimi due             
incontri.                                                                       
Poiche' l'effettuazione della visita domiciliare costituisce un                 
elemento di intrusivita' nella vita della coppia, e' preferibile                
realizzarla in un momento del percorso in cui si e' gia' costruita              
una reciproca conoscenza e si sono superati eventuali timori di tipo            
persecutorio da parte della coppia nei confronti della dimensione               
valutativa.                                                                     
La visita domiciliare ricopre una rilevanza particolare perche'                 
permette di incontrare la coppia nel proprio ambiente, facilitando              
l'evidenziazione degli interessi dei coniugi, permettendo di                    
"respirare" il clima della casa e di cogliere come vengono                      
distribuiti i compiti di gestione. Si puo' verificare se esiste il              
posto per il futuro bambino e come esso viene interpretato, piu' in             
generale come si pensa di riorganizzare gli spazi e la distribuzione            
dei compiti in funzione dell'arrivo di un nuovo membro della                    
famiglia.                                                                       
In alcuni casi, quando vi e' coabitazione o significativa prossimita'           
abitativa con i genitori dei candidati o vi e' un  progetto di                  
accoglienza basato su un importante coinvolgimento dei futuri nonni,            
puo' essere utile proporre  il loro coinvolgimento nella visita                 
domiciliare. In questo modo e' possibile verificare l'effettivo                 
livello di accettazione/condivisione, collaborazione ed accoglienza             
che la rete familiare puo' mettere in campo e l'esistenza o meno di             
significative tensioni intergenerazionali.                                      
La verifica di come sono accolti gli operatori che effettuano la                
visita domiciliare e' un indicatore della posizione dei coniugi                 
rispetto allo svolgimento dell'indagine.                                        
Qualora l'andamento dei colloqui abbia gia' fatto emergere una chiara           
inadeguatezza della coppia rispetto alla genitorialita' adottiva, si            
ritiene preferibile rinunciare alla visita domiciliare che, in tal              
caso, potrebbe assumere una valenza di non necessaria intrusivita'              
nei confronti della coppia.                                                     
La visita domiciliare va concertata con i coniugi rispettandone tempi           
e necessita' organizzative.                                                     
8.4. L'utilizzo dei test                                                        
L'utilizzo dei test di tipo tradizionale (come Rorschach e TAT), da             
parte dello psicologo costituisce un aspetto delicato che, se non               
considerato con attenzione, puo' incrinare il clima di fiducia e di             
dialogo che gli operatori hanno cercato di costruire con le coppie.             
Per queste ragioni e' opportuno far ricorso ai test psicodiagnostici            
in modo non generalizzato, ma solo all'occorrenza, in particolare               
qualora essi siano considerati utili per raccogliere elementi atti a            
escludere o confermare la presenza di patologie psichiche in atto.              
In ogni caso lo psicologo avra' cura di spiegare ai coniugi il                  
significato e il fine del test utilizzato e di informarli                       
successivamente sugli elementi emersi. I coniugi non devono essere              
infatti considerati come mero oggetto di diagnosi, ma come gli                  
interlocutori di uno scambio in cui trovi spazio di espressione sia             
la professionalita' e l'esperienza degli operatori, sia il patrimonio           
morale e culturale che sottosta' alla disponibilita' della coppia               
all'adozione.                                                                   
Diverso puo' essere il discorso per quelle tecniche (simulazioni,               
problem solving, esercizi anche espressivi) che aiutano gli operatori           
ad evidenziare aspetti non completamente presenti alla consapevolezza           
dei coniugi.                                                                    
Le tipologie di tecniche quali quelle descritte sono infatti meno               
connotate in termini di esplorazione del profondo, possono spesso               
essere proposte in dimensione di gioco e si prestano ad una                     
riflessione congiunta che puo' accomunare operatori e coppie a                  
partire dalla comune curiosita' nei confronti della conoscenza delle            
tante sfaccettature con cui puo' essere espressa la competenza                  
genitoriale.                                                                    
8.5 L'adozione a rischio giuridico                                              
Si tratta di un aspetto particolare che riguarda la possibilita' che            
l'accoglienza adottiva di un bambino venga iniziata ma                          
successivamente interrotta per motivi giuridici. Tale evenienza puo'            
duramente provare sul piano emotivo e affettivo la coppia. Questa               
eventualita' va illustrata, come elemento di riflessione sia nei                
corsi di preparazione che durante le indagini psicosociali, anche per           
verificare le possibili reazioni/concezioni della coppia a tal                  
riguardo.                                                                       
opportuno verificare se l'accettazione di tale eventualita' si                  
accompagni con l'offerta di disponibilita' piena all'accoglienza dei            
bisogni dell'altro e con la capacita' di gestire l'ansia.                       
Andranno quindi esplorati in particolare gli aspetti della paura                
della perdita, della separazione e del distacco doloroso.                       
8.6 Ricorso ad altre e'quipe centralizzate per lo svolgimento della             
indagine psicosociale                                                           
Nei casi in cui tra gli operatori dell'e'quipe centralizzata                    
competente territorialmente e uno o entrambi i coniugi candidati                
all'adozione si riscontrino situazioni caratterizzate da pregressa              
conoscenza amicale, relazioni di parentela, rapporti gerarchici di              
tipo professionale o amministrativo, o comunque tali da rendere                 
sconsigliabile l'effettuazione dell'indagine psicosociale da parte              
dei medesimi operatori, i Servizi dovranno agevolare l'invio della              
coppia stessa ad un'altra e'quipe centralizzata, possibilmente                  
limitrofa, per territorio nella logica della collaborazione tra i               
Servizi.                                                                        
9. Aspetti organizzativi: numero minimo, frequenza, durata e                    
modalita' di conduzione degli incontri                                          
L'indagine psicosociale verra' avviata concordando con le coppie le             
date degli incontri. Questi dovranno essere abbastanza ravvicinati,             
ma non troppo intensivi per conciliare l'esigenza di concludere il              
percorso entro i quattro mesi previsti tassativamente dalla normativa           
con quella di assicurare ai coniugi un tempo sufficiente, tra un                
incontro e l'altro, per una propria rielaborazione. In casi                     
eccezionali, quando appare opportuno assicurare alla coppia un tempo            
piu' congruo per verificare le proprie motivazioni, l'indagine puo'             
essere temporaneamente sospesa per un periodo di tempo sufficiente  a           
permettere ai coniugi di svolgere il necessario percorso di                     
riflessione.                                                                    
In tal caso l'e'quipe centralizzata ne dara' comunicazione al                   
responsabile dell'ente di appartenenza.                                         
I colloqui dovranno essere congiuntamente condotti dall'assistente              
sociale e dallo psicologo, salvo esigenze particolari di tipo tecnico           
che richiedano la presenza di uno solo di questi professionisti. Gli            
incontri dovranno prevedere la presenza di entrambi i coniugi, salva            
la possibilita' di ricorrere anche a colloqui individuali. Nel caso             
vi siano altri adulti conviventi ad es. genitori o fratelli degli               
adottandi o figli in grado di esprimere una propria valutazione                 
rispetto all'evento adottivo, e' opportuno che questi siano coinvolti           
in almeno uno degli incontri.                                                   
Nei colloqui dovranno essere trattati i temi indicati al precedente             
punto 7.2 "Adeguata acquisizione di elementi ed approfondimenti".               
Nel corso degli incontri, preferibilmente nella fase conclusiva, gli            
operatori dovranno mettere a disposizione delle coppie adeguate                 
informazioni sugli enti autorizzati utili per la libera scelta                  
dell'interlocutore cui affidarsi nel caso di adozione all'estero,               
nonche' ribadire le successive tappe del percorso adottivo.                     
In tale fase, se non si e' gia' fatto, e' anche opportuno che vengano           
fornite indicazioni per contattare altre coppie, precedentemente                
resesi disponibili, che hanno gia' realizzato l'adozione e che si               
siano mostrate competenti nel trasmettere in modo costruttivo la                
propria esperienza.                                                             
Per quanto riguarda la durata degli incontri si prevede che ciascuno            
di essi comportera' mediamente un'ora e trenta di lavoro per ogni               
professionista. Fanno eccezione il colloquio di restituzione (la cui            
durata puo' essere limitata ad un'ora) e la visita domiciliare                  
(durata circa due ore). Quest'ultimo intervento richiede, accanto               
allo spazio per il colloquio, anche il tempo per la visita della                
casa, nonche' per gli spostamenti degli operatori.                              
