DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 17 febbraio 2003, n. 225
Invito a presentare progetti da realizzare con il contributo del FSE per il periodo 2003 (Obiettivo 3)
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Richiamati:
- la decisione della Commissione Europea C/1120 del 18/7/2000 che
approva il Quadro Comunitario di Sostegno (in seguito denominato QCS)
Obiettivo 3 regioni centro nord per il periodo 2000/2006;
- la decisione della Commissione Europea n. 2066 del 21/9/2000 che
approva il Programma Operativo Regione Emilia-Romagna - FSE -
Obiettivo 3 - 2000-2006;
- il regolamento CE 1159/00 della Commissione Europea relativo alle
azioni informative e pubblicitarie e cura degli Stati membri sugli
interventi dei Fondi strutturali;
- il Regolamento (CE) n. 68/01 della Commissione Europea del
12/1/2001 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del
Trattato CE agli aiuti destinati alla formazione, pubblicato nella
GUCE serie L n. 10 del 13/1/2001;
- il Regolamento (CE) n. 69/01 della Commissione Europea del
12/1/2001 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del
Trattato CE agli aiuti di importanza minore "de minimis", pubblicato
nella GUCE serie L n. 10 del 13/1/2001;
- la deliberazione del CIPE del 5/11/1999 n. 174 con la quale si
approva il quadro finanziario programmatico 2000-2006 per quanto
riguarda il contributo nazionale;
- gli "Indirizzi per il sistema formativo integrato dell'istruzione,
della formazione professionale, orientamento e delle politiche del
lavoro - biennio 2003-2004" approvati con deliberazione del Consiglio
regionale n. 440 del 19/12/2002, esecutiva;
- la L.R. 40/01, recante "Ordinamento contabile della Regione
Emilia-Romagna, abrogazione delle L.R. 6/7/1977, n. 31 e 27/3/1972,
n. 4";
- la L.R. 43/01, recante "Testo Unico in materia di organizzazione e
di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna";
- la L.R. 39/02, recante "Bilancio di previsione della Regione
Emilia-Romagna per l'esercizio finanziario 2003 e Bilancio
pluriennale 2003-2005";
richiamate inoltre le proprie deliberazioni:
- 1475/97 "Direttive attuative per la formazione professionale e per
l'orientamento - triennio 1997-1999" e successive modificazioni;
- 539/00 "Approvazione direttive regionali stralcio per l'avvio della
nuova programmazione 2000-2006", nonche' la determinazione del
Direttore Generale Formazione Professionale e Lavoro n. 8125 del
29/8/2000 "Modalita' di liquidazione/erogazione dei contributi -
Direttive stralcio per l'avvio della nuova programmazione 2000-2006"
e successive modificazioni/integrazioni;
- 1639/00 "Presa d'atto del POR Ob. 3 - Fondo Sociale Europeo periodo
2000-2006 - della Regione Emilia-Romagna", esecutiva;
- 1694/00, "Approvazione del Complemento di Programmazione del POR
Ob. 3 - 2000-2006", esecutiva;
- 254/01 "Approvazione regime di aiuti in attuazione del regolamento
(CE) 68/01";
- 177/03, recante "Direttive regionali in ordine alle tipologie di
azione ed alle regole per l'accreditamento degli organismi di
formazione professionale".
- 2774/01, recante "Direttive sulle modalita' di espressione dei
pareri di regolarita' amministrativa e contabile dopo l'entrata in
vigore della L.R. 43/01";
- 2775/01, recante "Disposizioni per la revisione dell'esercizio
delle funzioni dirigenziali e dei controlli interni a seguito della
entrata in vigore della L.R. 43/01";
- 2832/01, recante "Riorganizzazione delle posizioni dirigenziali
della Giunta regionale - Servizi e professional";
- 3021/01, recante "Approvazione degli atti di conferimento degli
incarichi di livello dirigenziale (decorrenza 1/1/2002);
considerato in particolare l'ambito di competenze assegnato, dagli
indirizzi regionali succitati, alla Regione e alle Province in merito
all'integrazione dei sistemi del lavoro, della formazione e
dell'istruzione;
tenuto conto che alla Regione compete il ruolo di indirizzo,
promozione, programmazione generale, sulla base di un ampio
coinvolgimento delle Province e dei partner economici e sociali, di
coordinamento, di monitoraggio, controllo e valutazione dell'intero
sistema e di anticipazione e sperimentazione di linee e modelli di
intervento innovativi;
ritenuto pertanto necessario focalizzare gli interventi per il
periodo 2003 ad azioni connesse agli ambiti propri di programmazione
regionale;
preso atto di quanto contenuto nel "Documento di politica
economico-finanziaria 2003-2005", (di seguito denominato DPEF);
ritenuto, con il presente atto, di dare attuazione alle azioni di
pertinenza regionale cofinanziabili dal FSE espresse nel DPEF sopra
menzionato, piu' specificatamente a quanto previsto all'interno delle
schede in esso contenute, di seguito riportate:
- scheda n. 8 "Reti europee ed internazionali per politiche regionali
di internazionalizzazione", in particolare per il sostegno ai
processi di internazionalizzazione, export ed investimenti produttivi
all'estero delle imprese;
- scheda n. 10 del DPEF "Sviluppo della persona, promozione sociale e
solidarieta'", in particolare per quanto concerne azioni per la
fruizione dei congedi parentali, e a favore di soggetti a rischio ed
in situazione di esclusione sociale;
- scheda n. 14 del DPEF "Politiche per l'accoglienza dei cittadini
immigrati", in particolare per quanto concerne azioni volte a
contrastare la discriminazione nelle organizzazioni, favorire
l'integrazione e promuovere azioni di mediazione per l'integrazione
sociale;
- scheda n. 15 del DPEF "Sistema educativo e sapere", in particolare
per quanto concerne azioni per il riconoscimento dei crediti
formativi, definizione di standard di qualita' dell'offerta
formativa, sviluppo di un'offerta formativa integrata per l'obbligo
formativo e di un'offerta integrata e individualizzata di formazione
permanente;
- scheda n. 16 del DPEF "Cultura", in particolare per quanto concerne
lo sviluppo di strumenti di e-learning e di azioni formative in
ambito artistico da realizzare nell'area dello spettacolo dal vivo;
- scheda n. 17 del DPEF "Lavoro", in particolare per quanto concerne
iniziative a favore dei lavoratori atipici, a sostegno alla mobilita'
geografica del lavoro, a sostegno al collocamento mirato dei
disabili, a sostegno ai progetti di pari opportunita' per le donne e
per facilitare la conciliazione del lavoro con la vita familiare;
- scheda n. 18 del DPEF "Sviluppo e qualita' del sistema delle
imprese", in particolare per quanto concerne lo sviluppo della
formazione all'interno delle imprese localizzate nei distretti
industriali;
- scheda n. 19 "Sicurezza nelle strade", in particolare per quanto
concerne azioni formative rivolte ai docenti della scuola, della
formazione professionale e, in via sperimentale, agli utenti della
formazione a sostegno di progetti sperimentali delle scuole anche
finalizzati alla formazione dei genitori, azioni di formazione
rivolte a docenti di scuola guida, azioni di sensibilizzazione e
formazione dei giovani;
- scheda n. 20 del DPEF "Sicurezza nei luoghi di lavoro", in
particolare per quanto concerne la realizzazione di moduli specifici
inerenti la sicurezza all'interno di tutti i percorsi formativi di
accesso al lavoro;
- scheda n. 22 del DPEF "Sicurezza alimentare", in particolare per
quanto concerne interventi formativi, connessi al progetto regionale
"Fattorie didattiche", rivolti al mondo della scuola al fine di
avvicinare i giovani alle realta' rurali e alla conoscenza dei
prodotti e dei processi produttivi di qualita', attraverso percorsi
didattici svolti all'interno di aziende agricole;
- scheda n. 23 del DPEF "Sicurezza dai rischi idraulico,
idrogeologico, sismico e di erosione costiera", in particolare per
quanto concerne interventi formativi rivolti agli operatori del
volontariato e agli operatori del volontariato della protezione
civile;
dato atto:
- del Protocollo d'Intesa per la qualificazione e la regolarizzazione
del lavoro sottoscritto in data 19/6/2001 dalla Regione
Emilia-Romagna, dalla Direzione regionale del Lavoro, dalla Direzione
regionale INPS, dalla Direzione regionale INAIL e dall'Unione delle
Province Italiane Emilia-Romagna;
- del Protocollo d'Intesa in materia di immigrazione straniera
sottoscritto in data 18/12/2001 dalla Regione Emilia-Romagna, dagli
Enti locali, dalle Parti Sociali e dal Forum del Terzo Settore;
- della valutazione emersa dal gruppo di lavoro interassessorile
costituito a supporto della programmazione del Fondo Sociale Europeo.
Valutato pertanto opportuno approvare l'"Invito a presentare progetti
da realizzare con il contributo del Fondo Sociale Europeo per il
periodo 2003 (Obiettivo 3) Allegato A), comprendente la Parte I
"Interventi da realizzare con il contributo del Fondo Sociale Europeo
per il periodo 2003 Obiettivo 3 - Misure e azioni finanziabili"; e la
Parte II "Piano finanziario", parte integrante e sostanziale della
presente deliberazione;
tenuto conto che i progetti dovranno essere formulati ed inviati
secondo le modalita' e nei termini riportati nel succitato Allegato
A) Parte I;
dato atto che la valutazione dei progetti, di cui al succitato
Allegato A), comprendente le Parti I e II verra' effettuata da un
Nucleo di valutazione interno all'Assessorato Lavoro, Formazione,
Scuola e Universita', che risulta cosi' composto:
- Enrica Morandi, Servizio "Programmazione e valutazione progetti",
coordinatore del Nucleo di valutazione;
- Stefania Scorri, Direzione Generale "Cultura, Formazione e Lavoro"
(supplente Milco Forni);
- Paola Zaniboni, Servizio "Formazione professionale" (supplente
Patrizia Vaccari);
- Nicoletta Molinaro, Servizio "Politiche per l'istruzione e
l'integrazione dei sistemi formativi" (supplente Maria Grazia Rosa);
- Gian Luca Sagradini, "Agenzia Emilia-Romagna Lavoro" (supplente
Anita Gaiani);
- Silvia Tolomelli, Servizio "Gestione controllo e rendicontazione
delle attivita' finanziate con fondi comunitari ed altri fondi"
(supplente Mariangela Salsini);
specificatamente per la funzione di verbalizzazione e segreteria
tecnica risulta nominata: Gilda Berti, Servizio "Programmazione e
valutazione progetti";
dato atto inoltre:
- che ogni modifica nella composizione del Nucleo di valutazione,
fatta salva la natura interservizi del Nucleo stesso, sara' adottata
con determinazione del Direttore generale Cultura, Formazione e
Lavoro;
- che il Nucleo di valutazione potra' essere integrato di competenze
specifiche richieste dalla natura dei progetti da valutare;
considerato:
- che al termine delle istruttorie relative ai progetti pervenuti, di
cui alla Parte I dell'Allegato A) sopra citato, verranno redatte
delle graduatorie di progetti per Assi, in ordine di punteggio
conseguito, che consentiranno di finanziare le attivita' in esse
comprese sulla base delle disponibilita' finanziarie e delle
priorita' programmatiche regionali, fatta eccezione per le misure e
le azioni indicate nell'articolo 11) della medesima Parte I;
dato atto che le azioni di cui alla Parte I dell'Allegato A), gia'
citato, troveranno copertura finanziaria come esplicitato nella Parte
II del medesimo Allegato:
- nell'ambito del Programma Operativo Ob. 3 - FSE - 2000-2006 per un
importo di Euro 25.200.000,00.
