DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 11 marzo 2002, n. 359
Invito a presentare progetti da realizzare con il contributo del FSE per il periodo 2002/2003 (Obiettivo 3) e con le risorse assegnate dal Decreto direttoriale n. 511/V/2001 - (Legge 236/93)
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Richiamati:
- la decisione della Commissione Europea C/1120 del 18/7/2000 che
approva il Quadro Comunitario di Sostegno (in seguito denominato QCS)
Ob. 3 Regioni centro nord per il periodo 2000/2006;
- la decisione della Commissione Europea n. 2066 del 21/9/2000 che
approva il Programma Operativo Regione Emilia-Romagna - FSE -
Obiettivo 3 - 2000/2006;
- il Regolamento CE n. 1159/00 della Commissione Europea relativo
alle azioni informative e pubblicitarie e cura degli Stati membri
sugli interventi dei Fondi strutturali;
- il Regolamento (CE) n. 68/01 della Commissione Europea del
12/1/2001 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del
trattato CE agli aiuti destinati alla formazione, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale della Comunita' Europea Serie L, n.10 del
13/1/2001;
- il Regolamento (CE) n. 69/01 della Commissione Europea del
12/1/2001 relativo all'applicazione degli articoli 87 e 88 del
trattato CE agli aiuti di importanza minore "de minimis", pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale della Comunita' Europea Serie L, n. 10 del
13/1/2001;
- la deliberazione del CIPE del 5/11/1999, n. 174 con la quale si
approva il quadro finanziario programmatico 2000-2006 per quanto
riguarda il contributo nazionale;
- gli "Indirizzi per l'integrazione delle politiche del lavoro, della
programmazione e dell'istruzione. Triennio 2000/2002" approvati con
deliberazione del Consiglio regionale n. 1316 del 22/12/1999,
esecutiva;
- la L.R. 40/01, recante "Ordinamento contabile della Regione
Emilia-Romagna, abrogazione delle LL.RR. 6/7/1977, n. 31 e 27/3/1972,
n. 4";
- la L.R. 43/01, recante "Testo unico in materia di organizzazione e
di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna";
richiamate inoltre le proprie deliberazioni:
- 1475/97 "Direttive attuative per la formazione professionale e per
l'orientamento - triennio 1997/99" e successive modificazioni;
- 539/00 "Approvazione direttive regionali stralcio per l'avvio della
nuova programmazione 2000/2006", nonche' la determinazione del
Direttore generale Formazione professionale e Lavoro n. 8125 del
29/8/2000 "Modalita' di liquidazione/erogazione dei contributi -
Direttive stralcio per l'avvio della nuova programmazione 2000/2006"
e successive modificazioni/integrazioni;
- 1639/00 "Presa d'atto del POR Ob. 3 - Fondo Sociale Europeo periodo
2000/2006 - della Regione Emilia-Romagna", esecutiva;
- 1694/00, "Approvazione del Complemento di programmazione del POR
Ob. 3 - 2000/2006", esecutiva;
- 254/01 "Approvazione regime di aiuti in attuazione del Regolamento
(CE) 68/01";
- 2774/01, recante "Direttive sulle modalita' di espressione dei
pareri di regolarita' amministrativa e contabile dopo l'entrata in
vigore della L.R. 43/01";
- 2775/01, recante "Disposizioni per la revisione dell'esercizio
delle funzioni dirigenziali e dei controlli interni a seguito della
entrata in vigore della L.R. 43/01";
- 2832/01, recante "Riorganizzazione delle posizioni dirigenziali
della Giunta regionale - Servizi e professional";
- 3021/01, recante "Approvazione degli atti di conferimento degli
incarichi di livello dirigenziale (decorrenza 1/1/2002);
considerato in particolare l'ambito di competenze assegnato, dagli
indirizzi regionali succitati, alla Regione e alle Province in merito
all'integrazione dei sistemi del lavoro, della formazione e
dell'istruzione;
preso atto della lettera circolare del MIUR prot. n. 341/C1A del 14
febbraio 2002 avente per oggetto "Potenziamento programmazione
2000/2001. Finanziamenti nazionali - IFTS";
tenuto conto che alla Regione compete il ruolo di indirizzo,
promozione, programmazione generale, sulla base di un ampio
coinvolgimento delle Province e dei partner economici e sociali, di
coordinamento, di monitoraggio, controllo e valutazione dell'intero
sistema e di anticipazione e sperimentazione di linee e modelli di
intervento innovativi;
ritenuto pertanto necessario focalizzare gli interventi per il
periodo 2002/2003 ad azioni connesse agli ambiti propri di
programmazione regionale;
preso atto di quanto contenuto nel "Documento di politica
economico-finanziaria 2002/2004", (di seguito denominato DPEF);
ritenuto, con il presente atto, di dare attuazione alle azioni di
pertinenza regionale cofinanziabili dal FSE espresse nel DPEF sopra
menzionato, piu' specificatamente a quanto previsto all'interno delle
schede in esso contenute, di seguito riportate:
- scheda n. 1 del DPEF "Come essere la nuova Regione", in particolare
per quanto concerne le azioni volte alla qualificazione ed
innovazione della PA regionale e locale;
- scheda n. 11 del DPEF "Sviluppo della persona, promozione sociale e
solidarieta'", in particolare per quanto concerne azioni per la
fruizione dei congedi parentali, azioni rivolte ad immigrati e a
favore di soggetti a rischio ed in situazione di esclusione sociale;
- scheda n. 14 del DPEF "Immigrazione", in particolare per quanto
concerne azioni volte a contrastare la discriminazione nelle
organizzazioni, favorire l'integrazione e promuovere azioni di
mediazione per l'integrazione sociale, azioni di sostegno
all'inserimento di lavoratori extracomunitari nel sistema sanitario
regionale pubblico e privato;
- scheda n. 15 del DPEF "Sistema educativo e sapere", in particolare
per quanto concerne azioni per il riconoscimento dei crediti
formativi, definizione di standard di qualita' dell'offerta
formativa, sviluppo di un'offerta formativa integrata per l'obbligo
formativo e di un'offerta integrata e individualizzata di formazione
permanente;
- scheda n. 16 del DPEF "Cultura", in particolare per quanto concerne
lo sviluppo di strumenti di e-learning e di azioni formative in
ambito artistico da realizzare nell'area dello spettacolo dal vivo;
- scheda n. 17 del DPEF "Lavoro", in particolare per quanto concerne
iniziative a favore dei lavoratori atipici, a sostegno alla mobilita'
geografica del lavoro, a sostegno al collocamento mirato dei
disabili, a sostegno ai progetti di pari opportunita' per le donne e
per facilitare la conciliazione del lavoro con la vita familiare;
- scheda n. 18 del DPEF "Sviluppo e qualita' del sistema delle
imprese", in particolare per quanto concerne lo sviluppo della
formazione all'interno delle imprese;
- scheda n. 19 "Sicurezza nelle strade", in particolare per quanto
concerne azioni formative rivolte ai docenti della scuola, della
formazione professionale e, in via sperimentale, agli utenti della
formazione a sostegno di progetti sperimentali delle scuole anche
finalizzati alla formazione dei genitori, azioni di formazione
rivolte a docenti di scuola guida, azioni di sensibilizzazione e
formazione dei giovani;
- scheda n. 20 del DPEF "Sicurezza nei luoghi di lavoro", in
particolare per quanto concerne la realizzazione di moduli specifici
inerenti la sicurezza all'interno di tutti i percorsi formativi di
accesso al lavoro;
- scheda n. 22 del DPEF "Sicurezza alimentare", in particolare per
quanto concerne interventi formativi, connessi al programma
interregionale "Comunicazione e educazione alimentare" e il progetto
"Fattorie didattiche", rivolti al mondo della scuola al fine di
avvicinare i giovani alle realta' rurali e alla conoscenza dei
prodotti e dei processi produttivi di qualita', attraverso percorsi
didattici svolti all'interno di aziende agricole;
- scheda n. 23 del DPEF "Sicurezza dai rischi idraulico,
idrogeologico, sismico e di erosione costiera", in particolare per
quanto concerne interventi formativi rivolti agli operatori del
volontariato e agli operatori del volontariato della protezione
civile;
dato atto:
- del Protocollo d'intesa per la qualificazione e la regolarizzazione
del lavoro sottoscritto in data 19/6/2001 dalla Regione
Emilia-Romagna, dalla Direzione regionale del Lavoro, dalla Direzione
regionale INPS, dalla Direzione regionale INAIL e dall'Unione delle
Province Italiane Emilia-Romagna;
- del Protocollo d'intesa in materia di immigrazione straniera
sottoscritto in data 18/12/2001 dalla Regione Emilia-Romagna, dagli
Enti locali, dalle Parti sociali e dal Forum del Terzo Settore;
preso atto:
- che il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con decreto
direttoriale n. 511/V/2001 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 12
del 5/1/2002, ripartisce alle Regioni le risorse per l'adozione di
interventi di promozione di Piani formativi aziendali, settoriali,
territoriali e sviluppo della prassi di formazione continua;
- che alla Regione Emilia-Romagna vengono assegnate risorse pari a
Euro 9.835.405,19;
dato atto che nei "Criteri generali riguardanti interventi di
promozione di Piani formativi aziendali, settoriali e territoriali e
sviluppo della prassi della formazione continua", parti integranti
del DM 511/V/2001, in particolare al punto 4), viene previsto che le
Regioni possano disporre di utilizzare la totalita' o una parte delle
risorse loro assegnate per il finanziamento di Piani formativi gia'
presentati in attuazione di quanto disposto nella circolare del
Ministero del lavoro e delle Politiche sociali n.92/00,
limitatamente alle azioni di cui al punto 3b) "Finanziamento
attraverso procedure di evidenza pubblica, di piani formativi
aziendali, settoriale e territoriali concordati tra le Parti
sociali";
tenuto conto che:
- con propria deliberazione n. 999 del 5/6/2001 "Approvazione
graduatoria e finanziamento progetti Legge 236/93 - Circolare
ministeriale 92/00 in attuazione della propria delibera 18/01 -
Variazione di bilancio" e' stata finanziata solo parte dei progetti
ritenuti ammissibili in considerazione delle insufficienti risorse
disponibili;
- al punto 9) del dispositivo della suddetta deliberazione viene
stabilito di utilizzare eventuali risorse derivanti da rinunce,
revoche o riduzioni di contributo relativamente alle attivita'
finanziate con le risorse assegnate con la circolare MLPS 92/00 per
finanziare ulteriori attivita' presenti in graduatoria, fino a
progetti che hanno raggiunto un punteggio pari o superiore a 50
punti;
dato atto che sono in corso di predisposizione gli atti
amministrativi volti al finanziamento di ulteriori attivita' presenti
nella succitata graduatoria, di cui alla deliberazione 999/01, con
risorse resesi disponibili in seguito a rinuncia di progetti gia' in
precedenza finanziati;
ravvisata la necessita' di finanziare tutte le attivita' presenti
nella graduatoria suddetta utilizzando altresi' parte delle nuove
risorse assegnate con il succitato decreto direttoriale
n.511/V/2001, per un importo complessivo stimato approssimativamente
in Euro 3.409.000,00, variabile in presenza di eventuali attivita'
non cantierabili;
ritenuto, pertanto, che in caso di utilizzo parziale della somma
suddetta, la rimanente quota non utilizzata per finanziare lo
scorrimento della succitata graduatoria di cui alla deliberazione
999/01 verra' impiegata per il finanziamento delle attivita' che
verranno candidate a valere sulla Parte II dell'Allegato A), parte
integrante del presente atto;considerato:
- che la Regione Emilia-Romagna ha inteso destinare altresi', con
propria deliberazione n. 177 dell'11/2/2002 "Assegnazione vouchers
per la formazione individuale nell'ambito delle Leggi 236/93 e
53/00", l'importo complessivo di Euro 1.291.140,00 al fine di
attivare percorsi di formazione individuale rivolti a lavoratori
occupati;
- che si ritiene di utilizzare la rimanente somma di Euro
5.135.265,19 per il finanziamento di nuove attivita' di formazione
continua da presentarsi ai sensi del sopra menzionato decreto
ministeriale n. 511/V/2001, a valere sulla Parte II dell'Allegato A)
della presente deliberazione;
valutata la necessita' di approvare l'"Invito a presentare progetti
da realizzare con il contributo del Fondo Sociale Europeo per il
periodo 2002/2003 (Obiettivo 3) e con le risorse assegnate dal
decreto direttoriale n. 511/V/2001 (Legge 236/93)", di cui
all'Allegato A), comprendente la Parte I "Interventi da realizzare
con il contributo del Fondo Sociale Europeo per il periodo 2002/2003
- Obiettivo 3 - Misure e Azioni finanziabili"; la Parte II
"Interventi di promozione di Piani formativi aziendali, settoriali e
territoriali e sviluppo della prassi della formazione continua (Legge
236/93), di cui al decreto direttoriale n.511/V/2001 del Ministero
del Lavoro e delle Politiche sociali, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 12 del 5/1/2002" e la Parte III "Piano finanziario", che
si allegano quali parti integranti e sostanziali alla presente
deliberazione;
tenuto conto che i progetti dovranno essere formulati ed inviati
secondo le modalita' e nei termini riportati nel succitato Allegato
A);
dato atto che la valutazione dei progetti, di cui al succitato
Allegato A), comprendente le Parti I, II e III, verra' effettuata da
un Nucleo di valutazione interno all'Assessorato Lavoro, Formazione,
Scuola e Universita', che risulta cosi' composto:
- Valerio Vignoli, Servizio "Programmazione e Valutazione progetti",
coordinatore del Nucleo di valutazione (supplente Enrica Morandi);
- Stefania Scorri, Direzione Generale "Cultura, Formazione e Lavoro"
(supplente Milko Forni);
- Paola Zaniboni, Servizio "Formazione professionale" (supplente
Patrizia Vaccari);
- Nicoletta Molinaro, Servizio "Politiche per l'istruzione e
l'integrazione dei sistemi formativi" (supplente Maria Grazia Rosa);
- Gianluca Sagradini, "Agenzia Emilia-Romagna lavoro" (supplente
Anita Gaiani);
- Silvia Tolomelli, Servizio "Programmazione e Valutazione progetti"
(supplente Mariangela Salsini);
specificatamente per la funzione di verbalizzazione e segreteria
tecnica risulta nominata:
- Gilda Berti, Servizio "Programmazione e Valutazione progetti";
dato atto inoltre:
- che ogni modifica nella composizione del Nucleo di valutazione,
fatta salva la natura interservizi del Nucleo stesso, sara' adottata
con determinazione del Direttore generale Cultura, Formazione e
Lavoro;
- che il Nucleo di valutazione potra' essere integrato di competenze
specifiche richieste dalla natura dei progetti da valutare;
considerato:
- che al termine delle istruttorie relative ai progetti pervenuti, di
cui alla Parte I dell'Allegato A) sopra citato, verranno redatte
delle graduatorie di progetti per Assi e Misure, in ordine di
punteggio conseguito, che consentiranno di finanziare le attivita' in
esse comprese sulla base delle disponibilita' finanziarie e delle
priorita' programmatiche regionali, fatta eccezione per le Misure e
le Azioni indicate nell'articolo 11 della medesima Parte I;
- che al termine delle istruttorie relative ai progetti pervenuti
relativamente alla Parte II dell'Allegato A) sopra citato, verranno
redatte delle graduatorie di progetti in ordine di punteggio
conseguito, finanziabili in base alle risorse disponibili;
dato atto che le Azioni di cui alle Parti I e II dell'Allegato A),
gia' citato, troveranno copertura finanziaria come esplicitato nella
Parte III del medesimo allegato:
- nell'ambito del Programma Operativo Ob. 3 - FSE - 2000/2006 per un
importo di Euro 30.900.000,00;
- nell'ambito:
- del DM n. 302 del 5/8/1999 con cui il Ministro del Lavoro e della
Previdenza sociale ha ripartito fra le Regioni i fondi per
l'attivita' di formazione degli apprendisti, ed il decreto
direttoriale n. 590 del 28/12/1999 con cui tale finanziamento viene
di fatto assegnato;
- del decreto del Direttore generale dell'Ufficio centrale
Orientamento, Formazione professionale e Lavoro del Ministero del
Lavoro e della Previdenza sociale n. 120 del 4/5/2001 con cui si
ripartiscono e conseguentemente assegnano alle Regioni i fondi per
l'attivita' di formazione degli apprendisti
per un importo complessivo di Euro 664.680,03;
- nell'ambito del decreto direttoriale n. 511/V/2001 del Ministero
del Lavoro e delle Politiche sociali, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 12 del 5/1/2002 (Legge 236/93) per quanto concerne gli
interventi di cui alla sopra menzionata Parte II dell'Allegato A),
per un ammontare complessivo di Euro 5.135.649,66;
dato atto:
- che le azioni candidate nell'ambito della Misura D.1 e particolari
azioni innovative e/o sperimentali, potranno trovare copertura
finanziaria aggiuntiva sul Capitolo n. 75161 "Spese per l'attuazione
delle iniziative di formazione professionale autorizzate direttamente
dalla Regione ed attuate dalla stessa e da enti, associazioni e
fondazioni, convenzionati o non convenzionati, comprese le spese
connesse agli interventi di diritto alla formazione professionale
(art. 30, L.R. 24/7/79, n.19 e successive modifiche)" del Bilancio
per l'esercizio finanziario 2002;
- che concorrono alla copertura finanziaria, per una quota non
inferiore al 30% della spesa complessiva prevista per la
realizzazione delle azioni IFTS, risorse pari ad Euro 1.241.829,91
assegnate dal Ministero della Pubblica istruzione direttamente agli
uffici scolastici per il potenziamento della programmazione, con nota
prot. n. 341/C1A del 14 febbraio 2002;
sentito il parere degli Organi previsti dalla L.R. 25/98 e
precisamente il Comitato di coordinamento interistituzionale e la
Commissione regionale tripartita sia in ordine alle linee
propedeutiche per la progettazione FSE che in ordine ai contenuti
attuativi della circolare ministeriale Legge 236/93 di cui alla Parte
II dell'Allegato A);
dato atto in merito alla regolarita' del presente atto ai sensi
dell'art. 37, comma 4 della L.R. 26 novembre 2001, n. 43 e della
predetta deliberazione 2774/01 del parere favorevole espresso dalla
dott.ssa Cristina Balboni, Direttore generale Cultura, Formazione e
Lavoro in merito alla regolarita' tecnica e alla legittimita';
su proposta dell'Assessore competente per materia;
a voti unanimi e palesi, delibera:
1) di approvare l'"Invito a presentare progetti da realizzare con il
contributo del Fondo Sociale Europeo per il periodo 2002/2003
(Obiettivo 3) e con le risorse assegnate dal decreto direttoriale n.