Va poi considerato inoltre il tempo per il confronto tra psicologo e            
assistente sociale per la preparazione degli incontri e la                      
valutazione degli esiti dei medesimi, la stesura dei verbali di                 
incontro e della relazione finale.                                              
PARTE IV: Accompagnamento dei nuclei adottivi                                   
1. Riferimenti normativi specifici                                              
La Legge 184/83 e successive modificazioni per quanto riguarda                  
l'adozione nazionale all'art. 22, comma 8 specifica che "Il Tribunale           
per i minorenni vigila sul buon andamento dell'affidamento                      
preadottivo avvalendosi anche del Giudice tutelare e dei Servizi                
locali sociali e consultoriali. In caso di accertate difficolta',               
convoca, anche separatamente, gli affidatari e il minore, alla                  
presenza, se del caso, di uno psicologo, al fine di valutare le cause           
all'origine delle difficolta'. Ove necessario, dispone interventi di            
sostegno psicologico e sociale".                                                
Per quanto riguarda l'adozione internazionale, la stessa legge                  
all'art. 34, comma 1, dispone: "Il minore che ha fatto ingresso nel             
territorio dello Stato sulla base di un provvedimento straniero di              
adozione o di affidamento a scopo di adozione gode, dal momento                 
dell'ingresso, di tutti i diritti attribuiti al minore italiano in              
affidamento familiare" e al comma 2: "Dal momento dell'ingresso in              
Italia e per almeno un anno ai fini di una corretta integrazione                
familiare e sociale, i servizi socio-assistenziali degli Enti locali            
e gli enti autorizzati, su richiesta degli interessati, assistono gli           
affidatari, i genitori adottivi e il minore. Essi in ogni caso                  
riferiscono al Tribunale per i minorenni sull'andamento                         
dell'inserimento, segnalando le eventuali difficolta' per gli                   
opportuni interventi".                                                          
Il Protocollo, al punto 10) Avvio dell'adozione, sottolinea, tra                
l'altro, che: "... gli enti titolari delle funzioni in materia di               
minori sono chiamati dalla Legge 476/98 a svolgere, in collaborazione           
e nel contempo, attivita' di sostegno del nucleo adottivo e funzioni            
di controllo sull'andamento dell'adozione, riferendone al Tribunale             
per i minorenni ed alla Autorita' straniera. L'esercizio congiunto e            
coordinato di queste due funzioni e' essenziale, considerate la                 
necessita' di tutelare prioritariamente il bambino (prevenendo il               
fallimento adottivo) e la criticita' della fase del suo inserimento             
nel contesto familiare, sociale e scolastico".                                  
In particolare il Protocollo individua una serie di impegni a carico            
del sistema integrato dei Servizi (costituito dai Servizi                       
territoriali e dagli Enti autorizzati) da assumere nella fase                   
successiva all'inserimento del bambino nella nuova famiglia. Tali               
impegni riguardano le forme, i contenuti e la durata del monitoraggio           
del percorso adottivo, l'opportunita' di una chiara informazione alla           
coppia sui contenuti e sulle modalita' con cui esso viene condotto,             
la presentazione alla coppia da parte dei Servizi territoriali e                
degli enti autorizzati di una precisa proposta per un adeguato                  
supporto psicologico e sociale al nucleo, con la finalita' di una               
prima stabilizzazione delle relazioni intrafamiliari e del bambino              
nel contesto sociale, la promozione del confronto delle esperienze              
tra diversi nuclei adottivi, quale forma di reciproco aiuto,                    
l'attivazione del sostegno psicoterapeutico alla relazione tra                  
genitori e figli, qualora si individuino precise disfunzioni.                   
2. Specificita' ed integrazione di ruoli tra Servizi ed enti                    
autorizzati nel post-adozione                                                   
La fase dell'inserimento del bambino nella nuova famiglia e nel nuovo           
contesto sociale richiede un alto livello di collaborazione tra                 
Servizi territoriali e Servizi degli enti autorizzati; tale                     
integrazione si realizza a partire dalla chiarezza sui rispettivi               
ruoli e dalla condivisione dei significati attribuiti alle funzioni             
che ciascun soggetto svolge nel sistema integrato di Servizi.                   
Il citato Protocollo richiama alcuni elementi di specificita' dei               
Servizi degli enti autorizzati e territoriali che possono essere di             
aiuto per capire come le attivita' di sostegno e monitoraggio possano           
essere condotte in modo utilmente differenziato.                                
In particolare viene riconosciuto che gli enti autorizzati hanno                
maturato forti competenze sugli aspetti relativi alla condizione dei            
minori abbandonati nei Paesi di origine, sui modelli culturali che li           
caratterizzano, sui problemi che piu' frequentemente presentano.                
Forte ed esclusiva e' anche la competenza degli Enti autorizzati                
sulle modalita' di assistenza e sostegno nelle delicate fasi                    
dell'avvicinamento, incontro e delle prime relazioni tra la coppia ed           
il bambino nel paese straniero.                                                 
Ai Servizi territoriali viene attribuita una maggior competenza sulla           
adozione complessivamente intesa, a partire dall'esperienza di                  
accompagnamento dei coniugi nel loro percorso istruttorio e sulla               
comunicazione che si puo' avere con il bambino rispetto alla sua                
esperienza di adottato e sul modo di affrontare il problema della sua           
origine e della sua storia. Ai Servizi territoriali va inoltre                  
ricondotta una specifica competenza per quanto riguarda le metodiche            
di collaborazione con il personale scolastico per favorire                      
l'integrazione dei bambini portatori di specifici bisogni.                      
Vi puo' quindi essere una diversa "vocazione" di base tra Servizi               
territoriali ed enti autorizzati.                                               
I primi di norma piu' competenti per quello che riguarda il percorso            
evolutivo intrafamiliare e le possibilita' di integrazione offerte              
dal contesto sociale, i secondi per quello che riguarda gli effetti             
del retroterra culturale del bambino nella costruzione della                    
relazione con le figure parentali e nell'impatto con il nuovo                   
ambiente di vita.                                                               
Questo riferimento alle diverse "vocazioni" e competenze costituisce            
un primo, ma non sufficiente elemento per definire concretamente "chi           
fara' che cosa" nell'ambito del progetto di accompagnamento delle               
coppie nella fase post-adottiva.                                                
Infatti, per individuare come il diverso contributo professionale               
degli operatori dei Servizi territoriali e degli enti autorizzati               
possa essere effettivamente articolato e per strutturare e "mixare"             
in modo ottimale l'esercizio delle rispettive funzioni, e' opportuno            
tenere conto di:                                                                
- quali risorse si renderanno effettivamente disponibili                        
dall'incontro tra il Servizio territoriale cui la famiglia fa                   
riferimento e l'ente autorizzato che essa ha prescelto. Non si vuole            
qui fare riferimento solo alle risorse professionali, ma anche alla             
esistenza di metodologie consolidate, al radicamento territoriale               
dell'ente autorizzato, alla attivazione, presso quel Servizio                   
territoriale o presso quell'Ente, di gruppi di incontro per famiglie            
adottive, alla preesistenza di un valido rapporto di collaborazione             
tra Servizi territoriali e gli insegnanti della scuola dove sara'               
inserito il bambino;                                                            
- quali preferenze sono espresse dalla coppia. La discrezionalita'              
che la Legge 476/98 lascia alle coppie che realizzano l'adozione                
internazionale per quanto riguarda la richiesta di sostegno comporta            
non solo che queste possano scegliere se farsi o meno sostenere, ma             
anche da chi. Per quanto riguarda l'adozione nazionale, la fase                 
dell'inserimento del bambino nel nuovo contesto sociale e familiare             
richiede una altrettanto forte integrazione tra tutti i Servizi                 
territoriali in possesso delle competenze relative al sostegno dello            
sviluppo sociale, educativo e alla tutela sanitaria del bambino e               
della famiglia. Particolarmente stretta dovra' essere la                        
collaborazione con il Tribunale per i minorenni, cui la legge affida            
la vigilanza del buon andamento dell'affidamento preadottivo e la               
facolta' di disporre interventi di sostegno psicologico e sociale.              
