REGIONE EMILIA-ROMAGNA - CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 26 luglio 2001, n. 239

L.R. 28 dicembre 1999, n. 39 - Interventi per lo sviluppo dei sistemi agroalimentari - Programma di interventi ai sensi dell'articolo 2 (proposta della Giunta regionale in data 10 luglio 2001, n. 1368)

IL CONSIGLIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                       
Richiamata la deliberazione della Giunta regionale progr.  n.1368 del           
10 luglio 2001, recante in oggetto "L.R. 28 dicembre 1999, n. 39 -              
Interventi per lo sviluppo dei sistemi agroalimentari - Programma di            
interventi ai sensi dell'articolo 2";                                           
visto il favorevole parere espresso al riguardo dalla Commissione               
referente "Attivita' produttive" di questo Consiglio regionale,                 
giusta nota prot. n. 8954 del 18 luglio 2001;                                   
preso atto degli emendamenti presentati ed accolti nel corso della              
discussione consiliare;                                                         
visti:                                                                          
- la L.R. 28 dicembre 1999, n. 39 recante "Interventi per lo sviluppo           
dei sistemi agroalimentari";                                                    
- il documento della Commissione Europea "Orientamenti comunitari per           
gli aiuti di stato nel settore agricolo" (GUCE 2000/C 28/2) e                   
successive modifiche ed integrazioni;                                           
- la nota della Commissione Europea SG(2000) D/102305 del 13 marzo              
2000 che approva lo specifico regime di aiuti istituito con la                  
sopracitata L.R. 39/99;                                                         
richiamato il Piano regionale di sviluppo rurale della Regione                  
Emilia-Romagna, attuativo del Reg. (CE) n. 1257/1999, approvato con             
decisione della Commissione Europea C (2000) 2153 del 20 luglio 2000            
e posto in attuazione con la L.R. 2/01;                                         
considerato:                                                                    
- che la L.R. 39/99 definisce le forme di sostegno che possono essere           
attivate, le tipologie di soggetti aventi titolo ad accedere agli               
aiuti ed i principi su cui modulare i criteri di priorita',                     
demandando la fase di attuazione alla predisposizione di un apposito            
Programma di interventi che traduca in specifiche linee operative le            
finalita' alla base della legge stessa;                                         
- che, conformemente a quanto indicato all'articolo 2 della legge               
medesima, il suddetto Programma deve essere sottoposto                          
all'approvazione del Consiglio regionale e deve individuare, in                 
particolare, gli interventi da attivare, gli obiettivi operativi cui            
devono essere orientate le singole iniziative, i settori della                  
produzione di base da ammettere a sostegno, le specifiche azioni cui            
attribuire priorita', l'entita' e la natura degli aiuti nonche' le              
modalita' attraverso cui il programma dovra' essere reso operativo;             
dato atto che, coerentemente con gli obiettivi di sviluppo del                  
sistema agricolo regionale gia' individuati nell'ambito degli                   
strumenti di programmazione settoriale attualmente in vigore e sulla            
base dell'analisi delle problematiche e delle prospettive dei settore           
agroindustriale regionale, si e' provveduto a predisporre un                    
articolato Programma di interventi che sviluppa tutti i contenuti               
precedentemente esposti, allegato al presente atto quale parte                  
integrante e sostanziale;                                                       
visto l'articolo 7 dello Statuto regionale;previa votazione palese,             
all'unanimita' dei presenti,                                                    
delibera:                                                                       
1) di approvare il Programma di interventi predisposto ai sensi                 
dell'articolo 2 della L.R. 39/99 denominato "L.R. 28 dicembre 1999,             
n. 39 - Interventi per lo sviluppo dei sistemi agroalimentari" di cui           
all'Allegato A parte integrante e sostanziale della presente                    
deliberazione;                                                                  
2) di disporre la pubblicazione in forma integrale della presente               
deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia- Romagna.           
ALLEGATO A                                                                      
L.R. 28 dicembre 1999, n. 39 - Interventi per lo sviluppo dei sistemi           
agroalimentari - Programma di interventi                                        
Premessa                                                                        
La L.R. 28 dicembre 1999, n. 39 si propone di sostenere e qualificare           
il sistema delle imprese agroalimentari regionali, garantendo il loro           
stretto collegamento con i produttori agricoli di base.                         
La scelta di intervenire con una specifica forma di aiuto di stato,             
su un comparto produttivo che e' sostenuto anche da forme di                    
intervento cofinanziate, trova giustificazione nella sua diffusione a           
livello regionale, nella ricaduta che e' in grado di sviluppare                 
all'interno della filiera agricola, nei flussi economici indotti                
dalle attivita' di servizio connesse e nell'incidenza del comparto in           
termini occupazionali sul sistema economico complessivo del                     
territorio. La legge definisce le forme di sostegno che possono                 
essere attivate, le tipologie di soggetti aventi titolo ad accedere             
agli aiuti ed i principi su cui modulare i criteri di priorita',                
demandando la fase di attuazione alla predisposizione ed approvazione           
da parte del Consiglio regionale di un apposito Programma di                    
interventi, che traduca, in specifiche linee operative, le finalita'            
alla base della legge stessa.                                                   
Periodo di validita'                                                            
Il presente Programma di interventi ha validita' 2001-2003;                     
successivamente, in funzione delle mutate condizioni ed esigenze del            
sistema agroalimentare regionale, si potra' procedere ad una conferma           
del programma stesso o ad una sua riformulazione.                               
