REGIONE EMILIA-ROMAGNA - GIUNTA REGIONALE

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 14 luglio 2003, n. 1349

Piano sanitario regionale 1999/2001 - Approvazione di linee guida per l'organizzazione del sistema emergenza urgenza sanitaria territoriale e Centrali operative 118 secondo il modello Hub and Spoke

LA GIUNTA REGIONALE                                                             
Visti:                                                                          
- il DLgs 30/12/1992, n. 502, cosi' come successivamente modificato             
ed integrato, con il quale e' stato attuato il riordino della                   
disciplina in materia sanitaria a norma dell'art. 1 della Legge                 
23/10/1992, n. 421;                                                             
- il decreto del Presidente della Repubblica 23/7/1998, con il quale            
e' stato approvato il Piano sanitario nazionale per il triennio                 
1998-2000;                                                                      
- la deliberazione del Consiglio regionale n. 1235 del 22/9/1999, con           
la quale e' stato approvato il Piano sanitario regionale per il                 
triennio 1999-2001;                                                             
- la L.R. 21/4/1999, n. 3 di riforma del sistema regionale locale in            
attuazione dei principi delle Leggi 15/3/1997, n. 59 e 15/5/1997, n.            
127 e relativi decreti applicativi;                                             
- le Leggi regionali 12/5/1994, n. 19, e 20/12/1994, n. 50, cosi'               
come successivamente modificate ed integrate;                                   
preso atto che:                                                                 
- con determinazione del Direttore generale alla Sanita' n. 3419 del            
4 maggio 1999 si e' provveduto alla costituzione di gruppi di lavoro            
per l'implementazione del Piano sanitario regionale 1999-2001;                  
- la scelta di tale modalita' procedurale di attuazione del Piano               
sanitario, che prevede un'ampia partecipazione dei professionisti che           
operano nel sistema sanitario alla definizione dei suoi percorsi                
attuativi, e' finalizzata ad attingere proficuamente al rilevante               
patrimonio di molteplici competenze tecnico specialistiche di elevata           
qualita' di cui i medesimi sono portatori, al fine di giungere alla             
individuazione delle strategie migliori e maggiormente condivise;               
- il punto a) del dispositivo della citata determinazione 3419/99, in           
relazione all'area dell'assistenza ospedaliera, ha previsto la                  
costituzione, tra gli altri, del gruppo denominato "Hub & Spoke", con           
l'incarico di sviluppare proposte di definizione degli assetti delle            
funzioni che necessitano, per motivazioni di carattere epidemiologico           
e tecnico, di una programmazione con un ambito piu' ampio rispetto al           
territorio provinciale;                                                         
rilevato che il gruppo di lavoro "Hub & Spoke" ha concluso nei                  
termini previsti e secondo gli obiettivi assegnati l'incarico                   
affidato, con la produzione di un documento che ha delineato le                 
proposte di linee organizzative ed operative essenziali sulla base              
delle quali definire gli assetti delle aree di attivita' di livello             
regionale Hub & Spoke;                                                          
dato atto altresi' che tale documento e' confluito, unitamente a                
quelli elaborati dagli altri gruppi di lavoro che si sono occupati              
della definizione delle prime linee attuative del Piano sanitario               
regionale 1999-2001 relativamente all'area dell'assistenza                      
ospedaliera, nell'elaborato piu' complessivo denominato "Il ruolo               
della rete ospedaliera regionale - linee guida per l'attuazione del             
Piano sanitario regionale 1999-2001", che e' stato approvato da                 
questa Giunta regionale con deliberazione n. 556 dell'1 marzo 2000;             
richiamato il punto 2) del dispositivo della citata deliberazione               
556/00 con il quale viene sottolineato il compito dell'Assessorato              
alla Sanita' di provvedere, attraverso l'emanazione di apposite                 
ulteriori linee guida, a formulare le indicazioni necessarie relative           
all'organizzazione delle singole funzioni specialistiche ospedaliere            
di rilievo regionale;                                                           
rilevato che in sede di esame e approvazione del Piano sanitario da             
parte del Consiglio regionale e' emersa inoltre la necessita' di                
procedere a sviluppare il modello Hub and Spoke in riferimento anche            
ad ulteriori funzioni di interesse regionale, aggiuntive rispetto a             
quelle che erano state individuate dalla Giunta;                                
dato atto che con determinazione n. 4244 del 15/5/2001 il Direttore             
generale alla Sanita' e Politiche sociali ha provveduto alla                    
ricostituzione del gruppo di lavoro Hub and Spoke, avuto riguardo               
alla necessita' di avviare le procedure per l'elaborazione delle                
linee guida sopra richiamate, nonche' alla necessita' di approfondire           
e meglio definire gli aspetti specifici del modello relativi alla               
configurazione organizzativa e al sistema di governo e di relazioni,            
principalmente in materia di commissioning e di protocolli operativi,           
per quanto riguarda le seguenti specifiche aree di attivita':                   
1. Cardiologia intensiva e Cardiochirurgia                                      
2. Centro antiveleni                                                            
3. Diagnostica di laboratorio ad elevata complessita'                           
4. Emergenza territoriale                                                       
5. Genetica medica                                                              
6. Malattie rare                                                                
7. Neuroscienze                                                                 
8. Oncologia                                                                    
9. Procreazione medicalmente assistita                                          
10. Riabilitazione                                                              
11. Sistema delle Centrali operative 118                                        
12. Sistema trasfusionale                                                       
13. Terapia dei grandi traumi                                                   
14. Terapia delle grandi ustioni                                                
15. Terapia del dolore                                                          
16. Terapia intensiva neonatale e pediatrica                                    
17. Trapianto di organi e tessuti                                               
18. Trattamenti sostitutivi artificiali dell'insufficienza renale;              
richiamata la propria precedente deliberazione n. 1267 del 22 luglio            
2002, con la quale si e' provveduto ad approvare le linee guida                 
specifiche per le seguenti aree di attivita':                                   
- Terapia dei grandi traumi                                                     
- Terapia delle grandi ustioni                                                  
- Riabilitazione                                                                
- Trapianto di organi e tessuti                                                 
- Terapia intensiva neonatale e pediatrica                                      
- Neuroscienze                                                                  
- Genetica medica                                                               
- Malattie cardiache                                                            
- Malattie rare - Emofilia e malattie emorragiche congenite;                    
rilevato che anche la definizione della proposta di linee guida per             
l'organizzazione del sistema di emergenza-urgenza sanitaria                     
territoriale e Centrali operative 118 secondo il modello Hub and                
Spoke e' stata completata dal gruppo di lavoro appositamente                    
costituito, e ritenuto altresi' necessario ed opportuno procedere               
all'approvazione dei contenuti di tale documento;                               
dato atto del parere di regolarita' amministrativa, espresso dal                
Direttore generale Sanita' e Politiche sociali dott. Franco Rossi, ai           
sensi dell'art. 37, quarto comma della L.R. 43/01 e della                       
deliberazione della Giunta regionale 447/03;                                    
dato atto altresi' del dibattito svoltosi sulle singole linee                   
attuative in sede di Commissione consiliare Sicurezza sociale, nelle            
sedute del 27 febbraio 2003 e 3 aprile 2003;                                    
su proposta dell'Assessore alla Sanita';                                        
a voti unanimi e palesi, delibera:                                              
1) di approvare il documento, allegato quale parte integrante e                 
sostanziale del presente provvedimento, recante linee guida per                 
l'organizzazione del sistema di emergenza-urgenza sanitaria                     
territoriale e Centrali operative 118 secondo il modello Hub and                
Spoke, in attuazione del Piano sanitario regionale 1999-2001;                   
2) di impegnare le Aziende sanitarie della Regione a dare attuazione            
a quanto stabilito dalle linee guida programmando, anche su scala               
sovraziendale, le azioni necessarie a garantire la migliore                     
integrazione fra le diverse componenti del sistema di emergenza e il            
raggiungimento degli standard relativi ai tempi di intervento;                  
3) di prevedere che il gruppo di coordinamento regionale la cui                 
costituzione e' prevista nel documento allegato al presente atto sia            
costituito con apposito provvedimento del Direttore generale Sanita'            
e Politiche sociali;                                                            
4) di stabilire che l'Assessorato alla Sanita' valutera' la                     
necessita' di aggiornare i contenuti delle linee guida di cui al                
precedente punto decorsi tre anni dall'entrata in vigore della                  
presente deliberazione;                                                         
5) di pubblicare il presente provvedimento, comprensivo degli                   
allegati, nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna.                