3. Aree di criticita'                                                           
La collaborazione tra Servizi ed enti autorizzati e' lo strumento               
migliore per affrontare le aree critiche che esistono nella fase                
della formazione del nuovo nucleo.                                              
Tali aree, se non adeguatamente presidiate, possono comportare un               
rischio di fallimento adottivo sia in senso stretto (con rottura                
definitiva dei rapporti tra famiglia e bambino), che in senso piu'              
esteso (sviluppo di una situazione di sofferenza tendente a                     
cronicizzarsi e con forte rischio di drop out in fase                           
adolescenziale). Si indicano qui di seguito alcune delle principali             
criticita' da affrontare.                                                       
3.1 La pregressa non integrazione tra Servizi territoriali ed enti              
autorizzati                                                                     
La mancanza di una precedente esperienza di collaborazione tra Enti             
autorizzati e Servizi costituisce di per se' un elemento di                     
criticita'. Ancora oggi, nonostante le indicazioni della Legge                  
476/98, Servizi ed enti autorizzati operano in due ambiti nettamente            
distinti. Il principale effetto negativo di questa separatezza e' che           
la maggior parte delle coppie, durante il periodo che va dalla                  
conclusione dell'indagine psicosociale al rientro in  Italia con il             
bambino (periodo che spesso supera i due anni), non mantengono i                
contatti con i Servizi territoriali. Non solo: la mancanza di                   
raccordo tra enti autorizzati e Servizi comporta anche che sara' la             
coppia a contattare i medesimi se e quando lo riterra' opportuno.               
Spesso cio' succede quando i problemi incontrati si sono gia'                   
consolidati e sono di piu' difficile soluzione.Va poi considerato che           
in tale arco di tempo possono essersi determinate modifiche                     
significative nell'organizzazione dei Servizi, tali da determinare un           
cambiamento degli operatori che la coppia ha conosciuto nelle fasi              
precedenti. In ogni caso, la coppia ha avuto un percorso di                     
maturazione che non e' noto agli operatori. Risulta evidente che                
l'insieme dei fattori descritti puo' comportare un  ritardo                     
nell'attivazione dei Servizi, in una fase in cui i neo-genitori                 
devono compiere, in tempi rapidi,  scelte importanti per il bambino             
(individuazione delle modalita' di inserimento scolastico,                      
riorganizzazione del me'nage familiare, assunzione di uno stile                 
comunicativo adeguato, gestione della diversita' adottiva nel                   
contesto sociale, ecc.). L'inefficienza nella attivazione dei flussi            
comunicativi e nella integrazione delle risorse disponibili                     
costituisce cosi' un rischio aggiuntivo per il figlio adottivo e per            
i suoi genitori, un rischio inaccettabile se si considera quante sono           
le difficolta' che il bambino ha gia' sperimentato e quanto la coppia           
ha dovuto e dovra' comunque impegnarsi per assicurare un positivo               
ambiente familiare.                                                             
Gli elementi succitati costituiscono motivo di difficolta' anche per            
l'adozione nazionale. Sia in riferimento al lungo periodo che separa            
in genere la conclusione dell'indagine psicosociale dall'affidamento            
preadottivo del bambino, sia per la impossibilita' da parte del                 
Tribunale dei minorenni di informare i Servizi con un congruo                   
preavviso.                                                                      
3.2 L'opzionalita' della richiesta di sostegno e l'integrazione delle           
funzioni di controllo e sostegno nell'ambito del percorso di                    
accompagnamento                                                                 
Si e' gia' visto come la Legge 184/83, come modificata dalla Legge              
476/98 all'art. 34, comma 2, richieda ai Servizi territoriali e agli            
enti autorizzati di assistere su loro richiesta i genitori adottivi             
ed il minore nonche' di riferire al Tribunale per i minorenni                   
sull'andamento dell'inserimento segnalando le eventuali difficolta'             
per gli opportuni interventi.                                                   
L'attivita' di monitoraggio viene quindi articolata in due funzioni             
distinte: il sostegno, attivabile solo su richiesta degli                       
interessati, e il "controllo" (quest'ultimo riferibile anche alle               
piu' complessive attivita' di "vigilanza" sugli interventi per i                
minori di cui alla deliberazione di Giunta regionale del 10/12/1997,            
n. 777) da espletare in ogni caso, a tutela della integrazione del              
minore.                                                                         
Questa distinzione tra obbligatorieta' (controllo) ed eventualita'              
(sostegno) rappresenta tuttavia un elemento critico perche' potrebbe            
giustificare un'impostazione dei Servizi volta a privilegiare il                
primo aspetto in quanto obbligatorio rispetto al secondo.                       
La focalizzazione sul controllo potrebbe inoltre incentivare gli                
operatori a svolgere un'azione particolarmente invasiva e critica in            
particolare quando le coppie non hanno richiesto di essere aiutate,             
quasi come se questa scelta fosse di per se' un elemento che genera             
sospetto e che richiede attente verifiche.                                      
All'opposto, gli operatori potrebbero demotivarsi e sviluppare                  
un'azione superficiale e poco partecipata, indirizzata alla mera                
raccolta degli aspetti che la coppia riferisce. L'invasivita' critica           
e la superficialita' collusiva  sono atteggiamenti particolarmente              
pericolosi perche' negano entrambi la dimensione della collaborazione           
ed hanno come effetto quello di privare il bambino di una effettiva             
tutela. Al di la' delle dinamiche negative che si possono determinare           
e' comunque evidente che un'azione di controllo, esercitata ignorando           
un contesto che permane non collaborativo, raggiungera' difficilmente           
i propri obiettivi.                                                             
Appare quindi poco opportuna l'assunzione da parte degli operatori di           
un atteggiamento caratterizzato dalla prevalenza del controllo sul              
sostegno e che possa essere percepito come esclusivamente mirato ad             
una valutazione critica della competenza genitoriale. Va ricordato              
che queste competenze sono gia'  state, sia pure in chiave                      
prognostica, ampiamente valutate dalle e'quipe, dai giudici onorari,            
dal Tribunale per i minorenni in Camera di Consiglio, nonche', nel              
caso dell'adozione internazionale, dagli enti autorizzati e                     
dall'Autorita' centrale straniera.                                              
invece opportuno fare riferimento a:                                            
- il presupposto della non separabilita' delle funzioni di sostegno e           
controllo. La raccolta degli elementi conoscitivi sull'andamento                
dell'esperienza non puo' essere svolta senza esercitare nel contempo            
un'azione di verifica e senza assumere un atteggiamento                         
prevalentemente orientato al sostegno o al distacco;                            
- l'opportunita' che l'azione degli operatori, al di la' di una                 
specifica richiesta in tal senso da parte della coppia, sia comunque            
improntata ad un atteggiamento di sostegno dei componenti del nuovo             
nucleo, a partire dall'analisi del primo impatto tra il bambino e la            
coppia e dall'aiuto ad interpretare il percorso di adattamento del              
bambino, fronteggiando i problemi che possono giocare in senso                  
sfavorevole all'instaurarsi di una buona relazione.                             
In sostanza va considerato che le funzioni di controllo e sostegno,             
pur essendo strettamente intrecciate, non hanno lo stesso peso                  
specifico nel determinare l'esito dell'esperienza adottiva. Infatti,            
se una continuativa ed attenta azione di sostegno permette di tenere            
sotto controllo gli aspetti piu' significativi dell'adozione,                   
un'azione di controllo particolarmente insistente ostacolerebbe il              
realizzarsi di quel concorso di intenti tra operatori e famiglia che            
e' la migliore garanzia di tutela del bambino.                                  
Con questa impostazione il controllo finisce per essere, in un certo            
senso, un prodotto collaterale dell'azione di sostegno, una                     
particolare chiave di lettura di quanto emerge dall'analisi degli               
aspetti piu' rilevanti per la tutela e l'integrazione del bambino.              
