REGIONE EMILIA-ROMAGNA - CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 19 dicembre 2002, n. 440

Indirizzi per il sistema formativo integrato dell'istruzione, della formazione professionale, orientamento e delle politiche del lavoro - Biennio 2003/2004 (proposta della Giunta regionale in data 2 dicembre 2002, n. 2359)

IL CONSIGLIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                       
Vista la deliberazione della Giunta regionale progr. n. 2359 del 2              
dicembre 2002, recante in oggetto "Indirizzi per il sistema formativo           
integrato dell'istruzione, della formazione professionale,                      
orientamento e delle politiche del lavoro - Biennio 2003/2004" e che            
qui di seguito si trascrive integralmente:                                      
"LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                         
Visti:                                                                          
- la Legge quadro in materia di formazione professionale 21 dicembre            
1978, n. 845 e successive modificazioni;                                        
- la L.R. 19/79 "Riordino, programmazione e deleghe della formazione            
alle professioni", e successive modificazioni, ed in particolare                
l'art. 4, che attribuisce al Consiglio regionale l'approvazione degli           
indirizzi programmatici, del piano poliennale e dei criteri generali            
cui dovranno corrispondere i piani programmatici elaborati dalle                
Province;                                                                       
- la L.R. 25/98 "Norme in materia di politiche del lavoro e di                  
servizi per l'impiego" e successive modificazioni;                              
- la L.R. 3/99 "Riforma del sistema regionale e locale", e successive           
modificazioni, ed in particolare gli artt. 196, 199, 200, 201 e 207;            
- la decisione della Commissione Europea n. 2066 del 21/9/2000 che              
approva il Programma operativo Regione Emilia-Romagna - FSE -                   
Obiettivo 3 - 2000/2006;                                                        
- la "Presa d'atto del Programma operativo - Regione Emilia-Romagna -           
Obiettivo 3 - periodo 2000/2006", approvata con propria deliberazione           
n. 1639 del 3/10/2000;                                                          
- il Complemento di programmazione del POR Obiettivo 3 - 2000/2006,             
approvato con propria deliberazione n. 1694 del 10/10/2000;                     
- gli "Indirizzi per l'integrazione delle politiche del lavoro, della           
formazione e dell'istruzione. Triennio 2000/2002", approvati con                
propria deliberazione n. 2336 del 7/12/1999, recepita dal Consiglio             
regionale con atto n. 1316 del 22/12/1999;                                      
acquisiti:                                                                      
- il parere favorevole della Commissione regionale tripartita e del             
Comitato interistituzionale di coordinamento, cosi' come previsto               
dalla L.R. 27 luglio 1998, n. 25, espresso nella seduta congiunta del           
22 novembre 2002;                                                               
- il parere favorevole espresso dalla Conferenza Regione-Autonomie              
locali, ai sensi della L.R. 3/99, espresso nella seduta del                     
2/12/2002;                                                                      
tenuto conto che gli "Indirizzi per il sistema formativo integrato              
dell'istruzione, della formazione professionale, orientamento e delle           
politiche del lavoro - Biennio 2003/2004", allegati e parte                     
integrante del presente atto:                                                   
- intervengono in un percorso ancora in transizione, sia per cio' che           
attiene i recenti cambiamenti a livello nazionale a seguito della               
modifica del Titolo V della Costituzione, sia per le innovazioni che            
saranno introdotte a livello regionale a seguito dell'approvazione              
del nuovo provvedimento normativo per la costituzione di un sistema             
formativo integrato;                                                            
- assumono pertanto il carattere di orientamenti ponte, tra la                  
normativa vigente e quella che si sta prefigurando per il prossimo              
futuro, e di conseguenza il connotato di linee guida di transizione             
ed innovazione;dato, ai sensi dell'art. 37, quarto comma della L.R.             
43/01 e della deliberazione della Giunta regionale 2774/01:                     
- del parere di legittimita' espresso dal Direttore generale Cultura,           
Formazione e Lavoro, dott.ssa Cristina Balboni;                                 
- del parere di regolarita' tecnica espresso dal Responsabile del               
Servizio Programmazione e Valutazione progetti, dr. Valerio Vignoli;            
su proposta dell'Assessore competente per materia,                              
a voti unanimi e palesi, delibera:                                              
di proporre al Consiglio regionale:                                             
1) di approvare gli allegati "Indirizzi per il sistema formativo                
integrato dell'istruzione, della formazione professionale,                      
orientamento e delle politiche del lavoro. Biennio 2003/2004", che              
costituiscono parte integrante della presente deliberazione;                    
2) di dare atto che le Province, nel rispetto delle linee di                    
programmazione previste, degli indirizzi regionali di cui al presente           
atto nonche' delle compatibilita' finanziarie, esercitano le funzioni           
di programmazione territoriale dell'offerta di istruzione e di                  
formazione professionale e di organizzazione della rete scolastica;             
3) di dare altresi' atto della validita' degli atti provinciali                 
riferiti alla programmazione per il 2003, gia' approvati in vigenza             
degli indirizzi regionali 2000/2002;                                            
4) di disporre la pubblicazione dei presenti indirizzi nel Bollettino           
Ufficiale della Regione.                                                        
ALLEGATO                                                                        
Indirizzi per il sistema formativo integrato dell'istruzione, della             
formazione professionale, orientamento e delle politiche del lavoro -           
Biennio 2003/2004                                                               
Premessa                                                                        
Gli indirizzi del periodo 2003/2004 per il sistema formativo                    
integrato dell'istruzione, della formazione professionale,                      
dell'orientamento e delle politiche del lavoro si situano in un                 
periodo contrassegnato da orientamenti consolidati nel contesto                 
comunitario, nazionale e regionale, in particolare per cio' che                 
attiene alla programmazione comunitaria del FSE per il periodo                  
2000/2006. Gia' i precedenti indirizzi, pur collocandosi in una fase            
intermedia tra la predisposizione del Programma operativo e quella              
del Complemento di programmazione, avevano affermato precisi nessi              
tra le priorita' regionali e quelle fissate dalla programmazione del            
FSE. In tal senso gli indirizzi 2003/2004 rappresentano un elemento             
di continuita' con i precedenti, confermando le priorita' strategiche           
del POR della Regione Emilia-Romagna in termini di aumento                      
strutturale del livello di occupazione, di rafforzamento della                  
struttura produttiva regionale e dell'impatto occupazionale della               
crescita, assunte anche dal DPEF regionale 2003/2005.                           
Al tempo stesso essi intervengono in un percorso ancora in                      
transizione, specie per cio' che attiene le innovazioni intervenute             
negli ultimi anni a livello nazionale e quelle che saranno introdotte           
a livello regionale a seguito dell'approvazione del nuovo                       
provvedimento normativo per la costituzione di un sistema formativo             
integrato. Si sottolinea pertanto il carattere di orientamenti ponte,           
tra la normativa vigente e quella che si sta prefigurando per il                
prossimo futuro, e di conseguenza il connotato di linee guida di                
transizione e di innovazione.                                                   
Gli orientamenti che provengono dalle politiche a livello comunitario           
si stanno ulteriormente precisando in merito al perseguimento della             
strategia europea per l'occupazione (SEO), sulla base delle dinamiche           
economiche e occupazionali complessive dei Paesi dell'Unione Europea,           
e delle valutazioni sui risultati conseguiti da ciascun Stato membro            
nell'ambito dei quattro pilastri della strategia.                               
Le modifiche e integrazioni intervenute si riassumono nelle seguenti:           
- una diversa articolazione delle guidelines interne ai pilastri                
nella direzione di una migliore specificazione degli obiettivi e                
delle priorita', accanto al rafforzamento degli obiettivi orizzontali           
(strategie per l'educazione permanente, partnership tra Stati membri            
e parti sociali, policy mix, indicatori);                                       
- la proposta di orientamenti specifici su alcuni dei temi rilevanti            
della SEO quali la formazione permanente e le politiche sociali;                
- gli impegni assunti nel Consiglio Europeo di Stoccolma (23-24 marzo           
2001) per aumentare il tasso di occupazione delle donne e prolungare            
la permanenza nella vita attiva.                                                
I risultati della valutazione condotta dalla Commissione Europea                
sull'impatto della SEO hanno confermato anche per il futuro la                  
validita' generale delle priorita' assunte ma, nello stesso tempo,              
hanno consentito di identificare tre principali aree di riforma della           
strategia. In particolare:                                                      
- l'inquadramento degli obiettivi complessivi in relazione ai                   
processi di allargamento della Unione Europea e alle recenti                    
dinamiche economiche e sociali a livello comunitario, con particolare           
attenzione alla coesistenza tra alti livelli di disoccupazione e i              
"colli di bottiglia" nel mercato del lavoro, i trend demografici, la            
crescente discontinuita' della vita lavorativa, i flussi migratori;             
- la semplificazione ulteriore delle guidelines tramite una piu'                
chiara individuazione degli obiettivi, la concentrazione delle                  
priorita', il focus sul processo di implementazione delle politiche;            
- il miglioramento dei processi di partenariato e la                            
complementarieta' fra le diverse politiche comunitarie per                      
l'implementazione dell'agenda economica e sociale definita nel                  
Consiglio Europeo di Lisbona (23-24 marzo 2000).                                
Le strategie per l'occupazione sono sempre piu' interconnesse con               
l'obiettivo europeo di "costruire un'Europa inclusiva" che vede anche           
in questo caso i diversi Stati membri impegnati ad adottare piani               
nazionali per l'inclusione, secondo indicatori di risultato comuni. I           
temi piu' rilevanti, assunti gia' a livello regionale, riguardano il            
sostegno al lavoro di cura e lo sviluppo dell'autonomia della                   
persona, la promozione sociale e delle reti di solidarieta', il                 
contrasto ai fenomeni di poverta', la promozione di politiche di                
territorio e di comunita' per le esigenze delle nuove generazioni.              
Nuovi orientamenti sono stati inoltre adottati in merito alla                   
gestione delle politiche strutturali 2000/2006 in termini di                    
semplificazione delle procedure, coordinamento delle funzioni                   
all'interno della Commissione e degli Stati membri, flessibilita' di            
approccio.                                                                      
II quadro nazionale ripropone gli elementi innovativi gia' richiamati           
nei precedenti indirizzi, connotati, tuttavia, al momento da segni di           
incertezza in merito alle ulteriori modifiche annunciate e agli                 
impatti che queste potranno avere sui sistemi di programmazione                 
regionale:                                                                      
- i processi di devoluzione delle competenze dallo Stato alle Regioni           
e alle Amministrazioni locali in materia di lavoro, formazione e                
istruzione sono in atto, anche se l'attuazione del sistema                      
autonomista, solidale e cooperativo delineato dalla riforma del                 
Titolo V della Costituzione trova ancora ostacoli nella tendenza a              
spinte accentratrici nelle materie che la riforma costituzionale ha             
attribuito alle regioni e alle autonomie locali;                                
- il disegno di legge delega al Governo in materia di mercato del               
lavoro propone un nuovo sistema di regole e di strumenti in                     
particolare per cio' che concerne le forme contrattuali, gli                    
incentivi all'occupazione, gli ammortizzatori sociali e l'incontro              
tra domanda e offerta di lavoro;                                                
- il disegno di legge di riforma degli ordinamenti scolastici con               
l'introduzione del doppio binario nel secondo ciclo di studi, chiama            
in causa la necessita' di rivedere il ruolo del sistema                         
dell'istruzione e della formazione professionale.                               