Proposte per l'organizzazione del sistema emergenza-urgenza sanitaria           
territoriale e Centrali operative 118 nel territorio della regione              
Emilia-Romagna                                                                  
INDICE                                                                          
1. Definizione e componenti il sistema                                          
2. Sintesi del mandato regionale al gruppo di lavoro                            
3. Lo stato di fatto: le principali caratteristiche; punti  di forza            
e debolezza dell'attuale realta' regionale                                      
4. Principali aspetti critici del sistema ed ipotesi di intervento              
5. Proposta di modello organizzativo e livelli prestazionali del                
sistema emergenza territoriale e Centrali operative 5.1 Il modello              
organizzativo generale 5.2 Specifiche del modello organizzativo e               
standard prestazionali 5.2.1 Sottosistema Centrale operativa 5.2.2              
Sottosistema emergenza territoriale-fase intraospedaliera                       
6. Funzione di governo strategico regionale                                     
7. Livelli prestazionali e sicurezza                                            
8. Requisiti tecnologici minimi 8.1 Rete telefonica fissa 8.2 Rete              
radio e di telefonia mobile 8.3  Sistema informatico 8.4                        
Finanziamento delle tecnologie di centrale                                      
9. Criteri di dimensionamento dei bacini di utenza della Centrale               
operativa                                                                       
10. Gestione di funzioni non di emergenza presso le C.O.                        
11. Conclusioni                                                                 
1. Definizione e componenti il sistema                                          
Il sistema emergenza-urgenza sanitario territoriale e Centrali                  
operative 118 e' costituito dalle risorse in termini di uomini, mezzi           
e strutture, che garantiscono l'assistenza sanitaria in                         
emergenza-urgenza sul territorio regionale e il coordinamento delle             
attivita' di soccorso. Il sistema si caratterizza per gli stretti               
collegamenti funzionali con la componente ospedaliera dei                       
Dipartimenti di emergenza-urgenza (DEU) di cui costituisce una parte            
fondamentale.                                                                   
Nella figura 1 e' schematizzato il processo dell'emergenza                      
territoriale                                                                    
(segue allegato fotografato)                                                    
2. Sintesi del mandato regionale al gruppo di lavoro                            
Il sistema regionale dell'emergenza sanitaria fornisce prestazioni              
assistenziali essenziali e si caratterizza per la scarsa o nulla                
possibilita' di scelta da parte dei cittadini. Esso rappresenta una             
componente di strategica importanza del Sistema sanitario regionale             
sia per le implicazioni sanitarie rilevantissime che per la notevole            
visibilita' politico-sociale. Pertanto deve garantire i migliori                
livelli complessivi di sicurezza e funzionalita' ed offrire una                 
immagine di affidabilita' in grado di riscuotere la piena fiducia dei           
cittadini stessi.                                                               
Il gruppo di lavoro, formalizzato con atto del Direttore generale               
alla Sanita' e Politiche sociali n. 6185 del 22 giugno 2001, e' stato           
istituito con il compito di definire: il modello organizzativo, i               
livelli prestazionali, di funzionalita' e sicurezza, il sistema delle           
relazioni interne ed esterne con particolare riferimento alle                   
attivita' di coordinamento e di governo-clinico-organizzativo, le               
dotazioni standard di risorse umane e tecnologiche, nell'ambito dei             
principi e delle indicazioni contenuti nel Piano sanitario regionale            
1999-2001, per garantire la piena rispondenza alle caratteristiche              
generali del sistema sanitario regionale e al modello organizzativo             
Hub & Spoke cui il sistema di emergenza territoriale deve fare                  
riferimento.                                                                    
3. Lo stato di fatto: le principali caratteristiche; punti di forza e           
debolezza dell'attuale realta' regionale                                        
Il sistema attuale si caratterizza per una elevata complessita' ed              
una elevata variabilita' dei modelli organizzativi sia del                      
sottosistema di coordinamento (Centrali operative) che del                      
sottosistema territoriale. Le Centrali operative presentano, oltre a            
bacini di utenza di dimensioni che vanno da un minimo di 170.000 ad             
un massimo di 920.000 abitanti, soluzioni organizzative e                       
tecnologiche diversificate. L'alta variabilita' nelle dimensioni del            
bacino di riferimento incide significativamente sul parametro risorse           
utilizzate, in quanto, indipendentemente dal bacino di riferimento,             
e' necessario un livello di presenza minimo a garanzia della                    
continuita' del servizio.                                                       
Relativamente al sistema territoriale la rilevazione della                      
distribuzione attuale delle risorse, realizzata a marzo 2000,                   
permette di evidenziare con precisione la disomogeneita' in termini             
di dotazione quanti-qualitativa dei mezzi di soccorso, di tipologia             
di personale in dotazione e di modalita' secondo le quali queste                
risorse vengono utilizzate nei singoli ambiti territoriali.                     
I dati rilevati fanno riferimento al concetto di postazione come                
unita' fondamentale della organizzazione della emergenza                        
territoriale. Per postazione si intende l'insieme formato da un mezzo           
di soccorso (automedica, autoambulanza) e dalle risorse umane che lo            
rendono operativo in una localizzazione determinata. Un particolare             
tipo di postazione e' costituita dalle unita' di elisoccorso ubicate            
a Parma, Bologna e Ravenna.                                                     
Tabella 1 - Tipologia delle postazioni per Centrale operativa                   
Tipologia di postazione                                                         
Centrale  A  B  C  D  Arep  E  Totale                                           
Piacenza  9  3  2  12      26                                                   
Parma  27  8  2  3  3    43                                                     
Reggio  28  1  2    1    32                                                     
Modena  10  13  20    13  3  59                                                 
Bologna  20  17  30    2  1  70                                                 
Ferrara  10  3        2  15                                                     
Ravenna  12  4  1      2  19                                                    
Cesena  6  2        1  9                                                        
Forli'  8    4        12                                                        
Rimini  6  1    6    8  21                                                      
Totale  136  52  61  21  19  17  306                                            
La Tabella 1 riporta le postazioni, gestite dalle singole Centrali              
operative, suddivise per tipologia. Le postazioni di tipo A sono                
quelle a schema fisso, disponibili con la medesima dotazione di                 
personale 24 ore su 24, 365 giorni all'anno; quelle di tipo B hanno             
una organizzazione a schema giornaliero che prevede differenze fra              
diversi periodi del giorno ma si mantiene invariata per tutti i                 
giorni dell'anno; quelle di tipo C hanno una organizzazione a schema            
settimanale con una o piu' variabilita' nel corso della settimana;              
quelle di tipo D hanno una organizzazione a schema variabile, che si            
caratterizza per una incostante disponibilita' che rende talvolta               
necessarie verifiche al bisogno della stessa; quelle di tipo E sono             
postazioni stagionali in zone turistiche. Un tipo particolare di                
postazione e' costituito dalle postazioni di tipo Arep disponibili a            
schema fisso, ma operative con personale reperibile a domicilio.                