511/V/2001 (Legge 236/93)", di cui all'Allegato A), comprendente la
Parte I "Interventi da realizzare con il contributo del Fondo Sociale
Europeo per il periodo 2002/2003 - Obiettivo 3 - Misure e Azioni
finanziabili"; la Parte II "Interventi di promozione di Piani
formativi aziendali, settoriali e territoriali e sviluppo della
prassi della formazione continua (Legge 236/93), di cui al decreto
direttoriale n. 511/V/2001 del Ministero del Lavoro e delle Politiche
sociali, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 12 del 5/1/2002" e la
Parte III "Piano finanziario", che si allegano quali parti integranti
e sostanziali della presente deliberazione; 2) di dare atto:
- che per la valutazione dei progetti ci si avvale del Nucleo di
valutazione regionale come in premessa individuato;
- che le istruttorie di cui alla Parte I dell'Allegato A) si
concluderanno con la redazione di graduatorie di progetti per Assi e
Misure, fatta eccezione per le Misure e le Azioni indicate
nell'articolo 11 della Parte I del medesimo allegato;
- che le istruttorie dei progetti di cui alla Parte II dell'Allegato
A) si concluderanno con la redazione di una graduatoria per ordine di
punteggio conseguito;
- che all'approvazione delle suddette graduatorie si provvedera' con
propria deliberazione e che, ai sensi della L.R. 40/01 e della
deliberazione 2775/01, provvedera' il dirigente competente
all'assunzione degli impegni di spesa e alla definizione delle
modalita' di erogazione dei finanziamenti e di gestione delle
iniziative, in coerenza con le direttive regionali vigenti in materia
di formazione professionale in premessa citate;
3) di dare atto altresi' che le attivita' eventualmente finanziate
con le risorse regionali saranno gestite e rendicontate con le regole
del FSE Ob. 3 2000/2006 che tali attivita' potranno essere utilizzate
per effettuare operazioni di overbooking a sostegno dell'indice di
realizzazione sulle risorse di FSE Ob. 3 della Regione
Emilia-Romagna;
4) di pubblicare la presente deliberazione, comprensiva dell'Allegato
A) - Parte I - Parte II e Parte III - nel Bollettino Ufficiale della
Regione.
ALLEGATO A
Invito a presentare progetti da realizzare con il contributo del
Fondo Sociale Europeo per il periodo 2002/2003 (Obiettivo 3) e con le
risorse assegnate dal decreto direttoriale n.511/V/2001 (Legge n.
236/93)
Premessa
Il presente "Invito" fa riferimento:
- al Regolamento (CE) n. 1260/1999 del Consiglio del 21 giugno 1999
recante disposizioni generali sui fondi strutturali;
- al Regolamento (CE) n. 1784/1999 del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 12 luglio 1999 relativo al Fondo Sociale Europeo;
- al QCS Ob. 3 approvato dalla Commissione Europea il 18/7/2000;
- al Programma Operativo Ob. 3 della Regione Emilia-Romagna approvato
dalla Commissione Europea il 21/9/2000;
- al Complemento di programmazione Ob. 3 della Regione Emilia-Romagna
approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 403
dell'1/3/2000;
- agli indirizzi per l'integrazione delle politiche del lavoro, della
programmazione e dell'istruzione. Triennio 2000/2002, approvati con
deliberazione del Consiglio regionale n. 1316 del 22/12/1999;
- alle direttive attuative per la formazione professionale e per
l'orientamento - triennio 1997/99 - approvate con la deliberazione
della Giunta regionale 1475/97 e successive integrazioni e
modificazioni;
- alle direttive regionali stralcio per l'avvio della nuova
programmazione 2000/2006 approvate con la deliberazione della Giunta
regionale 539/00, nonche' alle "Modalita' di liquidazione/erogazione
dei contributi - Direttive stralcio per l'avvio della nuova
programmazione 2000/2006" e successive modificazioni/integrazioni,
approvate con la determinazione del Direttore generale Formazione
professionale e Lavoro 8125/00;
- al decreto direttoriale del Ministero del Lavoro e delle Politiche
sociali n. 511/V/2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 12 del
5/1/2002 (Legge 236/93).
Le linee generali di orientamento della Regione, per quanto attiene
le azioni da finanziare con le risorse comunitarie, tengono conto
delle seguenti priorita' individuate nel QCS Ob. 3 sopra citato:
- almeno il 3% dei fondi disponibili deve essere riservato a progetti
interregionali;
- almeno lo 0,5% dei fondi disponibili deve essere riservato alla
sovvenzione globale di progetti rivolti al sostegno e sviluppo di
imprese sociali nell'ambito della tipologia definita dall'art. 4 del
regolamento 1784/99 del Fondo Sociale Europeo (piccoli sussidi per
capitale sociale);
- nel rispetto delle politiche di "mainstreaming" per le pari
opportunita' i progetti dovranno contenere azioni di pubblicizzazione
e modalita' organizzative che favoriscano la partecipazione delle
donne alla formazione e al lavoro;
- almeno l'84,5% delle risorse dell'Asse A deve essere destinato
all'obiettivo specifico "prevenzione", cioe' alle Misure A1 e A2.
Per quanto attiene, invece, le attivita' da finanziare con le risorse
nazionali, le linee di orientamento sono volte prevalentemente a
finanziare le iniziative di formazione a favore dei lavoratori per
aggiornare ed accrescere le loro competenze e per sviluppare la
competitivita' delle imprese (Legge 236/93).
PARTE I
Interventi da realizzare con il contributo del Fondo Sociale Europeo
per il periodo 2002/2003 - Obiettivo 3
MISURE E AZIONI FINANZIABILI
Art. 1
Finalita' generali
Il presente avviso finanzia, su piu' misure del POR - Ob. 3 che
saranno di seguito specificate, interventi volti a:
- proseguire nell'implementazione del programma, mantenendo una
stretta coerenza con quanto definito nel POR e nel Complemento di
programmazione in termini di conseguimento delle priorita' e di grado
di copertura del ventaglio di azioni previste. Un primo criterio di
selezione per individuare le azioni da promuovere con il presente
"Invito" e' consistito nell'analisi di quanto proposto e finanziato
con i bandi 2000 e 2001 e nel raffronto di questo con le azioni
previste in ciascuna misura all'interno del Complemento di
programmazione;
- precisare ulteriormente gli obiettivi e i contenuti dell'iniziativa
regionale rispetto a quella provinciale, in coerenza con quanto
stabilito negli indirizzi e tenendo presente i risultati attesi e
conseguiti con le precedenti annualita';
- sviluppare l'intervento regionale sulle azioni di propria
competenza, in particolare per cio' che attiene al miglioramento
della qualita' del sistema dell'offerta regionale e con l'avvio di
ulteriori azioni di sistema rispetto alle annualita' precedenti,
caratterizzando gli interventi con il passaggio dalla fase
sperimentale a quella dell'implementazione della messa a regime di
strumenti e dispositivi di intervento;
- proseguire nella realizzazione di prototipi e modelli di intervento
nelle aree piu' innovative della programmazione (quali ad esempio: le
pari opportunita' e lo sviluppo di una cultura di genere, lo sviluppo
della rete di servizi per l'impiego, gruppi svantaggiati),
concentrando le aree di intervento su particolari target di utenza o
tipologia di azioni non sufficientemente colte dalla programmazione
finanziata negli anni passati.
Art. 2
Priorita' trasversali e di misura
I progetti, ai fini della valutazione, dovranno tenere conto delle
linee prioritarie trasversali contenute nel POR Ob. 3 Regione
Emilia-Romagna, ovvero in particolare:
- promozione delle pari opportunita' fra uomo e donna;
- promozione della "Societa' dell'informazione", sia nel senso
dell'utilizzo di tecnologie informatiche e multimediali per
l'erogazione di attivita', sia intesa come settore di riferimento
nell'ambito del quale promuovere attivita' formative e di
inserimento/reinserimento lavorativo.
Nei successivi articoli, oltre alla specifica declinazione per misura
delle priorita' trasversali, vengono indicate ed esplicitate le
ulteriori priorita' valide per ciascuna misura.
Art. 3
Azioni finanziabili
MISURA A.1
Azione 1
Implementazione di linee di servizio rivolte sia ai collaboratori
coordinati e continuativi sia alle aziende interessate (ad esempio:
curriculum vitae, incontro tra domanda e offerta di lavoro, idee
d'impresa, informazioni sulle ultime normative, ecc.).
L'obiettivo e' quello di sostenere, intervenendo con misure di
politica attiva , lo sviluppo di linee di servizio "pubbliche" per i
lavoratori atipici finalizzate a rafforzarne la presenza sul mercato
del lavoro.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- effettuare, sulla base delle indicazioni delle Amministrazioni
provinciali che aderiscono alla sperimentazione, una pianificazione
strategica delle linee di servizio "pubbliche" da realizzare sui
territori a sostegno del lavoro atipico-autonomo;
- individuare, progettare e configurare alcune linee di servizio sul
territorio e i soggetti pubblici e privati che aderiranno alla
sperimentazione;
- realizzare un piano di fattibilita' delle linee di servizio;
- predisposizione di un piano di formazione per tutti i soggetti
pubblici e privati, operatori/trici che contribuiranno a vario titolo
alla realizzazione delle linee di servizio;
- attivazione delle linee di servizio;
- monitoraggio delle sperimentazioni;
- diffusione dei risultati:
- definizione di procedure sperimentali da utilizzare per la
certificazione delle commesse eseguite dai lavoratori parasubordinati
da parte delle imprese.
Il piano dovra' comprendere l'utilizzo di informazioni, progettazioni
od altro materiale, gia' a disposizione da precedenti
sperimentazioni, sui temi dell'orientamento, consulenza orientativa,
formazione, consulenza specialistica, mentoring, messa a disposizione
di locali e attrezzature, promozione dell'associazionismo, servizi
web per l'incontro domanda e offerta di lavoro atipico, ecc.
Il piano di fattibilita' delle sperimentazioni dovra' essere
coordinato e integrato con tutte le iniziative previste dal SIL.
Nell'ambito delle attivita' dovra' essere prevista anche la
progettazione di linee di servizio "di genere", che favoriscano la
presenza sul mercato del lavoro delle lavoratrici atipiche, ad
esempio tramite misure volte a sopperire le carenze dell'attuale
sistema di welfare (quali per esempio: accordi con banche per
facilitare l'accesso al credito, voucher per la formazione, voucher
per la cura di familiari, formazione "di genere", ecc.)
Azione 2
Manutenzione, aggiornamento e gestione del sito web: www.atipici.net.
La scelta istituzionale di individuare il sito "www.atipici.net" come
punto di riferimento per le informazioni sui servizi attivati, e le
iniziative in atto, erogazione incentivi pubblici, formazione, ed
altro, motiva la necessita' di avere sempre le informazioni
aggiornate.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- manutenzione, aggiornamento e gestione dei servizi presenti nel
sito web "www.atipici.net";
- integrazione dell'applicativo di incontro domanda e offerta di
lavoro, disponibile on line, nel piu' ampio sistema regionale di
incontro tra domanda e offerta di lavoro previsto dal SIL.
Azione 3
Servizi per il supporto al reinserimento di lavoratori
temporaneamente disoccupati.
Gli obiettivi dell'Azione sono:
- favorire il reinserimento professionale di lavoratori
temporaneamente disoccupati, con particolare riferimento ai
lavoratori parasubordinati e, in via generale, provenienti e/o
destinati a rapporti di natura atipica;
- rendere disponibile un'offerta formativa per i lavoratori "atipici"
temporaneamente disoccupati;
- prevedere forme di sostegno formativo e di facilitazione del
diritto alla formazione per le persone temporaneamente prive di
occupazione;
- attuare il "Protocollo regionale d'intesa sulla qualita' del
lavoro" del 19 giugno 2001;
- ampliare l'estensione e migliorare l'efficacia dell'intervento dei
Servizi pubblici per il lavoro.
Gli interventi da prevedere sono i seguenti:
- realizzazione sperimentale, previo accordo con le Province
interessate, presso alcuni Servizi pubblici per il lavoro di un
sistema di accompagnamento formativo e di sostegno al reddito dei
lavoratori, con particolare riferimento a quelli provenienti e/o
destinati a contratti di natura atipica, temporaneamente disoccupati;
- utilizzo degli strumenti di supporto, quali, per esempio, i
cataloghi gia' realizzati nell'ambito della sperimentazione dei
voucher;
- formazione degli operatori dei servizi provinciali per il lavoro
all'utilizzo ed alla gestione degli strumenti di supporto formativo e
di sostegno al reinserimento;
- attivita' di informazione e comunicazione sugli strumenti di
supporto formativo e di sostegno al reinserimento;
- definizione delle modalita' di accesso a percorsi formativi,
individuali e non, per l'aggiornamento e la qualificazione
professionale e per il reinserimento lavorativo da parte di
lavoratori temporaneamente disoccupati, con particolare riferimento a
quelli provenienti e/o destinati a contratti di natura atipica;
- realizzazione di percorsi formativi, individuali e non, per
l'aggiornamento e la qualificazione professionale e per il
reinserimento lavorativo;
- erogazione assegni di frequenza ai lavoratori impegnati nei
percorsi di formazione;
- supporto alla preselezione dei lavoratori rispetto all'avvio di
contratti ed alla ricerca di competenze professionali da parte delle
imprese.
Azione 4
Sistema": messa a sistema dei prodotti, dei servizi e delle attivita'
realizzati nell'ambito delle sperimentazioni e delle iniziative sul
lavoro atipico e sulla mobilita' geografica.
Gli obiettivi dell'Azione sono i seguenti:
- fare conoscere le risultanze delle attivita' realizzate ed in
essere;
- individuare meccanismi di selezione delle "buone prassi"
realizzate;
- facilitare il processo di programmazione regionale e locale.
Le attivita' da realizzare sono le seguenti:
- messa a sistema dei risultati e delle buone prassi derivanti dalle
iniziative programmate a fronte degli accordi sul lavoro atipico e
sulla mobilita' geografica;
- supporto alle sedi di concertazione dedicate alla mobilita'
geografica ed all'atipico;
- supporto alla progettazione di un sistema di intervento nei settori
"atipico" e "mobilita'" agibile ordinariamente nella regione
Emilia-Romagna;
- realizzazione di report e di strumenti di diffusione anche
attraverso i siti istituzionali esistenti;
- misurazione delle forme di lavoro atipico e/o flessibile per
quantificare l'estensione in Emilia-Romagna anche tramite il
coinvolgimento dei soggetti che producono le fonti informative
(Province, INPS, INAIL, ecc.).
Azione 5
Implementazione di linee di servizio nell'ambito dei Centri per
l'impiego a favore di donne occupate e disoccupate, finalizzate anche
a garantire la conciliazione tra vita e lavoro (informazione sulla
rete dei servizi di cura, sui servizi cittadini, ecc.).
L'obiettivo e' quello di sostenere, intervenendo con misure di
politica attiva, lo sviluppo di linee di servizio "pubbliche" per le
donne, finalizzate a rafforzarne la presenza sul mercato del lavoro,
garantendo al tempo stesso la conciliazione tra vita e lavoro.
Le attivita' da prevedere dovranno tener conto delle linee di
intervento gia' promosse sul tema (ad esempio i Centri per
l'occupabilita' femminile) e sono le seguenti:
- pianificazione strategica delle linee di servizio "pubbliche" da
realizzare sui territori;
- individuazione, progettazione e configurazione di alcune linee di
servizio sul territorio;
- realizzazione di un piano di fattibilita' delle linee di servizio;
- predisposizione di un piano di formazione per tutti i soggetti
pubblici e privati, operatori-ci che contribuiranno a vario titolo
alla realizzazione delle linee di servizio;
- attivazione delle linee di servizio;
- monitoraggio delle sperimentazioni;
- diffusione dei risultati.
Il piano dovra' comprendere l'utilizzo di informazioni, progettazioni
od altro materiale, gia' a disposizione da precedenti
sperimentazioni, sui temi dell'orientamento, consulenza orientativa,
formazione, consulenza specialistica, mentoring, messa a disposizione
di locali e attrezzature, promozione dell'associazionismo, servizi
web per l'incontro domanda e offerta, ecc.
Il piano di fattibilita' delle sperimentazioni dovra' essere
coordinato e integrato con tutte le iniziative previste dal SIL.
Azione 6
Mappatura, valutazione di efficacia dei servizi territoriali di
orientamento, assistenza alla realizzazione della rete istituzionale
dell'orientamento.
Gli obiettivi dell'Azione sono:
- acquisizione di informazioni e conoscenze sull'offerta di servizi
di orientamento diffusi sul territorio regionale al fine di cogliere
il livello di integrazione o di integrabilita' dei vari
soggetti/servizi ed evidenziare criticita' e punti di eccellenza;
- elaborazione di una batteria sintetica di indicatori per la
valutazione di efficacia dei servizi di orientamento rivolti a
specifici target di utenza (donne, giovani, adulti, disabili,
immigrati, gruppi svantaggiati);
- evidenziazione di modelli/sistemi provinciali di organizzazione ed
erogazione dei servizi;
- sostegno allo sviluppo della rete istituzionale regionale
dell'orientamento (individuata a partire dalle risultanze di un
progetto regionale in corso) per un piu' efficace coordinamento delle
politiche di orientamento e nell'ottica della costruzione di un
sistema territoriale di offerta di servizi integrati e/o compatibili
in tema di orientamento;
- implementazione, in stretto accordo con il sistema degli Enti
locali e delle associazioni di categoria, di un modello di
organizzazione a rete dei servizi, attraverso la promozione e
l'assistenza ad attivita' di raccordo ed integrazione tra i vari
soggetti attivi a livello locale nei diversi ambiti (istruzione,
formazione, lavoro);
- accompagnamento del processo di integrazione e costruzione della
rete istituzionale attraverso il monitoraggio e la valutazione degli
esiti della prima fase sperimentale.
Gli interventi da realizzare sono i seguenti:
- indagine quali/quantitativa che produca fra l'altro: una mappa
territoriale dei servizi, la ricognizione delle tipologie di servizio
erogate, analisi delle metodologie e strumenti utilizzati; principali
target obiettivo e target effettivamente raggiunti;
- analisi e classificazione delle principali motivazioni degli
utenti, individuazione di indicatori di efficacia, elaborazione di un
modello di valutazione di efficacia e sua prima sperimentazione in
almeno tre situazioni provinciali;
- messa a punto di strumentazioni ed azioni di supporto, regionali e
locali, alle attivita' tecniche di coordinamento, razionalizzazione e
messa in rete delle diverse filiere di orientamento;
- attivita' di monitoraggio e valutazione del processo di
integrazione della rete dei soggetti istituzionali a scala
provinciale e locale, e dei servizi offerti.