Dato atto:
- qualora le risorse non fossero sufficienti a finanziare particolari
azioni innovative e/o sperimentali, potranno trovare copertura
finanziaria aggiuntiva sul Capitolo n. 75161 "Spese per l'attuazione
delle iniziative di formazione professionale autorizzate direttamente
dalla Regione ed attuate dalla stessa e da enti, associazioni e
fondazioni, convenzionati o non convenzionati, comprese le spese
connesse agli interventi di diritto alla formazione professionale
(art. 30, L.R. 24/7/1979, n. 19 e successive modifiche)" del Bilancio
per l'esercizio finanziario 2003, ed eventualmente da altri fondi
nazionali;
sentito il parere degli organismi previsti di cui alla L.R. 25/98 e
precisamente il Comitato di coordinamento interistituzionale e della
Commissione regionale tripartita sia in ordine alle linee
propedeutiche per la progettazione FSE;
dato atto dei pareri favorevoli in ordine al presente provvedimento,
ai sensi dell'art. 37, comma 4 della L.R. 26 novembre 2001, n. 43,
della predetta deliberazione 2774/01:
- di regolarita' tecnica espresso dal Responsabile del Servizio
Programmazione e valutazione progetti, dr. Valerio Vignoli;
- di legittimita' espresso dal Direttore generale della Direzione
Cultura, Formazione e Lavoro, dott.ssa Cristina Balboni;
su proposta dell'Assessore competente per materia;
a voti unanimi e palesi, delibera:
1) di approvare l'"Invito a presentare progetti da realizzare con il
contributo del Fondo Sociale Europeo per il periodo 2003 (Obiettivo
3) di cui all'Allegato A), comprendente la Parte I "Interventi da
realizzare con il contributo del Fondo Sociale Europeo per il periodo
2003 - Obiettivo 3 - Misure e azioni finanziabili"; la Parte II
"Piano finanziario", che si allegano quali parti integranti e
sostanziali della presente deliberazione;
2) di dare atto:
- che per la valutazione dei progetti ci si avvale del Nucleo di
Valutazione regionale come in premessa individuato;
- che le istruttorie di cui alla Parte I dell'Allegato A) si
concluderanno con la redazione di graduatorie di progetti per assi e
misure, fatta eccezione per le misure e le azioni indicate
nell'articolo 11) della Parte I del medesimo Allegato;
- che all'approvazione delle suddette graduatorie e agli impegni di
spesa e alla definizione delle modalita' di erogazione dei
finanziamenti si provvedera' con propria deliberazione ai sensi della
L.R. 40/01 e della deliberazione 2775/01, in coerenza con le
direttive regionali vigenti in materia di formazione professionale in
premessa citate;
3) di dare atto altresi' che le attivita' eventualmente finanziate
con le risorse regionali saranno gestite e rendicontate con le regole
del FSE Ob. 3 2000-2006, che tali risorse integrano il piano
finanziario del POR Ob. 3 2000-2006 e le attivita' potranno essere
utilizzate per effettuare operazioni di overbooking a sostegno
dell'indice di realizzazione sulle risorse di FSE Ob. 3 della Regione
Emilia-Romagna;
4) di pubblicare la presente deliberazione, comprensiva dell'Allegato
A) - Parte I e Parte II - nel Bollettino Ufficiale della Regione.
ALLEGATO A)
Invito a presentare progetti da realizzare con il contributo del
Fondo Sociale Europeo per il Periodo 2003 (Obiettivo 3)
Premessa
Il presente "Invito" fa riferimento:
- al Regolamento (CE) n. 1260-1999 del Consiglio del 21 giugno 1999
recante disposizioni generali sui fondi strutturali;
- al Regolamento (CE) n. 1784-1999 del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 12 luglio 1999 relativo al Fondo Sociale Europeo;
- al Quadro Comunitario di Sostegno Ob. 3 approvato dalla Commissione
Europea il 18/7/2000;
- al Programma Operativo Ob. 3 della Regione Emilia-Romagna approvato
dalla Commissione Europea il 21/9/2000;
- al Complemento di Programmazione Ob. 3 della Regione Emilia-Romagna
approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 403
dell'1/3/2000;
- agli Indirizzi per il sistema formativo integrato dell'istruzione,
della formazione professionale, orientamento e delle politiche del
lavoro, biennio 2003-2004. Approvati con deliberazione del Consiglio
regionale n. 440 del 19/12/2002;
- alle Direttive attuative per la Formazione professionale e per
l'orientamento - Triennio 1997-1999 - approvate con la deliberazione
della Giunta regionale 1475/97 e successive integrazioni e
modificazioni;
- alle Direttive regionali stralcio per l'avvio della nuova
programmazione 2000-2006 approvate con la deliberazione della Giunta
regionale 539/00, nonche' alle "Modalita' di liquidazione/erogazione
dei contributi;
- Direttive stralcio per l'avvio della nuova programmazione
2000-2006" e successive modificazioni-integrazioni, approvate con la
determinazione del Direttore generale Formazione professionale e
Lavoro 8125/00;
- Direttive regionali in ordine alle tipologie di azione ed alle
regole per l'accreditamento degli organismi di formazione
professionale, approvate con la deliberazione della Giunta regionale
177/03.
PARTE I
Interventi da realizzare con il contributo del Fondo Sociale Europeo
per il periodo 2003 - Obiettivo 3
Misure e azioni finanziabili
Art. 1
Finalita' generali
Il presente avviso finanzia, su piu' misure del POR - OB. 3 che
saranno di seguito specificate, interventi volti a:
- proseguire nell'implementazione del programma, mantenendo una
stretta coerenza con quanto definito nel POR e nel Complemento di
Programmazione in termini di conseguimento delle priorita' e di grado
di copertura del ventaglio di azioni previste. Come gia' realizzato
in occasione dei precedenti bandi regionali un primo criterio di
selezione per individuare le azioni da promuovere con il bando del
2003 e' consistito nell'analisi delle linee di intervento finanziate
nel biennio 2001-2002 e nel raffronto di queste con le azioni
previste in ciascuna misura all'interno del Complemento di
Programmazione;
- dare attuazione alle scelte programmatiche fissate negli Indirizzi
regionali per il biennio 2003-2004 in termini di priorita' sia
trasversali sia di quelle individuate per il sistema formativo
integrato e per le politiche del lavoro. Un ulteriore criterio per la
delimitazione delle azioni e' stato dunque quello di selezionare
queste ultime all'interno degli ambiti prioritari di intervento
definiti in sede di Indirizzi. Le azioni proposte perseguono inoltre
i due obiettivi trasversali dell'aumento dei tassi di occupazione
femminile e della qualificazione dei lavoratori anziani. Sempre con
riferimento agli Indirizzi e alla loro coerenza con il POR, le
priorita' sui temi delle pari opportunita', della societa'
dell'informazione e dello sviluppo locale sono assunte nel bando con
la duplice modalita' di azioni finalizzate ad una specifica priorita'
(in particolare per le pari opportunita') e di criteri da adottare
nella fase di selezione dei progetti.
- differenziare gli obiettivi e i contenuti dell'iniziativa regionale
rispetto a quella provinciale, in coerenza con il nuovo Titolo V
della Costituzione e in applicazione con quanto stabilito negli
Indirizzi. Questo orientamento, che ha contraddistinto anche la
programmazione attuativa delle precedenti annualita' ha portato:
- a sviluppare l'intervento regionale sulle azioni di propria
competenza, in particolare per cio' che attiene al miglioramento
della qualita' del sistema dell'offerta regionale e con l'avvio di
ulteriori azioni di sistema rispetto alle annualita' precedenti;
- a proseguire nella realizzazione di prototipi e modelli di
intervento nelle aree piu' innovative della programmazione (quali, ad
esempio, le pari opportunita' e lo sviluppo di un cultura di genere,
gruppi svantaggiati), concentrando le aree di intervento su
particolari target di utenza o tipologia di azioni;
- a mettere a regime strumenti e dispositivi di intervento a favore
delle persone sperimentati nelle annualita' precedenti.
Art. 2
Priorita' trasversali e di misura
I progetti, ai fini della valutazione, dovranno tenere conto delle
linee prioritarie trasversali contenute nel POR OB.3 Regione
Emilia-Romagna, ovvero in particolare:
- promozione delle pari opportunita' fra uomo e donna;
- promozione della "Societa' dell'Informazione", sia nel senso
dell'utilizzo di tecnologie informatiche e multimediali per
l'erogazione di attivita', sia intesa come settore di riferimento
nell'ambito del quale promuovere attivita' formative e di
inserimento-reinserimento lavorativo.
Nei successivi articoli, oltre alla specifica declinazione per misura
delle priorita' trasversali, vengono indicate ed esplicitate le
ulteriori priorita' valide per ciascuna misura.
Art. 3
Azioni finanziabili
Misura A.1
Azione 1
Supporto all'attivita' di vigilanza e controllo sul lavoro.
L'obiettivo e' quello di attuare le parti di riferimento del
protocollo d'intesa 19 giugno 2001 fra RER, DRL, INAIL, INPS, UPIER
(delibera Giunta regionale 733/01) sulla qualita' e regolarita' del
lavoro, oltre che l'Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2000 in
ordine alle politiche di emersione del lavoro irregolare, di
promozione di condizioni di sicurezza e di coordinamento e
rafforzamento della vigilanza.
In questo ambito potranno essere previste le seguenti attivita':
- attivita' formativa congiunta e specifica per gli enti impegnati
nell'attivita' di vigilanza;
- progettazione congiunta con INPS, INAIL, DRL, AUSL, Province di un
servizio di supporto alle attivita' di vigilanza svolte dagli Enti;
- studi, anche settoriali, in ordine ai rapporti fra condizioni di
sicurezza sul lavoro e caratteristiche organizzative dei contesti e
dei processi produttivi.
Azione 2
Sviluppo del sistema dei descrittori professionali nel Sistema
Informativo lavoro (SIL).