Contenuti                                                                       
Coerentemente a quanto previsto dall'articolo 2 e dall'articolo 5,              
primo comma, il presente Programma definisce:                                   
- gli interventi da attivare;                                                   
- gli obiettivi operativi cui dovranno essere orientate le singole              
iniziative;                                                                     
- i settori della produzione agricola di base da ammettere a                    
sostegno, le singole azioni cui attribuire priorita', nonche' le                
risorse da destinare a ciascuno di essi;                                        
- i criteri con cui valutare il trasferimento ai produttori agricoli            
del vantaggio economico derivante dall'attuazione delle singole                 
iniziative;                                                                     
- l'entita' e la natura degli aiuti;                                            
- le modalita' attraverso cui il programma dovra' essere posto in               
attuazione.                                                                     
Interventi da attivare                                                          
Il Programma intende:                                                           
- attivare azioni dirette a consolidare e sviluppare le imprese del             
settore, attraverso aiuti finalizzati al sostegno di investimenti               
strutturali, secondo quanto contemplato dall'articolo 3;                        
- promuovere specifici interventi per il ripristino della                       
redditivita' di imprese operanti in comparti in cui sono in atto                
profonde crisi di mercato, in relazione a quanto previsto                       
dall'articolo 8;                                                                
- promuovere azioni dirette a consolidare, rafforzare e sviluppare le           
imprese operanti nei vari settori d'intervento, attraverso aiuti al             
sostegno di investimenti strutturali, con particolare riferimento e             
prioritariamente a quelle localizzate nelle zone svantaggiate di                
montagna ai sensi della Direttiva CEE 268/75.                                   
Il presente documento e' pertanto articolato in due distinte sezioni,           
che sviluppano le problematiche ed individuano le scelte funzionali             
alle due linee di intervento precedentemente identificate.                      
Aiuti per lo sviluppo dei sistemi agroalimentari (art. 3)                       
Conformemente a quanto stabilito dall'articolo 3, si prevede di                 
sostenere i seguenti interventi:                                                
- ristrutturazione ed ampliamento di impianti esistenti, anche in               
funzione dell'introduzione di nuove tecnologie e della                          
razionalizzazione e/o riconversione dei processi produttivi;                    
- realizzazione di nuovi impianti;                                              
- acquisizione di impianti esistenti subordinatamente alla                      
realizzazione di investimenti volti alla riconversione o                        
razionalizzazione dei processi produttivi, al potenziamento                     
strutturale, all'innovazione tecnologica, nonche' a fini di                     
delocalizzazione;                                                               
- capitalizzazione di imprese cooperative in connessione dell'apporto           
di capitale sociale dei soci e subordinatamente alla realizzazione di           
investimenti ricadenti nelle tipologie precedentemente descritte.               
Questa scelta risponde a specifiche esigenze settoriali e supporta              
iniziative gia' avviate a livello regionale negli ultimi anni.                  
Il sistema agroalimentare dell'Emilia-Romagna e' infatti                        
tradizionalmente caratterizzato da un vivace tessuto di imprese,                
estremamente diversificate ed in molti casi caratterizzate da un                
elevato livello di specializzazione, che ha sempre dimostrato                   
spiccate capacita' di rispondere alle sollecitazioni esterne con                
concrete azioni di adeguamento e rinnovamento.                                  
Il settore e' stato pertanto oggetto, nell'ultimo quinquennio, di               
iniziative mirate. In particolare attraverso la L.R. 33/97                      
"Interventi per lo sviluppo di sistemi di qualita' nel settore                  
agroalimentare" e la L.R. 28/98 "Promozione dei servizi di sviluppo             
al sistema agro-alimentare" si e' agito a supporto di specifiche                
politiche di qualificazione e di sviluppo delle produzioni, mentre              
attraverso gli strumenti previsti dalla L.R. 39/99 si vuole attivare            
un programma di sostegno strutturale ai processi di consolidamento e            
riconversione in atto nell'ambito delle singole imprese.                        
Attualmente le potenzialita' e le prospettive di sviluppo del                   
segmento della filiera agroindustriale in cui si inseriscono le                 
attivita' di commercializzazione e trasformazione dei prodotti                  
agricoli di base si confrontano con sollecitazioni che investono                
trasversalmente tutto il settore e che possono essere ricondotte                
fondamentalmente alla necessita' di una maggiore flessibilita' nei              
confronti di un mercato interno ed estero in continua evoluzione,               
all'adozione di sistemi di commercializzazione differenziati, alla              
messa a punto di controlli qualitativi e sanitari estesi a tutti i              
passaggi del ciclo di lavorazione, nonche' alla fase di produzione              
della materia prima stessa. Inoltre a livello di singoli comparti si            
manifestano criticita' peculiari che richiedono un approccio puntuale           
al fine dell'adozione di efficaci soluzioni operative.                          