Azione 7
Sostegno ai processi di certificazione di qualita' nei servizi per
l'impiego e diffusione della cultura della qualita'.
Gli obiettivi dell'Azione sono:
- diffondere la cultura della qualita' e del miglioramento continuo
dei servizi;
- produrre analisi organizzative su alcuni contesti locali di
eccellenza e progettare modalita' di confronto e diffusione di buone
prassi;
- analizzare in particolare gli aspetti legati alla razionalizzazione
dei servizi ed al monitoraggio dei costi e pratica del budget.
Le attivita' da realizzare sono le seguenti:
- completamento della sperimentazione del Total quality management
nei Servizi per l'impiego della Provincia di Ravenna e
dell'accompagnamento alla certificazione di qualita';
- diffusione dei risultati dell'intervento di TQM nelle altre otto
Province, tramite seminari di descrizione dell'esperienza effettuata
e di illustrazione dei temi della qualita' e del miglioramento
continuo dei servizi;
- analisi delle buone prassi nella razionalizzazione dei servizi per
l'impiego in almeno quattro contesti locali di eccellenza;
- progettazione ed organizzazione di modalita' di diffusione delle
buone prassi individuate e contestuale progettazione ed
organizzazione di modalita' di confronto sugli aspetti legati alla
razionalizzazione dei servizi ed al monitoraggio dei costi e pratica
del budget.
Azione 8
Acquisizione di competenze specialistiche per l'assistenza tecnica
alle tematiche giuslavoristiche e giuridiche oggetto dell'attivita'
dei Centri per l'impiego.
L'attivita' consiste nella progettazione ed erogazione di servizi
consulenziali interdisciplinari, per i quali dovra' essere prevista
la presenza di esperti amministrativisti, sociologi del lavoro, in
organizzazione aziendale, in diritto del lavoro, civilisti, ecc.
Azione 9
Azioni di supporto e sostegno al Protocollo regionale d'intesa sulla
qualita' del lavoro.
Gli obiettivi dell'Azione sono:
- conoscere il lavoro atipico, a partire dalle banche dati esistenti
presso gli enti di vigilanza, previdenziali ed assicurativi;
- favorire la realizzazione di approfondimenti tematici, settoriali,
territoriali e/o, comunque, di carattere qualitativo.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- analisi quantitativa e qualitativa delle informazioni contenute
nelle fonti informative sul lavoro non subordinato in possesso degli
Enti previdenziali ed assicurativi;
- produzione di report periodici e studi analitici;
- integrazione con azioni di carattere qualitativo sostenute
dall'intervento regionale;
- supporto alla realizzazione di strumenti e procedure (p.e. schede
professionali, schede di comunicazione agli Enti etc.) per
l'acquisizione delle informazioni sul lavoro non subordinato;
- seminari tecnici di approfondimento sulla normativa in essere
destinati a parti sociali, amministratori e policy maker, ordini
professionali etc.
Azione 10
La valorizzazione dell'impresa come luogo formativo.
Gli obiettivi dell'Azione sono:
- approfondire nel contesto regionale le condizioni di successo e le
garanzie reali riscontrabili nei casi aziendali o settoriali (aziende
associate, patti territoriali ) di buone pratiche nella
programmazione e gestione di interventi di formazione continua e di
alternanza fra formazione e lavoro;
- studiare e progettare modalita' permanenti atte a valorizzare il
ruolo dei tutor aziendali nella promozione dell'integrazione fra
formazione on the job e formazione esterna, con particolare riguardo
al tema della analisi e della certificazione delle competenze
acquisite.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- studio/ricerca ed estrazione di casi di buone pratiche;
- analisi dei fattori di successo e della loro riproducibilita';
- progettazione di dispositivi di comunicazione/coinvolgimento dei
tutor aziendali anche successivamente agli interventi formativi
"obbligatori" previsti;
- attivita' di diffusione delle buone pratiche analizzate presso gli
attori sociali regionali.
Azione 11
Predisposizione e attivazione di un percorso di formazione delle
parti sociali coinvolte nelle Commissioni tripartite in ordine ai
cambiamenti contenuti nelle deleghe al Governo sul mercato del
lavoro.
MISURA A.2
Azione 1
Progettazione e sperimentazione di un sistema informatizzato di
rilevazione della presenza dei partecipanti alle attivita' formative
nell'ambito dell'apprendistato.
L'attivita' prevista deve riguardare l'elaborazione di un progetto di
informatizzazione della rilevazione delle presenze dei partecipanti
in grado di essere immediatamente applicato in via sperimentale ad
una o piu' tipologie di progetti cofinanziati e finalizzato
all'estensione a tutte le attivita' corsali di titolarita' regionale
e provinciale. Il progetto deve prevedere la condivisione in tempo
reale delle informazioni per ottimizzare le procedure di controllo in
itinere e ex post relativamente alle presenze ed al totale ore di
formazione erogata.
Azione 2
Formazione della figura del tutor della formazione per apprendisti.
Le attivita' da prevedere riguardano la progettazione e la
realizzazione di percorsi formativi sul modello delle UFC e delle
indicazioni metodologiche della Guida regionale sulla formazione dei
tutor.
Azione 3
Produzione di materiali FAD finalizzata all'autoapprendimento degli
apprendisti.
L'obiettivo dell'Azione e' quello di progettare e produrre materiale
FAD certificati (anche attraverso l'adattamento di materiale
certificato esistente predisposto per altro target) e predisporre
"pacchetti" immediatamente utilizzabili con specifico riferimento
all'autoapprendimento.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- ricognizione su catalogo e produzione esistente;
- ricognizione su vincoli, risorse, organizzazione/gestione;
- progettazione e produzione di materiali FAD;
- verifica della trasferibilita' ed altri target (CRF catalogo).
Azione 4
Assistenza tecnica, sviluppo e monitoraggio del modello formativo
apprendisti.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- assistenza tecnica agli operatori dei servizi regionali impegnati e
agli organismi di coordinamento ed indirizzo della sperimentazione;
- sviluppo e aggiornamento del modello formativo per gli apprendisti;
- progettazione di indicatori specifici da implementare nei sistemi
qualita' degli enti;
- monitoraggio e diffusione dei risultati.
Azione 5
Apprendistato - Catalogo di UFC sui contenuti professionalizzanti.Le
attivita' da realizzare sono le seguenti:
- definizione di criteri per la costituzione di un catalogo;
- verifica della trasferibilita' ad altri target e cataloghi;
- verifica compatibilita' organizzazione/gestione;
- costruzione catalogo;
- realizzazione di momenti seminariali di verifica/arricchimento
rivolti a Regione, Province, fornitori, col metodo del work in
progress.
Azione 6
Aggiornamento della Guida metodologica sull'apprendistato e
riproduzione di materiali didattici (cartaceo e CD ROM).
Le attivita' da realizzare sono le seguenti:
- aggiornamento della Guida apprendistato con i materiali predisposti
ed approvati successivamente alla prima stampa nel 2001;
- produzione e riproduzione di materiale didattico e sua diffusione
da porre a disposizione degli Enti accreditati alla formazione degli
apprendisti;
- riproduzione in cartaceo e/o CD ROM (almeno 2000 copie).
Azione 7
Sistema di monitoraggio qualitativo dell'utenza dell'obbligo
formativo.
Progettazione di un sistema di rilevazione del profilo dell'utenza
dell'obbligo formativo, anche a partire dalle banche dati e buone
prassi di analisi della domanda gia' esistenti, finalizzato a
monitorare ed analizzare le caratteristiche, i percorsi, le
aspettative, ecc. degli utenti.
L'attivita' richiesta si configura come una integrazione ed
ampliamento dell'anagrafe gia' esistente sull'obbligo formativo.
Azione 8
Mobilita' transnazionale nei percorsi formativi integrati con il
sistema scolastico superiore.
Le attivita' da prevedere riguardano l'implementazione di servizi e
strumenti per la promozione e lo sviluppo della mobilita'
transnazionale degli studenti di scuola media superiore per
l'accrescimento di competenze e lo scambio di esperienze.
Azione 9
Sostegno allo sviluppo di filiere professionali e di competenze al
servizio di reti di imprese, anche interregionali, come fattore di
sviluppo locale.
Gli obiettivi dell'Azione sono:
- creare un sistema di competenze e professionalita' a supporto del
miglioramento dell'organizzazione produttiva e dell'organizzazione
del lavoro;
- sostenere i processi di sviluppo locale attraverso la
qualificazione ed il consolidamento di reti di imprese;
- supportare con azioni progettuali la collaborazione fra le Regioni
del nord e del sud.
Gli interventi da realizzare sono i seguenti:
- analisi dei processi organizzativi e dei processi di produzione
presenti nelle imprese a rete e nelle filiere, in particolare in quei
settori connotati da una organizzazione di tipo distrettuale (ad
esempio: "tessile e abbigliamento", "calzaturiero",
"turistico-alberghiero" ed "agroalimentare");
- assistenza e consulenza (anche formativa) alle imprese, alle parti
sociali, agli Enti locali interessati per la realizzazione di
analisi, progettazione e realizzazione di azioni di miglioramento,
anche con attenzione alle misure di conciliazione;
- supporto, anche attraverso misure di carattere
formativo/orientativo, alle parti sociali, ed alle istituzioni
pubbliche al fine di creare condizioni ambientali maggiormente
favorevoli alle imprese operanti in regime di filiera e di rete a
carattere anche interregionale;
- analisi di fattibilita' e promozione di progetti di formazione e/o
di work experiences finalizzati allo sviluppo delle nuove
collaborazioni produttive o delle filiere esistenti.
Azione 10
Azioni integrate finalizzate all'outplacement e al reinserimento
lavorativo dei disoccupati non di lunga durata e dei lavoratori in
CIG straordinaria e ordinaria.
L'obiettivo e' quello di realizzare pacchetti personalizzati per il
rientro al lavoro, anche a fronte di emergenze occupazionali,
composti da: analisi delle competenze, attivita' di orientamento,
pre-selezione, formazione, stage, supporto alla ricerca autonoma di
lavoro, consulenza per la costruzione di business plan individuali e
collettivi, ecc. (scadenza aperta fino al 31/12/2003).
MISURA A.3
Azione 1
Azioni integrate finalizzate all'outplacement e al reinserimento
lavorativo dei disoccupati di lunga durata e dei lavoratori in CIG
straordinaria e ordinaria.
L'obiettivo e' quello di realizzare pacchetti personalizzati per il
rientro al lavoro, anche a fronte di emergenze occupazionali,
composti da: analisi delle competenze, attivita' di orientamento,
pre-selezione, formazione, stage, supporto alla ricerca autonoma di
lavoro, consulenza per la costruzione di business plan individuali e
collettivi, ecc. (scadenza aperta fino al 31/12/2003).
MISURA B.1
Azione 1
Sviluppo del sistema di servizi e di azioni di supporto
all'inserimento lavorativo degli immigrati.
L'intervento ha la finalita', a partire dalla prima sperimentazione
in corso a valere sul bando 2001, di fornire metodologie ed avviare
la messa a regime di un servizio ricorrente ed integrato per
l'inserimento lavorativo degli immigrati, formato dalle seguenti
azioni:
- primo orientamento al lavoro, analisi delle competenze,
pre-selezione;
- collegamento fra i settori e i servizi che si occupano
dell'accoglienza e dell'integrazione inter-culturale;
- alfabetizzazione linguistica;
- supporto all'incrocio domanda-offerta di lavoro;
- tirocini, work experiences;
- formazione e qualificazione delle competenze;
- supporto all'inserimento lavorativo;
- consulenza giuridica, amministrativa ed organizzativa di supporto
ai servizi per l'impiego, alle imprese, ai lavoratori, alle parti
sociali in merito all'ingresso e alla regolare permanenza nel
territorio regionale;
- azioni sperimentali di mediazione sociale e culturale nei confronti
delle imprese e dei lavoratori;
- azioni sperimentali di supporto alla regolarita' e alla qualita'
delle condizioni di lavoro (ad esempio: campagne di informazione sui
temi della sicurezza e della salute, ecc.).
Azione 2
Sostegno all'inserimento di lavoratori extracomunitari nei ruoli
infermieristici nel territorio regionale.
Gli obiettivi dell'Azione sono:
- agevolare l'inserimento di lavoratori extracomunitari nel sistema
sanitario regionale, pubblico e privato, con una adeguata conoscenza
della lingua e della realta' normativa/organizzativa della sanita' in
Emilia-Romagna;
- favorire l'integrazione per soggetti gia' inseriti che devono
rafforzare le competenze linguistiche per l'esercizio ottimale della
professione;
- promuovere azioni di mediazione per l'integrazione sociale;
- favorire l'adeguamento delle conoscenze di base e trasversali alle
competenze professionali gia' possedute.
Gli interventi da prevedere sono i seguenti:
- azioni di prima accoglienza per i lavoratori extracomunitari;
- formazione per l'inserimento, anche finalizzata all'iscrizione
all'Albo professionale su: alfabetizzazione in ambito professionale;
conoscenza della normativa del lavoro (contrattualistica, anche
specifica), conoscenza della normativa e delle organizzazioni in
ambito sanitario e socio-sanitario, competenze socio-relazionali
legate all'ambiente di lavoro e agli utenti dei servizi.
Le attivita' formative dovranno prevedere almeno tre edizioni per
sessanta allievi.
Azione 3
Percorsi di transizione al lavoro per le persone transessuali.
L'obiettivo dell'Azione e' quello di contribuire ad eliminare il gap
esistente tra le persone transessuali, i servizi socio-sanitari
locali e gli ambiti lavorativi da cui sono largamente escluse per
motivi spesso legati al pregiudizio o alla mancanza di una adeguata
formazione professionale.
L'Azione dovra' percio' permettere ai soggetti deboli di uscire da
una condizione svantaggiata grazie ad un intervento multiforme in
grado di garantire ospitalita', assistenza, formazione professionale
ed inserimento lavorativo, facendo anche leva sul coinvolgimento di
una rete di soggetti che rappresentano i vari settori della societa'
(Enti pubblici, privato sociale, Universita', associazioni di
categoria, ecc.).
Le azioni da prevedere sono le seguenti:
- rilevazione dei fabbisogni del target, mappatura dei servizi
esistenti, azioni di contatto e orientamento;
- sperimentazione di percorsi formativi;
- accompagnamento al lavoro dipendente o autonomo;
- studio di fattibilita' di una struttura di accoglienza di primo
intervento e di raccordo con i servizi socio-sanitari e con i Centri
per l'impiego.
Azione 4
Sostegno all'offerta che opera su bacini di utenza di livello
nazionale o sovra-regionale, tramite il finanziamento di interventi
integrati, di formazione, work experiences, ecc., volti a particolari
categorie svantaggiate (handicap fisici medio-gravi e gravi,
tossicodipendenti in fase di recupero, ecc.).
Azione 5
Interventi a favore di soggetti detenuti o che usufruiscono di misure
alternative.
L'obiettivo dell'Azione e' quello di valutare le esperienze formative
e di inserimento lavorativo di soggetti detenuti o in regimi
alternativi al fine di verificare l'efficacia degli interventi e
sostenere la rete di soggetti istituzionali e del privato sociale che
intervengono nell'elaborazione di percorsi di reinserimento sociale
per questi soggetti.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- individuazione degli indicatori/criteri per la costituzione di un
sistema di monitoraggio e valutazione delle esperienze realizzate in
questo ambito (formazione, transizione al lavoro, integrazione
sociale);
- ricerca su possibilita' di inserimento lavorativo e fabbisogni
formativi di detenuti;
- sperimentazione di percorsi esemplari a partire dagli elementi di
successo evidenziati nella fase di monitoraggio/valutazione e
ricerca;
- diffusione dei risultati e attivita' di sostegno alle reti di
soggetti coinvolti;
- formazione al lavoro in rete.
Azione 6
Formazione di formatori e operatori per l'inclusione sociale.
L'Azione e' finalizzata a migliorare ed integrare le competenze, e a
sviluppare le capacita' di lavoro in rete, di figure professionali
intermedie che operano nel campo dell'inclusione sociale, ed in
particolare:
- operatori sociali per il contrasto alle nuove poverta';
- accompagnatori per l'inserimento lavorativo dei disabili;
- facilitatori dell'integrazione sociale;
- operatori e orientatori di soggetti adulti con disabilita'
acquisita;
- operatori che nell'espletamento dei propri compiti si interfacciano
con donne che hanno subito violenza.
Azione 7
Formazione alla gestione della diversita' e alla lotta alla
discriminazione nelle organizzazioni.
L'attivita' dovra' prevedere la formazione di dirigenti e datori di
lavoro e quadri aziendali a contrastare le discriminazioni nelle
aziende e nelle istituzioni pubbliche e improntare la cultura, le
procedure e la gestione delle risorse umane delle organizzazioni al
rispetto delle diversita' e delle pari opportunita'.
La formazione dovra' vertere in particolare sui temi seguenti:
- pari opportunita';
- le tante diversita' e le pluriappartenenze;
- la discriminazione e i diversi campi di discriminazione (di genere,
"razziale" o di origine etnica, di orientamento sessuale, di eta', di
religione o credo, disabilita');
- legislazione italiana e europea;
- come contrastare la discriminazione e assicurare le pari
opportunita': verifica della policy dell'organizzazione, delle
procedure di selezione e reclutamento del personale, delle offerte
formative, della progressione in carriera, della valutazione delle
performance del personale, della "cultura" e del "clima" espresso
dall'organizzazione.
MISURA C 1
Azione 1
Monitoraggio e valutazione delle esperienze di FAD realizzate in
Emilia-Romagna.
L'obiettivo dell'Azione e' quello di pervenire ad un bilancio
costi-benefici delle esperienze di FAD realizzate al fine di
derivarne indicazioni per lo sviluppo di un sistema regionale di FAD.
L'intervento dovra' in particolare evidenziare i fattori di successo
ovvero di criticita' nell'accesso, nell'utilizzo e nei risultati cui
si e' pervenuti in termini di target di utenza coinvolti, di ambiti
formativi su cui la FAD e' stata attivata, di gestione dei percorsi
formativi, di valutazione dei processi di apprendimento, di analisi
dei costi anche in rapporto ad attivita' formativa non FAD, ecc.