Sono attualmente attive sul territorio regionale 306 postazioni, di             
cui 136 di tipo A; 52 di tipo B; 61 postazioni di tipo C; 21 di tipo            
D. Sono inoltre  presenti 17 postazioni di tipo E e  19 postazioni              
sono di tipo Arep. Escludendo le postazioni stagionali, a fronte di             
un numero medio di postazioni gestite pari a 29 per Centrale                    
operativa, si passa, nelle diverse centrali da un massimo di 69                 
postazioni gestite per la Centrale di Bologna ad un minimo di 8 per             
la Centrale di Cesena. Analizzando la composizione per tipologia                
delle  postazioni gestite dalle singole centrali emergono gli aspetti           
forse piu' rilevanti di variabilita': per le postazioni di tipo A si            
va da una percentuale del 18% sul totale delle postazioni gestite ad            
una percentuale dell'88%, rispetto ad una media del 57%, le                     
postazioni di tipo B non sono presenti per tutte le centrali e                  
rappresentano in media il 18% delle postazioni. Piu' significativo              
puo' essere analizzare congiuntamente le postazioni di tipo A e B che           
rappresentano le tipologie a bassa variabilita', e di conseguenza               
implicano una minore complessita' gestionale per la Centrale di                 
riferimento: queste rappresentano in media il 73% delle postazioni              
gestite con un massimo del 100%, che riguarda 3 realta', ed un minimo           
del 41%. Considerando congiuntamente le prestazioni di tipo C, D ed             
Arep, che possiamo definire ad elevata complessita' gestionale in               
relazione alla elevata variabilita', queste non sono presenti nelle 3           
realta' di cui sopra, mentre per le restanti rappresentano in media             
il 38% delle postazioni gestite, con un massimo del 59% ed un minimo            
del 9%. La Tabella 2 riporta i dati di dotazione di postazioni per              
centomila abitanti suddividendo le postazioni in due macrotipologie:            
postazioni stabili, intendendo come stabile la postazione che                   
presenta, in senso temporale minime variabilita' (tipo A e B), e non            
stabili (tipo C, D e Arep).                                                     
Tabella 2 - Distribuzione delle postazioni per Centrale operativa               
N. postazioni per centomila abitanti                                            
Centrale  Postazioni  Postazioni  Postazioni  % sul totale  % sul               
totale     "stabili"  "non stabili"  totali  postazioni                         
postazioni  (A+B)  (C+D+Arep)    "stabili"  "non stabili"                    
Piacenza  4.51  5.26  9.76  46%  54%                                            
Parma  8.81  2.01  10.83  81%  19%                                              
Reggio  6.45  0.67  7.12  91%  9%                                               
Modena  3.68  5.27  8.95  41%  59%                                              
Bologna  4.03  3.49  7.52  54%  46%                                             
Ferrara  3.73  0.00  3.73  100%  0%                                             
Ravenna  4.56  0.00  4.56  100%  0%                                             
Cesena  4.36  0.00  4.36  100%  0%                                              
Forli'  4.68  2.34  7.02  67%  33%                                              
Rimini  2.57  2.21  4.78  54%  46%                                              
Totale  4.72  2.51  7.23  65%  35%                                              
Traducendo questi dati in termini di disponibilita' media settimanale           
di ore per postazione, ed escludendo dall'analisi le postazioni di              
tipo D ed Arep per le quali non e' possibile determinare una                    
disponibilita' media settimanale, si va da realta' che dispongono di            
158 ore medie per postazione gestita a realta' che dispongono di 89             
ore medie per postazione gestita, con una media regionale di 126 ore            
(il valore di riferimento massimo teorico e' di 168 ore settimanali             
corrispondenti ad una disponibilita' H24 per sette giorni). La                  
variabilita' di disponibilita' media di ore per postazione e' legata            
per lo piu'  alle diverse caratteristiche delle postazioni di tipo C:           
queste presentano una copertura settimanale media, rispetto al valore           
di riferimento di 168 ore, che va dal 29% della Centrale di Bologna             
(che gestisce peraltro 30 postazioni di questo tipo) ad un valore del           
72% per la Centrale di Piacenza (che gestisce solo 2 postazioni di              
questo tipo).                                                                   
Tabella 3 - Titolarita' delle postazioni per Centrale operativa                 
Centrale  Azienda  Croce Rossa  Misericordie  Pubbliche  Miste*                 
Privati  Totale     Sanitaria  Italiana    Assisten.                            
Piacenza  4  6    15  1    26                                                   
Parma    16    23  4    43                                                      
Reggio  1  16    11  4    32                                                    
Modena  13  6  2  35  3    59                                                   
Bologna  22  12    14  8  14  70                                                
Ferrara  10  3    2      15                                                     
Ravenna  10    1  5  3    19                                                    
Cesena          9    9                                                          
Forli'  5  2  1    4    12                                                      
Rimini  7  6        8  21                                                       
Totale  72  67  4  105  36  22  306                                             
*Per miste si intendono le postazioni che fanno riferimento a vari              
soggetti.                                                                       
La Tabella 3 riporta i dati relativi ai soggetti istituzionali cui              
afferiscono le diverse postazioni. Le Aziende sanitarie pubbliche               
gestiscono direttamente e da sole 72 delle 306 postazioni, mentre               
partecipano alla gestione di 34 delle 36 postazioni miste. Le                   
restanti postazioni sono gestite per lo piu' da organizzazioni del              
volontariato. Le sole Centrali di Bologna e Rimini hanno la presenza            
del privato, per un totale di 22 postazioni. In particolare, nella              
realta' riminese tali postazioni sono tutte di tipo E.                          
La Tabella 3 bis riporta la suddivisione tra i vari soggetti                    
istituzionali delle ore di effettiva presenza in postazione: circa la           
meta' del servizio di emergenza territoriale e' garantito dalle                 
Aziende sanitarie, in forma esclusiva o mista.                                  
Tabella 3bis - Suddivisione delle ore di effettiva presenza in                  
postazione                                                                      
Gestione della  Ore settimanali  Percentuale sul     postazione                 
presenza effettiva  totale    in postazione                                  
  Aziende sanitarie  10424.0  33%                                               
  Croce Rossa Italiana  6343.7  20%                                             
  Misericordie  158.0  1%                                                       
  Pubbliche assistenze  8309.3  27%                                             
  Gestione mista  5072.9  16%                                                   
  Privati  887.5  3%                                                            
La situazione complessiva regionale dei mezzi operanti presso le                
postazioni, suddivisi per tipologia del mezzo e del tipo di                     
equipaggio, regionale e' riportata in Tabella 4.                                
Tabella 4 - Quadro complessivo medio regionale dei mezzi operativi              
Classificazione  Equipaggio minimo presente*  Ore settimanali su  N.            
di   tipologia mezzo    territorio regionale  postazioni    (% del           
totale)  H24 equivalenti Ambulanza con medico e IP  Autista + medico            
+IP  3.246 (10.4%)  19                                                          
Ambulanza con medico  Autista+ medico + soccorritore  168 (0.5%)  1             
e soccorritore                                                                  
Ambulanza con IP  Autista+IP  10.053 (32.3%)  60                                
Ambulanza con soccorritore  Autista + soccorritore  13.984 (44.9%)              
83                                                                              
Automedica con IP  IP+medico  2.802 (9%)  17                                    
Automedica con soccorritore  Soccorritore +medico  912 (2.9%)  5                
Totale    31.165 (100%)  185                                                    
* A volte l'equipaggio puo' essere integrato da altri operatori (es.            
volontari)                                                                      
Il totale delle ore di presenza di mezzi di soccorso, con                       
l'esclusione delle postazioni di tipo D ed E, e' di 31.165 ore                  
settimanali, equivalenti a 185 postazioni di tipo A. A questo si                
aggiunge la disponibilita' settimanale di ambulanze H24 tipo Arep,              
con personale reperibile a domicilio, pari a 3.269 ore.                         
Le Tabelle 5 e 6 riportano la distribuzione nelle varie Centrali                
operative della dotazione oraria per tipologia di mezzo, suddivisa              
per i mezzi con medico a bordo e senza medico a bordo.                          
(segue allegato fotografato)                                                    
Relativamente al personale medico possiamo distinguere situazioni in            
cui il personale e' assegnato in modo esclusivo all'emergenza,                  
situazioni in cui lo stesso e' impegnato alternativamente in P.S. e             
nell'emergenza territoriale secondo turni prestabiliti, ed infine               
situazioni in cui il personale staziona ed opera presso strutture               
quali Pronto Soccorso o Punti di Primo Intervento, da dove parte per            
rispondere a chiamate di soccorso provenienti dal territorio.                   
