REGIONE EMILIA-ROMAGNA - ASSESSORE ALLA SANITA'

CIRCOLARE DELL'ASSESSORE ALLA SANITA' 8 maggio 2001, n. 9

Protocollo d'intesa con le OOSS - CGIL-CISL-UIL: Assistenza specialistica ambulatoriale: i tempi di attesa ed il governo delle liste di attesa

Ai Direttori generali, ai Direttori sanitari, ai Direttori                      
amministrativi delle Aziende sanitarie della regione Emilia-Romagna,            
ai Responsabili di Distretto, e p.c. al Direttore generale                      
dell'Agenzia Sanitaria regionale                                                
Il 12 aprile 2001 e' stato siglato un Protocollo d'intesa con le                
organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL Emilia-Romagna sul tema                  
"Assistenza specialistica ambulatoriale: i tempi di attesa ed il                
governo delle liste di attesa".                                                 
Tale Protocollo precisa e sviluppa gli obiettivi che il SSR ha                  
assunto per la gestione delle liste di attesa e per il contenimento             
dei tempi di attesa, in riferimento a quanto gia' stabilito con la              
direttiva 1296/98, con la circolare 10/99 e nel Piano delle Azioni              
per l'anno 2000. In particolare l'attenzione e' stata focalizzata               
sugli aspetti di trasparenza del sistema di prenotazione, di                    
erogazione delle prestazioni e di gestione delle liste di attesa.               
Il presupposto necessario per garantire la trasparenza nei confronti            
dei cittadini e' l'adeguamento del Sistema informativo regionale per            
la rilevazione delle liste e dei tempi di attesa.                               
Gli obiettivi generali su cui il Servizio sanitario regionale si                
impegna per il 2001 sono:                                                       
- offrire ai cittadini prestazioni di specialistica ambulatoriale               
appropriate e con tempi adeguati alle condizioni cliniche del                   
paziente;                                                                       
- assicurare un uso razionale e appropriato delle risorse                       
professionali disponibili per raggiungere una migliore efficienza               
delle prestazioni specialistiche ambulatoriali;                                 
- ottimizzare il patrimonio tecnologico a disposizione;                         
- raccordare l'attivita' di produzione ed erogazione svolta da tutte            
le strutture pubbliche e private con il sistema delle prenotazioni;             
- garantire a tutti i cittadini il rispetto dei tempi massimi di                
attesa individuati dalle direttive regionali e dalle delibere delle             
Aziende sanitarie.                                                              
Il monitoraggio del grado di raggiungimento degli stessi riguardera':           
- la rilevazione dei tempi di attesa delle prestazioni specialistiche           
ambulatoriali in ambito regionale ed aziendale;                                 
- la rilevazione dei dati di attivita' delle prestazioni                        
specialistiche per esterni effettuate negli ambulatori ospedalieri e            
distrettuali, pubblici e privati accreditati;                                   
- la rilevazione delle iniziative intraprese in ambito aziendale per            
la formulazione di priorita' cliniche di accesso.                               
A questo fine l'Assessorato si e' impegnato, tra l'altro, a                     
predisporre, in collaborazione con le Aziende sanitarie, uno                    
schema-tipo di relazione semestrale per le Conferenze dei Sindaci e             
per le organizzazioni sindacali territoriali, con la quale le Aziende           
Unita' sanitarie locali forniranno le valutazioni sull'andamento                
delle attivita' della specialistica ambulatoriale e sulle azioni e              
gli strumenti messi a punto in ambito distrettuale e aziendale.                 
Tale strumento verra' utilizzato anche a livello regionale per                  
effettuare valutazioni con le OOSS in merito ai volumi di attivita'             
destinati alla specialistica, all'andamento dei tempi di attesa e               
alla attuazione dei piani annuali di attivita' per la specialistica             
ambulatoriale.                                                                  
Momenti di confronto sia a livello regionale sia aziendale sono                 
inoltre previsti per verifiche sui diversi punti trattati dal                   
protocollo.                                                                     
I principali settori di intervento previsti dal protocollo sono:                
1) Sistema delle prenotazioni: rete CUP                                         
Le Aziende devono completare il collegamento in rete entra il 2001 in           
modo tale da assicurare al cittadino l'informazione complessiva                 
sull'intera offerta di prestazioni disponibili in ambito provinciale,           
sia presso strutture pubbliche sia presso strutture private                     
accreditate.                                                                    
La gestione efficiente delle liste di attesa richiede una revisione             
periodica delle stesse, in particolare per le prestazioni con tempi             
di attesa superiori a 30 giorni, per le quali la frequenza con cui le           
persone iscritte nelle liste non si presentano varia fra il 10 e il             
20%. Le modalita' individuate trovano attuazione:                               
- interpellando il paziente (per prestazioni con tempi di attesa                
lunghi e per TAC e RMN);                                                        
- implementando funzionalita' dei CUP atti a individuare appuntamenti           
multipli per la stessa prestazione richiesti dallo stesso cittadino;            
- mettendo in atto forme di ottimizzazione dell'utilizzo delle                  
tecnologie presenti, anche attraverso modalita' concordate di liste             
sovrannumerarie e di recupero programmato degli abbandoni e delle               
rinunce.                                                                        
2) Gestione dell'offerta                                                        
- L'ottimizzazione della gestione dei volumi di prestazioni offerte             
richiede una prima distinzione tra agende "a CUP" ed agende "non a              
CUP" e, all'interno di ciascuna di esse, la suddivisione delle                  
prestazioni destinate alle urgenze, all'attivita' programmabile e               
all'attivita' di controllo.                                                     
- Tra le attivita' "non a CUP" va considerata in maniera specifica              
l'attivita' ambulatoriale complessa quale il day service (da                    
istituirsi entro il 2001 come indicato nella direttiva 2142/00), gli            
ambulatori specialistici di II e III livello collocati presso i                 
Presidi ospedalieri e Aziende ospedaliere. Anche per queste occorre             
definire i volumi prestazionali programmati.                                    