Analisi che professionisti dei Servizi, degli enti autorizzati e                
coppia sono comunque chiamati a condurre assieme e che e' basilare              
per la definizione della complessiva azione di accoglienza e tutela             
del bambino.                                                                    
Quindi se e' chiaro che le funzioni di controllo vanno comunque                 
esercitate nell'interesse del minore e dunque devono essere ben                 
puntualizzate, l'approccio descritto permette alla coppia di                    
percepirsi all'interno di un percorso unitario che, se in termini               
tecnici puo' essere definito come monitoraggio, in termini di                   
esperienza vissuta, potrebbe essere piu' opportunamente interpretato            
come accompagnamento.                                                           
Tale termine, infatti, contiene una valenza maggiormente empatica in            
quanto richiama l'immagine di qualcuno (il professionista) che sta a            
fianco di qualcun altro (la coppia ed il bambino), regolando il                 
proprio passo sul loro (cui rimane la responsabilita' di tracciare il           
proprio percorso di vita) e modulando la distanza a seconda che il              
tracciato sia agevole o si faccia impervio, pronto in questo caso a             
fornire mappe utili per superare gli ostacoli o un punto di appoggio            
per sostenere chi e' piu' in difficolta'.                                       
L'assunzione della impostazione descritta potra' favorire l'adesione            
della coppia al percorso di accompagnamento. Quando questa adesione             
e' piena, le difficolta', invece di essere mimetizzate, potranno                
tempestivamente emergere e potranno essere meglio attivate le                   
competenze e le potenzialita' dei diversi soggetti in campo per il              
loro superamento.                                                               
4. La costruzione del processo di accompagnamento                               
Gli obiettivi generali:                                                         
- realizzare una partecipata azione che integri gli aspetti di                  
sostegno e controllo per favorire il benessere e l'ottimale                     
integrazione del bambino e della famiglia;                                      
- prevenire adozioni conflittuali e fallimenti adottivi.                        
Gli obiettivi specifici:                                                        
- promozione dell'accettazione da parte delle coppie dell'attivita'             
di controllo e di sostegno, sostanziate in un organico e flessibile             
progetto di accompagnamento elaborato dai Servizi territoriali,                 
durante l'anno di affidamento preadottivo (per l'adozione nazionale)            
e concordato e co-gestito da Servizi territoriali ed enti autorizzati           
per quanto riguarda le adozioni internazionali. In ogni caso i                  
progetti dovranno mirare ad una piena condivisione con le coppie                
interessate e andranno attivati mediante una stretta collaborazione             
con il Tribunale per i minorenni;                                               
- immediata attivazione della rete integrata dei Servizi a partire              
dalla fase della scelta dell'ente autorizzato da parte della coppia             
(adozione internazionale) o dall'ordinanza di affidamento preadottivo           
emesso dal Tribunale per i minorenni (adozione nazionale);                      
- definizione da parte dei Servizi territoriali entro i primi 45                
giorni dalla ripresa di contatto con il nucleo familiare                        
neocostituito, del progetto di accompagnamento, con particolare                 
attenzione al monitoraggio del percorso di integrazione dei bambini             
interessati nei contesti scolastici;                                            
- sviluppo delle opportunita' di incontro e reciproco sostegno tra le           
coppie adottive;                                                                
- garanzia del sostegno specialistico (in particolare medico e                  
psicologico) a favore del bambino e/o della coppia, qualora si                  
individuino precise disfunzioni evolutive e relazionali.                        
4.1 La promozione dell'accettazione da parte delle coppie                       
dell'attivita' di controllo e di sostegno                                       
La possibilita' che la coppia, al momento dell'inserimento del                  
bambino nel proprio nucleo familiare, riprenda di propria iniziativa            
i contatti con l'e'quipe territoriale e con gli operatori dell'ente             
autorizzato (nel caso di adozione internazionale) e accetti di buon             
grado di collaborare alla definizione di un percorso di                         
accompagnamento, e' sicuramente correlata al modo in cui sono state             
gestite le fasi precedenti del percorso. Avere assicurato                       
un'informazione rapida e corretta, una fase di preparazione nella               
quale non si e' mancato di sottolineare le opportunita' offerte da un           
buon accompagnamento, una conduzione dell'indagine psicosociale                 
rigorosa, ma rispettosa delle persone e caratterizzata dalla                    
condivisione degli esiti, un percorso adeguato con l'ente autorizzato           
prescelto, contribuisce in modo sostanziale a stabilire quella                  
relazione fiduciaria necessaria perche' la coppia sia disponibile a             
continuare a mettersi in gioco dopo un cammino lungo e faticoso. A              
questi elementi sembra essenziale che se ne aggiunga un altro: la               
capacita' di rendere percepibile alla coppia il valore aggiunto                 
costituito da una buona integrazione tra i Servizi interessati. Ad              
esempio, nel caso dell'adozione internazionale, permettendo ai                  
coniugi di apprezzare, sin dal momento dell'attivazione dell'ente               
autorizzato, la dimensione della reciproca collaborazione tra i                 
Servizi. I coniugi allora considereranno come naturale tale                     
dimensione di relazione e ne esigeranno essi stessi la continuita'              
anche nella fase dell'integrazione del figlio adottivo e                        
dell'adempimento agli obblighi di aggiornamento sia per il Tribunale            
per i minorenni che per l'Autorita' straniera competente.                       
4.2 Immediata attivazione della rete integrata dei Servizi                      
La rete integrata dei Servizi va immediatamente attivata a partire              
dalla fase della scelta dell'ente autorizzato da parte della coppia             
(adozione internazionale) o dall'ordinanza di affidamento preadottivo           
emesso dal Tribunale per i minorenni (adozione nazionale).                      
Nell'adozione internazionale il modello operativo del sistema                   
integrato dei Servizi va costruito a partire dall'organizzazione                
dello scambio, tra gli enti autorizzati ed i Servizi territoriali,              
delle informazioni utili ad ottimizzare il rapporto con le coppie               
nelle varie fasi e per attivare tempestivamente le risorse umane                
necessarie a sostenere l'accompagnamento del nuovo nucleo.                      
Lo scambio delle informazioni puo' essere realizzato attraverso una             
precisa sequenza di azioni, cosi' come descritto nella tabella                  
seguente.                                                                       
Procedure di collaborazione nell'adozione internazionale tra enti               
autorizzati e Servizi a partire dalla scelta dell'ente all'ingresso             
del bambino in Italia                                                           
- Ente autorizzato: comunica alla Commissione per le adozioni                   
internazionali, al Tribunale per i minorenni ai Servizi territoriali            
interessati di avere ricevuto l'incarico da parte della coppia.                 
Richiede alla coppia la relazione redatta dai Servizi territoriali              
loro consegnata dal Tribunale per i minorenni. Tale relazione deve              
contenere, anche in allegato, indicazioni sul percorso di                       
preparazione svolto dalla coppia.                                               
- Ente autorizzato: comunica al Servizio territoriale competente la             
proposta di abbinamento dell'Autorita' straniera preposta, e                    
l'accettazione o meno dell'abbinamento da parte della coppia.                   
Sostiene il percorso di avvicinamento tra il bambino e la coppia                
curando a tal fine la preparazione dei coniugi ed anche del bambino             
in relazione alla sua eta'.                                                     
- Servizio territoriale: individua gli operatori che saranno                    
impegnati nel percorso di accompagnamento del nucleo dal momento in             
cui il bambino entrera' in Italia, ne comunica i nominativi all'ente            
autorizzato.                                                                    
- Ente autorizzato: provvede a comunicare ai Servizi il ritorno in              
Italia del nucleo, o l'arrivo del bambino, trasmettendo loro                    
contestualmente la documentazione, rilasciata dalla Autorita'                   
straniera preposta. Tale documentazione comprende la scheda sanitaria           
e il profilo psico-sociale del minore e ogni altra utile informazione           
integrativa, raccolta attraverso i propri professionisti in loco e              
necessaria all'attivita' di sostegno e cura nei confronti del minore.           
L'ente relazionera' altresi' sul percorso di preparazione                       
eventualmente sostenuto dalla coppia con l'ente medesimo e sugli                
aspetti salienti del periodo vissuto da questa nel Paese di origine             
(impatto socioambientale, incontro con il minore, soggiorno con il              
minore), nel caso in cui la coppia abbia dovuto soggiornarvi per                
incontrare il bambino. Fornisce alla coppia i nominativi degli                  
operatori dei Servizi con cui prendere contatto. Fornisce ai Servizi            
i nominativi degli operatori referenti per l'ente per la definizione            
del progetto di accompagnamento del nuovo nucleo.                               
Le comunicazioni da parte dell'ente autorizzato verso i Servizi,                
dovranno riguardare anche le eventuali dismissioni di incarico.                 