Nel complesso il sistema dispone di 7.126 ore settimanali di                    
personale medico, di cui 3.252 sono fornite in forma esclusiva                  
permanente o sulla base di turni prestabiliti e 3.874 in forma non              
esclusiva. Nel complesso il sistema regionale garantisce mediamente             
una disponibilita' medica continuativa ogni 95.000 abitanti. Tale               
dotazione media e' assimilabile alle migliori dotazioni previste in             
altre regioni (es.Piemonte); dal punto di vista quantitativo la                 
distribuzione delle disponibilita' mediche nelle diverse centrali e'            
molto variabile, con rapporti di uno a quattro. Il quadro delle                 
singole centrali si presenta estremamente variegato: si va da realta'           
che dispongono prevalentemente di medici ad utilizzo esclusivo,                 
continuativo o sulla base di turnazioni predefinite, (Parma, Ravenna,           
Cesena e Forli'), di nuovo con un impatto positivo in termini di                
semplificazione della gestione del territorio, ma con costi piu'                
elevati, a realta' che dispongono prevalentemente di medici ad                  
utilizzo non esclusivo (Piacenza, Reggio Emilia e Bologna). La                  
Tabella 7 fornisce il dato relativo alle ore settimanali medico                 
suddivise fra utilizzo esclusivo e non esclusivo per ogni centrale e            
un indicatore che esprime le presenze mediche H24 equivalenti per               
centomila abitanti.                                                             
Tabella 7 - Disponibilita' di risorse mediche, per Centrale                     
operativa                                                                       
Ore  Ore  Ore  Presenze  Presenze  Presenze     settimanali                     
settimanali  settimanali  mediche ad  mediche ad  medicheCentrale            
medico ad  medico ad  medico  utilizzo  utilizzo  totali  utilizzo           
 utilizzo non  totali  esclusivo H24  non esclusivo  H24                        
equivalente  esclusivo  esclusivo    equivalenti  H24 equivalenti            
ogni centomila        ogni centomila  ogni centomila  abitanti            
      abitanti  abitanti                                                        
Piacenza  0  502  502  0.00  1.12  1.12                                         
Parma  720  192  912  1.08  0.29  1.37                                          
Reggio  168  504  672  0.22  0.67  0.89                                         
Modena  264  420  684  0.25  0.40  0.65                                         
Bologna  672  576  1248  0.44  0.37  0.81                                       
Ferrara  84  1176  1260  0.14  2.01  2.15                                       
Ravenna  672  0  672  1.14  0.00  1.14                                          
Cesena  336  168  504  1.09  0.55  1.64                                         
Forli'  168  0  168  0.58  0.00  0.58                                           
Rimini  168  336  504  0.37  0.74  1.10                                         
Totale  3252  387  7126  0.49  0.58  1.07                                       
Per quanto riguarda la dotazione di personale infermieristico, sono             
disponibili in regione 16.098 ore di I.P. la settimana, di cui 9.266            
in forma esclusiva e 6.832 in forma non esclusiva. La Tabella 8                 
fornisce per ogni centrale il dato relativo alle ore settimanali ad             
utilizzo esclusivo e non esclusivo e alle presenze infermieristiche             
H24 equivalenti ogni centomila abitanti. Tali dati indicano                     
chiaramente come, anche per il personale infermieristico, le                    
dotazioni varino notevolmente, con una dotazione massima pari ad otto           
volte la dotazione minima.                                                      
Tabella 8 - Disponibilita' di personale infermieristico                         
Ore  Ore  Ore  Presenze  Presenze  Presenze     settimanali                     
settimanali  settimanali  infermieristiche  infermieristiche                    
infermieristicheCentrale  IP ad  IP ad  IP   ad utilizzo  ad                 
utilizzo  totali  utilizzo  utilizzo non  totali  esclusivo H24              
non esclusivo  H24 equivalente  esclusivo  esclusivo                         
equivalenti  H24 equivalenti  ogni centomila        ogni centomila           
 ogni centomila  abitanti        abitanti  abitanti                          
Piacenza    756  756  0  1.69  1.69                                             
Parma  420    420  0.63  0.00  0.63                                             
Reggio  166  672  838  0.22  0.89  1.11                                         
Modena  906  1375  2281  0.86  1.31  2.17                                       
Bologna  1852  2097  3949  1.20  1.36  2.56                                     
Ferrara  336  1260  1596  0.57  2.15  2.72                                      
Ravenna  2450    2450  4.16  0.00  4.16                                         
Cesena  924  336  1260  3.00  1.09  4.09                                        
Forli'  1120  336  1456  3.90  1.17  5.07                                       
Rimini  1092    1092  2.39  0.00  2.39                                          
Totale  9266  6832  16098  1.39  1.02  2.41                                     
Nel complesso i dati di disponibilita' di personale e mezzi devono              
essere analizzati in relazione alle peculiarita' organizzative e alle           
caratteristiche del territorio, fra cui in particolare le                       
caratteristiche della rete ospedaliera, che influenzano                         
significativamente la disponibilita' di personale sanitario medico e            
infermieristico. Le realta' caratterizzate da una diffusa presenza di           
presidi ospedalieri offrono una maggiore disponibilita' di operatori            
per un utilizzo non esclusivo; al contrario, nelle realta' con pochi            
presidi ospedalieri e' necessario prevedere postazioni mobili con               
operatori impegnati esclusivamente nelle funzioni di emergenza.                 
In estrema sintesi, l'intero ambito regionale puo' essere suddiviso,            
avendo la finalita' di fornire una chiave di lettura rispetto alla              
analisi delle realta' aziendali sopracitata, in tre aree come                   
rappresentato in Tabella 9.                                                     
Tabella 9 - Principali caratteristiche della organizzazione del                 
sistema dell'emergenza nelle principali aree regionali.                         
Area  Complessita'  Presenza  Presenza  Presenza     organizzativa*             
postazioni  infermieri  medici      professionali                            
Est (Rimini, Forli',  Bassa  Alta  Alta  Alta                                   
Cesena, Ravenna, Ferrara)                                                       
Centro (Bologna, Modena)  Alta  Media  Media  Bassa                             
Ovest (Reggio Emilia,  Media  Bassa  Bassa  Media                               
Parma, Piacenza)                                                                
*In relazione alla tipologia e alla quantita' di postazioni gestite:            
un elevato n. di postazioni tipo C ed Arep determinano un'elevata               
complessita', lo stesso dicasi per una bassa dotazione medica e I.P.            
In conclusione il sistema regionale per l'emergenza sanitaria                   
territoriale presenta una disomogeneita' per tutti i parametri                  
organizzativi e di dotazione di risorse esaminati.                              
Poiche' e' verosimile che la disomogeneita' rappresentata, oltre a              
determinare un diverso impegno di risorse, influisca anche sui                  
livelli di sicurezza, correlati fra l'altro a diversi livelli di                
"ridondanza" e possibilita' di back-up nella dotazione tecnologica di           
centrale, si e' ritenuto necessario definire l'organizzazione piu'              
confacente per livelli di sicurezza adeguati ed omogenei.                       
Per quanto riguarda il volume di attivita' delle Centrali operative,            
non esiste attualmente un sistema di report codificato secondo                  
criteri comuni. Parimenti non esistono dati di performance                      
correntemente rilevati e validati. Per il primo aspetto puo' essere             
di qualche utilita' valutare i dati quantitativi sulle chiamate di              
emergenza relativi ad alcune centrali operative riportati nella                 
Tabella 10. I dati sono sostanzialmente in linea con quelli riportati           
per l'anno 2000 dal rapporto annuale sull'attivita' di                          
emergenza-urgenza territoriale del NHS inglese.                                 
Valutazioni indirette della performance possono essere ricavate dai             
dati relativi ai tempi di intervento disponibili per quelle realta'             
regionali che hanno fornito i dati.                                             
Tabella 10 - Attivita' delle Centrali operative                                 
Chiamate annue                                                                  
Centrale  Totali   ab                                                           
Piacenza  17.789  67                                                            
Modena  51.356  82                                                              
Bologna  84.126  92                                                             
Ferrara  23.298  67                                                             
Ravenna  30.634  87                                                             
Cesena  10.721  58                                                              
Forli'  11.824  69                                                              
Rimini  20.657  75                                                              
Totale  227.107  82                                                             
4. Principali aspetti critici del sistema ed ipotesi di intervento              
Le ipotesi di intervento di seguito proposte tengono conto che non              
sono attualmente disponibili evidenze nazionali e/o internazionali in           
grado di correlare i risultati finali (outcome) a specifici standard            
relativi al modello organizzativo e/o alla dotazione di risorse del             
sistema. Si e' ritenuto pertanto opportuno da un lato definire un               
numero limitato di standard di processo, quali modalita' e tempi di             
intervento che appaiono, come si dira' meglio piu' avanti,                      
maggiormente correlati con risultati ed efficacia dell'intervento e,            
dall'altro, lasciare alla autonomia delle Aziende sanitarie la                  
definizione di piani operativi finalizzati al conseguimento degli               
standard funzionali indicati, con la supervisione del livello                   
regionale.                                                                      
Rispetto allo stato di fatto si possono sintetizzare i seguenti punti           
di debolezza e le relative proposte di soluzione:                               
Eccessiva variabilita' dei modelli organizzativi praticati                      
Individuazione di un modello organizzativo regionale di riferimento.            