A livello regionale, gli indirizzi 2003/2004 si pongono l'obiettivo             
di garantire la fase di transizione e fanno riferimento alle                    
caratteristiche del mercato del lavoro regionale e alle sue dinamiche           
piu' recenti per elevare l'occupabilita', l'adattabilita',                      
l'imprenditorialita' e le pari opportunita'.In tale quadro                      
rappresentano il punto di snodo delle sperimentazioni di integrazione           
tra i sistemi dell'istruzione scolastica e universitaria, della                 
formazione e del lavoro avviate con gli indirizzi 1997/1999 e assunte           
negli indirizzi 2000/2002 a principio ordinatore delle innovazioni da           
introdurre nel sistema formativo regionale, e del processo di                   
istituzionalizzazione e di messa a sistema che si compira' nella                
definizione del progetto di legge regionale in materia di istruzione,           
formazione e transizione al lavoro, nell'esercizio delle nuove                  
funzioni attribuite dalla riforma costituzionale.                               
La promozione quindi del sistema formativo integrato si ispira ai               
seguenti principi:                                                              
- maggiore qualificazione dell'offerta formativa;                               
- personalizzazione e differenziazione dei percorsi;                            
- valorizzazione dell'autonomia dei soggetti del sistema formativo in           
una logica di collaborazione istituzionale e di integrazione di                 
percorsi. Dal punto di vista del mercato del lavoro, i tassi di                 
disoccupazione della Regione hanno quasi raggiunto i livelli minimi             
fisiologici (2,8% a luglio 2002), con una riduzione del gap tra                 
uomini e donne a seguito di una maggiore dinamica della componente              
femminile; aumenta il numero di nuovi contratti di lavoro cosi detti            
atipici, ma si evidenziano importanti percorsi di stabilizzazione. Di           
contro, si sta assistendo ad un crescente disallineamento tra domanda           
ed offerta di lavoro ed alla sempre piu' acuta difficolta', da parte            
delle imprese della maggior parte del territorio regionale, di                  
reperire figure professionali qualificate, anche se in alcune aree              
della Regione si evidenziano ancora situazioni di disagio                       
occupazionale. Occorre, pertanto, programmare un'offerta formativa              
che inizi a sperimentare diffusamente le indicazioni che emergono               
dalle analisi dei fabbisogni formativi effettuate sia a livello                 
nazionale e sia a livello regionale. Tale scelta consente di ridurre            
drasticamente il gap esistente tra richieste professionali delle                
imprese e i curricula formativi delle persone. In questo contesto,              
inoltre, l'apporto degli immigrati extracomunitari al mercato del               
lavoro regionale rappresenta sicuramente una risorsa che alimenta               
l'offerta di lavoro. Solo nell'anno 2000 gli avviati di provenienza             
extracomunitaria sono stati 46.000, pari al 10% del complesso degli             
avviati (al netto del settore agricolo).                                        
Le necessita' di intervento locale sull'occupazione si possono                  
pertanto focalizzare in primo luogo su una migliore distribuzione               
territoriale dell'occupazione, in secondo luogo nella stabilizzazione           
del lavoro precario, in terzo luogo sui temi della qualificazione               
professionale delle categorie lavorative, della formazione,                     
dell'orientamento e delle esperienze lavorative (tirocini, work                 
esperience) per l'inserimento dei giovani, delle donne e delle                  
categorie socialmente svantaggiate, in quarto luogo sul sostegno alle           
politiche della mobilita' e dell'immigrazione, associate alla                   
regolarizzazione del lavoro sommerso.                                           
Queste priorita' sono anche dettate dalla necessita' di innalzare i             
livelli di qualificazione della popolazione in generale, che ancora             
presenta aree di deficit culturale e formativo. In particolare,                 
mentre la popolazione tra 25 e 39 anni ha un titolo di studio                   
mediamente elevato (istruzione superiore), con solo il 40% che                  
possiede non piu' della licenza media, nelle classi di eta' superiori           
tale percentuale sale al 73,9%, con una particolare concentrazione              
del fenomeno tra le donne (77,2%).                                              
L'individuazione degli ambiti di priorita' degli indirizzi tiene                
inoltre conto dei risultati emersi nei primi due anni di attuazione             
del POR Obiettivo 3 e della capacita' dimostrata dall'intero sistema            
regionale nel conseguimento degli obiettivi prefissati in fase di               
programmazione. L'ultimo Rapporto di esecuzione sull'attuazione del             
POR presentato alla Commissione Europea evidenzia diversi aspetti               
positivi: un buon livello di spesa del programma accanto ad una                 
copertura della platea dei destinatari decisamente alta e superiore             
alle previsioni; una equilibrata realizzazione delle misure previste            
e un buon grado di conseguimento delle priorita' relative alle pari             
opportunita', alla societa' dell'informazione, allo sviluppo locale.            
Al tempo stesso si registra la necessita' di rivedere parti della               
struttura della programmazione, con riguardo particolare alle                   
politiche di formazione continua, sia per la rilevante domanda                  
espressa dalle imprese emiliano-romagnole, sia per l'impatto che                
potra' derivare dalla disponibilita' di nuovi canali di                         
finanziamento, quali i Fondi interprofessionali, e dalla operativita'           
della cosiddetta Tremonti bis.                                                  
Data la sostanziale convergenza di obiettivi e di ambiti prioritari             
di intervento degli indirizzi precedenti con la programmazione                  
comunitaria per il periodo 2000/2006, si registra un bilancio                   
analogamente positivo sulle principali filiere di intervento                    
nonostante permanga ancora la necessita' di sviluppare e portare a              
sistema le ampie sperimentazioni che hanno contraddistinto il biennio           
2000/2002.                                                                      
Il sistema formativo integrato                                                  
La promozione del sistema formativo integrato si ispira ai seguenti             
principi: maggiore qualificazione dell'offerta formativa;                       
personalizzazione e differenziazione dei percorsi anche nell'ottica             
di un sistema scolastico e formativo che accompagni tutti i ragazzi e           
le ragazze, e non una/uno di meno al successo formativo;                        
valorizzazione dell'autonomia dei soggetti del sistema formativo in             
una logica di collaborazione istituzionale e di integrazione di                 
percorsi.                                                                       
Il sistema formativo integrato regionale e' costituito, pertanto,               
dall'insieme delle azioni e delle relazioni che i soggetti operanti             
nei campi dell'istruzione e della formazione, dell'orientamento e               
della transizione al lavoro, instaurano tra loro per arricchire e               
qualificare l'offerta formativa e consentire che le competenze                  
acquisite in un settore o ambito possano essere trasferite in altri             
settori o ambiti. Si tratta di un sistema che valorizza una                     
molteplicita' di opportunita' per costruire ed arricchire il                    
patrimonio di competenze personali, acquisibili lungo tutta la vita,            
nel campo dell'istruzione, scolastica ed universitaria, della                   
formazione professionale, del lavoro e dell'educazione/formazione non           
formale e informale. Esso consente di realizzare la piu' ampia                  
flessibilita' degli interventi, favorendo l'aggregazione di itinerari           
didattici che perseguano l'equivalenza delle opportunita' e delle               
potenzialita' formative.                                                        
Il sistema formativo integrato non e' semplice somma delle singole              
componenti, ma il valore aggiunto di un'offerta che deriva dagli                
effetti della complementarieta' delle componenti stesse.                        
In sintesi, gli elementi fondanti del sistema formativo integrato               
sono:                                                                           
- il riconoscimento dell'autonomia e della pari dignita'                        
dell'istruzione, della formazione professionale e della transizione             
al lavoro, che costituiscono le componenti del sistema formativo                
integrato, e la valorizzazione dell'autonomia dei soggetti che                  
operano al loro interno ed in particolare delle istituzioni                     
scolastiche, delle universita' e degli enti di formazione                       
professionale;                                                                  
- il sistema si basa sui principi di unitarieta' e di specificita'              
delle componenti di cui sopra, che interagiscono fra loro, mantenendo           
le rispettive missioni di servizio e le differenze degli strumenti e            
dei soggetti gestori, anche mediante il riconoscimento reciproco                
delle competenze acquisite dalle persone e la possibilita' di                   
utilizzo delle competenze stesse ai fini della mobilita' interna al             
sistema;                                                                        
- l'integrazione si fonda sulla collaborazione tra lo Stato, la                 
Regione, le Province ed i Comuni, singoli o associati, e si realizza            
tra soggetti appartenenti alle diverse componenti del sistema e tra             
competenze professionali diverse;                                               
- nell'ambito dei processi di integrazione la Regione e gli Enti                
locali perseguono la riduzione degli adempimenti burocratici e la               
semplificazione delle procedure.                                                
Il sistema formativo regionale integrato applica pienamente la                  
normativa costituzionale che attribuisce alla Regione competenza                
concorrente in materia di istruzione e di tutela e sicurezza del                
lavoro, e esclusiva in materia di istruzione e formazione                       
professionale.                                                                  
La scelta di carattere federalista su queste materie e' fondata sulla           
necessita' di qualificare ulteriormente l'offerta formativa,                    
rendendola piu' coerente con le diverse e piu' complesse esigenze               
delle persone, delle famiglie e del sistema economico-sociale,                  
attraverso la sua differenziazione, specializzazione e                          
personalizzazione.                                                              
Tali obiettivi, comuni a tutte le politiche di protezione sociale,              
sono perseguibili solo attraverso la strategia della collaborazione             
tra le istituzioni, dell'integrazione delle politiche, dei soggetti,            
delle progettualita' e degli interventi, che sempre meno debbono                
configurarsi come interventi settoriali definiti e gestiti da                   
strutture verticalizzate.                                                       
Perni essenziali di questo percorso sono pertanto la valorizzazione             
dell'autonomia dei soggetti del sistema formativo (istituzioni                  
scolastiche ed enti di formazione professionale ed universita') ed il           
rafforzamento delle loro relazioni con i territori, gli Enti locali,            
le organizzazioni sociali, necessari per conseguire gli obiettivi               
della differenziazione e della personalizzazione.                               