Mentre in caso di revoca del mandato da parte della coppia sara' cura           
di questa comunicarlo ai Servizi territoriali e al Tribunale per i              
minorenni (vedi al paragrafo "L'Ente" della deliberazione n. 39 del             
20/3/2003 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Commissione             
per le adozioni internazionali "Modifiche ed integrazioni della                 
delibera 9/1/2002, recante linee guida per l'ente autorizzato allo              
svolgimento di procedure di adozione di minori stranieri").                     
L'attivazione della sequenza di azioni descritta permettera' ai                 
Servizi territoriali, non solo di porsi immediatamente come                     
interlocutori delle famiglie, ma anche di poterlo fare in modo                  
competente, in quanto esaustivamente aggiornati sul percorso svolto.            
Per le coppie interessate questo insieme coordinato di azioni avra'             
l'effetto rassicurante e motivante che deriva dal sentirsi                      
all'interno di un sistema di Servizi integrato ed efficiente, dove le           
comunicazioni tra i diversi soggetti sono ben curate e continuative,            
i significati congruenti e dove ad ogni tappa e' possibile sentirsi             
"aspettati" e "pensati". Tutto questo dovrebbe incrementare sicurezza           
e fiducia nella possibilita' di essere aiutati dai Servizi nelle fasi           
successive.                                                                     
Anche l'attivita' degli enti autorizzati dovrebbe trarre concreti               
benefici da questa impostazione: conoscere, prima dell'ingresso in              
Italia del bambino, i nominativi degli operatori che si renderanno              
disponibili e sapere che verranno definite modalita' di                         
collaborazione secondo le indicazioni del presente documento, potra'            
permettere ai professionisti che sono, in quella fase, a contatto con           
la coppia ed il bambino, di introdurre con piu' concretezza ed                  
efficacia il tema dell'accompagnamento post-adottivo. Nel caso che              
l'arrivo del bambino in Italia sia preannunciato con largo anticipo e           
che per la coppia non sia necessario il soggiorno all'estero, i                 
Servizi territoriali e gli enti autorizzati potranno anticipare                 
l'avvio della collaborazione per la definizione del progetto di                 
accompagnamento.                                                                
Per quanto riguarda le relazioni sull'avvenuta integrazione del                 
minore nella famiglia adottiva richieste dal Paese d'origine del                
bambino, per i tre o piu' anni successivi all'avvio dell'adozione,              
l'ente autorizzato ne curera' l'invio, come indicato nelle Linee                
guida per l'ente autorizzato su citate. Nel caso in cui i Paesi                 
d'origine dei bambini intendano avvalersi dei Servizi territoriali,             
le relazioni saranno svolte dall'e'quipe territoriale incaricata                
delle funzioni di monitoraggio e sostegno nella fase post-adottiva,             
previo scambio di informazioni e comunicazioni con l'Ente autorizzato           
(le modalita' di collaborazione saranno inserite nel progetto di                
accompagnamento).                                                               
Si ricorda inoltre che l'ente autorizzato ha l'obbligo di segnalare             
tempestivamente e in qualsiasi momento fatti, notizie e cambiamenti             
sostanziali della realta' personale e/o familiare riguardante gli               
aspiranti genitori adottivi e che puo' richiedere l'intervento dei              
Servizi territoriali o dello stesso Tribunale per i minorenni in                
relazione all'idoneita', alla sua eventuale estensione, modifica o              
revoca.                                                                         
L'ente autorizzato dovra' anche adoperarsi affinche', nel caso in cui           
a piu' fratelli non sia possibile l'inserimento nella medesima                  
famiglia adottiva, i minori siano inseriti in nuclei familiari                  
residenti preferibilmente nella stessa zona, cosi' da mantenere i               
legami affettivi. La collaborazione dovra' eventualmente riguardare             
anche diversi enti autorizzati al fine di permettere l'inserimento in           
famiglie residenti almeno nella stessa regione o in regioni                     
limitrofe.                                                                      
Infine, il flusso delle informazioni, permettendo di monitorare in              
modo piu' preciso il percorso della coppia dopo l'idoneita',                    
evidenziera' sia i nuclei che non hanno dato seguito a tale                     
idoneita', che quelli che hanno lasciato intercorrere un ampio                  
periodo temporale prima di attivarsi. Si potra' cosi' conoscere in              
modo piu' approfondito il fenomeno adozione.                                    
4.3 La definizione del progetto di accompagnamento del nucleo                   
neocostituito                                                                   
Al rientro della coppia in Italia gli operatori dei Servizi                     
territoriali si trovano a gestire la ripresa dei contatti con il                
nucleo nel quale e' presente il bambino i cui bisogni sociali,                  
educativi e sanitari, sono da verificare. Va definita assieme agli              
operatori degli Enti autorizzati una prima proposta di                          
accompagnamento che, in relazione agli esiti del confronto con la               
coppia e dell'approfondimento delle necessita' del bambino, si                  
perfezionera' nel vero e proprio progetto di accompagnamento.                   
Tale progetto dovra' essere stilato entro 45 giorni dalla ripresa dei           
contatti tra i Servizi territoriali ed il nucleo neocostituito e                
rappresentera' una prima puntualizzazione delle azioni che i diversi            
soggetti si impegnano a compiere per assicurare la migliore tutela              
del bambino, un necessario elemento di chiarezza e prospettiva e uno            
strumento di sostegno per tutti. Il progetto, come intuibile, dovra'            
essere sufficientemente flessibile da evolversi in relazione al                 
modificarsi dei bisogni del bambino e dei genitori.                             
Si indicheranno nei paragrafi seguenti alcuni elementi di rilievo di            
cui tenere conto in relazione alla ripresa di contatto con le coppie            
ed alla elaborazione del progetto di accompagnamento.                           
4.3.1 Aspetti connessi alla ripresa dei contatti tra i Servizi                  
territoriali ed il nuovo nucleo                                                 
Il primo aspetto da considerare e' che la coppia che prende contatto            
con i Servizi o che da questi e' contattata dopo il rientro in                  
Italia, va considerata come un'entita', significativamente diversa da           
quella conosciuta nel percorso istruttorio e che si rapporta agli               
operatori in un contesto modificato:                                            
- diversa e' la coppia perche' diversa e' la situazione relazionale             
ed organizzativa che si e' determinata nel nucleo con l'ingresso del            
bambino;                                                                        
- diverso e' anche il contesto perche' ora la coppia ha vincoli meno            
cogenti nei confronti degli operatori, rispetto alla fase precedente            
l'idoneita' ed anche perche' essa non deve fare riferimento ai                  
Servizi o agli enti, ma ad essi congiuntamente.                                 
Un secondo aspetto riguarda il vissuto delle coppie. L'esperienza               
insegna che vi e' ancora una grande variabilita' nel modo di porsi              
dei coniugi nei confronti dei Servizi quando il bambino entra a fare            
parte del loro nucleo. Se molti, dimenticati i "dolori del parto" (le           
lunghe attese, la fatica di mettersi in discussione, ecc.), esprimono           
un forte bisogno di condividere la nuova stimolante esperienza con              
gli operatori, altri, quelli che hanno vissuto con piu' difficolta'             
il percorso adottivo, avvertono il bisogno che la costituzione del              
nuovo nucleo coincida con la conclusione di un iter che ha richiesto            
loro una forte e prolungata esposizione personale. Essi quindi                  
possono cercare di evitare o di ridurre al minimo necessario i                  
contatti con i Servizi per difendere quella che viene considerata una           
"normalita'" o stabilita' finalmente raggiunta e che potrebbe essere            
rimessa in discussione (gli esami non finiscono mai), dalla ripresa             
di contatto con i Servizi. Vi sono anche coppie che sentono il                  
bisogno di avere un sostegno per la propria esperienza, ma che temono           
che esprimere una richiesta di aiuto o segnalare una specifica                  
difficolta' nella relazione con il bambino possa essere valutato                
negativamente, quasi che la richiesta di aiuto coincida con                     
un'ammissione di incompetenza.                                                  
Ma, anche quando la coppia mostra piena disponibilita', possono                 
essere comunque presenti difficolta'. Si fa riferimento                         
all'assunzione sia di atteggiamenti euforici, che di letture                    
banalizzanti della esperienza che possono essere di ostacolo ad una             
lucida e compiuta analisi della situazione ed alla definizione della            
migliore tutela per il bambino.                                                 
importante per gli operatori analizzare quali sono i vissuti (spesso            
ben diversificati tra i coniugi) che sono sottesi a questi diversi              
atteggiamenti e di conseguenza cogliere quali sono i bisogni dei                
componenti il nucleo che in quel preciso momento ne favoriscono                 
l'assunzione.                                                                   
Un terzo aspetto riguarda il bambino: cosa si conosce della pregressa           
esperienza del bambino? E della sua situazione sanitaria? In che modo           
si pone nella relazione con i nuovi genitori e con il nuovo contesto            
sociale?                                                                        
Per gli operatori territoriali si tratta quindi di affiancarsi ai               
genitori nel leggere la relazione con il bambino e cercare di meglio            
conoscere le sue risorse ed i suoi bisogni sostenendo la coppia                 
nell'assunzione del ruolo genitoriale.                                          
Gli elementi descritti comportano una necessaria rinegoziazione del             
tipo di relazione che dovra' intercorrere tra la coppia e le e'quipe            
dei Servizi territoriali e degli enti autorizzati, per adeguare i               
rapporti alla nuova situazione e per fare scaturire, attraverso il              
confronto, un progetto di accompagnamento efficace e condiviso.                 