L'obiettivo, in coerenza con le analisi dei fabbisogni professionali
condotte a livello nazionale dagli Enti bilaterali, e' quello di
supportare la Regione, le Province e le parti sociali nella
individuazione e nella descrizione delle professionalita' diffuse nel
sistema produttivo regionale allo scopo di costruire una matrice
delle professioni da implementare nell'ambito del SIL regionale che
tenga conto delle specificita' territoriali e dei fabbisogni delle
Province.
Le attivita' previste sono le seguenti:
- assistere e supportare le Province e la Regione nel mappare le
diverse tipologie di professionalita' domandate dalle imprese ed
offerte dai lavoratori nei territori di competenza dei centri per
l'impiego, tenendo conto dei differenti servizi erogati e delle
funzioni svolte (intermediazione, preselezione, diffusione delle
comunicazioni di assunzioni, ecc.) e delle esigenze di monitoraggio
dei servizi per il lavoro da parte delle Province e della Regione;
- definire il modello teorico per la costruzione di un sistema
"dinamico" di classificazione, codifica e descrizione delle
professionalita' intermediate dagli operatori del sistema pubblico e
privato dei servizi per l'impiego, alla luce dei vincoli normativi e
procedurali esistenti, dei fabbisogni dei vari soggetti coinvolti (in
primis Province);
- creare il sistema classificatorio e descrittivo delle professioni
da implementare nel SIL dell'Emilia-Romagna;
- individuare e produrre le tabelle di corrispondenza tra il sistema
elaborato e altri differenti sistemi utilizzati dai soggetti che
interagiscono con il SIL (INPS, INAIL, agenzie di lavoro interinali,
enti bilaterali, associazioni datoriali, ecc.);
- gestire focus group, realizzare seminari e fornire assistenza
formativa ai diversi soggetti coinvolti;
- costruire un tavolo di lavoro permanente per la manutenzione del
modello.
L'azione si inquadra all'interno del progetto interregionale tra la
Regione Emilia-Romagna e Lombardia.
Misura A.2
Azione 1
Mobilita' transnazionale nei percorsi formativi integrati con il
sistema scolastico superiore.
Le attivita' da prevedere riguardano l'implementazione di servizi e
strumenti per la promozione e lo sviluppo della mobilita'
transnazionale degli studenti di scuola media superiore per
l'accrescimento di competenze e lo scambio di esperienze.
Azione 2
Iniziative di cooperazione interregionale per la mobilita' del
lavoro.
La finalita' dell'azione e' quella di realizzare, sulla base delle
indicazioni contenute nel progetto di mobilita' geografica di cui
alle convenzioni del luglio 2001 ed al progetto interregionale del
maggio 2002, un'offerta completa di servizi rivolti ad imprese
emiliano-romagnole e a persone (provenienti dal Sud) impegnate in
processi di mobilita' geografica, ponendo particolare attenzione alla
differenza di genere in relazione ai contesti familiari, ai percorsi
individuali di vita e di lavoro, alle aspettative di crescita
professionale delle aspiranti. Al fine di sostenere, anche con azioni
di conciliazione, quali ad esempio vouchers per l'acquisizione di
servizi, le opportunita' offerte dai processi formativi o lavorativi
di mobilita' geografica.
Le azioni richieste sono:
- analisi delle possibili esigenze ed opportunita' aziendali di
formazione in impresa a partire dal quadro di riferimento della
offerta formativa data dal progetto di mobilita' geografica in stato
di realizzazione;
- definizione di azioni per la realizzazione di un processo di
miglioramento delle condizioni di pari opportunita' nei processi di
cooperazione interregionale, con particolare attenzione alle esigenze
di conciliazione tra tempi di formazione-lavoro e impegni familiari e
predisposizione di modelli di trasferimento di buone prassi;
- selezione, d'intesa con le Regioni del Mezzogiorno, di possibili
candidature di persone da impegnare in processi di formazione a
mobilita' geografica garantendo condizioni di pari opportunita' alle
donne;
- progettazione di percorsi formativi-orientativi personalizzati per
contesti lavorativi ed ambiti professionali caratterizzati da elevato
valore aggiunto delle competenze di tipo trasversale/relazionale
tipicamente femminili;
- promozione delle attivita' di tirocinio, prevedendo, sostenendo e
diffondendo altresi' formule di accoglienza e di residenzialita';
- analisi dei possibili esiti post-tirocinio;
- supporto, ivi comprese consulenze mirate, alle aziende ed alle
persone impegnate in progetti e processi di mobilita' geografica, per
favorire eventuali soluzioni autoimprenditoriali o per l'avvio nelle
regioni del Mezzogiorno di attivita' di collaborazione professionale
con imprese emiliano-romagnole;
- individuazione e formazione di gruppi di operatori dei centri per
l'impiego che agiscano nelle regioni del Mezzogiorno;
- implementazione e diffusione delle strumentazioni informative oggi
disponibili nell'ambito del progetto interregionale
(tale azione potra' essere finanziata a seguito del rifinanziamento
ministeriale del progetto di tirocini formativi inseriti in processi
di mobilita' geografica sud-nord).
Azione 3
Azioni integrate finalizzate all'outplacement e al reinserimento
lavorativo dei disoccupati non di lunga durata e dei lavoratori in
CIG straordinaria.
L'obiettivo e' quello di realizzare pacchetti personalizzati per il
rientro al lavoro, anche a fronte di emergenze occupazionali,
composti da: analisi delle competenze, attivita' di orientamento,
pre-selezione, formazione, stage, supporto alla ricerca autonoma di
lavoro, consulenza per la costruzione di business plan individuali e
collettivi, ecc.
L'azione sara' realizzata secondo modalita' just in time.
Misura A.3
Azione 1
Azioni integrate finalizzate all'outplacement e al reinserimento
lavorativo dei disoccupati di lunga durata e dei lavoratori in CIG
straordinaria.
L'obiettivo e' quello di realizzare pacchetti personalizzati per il
rientro al lavoro, anche a fronte di emergenze occupazionali,
composti da: analisi delle competenze, attivita' di orientamento,
pre-selezione, formazione, stage, supporto alla ricerca autonoma di
lavoro, consulenza per la costruzione di business plan individuali e
collettivi, ecc.
L'azione sara' realizzata secondo modalita' just in time.
Misura B.1
Azione 1
Sostegno all'offerta che opera su bacini di utenza di livello
nazionale, sovra-regionale o regionale, tramite il finanziamento di
interventi integrati, di formazione, work experiences, tirocini, ecc.
volti a particolari categorie svantaggiate (handicap fisici e mentali
medio-gravi e gravi, tossicodipendenti in fase di recupero, ecc.).
Azione 2
Rafforzamento della rete di operatori istituzionali del privato
sociale per il miglioramento della qualita' della vita e delle
relazioni negli istituti penitenziari della regione Emilia-Romagna.
In coerenza con il Protocollo d'intesa tra Regione Emilia-Romagna e
Ministero di Grazia e Giustizia del 5 marzo 1998, si richiedono le
seguenti azioni:
- azioni di formazione congiunta (anche nella modalita' "on the job")
rivolte agli operatori penitenziari (agenti ed educatori), ai
volontari della giustizia, agli operatori degli Enti locali ed a
detenuti/e per l'acquisizione di strumenti che migliorino il clima
relazionale facilitando la comunicazione interpersonale all'interno
degli istituti penitenziari;
- attivita' formative rivolte ai volontari della giustizia tese
all'acquisizione delle conoscenze degli strumenti sociali e
territoriali utili al reinserimento sociale dei detenuti.
Azione 3
Sviluppo di interventi integrati (formazione, inserimento lavorativo
ed aiuti alla persona) per l'inserimento sociale di persone in
situazione di estrema poverta' e per la popolazione nomade.
L'obiettivo e' quello di fornire strumenti, risorse ed
accompagnamento a persone in situazione di estrema poverta' e per la
popolazione nomade, per il superamento dello stato di esclusione
sociale.
Per la realizzazione dell'azione sono richiesti progetti che
prevedano:
- interventi di aiuto alla persona, per la presa di coscienza delle
risorse personali e per la rimozione di ostacoli anche di tipo
economico;
- avvicinamento ad attivita' responsabilizzanti, anche attraverso la
partecipazione a laboratori artigianali e ad iniziative
socializzanti;
- percorsi di inserimento socio-lavorativo;
- sviluppo di interventi formativi e seminariali, rivolti agli
operatori delle organizzazioni e dei servizi, per la condivisione
delle esperienze in questo ambito.
Azione 4
Implementazione e consolidamento di un sistema integrato di servizi e
di azioni a supporto dell'inserimento lavorativo di persone
immigrate, con attenzione anche all'immigrazione di ritorno a seguito
della crisi argentina (L.R. 28/02).
In continuita' con le sperimentazioni regionali realizzate negli
ultimi anni, l'obiettivo e' quello di trasferire le azioni
individuate come buone pratiche nei diversi territori provinciali.
L'intervento, rivolto ai lavoratori titolari di permesso di
soggiorno, si articola attraverso le seguenti azioni integrate:
- trasferimento dei servizi di informazione e consulenza (sportelli)
nei territori provinciali;
- azioni di accompagnamento e supporto all'inserimento lavorativo e
sul lavoro, integrate con percorsi formativi personalizzati:
- primo orientamento al lavoro, analisi delle competenze,
pre-selezione;
- collegamento con il sistema integrato degli interventi e dei
servizi previsto nei Piani di Zona che si occupa della accoglienza e
delle politiche di integrazione inter-culturale;
- supporto all'incrocio domanda-offerta di lavoro;
- tirocini, work experiences;
- formazione e qualificazione delle competenze anche in un'ottica di
conversione dei titoli di studio non riconosciuti dai nostri
ordinamenti in crediti formativi e relative certificazione di
competenza;
- supporto all'inserimento lavorativo;
- consulenza giuridica, amministrativa ed organizzativa di supporto
ai servizi per l'impiego, alle imprese, ai lavoratori, alle parti
sociali in merito all'ingresso e alla regolare permanenza nel
territorio regionale;
- azioni sperimentali di mediazione sociale e culturale nei confronti
delle imprese e dei lavoratori;
- azioni sperimentali di supporto alla regolarita' e alla qualita'
delle condizioni di lavoro;
- azioni sperimentali di supporto all'avvio di cooperative ed imprese
sociali promosse dagli immigrati.
Misura C1
Azione 1
Aggiornamento e manutenzione del catalogo elettronico regionale
dell'offerta formativa per l'accesso individuale alla formazione
continua, e sua estensione alla formazione permanente.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- progettazione e alimentazione del catalogo della formazione
permanente;
- alimentazione del catalogo della formazione continua attualmente
esistente;
- offerta dei relativi servizi di assistenza tecnica (informazione e
consulenza agli organismi di formazione coinvolti; analisi e
valutazione dei progetti di formazione individuale a catalogo;
implementazione, alimentazione e revisione dei dati del catalogo
on-line, ecc.);
- organizzazione di incontri e workshop con operatori e formatori del
sistema per la diffusione, la progettazione e realizzazione di
interventi di formazione individualizzata.