La Regione intende governare all'interno del sistema nazionale,                 
l'offerta di carattere regionale, valorizzando le autonomie locali e            
funzionali, ma garantendo che le stesse non operino in una logica di            
isolamento, o peggio di competizione, bensi' in un sistema di                   
collaborazione istituzionale, di integrazione di proposte formative e           
di diverse competenze professionali.                                            
In questa direzione si e' operato anche prima dell'approvazione del             
nuovo testo costituzionale, mediante l'accordo interistituzionale               
"per il coordinamento ed il governo integrato dell'istruzione, della            
formazione professionale e della transizione al lavoro in                       
Emilia-Romagna", siglato l'8 maggio 2001 da Regione, Direzione                  
scolastica regionale, Province e Comuni.                                        
Il governo del sistema                                                          
Proseguendo nella direzione gia' intrapresa nel precedente periodo di           
programmazione, i presenti indirizzi individuano quali fattori                  
portanti per il governo del sistema formativo integrato: il                     
partenariato programmatico e la collaborazione interistituzionale;              
l'assunzione di regole procedurali omogenee e condivise anche in fase           
di attuazione; la valorizzazione e qualificazione delle risorse umane           
impegnate nel sistema integrato; la qualificazione del sistema                  
dell'offerta.                                                                   
Il partenariato programmatico e' considerato la principale condizione           
di governo del sistema formativo integrato, realizzato attraverso               
sedi e strumenti formalizzati di confronto interistituzionale tra               
Regione, Autonomie locali, Amministrazione ed autonomie scolastiche,            
le parti sociali, che abbiano competenza sugli indirizzi fondamentali           
della programmazione e sulla integrazione. Attualmente le principali            
sedi di collaborazione interistituzionale e di concertazione sociale,           
si articolano nei seguenti organismi: Conferenza permanente per                 
l'istruzione e la formazione, Comitato di coordinamento                         
interistituzionale, Commissione regionale tripartita e a livello                
locale le Commissioni provinciali tripartite.                                   
In questo contesto il Comitato di sorveglianza del POR Obiettivo 3 si           
conferma come ulteriore importante organismo del partenariato                   
istituzionale e sociale.                                                        
A livello provinciale, oltre alle Commissioni provinciali tripartite,           
sono presenti e stanno consolidandosi, importanti forme e strumenti             
di coordinamento e di governo integrato dell'istruzione, della                  
formazione e delle politiche del lavoro, come auspicato e previsto              
nell'Accordo dell'8 maggio 2001 fra Regione, Direzione scolastica               
regionale, Province e Comuni.                                                   
Per l'attuazione del sistema formativo integrato altre forme di                 
partenariato potranno essere sviluppate attraverso accordi di natura            
settoriale o territoriale e/o per programmi specifici, promossi dalla           
Regione ed Enti locali anche con soggetti autonomi, pubblici e                  
privati.                                                                        
L'attuazione di procedure omogenee e condivise fra Regione e Province           
per la programmazione, gestione, controllo e valutazione dei                    
risultati e dell'impatto dei piani e delle politiche integrate,                 
rappresentano anch'esse elemento essenziale del partenariato                    
istituzionale.                                                                  
Si ribadisce pertanto l'importanza:                                             
- di un sistema informativo comune tra Regione e Province, per la               
razionalizzazione delle rispettive funzioni di programmazione,                  
gestione, rendicontazione e valutazione;                                        
- dell'utilizzo di procedure semplificate in ordine alla gestione,              
controllo e valutazione dei risultati dei piani e delle politiche               
formative integrate, compresa la messa a regime del sistema                     
esternalizzato dei pagamenti;                                                   
- del rispetto dei principi di parita' di trattamento, di                       
trasparenza, di proporzionalita', di mutuo riconoscimento da parte              
della Regione e delle Province nella scelta dei soggetti e delle                
attivita' da finanziare, cosi' come previsto nelle Disposizioni di              
attuazione del Programma operativo regionale Obiettivo 3 2000/2006;             
- dell'utilizzo, di norma, di avvisi di diritto pubblico per la                 
selezione di progetti, avvisi di diritto pubblico per la selezione di           
soggetti, appalti pubblici di servizio sia per l'offerta organizzata            
di prestazioni, sia rispetto alla domanda individuale delle persone;            
- del sostegno all'accesso individuale ad attivita' formative                   
concedendo finanziamenti alle persone, con priorita' per la                     
formazione superiore e per la formazione permanente e continua. A               
tale fine la Regione approva appositi elenchi (cataloghi) contenenti            
le offerte formative validate, verso le quali va indirizzata la                 
scelta delle persone, sostenuta dai contributi regionali;                       
- del ricorso per tutte le attivita' finanziate, alla valutazione ex            
ante, controllo, monitoraggio e valutazione ex post;                            
- della costituzione di tavoli tecnici, tra Regione e Province, per             
coordinare gli interventi di assistenza tecnica e di confronti                  
istituzionali per la promozione delle azioni di sistema per favorirne           
un'efficace ricaduta nei territori e un supporto ai diversi livelli             
di programmazione.                                                              
La Regione e gli Enti locali sostengono i soggetti del sistema                  
formativo integrato nel processo di qualificazione ed arricchimento             
dell'offerta formativa, della sua integrazione ed articolazione                 
territoriale, in un quadro di complessiva flessibilita'. Il sistema             
formativo integrato rappresenta un valore aggiunto per l'offerta                
formativa regionale anche e soprattutto se riesce ad attuare                    
strategie di valorizzazione delle risorse umane che vi operano.                 
Nel rispetto delle competenze normative generali dello Stato in                 
materia di formazione in ingresso per i docenti del sistema nazionale           
di istruzione e dei relativi titoli abilitativi, si intende sostenere           
l'attivita' di qualificazione del personale in servizio e l'attivita'           
di qualificazione del personale della formazione professionale anche            
promuovendo iniziative di incontro e scambio culturale con il                   
personale docente del sistema nazionale di istruzione, nonche' di               
progettazione comune di percorsi formativi integrati.                           
La Regione pertanto valorizza le funzioni di tutoraggio,                        
accompagnamento e mediazione interculturale tra personale docente               
dell'istruzione, formatori nella formazione professionale e altre               
figure professionali specializzate, anche garantendo una loro                   
adeguata formazione. Il tutor si configura sempre piu' come una delle           
figure chiave della personalizzazione degli interventi formativi. A             
questo scopo e' necessario sostenere e qualificare il ruolo dei tutor           
aziendali come facilitatori della integrazione fra la formazione                
extra e intra aziendale. L'impresa puo' anche in tale ottica                    
rappresentare una occasione di formazione esperenziale, (impresa come           
luogo di apprendimento), qualora sia connotata da requisiti                     
soggettivi di disponibilita' ad accogliere gli utenti, di cui il                
tutor aziendale qualificato e' parte strategica, e oggettivi di                 
successo sul mercato.                                                           
La qualificazione del sistema dell'offerta formativa, inoltre,                  
trovera' un consolidamento nel nuovo modello di accreditamento                  
regionale che puntera' ad una maggiore specializzazione degli ambiti            
di accreditamento e quindi dei soggetti, una semplificazione delle              
procedure di accesso e di verifica, una flessibilizzazione delle                
condizioni operative sul territorio anche per agevolare le strutture            
ad operare in contesti di mercato, una maggiore selettivita'                    
nell'accreditamento degli organismi, una valorizzazione maggiore                
delle competenze professionali degli operatori.                                 
Ambiti prioritari di intervento                                                 
Alla luce di quanto sopra descritto, dei contenuti del POR Obiettivo            
3 2000/2006 nonche' dei risultati raggiunti con la programmazione               
2000/2002, vengono di seguito individuate le aree prioritarie di                
intervento per il biennio 2003/2004, articolate per priorita'                   
trasversali, priorita' del sistema formativo integrato e priorita'              
delle politiche per il lavoro.                                                  
Queste sono accompagnate e dovranno tendere al perseguimento di due             
obiettivi di natura trasversale che attengono all'aumento dei tassi             
di occupazione femminile (pur nel quadro dei trend positivi che si              
registrano a livello regionale) e alla qualificazione dei lavoratori            
anziani e a rischio di obsolescenza professionale in un'ottica di               
miglioramento della qualita' della vita. Questi obiettivi peraltro              
costituiscono una priorita' quantificata nell'ambito del DPEF                   
regionale dove ci si e' posti il traguardo di raggiungere i target              
fissati dal Consiglio Europeo di Stoccolma.                                     
Pari opportunita', societa' dell'informazione e sviluppo locale                 
Le politiche regionali e degli Enti locali nell'ambito del sistema              
formativo integrato sono ispirate dalle priorita' trasversali                   
affermate dalla Commissione Europea sui temi delle pari opportunita'            
tra uomini e donne, della societa' dell'informazione e dello                    
sviluppo.                                                                       
L'attuazione del POR nel triennio 2000-2002 ha dimostrato la                    
capacita' del sistema regionale di perseguire le priorita'                      
trasversali del FSE in modo coerente con le strategie europee sul               
tema.                                                                           
Le priorita' trasversali dovranno continuare a rappresentare un                 
significativo riferimento per la programmazione delle azioni,                   
valorizzando il ruolo del partenariato nell'attuazione dei seguenti             
principi chiave:                                                                
- la conferma dell'approccio duale alla parita' di opportunita' tra             
donne e uomini, incorporando il principio del mainstreaming                     
nell'insieme delle politiche e, allo stesso tempo, dedicando alle               
donne specifici interventi;                                                     
- il riconoscimento del ruolo delle azioni per lo sviluppo della                
societa' dell'informazione come fattore di crescita economica e                 
occupazionale, e di competitivita dei sistemi produttivi, e anche               
nell'ottica dello sviluppo dell'elearning come diritto di                       
cittadinanza nella prospettiva dell'aggiornamento individuale lungo             
tutto l'arco della vita;                                                        
- la valorizzazione dell'integrazione tra le politiche attive del               
lavoro e le iniziative locali per lo sviluppo, al fine di                       
massimizzare gli impatti occupazionali delle politiche.                         
In tema di pari opportunita', in particolare, le azioni positive e le           
iniziative per il mainstreaming gia' avviate a livello regionale e              
provinciale dovranno essere estese ad ogni ambito programmatico e               
amministrativo per produrre effetti non solo sulle donne ma sul                 
complesso della comunita' regionale.                                            
La spendibilita' dei titoli e delle qualifiche professionali                    
La Regione persegue la spendibilita' nazionale dei titoli e delle               
qualifiche professionali, attraverso la partecipazione con le altre             
Regioni alla individuazione di equivalenze tra i diversi percorsi               
formativi ed alla definizione di certificazioni valide sull'intero              
territorio nazionale. Essa opera altresi' per favorire la libera                
circolazione delle certificazioni in ambito europeo, impegnandosi ad            
adottare gli indicatori a tal fine stabiliti dall'Unione Europea.               
Ogni persona ha diritto ad ottenere il riconoscimento formale e la              
certificazione delle competenze comunque acquisite, riconoscimento              
che puo' essere utilizzato per conseguire un diploma, una qualifica             
professionale o altro titolo riconosciuto, anche in ottemperanza alle           
disposizioni comunitarie.                                                       
A tal fine la Regione promuove accordi con le componenti del sistema            
formativo integrato e con le parti sociali per la definizione di                
procedure condivise per il riconoscimento, la certificazione e                  
l'individuazione degli ambiti di spendibilita' delle diverse                    
competenze. Le certificazioni conseguite sono iscritte, a richiesta             
degli interessati, in un libretto formativo personale, rilasciato               
all'atto della prima iscrizione ad attivita' di istruzione o di                 
formazione successiva all'assolvimento dell'obbligo scolastico, che             
raccoglie anche gli attestati di frequenza in esito a percorsi                  
dell'educazione non formale ed i crediti formativi comunque                     
acquisiti. Particolare attenzione dovra' essere rivolta anche alle              
modalita' attraverso le quali consentire l'esplicitazione e la                  
spendibilita' delle competenze acquisite attraverso esperienze                  
professionali riconducibili al lavoro atipico.                                  