Gran parte delle imprese del settore manifestano conseguentemente               
l'esigenza di realizzare in tempi brevi specifici piani di                      
ristrutturazione indispensabili, anche nei comparti piu' tradizionali           
e consolidati, a garantire competitivita' in un mercato in continua             
evoluzione.                                                                     
La probabile domanda di investimenti che potra' svilupparsi a medio             
termine a livello regionale puo' essere quantificata in via                     
presuntiva sulla base dell'analisi dei dati complessivi relativi agli           
interventi che hanno usufruito di contributi pubblici nel corso del             
periodo di programmazione appena concluso (1994-1999), raffrontati,             
in valore assoluto e percentuale, all'effettiva richiesta espressa              
dai singoli settori nel medesimo periodo.                                       
Investimenti  Investimenti    N. progetti  N. progetti   Settore                
richiesti  finanziati  %  presentati  finanziati  %  miliardi L.             
miliardi L.                                                                     
Ortofrutticolo  255,516  135,589  53,06  111  66  59,46                         
Vitivinicolo  128,400  59,468  46,31  61  28  45,90                             
Lattiero   caseario  218,850  101,883  46,55  221  97  43,89                    
Carni  412,549  84,971  20,60  171  32  18,71                                   
Sementi  35,960  17,050  47,41  12  5  41,67                                    
Uova  19,000  13,800  72,63  7  5  71,42                                        
Cereali  14,530  12,600  86,72  8  5  62,50                                     
Olio  1,700  1,700  100,00  2  2  100,00                                        
Prodotti di   nicchia  11,088  3,140  28,32  16  6  57,50                       
Totali  1.097,593  430,201  39,19  609  236  38,75                              
Nel lasso temporale preso in considerazione il settore                          
agroindustriale ha potuto usufruire esclusivamente di provvedimenti             
comunitari, quali i Regg. CE 866/90, 951/97 e 2052/88 Obiettivo 5b,             
in quanto l'ultimo programma finanziario a valere sulla L.R. 20/73 e'           
stato approvato nel 1993; se si considera che su 430,2 miliardi di              
investimenti che hanno beneficiato di aiuti 356,4 sono stati                    
sostenuti da risorse cofinanziate, 25,9 da risorse aggiuntive statali           
e 47,9 da risorse aggiuntive di provenienza regionale, risulta                  
evidente la necessita' di attivare uno specifico programma di                   
sostegno strutturale ai sensi della L.R. 39/99, complementare alle              
iniziative al momento in atto nell'ambito della Misura 1g.                      
"Miglioramento delle condizioni di trasformazione e                             
commercializzazione dei prodotti agricoli" del Piano regionale di               
sviluppo rurale.                                                                
Obiettivi operativi                                                             
Le linee di sviluppo dei sistema agricolo regionale nel suo insieme             
sono individuate nell'ambito del Piano regionale di sviluppo rurale             
di cui al Regolamento (CE) 1257/99, attuale strumento di                        
programmazione del settore, nelle seguenti strategie d'intervento:              
- sostegno alla competitivita' delle imprese;                                   
- sviluppo dei sistemi locali;                                                  
- tutela e valorizzazione dell'ambiente.                                        
Gli scopi espressi nell'articolo 1, comma 2, lettera a) della L.R.              
39/99 si ritengono esplicitati, in coerenza con le suddette                     
indicazioni programmatiche, nei seguenti obiettivi operativi:                   
- qualificare e/o diversificare le produzioni anche attraverso                  
l'adozione o l'implementazione di nuove tecnologie produttive e di              
sistemi di certificazione, controllo, tracciabilita' dei prodotti;              
- garantire ai prodotti finali adeguati sbocchi commerciali, anche              
attraverso l'acquisizione di nuovi mercati;                                     
- raggiungere standard di tutela ambientale, sanitaria e di sicurezza           
sul lavoro superiori a quelli previsti dalle vigenti normative                  
nazionali e comunitarie obbligatorie;                                           
- riconvertire o dislocare impianti agroalimentari esistenti in                 
funzione di nuove esigenze di mercato, dell'introduzione di                     
produzioni a minore impatto ambientale, della salvaguardia                      
dell'occupazione.Le iniziative che concorreranno alla realizzazione             
del Programma dovranno, pertanto, essere orientate al raggiungimento            
di uno o piu' dei precedenti obiettivi, oltre a:                                
- garantire il consolidamento dell'occupazione nel settore;                     
- assicurare la partecipazione dei produttori agricoli ai vantaggi              
derivanti della realizzazione dei singoli interventi, sia in termini            
economici, sia in termini di certezza di collocazione del prodotto              
nel medio periodo.                                                              
Settori di intervento                                                           
I settori della produzione agricola di base suscettibili di aiuto,              
conformemente a quanto stabilito dall'articolo 2 della L.R. 39/99,              
sono quelli definiti nell'ambito del Piano regionale di sviluppo                
rurale della Regione Emilia-Romagna, in applicazione del Reg. (CE)              
1257/99, approvato con decisione della Commissione Europea 20 luglio            
2000 C (2000) 2153.                                                             
Le scelte operative relative ai singoli comparti, nonche' le risorse            
da destinare a ciascuno di essi, presuppongono necessariamente                  
un'analisi della realta' regionale che evidenzi in particolare i                
seguenti aspetti:                                                               
- rilevanza economica a livello regionale;                                      
- grado di integrazione della filiera produttiva;                               
- ampliamento o ridimensionamento della possibilita' di intervento in           
base agli attuali limiti settoriali;                                            
- prospettive di sviluppo e problematiche specifiche.                           