Azione 2
Implementazione di modelli di diffusione della cultura tecnica, del
lavoro, delle nuove tecnologie, dell'impresa, anche attraverso
l'utilizzo di nuove strumentazioni comunicative, anche in un'ottica
di genere.
Azione 3
Percorso di formazione sul tema "Certificazioni" per i presidenti
delle commissioni d'esame e per gli operatori del sistema
dell'istruzione e della formazione, compresi gli operatori pubblici a
livello regionale e provinciale.
L'attivita' dovra' prevedere percorsi di breve durata articolati su
base provinciale cosi' da garantire la copertura di tutto il
territorio regionale. Dovranno essere sviluppati temi in merito alle
modalita' e agli strumenti per il rilascio della certificazione
ufficiale, nonche' le procedure per la nomina delle commissioni
d'esame facendo riferimento al sistema regionale vigente, ivi
comprese le attivita' in integrazione fra istruzione e formazione
professionale.
Le iniziative formative dovranno prevedere giornate distinte per le
diverse categorie di operatori destinatari con una durata pari a due
giornate per ciascuna di esse.
Azione 4
Percorsi di formazione gestionale e rendicontuale per operatori del
sistema della formazione professionale.
Si tratta di attivare due iniziative corsuali con l'obiettivo di
formare esperti nella gestione amministrativa e rendicontuale delle
attivita' cofinanziate dall'Unione Europea con il FSE, una destinata
al personale degli Enti pubblici finanziatori e l'altra agli
operatori degli enti di formazione accreditati in Emilia-Romagna.
Azione 5
Iniziative di valorizzazione e diffusione dei contenuti e dei
risultati di progetti innovativi approvati dalla Regione
Emilia-Romagna.
Il progetto si pone come obiettivo quello di mettere a disposizione
degli operatori pubblici e privati del sistema dell'istruzione,
formazione e lavoro, informazioni sui principali progetti finanziati
dalla Regione, in particolar modo per quanto attiene
all'innovativita' e alla rilevanza delle metodologie adottate, delle
procedure attuative implementate, dei risultati conseguiti, dei
modelli sperimentati.
Per la realizzazione dell'azione potra' essere prevista
l'organizzazione di seminari e workshop, la produzione di materiale
editoriale e telematico, e i risultati del progetto dovranno
confluire sul sito regionale www.form-azione.it.
Azione 6
Riqualificazione e riconversione delle risorse umane degli enti di
formazione accreditati, anche in vista della revisione del sistema
regionale di accreditamento delle strutture di formazione.
Azione 7
Sostegno a progetti di sviluppo organizzativo e strumentale a favore
dei Centri Territoriali Permanenti.
L'obiettivo e' quello di favorire la progettualita', la flessibilita'
e innovazione del modello organizzativo dei CTP. In tale contesto si
intende incentivare anche l'uso delle nuove tecnologie e di soluzioni
tecniche atte ad agevolare l'acquisizione di saperi e abilita' legate
ai nuovi linguaggi.Le azioni richieste sono le seguenti:
- messa a punto di modelli organizzativi, azioni di accompagnamento,
metodologie didattiche per la creazione di reti di soggetti che
gestiscono attivita' per l'EdA;
- acquisizione tramite noleggio-leasing di strumentazione tecnologica
quale postazioni informatiche, laboratori linguistici, software
specifici, strumentazioni tecniche, legate all'attivita' di
educazione degli adulti (finanziamento massimo 50.000 Euro).
Azione 8
Attivita' di analisi per lo sviluppo della rete dei Centri di
servizio e consulenza alle istituzioni scolastiche autonome per
l'inserimento delle ragazze e dei ragazzi in situazione di disagio.
L'autonomia delle istituzioni scolastiche rappresenta un valore
aggiunto fondamentale per il miglioramento delle condizioni di
accesso e frequenza dei percorsi educativi e didattici e per la
personalizzazione dell'offerta formativa a favore delle persone in
condizioni di disabilita' o di disagio sociale.
L'obiettivo dell'azione e' quello di sostenere e rafforzare
l'autonomia delle scuole attraverso la messa in rete delle risorse
gia' presenti nei diversi territori della regione, con priorita' per
quelle che operano per l'inserimento scolastico dei disabili e degli
svantaggiati, la pubblicizzazione dei servizi offerti, l'ampliamento
della gamma.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- verifica - a partire dalla rilevazione "Obiettivo centro" - della
rete esistente in termini di completezza, servizi offerti
(incrociandoli con le esigenze delle istituzioni scolastiche e delle
famiglie e con le azioni dei Comuni, delle ASL e
dell'associazionismo-volontariato), strutturazione (per valutare
quale modalita' di rete sia la piu' adeguata a soddisfare la
domanda), esigenze di formalizzazione e di valutazione delle
attivita';
- elaborazione di proposte in merito a standard qualitativi e di
funzionamento della rete, a fini di pubblicizzazione e di un
possibile riconoscimento da parte della Regione.
Azione 9
Progettazione, modellizzazione, diffusione di buone prassi e
sperimentazione di iniziative a sostegno della qualificazione degli
operatori nei settori interessati da interventi legislativi e da
programmi finalizzati in particolare allo sviluppo di attivita' e
produzioni eco-compatibili, eco-efficienti, orientati alla
sostenibilita' di territori, imprese e di sistemi di qualita'
incentrati sul prodotto (politiche integrate di prodotto).
Azione 10
Azione di supporto al sistema formativo: formazione di tutor
didattici-organizzativi operanti presso i soggetti promotori di
tirocini formativi e di orientamento.
L'obiettivo e' dotare i soggetti promotori delle competenze
professionali per la progettazione e gestione dei tirocini, e per il
tutoraggio attivo, anche per il coordinamento e l'integrazione tra il
settore socio-sanitario e le politiche attive del lavoro, in
particolare al fine di assistere i tirocinanti nell'utilizzo di
procedure, materiali didattici di autoapprendimento, autovalutazione
e accompagnamento al lavoro.
Per la realizzazione dell'azione e' richiesto quanto segue:
- analisi dei fabbisogni e delle competenze degli operatori, pubblici
e privati, che svolgono il ruolo di tutor didattico;
- definizione e realizzazione di percorsi formativi di aggiornamento,
riqualificazione, sviluppo e specializzazione dei tutor
didattici-formativi con particolare riferimento alla gestione all'uso
di documentazione strutturata finalizzata a momenti di
autoapprendimento, autovalutazione e accompagnamento al lavoro in
particolare per le disabilita' acquisite;
- formazione all'uso del software di gestione e monitoraggio dei
tirocini;
- produzione e riproduzione di materiali di analisi, ricerca e
documentazione sulle work experiences.
Le azioni da realizzare dovranno tenere in conto variabili di genere,
nell'ottica del rafforzamento del principio delle pari opportunita'.
Misura C3
Azione 1
Aggiornamento e manutenzione del catalogo elettronico regionale
dell'offerta formativa per l'accesso individuale all'alta formazione,
proseguimento del servizio di assistenza, gestione ed erogazione dei
voucher.
Le attivita' previste sono le seguenti:
- messa a regime della fase di sperimentazione in atto
nell'annualita' 2002-2003 ed eventuali integrazioni e aggiornamenti
sia tecnici che di contenuto;
- alimentazione e ampliamento del catalogo dell'offerta formativa con
relativi servizi di assistenza: scouting di nuova offerta formativa,
informazione e consulenza agli organismi coinvolti, validazione
dell'offerta formativa, aggiornamento data base, implementazione
degli strumenti di monitoraggio, ecc.);
- aggiornamento del sito Web in una logica di integrazione tra
domanda e offerta;
- attivita' di monitoraggio delle attivita' formative inserite in
catalogo e fruite tramite voucher;
- elaborazione di strumenti informativi e di comunicazione, servizi
di assistenza, erogazione e gestione dei voucher.
(finanziamento massimo 200.000 Euro per le attivita' di supporto e
775.000 Euro per i voucher).
Azione 2
Attivita' formativa nell'ambito dello spettacolo dal vivo delle
figure in ambito artistico ad alta professionalita'.
Attraverso questa azione ci si propone di sperimentare percorsi
formativi per migliorare le interazioni tra formazione e mercato e
fornire strumenti per ottimizzare, coerentemente con le
trasformazioni strutturali delle imprese dello spettacolo, attraverso
la formazione, i processi produttivi e distributivi.
Finalita' degli interventi sono:
- incentivare il funzionamento del mercato del lavoro del settore
dello spettacolo e in ambito artistico;
- valorizzare il legame tra la formazione professionale nello
spettacolo e in ambito artistico, e la produzione;
- rafforzare l'autoimprenditorialita' con particolare riferimento al
trasferimento di competenze sull'organizzazione settoriale e ai
rapporti/relazioni tra formazione artistica e mercato del lavoro;
- favorire l'accesso e la partecipazione delle donne nel mercato del
lavoro dipendente e autonomo.
Obiettivi regionali sono in particolare:
- promuovere la sperimentazione di progetti innovativi per contenuti
e/o soggetti coinvolti e/o metodologie e/o reti di partenariato, i
cui risultati possano essere considerati esemplari (modelli) e quindi
diffusi e trasferiti proficuamente sul territorio;
- promuovere la sperimentazione di progetti che, per natura e
peculiarita', possono piu' proficuamente essere attuati a livello
regionale, nel rispetto del principio di sussidiarieta'.
Le attivita' proposte dovranno essere inoltre caratterizzate come
segue:
- promuovere un'offerta formativa altamente specializzata e/o
qualificata flessibile alle richieste della domanda e finalizzata a
garantire un coerente inserimento occupazionale nell'ambito del
settore di riferimento;
- sostenere un'offerta formativa, anche in continuita' con percorsi
gia' attivati, caratterizzata da una forte integrazione con attivita'
di stages o di tirocinio formativo, prefigurando un reale percorso in
alternanza;
- sperimentare percorsi formativi volti a migliorare le interazioni
tra formazione e mercato e fornire strumenti per ottimizzare,
coerentemente con le trasformazioni strutturali delle imprese, i
processi produttivi e distributivi.
L'azione si colloca nel quadro di un intesa interregionale tra
Regione Emilia-Romagna e Regione Lombardia.
Azione 3
Sperimentazione regionale per l'applicazione degli standard minimi
delle competenze di base e trasversali dei corsi IFTS.