Nell'accordo viene precisato che nei Presidi e nelle Aziende                    
ospedaliere la quota di attivita' diagnostica rivolta ai ricoverati             
assorbe una parte rilevante delle risorse professionali e                       
tecnologiche della struttura, limitando la quota disponibile per                
l'assistenza specialistica ambulatoriale.                                       
La programmazione dell'offerta per l'attivita' ambulatoriale delle              
Aziende ospedaliere e dei Presidi ospedalieri sara' predisposta,                
pertanto, secondo i contratti di fornitura/accordi concordati con               
l'Azienda Unita' sanitaria locale di riferimento, con le                        
articolazioni sopra indicate.                                                   
3) Uso ottimale del patrimonio tecnologico                                      
Al fine di rispettare i tempi di attesa delle prestazioni                       
diagnostiche strumentali ad alta tecnologia, si e' concordato sulla             
opportunita' di ampliare, ove non gia' realizzato, l'orario di                  
funzionamento delle attrezzature.                                               
A questo scopo sara' predisposta, per TAC e RMN, una apposita                   
rilevazione rivolta a quantificare il numero di indagini eseguite,              
con riferimento alla singola apparecchiatura.                                   
Da parte sindacale e' stata sollecitata una particolare attenzione              
sul monitoraggio, a livello aziendale, dell'utilizzo degli ecografi.            
4) Rilevazione dei tempi di attesa                                              
Entro il 2001 sara' predisposto un sistema informativo regionale in             
grado di rilevare in modo continuo i tempi di attesa di tutte le                
prestazioni ambulatoriali, realizzando una interfaccia con i CUP                
aziendali.                                                                      
Nel corso del 2001 a livello regionale proseguira' il monitoraggio              
trimestrale dei 16 gruppi di prestazioni gia' rilevate nell'anno                
2000. Il monitoraggio sara' esteso alle nuove criticita' rilevate               
entro aprile 2001 e comprendera', in maniera mirata, anche                      
particolari criticita' evidenziate presso singole aziende.                      
Particolare attenzione sara' posta inoltre:                                     
- ai tempi di refertazione con una apposita rilevazione riguardante             
TAC, RMN ed ecografie;                                                          
- ai percorsi necessari per garantire l'effettuazione delle                     
prestazioni urgenti ed urgenti differibili.                                     
5) Appropriatezza                                                               
Il protocollo ha posto l'accento sul fatto che le liste di attesa               
fanno emergere il legame tra appropriatezza clinica ed appropriatezza           
organizzativa ("fare la cosa giusta al momento giusto"), quali                  
presupposti per assicurare l'equita' nell'accesso alla specialistica            
ambulatoriale.                                                                  
Le aziende sanitarie hanno in questi anni individuato percorsi di               
accesso sulla base di linee guida concordate.                                   
necessario ora trovare un livello di condivisione esteso al livello             
regionale per definire criteri generali di riferimento e modalita' di           
monitoraggio dei percorsi. Prioritariamente saranno attivati gruppi             
di lavoro regionali sui percorsi delle urgenze ambulatoriali e                  
sull'accesso alle prestazioni di TAC e RMN.                                     
A livello regionale saranno inoltre predisposte indicazioni generali            
per l'esecuzione di prestazioni quali eco-doppler ed ecografia                  
internistica, tenendo conto delle linee guida esistenti e dei                   
percorsi diagnostico-terapeutici attuati dalle aziende.                         
Saranno inoltre fornite specifiche linee guida per la densitometria             
ossea.                                                                          
6) Interrelazioni tra i principi di riferimento dell'attivita'                  
istituzionale di specialistica ambulatoriale e l'attivita' libero               
professionale intramuraria                                                      
Da parte sindacale e' stato sollevato, con preoccupazione, il                   
problema dei tempi di attesa dell'attivita' libero-professionale                
intramuraria in relazione a quelli dell'attivita' istituzionale e               
sono state richieste modalita' omogenee di attuazione della                     
regolamentazione e di monitoraggio. A questo fine l'Assessorato                 
intende emanare entro maggio 2001 indirizzi in materia di attivita'             
libero-professionale intramuraria.                                              
In particolare si e' convenuto sulla necessita' che l'attivita'                 
libero-professionale intramuraria sia organizzata in modo tale da non           
creare interferenze con la programmazione istituzionale aziendale e             
sulla opportunita' di potenziare la rilevazione dei volumi di                   
prestazioni erogate in libera professione intramuraria per effettuare           
valutazioni quali-quantitative, sui rapporti tra volumi di attivita'            
libero professionale e volumi di attivita' istituzionali.                       