Alta variabilita' nella dotazione di risorse                                    
Individuazione di standard prestazionali omogenei a livello regionale           
per la definizione, a livello locale, della programmazione operativa            
e delle dotazioni in grado di realizzare gli standard prestazionali             
indicati.                                                                       
Non chiara individuazione dei livelli di responsabilita' per   il               
governo clinico nelle funzioni di emergenza territoriale                        
Collocazione della responsabilita' di governo clinico nell'ambito dei           
DEU sede principale della competenza professionale, con                         
individuazione di un responsabile dell'emergenza territoriale.                  
Mancata strutturazione di un sistema di prevenzione e   gestione                
degli eventi indesiderati                                                       
Attuazione di un sistema di report per il monitoraggio omogeneo in              
ambito regionale dei livelli di attivita', performance e degli eventi           
indesiderati.                                                                   
Le proposte di modello organizzativo di seguito riportate sono                  
finalizzate al superamento dei punti di debolezza individuati ed a              
rafforzare gli elementi di sistema utilizzando il grande patrimonio             
di competenze maturato negli ultimi decenni in ambito regionale, dal            
personale del SSR e delle Associazioni di volontariato che,                     
soprattutto se ricondotti a sistema, costituiscono il punto di forza            
piu' rilevante della realta' attuale. In particolare emerge la                  
necessita' di individuare una funzione di coordinamento regionale.              
5. Proposta di modello organizzativo e livelli prestazionali del                
sistema emergenza territoriale e centrali operative                             
Una rappresentazione schematica del modello organizzativo proposto e'           
rappresentata in figura 2.                                                      
(segue allegato fotografato)                                                    
5.1 Il modello organizzativo generale                                           
La definizione del modello parte dalla individuazione, all'interno              
del sistema emergenza, di due sottosistemi:                                     
1. Il sottosistema Centrale operativa 118 (contenuti prevalentemente            
tecnico-organizzativi): funzioni di processazione chiamate,                     
identificazione codice di intervento sulla base della                           
gravita'/urgenza del caso; invio del mezzo piu' idoneo, guida fino al           
luogo dell'evento. Tale sottosistema deve garantire affidabilita'               
assoluta rispetto alla capacita' di fare intervenire nel piu' breve             
tempo possibile il mezzo piu' idoneo nella sede dell'evento e di fare           
trasportare nei tempi piu' brevi il paziente all'ospedale piu'                  
adeguato. Altre funzioni importanti sono costituite dalle attivita'             
di collegamento in rete con le altre centrali operative, con altri              
settori di emergenza (V.V.F.; Protezione civile etc.) e coordinamento           
con il sottosistema emergenza territoriale.                                     
2. Il sottosistema emergenza territoriale-fase intraospedaliera (con            
contenuti prevalentemente clinico-assistenziali), garantisce il                 
governo clinico dell'intervento sul territorio e l'eventuale                    
supervisione clinica nella fase di avvicinamento al P.S. di                     
destinazione, sulla base di esplicite linee guida e protocolli                  
operativi che mantengano comunque l'unicita' di comando nella                   
gestione della fase territoriale dell'evento.                                   
Il modello proposto individua un ruolo centrale per il DEU HUB del              
territorio di riferimento, sede naturale delle migliori competenze              
cliniche nonche' dell'adeguato livello di autonomia per la gestione             
delle risorse, cui afferiscono entrambi i sottosistemi. Per tale                
motivo all'interno del DEU HUB verranno definite le specifiche                  
responsabilita'. Il modello garantisce, fra l'altro, la unitarieta'             
funzionale del percorso complessivo dell'emergenza.                             
L'individuazione di un livello di governo strategico regionale e'               
finalizzato allo sviluppo e mantenimento di un sistema regionale                
dell'emergenza che assicuri livelli di performance omogenei.                    
Oltre a rispondere a queste esigenze, il modello generale tende a               
dare risposta adeguata anche alle seguenti necessita':                          
- prevedere relazioni che garantiscano flessibilita' della capacita'            
di risposta sui territori di confine e in caso di maxiemergenze;                
- prevedere un ruolo sovraziendale a garanzia di un governo                     
complessivo del sistema sia in termini di assegnazione di risorse che           
di sviluppo e valutazione dei risultati;                                        
- garantire rapporti adeguati fra la emergenza sanitaria e gli altri            
settori dell'emergenza;                                                         
- prevedere i corretti rapporti fra funzioni di emergenza e funzioni            
non di emergenza (trasporti non urgenti, coordinamento Guardia                  
medica).                                                                        
5.2 Specifiche del modello organizzativo e standard prestazionali               
5.2.1 Sottosistema Centrale operativa                                           
Per ogni Centrale operativa 118 deve essere individuato un medico               
responsabile dedicato, dotato di ampia autonomia tecnico                        
professionale ed organizzativa, ed un responsabile                              
infermieristico-tecnico, pure dedicato, con professionalita'                    
infermieristica, che nelle realta' piu' complesse puo' essere                   
identificato nel ruolo di dirigente infermieristico tecnico.                    
I ruoli delle due figure possono essere sinteticamente rappresentati            
come analoghi ai ruoli di dirigente medico di struttura e di                    
operatore professionale coordinatore / dirigente infermieristico.               
Nell'organico della Centrale possono essere individuate figure di               
"operatore esperto" a cui affidare specifiche responsabilita' di                
funzioni quali la supervisione delle tecnologie, sulla base delle               
esigenze correlate alla complessita' delle Centrali operative. Per              
quanto riguarda l'organizzazione interna delle C.O. si propone, sulla           
base dell'esperienze maturate sul campo, l'adozione del modello                 
operativo di operatore unico per la gestione delle fasi relative a              
ricezione/processazione chiamata ed invio del mezzo.                            
Di seguito si riportano le principali funzioni e responsabilita'                
della C.O. rimandando all'allegato tecnico una piu' precisa                     
definizione delle fasi e degli standard prestazionali. La Centrale              
operativa:                                                                      
- partecipa, nell'ambito del DEA HUB, alla definizione del programma            
dell'emergenza territoriale e alla definizione della dotazione e                
distribuzione delle risorse sul territorio, la cui responsabilita'              
complessiva e' posta in capo al Direttore del Dipartimento HUB;                 
- e' responsabile del coordinamento dei mezzi e del personale                   
assegnato all'emergenza territoriale, in stretta collaborazione con             
il DEU HUB o SPOKE del territorio di riferimento;                               
- gestisce gli aspetti tecnici delle convenzioni con gli enti che               
forniscono servizi di emergenza territoriale;                                   
- gestisce i rapporti con altre Centrali operative e con altri                  
soggetti coinvolti nell'ambito dell'emergenza (Protezione civile,               
VV.F. etc.);                                                                    
- e' responsabile del mantenimento, ai livelli previsti dagli                   
standard fissati a livello regionale, delle competenze del personale            
che opera presso la Centrale operativa;                                         
- e' responsabile del controllo sul mantenimento in condizioni di               
efficienza dei mezzi e delle tecnologie e della loro adeguatezza                
rispetto agli standard fissati a livello regionale;                             
- e' responsabile della stesura delle procedure operative di centrale           
e della funzione di risk-management negli ambiti delle funzioni di              
competenza.                                                                     
5.2.2 Sottosistema emergenza territoriale-fase intraospedaliera                 
La necessita' di rafforzare il legame fra fase territoriale e fase              
intraospedaliera richiede la individuazione di una figura di                    
responsabile medico nell'ambito del DEU HUB cui venga assegnata la              
responsabilita' del governo clinico dell'Emergenza territoriale ed al           
quale facciano riferimento i referenti che devono essere individuati            
nell'ambito dei singoli DEU SPOKE. Accanto alla figura del                      
responsabile medico va individuato il ruolo di responsabile                     
infermieristico dell'emergenza territoriale, da assegnare                       
preferibilmente ad un operatore coordinatore Caposala dell'area                 
dell'emergenza o a un Dirigente infermieristico.                                