Azione 2
Aggiornamento materiali FAD e adattamento dei titoli a specifiche
degli standard internazionali di comunicazione e produzione.
L'obiettivo dell'Azione e' quello di aggiornare la produzione FAD
disponibile per l'offerta di percorsi formativi individualizzati on
line, e di adeguare i titoli esistenti agli standard internazionali
per la produzione dei contenuti didattici.
Le attivita' da realizzare sono le seguenti:
- ricerca sugli standard internazionali di produzione dei contenuti
didattici;
- sviluppo di un modello di intervento sulla produzione orientato
all'erogazione di percorsi individualizzati in FAD;
- adattamento di titoli esistenti alle specifiche degli standard
internazionali;
- produzione di nuovi titoli per l'offerta formativa individualizzata
on line, sviluppati sulla base degli standard internazionali.
Azione 3
Sviluppo, manutenzione tecnica e attivita' redazionale del sito
regionale Scuola ER.
La finalita' dell'Azione e' quella di garantire la manutenzione del
sito Scuola ER e il suo sviluppo nella direzione dell'accessibilita'
e dell'usabilita'. In secondo luogo l'attivita' redazionale da
fornire riguarda il reperimento e inserimento di nuovi contributi, il
coordinamento di collaboratori dedicati, animazione e promozione. La
durata dell'attivita' e' di 24 mesi.
Azione 4
Servizi informativi on line sull'istruzione.
Le attivita' verranno realizzate monitorando tutte le tipologie di
canali on line, estraendo ed organizzando i materiali riguardanti:
politica scolastica nazionale e locale, progetti, esperienze,
innovazioni.
I servizi realizzati verranno inviati tramite e-mail (con cadenza
giornaliera o settimanale a seconda del prodotto) ai destinatari in
indirizzario (scuole, Comuni, Province, organismi di formazione
professionale, altri soggetti collegati al settore dell'istruzione).
La durata dell'attivita' e' di 24 mesi.
Azione 5
Azioni per lo sviluppo degli enti di formazione accreditati.
Gli interventi ammissibili a contributo sono i seguenti:
- informatizzazione dei processi: analisi, realizzazione,
implementazione di sistemi informativi aziendali volti al
miglioramento dei processi di comunicazione e gestione, sia interni
che con organizzazioni esterne (sono riconosciuti i seguenti costi:
consulenza, analisi e realizzazione di software, acquisto di software
dedicato, noleggio di attrezzature informatiche dedicate, formazione
del personale);
- miglioramento dell'organizzazione e dei processi in termini
qualitativi: avvio di processi rivolti all'implementazione e gestione
del sistema qualita', processi di certificazione o adeguamento del
proprio sistema qualita' secondo le norme Vision 2000, analisi e
revisione dell'organizzazione in una logica di miglioramento
qualitativo anche se non espressamente finalizzato alla
certificazione di qualita' (sono riconosciuti i seguenti costi:
consulenza e assistenza per l'implementazione del sistema qualita',
consulenza organizzativa, contratto di certificazione con la
societa'/ente certificatore per il rilascio della certificazione e il
suo mantenimento, formazione del personale compresa l'eventuale
formazione del responsabile della qualita');
- miglioramento dei sistemi amministrativi/burocratici relativo a
strumentazione, consulenze, formazione degli operatori, con
particolare attenzione agli interventi finalizzati
all'introduzione/implementazione di sistemi di controllo di gestione
aziendale (sono riconosciuti i seguenti costi: consulenza, analisi e
realizzazione di software, acquisto di software dedicato, noleggio di
attrezzature informatiche dedicate, formazione del personale);
- acquisizione o rinnovo di attrezzature di supporto alla didattica
di particolare innovazione tecnologica, con particolare attenzione
alle "utenze speciali" (sono riconosciuti i seguenti costi: noleggio
di attrezzature, costi di manutenzione e assistenza, installazione,
collaudo).
Tutti i costi sono comprensivi di IVA e per costi sostenuti si
intendono quelli risultanti da fatture quietanzate.
Tutti i costi devono essere sostenuti per servizi o prestazioni
esterne all'ente o agli enti beneficiari; e' escluso il mancato
reddito del personale coinvolto nelle azioni di sviluppo.
Sono ammissibili i soggetti, privati e pubblici, accreditati
nell'"Elenco degli organismi attuatori di iniziative formative e di
servizi di orientamento accreditati", entro il febbraio 2002, che non
hanno beneficiato dei contributi assegnati dalla Regione con propria
deliberazione n. 251 del 18/2/2002.
Azione 6
Percorso di formazione gestionale e rendicontuale per operatori
regionali pubblici e degli enti di formazione accreditati.
L'Azione ha l'obiettivo di formare esperti nella gestione
amministrativa e rendicontale delle attivita' cofinanziate
dall'Unione Europea con il FSE, ed e' rivolta alle seguenti tipologie
di destinatari:
- personale degli Enti pubblici finanziatori e delle aziende di
formazione accreditate in Emilia-Romagna;
- disoccupati laureati che intendano specializzarsi nell'ambito del
controllo di gestione.
L'attivita' dovra' prevedere una parte comune a tutti i partecipanti,
seguita da sottoprogetti specifici per le due tipologie di
destinatari ammissibili.
Azione 7
Aggiornamento e manutenzione del catalogo elettronico regionale
dell'offerta formativa per l'accesso individuale alla formazione
continua.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- alimentazione del catalogo di offerta formativa attualmente
esistente e dei relativi servizi di assistenza tecnica (informazione
e consulenza agli organismi di formazione coinvolti; analisi e
valutazione dei progetti di formazione individuale a catalogo;
implementazione, alimentazione e revisione dei dati del catalogo
on-line);
- organizzazione di incontri e workshop con operatori e formatori del
sistema per la diffusione, la progettazione e realizzazione di
interventi di formazione individualizzata.
Azione 8
Monitoraggio e valutazione delle esperienze di accesso individuale
alla formazione al lavoro e sul lavoro.
L'azione e' finalizzata all'ottimizzazione del processo gestionale ed
amministrativo dei voucher, in direzione della semplificazione delle
procedure, della modulistica, del monitoraggio del processo di
utilizzo delle risorse finanziarie (analisi dei flussi gestionali
presso le Amministrazioni regionale e provinciale, consulenza per
l'analisi delle condizioni occupazionali degli utenti anche in una
logica programmatoria, ecc.).
Azione 9
Assistenza tecnica all'Amministrazione regionale per un servizio a
supporto dell'esternalizzazione dei pagamenti.
Le attivita' da realizzare (per un periodo di 12 mesi) consistono nel
supporto tecnico operativo di assistenza al Servizio Gestione
Controllo e Rendicontazione delle attivita' finanziate con fondi
comunitari e altri fondi, per l'implementazione dati del sistema
informatico relativo alla nuova procedura dei pagamenti (delibere
della Giunta regionale 615/00 - 709/01 - 2659/01).
In particolare il servizio consiste nell'attivita' di data entry
connessa a tutte le fasi procedurali relative al nuovo sistema dei
pagamenti e nella predisposizione degli elaborati utili alla
Amministrazione regionale per l'assunzione degli atti amministrativi
contabili relativi ai pagamenti.
Azione 10
Supporto all'integrazione interistituzionale.
Il sistema dell'istruzione e' oggetto di un sostanziale processo di
riforma, finalizzato a reimpostarne contenuti formativi ed assetti
organizzativi con forte impatto su tutte le componenti del sistema,
anche a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione.
L'Accordo interistituzionale sottoscritto fra Regione, Ufficio
Scolastico regionale, Province e Comuni dell'Emilia-Romagna per il
coordinamento ed il governo integrato delle politiche
dell'istruzione, della formazione professionale e della transizione
al lavoro presenta finalita' complesse ed innovative in base alle
quali si rende necessario assicurare supporto alle attivita' ivi
previste, con particolare riferimento allo svolgimento della funzione
di monitoraggio delle azioni e delle modalita' di realizzazione.
Quindi l'obiettivo da perseguire e' quello di elaborare e
sperimentare un'azione di monitoraggio a supporto della specifica
funzione messa in capo alla Conferenza permanente per l'istruzione e
la formazione all'art. 2 dell'Accordo interistituzionale.
L'azione di monitoraggio (della durata di 12 mesi) deve portare:
- alla proposizione ed applicazione delle modalita' e degli strumenti
ritenuti piu' adeguati ad evidenziare in maniera sistemica
l'andamento dei lavori della Conferenza, in tutte le articolazioni
che intendera' assumere (gruppi di lavoro, forum di discussione,
ecc.), come pure nei luoghi in cui si riterra' opportuno sperimentare
gli accordi territoriali previsti agli articoli 2 e 3 del citato
Accordo;
- alla individuazione di criteri per impostare periodici report di
andamento, nonche' per individuare buone prassi da diffondere sul
territorio;
- alla gestione di strumenti on line per il confronto e lo scambio
fra tutti i componenti della Conferenza;
- alla produzione e presentazione dei report per la Conferenza.
Azione 11
Per un sistema di istruzione professionale regionale.
La recente riforma costituzionale ripropone in capo alle Regioni la
competenza legislativa esclusiva in materia di istruzione e
formazione professionale. Al fine di esercitare le funzioni di
governo del sistema formativo regionale nel suo complesso, con
particolare riferimento alla "ricomposizione" fra istruzione e
formazione professionale, alla programmazione dell'offerta formativa
ed alla predisposizione dei relativi atti normativi e regolamentari,
e' indispensabile disporre di elementi informativi e conoscitivi, di
natura qualitativa oltreche' quantitativa, in merito alle istituzioni
scolastiche di indirizzo tecnico e professionale, operanti sul
territorio regionale.
Di conseguenza gli obiettivi da perseguire sono i seguenti:
- produrre la situazione ragionata dell'offerta formativa attualmente
emanante dagli istituti professionali di Stato;
- incrociare su di essa l'offerta formativa attualmente emanante
dagli istituti tecnici per gli indirizzi che si possano considerare -
elaborandone i criteri - "professionalizzanti";
- incrociare su di essa l'offerta formativa (15-18 anni) attualmente
emanante dagli enti di F.P. regionali accreditati, ivi compresa
quella delle scuole regionali di ristorazione;
- elaborare una ipotesi di sistema di istruzione professionale
regionale che esprima l'identita' della nuova offerta, come sopra
determinata.
Le attivita' da realizzare sono le seguenti:
- ricognizione sugli Ips e Its attivi sul territorio regionale;
- su tali istituti, individuazione e distinzione, su criteri da
individuare, degli indirizzi professionalizzanti da quelli
licealizzanti, facendo ricorso a contatti con Province, nonche' con
enti di formazione relativamente ad offerte affini;
- predisposizione report intermedi e finali, anche impostati per
settore/indirizzo, loro presentazione e discussione in iniziative
seminariali.
Azione 12
Progettazione e prima sperimentazione di metodologie per il
monitoraggio e la valutazione delle iniziative per lo sviluppo
locale.
Con tale iniziativa si vuole monitorare e valutare l'impatto e
l'efficacia, in particolare sulle dinamiche sociali, economiche e del
lavoro, dell'accordo di programma dell'area del distretto ceramico
coordinato dalla Regione Emilia-Romagna e approvato con deliberazione
del Consiglio regionale n. 261 del 23/10/2001.
La durata del progetto e' biennale.
L'intervento richiede:
- la messa a punto di metodologie, coerenti con un impianto di
massima disponibile a livello regionale, per il monitoraggio e la
valutazione degli interventi volti a promuovere lo sviluppo locale;
- l'individuazione di un set di indicatori atti a quantificare
l'efficacia degli interventi e a monitorare l'impatto delle
iniziative nel tessuto sociale ed economico d'interesse;
- la loro prima applicazione sperimentale alle iniziative inserite
nel programma d'area del distretto della ceramica delle province di
Modena e Reggio Emilia;
- la messa in rete dei soggetti locali pubblici e privati che operano
sul versante dell'osservazione delle dinamiche sociali, economiche e
del lavoro;
- il raccordo con gli organismi preposti alla realizzazione
dell'accordo di programma del distretto ceramico (Regione, Province
di Modena e Reggio Emilia, Comuni del distretto) attraverso la
previsione di appositi dispositivi di indirizzo e di accompagnamento
del progetto.
Azione 13
Qualita' del lavoro e degli appalti pubblici.
L'obiettivo dell'azione e' quello di definire e sperimentare un
sistema di qualita', con priorita' per le competenze professionali
che operano nel settore delle costruzioni, finalizzato in primo luogo
alla realizzazione di condizioni di massima sicurezza delle
prestazioni e di qualita' del lavoro negli appalti pubblici.
A partire dalla disponibilita' di mappe e cataloghi delle competenze
nei settori di riferimento, l'azione e' finalizzata a
fornire/definire:
- standard delle competenze professionali strategiche;
- dispositivi di verifica delle disponibilita' di tali competenze
nelle imprese;
- supporto e assistenza tecnica nella definizione di procedure e
requisiti di appalto finalizzate ad ottenere prestazioni, opere e
forniture rispondenti agli standard di qualita' delle competenze
professionali;
- supporto alla definizione di accordi bilaterali anche
interregionali;
- progettazione e realizzazione di moduli formativi atti
all'acquisizione delle competenze professionali standard di qualita'
specificatamente previste dagli appalti.
Azione 14
Formazione per progettisti degli enti di formazione e operatori
provinciali sulla progettazione innovativa di interventi formativi
volti alla valorizzazione della differenza di genere e alle pari
opportunita'.
L'obiettivo e' quello di aumentare la qualita' e l'innovazione
dell'offerta formativa che abbia al centro le pari opportunita' e le
politiche di genere, sia in termini di ottimale utilizzo dell'asse
dedicato, che di incentivazione del mainstreaming.
L'attivita' dovra' consistere in 4 edizioni di corsi brevi (80-90
ore), articolate su diversi territori, e caratterizzate dalla
formazione congiunta delle due categorie di operatori destinatarie
dell'azione.
Azione 15
Formazione formatori esperti nell'informatizzazione delle aziende
agricole.
La finalita' e' quella di ampliare le competenze in materia di
formazione al settore agricolo; per quanto attiene
all'informatizzazione l'obiettivo e' quello di consentire
l'applicazione a livello territoriale del modello formativo in fase
di predisposizione a supporto dell'informatizzazione delle aziende
agricole e la diffusione del software per la conduzione
tecnico-economica delle aziende agricole.
Azione 16
Predisposizione e diffusione di un nuovo modello di educazione
ambientale da diffondere nell'obbligo scolastico e nell'obbligo
formativo con definizione dei relativi crediti acquisibili e
progettazione e sperimentazione pertanto di nuovi modelli di
educazione ambientale orientati allo sviluppo sostenibile e
improntati alla ricerca-azione partecipativa.
Azione 17
Predisposizione di un modello per certificare la qualita' della
formazione sul lavoro.
Azione 18
Sviluppo e implementazione di modelli di diffusione della cultura del
lavoro, delle nuove tecnologie, dell'impresa attraverso l'utilizzo di
nuove strumentazioni comunicative.
Azione 19
Predisposizione e sperimentazione di modelli e azioni volte a
sviluppare strategie locali per l'occupazione, orientate in
particolare alla formazione e l'aggiornamento delle reti di
competenze necessarie all'innovazione dei processi e dei prodotti
delle imprese di riferimento.
Azione 20
Servizi e prodotti informatici (hardware e software) finalizzati alla
sperimentazione e certificazione della firma digitale.L'obiettivo
dell'azione e' quello di semplificare, attraverso la sperimentazione
di strumenti innovativi, le procedure di presentazione dei progetti e
di invio delle comunicazioni di gestione alla Direzione generale
competente da parte degli enti accreditati.
Possono candidarsi esclusivamente i soggetti certificatori inclusi
nell'elenco pubblico predisposto ed aggiornato a cura dell'Autorita'
per l'informatica nella pubblica Amministrazione.
I servizi e prodotti da prevedere sono i seguenti:
- fornitura di certificati digitali e relativo servizio di gestione,
compresa la fornitura di smart card;
- fornitura di supporti hardware per la lettura di smart card;
- fornitura di software applicativo per la gestione della firma
digitale;
- servizio di assistenza per l'installazione e gestione dei sistemi
forniti e per attivita' di consulenza nell'integrazione del software
fornito con altri applicativi.
Le proposte dovranno specificare le caratteristiche tecniche ed
organizzative generali (ad es. livelli di sicurezza supportati), le
piattaforme e relativi sistemi operativi supportati (Windows, Mac,
Linux, ecc.) e le giornate di assistenza e consulenza.
Azione 21
Adeguamento del software applicativo per la presentazione dei
progetti installato presso gli Enti di formazione accreditati per
consentire la sperimentazione della firma digitale.
MISURA C.2
Azione 1
La prevenzione della dispersione scolastica e formativa attraverso le
figure del tutor e del mentor.
Gli obiettivi dell'azione sono:
- sostenere azioni integrate tese ad arginare il fenomeno della
dispersione scolastica con particolare attenzione all'abbandono
scolastico (nei primi anni delle superiori) da parte di soggetti
appartenenti a fasce del disagio sociale e familiare. La messa a
punto di interventi che prevedano la partecipazione in chiave
sinergica di tutti gli attori coinvolti, consente di creare strumenti
di lavoro innovativi e capitalizzare le esperienze al fine di
migliorare l'efficacia degli sforzi volti a limitare l'impatto del
fenomeno;
- creare percorsi educativo/formativi fortemente individualizzati e
centrati sulla figura del tutor (scuola) e del mentor (extra-scuola)
che vanno dalla rimotivazione fino all'acquisizione di crediti
formativi spendibili nel successivo rientro scolastico e formativo;
- favorire una maggiore conoscenza da parte degli operatori
scolastici e dei servizi sulle problematiche della dispersione
scolastica e sui fattori di disagio che la provocano;
- coinvolgere/sensibilizzare i genitori sui temi del disagio e della
motivazione allo studio.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- proseguire nelle sperimentazioni gia' avviate in ambito regionale
attraverso il rafforzamento del lavoro svolto dal mentor (scuola) e
dal tutor (extra-scuola) nella prospettiva di un successivo
reinserimento scolastico dei ragazzi;
- messa a regime dei modelli di intervento anche in considerazione
delle risorse messe a disposizione dall'autonomia scolastica;
- predisporre strumenti on line per il confronto di tutti gli attori
interessati;
- creare all'interno della scuola punti di ascolto per ragazzi e
genitori;
- monitoraggio permanente;
- diffusione delle buone prassi.
Azione 2
Apprendimento in ospedale.