A tal fine i flussi informativi per l'attivita' specialistica                   
ambulatoriale comprenderanno anche le prestazioni effettuate in                 
regime di libera professione intramuraria; a parita' di codici di               
prestazione per consentire le verifiche con i corrispondenti volumi             
di attivita' istituzionale.                                                     
Si rimanda al testo del protocollo per un'analisi piu' approfondita             
dei punti oggetto del protocollo d'intesa.                                      
L'ASSESSORE ALLA SANITA'                                                        
Giovanni Bissoni                                                                
PROTOCOLLO D'INTESA                                                             
Il 12 aprile 2001 si sono incontrati:                                           
- l'Assessore alla Sanita' della Regione Emilia-Romagna                         
- le organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL Emilia-Romagna                      
sul tema: "Assistenza specialistica ambulatoriale: i tempi di attesa            
ed il governo delle liste di attesa".                                           
Le parti concordano.                                                            
Premessa                                                                        
Il Piano sanitario regionale 1999-2001 indica come obiettivo per                
l'assistenza specialistica ambulatoriale la realizzazione di un                 
modello che permetta la presa in carico del paziente sia in termini             
organizzativi (semplificazione delle procedure di accesso alle                  
prestazioni) sia in termini clinico assistenziali per i casi piu'               
complessi (gestione clinica complessiva del paziente a cura dello               
specialista, fino alla definizione del problema e al rinvio al medico           
di famiglia).                                                                   
La gestione delle liste di attesa e' un obiettivo prioritario sia per           
qualificare la capacita' programmatoria e gestionale dei servizi                
sanitari, sia per la esigibilita' del diritto alla salute dei                   
cittadini.                                                                      
Il tempo di attesa e' un aspetto fondamentale dei criteri                       
tecnico-operativi dei servizi sanitari: efficacia, appropriatezza,              
efficienza, che dipendono anche dalla erogazione dei servizi "al                
momento giusto", quando il paziente possa effettivamente                        
beneficiarne, non dopo il deterioramento o il peggioramento delle sue           
condizioni cliniche. Da questo punto di vista, le liste di attesa               
fanno emergere il legame tra appropriatezza clinica ed appropriatezza           
organizzativa: "fare la cosa giusta al momento giusto" implica                  
necessariamente capacita' organizzative e gestionali da parte dei               
servizi e degli operatori per garantire la tempestivita' necessaria,            
quando e' necessaria.                                                           
In secondo luogo, il tempo di attesa rappresenta per i cittadini una            
occasione di concreto riscontro di quanto i servizi si facciano                 
carico dei loro bisogni assistenziali. Nei rapporti fra cittadini e             
servizi sanitari le liste di attesa assumono, di fatto, un'importanza           
particolare nella percezione da parte dell'utente (con un connotato             
di sgradevolezza), come indicatore della capacita'/possibilita' di              
soddisfare la domanda da parte dell'offerta.                                    
Infine, il tempo di attesa rimanda ai valori etico-sociali cui il               
nostro Servizio sanitario nazionale fa riferimento. Il principio                
della equita' nell'accesso ai servizi ("a ciascuno secondo i suoi               
bisogni") trova infatti immediata occasione di verifica sul tema                
delle liste di attesa nella misura in cui queste ultime rappresentano           
la capacita' dei servizi di rispondere con modalita' e tempi                    
funzionali ai reali bisogni assistenziali dei cittadini.Per tutte               
queste ragioni pochi altri temi, come quello delle liste di attesa,             
riconducono al significato delle parole chiave e dei principi che               
ispirano il modo di operare del Servizio sanitario regionale. La                
riduzione dei tempi di attesa assume quindi un'importanza                       
particolare, sia come indicatore della capacita' di soddisfare la               
richiesta rivolta alle strutture che erogano le prestazioni, sia come           
percezione della efficienza del servizio da parte dei cittadini.                
Punto A                                                                         
Il progresso tecnologico sanitario supporta ed accelera il passaggio            
di molte attivita' dal regime di ricovero ordinario a quello di                 
assistenza ambulatoriale che, mano a mano, va differenziandosi in               
attivita' ambulatoriale semplice e complessa.                                   
Questa evoluzione acuisce il problema delle liste di attesa e rende             
necessaria l'adozione di strategie di governo innovative, capaci di             
superare gli approcci tradizionalmente impiegati per affrontare la              
questione delle liste di attesa, basati unicamente sull'aumento                 
dell'offerta.                                                                   
Il ricorso a strategie di mero aumento dei volumi di prestazioni per            
ridurre i tempi di attesa e' stato spesso la tentazione dominante, a            
partire dalla assunzione che "l'attesa", a prescindere dalla sua                
durata e dalle sue motivazioni (vale a dire a prescindere dal "quanto           
a lungo si attende" e dal "quale tipo di prestazione si attende") sia           
sempre e comunque un fatto negativo inaccettabile.                              