La valorizzazione dell'autonomia delle istituzioni scolastiche                  
La Regione riconosce l'autonomia delle istituzioni scolastiche ai               
sensi del comma terzo dell'art. 117 della Costituzione e la valorizza           
quale garanzia di liberta' di insegnamento e di pluralismo culturale.           
Conscguentemente Regione ed Enti locali supportano l'azione delle               
istituzioni scolastiche volta ad attuare, attraverso l'elaborazione             
di un piano dell'offerta formativa che realizzi la piena autonomia              
didattica ed organizzativa, percorsi formativi mirati allo sviluppo             
della persona ed al successo formativo, adeguati alla domanda delle             
famiglie ed alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti;             
al consolidamento del collegamento con le realta' territoriali; al              
miglioramento dell'efficacia e dell'efficienza del processo di                  
apprendimento ed insegnamento.                                                  
Per valorizzare l'autonomia e la qualificazione del sistema                     
dell'istruzione la Regione sostiene:                                            
- il miglioramento delle attivita' caratterizzanti l'istruzione,                
quali innovazione didattica, progetti di qualificazione dell'offerta,           
prioritariamente realizzati da istituzioni scolastiche in rete o in             
consorzio, forma che si intende favorire per lo sviluppo di relazioni           
e di collaborazioni, azioni volte al perseguimento del successo                 
formativo ed al contrasto della dispersione scolastica, azioni volte            
alla realizzazione delle pari opportunita', all'integrazione delle              
persone disabili o in condizione di disagio sociale;                            
- l'incentivazione della continuita' didattica ed educativa in                  
verticale ed in orizzontale, fra i diversi gradi e ordini di scuole,            
con priorita' per la diffusione di modelli organizzativi e gestionali           
per gli istituti comprensivi, che la Regione intende generalizzare su           
tutto il territorio;                                                            
- il rafforzamento dei rapporti fra le scuole, fra queste e gli Enti            
locali, la valorizzazione delle diverse risorse (educative,                     
formative, culturali, scientifiche, tecniche, tecnologiche e                    
professionali) presenti nel territorio, nonche' la ricerca di                   
integrazioni curriculari ed extracurriculari con la formazione                  
professionale, atte a personalizzare i percorsi ed a corrispondere              
alle caratteristiche produttivo-professionali dei territori.                    
La messa a regime dell'obbligo formativo                                        
La Regione si pone l'obiettivo di elevare il livello di cultura                 
generale di tutti i giovani del territorio e di aprire loro le piu'             
ampie possibilita' di passaggio da un sistema all'altro.                        
Nell'adempimento della normativa nazionale vigente relativa                     
all'obbligo scolastico e formativo, a partire dalle esperienze di               
integrazione tra i sistemi fino ad oggi realizzate, nel biennio                 
2003-2004, si intende in via sperimentale realizzare l'obbligo                  
formativo, nel quadro di accordi interistituzionali fra Regione e               
Ministero dell'Istruzione secondo le seguenti caratteristiche:                  
- dare qualita' ed opportunita' all'anno di obbligo scolastico nelle            
superiori, costruendo un'offerta integrata di istruzione e formazione           
professionale, flessibile e caratterizzata da metodologie didattiche            
innovative, che ricomprendano lo svolgimento di tirocini e stages,              
l'utilizzo di laboratori specializzati, il ricorso alle tecnologie              
avanzate. Tale offerta va progettata garantendo la prevalenza delle             
discipline fondamentali dell'istruzione, completate da attivita'                
specifiche della formazione professionale e deve presentare una forte           
valenza orientativa. Al termine del primo anno, assolto l'obbligo               
scolastico, lo studente adempie all'obbligo formativo fino ai 18 anni           
iscrivendosi all'istruzione o alla formazione professionale.                    
In ogni caso, al fine di estendere progressivamente l'offerta                   
integrata di istruzione e formazione nell'ambito dell'obbligo                   
formativo, si prevede la sperimentazione di un percorso integrato               
che, a partire dal secondo anno delle superiori, ovvero il primo in             
obbligo formativo, contempli via via un aumento di contenuti                    
professionalizzanti, sempre garantendo l'insegnamento di discipline             
fondamentali dell'istruzione, per perseguire gli obiettivi suddetti,            
ovvero per elevare la qualita' del percorso formativo e per dare a              
coloro che intendono assolvere l'obbligo formativo nella formazione             
professionale la possibilita' di rientrare nell'istruzione attraverso           
il riconoscimento dei crediti fino all'esame di Stato ed all'accesso            
all'universita', ferma restando la possibilita' a 16 anni di                    
assolvere l'obbligo formativo nell'esercizio dell'apprendistato.                
Ulteriori ambiti all'interno dei quali sviluppare una progettazione             
integrata a carattere sperimentale sono rappresentate da azioni di              
orientamento alla scelta da realizzare a partire dalla scuola media e           
da condurre nel quinquennio della scuola superiore.                             
Nelle sperimentazioni di progettazione integrata indicate si pone               
particolare attenzione allo sviluppo del tema dei crediti e delle               
certificazioni, asse portante del sistema formativo integrato e                 
condizione per la relativa funzionalita'.                                       
La formazione superiore                                                         
La formazione superiore costituisce da tempo un'area di eccellenza              
del sistema regionale della formazione professionale all'interno di             
modelli di programmazione integrata con il territorio e con il                  
sistema delle imprese. La programmazione dell'offerta di formazione             
superiore, allo scopo di rispondere alle esigenze di trasformazione             
del tessuto sociale economico regionale, dovra' privilegiare gli                
interventi a sostegno dell'innovazione, della ricerca in particolare            
con riferimento al trasferimento tecnologico, alle tecnologie                   
dell'informazione e della comunicazione, allo sviluppo di nuova                 
imprenditorialita', ai servizi alla persona, alla valorizzazione dei            
beni ambientali e culturali. Nell'ottica, pertanto, del sistema                 
formativo integrato la formazione superiore andra' ulteriormente                
sviluppata secondo percorsi che a partire dall'assolvimento                     
dell'obbligo formativo prevedano:                                               
- corsi di formazione professionale superiore, caratterizzati da                
percorsi brevi e specialistici e finalizzati ad agevolare un coerente           
inserimento lavorativo;                                                         
- corsi integrati di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS)           
che si contraddistinguono per la formale integrazione fra soggetti              
delle diverse componenti del sistema formativo integrato, per il                
diretto coinvolgimento delle imprese, per la progettazione sulla base           
di figure professionali definite a livello nazionale;                           
- corsi universitari integrati con la formazione professionale, a               
forte caratterizzazione professionalizzante e con priorita' ai corsi            
post laurea.                                                                    
Il governo del sistema di formazione permanente e il rafforzamento              
della formazione continua                                                       
II sistema formativo integrato trova un importante terreno di                   
applicazione anche nella costruzione di un sistema regionale di                 
formazione permanente rivolto alle persone, indipendentemente dalla             
loro condizione professionale, affinche' possano sviluppare                     
competenze professionali, sociali e di cultura generale. La                     
formazione lungo tutto l'arco della vita, deve rivolgersi, in                   
particolare a coloro che piu' necessitano di colmare deficit                    
culturali o sociali, agli strati di popolazione che sono a rischio di           
emarginazione sociale e lavorativa, ma anche a chi vuole costruire              
percorsi di mobilita' professionale e di carriera.                              
In questo ambito andra' potenziata anche l'educazione degli adulti da           
intendersi come insieme di opportunita' formative certificabili,                
formali, non formali e informali, e da perseguire allargando la                 
platea dei beneficiari e la tipologia degli interventi, da quelli               
finalizzati al rientro nel sistema formale di istruzione e formazione           
professionale a quelli orientati all'acquisizione di specifiche                 
competenze per il lavoro.                                                       
La formazione continua per il sostegno all'adattabilita' delle                  
imprese e dei lavoratori, e per le politiche di sviluppo locale, puo'           
contare su modelli di intervento ormai consolidati, attivati con                
approccio personalizzato sulla base delle esigenze specifiche dei               
lavoratori e delle imprese. I risultati fin qui conseguiti dovranno             
essere rafforzati anche al fine di qualificare ed ampliare l'impatto            
sul sistema economico e sul capitale umano e professionale. Restano             
prioritari quindi gli obiettivi di migliorare l'accesso alla                    
formazione dei lavoratori e delle imprese, (imprenditori e loro                 
management) supportando in particolare le imprese piccole e medie,              
quelle dell'economia sociale, le basse qualificazioni, i lavoratori             
non titolari di contratti a tempo indeterminato; di sostenere lo                
sviluppo territoriale e settoriale e dei sistemi locali della                   
produzione e del lavoro; di supportare i processi di innovazione                
tecnologica, organizzativa e professionale della singola impresa,               
compresi i processi di ristrutturazione e riorganizzazione aziendale.           
In tale contesto la formazione continua puo' giocare anche un ruolo             
di prevenzione della disoccupazione nelle imprese a rischio di                  
spiazzamento tecnologico. Vanno, poi, ulteriormente rafforzate le               
iniziative volte ai lavoratori anziani per accrescerne il tasso di              
attivita' e prolungarne la vita attiva, che gia' costituisce una                
delle priorita' degli interventi regionali. Permane inoltre                     
strategica la formazione a sostegno della modernizzazione e                     
dell'innovazione della pubblica Amministrazione e per consolidare               
l'occupazione e l'imprenditorialita' nei nuovi bacini di impiego.               
Il rafforzamento della formazione continua dovra' avvenire in accordo           
anche con le parti sociali coinvolte attraverso la costruzione di               
specifiche modalita' organizzative, in grado di assicurare                      
continuita', qualita' e tempestivita' degli interventi e sulla messa            
a regime degli elementi innovativi. In questa ottica, pertanto, la              
Regione attivera' iniziative, condivise con le parti sociali, volte             
ad uno scambio di informazioni, a raccordare e armonizzare gli                  
obiettivi dei Fondi interprofessionali e gli indirizzi programmatici            
regionali. Inoltre andra' ampliata l'offerta di formazione-consulenza           
personalizzata a favore delle imprese e dei lavoratori (in                      
particolare anziani) con strumenti quali i "voucher" o "bonus", e               
potenziato il ricorso a procedure di programmazione just in time o di           
"sportello aperto".                                                             
Il sostegno all'imprenditorialita' e le azioni di supporto alle                 
imprese                                                                         
L'imprenditorialita', intesa come capacita' e gestione autonoma di              
iniziative imprenditoriali, permane un obiettivo strategico del                 
sistema delle politiche regionali. Il ricambio e la nascita di nuove            
imprese come e' noto rappresentano fattori di forte innovazione a               
livello di filiere produttive e di sistema economico regionale. Si              
conferma pertanto il sostegno ai processi di natalita',                         
consolidamento e sviluppo imprenditoriale, in particolare nel settore           
dei servizi, anche di quelli del terziario avanzato, del non profit e           
dell'economia sociale, facendo leva anche su strumenti e modelli di             
intervento finalizzati a garantire il ricambio generazionale e il               
supporto a processi di emersione del lavoro irregolare e sommerso.              