Per gli operatori le capacita' di costruire una relazione                       
collaborativa con la coppia e di essere concretamente propositivi               
sono strettamente interrelate in un unico processo ricorsivo nel                
quale la qualita' della proposta alimenta la motivazione della coppia           
a collaborare e la maggiore disponibilita' di elementi conoscitivi ed           
emotivi e di risorse attivabili, resa possibile dalla maggiore                  
collaborazione della coppia, alimentano la qualita' e la puntualita'            
(e conseguentemente, le possibilita' di successo) del progetto di               
accompagnamento che verra' definito.                                            
4.3.2 Gli elementi caratterizzanti il progetto di accompagnamento               
Si e' gia' accennato all'opportunita' di partire dal presupposto                
della non separabilita' delle funzioni di sostegno e controllo e che            
l'azione degli operatori, al di la' di una specifica richiesta in tal           
senso da parte della coppia, sia comunque improntata ad un                      
atteggiamento di sostegno dei componenti del nuovo nucleo.                      
La proposta di accompagnamento da sottoporre alla coppia dovra'                 
contenere l'insieme degli interventi volti ad assicurare un sostegno            
adeguato alle necessita' sociali, educative, sanitarie emergenti                
dall'analisi del primo impatto tra il bambino e la nuova situazione             
e, in particolare, per aiutare le coppie ad interpretare e sostenere            
il percorso di adattamento del bambino all'interno ed all'esterno del           
nucleo familiare. Un livello di monitoraggio adeguato per adempiere             
alle necessita' di relazionare periodicamente alle Autorita'                    
straniere ed al Tribunale per i minorenni, andra' comunque                      
assicurato, anche in presenza di uno sviluppo ottimale del percorso             
di integrazione del bambino, mentre un sostegno maggiore verra'                 
concordato in relazione a:                                                      
- la rilevazione da parte degli operatori di particolari difficolta'            
(significative incertezze nel fare fronte a specifici comportamenti             
del bambino, particolari livelli di ansia, interrogativi rispetto al            
concreto avvio di un percorso di integrazione scolastica ecc.);                 
- l'esplicitazione da parte della coppia di specifiche richieste di             
sostegno (a loro volta correlate al livello di difficolta' percepito            
ed alla fiducia maturata nei confronti degli operatori);                        
- le risorse effettivamente disponibili per il sistema integrato dei            
servizi.                                                                        
Il progetto d'accompagnamento dovra' almeno indicare:                           
- quali operatori incontreranno la coppia; quali eventualmente il               
bambino, quale operatore sara' individuato come referente di progetto           
per i Servizi territoriali nei confronti della coppia;                          
- dove e con quale frequenza si realizzeranno gli incontri;                     
- i contenuti che verranno trattati in tali incontri;                           
- gli interventi che verranno attivati per garantire la migliore                
integrazione nei contesti scolastici ed educativi;                              
- quali altri familiari verranno eventualmente coinvolti e le forme             
di collaborazione tra i diversi Servizi;                                        
- quali strumenti di supporto alla coppia (ad es. gruppi di sostegno,           
occasioni di formazione) verranno utilizzati;                                   
- le modalita' e la frequenza con cui verranno elaborati i necessari            
aggiornamenti per l'Autorita' centrale straniera od il Tribunale per            
i minorenni;                                                                    
- le modalita' di gestione di imprevisti ed emergenze;                          
- le modalita' di verifica dei progetti medesimi.                               
Fare chiarezza sul "chi incontrera' chi" comportera' precisare come             
saranno divisi i compiti tra gli operatori dei Servizi e quelli degli           
enti, come gli interventi si differenzieranno sulla base di una loro            
specificita' professionale e delle funzioni proprie degli enti di               
appartenenza e come verranno ricomposti all'interno di un disegno               
unitario.                                                                       
Per quello che riguarda i Servizi territoriali dovra' essere                    
garantito il coinvolgimento sia dell'assistente sociale che dello               
psicologo. Quando il bambino e' interessato a processi di inserimento           
scolastico e di integrazione nelle esperienze di tempo libero puo'              
essere coinvolto anche l'educatore professionale.                               
Nel progetto dovranno essere specificate le persone che                         
parteciperanno agli incontri programmati. Oltre ai coniugi potranno             
essere coinvolti, secondo le necessita', il bambino ed eventuali                
figli naturali, se in grado di esprimere anche indirettamente il modo           
con cui si percepiscono nella nuova situazione e altri familiari                
significativamente coinvolti nel supporto al nucleo.                            
Particolare cura dovra' essere dedicata ad individuare chi si                   
occupera' del bambino, anche al fine di garantirgli, qualora l'eta'             
lo permetta, un punto di riferimento integrativo delle figure                   
parentali, capace di essere interlocutore di suoi eventuali disagi e            
di dubbi rispetto alla sua condizione ed al senso degli interventi              
che investono lui e la sua famiglia. In ogni caso l'incontro con il             
bambino nei colloqui o durante le visite domiciliari deve prevedere,            
in relazione alla sua eta', una particolare attenzione alla                     
esplicitazione della funzione dell'operatore e del significato                  
dell'incontro.                                                                  
La scelta del luogo in cui si svolgeranno i colloqui e' importante:             
decidere se svolgerli presso l'abitazione del nucleo od in un ufficio           
costituisce un elemento di significativa differenza. A tale proposito           
si suggerisce di utilizzare, dove presenti, le sedi dei Centri per le           
famiglie. Si tratta di ambiti non associati a problemi patologici o             
di disagio sociale, dove ci si puo' piu' facilmente sentire accolti e           
ascoltati ed in cui tutte le famiglie possono accedere per essere               
aiutate ad affrontare nel modo migliore le naturali fasi di crescita            
dei figli, a mediare i conflitti o a riconoscere le rispettive                  
risorse. I Centri per le famiglie sono inoltre in genere attrezzati             
per accogliere in modo confortevole i bambini.                                  
Per quanto riguarda la frequenza degli incontri si ritiene che per              
realizzare un buon accompagnamento ed un effettivo monitoraggio                 
dovranno essere effettuati complessivamente da enti autorizzati e               
Servizi territoriali almeno sei incontri (comprensivi anche delle               
visite domiciliari) nel corso del primo anno ed almeno quattro nel              
corso del secondo anno.                                                         
Esplicitare la frequenza con cui si realizzeranno gli incontri con              
gli operatori dei Servizi e degli enti autorizzati costituisce                  
elemento di forte rassicurazione rispetto alla continuita' del                  
sostegno ed all'eventuale timore, in genere inespresso, che i Servizi           
possano effettuare controlli a sorpresa.                                        
importante che vengano precisati gli aspetti su cui verteranno gli              
incontri (definire i contenuti puo' contribuire a ridurre                       
notevolmente le ansie) e, conseguentemente, sottolineare quelli che             
invece rimarranno nell'ambito della privacy del nucleo.                         