Questa impostazione rischia di essere tuttavia nello stesso tempo               
inadeguata e pericolosa, e in ogni caso limitata.                               
Infatti, le esperienze nazionali ed internazionali dimostrano che               
l'incremento dell'offerta dei servizi:                                          
- e' destinata all'insuccesso nei tempi medio-lunghi;                           
- dilata le risposte inefficaci perche' non agisce sulla                        
appropriatezza della domanda;                                                   
- aumenta i rischi sanitari dei cittadini in quanto li espone a                 
prestazioni inefficaci e inappropriate;                                         
- non consente un utilizzo ottimale delle risorse pubbliche e                   
private, che, in un contesto di risorse definite, provoca evidenti              
sprechi.                                                                        
Gli interventi per ridurre i tempi di attesa, perche' siano efficaci,           
non possono essere limitati al solo potenziamento dell'offerta, ma              
debbono prevedere il concorso di altri fattori che comprendono sia un           
aumento dell'efficienza nell'uso delle risorse disponibili ed una               
verifica dell'appropriatezza clinica della domanda, sia interventi              
volti a rendere i cittadini utenti dei servizi piu' consapevoli della           
effettiva rilevanza del tempo di attesa in relazione alla propria               
condizione.                                                                     
Il presente accordo, pertanto, non si muove nella logica del "tutto e           
subito", ma punta a realizzare l'obiettivo "cio' che serve quando               
serve".                                                                         
Questo spirito era gia' presente nelle direttive e circolari                    
regionali, frutto anche del confronto sindacale, ed ha consentito,              
attraverso un percorso partecipato con le parti sociali e l'utenza,             
di intervenire sui tempi di attesa.                                             
Punto B                                                                         
Gli elementi essenziali che debbono orientare la riorganizzazione               
dell'attivita' specialistica ambulatoriale e gli interventi sulle               
liste di attesa sono, in particolare:                                           
- la certezza della risposta: attraverso la definizione dei volumi di           
attivita', per tipologia di prestazioni ed in rapporto alla                     
popolazione, necessari per rispondere ai bisogni presentati in un               
determinato ambito territoriale (distretto, Azienda Unita' sanitaria            
locale);                                                                        
- la trasparenza dei criteri e delle modalita' di accesso: la                   
gestione delle liste di attesa e l'accesso ai servizi seguono criteri           
espliciti e verificabili da parte dei cittadini. Il principio della             
trasparenza e' alla base anche delle modalita' per la prenotazione e            
l'accesso alle prestazioni in regime di libera professione, da                  
definire secondo percorsi dedicati e distinti da quelli                         
dell'attivita' ambulatoriale effettuata in regime di istituto, come             
previsto dal punto F del presente protocollo;                                   
- la appropriatezza: diretta ad assicurare ai cittadini prestazioni             
efficaci per la patologia per cui sono richieste, nella quantita'               
giusta e con tempi di risposta adeguati rispetto allo specifico                 
bisogno assistenziale;                                                          
- l'equita' di accesso, riferita:                                               
- agli ambiti territoriali, con l'obiettivo di ridurre la                       
variabilita' dei tempi di attesa per la medesima prestazione tra                
Aziende Unita' sanitarie locali e tra distretti, anche attraverso un            
loro riequilibrio;                                                              
- alla gravita' e tipo di patologia con percorsi individuati sulla              
base del principio di appropriatezza, secondo linee guida adottate              
dagli specialisti e dai medici di medicina generale (esigenze                   
assistenziali definite sulla base delle caratteristiche cliniche;               
es.: tempo massimo di attesa tra la mammografia di screening positiva           
e il trattamento chirurgico).                                                   
In altre parole, le priorita' di accesso devono essere individuate              
sulla base di criteri clinici, eventualmente integrati da fattori di            
contesto rilevanti quali le necessita' lavorative dei pazienti, la              
loro capacita' di continuare a gestire autonomamente le attivita'               
della vita quotidiana, ecc.                                                     
Punto C                                                                         
Il DLvo 124/98 ha demandato alle Regioni la definizione di criteri              
per la determinazione del tempo massimo di attesa per l'accesso alle            
prestazioni specialistiche e l'adozione di appositi programmi                   
finalizzati a garantire l'accessibilita' e la tempestivita' di                  
erogazione delle prestazioni specialistiche.                                    