Saranno considerati individualmente il settore ortofrutticoio,                  
lattiero caseario, carne, vitivinicolo, cerealicolo, procedendo, ove            
necessario, anche ad una suddivisione intersettoriale, in quanto per            
diffusione e peso economico costituiscono la struttura portante del             
sistema agroindustriale regionale.                                              
Analogamente si operera' per sementi ed uova che, pur considerati               
correntemente comparti minori, rappresentano specifiche realta',                
altamente qualificate, peculiari del sistema produttivo regionale. I            
rimanenti settori, che occupano a tutti gli effetti nicchie                     
produttive o in cui il sostegno e' possibile solo in specifici                  
segmenti, saranno esaminati invece globalmente.                                 
Settore ortofrutticolo                                                          
I dati sulla consistenza del settore frutticolo regionale indicano,             
con riferimento alle principali colture melo, pero, pesco, nettarine,           
albicocco, ciliegio ed actinidia, una superficie attualmente                    
investita di 86.870 ettari e una produzione complessiva di 15.800.000           
quintali. Le proiezioni a breve e medio termine lasciano presupporre            
un calo di superfici a fronte di una sostanziale stabilita'                     
produttiva, dovuta principalmente all'elevata preparazione                      
professionale degli addetti ed all'ormai avviato processo di                    
riconversione varietale.                                                        
La produzione di ortaggi in Regione interessa una superficie                    
complessiva di quasi 54.000 ettari, fra coltivazioni di serra e di              
pieno campo, capaci di fornire una produzione di oltre 22 milioni di            
quintali di prodotto, cui devono sommarsi circa 2.426.000 quintali di           
patate, a fronte di 7.500 ettari investiti, e 15.500.000 quintali di            
pomodori destinati alla trasformazione, per 28.350 ettari coltivati.            
Il comparto e' in fase di stabilita' e non si presumono a breve                 
variazioni significative delle produzioni complessive, con eccezione            
per il pomodoro da industria per cui si prevede un trend in ascesa.             
La maggior parte dei quantitativi sopraindicati viene avviato alla              
commercializzazione o trasformato in Emilia-Romagna. Questo dato non            
evidenzia le reali dimensioni del comparto agroindustriale regionale            
i cui impianti assorbono in media un ulteriore 20% di prodotto,                 
calcolato sul totale regionale, reperito prevalentemente a livello              
nazionale ed in piccola parte da altri Paesi CE.                                
In prospettiva e' prevedibile un aumento dei quantitativi di                    
provenienza extra regionale lavorati determinato, nel comparto del              
fresco, dalla tendenza sempre piu' diffusa, anche nei confronti del             
mercato estero, alla commercializzazione del prodotto finito                    
attraverso la GDO che impone una gamma merceologica costante e                  
completa con conseguente necessita' di reperire, anche in funzione              
della stagionalita' del settore, prodotti in altre aree, e nel                  
comparto della trasformazione dalla presenza di impianti di elevata             
capacita' ed a alta specializzazione, su cui convergono prodotti                
provenienti da altre regioni.                                                   
Il settore nel suo complesso e' estremamente rilevante in termini               
economici ed e' riuscito a mantenere, anche in presenza di un                   
ampliamento dell'area di approvvigionamento, un'elevata integrazione            
della filiera produttiva. Su questo ultimo dato influisce                       
positivamente, oltre alla forte aggregazione dei produttori,                    
storicamente organizzati in forma cooperativa, l'applicazione del               
Reg. CE 2200/96 relativo all'Organizzazione Comune di Mercato nel               
settore degli ortofrutticoli.                                                   
Nel comparto del fresco e' possibile intervenire su tutte le                    
produzioni indicate nella tabella allegata all'articolo 1 del                   
sopracitato Reg. CE 2200/96 e sulle patate. Nel comparto                        
trasformazione, dove gli attuali limiti settoriali hanno permesso il            
superamento dei divieti precedentemente vigenti, le uniche                      
significative limitazioni di intervento riguardano il comparto del              
pomodoro, con particolare riferimento alla produzione di concentrato.           
Le prospettive di sviluppo e consolidamento del settore, le                     
problematiche con cui dovra' rapportarsi nel medio periodo e,                   
conseguentemente, il volume di investimenti che potranno essere                 
sostenuti devono necessariamente essere analizzate e valutate                   
separatamente con riferimento ai due principali comparti.                       