Predisposizione e sperimentazione di una metodologia di intervento
rivolta ai giovani ospedalizzati per recuperare il percorso formativo
interrotto e/o scolastico da diffondere sul territorio regionale.
MISURA C.3
Azione 1
Progetti IFTS - Istruzione e formazione tecnica superiore.
1) Finalita' delle iniziative
Il progetto oggetto del presente bando ha l'intento di attuare un
sistema articolato e condiviso di integrazione fra i sistemi
dell'istruzione, scolastica ed universitaria, della formazione e del
lavoro, che consenta:
- ai giovani, l'acquisizione di competenze a livello post-secondario
rispondenti ai fabbisogni del mondo del lavoro, spendibili
all'interno di un sistema integrato di certificazione, per favorire
ed accelerare un loro idoneo inserimento occupazionale, nonche'
facilitare l'eventuale continuazione degli studi all'interno di
percorsi formativi successivi;
- agli adulti occupati, di esercitare il diritto alla formazione in
ogni fase della vita, a partire dal completamento e dalla
qualificazione delle competenze possedute e delle esperienze
professionali maturate, per favorire la mobilita' e l'estensione di
conoscenze e competenze professionali pertinenti al proprio lavoro;
- agli adulti inoccupati o disoccupati, la riconversione e
l'ampliamento delle opportunita' professionali mediante
l'acquisizione di specifiche competenze connesse ai fabbisogni del
mondo del lavoro.
2) Presupposti e condizioni fondanti il processo di integrazione tra
i sistemi
Il successo del processo di integrazione dei sistemi dipende da
alcuni presupposti fondamentali, quali:
a) lo sviluppo della concertazione fra le istituzioni e il
rafforzamento del ruolo delle parti sociali, con la previsione di
fasi e momenti diversi, dalla progettazione al coordinamento,
gestione e svolgimento dei corsi, fino alla valutazione esterna e
autovalutazione; l'interazione fra vari livelli, da quelli
prettamente istituzionali a quelli didattico-formativi ed
amministrativo-gestionali;
b) la condivisione del processo e del prodotto della integrazione,
cioe' delle finalita' e degli obiettivi delle azioni formative da
implementare nell'interesse della persona, cui va assicurato
l'accesso alle competenze e il diritto all'apprendimento;
c) l'esistenza e la formalizzazione di un Comitato Tecnico
Scientifico di progetto, composto almeno dai rappresentanti dei
quattro soggetti partner obbligatori attuatori del percorso (un ente
di formazione, un istituto scolastico secondario superiore, una
universita', una impresa), con il compito di predisporre il progetto
ex ante, verificarne l'andamento in itinere, con responsabilita' di
coordinamento, supervisione e valutazione interna del progetto;
d) l'impegno dei diversi sistemi di riferimento, partner del
progetto, alla elaborazione del sistema dei crediti formativi che si
sostanzia nell'accreditamento all'accesso delle competenze coerenti
al percorso prescelto, nella dichiarazione delle competenze acquisite
in itinere e nella certificazione delle competenze di esito al
percorso IFTS, sulla base delle indicazioni contenute nell'Allegato A
"Nota operativa per la progettazione dei percorsi IFTS" di cui
all'Accordo della Conferenza unificata del 14 settembre 2000.
3) Requisiti, caratteristiche e dispositivi dei percorsi formativi
3.1) Requisiti e caratteristiche.
Ai percorsi IFTS accedono, di norma, giovani e adulti in possesso del
diploma di scuola secondaria superiore. L'accesso e' consentito
inoltre anche a coloro che non sono in possesso di tale titolo,
previo accreditamento delle competenze acquisite in precedenti
percorsi di istruzione, formazione e lavoro, secondo le modalita'
indicate nell'Allegato A "Nota operativa per la progettazione dei
percorsi IFTS" di cui all'Accordo della Conferenza Unificata del 14
settembre 2000 e tenendo conto, quale forte raccomandazione, del
documento "Norme per l'accesso" del CEDE, disponibile on line.
I percorsi IFTS dovranno prevedere:
- numero di allievi, per l'avvio del percorso stesso, pari almeno a
15, fino a un massimo di 30 solo nei casi in cui la didattica d'aula
preveda una prevalente strutturazione in un gruppo di lavoro con
utilizzo di FAD;
- durata pari a 1200 ore suddivisa in 2 semestri;
- attivita' di stage aziendale non inferiore al 30% e non superiore
al 40% del monte ore totale del corso;
- docenza composta per almeno il 50% da esperti provenienti dal mondo
del lavoro, in possesso di una specifica esperienza professionale nel
settore maturata per almeno 5 anni;
- strutturazione dei percorsi in unita' formative capitalizzabili;
- sedi di svolgimento dell'attivita' formativa, eventualmente anche
differenziate, in relazione alle caratteristiche delle strutture e
agli obiettivi formativi da conseguire;
- previsione di misure di accompagnamento agli utenti dei corsi, a
supporto della frequenza e del conseguimento dei crediti, di percorsi
individualizzati, delle attestazioni intermedie e certificazioni
finali e messa in atto di azioni idonee all'inserimento professionale
(accoglienza personalizzata, accreditamento, tutoring, ecc.);
- predisposizione di materiali didattici, specifici per il percorso
proposto e utilizzabili per la successiva diffusione;
- effettuazione di verifiche periodiche di apprendimento durante il
percorso ed eventuali iniziative didattiche di supporto;
- impegno da parte degli organi accademici delle Universita' partner
al riconoscimento dei crediti formativi, da definire in fase di
progettazione di dettaglio, all'avvio del corso.
Per quanto non specificamente definito sopra, il riferimento e'
l'Allegato A "Nota operativa per la progettazione dei percorsi IFTS"
di cui all'Accordo della Conferenza unificata del 14 settembre 2000.
3.2) Dispositivi
I dispositivi che si richiede vengano messi in atto nella
realizzazione dei percorsi formativi sono i seguenti:
- modalita' per l'accesso e l'accreditamento delle competenze in
ingresso (intendendo per accesso le competenze minime culturali
relative alla literacy ed alla numeracy da verificare per coloro che
non sono in possesso del diploma di scuola secondaria superiore), per
accreditamento, la valutazione e la certificazione di eventuali
crediti a chi abbia superato l'accesso e la fase di selezione
orientativa, per ottenere sconti di percorso. Nelle more
dell'attuazione di quanto contenuto nella "Nota operativa per la
progettazione dei percorsi IFTS" di cui all'Accordo della Conferenza
unificata del 14 settembre 2000" per la Commissione tecnica per
l'accreditamento occorre fare riferimento alle indicazioni contenute
nel documento "Note per l'accreditamento in ingresso e la selezione
orientativa" disponibile on line;
- individualizzazione dei percorsi IFTS per insiemi omogenei di
allievi;
- implementazione di un sistema di misure di accompagnamento atte a
facilitare il raggiungimento del successo formativo (patto formativo,
misure di integrazione del percorso individuale, supporto alla
stesura del portfolio, consulenza per la definizione del documento
individuale, ecc.);
- modalita' di realizzazione, organizzazione e gestione dello stage,
secondo le caratteristiche peculiari che presenta per i percorsi
IFTS. Nello specifico intendendo:
- un progetto individuale di inserimento per lo sviluppo della
formazione in ambito lavorativo idoneo e coerente agli obiettivi del
percorso nella sua interezza,
- una figura individuata con compiti e competenze di tutoraggio nelle
aziende in cui si svolge lo stage,
- una modalita' concordata per il rilevamento e la valutazione degli
obiettivi fissati per lo stage, comprensivi di indicatori del livello
raggiunto nell'acquisizione di competenze oggetto del progetto
individuale.
4) Condizioni di ammissibilita'
I progetti IFTS devono essere attuati da almeno quattro soggetti
appartenenti ai sistemi della formazione professionale, scuola,
dell'universita' e delle imprese, nello specifico:
- un ente di formazione professionale;
- un istituto scolastico superiore del sistema nazionale di
istruzione come definito dall'art. 1 della Legge 10 marzo 2000, n.
62, avente sede nel territorio regionale;
- un'universita' degli studi, di norma avente sede nel territorio
regionale;
- imprese o associazioni di imprese, anche non operanti sul
territorio regionale, o altro soggetto pubblico o privato,
espressione del lavoro libero-professionale o della pubblica
Amministrazione.
Oltre ai soggetti obbligatori sopra indicati, al fine di arricchire
la qualita' della progettazione e dell'offerta, si ritiene opportuno
consentire la partecipazione, in virtu' del principio
dell'integrazione tra i sistemi, obiettivo prioritario per la Regione
Emilia Romagna, di soggetti espressioni di altri contesti sociali,
economici ed istituzionali (ad esempio associazioni di categoria,
Enti locali, centri di ricerca, ecc.).
All'atto della presentazione dei progetti i soggetti attuatori
dovranno sottoscrivere, preferibilmente in forma congiunta, una
dichiarazione di impegno al rispetto delle condizioni riportate nel
modello allegato al formulario per la presentazione dei progetti
IFTS.
In caso di riproposizione di un profilo professionale oggetto di un
precedente corso IFTS, occorre documentare che il sistema produttivo
di quel territorio continua ad esprimere un significativo bisogno
dello stesso profilo, assicurandone l'assorbimento al suo interno. Si
intende in ogni caso che il profilo medesimo sia la declinazione
locale di una delle figure nazionali indicate nel successivo
paragrafo 5).
Il non rispetto delle condizioni suddette comporta la non
ammissibilita' dei progetti al presente avviso.
5) Settori economici e figure professionali nazionali
In attesa del documento tecnico per la messa a regime dei percorsi
IFTS, la Regione Emilia-Romagna intende programmare le attivita'
finanziando percorsi formativi che fanno riferimento a specifici
profili regionali che devono essere la declinazione delle figure
professionali nazionali sotto indicate, riferite a sei settori
economici.
La progettazione dei profili regionali derivanti dalle figure
nazionali e' effettuata sulla base di Unita' Formative
Capitalizzabili (utili al riconoscimento di crediti formativi) di
base e trasversali comuni a tutte le figure e tecnico professionali
specifiche per ciascun profilo, da individuare per rispondere alle
esigenze locali e comprensive delle competenze della figura nazionale
di riferimento.
Sono reperibili on-line le informazioni relative alle attivita' in
cui si articolano le "Figure nazionali" e le "Competenze di base e
trasversali" comuni a tutte le figure. Tali indicazioni sono da
intendersi quale raccomandazione per la progettazione ex ante, da
rendere compatibili e coerenti allo sviluppo del profilo regionale.
5.1) Settori economici
La Regione ha rilevato la necessita' di finanziare i percorsi
formativi per le figure professionali nazionali, riferite ai sei
settori economici sotto indicati, sulla base di:
- riscontri regionali effettuati - tramite azioni di assistenza
tecnica - sull'andamento di 45 sui 70 precedenti percorsi finanziati,
relativamente ad indicatori quali/quantitativi;
- monitoraggio nazionale svolto dall'ISFOL sulle prime due
sperimentazioni (1998/99 e 1999/2000);
- indicazioni del MIUR che sta portando a termine i lavori dei
Comitati di settore per l'individuazione delle competenze tecnico
professionali delle figure che con maggiore frequenza sono state
oggetto delle programmazioni regionali di questi anni;
- analisi della Confindustria nazionale sull'incidenza nei propri
settori di riferimento dei profili finanziati dalle Regioni;
1) agricoltura
2) edilizia
3) ICT (Information Communication Tecnology)
4) industria e artigianato
5) trasporti
6) turismo.
5.2) Figure professionali nazionali
Ogni figura nazionale sotto indicata puo' essere articolata in n
profili regionali.
Agricoltura
1) Tecnico Superiore della trasformazione dei prodotti
2) Tecnico Superiore della commercializzazione
3) Tecnico Superiore della gestione territoriale
Edilizia
4) Tecnico Superiore nella conduzione di cantiere
5) Tecnico Superiore per la rappresentazione grafica del progetto
6) Tecnico Superiore per il rilievo architettonico e restituzione
grafica
ICT
7) Tecnico Superiore per la comunicazione e multimedia
8) Tecnico Superiore per le telecomunicazioni
9) Tecnico Superiore per i sistemi e le tecnologie informatiche
Industria e artigianato
10) Tecnico Superiore commerciale marketing e organizzazione vendite
11) Tecnico Superiore di produzione
12) Tecnico Superiore per l'amministrazione economico/finanziario e
controllo di gestione
13) Tecnico Superiore programmazione e produzione/logistica
14) Tecnico Superiore di automazione industriale
Trasporti
15) Tecnico Superiore della logistica integrata
16) Tecnico Superiore dei trasporti e intermodalita'
Turismo
17) Tecnico Superiore per l'assistenza alla direzione di strutture
ricettive
18) Tecnico Superiore per l'organizzazione ed il marketing del
turismo integrato
19) Tecnico Superiore per la ristorazione dei prodotti territoriali e
delle produzioni tipiche.
6) Attestati intermedi e finali
6.1) Dichiarazione dei percorsi di Istruzione e Formazione tecnica
superiore
La dichiarazione dei percorsi IFTS e' un dispositivo di attestazione
intermedio inteso a documentare le diverse fasi del percorso
formativo e le acquisizioni di gruppi di competenze compiute via via
raggiunte. Il modello di riferimento e' reperibile sul sito del
Ministero dell'Istruzione ed e' stato approvato dal Comitato
nazionale di progettazione IFTS in data 15/7/2000.
6.2) Certificato di specializzazione tecnica superiore
Il certificato viene rilasciato al termine del percorso formativo
secondo il modello approvato dalla Conferenza unificata nella seduta
del 2 marzo 2000 (reperibile sul sito del Ministero dell'Istruzione e
sul sito regionale del Sistema Informativo della Formazione
professionale).
Viene rilasciato anche con riferimento alle modalita' contenute nella
delibera di Giunta regionale n. 1640 del 3/10/2000 "Approvazione
modalita' di valutazione finale e certificazioni rilasciabili per le
attivita' formative integrate".
7) Riferimenti normativi e documentazione di supporto
I riferimenti normativi e la documentazione di supporto alla
progettazione sono disponibili nei siti:
http://www.istruzione.it
http://sifp.regione.emilia-romagna.it.
Azione 2
Attivita' formativa nell'ambito dello spettacolo dal vivo.
Attraverso questa azione ci si propone di sperimentare percorsi
formativi per migliorare le interazioni tra formazione e mercato e
fornire strumenti per ottimizzare, coerentemente con le
trasformazioni strutturali delle imprese dello spettacolo, attraverso
la formazione, i processi produttivi e distributivi. Finalita' degli
interventi sono:
- incentivare il funzionamento del mercato del lavoro del settore
dello spettacolo;
- valorizzare il legame tra la formazione professionale dello
spettacolo e produzione;
- rafforzare l'autoimprenditorialita' con particolare riferimento al
trasferimento di competenze sull'organizzazione settoriale e ai
rapporti/relazioni tra formazione artistica e mercato del lavoro;
- favorire l'accesso e la partecipazione delle donne nel mercato del
lavoro dipendente e autonomo.
Obiettivi regionali sono in particolare:
- promuovere la sperimentazione di progetti innovativi per contenuti
e/o soggetti coinvolti e/o metodologie e/o reti di partenariato, i
cui risultati possano essere considerati esemplari (modelli) e quindi
diffusi e trasferiti proficuamente sul territorio;
- promuovere la sperimentazione di progetti che, per natura e
peculiarita', possono piu' proficuamente essere attuati a livello
regionale, nel rispetto del principio di sussidiarieta'.
Le attivita' proposte dovranno essere inoltre caratterizzate come
segue:
- promuovere un'offerta formativa altamente specializzata e/o
qualificata flessibile alle richieste della domanda e finalizzata a
garantire un coerente inserimento occupazionale nell'ambito del
settore di riferimento;
- sostenere un'offerta formativa, anche in continuita' con percorsi
gia' attivati, caratterizzata da una forte integrazione con attivita'
di stages o di tirocinio formativo, prefigurando un reale percorso in
alternanza;
- sperimentare percorsi formativi volti a migliorare le interazioni
tra formazione e mercato e fornire strumenti per ottimizzare,
coerentemente con le trasformazioni strutturali delle imprese, i
processi produttivi e distributivi.
L'azione si colloca nel quadro di un intesa interregionale tra
Regione Emilia-Romagna e Regione Lombardia.
Azione 3
Affidamento del servizio di erogazione e gestione dei voucher per
l'accesso individuale alle attivita' di alta formazione previste nel
catalogo regionale dell'offerta formativa.
L'obiettivo dell'azione e' di sperimentare un modello di erogazione
di voucher nell'alta formazione attraverso l'esternalizzazione di un
servizio di supporto specialistico finalizzato ad ottimizzare la
gestione di tale forma di incentivo della domanda formativa.
Il supporto che la struttura selezionata dovra' assicurare riguarda
le seguenti attivita', da svolgere di concerto con l'Amministrazione
regionale:
- predisposizione dell'avviso pubblico per le domande di voucher;
- sostegno alla domanda tramite attivita' informativa e assistenza
alla compilazione delle domande;
- ricezione delle domande di voucher (massimo 7.500 Euro, a copertura
delle sole spese di iscrizione ai corsi, per un ammontare complessivo
di risorse da destinare ai voucher pari a 775.000 Euro);
- valutazione e selezione delle domande;
- predisposizione del modello di convenzione tra Regione e
destinatario del contributo;
- erogazione dei voucher ai destinatari selezionati;
- progettazione delle modalita' di controllo e verifica delle
attivita';
- controlli in itinere e finali.
(200.000 Euro per le attivita' di supporto e 775.000 Euro per i
voucher).
MISURA C.4
Azione 1
Rafforzamento delle politiche di sicurezza.
L'obiettivo e' quello di sostenere le politiche regionali nel campo
della sicurezza attraverso azioni di sensibilizzazione, comunicazione
e formazione nei seguenti ambiti:
- sicurezza nelle strade (l'attivita' formativa dovra' essere rivolta
in particolare a docenti della scuola e della formazione, a genitori,
a docenti delle scuole guida e in via sperimentale agli utenti della
formazione professionale). I progetti dovranno essere coerenti con
gli obiettivi e le metodologie di lavoro gia' attuate dalla Regione
Emilia-Romagna in materia di sicurezza stradale;
- sicurezza nei luoghi di lavoro anche per l'accoglienza dei
lavoratori di cui alla Legge 68/99 (l'attivita' dovra' essere rivolta
alla formazione per docenti e studenti della scuola superiore e della
formazione professionale, per lavoratori, ecc.);
- sicurezza alimentare ed educazione alla salute;
- sicurezza dai rischi idraulico, idrogeologico, sismico e di
erosione costiera (l'attivita' formativa dovra' essere rivolta in
particolare agli operatori del volontariato e agli operatori del
volontariato della protezione civile) che dovra' essere accompagnata
dalla definizione dei criteri per l'avvio di un sistema di
certificazione delle competenze e riconoscimento dei crediti;
- sicurezza fitosanitaria (definizione di modelli di formazione e
sensibilizzazione per tecnici e operatori della trasformazione e
produzione).