La Regione Emilia-Romagna ha emanato una apposita direttiva che ha              
affrontato il problema nel contesto della complessiva                           
riorganizzazione dell'attivita' ambulatoriale - vista come entita'              
organizzativa specifica e complementare alle funzioni ospedaliere, di           
ricovero ordinario e di day hospital - con indicazioni precise per la           
corretta gestione delle liste di attesa e per il monitoraggio dei               
tempi di attesa.                                                                
Nel mese di settembre 1998, i Direttori generali delle Aziende                  
sanitarie hanno deliberato i tempi massimi di attesa per l'assistenza           
ambulatoriale, assumendo impegni espliciti nei confronti dei                    
cittadini.                                                                      
La Regione, nel 1999, ha quindi fissato il rientro dei tempi di                 
attesa entro gli standard di 30 giorni per le visite specialistiche e           
60 giorni per esami diagnostici, ed ha indicato anche i tempi per le            
prestazioni urgenti.                                                            
L'attenzione e il monitoraggio hanno riguardato, nella fase di avvio,           
le prestazioni "critiche" e cioe' le prestazioni ad alta efficacia              
diagnostica e ad elevato contenuto terapeutico, per le quali non e'             
garantita una risposta in tempi adeguati compatibili con un iter                
diagnostico terapeutico.                                                        
Il rispetto dei tempi di attesa indicati ha costituito obiettivo                
specifico per i Direttori generali nei Piani annuali 1999-2000.                 
Contemporaneamente e' stato attivato il monitoraggio dei tempi di               
attesa, che ha richiesto la costruzione ex novo di un linguaggio                
comune di interpretazione, fondamentale per essere uniforme a livello           
regionale.                                                                      
Si e' dato inoltre avvio alla rilevazione dei volumi di prestazioni             
erogate dalle Aziende sanitarie, che permette ora di effettuare                 
valutazioni quali-quantitative del sistema di offerta regionale.                
Nel mese di aprile 2000 e' stata sottoscritta una intesa tra                    
l'Assessore alla Sanita' e le principali organizzazioni sindacali dei           
medici di medicina generale e degli specialisti pubblici, finalizzata           
principalmente a:                                                               
- ridurre il numero di accessi necessari al cittadino per fare le               
indagini specialistiche (almeno una fila in meno) attraverso                    
strumenti e procedure utilizzati dagli specialisti, che                         
prescriveranno direttamente gli eventuali esami di approfondimento,             
senza rinvio al medico di famiglia;                                             
- offrire concrete possibilita' di fare piu' prestazioni in una unica           
soluzione, o comunque con pochi accessi, attraverso un nuovo modello            
di assistenza ambulatoriale, il day service, rivolto ai pazienti con            
problemi clinici complessi.                                                     
L'avvio delle procedure concordate richiede una fase sperimentale,              
avviata a gennaio 2001, con una prima verifica a giugno 2001.Nel                
corso dei due anni di attuazione della direttiva sulla rimodulazione            
dell'assistenza specialistica, le verifiche periodiche sulle ricadute           
nei confronti dei cittadini degli interventi attuati nei diversi                
ambiti aziendali sono avvenute anche grazie alle esperienze e                   
informazioni riferite a specifici contesti locali, valutate con le              
organizzazioni sindacali, ed hanno contribuito ad individuare i                 
correttivi necessari.                                                           
I risultati del monitoraggio attivato dalla Regione sui tempi di                
attesa aziendali sono allegate al presente protocollo di intesa e               
vengono pubblicizzati attraverso il sito internet regionale con                 
aggiornamenti trimestrali.                                                      
Le azioni intraprese dalle Aziende sanitarie hanno permesso, nel                
breve periodo un contenimento dei tempi di attesa con difficolta' a             
mantenere l'obiettivo, confermando che non sono una distorsione da              
eliminare, ma un fenomeno strutturale da governare, anche ricorrendo            
ad interventi di riorganizzazione.                                              
Le parti condividendo quanto sopra convengono:                                  
gli obiettivi generali nel 2001 sono:                                           
- offrire ai cittadini prestazioni di specialistica ambulatoriale               
adeguate per le situazioni di patologia per cui sono richieste;                 
- assicurare un uso razionale e appropriato delle risorse                       
professionali disponibili per raggiungere una migliore efficienza               
delle prestazioni specialistiche ambulatoriali;                                 
- ottimizzare il patrimonio tecnologico a disposizione;                         
- raccordare l'attivita' di produzione ed erogazione svolta da tutte            
le strutture pubbliche e private con il sistema delle prenotazioni;             
- garantire a tutti i cittadini il rispetto dei tempi massimi di                
attesa individuati dalle direttive regionali e dalle delibere delle             
Aziende sanitarie.                                                              
Il monitoraggio del grado di raggiungimento degli stessi riguardera':           
- la rilevazione dei tempi di attesa delle prestazioni specialistiche           
ambulatoriali in ambito regionale ed aziendale;                                 
- la rilevazione dei dati di attivita' delle prestazioni                        
specialistiche per esterni effettuate negli ambulatori ospedalieri e            
distrettuali, pubblici e privati accreditati;                                   
- la rilevazione delle iniziative intraprese in ambito aziendale per            
la formulazione di priorita' cliniche di accesso.                               