Importante poi il sostegno all'innovazione e alla competitivita delle           
imprese emiliano-romagnole, attraverso la promozione del raccordo fra           
il mondo accademico, della ricerca scientifico-tecnologica e del                
sistema delle imprese, al fine anche di migliorare l'integrazione tra           
ricerca e industria finalizzata a diffondere l'uso di nuove                     
tecnologie, lo sviluppo di nuovi settori e di nuove professioni.                
nel contempo da proseguire l'azione diretta ad assicurare forme di              
sostegno formativo e di sviluppo delle competenze e delle                       
professionalita' per il complessivo sistema delle imprese in                    
Emilia-Romagna.                                                                 
In questo campo andranno altresi' modulati interventi diretti a                 
rendere disponibili, anche con carattere preventivo, strumenti di               
supporto (formativi, orientativi, di riqualificazione e di                      
outplacement) ai processi di riconversione, di riposizionamento, di             
ristrutturazione e, eventualmente, di crisi aziendale. La Regione e'            
impegnata, altresi', a definire attraverso processi di concertazione            
con le parti sociali, di integrazione interistituzionale e la                   
sperimentazione di accordi specifici, ed in coerenza con le                     
indicazioni della Commissione Europea, un insieme di interventi per             
la valorizzazione della responsabilita' sociale delle imprese. Questo           
obiettivo, richiamato nell'ambito del programma d'intervento                    
regionale "Chiaro, Sicuro; Regolare", e' strettamente connesso                  
all'esplicitazione del ruolo che i luoghi di lavoro possono                     
esercitare nell'ambito del generale sistema di formazione della                 
Regione.                                                                        
In questa chiave l'impresa puo' divenire una sede di apprendimento.             
La Regione intende, a tale riguardo, promuovere iniziative dirette a            
sostenere l'esercizio di questa possibile funzione delle imprese,               
anche con interventi volti a favorire, nelle imprese singole o                  
associate, la disponibilita' e la qualificazione delle figure                   
professionali necessarie e delle condizioni "strutturali" adeguate.             
La rete regionale integrata per l'orientamento                                  
L'Unione Europea nel definire quale politica di riferimento il                  
"lifelong learning" ha introdotto e valorizzato un concetto di                  
orientamento ridefinito come un insieme di attivita' volte a                    
sostenere le persone nel formulare decisioni in merito alla loro vita           
(sul piano educativo, professionale e personale) e ad attuarle.                 
Nell'ottica dell'apprendimento permanente l'orientamento concorre a             
realizzare gli obiettivi fondamentali dell'autorealizzazione, della             
cittadinanza attiva, dell'inclusione sociale, dell'occupabilita' e              
dell'adattabilita' professionale. Protagonista della scelta e' la               
persona a cui devono essere garantite, secondo i principi di                    
"lifelong guidance", competenze ed informazioni per le probabili                
frequenti transizioni da formazione a lavoro, da lavoro a lavoro, da            
lavoro a formazione. Il mercato del lavoro e' un contesto                       
imprescindibile ma all'orientamento non puo' essere richiesto di                
assumere solo una funzione sostanzialmente "adattiva".                          
Progressivamente invece l'orientamento esce dalla logica del valore             
aggiunto fornito solo nel momento della transizione ed entra quale              
obiettivo integrato nella mission delle varie Agenzie educative,                
formative e sociali o di servizi alla persona inerenti il mercato del           
lavoro. Da cio' consegue che l'orientamento va "declinato"                      
all'interno di ogni specifico contesto, (scuola, universita',                   
formazione ecc.), con modalita', metodologie e risorse ordinarie.               
In coerenza con tali indirizzi, puo' essere proposta una definizione            
generale (l'orientamento e' un insieme di attivita' volte ad                    
assistere le persone nella formulazione ed attuazione consapevole               
delle proprie scelte formative e professionali) ed un'articolazione             
della funzione di orientamento, presente nei diversi sistemi come:              
a) educazione alla scelta, consistente in attivita' prevalentemente             
curricolari finalizzate a favorire la comprensione e l'espressione di           
interessi, attitudini ed inclinazioni da parte dell'allievo, nel                
contesto dei percorsi di istruzione e di formazione;                            
b) educazione alle opportunita' professionali, consistente in                   
attivita' in parte curricolari e in parte proprie dei processi di               
transizione, finalizzate alla conoscenza, anche diretta, del mondo              
del lavoro;                                                                     
c) aiuto alla ricerca di prima o nuova occupazione, mediante                    
iniziative orientative specialistiche o interventi formativi.                   
All'interno delle funzioni di educazione alla scelta e di educazione            
alle opportunita' professionali, ed in particolare negli ultimi due             
anni di obbligo scolastico, assume grande rilevanza per la nostra               
Regione l'obiettivo della conoscenza della realta' produttiva locale            
ed il recupero di attenzione alla cultura tecnica, che ha contribuito           
in modo decisivo alla costruzione del modello di sviluppo produttivo            
emiliano-romagnolo. Un contributo in tal senso puo' essere offerto              
dalle analisi del fabbisogno di risorse professionali espresso dalle            
imprese e dalla costruzione di strumenti adeguati di informazione e             
divulgazione, come dal sostegno regionale alla formazione degli                 
insegnanti che nella scuola si occupano di orientamento.                        
Possono essere finanziati progetti innovativi di sistema concernenti            
azioni di educazione alle opportunita' professionali e di educazione            
alla scelta presentati da soggetti accreditati e da soggetti                    
istituzionali che hanno competenza in materia di orientamento.                  
Grande impulso alle azioni ed ai programmi in campo orientativo e'              
derivato dalla riforma dei servizi per l'impiego e delle politiche              
del lavoro. La finalita' che ci si propone nel nuovo contesto e'                
pertanto di analizzare, elaborare e condividere proposte e criteri              
per la costruzione di un sistema territoriale policentrico                      
dell'orientamento che veda la razionalizzazione ed il coordinamento             
degli interventi e delle politiche attuate nelle diverse filiere,               
oltre alla definizione di indirizzi e livelli essenziali di                     
prestazione comuni a tutela della qualita' degli interventi.                    
Gli obiettivi da perseguire sono pertanto di sistema e si muovono su            
due parole chiave: specificita' e integrazione.                                 
In tale contesto si dovra' pervenire ad una mappa dell'offerta                  
territoriale che veda il coordinamento degli interventi e delle                 
politiche attuate nelle diverse filiere. Ogni attore istituzionale              
competente in materia di orientamento, dovra' esplicitare una                   
progettazione territoriale, desunta dalla propria programmazione                
annuale con i metodi e nelle forme ritenute piu' opportune e                    
utilizzando indicatori comuni condivisi. Nell'ottica di mettere a               
sistema i servizi di orientamento e stimolarne lo sviluppo e'                   
possibile individuare gli elementi facilitanti e qualificanti:                  
- la diffusione dei punti di ascolto, informazione,                             
sensibilizzazione, per avvicinare il piu' possibile il servizio alle            
persone;                                                                        
- l'integrazione tra Centri di orientamento e Centri per l'impiego              
non tanto a livello strutturale, scelta che pur se auspicabile                  
rientra nella autonomia organizzativa delle Amministrazioni                     
provinciali, bensi' a livello di servizi offerti di orientamento e di           
collocamento;                                                                   
- la ricognizione e la classificazione dei servizi di orientamento,             
al fine di rendere il sistema regionale riconoscibile e quindi                  
accessibile con facilita' da parte delle persone; attraverso una                
definizione comune di "prestazioni di servizio " e dei relativi                 
livelli essenziali condivisi;                                                   
- accreditamento specifico dei soggetti, pubblici e privati, che                
forniscono servizi di orientamento;                                             
- la programmazione provinciale promuove forme di integrazione e                
collaborazione di rete tra i diversi soggetti che operano sul                   
territorio nelle attivita' di orientamento.                                     
La messa a regime dell'offerta formativa dell'apprendistato                     
II sistema regionale dell'apprendistato, avviato sperimentalmente               
nello scorso biennio, dovra' entrare a regime ponendosi fra gli                 
obiettivi da raggiungere, oltre alla garanzia di un'offerta di                  
qualita' per le attivita' formative esterne all'azienda per tutti gli           
apprendisti interessati, l'implementazione di modelli organizzativi             
sempre piu' semplificati e flessibili, valorizzando l'impianto                  
metodologico e il partenariato fino ad oggi sperimentato.                       
In particolare, sono stati predisposti, con l'apporto delle parti               
sociali e degli enti di formazione impegnati nell'apprendistato,                
standard di qualita' e metodologie per la formazione esterna degli              
apprendisti, tenendo conto della richiesta di maggiore contenuto                
tecnico professionale e dell'esigenza di favorire nel corso della               
seconda annualita' una piu' ampia possibilita' di scelta fra diverse            
opzioni formative in un dialogo fra l'apprendista, il tutor aziendale           
e il tutor della formazione.                                                    
Si tratta di procedere, quindi, elaborando criteri per un                       
accreditamento specifico dei soggetti attuatori nell'area                       
dell'apprendistato e dell'apprendistato per i giovani in obbligo                
formativo, assicurando un'ulteriore semplificazione degli adempimenti           
per le imprese, avvicinando, nel contempo, al momento dell'assunzione           
dell'apprendista, la fase di offerta formale dell'attivita' formativa           
esterna all'azienda. Al termine della sperimentazione regionale, le             
Province, con la necessaria gradualita', avranno il compito di                  
programmare, tenendo conto degli esiti e degli strumenti individuati            
nelle sperimentazioni, l'offerta formativa relativa all'apprendistato           
coinvolgendo le competenze dei Centri per l'impiego quale snodo                 
organizzativo territoriale del sistema apprendistato. Infine il                 
sistema informativo dovra' restare unico e omogeneo.                            
Politiche per il lavoro                                                         
Le politiche del lavoro sono state interessate in Italia negli ultimi           
anni da profonde riforme indirizzate all'introduzione di elementi di            
flessibilita' nel mercato del lavoro ed all'introduzione di sistemi             
moderni di servizi in particolare di formazione professionale e per             
l'inserimento al lavoro, anche attraverso il loro decentramento alle            
Regioni e alle Province.L'entrata in vigore della riforma                       
costituzionale in particolare dell'art. 117, apre prospettive                   
rilevanti di intervento per la legislazione regionale concorrente con           
quella statale in materia di Tutela e sicurezza del lavoro, nella               
quale rientrano certamente le materie del collocamento e regolazione            
dell'incontro domanda e offerta sul mercato del lavoro regionale e le           
politiche attive del lavoro, e per la competenza regionale esclusiva            
in materia di istruzione e formazione professionale.                            