Azione 2
Educazione alimentare.
Attivita' di formazione di insegnanti e formatori nel settore
dell'educazione alimentare, ed in particolare sui seguenti argomenti
di base: rapporto tra agricoltura, alimentazione e territorio;
modalita' di produzione e conseguenze sull'ambiente; trasformazione,
conservazione, distribuzione, commercializzazione dei prodotti
agro-alimentari; educazione al gusto.
In questo ambito le attivita' formative dovranno svolgersi in
coerenza con le azioni previste nel progetto regionale "fattorie
didattiche", finalizzato a promuovere programmi di educazione
ambientale ed alimentare, a favorire la conoscenza dell'alimentazione
e dei prodotti agro-alimentari emiliano-romagnoli, a creare interesse
per l'ambiente e l'attivita' agricola, anche attraverso azioni
integrate di formazione per operatori e docenti della formazione e
dell'istruzione, nonche' percorsi mirati alla acquisizione di
competenze relazionali e tecnico-didattiche da parte degli operatori
agricoli aderenti all' iniziativa.
Azione 3
Azioni di formazione integrata per operatori della scuola, della
f.p., dell'associazionismo, degli Enti locali in merito alla
progettazione e realizzazione di percorsi di formazione permanente.
Azione 4
Azioni di sistema a favore dei Centri Territoriali permanenti per
l'istruzione e la formazione in eta' adulta.
Gli obiettivi sono:
- implementare un'architettura di sistema integrato di educazione
degli adulti;
- creare le condizioni per una maggiore visibilita' delle
opportunita' educativo/formative realizzate dai CTP regionali in
particolare sul versante della scuola media superiore;
- promuovere la cultura della lifelong learning.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- ampliare il lavoro di ricerca precedentemente svolto con un
progetto gia' finanziato dalla Regione, tramite una ulteriore
indagine rivolta ai CTP che operano sul versante della scuola media
superiore;
- attivare forme di collegamento fra i vari CTP e le altre realta'
culturali che si occupano di Eda (formali e non) in un'ottica di
rete;
- aggiornare il "catalogo delle opportunita'" inserendo il quadro
delle attivita' formative proposte dai CTP regionali (per le
superiori);
- attuare azioni di formazione per gli operatori dei CTP e dei Centri
di FP;
- offrire a specifici target di utenti percorsi integrati di
istruzione e formazione in grado di favorire l'acquisizione di
competenze necessarie per l'inserimento o il rientro nel mondo del
lavoro.
Azione 5
Formazione di figure professionali (animatori estivi e animatori
socio-educativi in oratorio) di contrasto ai fenomeni di devianza
giovanile, anche tramite la valorizzazione del tempo libero.
Gli obiettivi sono:
- individuare nuove figure professionali che sappiano operare
nell'ambito delle azioni di prevenzione della devianza giovanile,
della dispersione scolastica e valorizzazione del tempo libero dei
minori;
- costruire percorsi educativi/formativi in grado di promuovere e
valorizzare le esperienze culturali realizzate da giovani nell'ambito
del volontariato sociale rivolto a minori, bambini e adolescenti che
frequentano nel territorio luoghi di aggregazione extrascolastica, al
fine di rafforzare la capacita' di aggregazione e sostenere il loro
impegno di carattere ricreativo e educativo;
- contribuire con azioni mirate alla prevenzione del disagio
familiare e sociale e dell'abbandono scolastico;
- dare visibilita' alle esperienze di volontariato dei giovani
attraverso il rilascio di dichiarazioni di competenze per la futura
messa a valore delle stesse in ambito scolastico, formativo e
lavorativo.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- individuazione delle situazioni aggreganti piu' significative sul
territorio;
- definizione degli ambiti di intervento e delle competenze di chi
svolge ruoli di coordinamento e animazione nelle suddette situazioni,
con particolare attenzione alle competenze relazionali con le diverse
fasce di utenze (bambini e/o adolescenti), al fine di essere in grado
di esercitare azioni di prevenzione e sostegno a fenomeni di disagio
e/o devianza;
- definizione di percorsi formativi rivolti a animatori e
coordinatori delle attivita' dei centri, al fine di rinforzarne le
competenze in termini relazionali e di prevenzione del disagio;
- sperimentazione di percorsi di formazione per gli animatori in
diversi territori della regione, sui temi e per le funzioni
individuate, e di percorsi per le nuove figure;
- monitoraggio delle attivita';
- valutazione dei risultati.
MISURA D.1
Azione 1
Aggiornamento e manutenzione delle competenze dei lavoratori di eta'
superiore a 45 anni.
L'azione e' finalizzata - in accordo a quanto previsto nel DPEF
regionale 2002-2004 - ad aumentare il tasso di attivita' dei
lavoratori adulti attraverso il sostegno di percorsi formativi mirati
ed individualizzati con l'obiettivo di salvaguardare la posizione
lavorativa all'interno dell'impresa ed il ruolo nel processo
produttivo aziendale.
Azione 2
Trasferimento delle competenze e del sapere dai lavoratori esperti ai
giovani neo-assunti.
L'azione ha la duplice finalita' di valorizzare l'esperienza
professionale acquisita in azienda da parte dei lavoratori con
maggiore anzianita', e di accompagnare l'inserimento lavorativo dei
giovani neo-assunti anche tramite il trasferimento di saperi
informali e competenze acquisibili on the job.
Le attivita' da realizzare dovranno prevedere un percorso di
affiancamento, oltre che di formazione, dei neo-assunti centrato sul
ruolo attivo del lavoratore esperto come figura chiave del processo
di apprendimento.
Azione 3
Interventi formativi e di sistema per l'innovazione e lo sviluppo
delle imprese, nei seguenti ambiti:
- formazione di competenze per la qualita' nelle imprese e nel
lavoro;
- orientamento alla qualita' nelle imprese del terziario;
- formazione di professionalita' nelle imprese e nel lavoro autonomo
per la ricerca, l'innovazione di prodotto e il trasferimento
tecnologico, in particolare nel settore del multimediale, della net
economy e della logistica;
- sviluppo organizzativo e valorizzazione delle figure strategiche
nelle PMI;
- strumenti e percorsi per la definizione delle variabili strategiche
nelle PMI;
- percorsi di sostegno ai processi di sviluppo nelle PMI e dei
sistemi locali;
- percorsi di sostegno ai sistemi di gestione ecoefficiente,
risparmio risorse idriche ed energetiche;
- percorsi di sostegno ai processi di internazionalizzazione, export
ed investimenti produttivi all'estero delle imprese.
Le attivita' dovranno essere rivolte, in particolare, alle categorie
di utenza non ammissibili al finanziamento della Legge 236/93.
MISURA D.2
Azione 1
Innovazione nella pubblica Amministrazione regionale e locale.
Gli interventi sono finalizzati al miglioramento del rapporto della
pubblica Amministrazione regionale e locale con il cittadino e con le
imprese, al miglioramento della capacita' di elaborare, attivare e
valutare politiche pubbliche efficaci, al rafforzamento del
management, della comunicazione e delle tecnologie e all'adeguamento
delle competenze professionali interne alle pubbliche
Amministrazioni, al miglioramento del clima organizzativo e delle
relazioni interne negli ambienti di lavoro pubblici, e a sviluppare
le condizioni di contesto che favoriscono il cambiamento.
Tutto cio' anche in rapporto al nuovo ruolo delle Regioni e delle
Autonomie locali derivanti da recenti processi di conferimento di
funzioni e di federalismo istituzionale.
MISURA E.1
Azione 1
Sostegno alla carriera delle lavoratrici dipendenti e diffusione di
un approccio di genere nella gestione del personale.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- messa in campo di azioni adeguatamente articolate e complesse in
ordine ai problemi della segregazione occupazionale verticale in base
al genere, all'interno di specifiche aree professionali (tra cui
quelle a dominanza maschile);
- promozione di azioni di valorizzazione delle diversita' nelle
organizzazioni e nella gestione delle risorse umane attraverso
percorsi integrati sperimentali di ricerca, formazione, tutoraggio,
interventi di mentoring, piani di programmazione delle carriere
femminili, ecc.
Azione 2
Percorsi integrati di inserimento lavorativo per donne adulte, donne
uscite da comunita' di accoglienza, donne che hanno subito violenza,
donne di disagio di moderata entita'.
Azione 3
Progetti integrati (formazione, inserimento lavorativo e aiuti alla
persona) per donne adulte e/o anche immigrate e di minoranze etniche
nell'ambito del lavoro dipendente e atipico.
Azione 4
Work experiences di orientamento e di inserimento lavorativo.
Le attivita' da prevedere dovranno perseguire i seguenti obiettivi:
- favorire l'inserimento professionale di donne con elevati livelli
di istruzione, ma in possesso di titoli inadeguati, anche
parzialmente, ad un qualificato inserimento professionale;
- rendere disponibili opportunita' di orientamento attraverso work
experiences in contesti lavorativi ed in ambiti professionali
caratterizzati da un elevato valore aggiunto delle competenze
relazionali e trasversali;
- prevedere forme di sostegno formativo e di facilitazione del
diritto alla formazione per le persone temporaneamente prive di
occupazione;
- sostenere la dimensione formativa dei luoghi di lavoro.
Azione 5
Promozione dell'imprenditoria e del lavoro autonomo, in particolare
sulle nuove tecnologie e tecnologie telematiche, net economy e
multimediale.
Azione 6
Rafforzamento dell'imprenditoria femminile e del lavoro autonomo
delle donne, attraverso:
- l'aggiornamento delle competenze delle imprenditrici e delle
lavoratrici autonome;
- la costruzione di reti di benchmarking e la costituzione di gain
club per imprenditrici;
- il supporto alla trasmissione d'impresa per favorire l'ingresso di
donne in imprese da trasmettere.
Azione 7
Costruzione di un sistema di valutazione d'impatto delle politiche
istituzionali nell'ottica delle pari opportunita' e analisi di genere
delle banche dati e delle fonti statistiche.
Azione 8
Analisi dei differenziali retributivi tra donne e uomini
nell'industria e nel terziario.
L'obiettivo dell'azione e' quello di sviluppare le conoscenze sulla
reale situazione femminile in relazione a quella maschile,
individuare le situazioni di criticita', proporre ambiti di
intervento.
Le attivita' consistono nelle seguenti:
- studio sulle retribuzioni percepite dalle lavoratrici dipendenti in
relazione alla posizione lavorativa, al livello di qualifica ed alla
corrispondente situazione maschile;
- studio delle retribuzioni percepite dalle lavoratrici atipiche in
relazione a quelle maschili;
- produzione di un rapporto finale della ricerca;
- realizzazione di azioni di diffusione dei risultati.
Azione 9
Sostegno alla conciliazione tra vita professionale e vita familiare
con riferimento anche all'applicazione della Legge 53/00 sui congedi
parentali e formativi.
Saranno finanziati progetti integrati che prevedano le seguenti
tipologie di azione nei contesti lavorativi pubblici e privati:
- specifici interventi di sensibilizzazione del contesto (azioni di
comunicazione per aziende e organizzazioni di lavoro finalizzate a
far conoscere le opportunita' offerte dalla legge, confezionate con
particolare riguardo al target maschile, oltre che a quello
femminile; azioni di informazione sui servizi di supporto al
family-care);
- diagnosi dei fabbisogni e bilancio di competenze per chi usufruisce
del periodo di congedo finalizzati a orientare successivi percorsi di
formazione e riqualificazione;
- voucher per sostenere percorsi brevi di aggiornamento e
riqualificazione professionale in forma individualizzata;
- voucher per servizi di cura in presenza di: minori, soggetti con
handicap; anziani non autosufficienti, ecc.
Per quanto riguarda le lavoratrici atipiche sono previste:
- una attivita' di indagine sull'impatto che tale nuova forma di
lavoro ha sulla progettazione complessiva della vita privata e
professionale delle donne giovani e adulte e, in particolare, sulla
vita riproduttiva;
- uno studio di fattibilita' sulle condizioni materiali e sui servizi
di conciliazione che favorirebbero lo sviluppo professionale e
personale tramite i congedi formativi e parentali previsti dalla
Legge 53/00.
Azione 10
Le differenze di genere come risorsa dell'organizzazione nella P.A.
che si innova.
L'obiettivo dell'azione e' quello di realizzare una animazione di
pari opportunita' e supporto alle azioni positive nell'Ente Regione,
in relazione alla innovazione organizzativa in atto nell'Ente,
finalizzata allo sviluppo di strategie di mainstreaming.
Le attivita' da realizzare sono le seguenti:
- ricerca finalizzata a: analisi della capacita' espressa
dall'assetto organizzativo dell'Ente di valorizzare le potenzialita'
delle persone in ottica di genere e di orientare l'organizzazione del
lavoro verso modalita' tali da favorire una conciliazione dei tempi
familiari e di lavoro, nel rispetto della qualita' e della
soddisfazione del lavoro individuale e delle esigenze di qualita' ed
efficienza delle azioni della P.A.;
- attivita' formative finalizzate a: fornire metodologie e strumenti
concettuali utili per analizzare, interpretare e migliorare il
contesto organizzativo, aumentando la consapevolezza delle
problematiche e delle opportunita' che derivano dalla differenza di
genere; sfruttare il momento formativo come occasione di confronto
sulle problematiche organizzative, avviando processi di ricerca e
sperimentazione di micro-soluzioni innovative, di conciliazione dei
tempi familiari e di lavoro; disseminare nella cultura organizzativa
l'idea della differenza di genere come vantaggio per il gruppo;
aumentare la consapevolezza sul potenziale professionale delle donne
come risorsa per lo sviluppo organizzativo.
Azione 11
Sostegno alla presenza femminile in cicli di studi di alta
specializzazione nel campo di intervento dell'Organizzazione delle
Nazioni Unite.
L'azione dovra' prevedere la progettazione e sperimentazione di una
azione formativa per la figura di Esperta in Assistenza tecnica
internazionale sistema Nazioni Unite con stage presso le sedi
coerenti con l'attivita', e la definizione di eventuali successivi
percorsi di cicli dottorali di Universita' italiane e/o estere.
Azione 12
Sostegno allo sviluppo dell'offerta nel campo dei servizi di cura.
L'obiettivo dell'azione e' quello di ampliare il settore dei servizi
di cura attraverso interventi di sostegno e qualificazione del lavoro
di cura domiciliare.
Le attivita' da prevedere sono le seguenti:
- ricognizione dell'entita' e delle caratteristiche del fenomeno sul
territorio regionale;
- identificazione dei compiti e delle competenze nell'ambito del
lavoro di cura;
- formazione e tutoraggio individualizzati, anche presso la sede di
lavoro;
- studio di fattibilita' finalizzato all'individuazione di strumenti
per l'espansione e la stabilizzazione del lavoro di cura domiciliare
(riguardante ad esempio l'emersione del lavoro sommerso, la
definizione di un profilo professionale ad hoc, la tutela sociale e
lavorativa, l'inclusione del lavoro di cura familiare privato nel
welfare locale, ecc.).
I destinatari e i soggetti beneficiari di tutte le azioni sopra
esplicitate sono quelli previsti dalle Misure considerate oggetto del
presente bando, coerenti con quanto previsto nel Complemento di
programmazione Obiettivo 3 2000/2006 della Regione Emilia-Romagna.
Art. 4
Tipologia progettuale
Per la realizzazione delle attivita' ammesse a finanziamento sara'
possibile presentare progetti semplici e complessi/integrati, con
priorita' per questi ultimi:
- i progetti semplici prevedono la realizzazione di singole
attivita'/azioni/iniziative; ciascuno di essi pertanto deve essere
riconducibile ad una sola tipologia d'azione e, di norma, ad un solo
soggetto attuatore;
- i progetti complessi/integrati prevedono contestualmente la
realizzazione di una pluralita' di attivita'/azioni/iniziative
prevedendo, eventualmente, fonti di finanziamento diverse e diversi
soggetti attuatori.
I progetti integrati, pertanto, potranno essere presentati solo e
unicamente nei casi specifici sopra indicati.
Art. 5
Durata dei progetti
La durata dei progetti sara' da considerarsi variabile in funzione
della complessita' e della numerosita' di azioni previste al loro
interno, comunque riconducibile ad una durata, di norma, biennale e
comunque cantierabili, di norma, entro 90 giorni dall'approvazione.
Per quanto attiene la durata delle specifiche tipologie formative si
rimanda alle "Direttive attuative per la formazione professionale e
per l'orientamento - Triennio 1997/99" di cui alla deliberazione
della Giunta regionale 1475/97 e successive modificazioni e
integrazioni.
Art. 6
Definizioni delle priorita' e specifiche modalita' attuative
6.1) Definizione delle priorita'
La valutazione dei progetti terra' conto, nell'attribuzione dei
punteggi, del conseguimento di alcuni obiettivi prioritari della
programmazione comunitaria, che sono i seguenti:
- campi trasversali d'intervento del FSE: pari opportunita' e
societa' dell'informazione;
- progetti integrati;
- integrazione tra soggetti;
- percorsi individualizzati.
Tali priorita' sono da intendersi come segue.