In particolare le parti convengono che i principali settori di                  
intervento sono:                                                                
A) Sistema delle prenotazioni: rete CUP Tutte le Aziende sanitarie              
nel corso del triennio hanno sviluppato una rete telematica idonea              
per collegare i Centri unici di prenotazione (CUP) in ogni ambito               
provinciale. Hanno potenziato il numero di punti di prenotazione                
avvalendosi anche delle farmacie, dei medici di medicina generale,              
offrendo la massima accessibilita' alle prenotazioni. Le Aziende sono           
impegnate a completare, ove non avvenuto, il collegamento in rete               
rigorosamente entro il 2001 assicurando al cittadino l'informazione             
complessiva sull'intera offerta di prestazioni disponibili in ambito            
provinciale, sia presso strutture pubbliche che private accreditate,            
avendo cura di ridurre i tempi di attesa per le prenotazioni.                   
B) Gestione dell'offerta - Individuare i volumi di prestazioni rese             
disponibili dagli ambulatori per le Agende a CUP (e, ove presenti,              
per Agende gestite direttamente dagli ambulatori), suddivisi per                
destinazione dell'offerta:  per le urgenze;  per le prestazioni                 
programmabili (le prime visite, gli esami la cui esecuzione                     
tempestiva e' requisito importante per garantire un corretto iter               
diagnostico), che costituiscono l'oggetto della rilevazione dei tempi           
di attesa;  per l'attivita' di controllo (visite ed esami di                    
controllo, normalmente effettuati secondo cadenze prestabilite da               
specialisti e medici curanti). - Individuare i volumi di prestazioni            
direttamente gestiti dagli ambulatori per:  prestazioni riservate per           
le attivita' ambulatoriali complesse (day service, da istituirsi                
entro il 2001);  prestazioni riservate per l'attivita' gestita                  
direttamente dagli ambulatori per pazienti in dimissione protetta;              
prestazioni che, per l'elevata specializzazione o per l'alta                    
tecnologia, rispondono a bacini d'utenza sovra-aziendale. Sono                  
prestazioni di approfondimento diagnostico, prevalentemente rivolte a           
pazienti con diagnosi gia' accertate, effettuate da ambulatori                  
specialistici di II e III livello collocati presso i Presidi                    
ospedalieri e le Aziende ospedaliere. Per queste tipologie di                   
prestazioni, l'accesso, anche se effettuato tramite CUP, e' regolato            
attraverso appositi protocolli. Va considerato che nei Presidi                  
ospedalieri e nelle Aziende ospedaliere e' rilevante la quota di                
attivita' destinata alla consulenza e all'attivita' diagnostica per i           
ricoverati, che assorbe buona parte delle risorse professionali e               
tecnologiche limitando la quota disponibile per l'assistenza                    
specialistica ambulatoriale. Queste strutture sono tenute, comunque,            
a programmare l'offerta per l'attivita' ambulatoriale articolata come           
indicato ai punti precedenti, ponendo a CUP l'intera quota destinata            
alle prestazioni programmabili e alle urgenze, anche sulla base dei             
contratti di fornitura. A livello territoriale si attiveranno momenti           
programmati di confronto e verifica tra i Direttori generali e le               
organizzazioni sindacali firmatarie del presente protocollo.                    
C) Uso ottimale del patrimonio tecnologico Constatata la difficolta'            
di contenere in termini accettabili i tempi di attesa delle                     
prestazioni diagnostiche strumentali ad alta tecnologia (utilizzate             
prioritariamente a supporto dell'attivita' di degenza e quindi per              
l'attivita' ambulatoriale) occorre verificare e aumentare i margini             
per un aumento dell'efficienza nell'uso delle attrezzature, anche               
mediante l'ampliamento dell'orario di apertura dei servizi. Con                 
questa finalita' sara' predisposta, per TAC e RMN, una apposita                 
rilevazione rivolta a quantificare il numero di indagini eseguite,              
con riferimento alla singola apparecchiatura. Particolare attenzione,           
inoltre, verra' posta a livello aziendale sul monitoraggio delle                
ecografie. Eventuali processi di riorganizzazione che si rendessero             
necessari, saranno oggetto di confronto con le organizzazioni                   
sindacali di categoria, come previsto dalle norme contrattuali. Il              
sistema di monitoraggio consente nel 2001 la distinzione di liste di            
attesa tra le prestazioni destinate all'attivita' programmabile (per            
la quale sono stati indicati i tempi massimi di attesa), e quelle per           
l'attivita' urgente o programmata, come previsto al punto precedente,           
con eccezione delle prestazioni previste dal programma regionale di             
screening, per tumori, in quanto effettuate su chiamata diretta.                