La riforma costituzionale ha segnato una forte discontinuita' e                 
cambiamento nell'impianto di un disegno di decentramento                        
amministrativo che gia' si era perseguito nella fase normativa                  
precedente, della attribuzione di funzioni da parte dello Stato a               
Regioni ed Enti locali.                                                         
In questo nuovo contesto, la Regione Emilia-Romagna afferma il                  
proprio ruolo istituzionale di "garante di secondo livello" nella               
protezione dei livelli essenziali delle prestazioni di cui all'art.             
117 Cost. lettera m). Entro l'ambito delle proprie competenze e nel             
rispetto dei principi delineati nello Statuto regionale, nonche' di             
quelli comunitari e costituzionali (in particolare quelli relativi              
all'ordinamento civile), essa intende definire i contenuti essenziali           
delle politiche regionali concernenti la "tutela e la sicurezza del             
lavoro", mentre riconosce l'esclusiva competenza nazionale in materia           
di rapporti di lavoro.                                                          
In particolare, per il perseguimento delle finalita' connesse con il            
mercato del lavoro, la Regione indirizza la propria attivita' verso             
la promozione dell'occupazione, le politiche attive del lavoro e le             
misure di sostegno all'occupazione provvedendo, da un lato, alla                
regolazione del collocamento in tutte le sue forme (ordinario,                  
obbligatorio, speciale) e, dall'altro, alla previsione di tutti gli             
strumenti di programmazione e di intervento utili a rendere                     
effettivi, sul territorio, gli indirizzi della programmazione.                  
Piu' in generale la Regione ritiene di operare per sostenere                    
politiche per la piena e buona occupazione in un contesto produttivo            
nel quale, a una crescente richiesta di flessibilita' in ingresso, ha           
corrisposto fino ad ora un meccanismo virtuoso di alti livelli di               
stabilizzazione del lavoro, specie di quello dipendente, attraverso i           
percorsi di carriera esterna.                                                   
In questo contesto e' necessario anche per il futuro sostenere                  
processi di qualificazione e stabilizzazione dell'occupazione e di              
investimento sulle risorse umane per combattere ogni rischio di                 
precarizzazione del mercato del lavoro e sostenere uno sviluppo del             
sistema produttivo che si misuri sui fattori della qualita' e della             
innovazione nella competizione sui mercati.                                     
La Giunta, anche attraverso l'attuazione dei presenti indirizzi                 
regionali, si propone l'elaborazione e la concertazione di un piano             
regionale per l'occupazione con l'obiettivo di fornire omogeneita' al           
sistema regionale delle politiche del lavoro, e di individuare con              
riferimento al contesto del mercato del lavoro regionale le priorita'           
di azione.                                                                      
Nel contesto attuale, e nella fase di transizione verso la                      
definizione del nuovo quadro normativo regionale appaiono prioritari            
gli obiettivi di:                                                               
- migliorare qualita' e condizioni di regolarita' e sicurezza del               
lavoro, rendere stabile e sicuro il rapporto di lavoro contrastando             
le diverse forme di precarizzazione;                                            
- sviluppare iniziative di informazione, formazione ed orientamento a           
sostegno della carriera professionale rivolte ai lavoratori atipici             
nella dimensione dell'innovazione del mercato del lavoro che punta al           
rafforzamento delle competenze e a fluidificare i passaggi fra                  
posizioni di lavoro utili alle persone che operano nel mercato del              
lavoro con rapporti di collaborazione continuata e continuativa per             
rafforzare le loro competenze;                                                  
- sostenere l'inserimento stabile nel lavoro delle persone con                  
rapporti di lavoro precari, attraverso misure di formazione e                   
incentivi mirati, in particolare collegando le politiche formative e            
del lavoro alle politiche industriali e al trasferimento della                  
ricerca nelle imprese;                                                          
- sostenere l'inclusione attraverso adeguate azioni di                          
accompagnamento all'inserimento o il reinserimento nel mercato del              
lavoro delle persone disabili e svantaggiate;                                   
- promuovere iniziative di politiche attive per il lavoro rivolte               
all'area dei disoccupati di lunga durata che, pur quantitativamente             
ridotta, presenta fenomeni di cronicizzazione e di crescente                    
emarginazione del mercato del lavoro;                                           
- azioni volte a favorire la piena integrazione sociale e lavorativa            
dei lavoratori immigrati anche a fronte delle nuove normative di                
legge;                                                                          
- sviluppare azioni a sostegno della mobilita' geografica e                     
professionale per l'acquisizione e scambio di competenze e per                  
l'inserimento nel sistema produttivo regionale;                                 
- sostenere la messa a regime degli strumenti per l'attuazione delle            
politiche attive, primi fra tutti i nuovi servizi per l'impiego, le             
linee guida del masterplan regionale, la definizione e certificazione           
degli standard di qualita' dei servizi, la realizzazione del sistema            
informativo regionale del lavoro, lo sviluppo di azioni di assistenza           
tecnica, il monitoraggio e la valutazione dei risultati conseguiti              
dai Servizi per l'impiego e dell'efficacia delle politiche attive del           
lavoro.                                                                         
In tale contesto vengono individuate le seguenti aree prioritarie di            
intervento.                                                                     
Programma regionale per un lavoro chiaro, sicuro, regolare                      
Sono state avviate nel 2001 e proseguite nel 2002 alcune azioni                 
strategiche per la realizzazione degli obiettivi previsti nel                   
Protocollo d'intesa siglato nel 2001. Un primo significativo                    
risultato e' costituito dall'apertura di centri integrati di servizi            
locali, nei quali saranno offerti agli utenti, nella stessa sede i              
servizi del Centro per l'impiego e dello sportello INPS.                        
Si stanno inoltre realizzando attivita' formative e di laboratorio              
che coinvolgono in modo integrato funzionari addetti alla vigilanza             
in materia di sicurezza e regolarita' del lavoro di diverse                     
Amministrazioni operanti sul territorio regionale, INPS, INAIL,                 
Direzioni provinciali e regionale del Lavoro, ASL, col fine di                  
coordinare e migliorare i livelli di efficacia ed integrazione dei              
servizi di prevenzione e controllo.                                             
Nell'ambito di specifici progetti finanziati dal FSE, e concluse le             
relative sperimentazioni, saranno formulate proposte tecniche per la            
concertazione e la decisione politica relativamente ad un sistema di            
promozione e sostegno delle autonome e volontarie iniziative delle              
imprese, singole od associate, per la certificazione della                      
responsabilita' sociale e della qualita' del lavoro.                            
Sono stati costituiti, e sono da tempo operativi a livello regionale            
e provinciale gli organismi di coordinamento e consultazione delle              
diverse competenze al fine del contrasto al lavoro irregolare e                 
sommerso, e sono state avviate a livello locale e regionale azioni              
sperimentali positive per favorire l'analisi dei fenomeni e dei                 
contesti settoriali piu' esposti e per definire misure attive di                
sostegno all'emersione. Recenti provvedimenti nazionali che                     
istituiscono, in capo ad organi amministrativi decentrati dello                 
Stato, ulteriori funzioni di coordinamento delle procedure di                   
emersione, andranno coordinate con le sedi e le responsabilita'                 
locali esistenti.                                                               
Azioni per favorire la carriera professionale dei lavoratori atipici            
Nella programmazione 2000/2002 sono stati previsti diversi interventi           
finalizzati a portare a sintesi e coordinare la concreta diffusione             
dei numerosi progetti sperimentali avviati a sostegno della                     
professionalizzazione dei lavoratori atipici. L'azione della Regione            
e' finalizzata a fornire, in modo coordinato con i servizi                      
provinciali per l'impiego, servizi a questi utenti, e offerte                   
formative utili a sostenere il loro percorso di miglioramento                   
professionale.                                                                  
La fluidita' del mercato del lavoro nel quale i collaboratori sono              
inseriti e l'elevato livello di flessibilita' connaturato a questa              
condizione occupazionale rende fondamentale e urgente                           
l'armonizzazione tra le piu' tradizionali politiche sociali ed                  
occupazionali orientate al sostegno di soggetti che si trovano in               
difficolta', e interventi di politica attiva del lavoro volti ad                
incrementare l'occupabilita' di tali lavoratori (sia in termini di              
sostegno all'acquisizione di competenze ed alla loro certificazione,            
il riconoscimento della cosiddetta carriera esterna, che in termini             
di aiuto alla stabilizzazione sia nel lavoro dipendente che nel                 
lavoro autonomo). Le tematiche relative ai lavoratori atipici, ed in            
particolare ai titolari di contratti para subordinati di                        
collaborazione coordinata e continuativa, possono essere affrontate             
mediante la promozione di intese generali e di specifici accordi che            
le associazioni sindacali e dei datori di lavoro maggiormente                   
interessate vorranno autonomamente promuovere. Occorre pertanto                 
introdurre un sistema di opportunita' che la Regione propone al fine            
di indirizzare ad obiettivi socialmente utili il contenuto delle                
intese e degli accordi relativi ai lavoratori atipici.                          
Lo sviluppo delle work experiences e dei tirocini                               
In questo ambito si interverra' promuovendo e sostenendo la                     
realizzazione delle attivita' formative di tirocinio e di work                  
experiences, quali strumenti di transizione al lavoro, di                       
socializzazione professionale, di trasferimento di competenze, di               
mobilita' lavorativa e geografica. Per elevare l'efficacia delle                
esperienze in ambienti lavorativi e valorizzare le imprese come luogo           
formativo, le azioni dovranno indirizzarsi e connettersi con le aree            
di domanda espresse dal tessuto economico locale ed in particolare              
verso i settori a maggior crescita occupazionale col fine anche di              
indirizzare progetti specifici di settore verso il consolidamento o             
la creazione di collaborazioni produttive piu' stabili fra la nostra            
Regione e quelle del sud. Gli obiettivi per l'evoluzione di questi              
importanti strumenti nel medio periodo e nei diversi sistemi possono            
essere indicati nei seguenti:                                                   
a) promuovere la qualita' dei tirocini attraverso azioni di                     
assistenza tecnica e diffusione di buone pratiche in particolare                
attraverso collaborazioni con l'universita' e l'istruzione superiore;           
b) attuare, monitorare, valutare il progetto Tirocini Nord Sud per              
farne emergere buone prassi testate, ed un prototipo flessibile e               
diffonderle nell'ambito regionale;                                              
c) omologare progressivamente l'uso dei tirocini a livello regionale,           
pur nel rispetto della specificita' dei singoli ambiti di                       
riferimento, valorizzandone gli aspetti qualitativi e finalizzandoli            
ad una effettiva esperienza formativa;                                          
d) integrare in maniera piu' efficace ed armonica i tirocini con le             
politiche educative e con le politiche attive, in particolare quali             
strumenti per l'inclusione di adulti, specialmente donne, ed il loro            
reinserimento nel mercato del lavoro.                                           
Le politiche integrate e individualizzate volte all'inclusione                  
sociale e lavorativa dei gruppi svantaggiati                                    
Lo sviluppo di politiche integrate e individualizzate volte                     
all'inclusione sociale-lavorativa dei gruppi svantaggiati si conferma           
un obiettivo prioritario delle iniziative da intraprendere nel                  
prossimo biennio. Le finalita' e le modalita' di realizzazione di               
queste politiche hanno come riferimento principale il disegno                   
programmatico posto nel POR Obiettivo 3 e nell'azione regionale fin             
qui sviluppata. Si tratta di aumentare il grado di occupabilita'                
delle categorie svantaggiate garantendone l'accesso alle politiche              
generali di inserimento e di reinserimento lavorativo, superando - in           
un'ottica di mainstreaming - ogni logica di percorsi paralleli e                
separati e ampliando la platea dei beneficiari. In questo ambito gli            
interventi dovranno valorizzare il potenziale culturale, economico e            
sociale di cui sono portatori i soggetti interessati e adottare un              
approccio integrato (tra azioni, soggetti e politiche) e                        
personalizzato in relazione alle diverse tipologie di svantaggio.               