L'obiettivo e' accompagnare l'azione di monitoraggio della Regione
sull'applicazione degli standard minimi delle competenze di base e
trasversali, approvati con l'Accordo di Conferenza Unificata del 19
novembre 2002, al fine di rilevarne l'adeguatezza e la completezza
con riferimento ai corsi IFTS rientranti nelle programmazioni
2001-2002 e 2002-2003, e di coordinare lo svolgimento della
sperimentazione regionale con quella di livello nazionale.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- rilevazione dello stato dell'arte dell'applicazione degli standard
nei corsi IFTS;
- analisi, per area di competenze (trasversali,
economico-giuridico-amministrative, linguistiche,
statistico-informatiche), delle criticita' incontrate e delle
soluzioni progettuali e metodologiche adottate per superarle;
- elaborazione di proposte di modifica relativamente agli standard
ritenuti inadeguati all'implementazione, anche attraverso il
confronto con corsi IFTS di altre Regioni, nonche' di conferma
motivata degli standard ritenuti applicabili;
- elaborazione di proposte di eventuali nuovi standard per il
completamento del documento nazionale.
Misura C4
Azione 1
Rafforzamento delle politiche di sicurezza.
L'obiettivo e' quello di sostenere le politiche regionali nel campo
della sicurezza attraverso azioni di sensibilizzazione, comunicazione
e formazione nei seguenti ambiti:
- sicurezza nelle strade (l'attivita' formativa dovra' essere rivolta
in particolare a docenti dell'istruzione e della formazione, a
genitori, a docenti delle scuole guida e in via sperimentale agli
utenti della formazione professionale). I progetti dovranno essere
coerenti con gli obiettivi e le metodologie di lavoro gia' attuate
dalla Regione Emilia-Romagna in materia di sicurezza stradale;
- sicurezza nei luoghi di lavoro anche per l'accoglienza dei
lavoratori di cui alla Legge 68/99 (l'attivita' dovra' essere rivolta
alla formazione per docenti e studenti della scuola superiore e della
formazione professionale, per lavoratori, ecc.);
- sicurezza alimentare ed educazione alla salute. Dovra' essere
prevista attivita' di formazione di insegnanti e formatori nel
settore dell'educazione alimentare, ed in particolare sui seguenti
argomenti di base: rapporto tra agricoltura, alimentazione e
territorio; modalita' di produzione e conseguenze sull'ambiente;
trasformazione, conservazione, distribuzione, commercializzazione dei
prodotti agro-alimentari; educazione al gusto. In questo ambito le
attivita' formative dovranno svolgersi in coerenza con le azioni
previste nel progetto regionale "fattorie didattiche", finalizzato a
promuovere programmi di educazione ambientale ed alimentare, a
favorire la conoscenza dell'alimentazione e dei prodotti
agro-alimentari emiliano-romagnoli, a creare interesse per l'ambiente
e l'attivita' agricola, anche attraverso azioni integrate di
formazione per operatori e docenti della formazione e
dell'istruzione, nonche' percorsi mirati alla acquisizione di
competenze relazionali e tecnico-didattiche da parte degli operatori
agricoli aderenti all'iniziativa;
- sicurezza dai rischi idraulico, idrogeologico, sismico e di
erosione costiera: l'attivita' formativa dovra' essere rivolta in
particolare agli operatori del volontariato e agli operatori del
volontariato della protezione civile;
- sicurezza fitosanitaria: attivita' di formazione e
sensibilizzazione per tecnici e operatori della trasformazione e
produzione.
Azione 2
Progetti sperimentali e innovativi curati dai Centri territoriali
permanenti.
L'obiettivo e' quello di consentire ai Centri territoriali permanenti
lo sviluppo di nuova progettualita' finalizzata alla didattica
individualizzata, alla definizione di percorsi che diano luogo a
capitalizzazioni successive delle competenze acquisite, allo sviluppo
di competenze sui nuovi alfabeti.
Le azioni richieste consistono nella progettazione di percorsi
innovativi dal punto di vista metodologico/didattico e/o
contenutistico che rispondano alle esigenze degli adulti, sia sotto
il profilo sociale che piu' generalmente culturale.
Misura D1
Azione 1
Azioni finalizzate all'aumento del tasso di attivita' dei lavoratori
adulti tramite l'aggiornamento e manutenzione delle competenze dei
lavoratori di eta' superiore a 45 anni, e il trasferimento di
competenze dai lavoratori esperti ai giovani neo-assunti.
L'azione e' finalizzata - in accordo a quanto previsto nel DPEF
regionale 2003-2005 - ad aumentare il tasso di attivita' dei
lavoratori adulti attraverso due tipologie interventi:
- il sostegno di percorsi formativi mirati ed individualizzati con
l'obiettivo di salvaguardare la posizione lavorativa all'interno
dell'impresa ed il ruolo nel processo produttivo aziendale;
- la valorizzazione dell'esperienza professionale acquisita in
azienda da parte dei lavoratori con maggiore anzianita', anche
tramite il trasferimento di saperi informali e competenze acquisibili
on the job per accompagnare l'inserimento lavorativo dei giovani
neo-assunti. In questo ambito le attivita' da realizzare dovranno
prevedere un percorso di affiancamento, oltre che di formazione, dei
neo-assunti centrato sul ruolo attivo del lavoratore esperto come
figura chiave del processo di apprendimento.
Azione 2
Predisposizione e attivazione di percorsi formativi per le parti
sociali finalizzati all'acquisizione di competenze sui cambiamenti
intervenuti nei settori soggetti ad innovazione tecnologica.
Azione 3
Interventi formativi e di sistema per l'innovazione e lo sviluppo
delle imprese, in particolare di quelle localizzate nei distretti
industriali della regione, nei seguenti ambiti:
- formazione di competenze per la qualita' nelle imprese e nel
lavoro;
- orientamento alla qualita' nelle imprese del terziario;
- formazione di professionalita' nelle imprese e nel lavoro autonomo
per la ricerca, l'innovazione di prodotto e il trasferimento
tecnologico, in particolare nel settore del multimediale, della net
economy e della logistica;
- sviluppo organizzativo e valorizzazione delle figure strategiche
nelle PMI;
- strumenti e percorsi per la definizione delle variabili strategiche
nelle PMI;
- percorsi di sostegno ai processi di sviluppo nelle PMI e dei
sistemi locali;
- percorsi di sostegno ai sistemi di gestione ecoefficiente,
risparmio risorse idriche ed energetiche;
- percorsi di sostegno ai processi di internazionalizzazione, export
ed investimenti produttivi all'estero delle imprese;
- percorsi di sostegno ai piani di marketing nelle PMI;
- sostegno all'informatizzazione dei processi aziendali;
- strumenti e sostegno alla crescita manageriale dell'artigianato e
delle PMI;
Azione 4
Attivita' di formazione mirata e azioni integrate a sostegno dei
lavoratori atipici, in particolare prevedendo l'erogazione di voucher
formativi e di servizio.
Misura E1
Azione 1
Percorsi integrati di inserimento lavorativo per donne adulte, donne
inserite in percorsi di protezione sociale e in accoglienza ai sensi
dell'art. 18 ex DLgs 286/98. Donne che hanno subito violenza, fisica,
sessuale, psicologica e/o di costrizione economica.
Azione 2
Dialogo tra istituzioni e societa' femminile sulle politiche di pari
opportunita'.
Nell'ottica del rafforzamento delle politiche di pari opportunita' e
della cittadinanza di genere, appare importante analizzare l'attuale
configurazione dei rapporti tra le istituzioni locali, responsabili
delle politiche di sviluppo dei territori, e le forme di aggregazione
e di azione delle donne, che rappresentano una indubbia ricchezza di
pensiero e di progetto, al fine di verificare se ed in quale misura
l'interazione tra istituzioni e societa' civile femminile produca
valore aggiunto nelle politiche concrete di pari opportunita'.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- monitoraggio sullo stato dell'arte degli strumenti istituzionali e
degli organismi di parita' o di partecipazione nelle autonomie locali
in Emilia-Romagna e delle reti esistenti nella societa' femminile
locale;
- analisi delle culture di parita' e delle relazioni tra i due
universi e del grado di reciproca influenza;
- analisi della efficacia o delle criticita' delle relazioni in
rapporto alle politiche di pari opportunita' concretamente realizzate
nei territori.
Le azioni dovranno essere condotte utilizzando metodologie
partecipate e avvalendosi inoltre di materiali documentali quali
programmi, progetti, protocolli, intese, convenzioni, dati
statistici, ecc.
Azione 3
Donne detenute e lavoro.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- azioni relative alla formazione di base: alfabetizzazione in lingua
italiana, rimotivazione al lavoro e all'inserimento lavorativo
attraverso percorsi guidati e personalizzati, alfabetizzazione
informatica;
- azioni relative ad orientamento e/o formazione professionale
specifica, per piccoli gruppi o personalizzata, nelle sezioni
femminili degli istituti penitenziari o all'esterno;
- costituzione di un tavolo di lavoro aperto a tutti i soggetti
interessati al progetto (istituzioni, privato sociale, enti di
formazione, ecc.)
Azione 4
Orientamento di genere nell'eta' dell'obbligo formativo.
L'obiettivo dell'azione e' quello di realizzare modalita' di
orientamento e didattico/formative differenziate, per il superamento
della segregazione orizzontale, di stereotipi di genere e per
indirizzare le ragazze a reali condizioni di pari opportunita' nella
formazione e nel lavoro.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- partendo dai rapporti e dati disponibili, prevalentemente neutri,
produrre dati disaggregati per sesso;
- produrre una analisi quali/quantitativa in relazione alle scelte di
percorso dopo il primo anno di scuola superiore e alle prevalenti
motivazioni delle scelte per ragazze e ragazzi;
- progettazione di azioni differenziate per le attivita' di
orientamento per le ragazze verso percorsi non tradizionali (come
estetiste o parrucchiere) e forti per un inserimento qualificato nel
mercato del lavoro;
- progettazione di azioni di sensibilizzazione anche per i ragazzi
sulle differenze di genere, i lavori di cura e la conciliazione dei
tempi di vita e di lavoro;
- progettazione di strumenti di orientamento e didattici per
operatori e insegnanti;
- progettazione di azioni per sensibilizzare i tutor alle politiche
di genere;
- sperimentazione di attivita' di orientamento di genere su un
campione di ragazze.
Azione 5
Progetto di assistenza tecnica a sostegno dei processi di sviluppo
del mainstreaming di genere nella pubblica Amministrazione, con
attenzione particolare alla sperimentazione e diffusione di pratiche
e strumenti tecnici di analisi, programmazione, innovazione dei
processi di definizione degli obiettivi e di valutazione dell'impatto
delle politiche.
Attraverso la predisposizione e conduzione di seminari, work-shops,
laboratori e sperimentazioni dovranno essere curati:
- la diffusione della strumentazione tecnica per l'attuazione della
priorita' trasversale pari opportunita' nella programmazione dei
fondi strutturali con particolare riferimento alla sperimentazione
del sistema VISPO;
- la diffusione e omogeneizzazione delle competenze sul mainstreaming
di genere tra dirigenti e funzionari regionali e delle
Amministrazioni locali e l'assistenza alla definizione di nuove
strategie professionali per l'integrazione delle pari opportunita'
nelle programmazioni;
- il rafforzamento delle competenze, in particolare femminili, nella
PA per la definizione e attuazione delle politiche di pari
opportunita'.