Verificato che la frequenza con cui le persone iscritte nelle liste             
di attesa non si presentano all'appuntamento, per le prestazioni con            
tempi di attesa superiori ai 30 giorni, varia fra il 10 e il 20%, a             
seconda della tipologia di esame e dei tempi di attesa prospettati,             
si concorda che le Aziende nel 2001 potenzieranno la gestione attiva            
delle liste, ricorrendo maggiormente alla loro revisione periodica: -           
interpellando il paziente (modalita' riservata preferibilmente ai               
pazienti con tempi di attesa piu' lunghi o per prestazioni ad alto              
impegno tecnologico quali TAC e RMN); - implementando ulteriori                 
funzionalita' dei CUP per attuare una verifica periodica delle liste            
di attesa per individuare in ambito provinciale eventuali                       
appuntamenti multipli per la stessa prestazione richiesti dallo                 
stesso cittadino ovvero prestazioni gia' erogate; - attuando forme di           
ottimizzazione dell'utilizzo delle tecnologie presenti, anche                   
attraverso modalita' concordate di liste sovrannumerarie e di                   
recupero programmato degli abbandoni e delle rinunce.                           
D) Rilevazione dei tempi di attesa Il tempo rilevato e' quello minimo           
in ambito distrettuale accompagnato dalla percentuale di prestazioni            
prenotabili entro il tempo fissato (30 o 60 giorni) sul totale di               
prestazioni prenotabili alla data di rilevazione. Inoltre: - entro il           
2001 sara' predisposto un sistema informativo regionale in grado di             
rilevare in modo continuo i tempi di attesa di tutte le prestazioni             
ambulatoriali. Tale sistema servira' per ottenere un costante                   
monitoraggio dei tempi di attesa prospettati al cittadino al momento            
della prenotazione; - in attesa che tale sistema vada a regime anche            
nel 2001 saranno effettuati a livello regionale rilevazioni                     
trimestrali di tutte le prestazioni dichiarate critiche a livello               
aziendale ovvero quelle che supereranno i tempi prefissati; - la                
rilevazione almeno trimestrale, riguardera' i 16 gruppi di                      
prestazioni gia' monitorate nel corso del 2000 e le nuove criticita'            
rilevate entro aprile 2001. Nel caso quest'ultima rilevazione                   
evidenzi prestazioni critiche solo presso alcune aziende, il                    
monitoraggio periodico comprendera', in maniera mirata per le aziende           
interessate anche quelle prestazioni; - monitoraggio dei tempi di               
refertazione: il tempo di risposta adeguato per un corretto iter                
diagnostico e' riferito non solo al periodo compreso fra la richiesta           
e l'esecuzione della prestazione, ma al tempo complessivo di                    
servizio, che comprende anche la consegna del referto. Una apposita             
rilevazione riguardera' i tempi di refertazione delle prestazioni               
radiologiche (in particolare TAC, RMN ed ecografie). Qualora si                 
rilevasse che i tempi di attesa per le prestazioni programmabili (in            
particolare per quelle ad alta efficacia diagnostica) non                       
corrispondessero a quelli prefissati, i Direttori generali                      
assumeranno le dovute iniziative, anche confrontandosi con le parti             
sociali. L'Assessore alla Sanita' si impegna ad individuare entro 45            
giorni le modalita' attraverso cui le Aziende sanitarie realizzano              
percorsi per garantire l'effettuazione entro i tempi stabiliti delle            
prestazioni urgenti (24-72 ore) e urgenti differibili (7 giorni). Di            
tali modalita' sara' data adeguata informazione alle OOSS firmatarie            
del presente protocollo. La rilevazione dei volumi di attivita', che            
a regime dal 1999, permette di mettere a confronto i dati                       
sull'offerta, rilevati con il monitoraggio dei tempi di attesa, con i           
volumi complessivi delle diverse tipologie di prestazioni effettuate            
da Aziende Unita' sanitarie locali, Aziende Ospedaliere e privati               
accreditati. La Regione predisporra' uno schema-tipo di rapporto                
sulla base del quale le Aziende Unita' sanitarie locali forniranno,             
secondo criteri e linguaggi comuni, una relazione semestrale per le             
Conferenze dei Sindaci e per le organizzazioni sindacali                        
territoriali, contenente valutazioni sull'andamento delle attivita'             
della specialistica ambulatoriale e sulle azioni e gli strumenti                
messi a punto in ambito distrettuale e aziendale. Tale strumento                
sara' utile anche a livello regionale per effettuare semestralmente             
valutazioni congiunte con le OOSS firmatarie del presente accordo in            
merito ai volumi di attivita' destinati alla specialistica,                     
all'andamento dei tempi di attesa e alla concreta attuazione dei                
piani annuali di attivita' per la specialistica ambulatoriale.                  