Attualmente il segmento degli ortofrutticoli freschi, che peraltro              
usufruisce di specifici aiuti nell'ambito dei regolamenti relativi              
alla OCM, ha il principale punto di forza nella politica di                     
qualificazione dell'intera filiera produttiva da tempo perseguita in            
ambito regionale; tuttavia questa reale potenzialita' risulta                   
condizionata, oltre che dalle inevitabili crisi legate agli andamenti           
stagionali, dalla concorrenza esercitata soprattutto dai mercati                
esteri, anche extra CE, in grado di commercializzare il prodotto a              
costi piu' bassi.                                                               
Il recupero di competitivita' del comparto esige pertanto una                   
politica di investimenti finalizzata principalmente alla                        
razionalizzazione degli impianti, in molti casi sottodimensionati e             
conseguentemente diseconomici, al costante rinnovamento delle                   
tecnologie, soprattutto relative alla fase di condizionamento e                 
conservazione del prodotto, all'adeguamento delle strutture connesse            
alla logistica ed alla movimentazione delle merci.                              
Il comparto dei trasformati, caratterizzato dalla presenza di                   
impianti di livello industriale ad alta specializzazione e di elevate           
capacita' produttive, presenta problemi strutturali minori, ma                  
manifesta ugualmente una notevole richiesta di investimento legata              
alla necessita' di riconvertire gli stabilimenti e le linee di                  
lavorazione in funzione di prodotti innovativi ad alto valore                   
aggiunto per i quali i mercati registrano una richiesta in costante             
aumento.                                                                        
Percentuali di riparto                                                          
Al settore viene attribuito il 24% delle risorse disponibili.                   
Interventi prioritari                                                           
Nel settore nel suo complesso e' riconosciuta priorita':                        
- agli investimenti funzionali all'introduzione di sistemi di                   
certificazione della qualita' e di tracciabilita' del prodotto che              
garantiscano la completa integrazione fra le singole fasi della                 
filiera produttiva;                                                             
- agli investimenti per la creazione e l'adeguamento di strutture               
connesse alla logistica ed alla movimentazione delle merci.                     
Relativamente ai singoli sottosettori precedentemente descritti e'              
accordata preferenza alle seguenti specifiche tipologie di                      
intervento:                                                                     
- sottosettore prodotti freschi:                                                
- investimenti rivolti alla concentrazione di impianti a condizione             
che la nuova struttura abbia una capacita' superiore a 10.000                   
tonnellate/anno di capacita' lavorativa e/o 7.000 tonnellate di                 
prodotto conferito;                                                             
- investimenti in nuove tecnologie funzionali al condizionamento ed             
alla conservazione del prodotto;                                                
- sottosettore prodotti trasformati:                                            
- investimenti rivolti all'introduzione di nuove tecnologie                     
produttive finalizzate all'innovazione di processo e/o di prodotto.             
Settore lattiero caseario                                                       
Negli ultimi anni la produzione di latte bovino in Emilia-Romagna e'            
rimasta sostanzialmente stabile attestandosi attorno alle 1.750.000             
tonnellate, ed e' prevedibile che anche nell'immediato futuro, stante           
il sistema di attribuzione di quote di produzione, non si registrino            
variazioni di rilievo. Quasi tutto il latte prodotto e' lavorato                
nell'ambito regionale e destinato per l'80% alla caseificazione e per           
il restante 20% prevalentemente al consumo fresco.                              
Il settore agroindustriale lattiero caseario della regione e'                   
peraltro caratterizzato dalla presenza di un elevato numero di                  
impianti di trasformazione dedicati alla produzione di formaggi                 
stagionati a denominazione d'origine protetta (Parmigiano Reggiano,             
Grana Padano, Provolone) che lavorano essenzialmente latte di                   
provenienza locale e da alcune realta' industriali di dimensioni                
rilevanti, che operano prevalentemente nel comparto del latte                   
alimentare e dei latticini freschi, il cui approvvigionamento di                
materia prima avviene anche su scala nazionale ed europea. Nel                  
comparto dei latticini freschi occorre inoltre sottolineare la                  
presenza di diverse strutture a carattere artigianale altamente                 
specializzate ed in parte dedicate a produzioni di nicchia, in                  
particolare ovicaprine, che occupano segmenti di mercato in crescita.           
L'incidenza economica del settore e' rilevante, con un elevato                  
livello di integrazione a livello di filiera produttiva, favorito               
dalla prevalenza di strutture di trasformazione, anche di grosse                
dimensioni, organizzate in forma cooperativa.                                   
Nel settore sono esclusi da ogni forma di sostegno gli interventi che           
comportino l'utilizzo di materia prima non coperta da quote di                  
produzione legalmente detenute oltre agli investimenti rivolti alla             
produzione di latte UHT, burro e siero con deroga per il biologico ed           
il QC.                                                                          
Le prospettive di sviluppo e le attuali problematiche devono                    
necessariamente essere esaminate in funzione dei singoli sottosettori           
produttivi.                                                                     
In particolare riguardo al comparto del Parmigiano Reggiano e'                  
indispensabile sostenere prioritariamente il gia' avviato processo di           
concentrazione che, nell'ultimo quinquennio, ha determinato, a fronte           
di una sostanziale continuita' produttiva, una riduzione del numero             
degli stabilimenti di trasformazione, passati da 652 nel 1995 agli              
attuali 598 (dato riferito all'intera zona di produzione).                      