Sia il responsabile di Centrale operativa che il responsabile per la            
emergenza territoriale del DEU HUB fanno parte del Comitato di                  
Dipartimento che deve coinvolgere i responsabili dei DEU SPOKE ed i             
responsabili infermieristici della Centrale operativa e                         
dell'emergenza territoriale.                                                    
Le principali funzioni e responsabilita' del sottosistema emergenza             
territoriale-fase intraospedaliera comprendono:                                 
- definizione, in collaborazione con i diversi soggetti coinvolti               
(Centrale operativa, referenti per Sistema integrato di assistenza ai           
traumi, Resp. Infermieristici di C.O. ed emergenza territoriale etc.)           
e con i principi stabiliti a livello regionale, dei protocolli per la           
destinazione dei pazienti ai diversi Pronto Soccorso;                           
- responsabilita' del mantenimento e dello sviluppo delle competenze            
cliniche del personale impegnato nell'emergenza territoriale;                   
- responsabilita', piu' in generale, del governo clinico                        
dell'emergenza territoriale-fase intraospedaliera, che deve attuarsi            
mediante un programma dettagliato che preveda anche il ruolo e le               
responsabilita' dei responsabili dei singoli DEU SPOKE.                         
Il Responsabile di Centrale operativa e del sottosistema Emergenza              
territoriale-fase intraospedaliera concorrono, per le rispettive                
competenze, alla definizione di protocolli operativi riguardanti le             
seguenti fasi della catena di soccorso:                                         
- Allertamento                                                                  
- Allertamento e dispatch                                                       
- Primary survey                                                                
- Secondary survey                                                              
- Destinazione alla struttura piu' appropriata.                                 
In particolare:                                                                 
- i singoli responsabili dei DEU SPOKE hanno la responsabilita' della           
gestione delle funzioni come pianificato in sede dipartimentale HUB;            
- il responsabile infermieristico dell'emergenza territoriale e'                
incaricato della gestione e sviluppo del personale non medico . Si              
rapporta col responsabile medico in analogia a quanto avviene fra               
Operatore coordinatore Caposala ed il dirigente medico Responsabile             
di Struttura.                                                                   
6. Funzione di coordinamento regionale                                          
Il ruolo di coordinamento regionale previsto dalle linee guida 1/1996           
assume una importanza notevole in relazione alla ampia variabilita'             
organizzativa riscontrata.                                                      
Si ritiene che tale funzione debba essere affidata ad un organismo              
rappresentativo almeno dei responsabili medici ed infermieristici di            
Centrale operativa ed emergenza territoriale. Si propone inoltre                
l'individuazione di un gruppo piu' ristretto costituito da referenti            
tecnici, proposti dall'organismo di coordinamento fra gli esperti               
delle tre aree (C.O., Emergenza territoriale, tecnologie) e                     
coordinati da un rappresentante dell'Assessorato alla Sanita'.                  
La funzione di coordinamento ha lo scopo di garantire il monitoraggio           
della performance del sistema e di sviluppare proposte tecniche sui             
temi di maggior rilevanza, con la finalita' di rendere piu' efficace            
l'azione di governo strategico regionale soprattutto in relazione al            
livello di garanzia fornito ai cittadini, e di utilizzare al meglio             
le competenze e le esperienze gia' presenti in ambito regionale.                
Di seguito si elencano le principali funzioni del coordinamento                 
regionale:                                                                      
- sviluppo, su tutto il sistema, degli strumenti di valutazione                 
finalizzati al monitoraggio delle performance, anche in relazione               
alla gestione dei rischi, e al confronto sistematico fra le diverse             
esperienze in ambito regionale, nazionale ed internazionale, in                 
un'ottica di tendenza all'eccellenza;                                           
- sviluppo di una precisa definizione delle funzioni e degli standard           
prestazionali;                                                                  
- sviluppo di proposte per la definizione di adeguate modalita' e               
criteri di finanziamento del sistema;                                           
- sviluppo di programmi di formazione omogenei ed integrati;                    
- sviluppo di protocolli, concordati con le componenti                          
extrasanitarie, per le maxiemergenze;                                           
- sviluppo di proposte di sviluppo delle tecnologie di centrale di              
valenza regionale, relative anche alla modalita' di acquisizione                
delle medesime.                                                                 
7. Livelli prestazionali e sicurezza                                            
La definizione dei livelli di funzionalita' e sicurezza delle                   
attivita' di emergenza rappresentano una parte fondamentale del                 
mandato ricevuto dal gruppo di lavoro.                                          
Il tema della sicurezza puo' essere ricondotto a diversi aspetti, fra           
i quali quelli relativi alle tecnologie, agli standard prestazionali,           
alla formazione degli operatori e alla organizzazione nel suo                   
complesso. Tali aspetti sono tutti sinteticamente trattati nel                  
presente documento, mentre si rimanda al documento tecnico allegato             
una definizione piu' specifica.                                                 
Alcune peculiarita' dei sistemi di emergenza sono legate alla                   
necessita' di garantire continuita' di servizio operando sulla base             
di protocolli che coinvolgono la operativita' di diversi soggetti.              
La affidabilita' complessiva del sistema dipende dalla affidabilita'            
delle singole maglie, le componenti della procedura, di quella che              
possiamo definire la catena del soccorso ed e' uguale al prodotto               
della affidabilita' delle singole componenti. E' pertanto utile che             
le procedure prevedano il minor numero possibile di componenti e che            
si preveda, nei punti critici, la possibilita' di componenti in                 
parallelo ossia raddoppiate (ad esempio due vie di comunicazione in             
modo che se quella standard non e' utilizzabile ne sia disponibile              
un'altra), o, almeno, meccanismi di controllo retroattivo (del tipo             
ripetizione delle informazione da parte del ricevente). Relativamente           
alle dotazioni tecnologiche e' indispensabile, pertanto, prevedere un           
certo livello di ridondanza e meccanismi di salvataggio che entrino             
in campo in caso di black-out di sistema.                                       
I tempi standard di intervento                                                  
cognizione comune che l'esito di una emergenza sanitaria che si                 
verifica sul territorio possa essere significativamente influenzato             
dai tempi di soccorso sanitario. Cio' e' vero in particolare per                
alcuni quadri clinici: esistono forti evidenze di correlazione fra              
tempi di intervento con defibrillatore e tasso di sopravvivenza nei             
casi di arresto cardiaco (il numero di casi di arresto cardiaco                 
soccorribili sul territorio puo' essere stimabile in circa 2500/anno            
nella nostra regione). In uno studio retrospettivo del sistema di               
emergenza scozzese apparso recentemente su una prestigiosa rivista              
scientifica medica (BMJ 2001-322: 1385-1388) su oltre 13.000 casi di            
arresto cardiaco, il tasso di sopravvivenza alla dimissione                     
dall'ospedale era pari al 6% per i casi con intervento entro 15                 
minuti, all'8% per i casi con intervento entro 8 minuti e 11% per i             
casi con interventi entro 5 minuti. Nei casi di arresto avvenuti in             
presenza dell'equipaggio di emergenza, la sopravvivenza era del 33%.            
Sulla base di queste considerazioni appaiono un ragionevole                     
riferimento i tempi di intervento indicati dalla normativa nazionale,           
che prevedono 8 minuti in area urbana e 20 in area extraurbana. La              
programmazione operativa deve quindi tendere a definire con                     
sufficiente affidabilita' i tempi di intervento sia in relazione alle           
caratteristiche territoriali che alle dotazioni. Il gruppo di lavoro            
ritiene utile prevedere una maggiore specificazione dei tempi di                
intervento su base territoriale ed una disaggregazione per le                   
principali fasi del processo, al fine di agevolare la attivita' di              
monitoraggio e verifica degli indici di performance del sistema. I              
tempi di intervento sul territorio complessivi, dalla chiamata,                 
possono essere fissati, ai fini della programmazione, come segue:               
entro 8 minuti nelle aree urbane; entro 15 minuti nelle aree                    
extraurbane prossimali; entro 20 minuti nelle aree extra urbane                 
distali. Tali parametri devono essere tenuti come riferimento per la            
dislocazione quanti-qualitativa delle postazioni sul territorio.                
Le aree urbane possono essere identificate negli aggregati di                   
popolazione non inferiore ai 25.000 ab: a queste possono essere                 
aggiunte le aree poste in prossimita' di una postazione di emergenza            
che siano di norma raggiungibili in tempi brevi dai mezzi di                    
soccorso.                                                                       
Sulla base di tali criteri ogni C.O. dovra' mappare il proprio                  
territorio in zone con i relativi tempi di intervento, individuando e           
descrivendo eventuali zone critiche, le quali richiedano o tempi di             
intervento piu' lunghi o una diversa dislocazione dei mezzi. Nei casi           
in cui non si individueranno adeguate soluzioni a livello locale il             
problema dovra' essere valutato nell'ambito del gruppo regionale.               