L'indeterminatezza costituisce un elemento minaccioso per la coppia             
che puo' sentirsi come esposta all'"arbitrio" degli operatori, come             
se la propria idoneita' potesse essere perennemente messa in                    
discussione. All'opposto, la specificazione e la socializzazione dei            
contenuti che saranno trattati nei colloqui, esprime una valenza di             
rispetto nei confronti dei genitori e puo' aprire la strada ad una              
attivazione della coppia di tipo collaborativo (ad es. attraverso               
"diari di bordo" dell'esperienza adottiva che possono essere utili              
materiali per focalizzare l'attenzione sui contenuti di maggiore                
interesse).                                                                     
I principali contenuti trattati nel corso degli incontri sono: lo               
sviluppo psicofisico del bambino, la qualita' delle sue relazioni con           
le figure genitoriali, le relazioni con eventuali figli naturali, la            
rete parentale ed il gruppo dei pari, la sua situazione psicologica e           
quella della coppia adottiva, l'andamento del suo eventuale                     
inserimento scolastico e la capacita' dei genitori di sostenere tale            
inserimento nonche' il percorso di apprendimento. Va anche                      
considerata la capacita' dei coniugi di gestire armonicamente come              
coppia la relazione con il bambino, di accoglierlo con la sua storia,           
affrontando adeguatamente anche il tema della rivelazione, di                   
individuarne e soddisfarne i bisogni, di adeguare ruoli e tempi alla            
nuova situazione.                                                               
Il progetto dovra' esplicitare gli strumenti di cui e' previsto                 
l'utilizzo e la funzione che ciascuno di essi ha. E' importante                 
concordare con i coniugi se si prevede di svolgere colloqui di coppia           
od anche individuali, se e come si coinvolgeranno i figli o altri               
parenti, se si ricorrera' alla visita domiciliare ed in tale caso               
come si svolgera', se vi saranno incontri di gruppo con altre coppie            
adottive e se verranno utilizzate forme specifiche di osservazione              
del processo di integrazione del bambino e da parte di chi (il                  
contributo di osservazione da parte delle insegnanti o dei genitori             
stessi possono essere strumenti molto validi).                                  
Andranno inclusi nel progetto eventuali interventi, consulenze                  
specialistiche da attivarsi per approfondire specifiche  difficolta'            
del bambino.                                                                    
Particolare attenzione dovra' essere dedicata ad esplicitare la                 
funzione, le modalita' di realizzazione e la frequenza degli                    
aggiornamenti per le Autorita' straniere e per il Tribunale per i               
minorenni.                                                                      
Nel progetto dovranno essere specificate le modalita' di gestione               
degli imprevisti e delle emergenze che possono evidenziarsi in                  
riferimento al bambino od alla coppia stessa. In tal caso i genitori            
devono essere messi nelle condizioni di sapere se rivolgersi, a                 
seconda dei casi, agli operatori dei Servizi o a quelli degli Enti              
autorizzati e come reperire gli operatori interessati nel piu' breve            
tempo possibile.                                                                
Il progetto in quanto correlato al percorso evolutivo del nucleo                
richiedera' sicuramente numerose correzioni di tiro in itinere; e'              
tuttavia utile prevedere scadenze precise in cui operatori e genitori           
si incontreranno per una verifica formale e per concordare eventuali            
modifiche del progetto stesso. E' opportuno che tali momenti siano              
correlati alle scadenze per le relazioni di aggiornamento al fine di            
ottimizzare la riflessione sull'esperienza.                                     
Nel progetto verra' infine ribadito come il monitoraggio verra'                 
esercitato per un periodo non superiore ai due anni, per quanto                 
riguarda i Servizi territoriali e per il periodo definito dalle                 
Autorita' centrali straniere per quanto riguarda i servizi degli Enti           
autorizzati.                                                                    
4.3.3 La particolare cura dell'integrazione nel contesto scolastico             
I bambini provenienti da altre culture, che contestualmente                     
all'adozione sperimentano l'impatto con l'inserimento scolastico,               
possono presentare difficolta' di apprendimento e di integrazione.              
Non va dimenticato che essi entrando nella scuola vivono una profonda           
frattura tra i modelli culturali e gli stili educativi sperimentati e           
quelli che derivano loro dall'impatto con la famiglia. Si tratta di             
bambini che devono affrontare anche la perdita della propria lingua,            
con le insicurezze che vi sono connesse sul piano della comunicazione           
e della concettualizzazione.                                                    
Le difficolta' emergono in particolare quando:                                  
- i bambini hanno alle spalle un'esperienza difficile che non li ha             
aiutati a maturare competenze speculative;                                      
- i bambini provengono da contesti istituzionali o da una vita di               
strada che, richiedendo loro di provvedere a se stessi, li ha spinti            
a connotare i rapporti con gli altri in termini di protezione,                  
sopraffazione, strumentalizzazione;                                             
- i timori e le aspettative attorno agli aspetti di accettazione e              
rifiuto nei confronti della nuova famiglia sono tali da assorbire               
completamente la loro emotivita' e da essere riportati in modo                  
esasperato anche nell'ambito scolastico, mediante sentimenti di                 
insicurezza, confusione ed inadeguatezza che si ripercuotono anche              
nell'approccio all'apprendimento;                                               
- i genitori hanno aspettative sovradimensionate rispetto alle                  
competenze che il bambino possiede o e' in grado di acquisire.                  
Queste succinte riflessioni sono tuttavia sufficienti ad evidenziare            
come nell'ambito del progetto di sostegno debba essere previsto un              
punto specifico di attenzione per il monitoraggio dell'integrazione             
scolastica del bambino.                                                         
Questo punto potra' prevedere una prima valutazione, sulla base della           
documentazione ricevuta, ma anche a seguito di specifici                        
approfondimenti, della competenza cognitiva e sociale posseduta dal             
bambino, le considerazioni che hanno portato i genitori con l'aiuto             
dei tecnici e dei dirigenti scolastici all'opzione di inserimento in            
un determinato plesso e i compiti che ciascun soggetto si assume                
nella prima fase per meglio monitorare l'integrazione scolastica.               
Spetta in particolare agli operatori territoriali curare il rapporto            
con gli insegnanti ed eventualmente aiutarli per realizzare una piena           
accoglienza del bambino adottato e per fornire risposte competenti              
nelle situazioni didattiche e sociali che chiamano in causa le                  
appartenenze familiari e culturali dei singoli bambini.                         
Nell'ambito dei tempi indicati per la stesura del progetto di                   
accompagnamento e' evidente che questo punto non potra' essere                  
definito in forma esaustiva. Infatti per accompagnare l'integrazione            
scolastica ed il percorso di apprendimento del bambino e' necessaria            
la piena attivazione delle competenze degli insegnanti per un'attenta           
considerazione dei primi riscontri all'inserimento.                             
Nel progetto di accompagnamento potra' essere indicata la scadenza              
che le parti si attribuiscono in modo concordato per la                         
socializzazione degli elementi emersi che, in caso di evidenziazione            
di difficolta' di tipo non contingente, potra' dare luogo alla messa            
a punto di uno specifico sub-progetto di sostegno all'integrazione              
scolastica.                                                                     
opportuno infine precisare che qualora nel corso del tempo emergano             
situazioni in cui la risposta alla nuova condizione da parte del                
bambino e/o degli adulti si esprima attraverso interazioni                      
particolarmente disturbate o si evidenzino particolari deficit nella            
competenza del bambino, dovranno essere assicurati i necessari                  
interventi specialistici. Per quanto riguarda l'attivazione di un               
intervento psicoterapeutico centrato sulla relazione genitori-figli             
diretto al bambino od alla coppia che si renda necessario quale                 
intervento distinto ed integrativo del sostegno psicologico e sociale           
alla genitorialita' adottiva, andra' valutata l'opportunita' di                 
procedere ad un invio ad altri specialisti dei Servizi territoriali             
competenti. In alternativa potra' essere richiesta la collaborazione,           
in veste di psicoterapeuti, degli psicologi di una e'quipe                      
centralizzata di un altro territorio. In ogni caso tali operatori               
dovranno garantire il necessario raccordo con i colleghi di                     
riferimento per il progetto di accompagnamento.                                 