Inoltre, verranno potenziate le azioni di sistema e di                          
accompagnamento per favorire l'accesso ai servizi ed incentivi del              
collocamento mirato alle persone ed alle imprese, in coerenza con le            
indicazioni e proposte emerse dalla Conferenza regionale                        
sull'integrazione professionale dei disabili attraverso il lavoro. In           
particolare si tratta di indirizzare l'utilizzo coordinato di azioni            
di accompagnamento cofinanziate dal FSE e dal fondo regionale di cui            
all'art. 13 della L.R. 14/00, oltre che all'integrazione dei fondi              
statali disponibili per gli incentivi alle imprese, anche al sostegno           
personalizzato dell'inserimento professionale di disabili per quanto            
riguarda i trasporti e l'adattamento del posto di lavoro, e delle               
imprese, singole od associate, per quanto riguarda i servizi di                 
consulenza e progettazione per il corretto inserimento e                        
l'accompagnamento del collocamento mirato. Significativa, poi, la               
sovvenzione globale nell'ambito della Misura B.1 - POR Obiettivo 3,             
per la realizzazione di azioni a sostegno dell'inserimento                      
lavorativo, all'avvio di attivita' autonome, in funzione di                     
inclusione sociale, al rafforzamento delle cooperative sociali e                
degli organismi del terzo settore. L'adozione della sovvenzione                 
globale, piccoli sussidi per capitale sociale, proseguira' fino al              
2006.                                                                           
Immigrazione e lavoro                                                           
Nel contesto delle politiche di inclusione un target prioritario e'             
costituito dagli immigrati anche in considerazione del ruolo, attuale           
e potenziale, da essi ricoperto nel mercato del lavoro regionale a              
fronte dei fabbisogni del mercato del lavoro. Il Protocollo d'intesa            
regionale in materia di immigrazione straniera costituisce in tal               
senso un punto di riferimento per l'attuazione di provvedimenti                 
amministrativi e legislativi, e di azioni concertate, indirizzati               
all'inserimento socio-lavorativo degli immigrati stranieri.                     
Il DLgs 286/98, cosi' come modificato dalla Legge 189/02, introduce             
all'art. 21, comma 4/ter, la possibilita' "... per le Regioni di                
trasmettere entro il 30 novembre di ogni anno alla Presidenza del               
Consiglio dei Ministri, un rapporto sulla presenza e sulla condizione           
degli immigrati extracomunitari nel territorio regionale, contenente            
anche le indicazioni previsionali relative ai flussi sostenibili nel            
triennio successivo in rapporto alla capacita' di assorbimento del              
tessuto sociale e produttivo".                                                  
Alla luce di questa norma la Regione si propone di definire un metodo           
e un percorso per la stesura e la condivisione, del rapporto e, in              
particolare, per la misurazione del fabbisogno di immigrazione legato           
alle possibilita' e necessita' stagionali e stabili del sistema                 
economico regionale, anche con riferimento a specifici fabbisogni               
settoriali e a profili professionali emergenti. La Regione                      
utilizzera' altresi' tutti gli spazi consentiti dalla legge di                  
proposta e coordinamento progettuale per la formazione e                        
l'orientamento nel Paese d'origine dei lavoratori potenzialmente                
disponibili all'inserimento nel mercato del lavoro regionale in                 
particolare nell'ambito di rapporti e accordi con i Paesi in procinto           
di entrare nella Unione Europea.                                                
Dovra' essere chiarita l'interpretazione di questioni poste dal DLgs            
286/98, cosi' come modificato dalla Legge 189/02, specialmente                  
laddove sembrano inibire o limitare per i lavoratori stranieri                  
l'utilizzo di strumenti formativi previsti dai programmi comunitari             
per contrastare la disoccupazione, mentre interventi di                         
alfabetizzazione linguistica, sociale e di formazione professionale             
andranno assicurati anche ai lavoratori extra comunitari gia'                   
occupati. Per perseguire, infine, l'obiettivo dell'inclusione occorre           
intervenire sull'offerta formativa definendo diverse modalita'                  
organizzative finalizzate a rispondere alle esigenze culturali e di             
lavoro dei lavoratori stranieri presenti nel territorio regionale. Si           
tratta, inoltre, di incentivare l'inclusione dei lavoratori stranieri           
nelle azioni di formazione continua per sostenerne, al pari degli               
altri lavoratori, lo sviluppo professionale.                                    
Servizi per l'impiego                                                           
Regione e Province hanno perseguito successivamente alla piena                  
applicazione ed entrata in vigore del DLgs 469/97 e all'approvazione            
L.R. 25/98 l'obiettivo di modernizzare i servizi del collocamento e             
riformare le politiche attive per il lavoro. I presenti indirizzi               
confermano, pertanto, l'obiettivo di sostenere la qualificazione dei            
servizi per l'impiego, di cui sono titolari le Province, al fine di             
garantire livelli elevati ed omogenei di esercizio dei diritti delle            
persone ad essere sostenuti nei processi di accesso e di transizione            
al lavoro, e di prevenire ogni forma o rischio di discriminazione               
nell'accesso al lavoro o nella mobilita' tra un lavoro e l'altro. In            
particolare, questi obiettivi si potranno realizzare attraverso la              
piena integrazione delle politiche formative del lavoro, l'estensione           
delle attivita' di accoglienza, orientamento, bilancio di competenza,           
consulenza orientativa, promozione di opportunita' formative e di               
inserimento lavorativo, preselezione ed incontro tra domanda ed                 
offerta di lavoro, collocamento mirato per disabili e per le persone            
in condizione di svantaggio. Proprio l'integrazione tra le attivita'            
di collocamento e l'utilizzo di un'ampia tastiera di strumenti ed               
interventi di politica attiva per il lavoro, (comprensivi degli                 
incentivi e dei servizi reali e gratuiti alle imprese), rappresenta             
un elemento insostituibile di qualificazione dei servizi pubblici per           
l'impiego, anche nel nuovo scenario di apertura ad altri soggetti               
privati per l'esercizio di tali funzioni. In tal senso, un punto                
essenziale di qualificazione delle politiche del lavoro e'                      
rappresentato dalla risposta puntuale alle esigenze di imprese e                
lavoratori da parte di un sistema di servizi integrato                          
pubblico/privato, governato dal potere pubblico sulla base di                   
standard e obiettivi di qualita' cosi' come gia' previsto nella L.R.            
25/98. Le possibili evoluzioni delle politiche nazionali                        
preannunciate nel disegno di legge delega al Governo sulla riforma              
del collocamento non modificano tali principi ed esigenze di governo            
pubblico e collaborazione fra pubblico e privato. La Regione                    
rivendica un ruolo di collaborazione istituzionale alla definizione             
di standard nazionali di autorizzazione ed accreditamento dei                   
soggetti privati che potranno operare nel settore                               
dell'intermediazione fra domanda e offerta di lavoro, e la gestione             
amministrativa locale di tali autorizzazioni, in stretto collegamento           
con l'eventuale accreditamento regionale in caso di partecipazione ai           
bandi e avvisi per il finanziamento pubblico di servizi ed attivita'.           
I servizi per l'impiego esercitano funzioni pubbliche, governate                
dalle Province nell'ambito delle leggi e indirizzi regionali, e                 
possono essere integrati con relazioni e rapporti convenzionali o in            
concessione con privati qualificati, al fine di svolgere parti delle            
funzioni, preferibilmente presso le sedi pubbliche. I servizi                   
pubblici per l'impiego, pertanto, devono ricercare ed accogliere                
tutti gli utenti che la legge, le priorita' del piano regionale per             
l'occupazione e le politiche locali assegnano loro, con particolare             
riferimento alle categorie piu' deboli o non tutelate sul mercato del           
lavoro, ed ispirandosi comunque ad un approccio di mainstreaming di             
genere. Nei propri servizi di base devono informarli correttamente              
sulla mappa dei servizi disponibili e sulle opportunita' e vincoli              
del mercato del lavoro locale, del sistema formativo, e degli                   
incentivi e politiche attive per l'inserimento al lavoro o per la               
creazione di lavoro autonomo, ed orientarli e indirizzarli a servizi            
di livello specialistico svolti dal pubblico stesso o da privati                
debitamente autorizzati e/o selezionati. Fra questi ultimi assumono             
particolare rilevanza i servizi previsti per l'accertamento e la                
verifica dello stato di disoccupazione, e quelli, ad essi correlati,            
di sostegno all'inserimento lavorativo e di intermediazione fra la              
domanda e l'offerta di lavoro integrati con la formazione                       
professionale e l'orientamento.                                                 
Gli obiettivi comuni e condivisi sono definiti nell'accordo fra                 
Regioni e Province sulla messa a regime dei Servizi per l'impiego,              
nel quale si afferma "che la costruzione di un sistema regionale, a             
partire dalle autonomie e dalle specifiche organizzazioni locali, ma            
con forti e visibili connotazioni di unitarieta', (non come                     
sommatoria di nove diversi sistemi locali), costituisce un obiettivo            
comune, condiviso e tanto piu' importante in una Regione che ha da              
tempo sperimentato deleghe ampie alle Province di funzioni anche di             
programmazione in materia di formazione professionale, orientamento             
e, con la L.R. 25/98 anche di politiche del lavoro". Regione e                  
Province individuano gli strumenti tecnici per raggiungerli, e fra              
questi assumono rilievo:                                                        
- il masterplan poliennale delle azioni di sistema necessarie per               
conseguire gradualmente gli obiettivi di miglioramento dei servizi e            
di raggiungimento degli standard di qualita', nonche' al fine di                
distinguere attribuzioni e responsabilita' della Regione e delle                
singole Province nella realizzazione di tali azioni di sistema. Un              
primo schema di masterplan con le suddette caratteristiche dovra'               
essere redatto entro il marzo 2003, anche per corrispondere agli                
obiettivi posti dalla programmazione europea;                                   
- la conclusione di una prima fase di elaborazione degli standard di            
qualita' e per il monitoraggio dei servizi. Il sistema di                       
monitoraggio, in particolare, dovra' sviluppare i coordinamenti e le            
integrazioni necessarie con il sistema informativo per consentire               
l'automatica rilevazione dei dati utili dalle banche dati e                     
procedure. Si pone l'obiettivo di realizzare una prima fase di                  
monitoraggio applicando gradualmente le nuove metodologie entro la              
primavera 2003, e di prenderne a base i risultati per fissare nel               
masterplan nuovi ed ulteriori livelli obiettivo degli standard di               
qualita' dei servizi;                                                           
- la definizione di regole e di standard: a seguito dell'adozione da            
parte del Governo di un provvedimento di modifica ed integrazione del           
DLgs 181/00 e' necessario elaborare specifici atti amministrativi per           
garantire l'omogenea applicazione delle innovazioni introdotte a                
livello nazionale in materia di definizione dello stato di                      
disoccupazione e di scheda anagrafica e professionale dei lavoratori,           
con particolare riferimento all'accertamento e la verifica periodica            
dello stato di disoccupazione da parte dei servizi competenti e alle            
modalita' per le selezioni ed avviamenti alla pubblica                          
Amministrazione. Un altro importante ambito di applicazione di                  