Operativamente si deve prevedere che gli interventi avvengano sempre            
nei tempi definiti per l'area di riferimento e che siano attive                 
modalita' di rilevazione degli eventi indesiderati da utilizzare ogni           
volta in cui tali tempi vengono superati, al fine di mettere in atto            
ogni misura utile a migliorare la organizzazione. Al di la' della               
necessita' di tenere sotto controllo ogni singolo superamento della             
soglia fissata mediante audit, si considera ottimale un livello di              
performance tendenziale che preveda il rispetto dei tempi per i                 
codici rossi nel 95% degli interventi, con superamenti che non vadano           
oltre al 50% del tempo previsto.                                                
Fanno eccezione le aree critiche, per le quali devono essere fissati            
comunque, a livello locale, standard di riferimento e obiettivi di              
miglioramento.                                                                  
Un esame particolare andra' posto per le aree di confine.                       
Non e' possibile definire gli standard di postazioni in rapporto alla           
popolazione perche' le esigenze sono influenzate da molti fattori               
quali densita' della popolazione, orografia e viabilita'. Il                    
tentativo di fare una valutazione sulla congruita' complessiva delle            
attuali dotazioni, da realizzarsi nell'arco temporale di validita'              
del piano, va correlato alla necessita' di coprire la maggior parte             
possibile del territorio regionale con i tempi di intervento indicati           
nei livelli prestazionali. Sara' il dimensionamento di eventuali aree           
critiche ad indicare la necessita' o meno di modificare le dotazioni            
di postazioni o le loro dislocazioni territoriali.                              
Fin da ora va comunque posto l'obiettivo di superare le postazioni di           
tipo D, data la loro inadeguatezza a rispondere alle necessita' di              
affidabilita' del sistema.                                                      
Per quanto riguarda la composizione degli equipaggi, le esperienze              
italiane e straniere dimostrano l'utilizzo di personale con                     
differenti qualifiche e professionalita'. Non esistono evidenze                 
scientifiche in grado di correlare, a livello di sistema complessivo,           
gli esiti degli interventi di emergenza con la qualifica del                    
personale utilizzato. Cio' vale anche per il livello di                         
medicalizzazione del sistema. Cio' non significa, evidentemente, che            
la professionalita' ed esperienza degli operatori non costituisca               
patrimonio essenziale del sistema, ma richiama piuttosto la                     
necessita' di avviare processi piu' sistematici di monitoraggio e               
verifica dei risultati ottenuti. Resta comunque ferma la necessita'             
di definire i livelli di competenza essenziali affinche' siano                  
garantite sicurezza ed efficacia del sistema. Un aspetto                        
imprescindibile e' che venga garantito un impegno di tutti i                    
responsabili alla creazione di processi di formazione ed                        
aggiornamento continui del personale, che dovranno trovare un livello           
di omogeneita' regionale.                                                       
Di seguito si riporta una proposta di criteri di funzionalita' per la           
scelta fra utilizzo esclusivo ed utilizzo non esclusivo, in rapporto            
ai volumi di attivita', per il personale medico ed infermieristico              
impegnato nelle strutture di Pronto Soccorso e sui mezzi di emergenza           
territoriale.                                                                   
Medici: attivita' integrata in P.S. come unico medico presente per              
interventi in ambulanza inferiori o uguali a 3/die o per prestazioni            
di P.S. inferiori o uguali a 15.000/anno.                                       
Infermieri professionali: necessita' di presenza sempre di un doppio            
turno in Pronto Soccorso a garanzia della continuita'.                          
Per garantire il rispetto dei tempi di intervento e' raccomandabile             
che l'organizzazione garantisca la presenza in P.S. di un ulteriore             
medico e infermiere nei casi in cui le uscite siano superiori a 3/die           
o le prestazioni superiori a 15.000/anno.                                       
8. Requisiti tecnologici minimi                                                 
Quanto detto nella parte generale relativa alla sicurezza si traduce,           
relativamente alle tecnologie di centrale, nella necessita' di                  
prevedere sistemi che garantiscano un adeguato livello di ridondanza,           
cioe' di disponibilita' di piu' alternative per ogni componente di              
procedura, e la possibilita' di reggere in caso di cadute di sistema.           
Un ulteriore aspetto e' legato al fatto che le tecnologie dovrebbero            
ridurre al minimo gli interventi "manuali" sulle informazioni in modo           
da far si' che le stesse corrano i minori rischi possibili di essere            
alterate. Di seguito si affrontano separatamente le principali                  
tecnologie di centrale.                                                         
(segue allegato fotografato)                                                    
8.1 Rete telefonica fissa                                                       
In ciascuna delle 10 Centrali operative 118 sono gia' installate due            
centrali telefoniche, con funzioni di backup reciproco. Questo                  
sistema garantisce gia' oggi un buon livello di sicurezza del sistema           
di ricezione delle chiamate da parte dell'utente.                               
Esiste inoltre una "rete telefonica regionale" che garantisce i                 
collegamenti tra centrale e centrale e da queste alle varie                     
postazioni sede di ambulanze o verso il 115, 112, ecc..                         
Nel corso del 2001 e' gia' stato programmato un ampliamento della               
rete di comunicazione regionale aumentandone la capacita' (sia fonia,           
sia dati).                                                                      
Entro il primo semestre 2002 verra' completata la trasformazione del            
sistema di accesso al 118 da "analogico" a "digitale" consentendo               
all'operatore della centrale di visualizzazione il numero di telefono           
del chiamante. Contestualmente verra' aggiornato il sistema di                  
registrazione delle comunicazioni radio e telefoniche.                          
Accanto a questi interventi si ritiene indispensabile aggiungere una            
verifica complessiva del livello di sicurezza di tutte le componenti            
del sistema al fine di individuare eventuali "punti deboli". Un primo           
risultato da conseguire in tempi medio - brevi dovrebbe essere quello           
di garantire che tutte le componenti critiche del sistema siano                 
quantomeno dotate o di alimentazione soccorsa o di continuita'.                 
8.2 Rete radio e di telefonia mobile                                            
Il progetto 2001 prevede la messa in sicurezza dei sistemi con la               
definizione di una dotazione minima: i mezzi di soccorso devono avere           
a disposizione almeno una doppia via di comunicazione sia quando                
l'equipaggio e' a bordo del mezzo sia quando e' all'esterno:                    
- radio di bordo, radio portatile e telefono cellulare quando a                 
bordo,                                                                          
- radio portatile e cellulare quando esterni al mezzo,                          
- radio portatile, cellulare e telefono fisso quando nelle                      
postazioni.                                                                     
opportuno altresi' prevedere la messa in sicurezza:                             
- delle apparecchiature di centrale,                                            
- delle apparecchiature fisse poste nelle sedi/postazioni,                      
- dei ponti ripetitori.                                                         
Anche sul sistema radio e' necessario cercare di individuare i punti            
deboli e di garantire un livello di "sopravvivenza" minimo                      
complessivo eventualmente utilizzando come riferimento quanto                   
previsto a suo tempo per i "Piani di continuita' e contingenza y2k".            
8.3 Sistema informatico                                                         
Le centrali operative 118 devono essere dotate di un sistema                    
informatico in grado di:                                                        
- registrare le richieste di soccorso:                                          
- identificare con certezza il luogo in cui si e' verificato l'evento           
(comune, localita', via, numero civico) verificando l'esattezza dei             
dati immessi (con i limiti attuali imposti dalle limitazioni                    
dell'attuale cartografia),                                                      
- valutare la criticita' dell'evento (verde, giallo, rosso) sulla               
base delle informazioni raccolte,                                               
- registrare in modo univoco i tempi dell'intervento;                           
- identificare correttamente e gestire le risorse presenti sul                  
territorio di competenza in relazione a                                         
- luogo dell'evento,                                                            
- criticita' dell'evento,                                                       
- disponibilita' delle risorse,                                                 
- professionalita' delle risorse;                                               
- interagire direttamente con i sottosistemi radio e telefonico al              
fine di dare continuita' al flusso informativo, mantenendone la                 
congruita' ed impedendo la dispersione o l'errata trasmissione di               
informazioni necessarie.                                                        
8.4 Finanziamento delle tecnologie di centrale                                  
Le Aziende sanitarie che garantiscono il funzionamento della rete               
telefonica regionale e della rete radio regionale ricevono, in sede             
di riparto annuale, un finanziamento specifico.                                 