Inoltre occorre completare, a livello dei singoli impianti,                     
l'adeguamento e la razionalizzazione dell'intero ciclo produttivo,              
intervenendo prioritariamente sulle carenze strutturali tuttora                 
riscontrabili nella fase di stagionatura.                                       
Questi obiettivi operativi sono da ritenersi validi anche per cio'              
che riguarda gli altri formaggi DOP prodotti nell'ambito regionale.             
Il comparto del latte alimentare presenta un trend di consumi in                
leggera crescita, riconducibile principalmente all'aumento delle                
richieste di latte fresco biologico e di alta qualita'. Cio' ha, di             
fatto, determinato una lieve contrazione delle importazioni ed un               
incremento della materia prima prodotta e lavorata in ambito                    
regionale. Una situazione sostanzialmente analoga si riscontra a                
livello di produzione dei latticini freschi, fatta eccezione per gli            
yogurt, che presentano una domanda in costante deciso aumento. In               
entrambi i comparti il mantenimento di una situazione di mercato                
sostanzialmente positiva e' legato principalmente ad una continua               
riconversione tecnologica, in funzione della diversificazione e                 
qualificazione dei prodotti finali.                                             
Percentuali di riparto                                                          
Al settore nel suo complesso viene attribuito il 22% delle risorse              
disponibili.                                                                    
Interventi prioritari                                                           
Nel settore nel suo complesso e' riconosciuta priorita':                        
- agli investimenti funzionali all'introduzione di sistemi di                   
certificazione della qualita' e di tracciabilita' del prodotto che              
garantiscano la completa integrazione fra le singole fasi della                 
filiera produttiva.                                                             
Relativamente ai singoli sottosettori precedentemente descritti e'              
accordata preferenza alle seguenti specifiche tipologie di                      
intervento:                                                                     
- sottosettore formaggi stagionati a denominazione d'origine protetta           
(Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Provolone):                                 
- investimenti rivolti alla concentrazione d'impianti a condizione              
che la nuova struttura abbia una capacita' di lavorazione superiore             
alle 2.500 tonnellate/anno di materia prima lavorata, se ubicata in             
area svantaggiata ai sensi della direttiva CEE 268/75, e di 5.000               
tonnellate/anno di materia prima lavorata se ubicata in altre aree,             
con possibilita' di deroga per le produzioni biologiche;                        
- investimenti rivolti alla razionalizzazione ed all'ampliamento                
della fase di stagionatura del prodotto;                                        
- sottosettore latte alimentare e latticini freschi:                            
- investimenti per l'introduzione di tecnologie produttive                      
finalizzate alla diversificazione, innovazione e qualificazione dei             
prodotti finali.                                                                
inoltre riconosciuta la necessita' di sostenere anche gli                       
investimenti in impianti dedicati alla lavorazione di materia prima             
di nicchia (latte ovino, caprino e di bufala).                                  
Settore carne                                                                   
Il settore agroindustriale della carne e' estremamente rilevante sia            
in termini economici sia in considerazione dei volumi di materia                
prima lavorati, in quanto alle carni di provenienza regionale,                  
soprattutto suine ed avicunicole, si aggiungono quantitativi                    
consistenti di carni, in particolare bovine, provenienti da altri               
paesi dell'Unione ed anche da Paesi extracomunitari. Il settore, che            
nell'ultimo decennio ha subito una radicale ristrutturazione in                 
funzione principalmente dell'adozione di specifiche normative                   
obbligatorie in materia igienico-sanitaria ed ambientale, presenta              
una localizzazione diffusa su tutto il territorio ed una elevata                
specializzazione intersettoriale che presuppone un'analisi                      
differenziata in relazione ai principali comparti che lo compongono.            
Gli attuali ambiti settoriali di intervento non comportano, come                
peraltro in passato, particolari vincoli operativi se si esclude il             
divieto di sostenere investimenti per lo stoccaggio e la surgelazione           
non funzionali al normale ciclo di lavorazione ed investimenti                  
funzionali all'aumento di capacita' di macellazione.                            
Le considerazioni riguardo alle specifiche caratteristiche,                     
all'attuale situazione ed alle prospettive a breve termine dei                  
settore devono essere necessariamente differenziate a livello dei               
principali comparti produttivi.                                                 
Comparto carni bovine                                                           
A livello regionale il comparto agroindustriale della carne bovina e'           
sempre stato caratterizzato dalla presenza di stabilimenti di                   
macellazione a livello industriale di grosse dimensioni; i processi             
di ristrutturazione avvenuti nell'ultimo periodo hanno di fatto                 
accentuato questa peculiarita'. Contemporaneamente si e' assistito ad           
un allargamento del campo di operativita' di alcuni di questi                   
impianti che hanno affiancato alla tradizionale attivita' di                    
macellazione e primo sezionamento le lavorazioni di secondo e terzo             
livello, con lo scopo di aumentare il valore aggiunto delle                     
produzioni e di avviare i processi di qualificazione ed                         
identificabilita' del prodotto finale resi indispensabili dalle                 
problematiche di carattere sanitario che tuttora investono il                   
comparto.                                                                       
Le aziende di allevamento regionali, anche in relazione alla                    
specifica vocazione alla zootecnia bovina da latte dell'Emilia-                 
Romagna, conferiscono solo una minima parte, in termini percentuali,            
dei capi bovini assorbiti dal corrispondente comparto                           
agroindustriale, pertanto l'approvvigionamento di materia prima,                
avviene prevalentemente a livello di bacino europeo con la                      
conseguenza di una scarsa integrazione fra i vari anelli della                  
filiera produttiva.                                                             
In prospettiva, a livello di interventi strutturali, le possibilita'            
di recupero di competitivita' da parte del comparto, attualmente                
compromesse oltre che dai gravi problemi di carattere sanitario                 
precedentemente accennati dal costante calo dei consumi, sono legate            
principalmente all'introduzione di efficaci sistemi di tracciabilita'           
del prodotto, al recupero di nicchie produttive in grado di                     
valorizzare alcune carni regionali di qualita', oltre che                       
all'ulteriore sviluppo delle fasi di seconda e terza lavorazione ed             
all'introduzione di prodotti di quarta e quinta gamma.                          