criteri omogenei e' quello relativo alla descrizione e                          
classificazione delle professioni, e dell'analisi del fabbisogno di             
manodopera e di formazione. Il confronto con le parti sociali dovra'            
portare alla definizione di un programma di lavoro, utile a collegare           
e mettere a sistema le diverse ricerche disponibili, aggiornarne i              
contenuti, favorire il dialogo e la condivisione metodologica fra i             
diversi approcci. L'obiettivo complessivo, e' di condividere un set             
comune di definizioni di profili professionali maggiormente in uso              
nel mercato del lavoro regionale, e dei relativi descrittori, basati            
comunque sul sistema ISTAT di classificazione attualmente indicato              
dalle norme nazionali. Nel contempo si ricercheranno le necessarie              
intese interregionali per garantire l'interscambio delle informazioni           
e dei dati fra sistemi regionali informativi del lavoro;                        
- la realizzazione del sistema informativo lavoro regionale nel                 
quadro dell'e-governement: l'accordo fra le Regioni, le Province ed             
il Ministero del Lavoro conferma l'impostazione di un sistema                   
nazionale informativo sul lavoro policentrico e composto da una rete            
di reti regionali dialoganti fra loro. L'obiettivo primario sara'               
dunque la rapida approvazione degli atti e finanziamenti necessari              
per la realizzazione del sistema informativo lavoro della Regione e             
delle Province emiliano-romagnole, a partire dal progetto di SIL                
regionale presentato al bando nazionale di e-government                         
congiuntamente dalla Regione e dalle Province, assicurando attraverso           
gli opportuni accordi e progetti interregionali la interoperabilita'            
con gli altri sistemi regionali. Nella fase di transizione devono               
essere assicurati l'estensione a tutto il sistema regionale della               
possibilita' di utilizzo a regime dei software applicativi realizzati           
e positivamente sperimentati, e la manutenzione correttiva e                    
adeguativa di tali strumenti. Il sistema a regime dovra' essere in              
grado a livello regionale di interconnettersi e di fornire i dati               
richiesti al sistema nazionale e dovra' rispondere alle esigenze                
informative di tutti i soggetti, pubblici e non, coinvolti nella                
gestione o nell'utilizzo dei servizi e dei dati. Dovra' pertanto                
essere un sistema a rete, aperto all'accesso piu' ampio ma                      
regolamentato, per garantire sicurezza e qualita' dei dati, e                   
flessibile per assicurare omogeneita' di impostazione dei servizi per           
i cittadini, lavoratori ed imprese su tutto il territorio regionale,            
con attenzione alle diverse possibili impostazioni organizzative dei            
servizi che le singole Province adotteranno. Occorre garantire ai               
cittadini ed alle imprese della regione di poter disporre presso                
qualunque punto di accesso al sistema del piu' ampio ventaglio di               
opportunita' lavorative possibili, anche al di fuori dei confini                
geografici di una Provincia, e di poter estendere e qualificare in              
maniera capillare i punti di accesso al sistema, aumentando il                  
livello di servizi erogabili a cittadini ed imprese. Le regole di               
funzionamento, infine, del sistema si basano su alcuni principi di              
collaborazione reciproca e di responsabilita', ispirati alla tutela             
degli interessi degli utenti ed all'efficienza del sistema che                  
saranno condivisi con le Province e fissati con apposita direttiva              
regionale;                                                                      
- la semplificazione degli adempimenti per le imprese in materia di             
lavoro e collocamento: l'obiettivo che si intende perseguire e' la              
reale semplificazione della comunicazione verso la pubblica                     
Amministrazione da parte dei datori di lavoro, al fine di ridurre i             
tempi di accesso alle informazioni ed i costi di gestione per                   
l'impresa e per la pubblica Amministrazione stessa e di assicurare la           
maggiore certezza, trasparenza e rapidita' del servizio. Ci si                  
propone la diffusione in tutto il territorio regionale della                    
disponibilita' del SARE, strumento informatico per la trasmissione              
telematica delle pratiche amministrative, e la sperimentazione di               
rapporti con le altre Regioni. Nello stesso senso si intendono                  
sviluppare rapporti di collaborazione con Istituti quali INPS, INAIL            
e Direzioni del lavoro, anche al fine di combattere attraverso la               
messa in comune delle rispettive banche dati, le irregolarita' del              
lavoro ed il lavoro sommerso.                                                   
Ambiti di programmazione regionale e provinciale                                
In applicazione del nuovo Titolo V della Costituzione, le funzioni              
della Regione, delle Province e dei Comuni, sono definite sulla base            
dei principi di sussidiarieta', differenziazione ed adeguatezza. In             
tale quadro spetta alla Regione la definizione delle linee di                   
programmazione e degli indirizzi per il sistema formativo integrato,            
con individuazione degli obiettivi, delle priorita', delle linee di             
intervento e del quadro delle risorse finanziarie, nonche' degli atti           
generali di programmazione relativi all'utilizzo di fondi comunitari,           
cosi' da assicurare che le prestazioni fondamentali siano fruite su             
tutto il territorio regionale in condizioni di efficacia e qualita'.            
Sono quindi di competenza regionale:                                            
- la sperimentazione di attivita' innovative quanto alle metodologie            
o alle tipologie di utenti e la verifica delle condizioni di                    
omogeneita' e adeguatezza per la messa a regime di dette attivita';             
- la realizzazione di attivita' che per le ragioni su espresse                  
possono essere adeguatamente svolte, esclusivamente a livello                   
regionale, interregionale, nazionale, transnazionale;                           
- il monitoraggio, il controllo e la valutazione delle attivita'                
inerenti alle proprie funzioni, nonche' la valutazione degli esiti              
del sistema formativo integrato;                                                
- l'accreditamento dei soggetti pubblici e privati erogatori dei                
servizi di formazione professionale e servizi di orientamento, al               
fine di beneficiare di finanziamenti pubblici;                                  
- le scuole regionali specializzate, istituite per specifici ambiti             
strategici per l'economia o per la tutela del territorio;                       
- le Sovvenzioni globali previste nel POR Obiettivo 3 della Regione             
Emilia-Romagna.                                                                 
Le Province ed i Comuni, singoli o associati, ciascuno per le                   
rispettive competenze, nel rispetto delle linee di programmazione e             
degli indirizzi regionali, nonche' delle compatibilita' finanziarie,            
esercitano le funzioni di programmazione territoriale dell'offerta di           
istruzione e di organizzazione della rete scolastica.                           
Le Province assicurano altresi', nell'ambito degli indirizzi                    
regionali, la programmazione dell'offerta di formazione                         
professionale.                                                                  
Tali funzioni sono esercitate dalle Province e dai Comuni assicurando           
il coinvolgimento delle autonomie scolastiche e delle parti o                   
organizzazioni sociali, nonche' degli Enti di formazione                        
professionale e delle universita'. Le Province e i Comuni,                      
nell'esercizio delle rispettive competenze, assicurano l'attivazione            
e l'utilizzo di forme e strumenti di coordinamento in modo da                   
garantire una risposta integrata ai fabbisogni del territorio. In               
particolare dovranno prevedere azioni tese a rendere effettivo per              
tutti il diritto di accesso all'istruzione e le pari opportunita'               
formative, azioni tese a promuovere e a sostenere la continuita'                
verticale ed orizzontale, tra diversi ordini e gradi di scuola, tra             
le scuole e la formazione professionale; interventi di prevenzione              
alla dispersione e all'abbandono scolastico, azioni educative mirate.           
I piani di organizzazione della rete scolastica, predisposti dalle              
Province e dai Comuni, per le rispettive competenze, in sede di                 
collaborazione interistituzionale, devono garantire che la                      
collocazione e l'articolazione delle istituzioni scolastiche offrano            
pari opportunita' di fruizione dell'offerta formativa integrata                 
nell'intero territorio regionale, nonche' l'utilizzo e la gestione              
ottimale degli edifici, delle attrezzature scolastiche e dei servizi            
per l'accesso.                                                                  
La definizione degli ambiti territoriali e' individuata nel quadro              
degli indirizzi regionali specifici e definita nell'ambito della                
programmazione provinciale, con il coinvolgimento                               
dell'Amministrazione scolastica e delle autonomie scolastiche; tali             
ambiti sono caratterizzati dalla stabile interazione di fattori                 
sociali, culturali ed economici e dalla disponibilita' di una rete di           
servizi atta a garantire la piena fruibilita' del sistema da parte              
degli utenti.                                                                   
Le Province in attuazione delle funzioni proprie in materia di                  
collocamento e politiche attive del lavoro e delle funzioni in                  
materia di formazione professionale, adotteranno programmi poliennali           
improntati alle logiche di integrazione tra le politiche                        
dell'istruzione, della formazione e del lavoro nell'ambito degli                
indirizzi regionali.                                                            
La Regione, le Province, per l'esercizio delle proprie competenze in            
materia di formazione professionale possono stipulare convenzioni con           
gli enti accreditati per la realizzazione di progetti specifici che             
prevedano anche l'utilizzo temporaneo di personale dipendente dai               
medesimi enti.                                                                  
In coerenza con gli ambiti di programmazione provinciale, con atti              
della Giunta regionale, verranno definite le assegnazioni finanziarie           
alle Province per il biennio 2003/2004, sulla base di criteri e                 
indicatori di riparto analoghi a quelli utilizzati dall'Unione                  
Europea e applicati nel triennio 2000/2002. I medesimi criteri e le             
regole comunitarie sui meccanismi di finanziamento anche premianti,             
di monitoraggio e di certificazione della spesa costituiscono                   
l'indirizzo per gli atti di competenza della Giunta regionale.";                
visto il favorevole parere espresso al riguardo dalla Commissione               
referente "Turismo Cultura Scuola Formazione" di questo Consiglio               
regionale, giusta nota prot. n. 14488 dell'11 dicembre 2002;                    
previa votazione palese, mediante apparecchiatura elettronica, che              
da' il seguente risultato:                                                      
presenti  n. 26                                                                 
assenti  n. 24                                                                  
voti favorevoli  n. 23                                                          
voti contrari  n.  3                                                            
voti nulli  n.  -                                                               
astenuti  n.  -                                                                 
delibera:                                                                       
di approvare le proposte formulate dalla Giunta regionale con                   
deliberazione in data 2 dicembre 2002, progr. n. 2359, riportate nel            
presente atto deliberativo.                                                     

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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