A) I progetti dovranno tener conto dei campi trasversali d'intervento
del FSE dati dalle pari opportunita' e dalla Societa'
dell'informazione, come indicati nel POR Obiettivo 3 della Regione
Emilia-Romagna, in particolare nella descrizione della strategia e
delle singole Misure. In via generale tali priorita' possono essere
perseguite come segue:
- pari opportunita': e' perseguita con una logica di intervento
fondata sul mainstreaming sia garantendo una presenza femminile che
orientativamente rifletta la situazione del mercato del lavoro, sia
promuovendo azioni specifiche come enunciate nel POR e nel
complemento di programmazione. Per tutte le misure quindi i progetti
devono esplicitamente contenere azioni atte ad assicurare tale
priorita', indicando: un obiettivo quantificato della presenza di
destinatari per genere, le modalita' di accesso ed attuative tali da
favorire e consentire l'accesso e la fruizione da parte delle donne,
l'eventuale collegamento con azioni di sensibilizzazione,
informazione, promozione, e accordi tra le parti sociali realizzate
da altri soggetti/progetti gia' esistenti a livello locale oppure da
attivare nel caso della presentazione di un progetto integrato, il
collegamento con servizi finalizzati a conciliare la vita familiare
con l'inserimento in misure attive (per tutte le misure),
l'attivazione di servizi finalizzati a rimuovere le condizioni di
disagio e/o conciliare la vita familiare con l'inserimento in misure
attive. Ai fini dell'assegnazione del punteggio, le modalita' per il
perseguimento di tale priorita' devono essere chiaramente
esplicitate;
- societa' dell'informazione": e' una priorita' da perseguire sia
nell'ambito del sistema dell'apprendimento sia nell'ambito del mondo
del lavoro, sia nel sistema delle imprese. In relazione alla
specificita' di intervento delle singole misure messe a bando i
progetti dovranno esplicitare: l'utilizzo di tecnologie
dell'informazione e della comunicazione nella progettazione e nelle
modalita' di erogazione delle attivita' (es. FAD), l'erogazione di
moduli/percorsi formativi riferibili all'apprendimento di tecnologie
multimediali ed informatiche, l'eventuale sperimentazione di forme di
telelavoro, il sostegno alla nascita e al consolidamento di piccole e
medie imprese nel settore. Per dare luogo al punteggio di priorita'
tali aspetti non devono essere di impatto marginale, ma rappresentare
il nucleo essenziale delle attivita' proposte o comunque una parte
consistente nell'ambito del progetto. La sola produzione di CD, in
assenza di FAD on-line anche integrata con diverse metodologie
didattiche (frontali, esercitazioni ecc.), non da' di per se' diritto
al punteggio di priorita'.
B) I progetti dovranno preferibilmente adottare un approccio
integrato in termini di azioni (progetto integrato) e di soggetti
(integrazione soggetti).
Per progetto integrato si intende un progetto che preveda al suo
interno differenti tipologie di interventi che definiscano una
filiera logica e sequenziale (ad es. informazione, orientamento,
formazione, bilancio delle competenze, esperienze di lavoro,
incentivi, ecc.). Tale integrazione deve essere coerente e funzionale
alla natura del progetto.
Per integrazione tra soggetti e' da intendersi specificatamente la
costituzione formale di un partenariato, al fine di proporre e
realizzare in comune il progetto. Per "costituzione formale di
partenariato" e' da intendersi l'associazione con l'indicazione dei
diversi soggetti delle attivita' e delle quote di riferimento. Forme
di partenariato non formalmente costituito non comportano
l'attribuzione di un punteggio di priorita', ma vengono comunque
tenute in debita considerazione in sede di valutazione di merito del
progetto.
Il riconoscimento della priorita' presuppone che il partenariato sia
costituito fra "soggetti pubblici e privati" che ricoprano
"ruoli-chiave" nell'ambito della specifica politica inerente la
singola misura o le azioni proposte e che si assumano un ruolo
specifico e significativo nell'ambito del progetto presentato;
presuppone altresi' la diversa natura dei suddetti soggetti (non e'
considerabile "integrazione fra soggetti", ad esempio, un
partenariato costituito da due o piu' agenzie formative).
C) I progetti dovranno adottare un approccio/percorso
individualizzato tenendo conto delle caratteristiche dei singoli
destinatari degli interventi, dello specifico fabbisogno di sostegno
in relazione alla loro posizione sul mercato del lavoro e delle
potenzialita' di inserimento lavorativo esistenti, nonche' di
modalita' attuative dell'intervento flessibili, calibrate il piu'
possibile sulle esigenze individuali. Il punteggio viene attribuito
solo se sono sufficientemente esplicitate le modalita' operative con
le quali si intende attuare tale approccio.
6.2) Modalita' attuative delle riserve finanziarie e della normativa
comunitaria sugli aiuti di Stato
A) Approccio preventivo. Per quanto attiene agli aiuti alle persone
previsti nelle Misure A.2 e A.3, in fase attuativa andranno
assicurate le condizioni atte a garantire l'ammissibilita' delle
azioni a ciascuna misura tenendo conto della tipologia dei
destinatari, che sono differenziati sulla base della durata del
periodo di disoccupazione. Per tale motivo la rilevazione del
carattere preventivo (Misura A.2) o curativo (Misura A.3) delle
azioni alle persone richiede di individuare, per ciascun
destinatario:
I) la data di inizio dello stato di disoccupazione;
II) la data di offerta di una misura attiva del lavoro.
Tali date consentiranno di definire la natura preventiva o curativa
dell'azione che si intende realizzare e dunque di garantire la
pertinenza dell'azione stessa con la misura in cui e' stata
finanziata.
I) In merito al primo punto, l'inizio dello stato di disoccupazione
puo' essere derivato dalla ricostruzione della situazione soggettiva
dei potenziali destinatari delle azioni. La data di inizio dello
stato di disoccupazione e' da intendersi come segue: - nel caso dei
disoccupati in senso stretto (persone che hanno perso un precedente
posto di lavoro), delle persone in cerca di prima occupazione e delle
persone in contratto di apprendistato o altro contratto a causa
mista, la data iniziale e' rappresentata dalla data piu' recente tra
le seguenti: la conclusione di un'attivita' lavorativa (incluse anche
le forme di lavoro temporaneo e atipico senza limiti minimi di
tempo), che non necessariamente comporta la cancellazione dalle
attuali liste di collocamento; la conclusione della frequenza ad una
misura di politica attiva del lavoro; la conclusione di un percorso
scolastico (anche nel caso di abbandono); l'iscrizione o
re-iscrizione alle liste di collocamento; - nel caso delle persone in
CIG straordinaria, la data iniziale da assumere e' in questo caso
rappresentata dalla data piu' recente tra le seguenti: l'iscrizione
alla CIG straordinaria; la conclusione della frequenza ad una misura
di politica attiva del lavoro; - nel caso degli studenti universitari
e della scuola media superiore, le azioni nei loro confronti vengono
considerate sempre preventive, e quindi non si dovra' procedere alla
rilevazione della data di inizio del periodo di disoccupazione; - nel
caso delle altre persone inattive (casalinghe, militare di leva,
altro inattivo), la data iniziale puo' essere rappresentata dalla
data di iscrizione alle liste di collocamento, da considerare come
requisito per l'accesso alle azioni finanziate dal FSE; - nel caso
di stranieri immigrati o di immigrazione di ritorno, le date iniziali
proposte nei casi di disoccupazione possono essere sostituite da
quelle che registrano l'inizio della presenza sul territorio
nazionale, attraverso il permesso di soggiorno o il cambio di
residenza dal paese straniero all'Italia.
La rilevazione del periodo di disoccupazione dovra' essere effettuata
dai soggetti attuatori delle azioni al momento della selezione dei
candidati alle attivita', i quali dovranno produrre una
autocertificazione della data di inizio dello stato di
disoccupazione, o altro documento probatorio.
II) In merito al secondo punto, riguardante la data di offerta di una
misura attiva alla quale definire il carattere preventivo o curativo
di una azione, essa e' rappresentata dalla data di assegnazione,
iscrizione, ammissione, ecc. - da specificare in dettaglio in base
alla tipologia di attivita' - di una determinata persona ad una
attivita' finanziata dal FSE.
Le definizioni che precedono sono da considerarsi transitorie fino
all'entrata in vigore delle anagrafi individuali che faranno capo ai
servizi per l'impiego, le quali sostituiranno la procedura sopra
indicata al punto I) per la individuazione della data di inizio del
periodo di disoccupazione.
B) Aiuti di Stato. Gli interventi che configurano aiuti di Stato
dovranno ottemperare a quanto previsto dai regolamenti (CE) n. 68 e
n. 69 della Commissione Europea del 12/1/2001 relativi
all'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti
destinati alla formazione e agli aiuti di importanza minore "de
minimis", e a quanto previsto nella deliberazione della Giunta
regionale n. 254 del 6/3/2001 "Approvazione regime di aiuti in
attuazione del Regolamento (CE) 68/01".
La regola del "de minimis" implica che il destinatario dell'aiuto non
puo' usufruire in 3 anni (quello per il quale si chiede il contributo
e i 2 precedenti) di finanziamenti pubblici complessivi, assegnati
sotto forma di "de minimis", superiori a 100.000 Euro a qualsiasi
titolo e da qualsiasi Amministrazione pubblica ottenuto. La
quantificazione dei finanziamenti ricevuti a tale titolo deve essere
calcolata, a ritroso, dalla data di concessione del finanziamento
delle attivita' candidate sul presente Invito.
Non entrano a far parte del tetto di contributo a titolo del "de
minimis" i contributi ricevuti a valere su regimi di aiuto notificati
alla Commissione Europea e da questa approvati.
La regola del "de minimis" si applica anche nel caso in cui il
beneficiario immediato del finanziamento sia altro soggetto (ad
esempio agenzia formativa o soggetto erogatore di servizi) che eroga
le attivita' finanziate a favore di una/piu' imprese specifiche anche
individuate successivamente alla presentazione del progetto.
Tenendo presente la natura delle attivita' oggetto del presente
bando, le azioni che si configurano come aiuti di Stato sono le
seguenti:
- trasferimento delle competenze e del sapere dai lavoratori esperti
ai giovani neoassunti (Misura D.1 Azione 2);
- interventi formativi e di sistema per l'innovazione e lo sviluppo
delle imprese (Misura D.1 Azione 3);
- rafforzamento dell'imprenditoria femminile e del lavoro autonomo
delle donne (Misura E.1 Azione 6, per la parte relativa
all'aggiornamento delle competenze).
A tali azioni sono applicabili le regole del "de minimis" ovvero, in
alternativa, le regole contenute nel regime di aiuto alla formazione
adottato dalla Regione Emilia-Romagna, precisandolo in sede di
presentazione dei progetti.
Un elenco delle leggi nazionali e regionali notificate alla
Commissione Europea in materia di aiuti di Stato dalla Regione
Emilia-Romagna e' pubblicato sul sito:
http://sifp.regione.emilia-romagna.it.
I soggetti beneficiari del finanziamento possono optare per il "de
minimis" o per le condizioni poste nel regime di aiuto notificato. La
scelta di tale opzione deve essere chiaramente esplicitata
all'interno del progetto all'atto della presentazione dello stesso,
pena la sua non ammissibilita'.
Art. 7
Risorse disponibili e vincoli finanziari
Per l'attuazione del presente Invito, sono disponibili le risorse
previste nell'Allegato C) "Piano finanziario".
Non sono finanziabili azioni finanziate, in tutto o in parte, sul
Piano di sviluppo rurale della Regione Emilia-Romagna (Reg. CE
1257/99).
Nel caso delle seguenti azioni che si configurano come attivita' di
servizio e/o forniture, il costo non potra' superare i 200.000 Euro
al netto d'IVA:
- Misura A1: azione 2, azione 3 (per le attivita' di informazione e
comunicazione, e di supporto alla pre-selezione dei lavoratori),
azione 4, azione 6, azione 7, azione 8, azione 9, azione 10;
- Misura A2: azione 1, azione 3, azione 4, azione 5, azione 6, azione
7, azione 8, azione 9 (per le attivita' non formative), azione 10
(per le attivita' non formative);
- Misura B1: azione 3 (per la rilevazione dei fabbisogni, mappatura
dei servizi esistenti, studio di fattibilita'), azione 5 (per le
attivita' non formative);
- Misura C1: azione 1, azione 2, azione 3, azione 4, azione 5, azione
7, azione 8, azione 9, azione 12, azione 13 (per le attivita' non
formative), azione 16, azione 17, azione 18, azione 19, azione 20,
azione 21;
- Misura C3: azione 3 (per le attivita' di servizio);
- Misura C4: azione 4 (per le attivita' non formative);
- Misura E1: azione 7, azione 8, azione 9 e azione 10 (per le
attivita' di ricerca), azione 12 (per lo studio di fattibilita').
I progetti presentati a valere sull'azione 10 della Misura C1 non
potranno superare il tetto di 150.000 Euro al netto di IVA.
I progetti presentati a valere sull'azione 11 della Misura C1 non
potranno superare il tetto di 190.000 Euro al netto di IVA.
I progetti presentati a valere sull'azione 1 della Misura C.3 non
potranno superare il tetto di 180.000 Euro.
Art. 8
Soggetti ammessi alla presentazione dei progetti
I requisiti di ammissibilita' dei soggetti candidati a realizzare i
progetti proposti sul presente Invito, saranno quelli previsti a
livello generale dalle "Direttive attuative per la formazione
professionale e per l'orientamento - Triennio 1997/99 e successive
modificazioni e integrazioni.
In particolare, per quanto riguarda le iniziative formative e di
servizi di orientamento, la deliberazione della Giunta regionale n.
2538 del 21/12/1999 e successive integrazioni, ha approvato l'elenco
degli enti accreditati alla realizzazione di tali attivita'.
Nello specifico caso connesso alla presentazione di progetti da parte
di organismi misti, quali le associazioni temporanee di impresa, gli
stessi dovranno indicare, all'interno del formulario, l'intenzione di
costituirsi in ATI indicando specificatamente i ruoli, le competenze
e la suddivisione finanziaria dei singoli soggetti nell'ambito della
realizzazione del progetto presentato.
I raggruppamenti temporanei di imprese sono generalmente compatibili
con le disposizioni della normativa antitrust nella misura in cui
consentono ai soggetti che operano in fasi differenziate di una
stessa filiera di poter presentare la propria offerta a gare a cui
individualmente non potrebbero partecipare.
Alla luce di quanto sopra specificato la Regione esaminera'
l'effettivo valore aggiunto apportato dalle ATI nel criterio di
valutazione n. 10 "Creazione di reti e partnerariati".
In considerazione della particolare natura giuridica dell'istituto
dell'ATI, la cui validita' temporale risulta collegabile unicamente
alla realizzazione di un determinato progetto, e al fine di evitare
spese aggiuntive a carico del soggetto presentatore, la
formalizzazione di tale forma di collaborazione viene richiesta solo
successivamente all'avvenuta approvazione del progetto presentato e
prima dell'avvio dello stesso.
Per le seguenti azioni potranno candidarsi soggetti che abbiano come
finalita' prevalente le attivita' di ricerca, studio, servizi e
assistenza tecnica:
- Misura A1: azione 2, azione 4, azione 6, azione 7, azione 8, azione
9;
- Misura A2: azione 1, azione 3, azione 4, azione 5, azione 6, azione
7;
- Misura C1: azione 1, azione 3, azione 4, azione 7, azione 8, azione
9, azione 10, azione 11, azione 18, azione 20, azione 21;
- Misura C3: azione 3;
- Misura E1: azione 7, azione 8.
Gli enti di formazione professionale accreditati sono considerati
ammissibili nei casi di servizi collegati a sperimentazione e
modellizzazione di attivita' formativa e/o di orientamento e di
produzione di contenuti didattici.
I soggetti candidati, dovranno osservare quanto disposto nell'art. 17
della Legge 68/99 in materia di disciplina del diritto al lavoro dei
disabili che dispone che "le imprese, sia pubbliche che private,
qualora partecipino a bandi per appalti pubblici o intrattengano
rapporti convenzionati o di concessione con pubbliche
Amministrazioni, sono tenute a presentare preventivamente alle stesse
la dichiarazione del legale rappresentante che attesti di essere in
regola con le norme che disciplinano il diritto al lavoro dei
disabili, nonche' apposita certificazione rilasciata dagli uffici
competenti dalla quale risulti l'ottemperanza alle norme della legge,
pena l'esclusione".
In ogni caso, le imprese beneficiarie delle attivita', anche se non
direttamente soggetto proponente, sono tenute a rispettare quanto
sopra specificato.
Art. 9
Modalita' e termini per la presentazione dei progetti
I progetti dovranno pervenire entro le ore 12,30 del 23 aprile 2002.
Nella giornata suddetta i progetti stessi dovranno essere presentati
presso la Regione Emilia-Romagna - sala 5 - Viale Silvani n. 6 -
Bologna (ex sala Consiglio regionale).
Nei giorni precedenti la scadenza succitata i progetti verranno
ritirati, dalle ore 9 alle ore 12,30, presso l'Assessorato Scuola,
Formazione professionale, Universita', Lavoro e Pari opportunita' -
Servizio "Programmazione e Valutazione progetti" - Viale A. Moro n.
38 - 40127 - Bologna - 5 piano - stanza n. 505.
Le domande inviate tramite servizio postale dovranno pervenire
mediante raccomandata con ricevuta di ritorno e comunque entro e non
oltre la scadenza indicata all'indirizzo corrispondente alla sede
dell'Assessorato.
La richiesta di finanziamento dovra' essere presentata in regola con
le vigenti normative sul bollo, firmata dal legale rappresentante
dell'organismo presentatore o da un suo delegato e dovra' avere in
allegato la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorieta'
concernente l'ottemperanza all'art. 17 Legge 68/99 nonche' il
rispetto delle normative vigenti in materia di antimafia.
Ove non sia necessario l'accreditamento il soggetto deve inviare
unitamente alla richiesta di finanziamento, la scheda informativa per
la registrazione nell'archivio regionale dei soggetti, che e'
possibile trovare all'interno dell'applicativo informatico "attivita'
formative 2002", unitamente alla documentazione richiesta.
I progetti dovranno essere presentati sull'apposito formulario
compilato in ogni sua parte e consegnato in n. 2 copie cartacee
unitamente al supporto informatico (floppy disk) di identico
contenuto. Detto formulario ed il relativo floppy disk sono
disponibili presso la Direzione generale Cultura, Formazione e Lavoro
della Regione Emilia-Romagna - Sistema Informativo - Viale Aldo Moro
n. 38 - 6x piano - oppure e' possibile scaricarli dal sito Internet
http://sifp.regione.emilia-romagna.it.
Il progetto deve obbligatoriamente indicare l'Asse, la Misura e
l'Azione su cui ci si candida.
Il proponente dovra' presentare un formulario per ogni tipologia
d'azione per cui si candida e dovra' indicare sul progetto la
quantificazione poliennale della spesa specificando quanto
percentualmente prevede di pagare per anno di pertinenza.
Per qualsiasi informazione e/o chiarimento in merito ai contenuti del
presente Invito e' possibile contattare il Numero Verde per la
Formazione professionale - tel. 800955154.
Art. 10
Ammissibilita' e valutazione
I progetti sono ritenuti ammissibili ed approvabili se:
- pervenuti almeno entro la data di scadenza indicata nel precedente
articolo 9;
- presentati da soggetto ammissibile;
- compilati sull'apposito formulario;
- coerenti con la misura/e di riferimento, con le finalita' generali
del presente bando ed in generale con le linee di programmazione
regionale;
- completi delle informazioni richieste.