Azione 6
Sostegno alla presenza femminile nei ruoli decisionali pubblici e
privati volto alla diffusione e al rafforzamento dell'ottica di
genere nella prospettiva delle pari opportunita' e della
valorizzazione della differenza come risorsa.
prevista la realizzazione di massimo 5 edizioni di corsi brevi (60-70
ore) articolati su diversi territori della regione e caratterizzati
dalla formazione congiunta delle varie categorie di persone
destinatarie dell'azione.
Azione 7
Sostegno all'inserimento lavorativo delle donne, comprese le
lavoratrici atipiche, e ai percorsi di carriera.
A titolo orientativo, le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- promozione di azioni di valorizzazione delle diversita' nelle
organizzazioni e nella gestione delle risorse umane attraverso
percorsi integrati sperimentali di ricerca, formazione, tutoraggio,
interventi di mentoring, piani di programmazione delle carriere
femminili, ecc.;
- work experiences di orientamento e di inserimento lavorativo;
- promozione dell'imprenditoria e del lavoro autonomo, in particolare
sulle nuove tecnologie e tecnologie telematiche, net economy e
multimediale;
- rafforzamento dell'imprenditoria femminile e del lavoro autonomo
delle donne, attraverso: l'aggiornamento delle competenze delle
imprenditrici e delle lavoratrici autonome; la costruzione di reti di
benchmarking e la costituzione di gain club per imprenditrici; il
supporto alla trasmissione d'impresa per favorire l'ingresso di donne
in imprese da trasmettere;
- azioni di diffusione dei contenuti della Legge 53/00 che
contrastino la stereotipia di impresa nell'affrontare
l'organizzazione del lavoro in sintonia con le prassi conciliative,
rivolte in particolare ai responsabili del personale.
Le azioni dovranno essere accompagnate dalla concessione di voucher
per la conciliazione dei tempi di lavoro/formazione con gli impegni
familiari e di cura.
Azione 8
Progetti integrati di formazione e supporto all'inserimento
lavorativo per donne disoccupate, occupate, con contratti di
collaborazione coordinata e continuativa, anche con elevati livelli
di istruzione riferiti in particolare al settore dell'informazione e
comunicazione.
Azione 9
Implementazione degli strumenti di Gender Auditing gia' progettati
nella programmazione finanziaria e di bilancio della Regione
Emilia-Romagna, finalizzata all'integrazione dell'analisi e della
programmazione di genere nei processi piu' generali di miglioramento
dell'efficienza e dell'efficacia delle politiche.L'obiettivo
dell'azione e' l'implementazione del modello teorico di
"accountability" rispetto alle politiche di genere, all'interno di un
panel ristretto di ambiti regionali, selezionati con criteri da
definire con la committenza.
L'azione dovra' essere condotta attraverso quattro momenti distinti:
1) identificazione del campo di applicazione dell'auditing e degli
obiettivi, con procedure di auditing;
2) identificazione del capitale informativo dell'ente, di modalita'
di condivisione e emersione delle conoscenze, nonche' di tecniche di
raccolta e stoccaggio di dati e informazioni;
3) raccolta e valutazione delle informazioni;
4) preparazione del rapporto ed elaborazione di nuovi obiettivi.
Azione 10
Potenziamento qualitativo e quantitativo della rete di servizi e
interventi pubblici e privati per l'orientamento, i bilanci di
competenze, la formazione e l'inserimento lavorativo delle donne
immigrate nel mercato del lavoro ufficiale con particolare attenzione
all'ambito del lavoro di cura e al tema della conciliazione.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- ricerca sui bisogni specifici di interventi finalizzati alla
conciliazione delle esigenze lavorative e familiari delle donne
immigrate;
- interventi formativi di base di cultura generale, linguistica e
informatica;
- interventi di orientamento e bilancio di competenze/capacita';
- interventi finalizzati ad incrementare capacita' personali e
competenze professionali;
- interventi mirati al sostegno della conciliazione tra le esigenze
relative ad attivita' lavorative e formative e quelle derivanti da
impegni familiari;
- azioni formative rivolte a mediatori culturali per stimolare la
riflessione sugli aspetti di genere dell'integrazione.
Azione 11
Costruzione di una rete per il sostegno ai bisogni di conciliazione
delle donne occupate, in cerca di occupazione, in formazione.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- ricognizione presso gli Enti locali sulla trasferibilita'
dell'esperienza degli "Sportelli donna";
- definizione, a partire dalle esperienze sperimentali gia' condotte,
ed in relazione alle specificita' dei servizi, di modelli di
funzionamento, e relativa sperimentazione, di una rete tra Centri per
l'Impiego e servizi/sportelli pubblici (Sportelli Donna, Centri per
le famiglie, altro);
- formazione sui temi della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi
di cura, mirata alla integrazione delle competenze per operatrici e
operatori dei centri per l'impiego, degli sportelli donna, dei
servizi educativi e sociali, ecc.;
- definizione delle competenze e sperimentazione di una figura
professionale, da collocarsi presso i Centri per l'Impiego, con
compiti di coordinamento degli interventi sul territorio finalizzati
alla conciliazione dei tempi e alla gestione della Legge 53/00, e di
integrazione tra servizi, imprese, parti sociali;
- attivazione di iniziative, in particolare tramite la concessione di
voucher, per l'ampliamento dell'offerta di servizi di cura;
Azione 12
Azioni di "e-quality" per la sperimentazione del marchio di qualita'
nel quadro del principio della responsabilita' sociale delle imprese.
Nella prospettiva di rendere operativi i marchi di qualita' per le
aziende che adottino prassi organizzative "family and
women-friendly", ovvero che integrino nelle proprie prassi e
procedure organizzative il punto di vista della conciliazione tra
lavoro e vita familiare, si rende opportuno sperimentare su un
ristretto campione di aziende, piccole e medie, l'applicazione delle
prassi che potrebbero portare non solo al riconoscimento del marchio
di qualita', ma anche a favorire gli strumenti conciliativi come
indicatori fondativi dei manuali di qualita' delle imprese.
Allo scopo occorre tuttavia definire e costruire le competenze
necessarie ad una attivita' consulenziale alle aziende, che
potrebbero stabilmente tradursi in imprese di servizio apprezzabili
sul mercato dei consulenti aziendali.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- individuazione e descrizione delle competenze necessarie per
l'erogazione di attivita' di servizio alle imprese finalizzate
all'adozione di prassi organizzative compatibili con la conciliazione
tra lavoro e vita familiare per i/le dipendenti, per i/le
collaboratrici, per i/le titolari di impresa;
- progettazione di una organizzazione di servizio alle imprese sulle
politiche e gli strumenti di conciliazione;
- individuazione di un campione rappresentativo di piccole e medie
imprese emiliano-romagnole nelle quali sperimentare l'applicazione
del marchio di e-quality;
- sperimentazione delle prassi per il riconoscimento del marchio di
qualita';
- redazione di un manuale di e-quality.
Art. 4
Tipologia progettuale
Per la realizzazione delle attivita' ammesse a finanziamento sara'
possibile presentare progetti semplici e integrati, come previsto
dalla delibera di Giunta regionale n. 177 del 10/2/2003, con
priorita' per questi ultimi:
- i progetti semplici prevedono la realizzazione di singole
attivita'/azioni/iniziative; ciascuno di essi pertanto deve essere
riconducibile ad una sola tipologia d'azione e, di norma, ad un solo
soggetto attuatore;
- i progetti integrati prevedono contestualmente la realizzazione di
una pluralita' di progetti semplici prevedendo canali finanziari e/o
tipologie d'azione diversificate.
Art. 5
Durata dei progetti
La durata dei progetti sara' da considerarsi variabile in funzione
della complessita' e della numerosita' di azioni previste al loro
interno, comunque riconducibile ad una durata, di norma, biennale e
comunque cantierabili, di norma, entro 90 giorni dall'approvazione.
Per quanto attiene la durata delle specifiche tipologie formative si
rimanda alla delibera della Giunta regionale sopracitata n. 177 del
10/2/2003 "Direttive regionali in ordine alle tipologie di azione ed
alle regole per l'accreditamento degli organismi di formazione
professionale".
Art. 6
Definizioni delle priorita' e specifiche modalita' attuative
6.1) Definizione delle priorita'
La valutazione dei progetti terra' conto, nell'attribuzione dei
punteggi, del conseguimento di alcuni obiettivi prioritari della
programmazione comunitaria, che sono i seguenti:
- campi trasversali d'intervento del FSE: pari opportunita' e
societa' dell'informazione;
- progetti integrati;
- integrazione tra soggetti;
- percorsi individualizzati.
Tali priorita' sono da intendersi come segue:
A) - I progetti dovranno tener conto dei campi trasversali
d'intervento del FSE dati dalle pari opportunita' e dalla Societa'
dell'informazione, come indicati nel POR Obiettivo 3 della Regione
Emilia-Romagna, in particolare nella descrizione della strategia e
delle singole misure. In via generale tali priorita' possono essere
perseguite come segue:
- pari opportunita': e' perseguita con una logica di intervento
fondata sul mainstreaming sia garantendo una presenza femminile che
orientativamente rifletta la situazione del mercato del lavoro, sia
promuovendo azioni specifiche come enunciate nel POR e nel
Complemento di Programmazione. Per tutte le misure quindi i progetti
devono esplicitamente contenere azioni atte ad assicurare tale
priorita', indicando: un obiettivo quantificato della presenza di
destinatari per genere, le modalita' di accesso ed attuative tali da
favorire e consentire l'accesso e la fruizione da parte delle donne,
l'eventuale collegamento con azioni di sensibilizzazione,
informazione, promozione, e accordi tra le parti sociali realizzate
da altri soggetti/progetti gia' esistenti a livello locale oppure da
attivare nel caso della presentazione di un progetto integrato, il
collegamento con servizi finalizzati a conciliare la vita familiare
con l'inserimento in misure attive (per tutte le misure),
l'attivazione di servizi finalizzati a rimuovere le condizioni di
disagio e/o conciliare la vita familiare con l'inserimento in misure
attive. Ai fini dell'assegnazione del punteggio, le modalita' per il
perseguimento di tale priorita' devono essere chiaramente
esplicitate;
- societa' dell'informazione: e' una priorita' da perseguire sia
nell'ambito del sistema dell'apprendimento sia nell'ambito del mondo
del lavoro, sia nel sistema delle imprese. In relazione alla
specificita' di intervento delle singole misure messe a bando i
progetti dovranno esplicitare: l'utilizzo di tecnologie
dell'informazione e della comunicazione nella progettazione e nelle
modalita' di erogazione delle attivita' (es. FAD), l'erogazione di
moduli/percorsi formativi riferibili all'apprendimento di tecnologie
multimediali ed informatiche, l'eventuale sperimentazione di forme di
telelavoro, il sostegno alla nascita e al consolidamento di piccole e
medie imprese nel settore. Per dare luogo al punteggio di priorita'
tali aspetti non devono essere di impatto marginale, ma rappresentare
il nucleo essenziale delle attivita' proposte o comunque una parte
consistente nell'ambito del progetto. La sola produzione di CD, in
assenza di FAD on-line anche integrata con diverse metodologie
didattiche (frontali, esercitazioni ecc.), non da' di per se' diritto
al punteggio di priorita'.