Comparto carni suine                                                            
La consistenza del numero di capi suini in Emilia-Romagna attualmente           
risulta stabilizzata intorno ai 1.800.000 capi, valore che conferma,            
nonostante le contrazioni verificatesi nell'ultimo decennio, la                 
vocazione regionale per questo tipo di allevamento. La produzione               
suinicola e' costituita principalmente dal suino pesante, macellato a           
nove mesi di eta' con un peso vivo di 160-180 Kg., le cui carni                 
vengono prevalentemente avviate in ambito regionale all'industria dei           
salumi a lunga stagionatura, prosciutti ed insaccati di alta                    
qualita', molti dei quali identificati da marchi d'origine DOP                  
(Prosciutto di Parma, Prosciutto di Modena, Culatello di Zibello,               
Salame Piacentino, Coppa Piacentina) e IGP (Mortadella di Bologna,              
Zampone di Modena, Cotechino di Modena). Questa accentuata tipicita'            
comporta tradizionalmente un solido legame fra allevamenti e                    
strutture agroindustriali, anche se le dimensioni del comparto                  
richiedono attualmente una quota crescente di materia prima                     
proveniente da regioni limitrofe e per le produzioni non identificate           
da marchi d'origine da altri Paesi dell'Unione, in particolare                  
Francia e Germania.                                                             
L'industria di trasformazione delle carni suine e' localizzata su               
tutto il territorio regionale, con una maggiore concentrazione nelle            
province dell'Emilia, ed e' caratterizzata dalla presenza di                    
stabilimenti a livello industriale, cui si affiancano un elevato                
numero di impianti artigianali di dimensioni anche ridotte, ma ad               
elevato livello di specializzazione.                                            
Le prospettive per i trasformati a base di carne suina sono nel                 
complesso positive grazie a consumi interni consolidati e ad una                
crescita particolarmente forte sul versante dell'export dove, oltre             
alla conferma dei tradizionali sbocchi commerciali, stanno aprendosi            
ottime possibilita' su mercati importantissimi quali quello                     
statunitense e giapponese.                                                      
ipotizzabile che a breve termine la richiesta di investimenti                   
strutturali si concentri su interventi di razionalizzazione e                   
potenziamento del ciclo produttivo, giustificata dalla reale                    
possibilita' di collocamento dei prodotti finiti e dalla necessita'             
di differenziare le produzioni in risposta sia a tendenze emergenti             
(biologico, QC), sia a specifiche richieste dei nuovi mercati esteri            
(allungamento del periodo di stagionatura per i mercati extra-UE,               
ecc.).                                                                          
Comparto carni avicolo                                                          
La forte incidenza del comparto avicolo e gli aspetti peculiari che             
lo identificano nell'ambito del settore globale delle carni                     
costituiscono una specifica caratteristica dell'Emilia-Romagna.                 
Questo segmento produttivo si differenzia, infatti, per l'elevata               
integrazione, che si sviluppa verticalmente a partire dalla fase                
riproduttiva fino alle trasformazioni industriali di quarta gamma,              
per l'alta specializzazione, cui corrisponde una concentrazione a               
livello territoriale, e per l'elevato tasso di auto                             
approvvigionamento che, di fatto, rende irrilevanti i quantitativi di           
materia prima di provenienza estera.                                            
Il comparto avicolo regionale e' organizzato prevalentemente in forma           
cooperativa ed a livello agroindustriale risulta caratterizzato dalla           
presenza di alcune fra le principali imprese a livello nazionale che            
concentrano su un numero limitato di impianti di grosse dimensioni la           
maggior parte della materia prima trasformata.                                  