Un requisito indispensabile e' la presenza di moduli sulla sicurezza
sul lavoro in tutti i percorsi formativi finalizzati all'inserimento
lavorativo.
L'istruttoria di ammissibilita'/approvabilita' viene eseguita a cura
del Servizio regionale competente.
Le domande ammissibili sono sottoposte a successiva valutazione.
Le operazioni di valutazione sono effettuate da un "nucleo di
valutazione" interno all'Assessorato. E' facolta' del nucleo di
valutazione richiedere chiarimenti e/o integrazioni sui progetti.
I criteri di valutazione per la valutazione dei progetti formativi
sono i seguenti:
Criteri e punteggi Punt. max
1) Obiettivi del progetto 7
1.1) Chiarezza della loro articolazione ed efficacia/coerenza
rispetto alle finalita' dell'azione di riferimento
2) Integrazioni del progetto con il Docup Obiettivo 2
della Regione Emilia-Romagna 3
3) Struttura progettuale
3.1) Coerenza della struttura progettuale (corretta
articolazione delle azioni, coerenza dei contenuti
ed integrazione tra obiettivi progettuali e strumenti
di intervento) 10
3.2) Qualita' delle attivita' proposte, complessita' 20
integrazione, loro grado di innovativita'/sperimentalita',
con correlati elementi oggettivi di verifica)
3.3) Occupabilita' (impatti attesi, diretti ed indiretti, 10
sui destinatari finali rispetto al contesto di riferimento
del progetto)
4) Economicita' (Parametri di costo) 8
5) Interregionalita' dell'azione (va dimostrata 8
con lettere di adesione delle Amministrazioni
regionali coinvolte)
6) Trasferibilita' dell'esperienza e validita' dei meccanismi di
pubblicizzazione e diffusione 6
7) Coerenza con le politiche del "mainstreaming" per le pari
opportunita' 10
8) Sostegno alla societa' dell'informazione 6
9) Realizzazione di percorsi integrati e approcci
individualizzati 7
10) Creazione di reti e partenariati (valore aggiunto
rispetto ad obiettivi, contenuto
e modalita' realizzative del progetto) 5
Totale 100
Il criterio relativo alla Interregionalita' dell'azione verra'
utilizzato esclusivamente ove applicabile.
Qualora sia necessario valutare soggetti per i quali non e' richiesto
l'accreditamento, si prendera' in considerazione un ulteriore
criterio di valutazione concernente la qualita'/competenza del
soggetto, fino ad un massimo di 10 punti.
Nel caso delle azioni che si configurano come attivita' di servizio
e/o forniture (tranne l'azione 5 della Misura C1) i criteri di
valutazione sono i seguenti:
Criteri e punteggi Punt. max
1) Obiettivi del progetto 10
2) Impianto metodologico complessivo 20
3) Qualita' complessiva 20
4) Trasferibilita' 10
5) Economicita' 10
6) Impatto sulle priorita' trasversali 20
7) Esperienza sui temi di interesse dell'azione 10
Totale 100
Per l'azione 5 della Misura C1 i criteri di valutazione sono i
seguenti:
Criteri e punteggi Punt. max
1) Qualita' progettuale complessiva 30
2) Coerenza degli strumenti 30
3) Praticabilita' delle soluzioni proposte rispetto alle
criticita' evidenziate 30
4) Efficacia dell'intervento in una logica di rete 10
Totale 100
Per l'Azione 1 della Misura C3 i criteri di valutazione sono i
seguenti:
Criteri e punteggi Punt. max
1) Obiettivi del progetto
1.1) Chiarezza della loro articolazione 10
1.2) Coerenza del profilo professionale con i fabbisogni
territoriali 10
2) Struttura progettuale
2.1) Coerenza tra profilo professionale individuato e figura
nazionale di riferimento 10
2.2) Architettura metodologia e didattica complessiva 10
2.3) Occupabilita' (impatti attesi, diretti ed
indiretti, destinatari finali rispetto
al contesto di riferimento del progetto) 10
3) Servizi e Misure di accompagnamento
Qualita' delle misure per l'accertamento dei requisiti di
accesso, delle metodologie per l'orientamento selettivo e dei
dispositivi per l'accreditamento degli eventuali crediti in
entrata e delle modalita' attuative dei percorsi
individualizzati 40
4) Coerenza con le politiche del "mainstreaming" per le pari
opportunita' 5
5) Economicita' del progetto 5
Totale 100
Art. 11
Tempi ed esiti delle istruttorie
Gli esiti delle istruttorie e delle selezioni dei progetti presentati
saranno sottoposti all'approvazione degli organi competenti, di
norma, entro 60 giorni dalla scadenza dei termini per la
presentazione delle candidature, a meno che il numero e la
complessita' dei progetti pervenuti non giustifichi tempi piu'
lunghi.
Le istruttorie dei progetti di cui alla presente Parte I si
concluderanno con la redazione di graduatorie di progetti per assi e
misure, fatta eccezione per le seguenti azioni per le quali verra'
finanziato un solo progetto:
- Misura A1: azione 2, azione 4, azione 6, azione 7, azione 8, azione
9, azione 10, azione 11;
- Misura A2: azione 1, azione 3, azione 4, azione 5, azione 6, azione
7, azione 8;
- Misura C1: azione 1, azione 2, azione 3, azione 4, azione 6, azione
7, azione 8, azione 9, azione 10, azione 11, azione 12, azione 14,
azione 15, azione 16, azione 17, azione 20, azione 21;
- Misura C3: azione 3;
- Misura E1: azione 7, azione 8, azione 11.
Gli esiti delle istruttorie di tutti i progetti candidati saranno
pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione e sul sito
http://sifp.regione.emilia-romagna.it - in allegato alla
deliberazione di approvazione delle attivita' ammissibili. Le schede
tecniche contenenti i giudizi e le valutazioni espresse per ogni
singolo progetto saranno consultabili, ad istruttoria ultimata,
presso la Segreteria del Nucleo di valutazione.
Art. 12
Informazione e pubblicita'
I soggetti finanziati devono attenersi strettamente al Regolamento
comunitario vigente in tema di informazione e pubblicita' degli
interventi dei Fondi strutturali (Reg. CE 1159/2000 pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale della Comunita' Europea L. 130/30 del 31/5/2000).
Art. 13
Tutela della privacy
Tutti i dati personali di cui l'Amministrazione venga in possesso in
occasione dell'espletamento del presente procedimento verranno
trattati nel rispetto della Legge 675/96 e successive modificazioni.
PARTE II
Interventi di promozione di Piani formativi aziendali, settoriali e
territoriali e sviluppo della prassi della formazione continua (Legge
236/93) di cui al decreto direttoriale n.511/V/2001 del Ministero
del Lavoro e delle Politiche sociali, pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale n. 12 del 5/1/2002
Art. 1
Finalita' generali
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con decreto
direttoriale n. 511/V/2001, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 12
del 5/1/2002, e con i "Criteri generali riguardanti interventi di
promozione di piani formativi aziendali, settoriali e territoriali e
sviluppo della prassi della formazione continua" allegati al decreto
stesso, che qui si intendono integralmente richiamati, orienta le
iniziative di formazione a favore dei lavoratori per aggiornare ed
accrescere le loro competenze e per sviluppare la competitivita'
delle imprese, ai sensi di quanto stabilito dalle disposizioni della
Legge n. 196 del 24 giugno 1997 in materia di promozione della
formazione continua e dalla Legge 236/93 per finanziare Piani
formativi aziendali, territoriali o settoriali concordati tra le
parti sociali.
Per Piano formativo si intende un programma organico di azioni
formative concordato tra le parti sociali e rispondente ad esigenze
aziendali, settoriali o territoriali. Il Piano formativo e'
sottoscritto dalle parti che lo promuovono.
Art. 2
Soggetti ammessi alla presentazione dei progetti
Gli interventi di cui al succitato decreto ministeriale potranno
essere presentati ed attuati da imprese, associazioni temporanee di
impresa, consorzi di impresa ed enti di formazione.
Nello specifico caso connesso alla presentazione di progetti da parte
di organismi misti, quali le associazioni temporanee di impresa, gli
stessi dovranno indicare, all'interno del formulario, l'intenzione di
costituirsi in ATI indicando specificatamente i ruoli, le competenze
e la suddivisione finanziaria dei singoli soggetti nell'ambito della
realizzazione del progetto presentato.
In considerazione della particolare natura giuridica dell'istituto
dell'ATI, la cui validita' temporale risulta collegabile unicamente
alla realizzazione di un determinato progetto, e al fine di evitare
spese aggiuntive a carico del soggetto presentatore, la
formalizzazione di tale forma di collaborazione viene richiesta solo
successivamente all'avvenuta approvazione del progetto presentato e
prima dell'avvio dello stesso.
I raggruppamenti temporanei di imprese sono generalmente compatibili
con le disposizioni della normativa antitrust nella misura in cui
consentono a imprese che operano in fasi differenziate di una stessa
filiera di poter presentare la propria offerta a gare a cui
individualmente non potrebbero partecipare.
Sara' garantita la possibilita' di partecipazione degli Enti
bilaterali, istituiti come accordi interconfederali stipulati dalle
organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori
maggiormente rappresentative sul piano nazionale, alla promozione dei
piani e alla loro realizzazione. Tali Enti possono altresi'
presentare progetti.
I soggetti presentatori dei Piani formativi settoriali e territoriali
hanno l'obbligo di indicare le aziende beneficiarie degli interventi
previsti.
Ogni Piano formativo dovra' contenere indicazioni sul numero e sulle
caratteristiche dei lavoratori coinvolti.
Le aziende, presso le quali i lavoratori destinatari degli interventi
sono impiegati, si devono impegnare a garantire il cofinanziamento di
almeno il 20% del costo dell'intervento come indicato dal comma 3
dell'articolo 9 della Legge 236/93.
Le aziende beneficiarie delle attivita' dovranno comunque rispettare
quanto previsto dai regolamenti comunitari regolamenti (CE) n. 68 e
n. 69 della Commissione Europea del 12/1/2001 relativi
all'applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato CE agli aiuti
destinati alla formazione e agli aiuti di importanza minore "de
minimis", e quanto previsto nella deliberazione della Giunta
regionale n. 254 del 6/3/2001 "Approvazione regime di aiuti in
attuazione del Regolamento (CE) 68/01".
La regola del "de minimis" implica che il destinatario dell'aiuto non
puo' usufruire in 3 anni (quello per il quale si chiede il contributo
e i 2 precedenti) di finanziamenti pubblici complessivi, assegnati
sotto forma di "de minimis", superiori a 100.000 Euro a qualsiasi
titolo e da qualsiasi Amministrazione pubblica ottenuto. La
quantificazione dei finanziamenti ricevuti a tale titolo deve essere
calcolata, a ritroso, dalla data di concessione del finanziamento
delle attivita' candidate sul presente Invito.
Non entrano a far parte del tetto di contributo a titolo del "de
minimis", appena indicato, i contributi ricevuti a valere su regimi
di aiuto notificati alla Commissione Europea e da questa approvati.
La regola del "de minimis" si applica anche nel caso in cui il
beneficiario immediato del finanziamento sia altro soggetto (ad
esempio agenzia formativa o soggetto erogatore di servizi) che eroga
le attivita' finanziate a favore di una/piu' imprese specifiche anche
individuate successivamente alla presentazione del progetto.
I soggetti beneficiari del finanziamento possono optare per il "de
minimis" o per le condizioni poste nel regime di aiuto notificato. La
scelta di tale opzione deve essere chiaramente esplicitata
all'interno del progetto.
Un elenco delle leggi nazionali e regionali notificate alla
Commissione Europea in materia di aiuti di Stato dalla Regione
Emilia-Romagna e' pubblicato sul sito:
http://sifp.regione.emilia-romagna.it.I destinatari degli interventi
possono essere esclusivamente i lavoratori delle imprese assoggettate
al contributo di cui all'art. 12 della Legge 160/75, cosi' come
modificato dall'art. 25 della Legge quadro sulla formazione
professionale 845/78 e successive modificazioni. A tal proposito
l'azienda beneficiaria dell'attivita' formativa dovra' sottoscrivere
la dichiarazione comprovante il rispetto di quanto sopra. Tale
dichiarazione dovra' essere allegata al progetto, all'atto della
presentazione, unitamente all'Allegato 1 della modulistica di
presentazione contenente i dati dell'azienda.
I soggetti candidati, dovranno osservare quanto disposto nell'art. 17
della Legge 68/99 in materia di disciplina del diritto al lavoro dei
disabili che dispone che "le imprese, sia pubbliche che private,
qualora partecipino a bandi per appalti pubblici o intrattengano
rapporti convenzionati o di concessione con pubbliche
Amministrazioni, sono tenute a presentare preventivamente alle stesse
la dichiarazione del legale rappresentante che attesti di essere in
regola con le norme che disciplinano il diritto al lavoro dei
disabili, nonche' apposita certificazione rilasciata dagli uffici
competenti dalla quale risulti l'ottemperanza alle norme della legge,
pena l'esclusione". In ogni caso, le imprese beneficiarie delle
attivita', anche se non direttamente soggetti proponenti, sono tenute
a rispettare quanto sopra specificato.
Art. 3
Modalita' di selezione dei progetti
I progetti presentati verranno valutati dal Nucleo di Valutazione
regionale secondo i criteri di seguito specificati:
Criteri e punteggi Punt. max
a) Finalizzazione della domanda di contributo 30
b) Qualita' complessiva dell'intervento 40
c) Economicita' dell'intervento 30
Totale 100
Art. 4
Tempi ed esiti delle istruttorie
Gli esiti delle istruttorie e delle selezioni dei progetti presentati
saranno sottoposti all'approvazione degli organi competenti, di
norma, entro 60 giorni dalla scadenza dei termini per la
presentazione delle candidature, a meno che il numero e la
complessita' dei progetti pervenuti non giustifichi tempi piu'
lunghi.
Le istruttorie dei progetti di cui alla Parte II dell'Allegato A) si
concluderanno con la redazione di una graduatoria per ordine di
punteggio conseguito.
Gli esiti delle istruttorie di tutti i progetti candidati saranno
pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione e sul sito
http://sifp.regione.emilia-romagna.it in allegato alla deliberazione
di approvazione delle attivita' ammissibili. Le schede tecniche
contenenti i giudizi e le valutazioni espresse per ogni singolo
progetto saranno consultabili, ad istruttoria ultimata, presso la
Segreteria del Nucleo di valutazione.
Art. 5
Durata degli interventi
Le attivita' dovranno avviarsi entro 30 giorni a partire dalla
notifica dell'ammissione a finanziamento ai soggetti promotori dei
progetti e dovranno concludersi entro 12 mesi dalla data dell'avvio
delle attivita'.
Le aziende assegnatarie degli interventi previsti dal Piano, si
dovranno impegnare a rispettare le regole comunitarie in materia di
aiuti alla formazione e potranno beneficiare di un contributo
pubblico massimo fissato in Euro 25.822,84.
Viene fissato limite massimo di contributo pubblico per il
finanziamento dei piani settoriali e territoriali in Euro 516.456,90.
Vi e' inoltre la possibilita' di presentare Piani Settoriali relativi
ad imprese ubicate in diverse regioni, evidenziando le quote di
pertinenza di ogni singola regione.
Art. 6
Risorse finanziarie
Allo scopo di sostenere le iniziative indicate vengono utilizzate
risorse pari ad Euro 5.135.265,19.
Art. 7
Modalita' e termini per la presentazione dei progetti
I progetti dovranno pervenire entro le ore 12,30 del 23 aprile 2002.
Nella giornata suddetta i progetti stessi dovranno essere presentati
presso la Regione Emilia-Romagna - sala 5 - Viale Silvani n. 6 -
Bologna (ex sala Consiglio regionale).
Nei giorni precedenti la scadenza succitata i progetti verranno
ritirati, dalle ore 9 alle ore 12,30, presso l'Assessorato Scuola,
Formazione professionale, Universita', Lavoro e Pari opportunita' -
Servizio Programmazione e valutazione progetti - Viale A. Moro n. 38
- 40127 - Bologna - quinto piano - stanza n. 505.
Le domande inviate tramite servizio postale dovranno pervenire
mediante raccomandata con ricevuta di ritorno e comunque entro e non
oltre la scadenza indicata all'indirizzo corrispondente alla sede
dell'Assessorato.
La richiesta di finanziamento dovra' essere presentata in regola con
le vigenti normative sul bollo, firmata dal legale rappresentante
dell'organismo presentatore o da un suo delegato e dovra' avere in
allegato la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorieta'
concernente l'ottemperanza all'art. 17 Legge 68/99 e attestante il
rispetto della legge in materia di antimafia.
Ove non sia necessario l'accreditamento il soggetto deve inviare
unitamente alla richiesta di finanziamento, la scheda informativa per
la registrazione nell'archivio regionale dei soggetti, che e'
possibile trovare all'interno dell'applicativo informatico "Attivita'
formative 2002", unitamente alla documentazione richiesta.
I progetti dovranno essere presentati sull'apposito formulario
compilato in ogni sua parte. Dovranno essere consegnati in n. 2 copie
cartacee unitamente al supporto informatico (floppy disk) di identico
contenuto e dovranno essere corredati delle autodichiarazioni,
firmate dai legali rappresentanti delle aziende beneficiarie
dell'attivita' formativa, comprovanti il rispetto del versamento del
contributo dello 0,30% di cui all'art. 12 della Legge 160/75, cosi'
come modificato dall'art. 25 della Legge quadro sulla formazione
professionale 845/78 e successive modificazioni. Dovranno essere
corredati altresi' dell'Allegato 1 alla modulistica di presentazione,
contenente i dati essenziali dell'azienda stessa.
Detto formulario ed il relativo floppy disk sono disponibili presso
la Direzione generale Cultura, Formazione e Lavoro della Regione
Emilia-Romagna, Sistema Informativo Lavoro, Formazione professionale,
Scuola - Viale Aldo Moro n. 38 - sesto piano - oppure e' possibile
scaricarli dal sito Internet http://sifp.regione.emilia-romagna.it
Per qualsiasi informazione e/o chiarimento in merito ai contenuti del
presente Allegato e' possibile contattare il Numero Verde per la
Formazione professionale - tel. 800955154.
PARTE III
PIANO FINANZIARIO
FSE/FNR Risore statali Risorse statali /RER "Apprendistato"
(Legge 236/93)
Asse A Euro 3.500.000
Asse B Euro 2.100.000
Asse C Euro 18.000.000
Asse D Euro 2.100.000
Asse E Euro 5.200.000
Totale Euro 30.900.000 664.680,03 5.135.265,19