B) - I progetti dovranno preferibilmente adottare un approccio
integrato in termini di azioni (progetto integrato) e di soggetti
(integrazione soggetti).
Per progetto integrato si intende un progetto che preveda al suo
interno differenti tipologie di interventi che definiscano una
filiera logica e sequenziale (ad es. informazione, orientamento,
formazione, bilancio delle competenze, esperienze di lavoro,
incentivi, ecc.). Tale integrazione deve essere coerente e funzionale
alla natura del progetto.
Per integrazione tra soggetti e' da intendersi specificatamente la
costituzione formale di un partenariato, al fine di proporre e
realizzare in comune il progetto. Per "costituzione formale di
partenariato" e' da intendersi l'associazione con l'indicazione dei
diversi soggetti delle attivita' e delle quote di riferimento. Forme
di partenariato non formalmente costituito non comportano
l'attribuzione di un punteggio di priorita', ma vengono comunque
tenute in debita considerazione in sede di valutazione di merito del
progetto.
Il riconoscimento della priorita' presuppone che il partenariato sia
costituito fra "soggetti pubblici e privati" che ricoprano
"ruoli-chiave" nell'ambito della specifica politica inerente la
singola misura o le azioni proposte e che si assumano un ruolo
specifico e significativo nell'ambito del progetto presentato;
presuppone altresi' la diversa natura dei suddetti soggetti (non e'
considerabile "integrazione fra soggetti", ad esempio, un
partenariato costituito da due o piu' agenzie formative).
C) - I progetti dovranno adottare un approccio/percorso
individualizzato tenendo conto delle caratteristiche dei singoli
destinatari degli interventi, dello specifico fabbisogno di sostegno
in relazione alla loro posizione sul mercato del lavoro e delle
potenzialita' di inserimento lavorativo esistenti, nonche' di
modalita' attuative dell'intervento flessibili, calibrate il piu'
possibile sulle esigenze individuali. Il punteggio viene attribuito
solo se sono sufficientemente esplicitate le modalita' operative con
le quali si intende attuare tale approccio.
6.2) Modalita' attuative delle riserve finanziarie e della normativa
comunitaria sugli aiuti di Stato
A) - Approccio preventivo. Per quanto attiene agli aiuti alle persone
previsti nelle misure A.2 e A.3, in fase attuativa andranno
assicurate le condizioni atte a garantire l'ammissibilita' delle
azioni a ciascuna misura tenendo conto della tipologia dei
destinatari, che sono differenziati sulla base della durata del
periodo di disoccupazione. Per tale motivo la rilevazione del
carattere preventivo (misura A.2) o curativo (misura A.3) delle
azioni alle persone richiede di individuare, per ciascun
destinatario:
i) la data di inizio dello stato di disoccupazione;
ii) la data di offerta di una misura attiva del lavoro. Tali date
consentiranno di definire la natura preventiva o curativa dell'azione
che si intende realizzare e dunque di garantire la pertinenza
dell'azione stessa con la misura in cui e' stata finanziata;
i) in merito al primo punto, l'inizio dello stato di disoccupazione
puo' essere derivato dalla ricostruzione della situazione soggettiva
dei potenziali destinatari delle azioni. La data di inizio dello
stato di disoccupazione e' da intendersi come segue: - nel caso dei
disoccupati in senso stretto (persone che hanno perso un precedente
posto di lavoro), delle persone in cerca di prima occupazione e delle
persone in contratto di apprendistato o altro contratto a causa
mista, la data iniziale e' rappresentata dalla data piu' recente tra
le seguenti: la conclusione di un'attivita' lavorativa (incluse anche
le forme di lavoro temporaneo e atipico senza limiti minimi di
tempo), che non necessariamente comporta la cancellazione dalle
attuali liste di collocamento; la conclusione della frequenza ad una
misura di politica attiva del lavoro; la conclusione di un percorso
scolastico (anche nel caso di abbandono); l'iscrizione o
re-iscrizione alle liste di collocamento; - nel caso delle persone in
CIG straordinaria, la data iniziale da assumere e' in questo caso
rappresentata dalla data piu' recente tra le seguenti: l'iscrizione
alla CIG straordinaria; la conclusione della frequenza ad una misura
di politica attiva del lavoro; - nel caso degli studenti universitari
e della scuola media superiore, le azioni nei loro confronti vengono
considerate sempre preventive, e quindi non si dovra' procedere alla
rilevazione della data di inizio del periodo di disoccupazione; - nel
caso delle altre persone inattive (casalinghe, militare di leva,
altro inattivo), la data iniziale puo' essere rappresentata dalla
data di iscrizione alle liste di collocamento, da considerare come
requisito per l'accesso alle azioni finanziate dal FSE; - nel caso
di stranieri immigrati o di immigrazione di ritorno, le date iniziali
proposte nei casi di disoccupazione possono essere sostituite da
quelle che registrano l'inizio della presenza sul territorio
nazionale, attraverso il permesso di soggiorno o il cambio di
residenza dal paese straniero all'Italia. La rilevazione del periodo
di disoccupazione dovra' essere effettuata dai soggetti attuatori
delle azioni al momento della selezione dei candidati alle attivita',
i quali dovranno produrre una autocertificazione della data di inizio
dello stato di disoccupazione, o altro documento probatorio;
ii) in merito al secondo punto, riguardante la data di offerta di
una misura attiva alla quale definire il carattere preventivo o
curativo di una azione, essa e' rappresentata dalla data di
assegnazione, iscrizione, ammissione, ecc. - da specificare in
dettaglio in base alla tipologia di attivita' - di una determinata
persona ad una attivita' finanziata dal FSE.
Le definizioni che precedono sono da considerarsi transitorie fino
all'entrata in vigore delle anagrafi individuali che faranno capo ai
servizi per l'impiego, le quali sostituiranno la procedura sopra
indicata al punto i) per la individuazione della data di inizio del
periodo di disoccupazione.
B) - Aiuti di Stato. Gli interventi che configurano aiuti di Stato
dovranno ottemperare a quanto previsto dai Regolamenti (CE) n. 68 e
69 della Commissione Europea del 12/1/2001 relativi all'applicazione
degli articoli 87 e 88 del Trattato CE agli aiuti destinati alla
formazione e agli aiuti di importanza minore "de minimis", e a quanto
previsto nella deliberazione della Giunta regionale n. 254 del
6/3/2001 "Approvazione regime di aiuti in attuazione del regolamento
(CE) 68/01".
La regola del "de minimis" implica che il destinatario dell'aiuto non
puo' usufruire in 3 anni (quello per il quale si chiede il contributo
e i 2 precedenti) di finanziamenti pubblici complessivi, assegnati
sotto forma di "de minimis", superiori a 100.000 Euro a qualsiasi
titolo e da qualsiasi Amministrazione pubblica ottenuto. La
quantificazione dei finanziamenti ricevuti a tale titolo deve essere
calcolata, a ritroso, dalla data di concessione del finanziamento
delle attivita' candidate sul presente invito.
Non entrano a far parte del tetto di contributo a titolo del "de
minimis" i contributi ricevuti a valere su regimi di aiuto notificati
alla Commissione Europea e da questa approvati.
La regola del "de minimis" si applica anche nel caso in cui il
beneficiario immediato del finanziamento sia altro soggetto (ad
esempio agenzia formativa o soggetto erogatore di servizi) che eroga
le attivita' finanziate a favore di una/piu' imprese specifiche anche
individuate successivamente alla presentazione del progetto.
Tenendo presente la natura delle attivita' oggetto del presente
bando, le azioni che si configurano come aiuti di Stato sono le
seguenti:
- trasferimento di competenze dai lavoratori esperti ai giovani
neoassunti (Misura D.1 parte dell'Azione 1);
- interventi formativi e di sistema per l'innovazione e lo sviluppo
delle imprese (Misura D.1 Azione 3);
- rafforzamento dell'imprenditoria femminile e del lavoro autonomo
delle donne (Misura E.1 parte dell'Azione 7, per l'attivita' relativa
all'aggiornamento delle competenze).
A tali azioni sono applicabili le regole del "de minimis" ovvero, in
alternativa, le regole contenute nel regime di aiuto alla formazione
adottato dalla Regione Emilia-Romagna, precisandolo in sede di
presentazione dei progetti.
Un elenco delle leggi nazionali e regionali notificate alla
Commissione Europea in materia di aiuti di Stato dalla Regione
Emilia-Romagna e' pubblicato sul sito: http://www.form-azione.it
I soggetti beneficiari del finanziamento possono optare per il "de
minimis" o per le condizioni poste nel regime di aiuto notificato. La
scelta di tale opzione deve essere chiaramente esplicitata
all'interno del progetto all'atto della presentazione dello stesso,
pena la sua non ammissibilita'.
Art. 7
Risorse disponibili e vincoli finanziari
Per l'attuazione del presente invito, sono disponibili le risorse
previste nell'Allegato A) parte II "Piano finanziario".
Non sono finanziabili azioni finanziate, in tutto o in parte, sul
Piano di sviluppo rurale della Regione Emilia-Romagna (Reg. CE
1257/99).
Nel caso delle seguenti azioni che si configurano come attivita' di
servizio e/o forniture, il costo complessivo non potra' superare i
200.000 Euro:
- Misura A1: Azione 1 (per le attivita' di progettazione, supporto
alla vigilanza e studio); Azione 2;
- Misura A2: Azione 1; Azione 2 (per le attivita' non formative);
Azione 3 (per le attivita' non formative);
- Misura A3: Azione 1 (per le attivita' non formative);
- Misura C1: Azione 1; Azione 2; Azione 5; Azione 8; Azione 10 (per
le attivita' non formative);
- Misura C3: Azione 1 (per le attivita' di servizio); Azione 3;
- Misura E1: Azione 2; Azione 5; Azione 9; Azione 11 (per le
attivita' di servizio); Azione 12;
I progetti presentati a valere sull'Azione 7 della Misura C1 non
potranno superare il costo complessivo di 50.000 Euro.
Art. 8
Soggetti ammessi alla presentazione dei progetti
I requisiti di ammissibilita' dei soggetti candidati a realizzare i
progetti proposti sul presente Invito, saranno quelli previsti a
livello generale dalle "Direttive attuative per la formazione
professionale e per l'orientamento - Triennio 1997/99 e successive
modificazioni e integrazioni.