E) Appropriatezza Nel corso del 2001 verra' avviato il monitoraggio             
degli interventi realizzati dalle Aziende sanitarie per assicurare              
l'equita' nell'accesso alla specialistica ambulatoriale secondo                 
modalita' e tempi funzionali ai reali bisogni assistenziali dei                 
cittadini ("a ciascuno secondo i suoi bisogni"). La rilevazione e'              
relativa ai percorsi di accesso individuati e concordati da medici              
specialistici e di medicina generale, e riguarda in via prioritaria i           
seguenti percorsi attivati: - per le urgenze, con i relativi volumi             
per tipologia di prestazioni; - per l'accesso alle prestazioni di TAC           
e RMN. Le iniziative tese ad agire sull'appropriatezza, condotte                
dalle aziende sanitarie in questi anni, sono state inoltre rivolte a            
prestazioni quali eco-doppler ed ecografia internistica, ad alta                
diffusione. A livello regionale saranno predisposte indicazioni                 
generali per l'esecuzione di queste prestazioni, che tengano conto              
delle linee guida esistenti e dei percorsi diagnostico-terapeutici              
attuati dalle Aziende. Per la densitometria ossea, indagine per la              
quale sussistono problemi di appropriatezza nell'accesso alle                   
prestazioni, in quanto spesso effettuate in assenza di precise                  
indicazioni cliniche, saranno fornite dalla Regione entro ottobre               
2001 specifiche linee guida. L'attuazione di queste modalita'                   
richiede non solo la condivisione dei medici coinvolti ma anche una             
diffusa informazione ai cittadini dei principi che sono alla base di            
un corretto ricorso a queste prestazioni.                                       
F) Interrelazioni tra i principi di riferimento dell'attivita'                  
istituzionale di specialistica ambulatoriale e l'attivita'                      
libero-professionale intramuraria Nell'ambito del contesto piu' sopra           
rappresentato, l'esercizio della attivita' libero professionale                 
intramuraria dei dirigenti sanitari si connota, non tanto come                  
diritto alla prestazione sanitaria, ma quale possibilita' per il                
cittadino di scegliere il medico o l'e'quipe alla quale richiedere la           
prestazione. In quanto tale l'attivita' libero-professionale                    
intramuraria dovra' essere organizzata in modo da non creare                    
interferenze con la programmazione aziendale, tesa ad assicurare la             
piena funzionalita' dei servizi pubblici e il tempestivo ed efficace            
svolgimento delle attivita' istituzionali ed i relativi volumi di               
attivita'.                                                                      
Si ritiene opportuno richiamare, anche per l'esercizio dell'attivita'           
libero professionale intramuraria i principi della trasparenza e                
dell'appropriatezza nell'accesso alle prestazioni.                              
Il richiamo al principio dell'appropriatezza nell'esercizio                     
dell'attivita' libero-professionale intramuraria conferma un aspetto            
fondamentale nell'erogazione delle prestazioni sanitarie, quale la              
necessita' di sviluppare a tutto tondo un sistema di governo della              
qualita' dell'assistenza, intesa quale dovere istituzionale delle               
Aziende e primaria responsabilita' dei clinici.                                 
La funzione di accesso ai servizi dovra' quindi essere organizzata              
secondo il principio della trasparenza in modo da consentire                    
all'utente, gia' in fase di prenotazione, una corretta informazione             
sull'offerta delle prestazioni disponibili.                                     
L'attivita' libero-professionale intramuraria dovra' prevedere un               
corretto rapporto rispetto alle attivita' istituzionali, sia per                
quanto riguarda l'attivita' espletata in forma individuale che in               
forma di e'quipe.                                                               
Sara' quindi effettuata la rilevazione dei volumi di prestazioni                
erogate, e le conseguenti valutazioni quali-quantitative, per le                
verifiche sul rispetto degli impegni assunti in sede di definizione             
annuale dei budget, sui rapporti tra volumi di attivita'                        
libero-professionale e volumi di attivita' istituzionale.                       
A tal fine i flussi informativi per la attivita' specialistica                  
ambulatoriale dovranno ricomprendere, entro il 2001, anche le                   
prestazioni effettuate in regime libero-professionale intramuraria.             
Tale rilevazione dovra' essere effettuata a parita' di codici di                
prestazione, per consentire l'effettuazione di verifiche con i                  
corrispondenti volumi di attivita' istituzionale.                               
Sulla base di queste premesse l'Assessore alla Sanita' si impegna ad            
emanare entro maggio 2001, al fine di garantirne la corretta ed                 
omogenea applicazione su tutto il territorio regionale, indirizzi in            
materia di attivita' libero-professionale intramuraria, che saranno             
oggetto di confronto preliminare con le OOSS firmatarie del presente            
protocollo.                                                                     
Nel sottoscrivere gli obiettivi sopra indicati si assume l'impegno di           
promuovere specifiche intese presso le singole Aziende sanitarie per            
realizzare un confronto anche in sede locale sull'attuazione                    
dell'accordo e sui dati del monitoraggio.                                       
Si concorda infine che il governo delle liste di attesa rappresenta             
uno specifico obiettivo aziendale che coinvolge la Direzione                    
generale, la dirigenza medica ed il comparto.                                   
Bologna, 12 aprile 2001                                                         
ASSESSORE ALLA SANITA'  ORGANIZZAZIONI SINDACALI                                
Giovanni Bissoni  CGIL (firma illeggibile)                                      
  CISL (firma illeggibile)                                                      
  UIL (firma illeggibile)                                                       
  FP - CGIL (firma illeggibile)                                                 
  FPS - CISL (firma illeggibile)                                                
  UILSANITA' (firma illeggibile)                                                
  SPI - CGIL (firma illeggibile)                                                
  FNP - CISL (firma illeggibile)                                                
  UILP (firma illeggibile)                                                      

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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