Proprio sul settore "telefonico" dove e' presente da tempo un                   
finanziamento specifico si sono ottenuti notevoli risultati in                  
termini di omogeneita'  e adeguatezza tecnologica del sistema.                  
Inoltre  le risorse impegnate annualmente sono praticamente                     
inalterate dal 1991, ne' si prevedono particolari scostamenti                   
nell'immediato futuro, malgrado il sistema telefonico abbia avuto               
sino ad oggi notevoli migliorie ed aggiornamenti. In un contesto in             
continua evoluzione come questo risulta quindi essere premiante una             
gestione centralizzata del sistema, sia perche' ne garantisce il                
costante aggiornamento sia perche' garantisce evidenti economie di              
scala.                                                                          
Questa strategia potrebbe essere convenientemente adottata per gli              
altri due sottosistemi radio e informatico.                                     
Si ritiene infatti utile proporre di centralizzare completamente                
tutte le fasi di progettazione, acquisto e gestione degli impianti.             
I punti di forza a favore di questa ipotesi si possono cosi'                    
elencare:                                                                       
- maggiore potere contrattuale con i fornitori;                                 
- possibilita' di accesso a contratti di manutenzione in loco o in              
teleassistenza 24 ore al giorno a costi distribuiti;                            
- scalabilita' del sistema con subentro di altre centrali in caso di            
crash mantenendo le informazioni minime necessarie (server                      
centralizzati per dati e cartografia, server di backup, allineamento            
continuo attraverso il network dei dati locali);                                
- fruibilita' immediata su tutte le centrali degli aggiornamenti                
(cartografici, di versioni del software, delle basi dati di                     
riferimento) che si rendano disponibili;                                        
- creazione di una unica base dati del sistema regionale.                       
La centralizzazione deve ovviamente consentire alcune                           
personalizzazioni "locali" relative a realta' che hanno specifici               
criteri organizzativi e gestionali a causa, ad esempio, delle                   
caratteristiche orografiche del territorio di riferimento.                      
Va infine  sottolineato che un sistema cosi' strutturato ha in se' la           
potenzialita' di soddisfare uniformemente alti livelli di sicurezza             
potendo contare su tecnologie identiche e medesimi processi formativi           
del personale addetto.                                                          
9. Criteri di dimensionamento dei bacini di utenza della C.O.                   
Una adeguata dotazione tecnologica delle C.O., che renda automatiche            
le principali fasi della processazione della chiamata e l'invio dei             
mezzi, permette di gestire ampi bacini di utenza, come dimostrano               
peraltro anche alcune esperienze italiane (es: Centrale unica a Roma;           
Torino; Milano).                                                                
Nella realta' della nostra regione deve essere tenuto in debito conto           
la estrema disomogeneita' organizzativa attualmente esistente, in               
parte dettata dalle peculiarieta' locali gia' ripetutamente                     
analizzate.                                                                     
Fermo restando l'obiettivo di realizzare livelli organizzativi piu'             
omogenei in ambito regionale, appare al momento ragionevole adattare            
un approccio pragmatico che tenga conto dell'attuale livello di                 
disomogeneita' nelle aree territoriali. In ogni caso, comunque, le              
centrali dovranno essere dotate di livelli tecnologici in grado di              
garantire adeguati processi di automazione, affidabilita' e                     
riproducibilita' delle procedure ed, in ultima analisi, adeguati                
livelli di affidabilita', sicurezza di sistema ed efficiente uso                
delle risorse.                                                                  
A questo fine appare utile valutare l'impatto del consumo di risorse            
rispetto alle "scale" di ambiti territoriali attualmente serviti                
dalle C.O., che vanno da un minimo di 170.000 abitanti ad un massimo            
di 920.000.                                                                     
Sulla base dell'esperienza si puo' considerare come adeguata la                 
dotazione di un operatore di centrale nella fascia oraria diurna ogni           
200.000 abitanti, con una presenza minima contemporanea di due unita'           
per garantire la continuita' del servizio. In fascia notturna, in               
relazione al minor numero di chiamate, e ferma restando la necessita'           
di garantire la continuita' del servizio, puo' essere sufficiente un            
operatore ogni 3-400.000 abitanti.                                              
Per bacini di utenza di un milione di abitanti si possono prevedere             
cinque unita' di personale nella fascia oraria diurna e tre in quella           
notturna. Ne deriva che bacini di utenza di 200.000 abitanti                    
richiedono una dotazione di personale di centrale doppia durante il             
giorno e pari a oltre tre volte durante la notte rispetto a quelli              
con un milione di abitanti.                                                     
Per quanto riguarda la tecnologia, i costi per abitante sono molto              
piu' elevati sulle centrali con bacini modesti rispetto a quelle con            
bacini ampi. Cio' in ragione dell'alto costo dei sistemi di base,               
comunque occorrenti anche ai piccoli sistemi, e del modesto costo               
relativo per alcune tecnologie (es. telefonia) nei bacini piu' ampi.            
Poiche' per i bacini piu' piccoli sono comunque richiesti                       
investimenti non inferiori all'80% di quelli occorrenti per un bacino           
di utenza piu' ampio, il rapporto di costi  fra bacini ridotti e                
bacini ampi diviene sempre piu' favorevole a questi ultimi fino ad              
arrivare ad un rapporto di 1 a 4 per bacini di un milione di                    
abitanti.                                                                       
Appare pertanto ragionevole tendere a bacini di utenza ampi per C.O.            
nelle aree in cui esiste una struttura organizzativa sufficientemente           
omogenea.                                                                       
Questo obiettivo puo' essere raggiunto gradualmente di pari passo con           
la realizzazione di standards omogenei della struttura organizzativa            
nell'area di riferimento.                                                       
10. Gestione di funzioni non di emergenza presso le C.O.                        
Il principio che in questa sede occorre opportunamente sottolineare             
relativamente a tale rilevante tema e' che, nell'ambito del                     
sottosistema centrale operativa deve essere garantita una chiara                
distinzione fra le funzioni di emergenza e tutte le altre funzioni              
eventualmente gestite.                                                          
Alcune realta' internazionali si stanno orientando verso soluzioni              
integrate per la gestione delle chiamate di emergenza e di altre                
tipologie di chiamata, non solo per garantire economie di scopo, ma             
soprattutto per permettere un filtro adeguato che indirizzi subito la           
chiamata verso l'interlocutore piu' adeguato (MMG, GM, Emergenza).              
11. Conclusioni                                                                 
La grande disomogenieta' organizzativa e funzionale che caratterizza            
attualmente il nostro sistema, sia pur con le analogie presenti fra             
alcune realta', sono un elemento comune ad altri ambiti nazionali ed            
internazionali. A questo fa riscontro una certa omogeneita' dei                 
livelli di domanda riportati dalle casistiche di diversi Paesi                  
europei.                                                                        
Non esistono al momento evidenze scientifiche riguardo alla diversa             
efficacia dei modelli organizzativi dell'emergenza rispetto ad altri            
(con la eccezione della dimostrata efficacia della defibrillazione              
precoce in caso di arresto cardiaco).                                           
Qualsiasi programma finalizzato a rendere piu' omogenee le                      
caratteristiche organizzative e funzionali del sistema deve procedere           
gradualmente sulla base di una strategia largamente condivisa dagli             
operatori, dato il loro alto livello di autonomia. Questo avendo a              
riferimento costante l'analisi delle criticita' organizzative dei               
livelli di performance realizzati rispetto agli standard                        
prestazionali di riferimento.                                                   
Il processo deve quindi svilupparsi secondo i principi delle                    
organizzazioni che imparano dalla propria esperienza (learning                  
organizations). Cio' richiede la definizione di chiare linee di                 
responsabilita', la costruzione di ambiti di confronto sistematico e            
un forte livello di coordinamento regionale.                                    
Il presente documento puo' rappresentare quindi solo un punto di                
partenza verso l'obiettivo di realizzare un sistema che garantisca              
livelli prestazionali e di sicurezza massimi, la rotta di marcia                
verso tale traguardo dovra' essere costantemente monitorata nel suo             
realizzarsi e aggiornata sulla base dell'esperienza.                            

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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