In particolare, per quanto riguarda le iniziative formative e di
servizi di orientamento, sono tenuti alla realizzazione delle
attivita' gli organismi accreditati ai sensi della normativa
regionale vigente.
Nello specifico caso connesso alla presentazione di progetti da parte
di organismi misti, quali le Associazioni Temporanee di Impresa, gli
stessi dovranno indicare, all'interno del formulario, l'intenzione di
costituirsi in ATI indicando specificatamente i ruoli, le competenze
e la suddivisione finanziaria dei singoli soggetti nell'ambito della
realizzazione del progetto presentato.
I raggruppamenti temporanei di imprese sono generalmente compatibili
con le disposizioni della normativa antitrust nella misura in cui
consentono ai soggetti che operano in fasi differenziate di una
stessa filiera di poter presentare la propria offerta a gare a cui
individualmente non potrebbero partecipare.
Alla luce di quanto sopra specificato la Regione esaminera'
l'effettivo valore aggiunto apportato dalle ATI nel criterio di
valutazione n. 10 "Creazione di reti e partenariati".
In considerazione della particolare natura giuridica dell'istituto
dell'ATI, la cui validita' temporale risulta collegabile unicamente
alla realizzazione di un determinato progetto, e al fine di evitare
spese aggiuntive a carico del soggetto presentatore, la
formalizzazione di tale forma di collaborazione viene richiesta solo
successivamente all'avvenuta approvazione del progetto presentato e
prima dell'avvio dello stesso.
Per le seguenti azioni potranno candidarsi soggetti che abbiano come
finalita' prevalente le attivita' di ricerca, studio, servizi e
assistenza tecnica:
- Misura A1: Azione 2;
- Misura C1: Azione 1; Azione 5; Azione 8;
- Misura C3: Azione 1; Azione 3;
- Misura E1: Azione 2; Azione 5; Azione 9.
Gli enti di formazione professionale accreditati sono considerati
ammissibili nei casi di servizi collegati a sperimentazione e
modellizzazione di attivita' formativa e/o di orientamento e di
produzione di contenuti didattici.
Nell'Azione 7 della Misura C1 e nell'Azione 2 della Misura C4,
potranno candidarsi i CTP del territorio emiliano-romagnolo.
Art. 9
Modalita' e termini per la presentazione dei progetti
I progetti dovranno pervenire entro le ore 12,30 del 28 marzo 2003.
Nella giornata suddetta i progetti stessi dovranno essere presentati
presso la Regione Emilia-Romagna - Sala 5 - Viale Silvani n. 6 -
Bologna (ex Sala Consiglio regionale).
Nei giorni precedenti la scadenza succitata i progetti verranno
ritirati, dalle ore 9 alle ore 12,30, presso l'Assessorato Scuola,
Formazione professionale, Universita', Lavoro e Pari opportunita' -
Servizio "Programmazione e valutazione progetti" - Viale A. Moro n.
38 - 40127 - Bologna - V piano - stanza n. 506.
Le domande inviate tramite servizio postale dovranno pervenire
mediante raccomandata con ricevuta di ritorno e comunque entro e non
oltre la scadenza indicata dal bando, all'indirizzo corrispondente
alla sede dell'Assessorato.
Nel caso dell'Azione 3 della Misura A2 e dell'Azione 1 della Misura
A3 i progetti potranno essere presentati a partire dal giorno
successivo alla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale regionale del
presente avviso.
La richiesta di finanziamento dovra' essere presentata in regola con
le vigenti normative sul bollo, firmata dal legale rappresentante
dell'organismo presentatore o da un suo delegato e dovra' avere in
allegato la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorieta'
concernente l'ottemperanza all'art. 17, Legge 68/99 nonche' il
rispetto delle normative vigenti in materia di antimafia.
Ove non sia necessario l'accreditamento il soggetto deve inviare
unitamente alla richiesta di finanziamento, la scheda informativa per
la registrazione nell'archivio regionale dei soggetti, che e'
possibile trovare all'interno dell'applicativo informatico "attivita'
formative 2003", unitamente alla documentazione richiesta.
I progetti dovranno essere presentati sull'apposito formulario
compilato in ogni sua parte e consegnato in n. 2 copie cartacee
unitamente al supporto informatico (floppy disk) di identico
contenuto completo di tutti gli allegati descrittivi. Detto
formulario ed il software sono scaricabili dal sito Internet:
http://sifp.regione.emilia-romagna.it, oppure possono essere ritirati
presso la Direzione generale Cultura, Formazione e Lavoro della
Regione Emilia-Romagna - Sistema Informativo - Viale Aldo Moro n. 38,
VI piano, stanza 608.
Il progetto, pena l'esclusione, deve obbligatoriamente indicare
l'Asse, la Misura e l'Azione su cui ci si candida.
Il proponente dovra' presentare un formulario per ogni tipologia
d'azione per cui si candida e dovra' indicare sul progetto la
quantificazione della spesa specificando quanto percentualmente
prevede di pagare per anno di pertinenza.
Per qualsiasi informazione e/o chiarimento in merito ai contenuti del
presente Invito e' possibile contattare il numero verde per la
Formazione professionale tel. 800955157.
Art. 10
Ammissibilita' e valutazione
I progetti sono ritenuti ammissibili ed approvabili se:
- pervenuti almeno entro la data di scadenza indicata nel precedente
articolo 9, fatta eccezione per quanto previsto in merito all'Azione
3 della Misura A2 e Azione 1 della Misura A3;
- presentati da soggetto ammissibile;
- compilati sull'apposito formulario;
- coerenti con le misure e le azioni di riferimento, con le finalita'
generali e specifiche del presente bando e con le linee di
programmazione regionale;
- completi delle informazioni richieste.
Un requisito indispensabile, inoltre, e' la presenza di moduli sulla
sicurezza sul lavoro in tutti i percorsi formativi finalizzati
all'inserimento lavorativo.
L'istruttoria di ammissibilita'/approvabilita' viene eseguita a cura
del Servizio regionale competente.
Le domande ammissibili sono sottoposte a successiva valutazione.
Le operazioni di valutazione sono effettuate da un "nucleo di
valutazione" interno all'Assessorato. e' facolta' del nucleo di
valutazione richiedere chiarimenti sui progetti.
I criteri di valutazione per la valutazione dei progetti
prevalentemente formativi sono i seguenti:
Criteri e punteggi punt. max
1) Obiettivi del progetto 7
1.1 Chiarezza della loro articolazione ed
efficacia/coerenza rispetto alle finalita' dell'azione
di riferimento
2) Integrazioni del progetto con il Docup ob. 2
della Regione Emilia-Romagna 3
3) Struttura progettuale
3.1) Coerenza della struttura progettuale 10
- Corretta articolazione delle azioni, coerenza dei
contenuti ed integrazione tra obiettivi progettuali e
strumenti di intervento
3.2) Qualita' delle attivita' proposte, complessita'
integrazione, loro grado di innovativita'/sperimentalita',
con correlati elementi oggettivi di verifica 20
3.3) Occupabilita' 10
- Impatti attesi, diretti ed indiretti, sui destinatari
finali rispetto al contesto di riferimento del progetto
4) Economicita' 8
- Parametri di costo
5) Interregionalita' dell'azione 8
- Va dimostrata con lettere di adesione e/o protocolli
d'intesa fra Amministrazioni regionali/Province
autonome coinvolte
6) Trasferibilita' dell'esperienza e validita' dei
meccanismi di pubblicizzazione e diffusione 6
7) Coerenza con le politiche del "mainstreaming"
per le pari opportunita' 10
8) Sostegno alla Societa' dell'informazione 6
9) Realizzazione di percorsi integrati
e approcci individualizzati 7
10) Creazione di reti e partenariati
valore aggiunto rispetto ad obiettivi, contenuto
e modalita' realizzative del progetto 5
Totale 100
Qualora sia necessario valutare soggetti per i quali non e' richiesto
l'accreditamento, si prendera' in considerazione un ulteriore
criterio di valutazione concernente la qualita'/competenza del
soggetto, fino ad un massimo di 10 punti.
Nel caso delle azioni che si configurano come attivita' di servizio
e/o forniture i criteri di valutazione sono i seguenti:
Criteri e punteggi punt. max
1) Obiettivi del progetto 10
2) Impianto metodologico complessivo 20
3) Qualita' complessiva 20
4) Trasferibilita' 10
5) Economicita' 10
6) Impatto sulle priorita' trasversali 20
7) Esperienza sui temi di interesse dell'azione 10
Totale 100
Per l'Azione 7 della Misura C1 i criteri di valutazione sono i
seguenti:
Criteri e punteggi punt. max
1) Qualita' progettuale complessiva 30
2) Coerenza degli strumenti 30
3) Praticabilita' delle soluzioni proposte
rispetto alle criticita' evidenziate 30
4) Efficacia dell'intervento 10
Totale 100
Art. 11
Tempi ed esiti delle istruttorie
Gli esiti delle valutazioni e delle selezioni dei progetti presentati
saranno sottoposti all'approvazione degli organi competenti, di
norma, entro 60 giorni dalla scadenza dei termini per la
presentazione delle candidature, a meno che il numero e la
complessita' dei progetti pervenuti non giustifichi tempi piu'
lunghi.
Le istruttorie dei progetti di cui alla presente Parte I si
concluderanno con la redazione di graduatorie per assi e misure,
fatta eccezione per le seguenti azioni per le quali verra' finanziato
un solo progetto:
- Misura A1: Azione 2;
- Misura A2: Azione 1; Azione 2;
- Misura C1: Azione 1; Azione 3; Azione 4; Azione 5; Azione 8;
- Misura C3: Azione 1; Azione 3;
- Misura E1: Azione 2; Azione 5; Azione 6; Azione 9; Azione 11;
Azione 12;
La delibera di approvazione che adottera' la Giunta regionale sara'
pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione e nel sito
http://www.form-azione.it. Le schede tecniche contenenti i giudizi e
le valutazioni espresse per ogni singolo progetto saranno
consultabili presso la Segreteria del Nucleo di valutazione.
Art. 12
Informazione e pubblicita'
I soggetti finanziati devono attenersi strettamente al Regolamento
comunitario vigente in tema di informazione e pubblicita' degli
interventi dei Fondi strutturali (Reg. CE 1159/2000 pubblicato sulla
GUCE L. 130/30 del 31/5/2000).
Art. 13
Tutela della privacy
Tutti i dati personali di cui l'Amministrazione venga in possesso in
occasione dell'espletamento del presente procedimento verranno
trattati nel rispetto della Legge 675/96 e successive modificazioni.
PARTE II - PIANO FINANZIARIO FSE/FNR/RER
ASSE A Euro 2.000.000,00
ASSE B Euro 2.150.000,00
ASSE C Euro 12.500.000,00
ASSE D Euro 1.800.000,00
ASSE E Euro 6.750.000,00
Totale Euro 25.200.000,00