5. Il confronto delle esperienze tra diversi nuclei adottivi, quale             
forma di sostegno alle coppie                                                   
Nelle fasi iniziali dell'esperienza i gruppi di sostegno per i                  
genitori adottivi sono particolarmente efficaci nell'assicurare un              
valido sostegno alle coppie.                                                    
Infatti per i coniugi e' molto vivo il sentimento di euforia                    
determinato dalla sensazione di avere finalmente un bambino nel                 
proprio nucleo ed il desiderio di trasmettere ed amplificare nel                
gruppo tale sensazione.                                                         
Nel gruppo i partecipanti hanno maggiore liberta' di modulare il                
proprio livello di coinvolgimento di quanta ne abbiano nella                    
relazione diretta con gli operatori, nello stesso tempo la                      
discussione, con gli altri genitori, favorisce un'espressione piu'              
spontanea e meno formale dei propri vissuti ed esperienze.                      
Nel gruppo e' possibile sentirsi aiutati in modo disinteressato e non           
professionale, ma anche sperimentarsi come figure in grado di dare un           
aiuto agli altri, e' possibile relativizzare la propria situazione e            
le proprie difficolta', sia perche' comuni a molti (e quindi non                
espressione di una propria incapacita') sia perche' si puo' usufruire           
di un ventaglio di risposte concrete derivanti soprattutto dalle                
soluzioni che altri genitori hanno saputo dare agli stessi problemi.            
Viene dunque incrementata la possibilita' da parte della singola                
coppia di elaborare risposte efficaci alle necessita' evolutive dei             
propri figli adottivi.                                                          
Va infine sottolineato che quando ai gruppi sono presenti coppie che            
sono seguite da diverse e'quipe territoriali, il confronto delle                
esperienze di sostegno che spontaneamente si realizza costituisce               
implicitamente un monitoraggio sulla qualita' del supporto                      
professionale ricevuto. Cio' incrementa la capacita' dei genitori di            
essere interlocutori attenti e consapevoli dei Servizi per la                   
definizione del proprio percorso di accompagnamento.                            
Il  confronto nel  gruppo di sostegno  deve essere favorito dalle               
figure professionali che hanno la funzione di conduttori, che non si            
pongono unicamente  come facilitatori della comunicazione, ma possono           
anche  fornire contributi conoscitivi ed interpretativi utili per               
aiutare i genitori a fronteggiare l'impatto con un bambino ancora               
poco conosciuto, con un passato che puo' essere segnato dalla                   
solitudine e, spesso, da storie di maltrattamento drammatiche e                 
dolorose.                                                                       
Per questo e' opportuno che sia predefinito il numero degli incontri            
e che essi siano strutturati e che il confronto tra le coppie, che              
deve rimanere la parte centrale delle riunioni, sia facilitato ed               
orientato dall'esplorazione di specifiche tematiche.                            
Si ritiene opportuno che nel corso degli incontri possano essere                
affrontati i seguenti argomenti:                                                
- l'incontro con il bambino: le sue caratteristiche, i suoi                     
comportamenti, atteggiamenti, bisogni, problemi e risorse, la                   
percezione che ha di se', i ricordi della sua storia familiare od               
istituzionale;                                                                  
- la diversita' biologica e/o etnica: come il bambino percepisce la             
sua diversita' etnica nel nuovo ambiente e come i genitori affrontano           
gli eventuali problemi legati alla diversita' razziale;                         
- le relazioni: come vanno costruendosi tra il bambino e l'ambiente             
familiare ed extrafamiliare (lo stile relazionale con eventuali                 
fratelli, nonni, zii, insegnanti, compagni di scuola) e le modalita'            
attraverso le quali i genitori indirizzano i rapporti familiari e               
sociali del figlio;                                                             
- il significato dell'adozione: come e quando i genitori scelgono di            
parlare dell'adozione, anche in relazione alla famiglia biologica del           
bambino o il modo in cui rispondono alle sue domande  su questo                 
aspetto, come vengono utilizzate le informazioni sui genitori                   
biologici quando se ne possiedono;                                              
- come aiutare il bambino a rielaborare il passato e le sofferenze              
legate all'abbandono;                                                           
- la famiglia adottiva: come cambia la famiglia dopo l'adozione, i              
nuovi equilibri di coppia, i nuovi progetti ed i cambiamenti di ruolo           
nella relazione col bambino.                                                    
L'attivita' del gruppo e' quindi tarata sull'analisi della relazione            
con il bambino e sul favorire l'adattamento reciproco                           
genitori/figlio, sulla conoscenza dei problemi che possono ostacolare           
l'instaurarsi di una buona relazione, ma anche sulla evidenziazione             
delle soluzioni che si sono rivelate efficaci nel favorire e                    
consolidare l'integrazione del bambino nella nuova famiglia, nella              
scuola e nel contesto sociale.                                                  
opportuno che i gruppi siano condotti da uno psicologo e da                     
un'assistente sociale e composti da un numero non inferiore a cinque            
e non superiore a dieci coppie.                                                 
La composizione dei gruppi deve essere stabilita, per quanto                    
possibile, in relazione ad un criterio di omogeneita' di eta' dei               
bambini. L'eta' del bambino sembra essere l'elemento di maggior                 
rilevanza nel definire un terreno comune di confronto tra le coppie             
in quanto condiziona la sua capacita' di comprendere l'esperienza che           
sta vivendo e le modalita' per adattarvisi nonche', di conseguenza,             
le modalita' comunicative e le strategie utilizzabili dai genitori. I           
gruppi di sostegno per le grandi potenzialita' che esprimono si                 
connotano come strumento fondamentale di qualificazione dei Servizi,            
se ne raccomanda quindi la costituzione al livello degli ambiti                 
territoriali di riferimento delle e'quipe centralizzate.                        
6. Il progetto di accompagnamento nell'adozione nazionale                       
Anche nell'adozione nazionale il progetto di accompagnamento relativo           
al periodo dell'affidamento preadottivo dovra' essere definito entro            
i primi 45 giorni dalla ripresa dei contatti tra i Servizi                      
territoriali e il nucleo neocostituito, in seguito all'ordinanza                
disposta dal Tribunale per i minorenni.                                         
Valgono anche nel caso dell'adozione nazionale le considerazioni                
precedentemente espresse in merito alla costruzione partecipata del             
progetto di accompagnamento, ai temi che devono essere affrontati               
negli incontri, all'attenzione che deve essere prestata                         
nell'allacciare una relazione di fiducia e di aiuto con la coppia,              
all'importanza di curare l'integrazione del bambino nel contesto                
sociale e scolastico, alla opportunita' di sostenere la coppia                  
attraverso gruppi di discussione tra genitori adottivi. Per quanto              
riguarda la tempestivita' nell'attivazione dei Servizi territoriali             
va considerato che a differenza dell'adozione internazionale il tempo           
che intercorre tra la convocazione della coppia presso il Tribunale             
per i minorenni e l'effettiva attivazione dell'affidamento del                  
bambino al nucleo e' veramente esiguo.                                          
Puo' quindi essere opportuno concordare con la coppia, al momento               
della conclusione dell'indagine psicosociale, che essa avvisi                   
tempestivamente i Servizi nel momento in cui sara' convocata dal                
Tribunale per i minorenni per una proposta di abbinamento.                      
Parallelamente sarebbe utile che il Tribunale medesimo provvedesse a            
dare contestuale comunicazione ai Servizi territoriali competenti               
della convocazione della coppia.                                                
I servizi territoriali incaricati del monitoraggio durante l'anno di            
affidamento preadottivo dovranno realizzare un alto livello di                  
integrazione tra le professionalita' sociali, psicologiche, sanitarie           
ed educative, nonche' tra queste ed il Tribunale per i minorenni,               
curando l'attuazione delle indicazioni eventualmente espresse dal               
medesimo Tribunale relativamente ad eventuali azioni di sostegno                
specifico. I Servizi territoriali concorderanno con il Tribunale per            
i minorenni la periodicita' delle relazioni di aggiornamento che                
dovranno essere inviate, anche tenendo conto degli elementi di                  
criticita' presumibili. Si ritiene comunque opportuno che nel corso             
dell'anno di affidamento preadottivo vengano inviate almeno due                 
relazioni di aggiornamento. Si sottolinea infine la necessita' di               
curare la tempestivita' nella segnalazione al Tribunale in caso di              
emergenza di gravi difficolta' all'idonea convivenza del bambino                
all'interno del nucleo.                                                         
(segue allegato fotografato)                                                    

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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