Nel passato decennio si e' assistito ad un notevole incremento                  
quantitativo ed economico del settore legato al costante aumento dei            
consumi di carni bianche ed alla capacita' del comparto                         
agroindustriale di svilupparsi in funzione di produzioni alternative            
in grado di soddisfare le nuove richieste del mercato. Alla recente             
battuta di arresto, causata da problematiche di carattere                       
igienico-sanitario che hanno interessato la fase di allevamento, e'             
seguita una rapida ripresa tuttora in atto determinata dal fenomeno             
della BSE che ha riconvertito significativamente i consumi interni in           
favore delle carni avicole. Al di la' della situazione di mercato               
contingente, il mantenimento degli attuali positivi livelli di                  
competitivita' del comparto e' legato principalmente ad una politica            
di investimenti finalizzata alla biosicurezza, intesa come garanzia             
di qualita', oltre che ad un'ulteriore diversificazione verso                   
prodotti di quarta e quinta gamma a maggior contenuti di servizi                
aggiunti.                                                                       
Percentuali di riparto                                                          
Al settore nel suo complesso viene attribuito il 22% delle risorse              
disponibili.                                                                    
Interventi prioritari                                                           
Nel settore nel suo complesso e' riconosciuta priorita':                        
- agli investimenti funzionali all'introduzione di sistemi di                   
certificazione della qualita' e di tracciabilita' del prodotto che              
garantiscano la completa integrazione fra le singole fasi della                 
filiera produttiva.                                                             
Nell'ambito dei comparti sopradescritti e' accordata preferenza alle            
seguenti specifiche tipologie di intervento:                                    
- Comparto carni bovine                                                         
- investimenti dedicati alla lavorazione e/o trasformazione di                  
materie prime biologiche e/o coperte da marchi di qualita' conformi             
alle disposizioni comunitarie.                                                  
- Comparto carni suine                                                          
- interventi di razionalizzazione, potenziamento, innovazione                   
tecnologica del ciclo di lavorazione, compresa la fase di                       
stagionatura, di produzioni tipiche DOP ed IGT.                                 
- Comparto avicolo                                                              
- investimenti dedicati all'introduzione di tecnologia di                       
trasformazione per prodotti di terza, quarta e quinta gamma a maggior           
contenuti di servizi aggiunti.                                                  
Settore vitivinicolo                                                            
La superficie investita a vite da vino in regione mostra un trend,              
riferito all'ultimo quinquennio in leggero aumento attestandosi                 
attualmente su 63.400 ha coltivati.                                             
I dati riferiti al medesimo periodo sulla produzione complessiva di             
uva e di vino evidenziano invece un andamento discontinuo, che nel              
caso specifico e' riconducibile, al di la' delle variazioni anche               
rilevanti cui sono soggette le colture fortemente condizionate dalla            
stagionalita', al positivo fenomeno di ristrutturazione in atto nel             
settore. Le esigenze di un mercato interno ed estero che tendono                
sempre piu' a privilegiare le caratteristiche intrinseche del                   
prodotto, hanno di fatto accelerato il processo di riconversione                
colturale e delle tecnologie produttive determinando un aumento dei             
quantitativi di vini di qualita' commercializzati a scapito dei "vini           
da tavola".                                                                     
Attualmente, infatti, la viticoltura regionale concorre con oltre               
l'8% alla produzione nazionale di vini DOC, collocandosi al IV posto            
nella graduatoria dei vini di qualita', dopo Piemonte, Toscana e                
Veneto; in particolare il 12% del vino prodotto in Emilia-Romagna e'            
a denominazione d'origine ed il 40% ad indicazione geografica tipica.           
auspicabile che l'approvazione della nuova OCM vino, che prevede per            
l'Italia la possibilita' di effettuare reimpianti di vigneto per                
12.933 ettari, si traduca per l'Emilia-Romagna in una reale                     
possibilita' di incrementare ulteriormente le produzioni di qualita',           
di fatto ostacolata dalla precedente normativa comunitaria che                  
limitava l'impianto di nuovi vigneti. L'integrazione della filiera              
produttiva, tradizionalmente elevata anche in funzione di una diffusa           
presenza di strutture cooperative, attualmente circa 80, si e'                  
decisamente rafforzata contestualmente alla qualificazione del                  
settore attraverso 9 Consorzi di tutela, 14 DOC, 1 DOCG e 11 IGT,               
questi ultimi di recente costituzione e riconoscimento.A livello                
regionale il comparto agroindustriale dei vini ha una indubbia                  
rilevanza economica, e' caratterizzato da una localizzazione diffusa            
a livello di territorio e, fatta eccezione per alcuni impianti di               
elevata capacita', da strutture produttive di dimensioni                        
medio-piccole, oltre 2000 delle quali costituite da cantine                     
aziendali.                                                                      
prevedibile che a medio termine il settore sviluppera' in termini               
quantitativi una consistente richiesta di investimenti, favorita                
dalle attuali scelte di intervento che, pur confermando il sostegno             
esclusivamente a vini DOC, IGT, DOCG e VQPRD, hanno superato i                  
precedenti limiti che imponevano di non aumentare la capacita' di               
trasformazione e dalla favorevole situazione di mercato tuttora in              
atto.                                                                           
Considerato che il dimensionamento degli impianti presenti in regione           
e' sufficiente a recepire anche un aumento di offerta di materia                
prima, nel campo degli interventi strutturali le prospettive di                 
ulteriore sviluppo economico del settore del vino portano                       
necessariamente a privilegiare prioritariamente gli investimenti                
finalizzati alla qualificazione delle produzioni, ed al costante                
rinnovamento delle tecnologie nelle singole fasi di lavorazione.                
Percentuali di riparto                                                          
Al settore viene attribuito il 18% delle risorse disponibili.                   
Interventi prioritari                                                           
Le priorita' di intervento nel settore sono riconducibili alle                  
seguenti tipologie di investimento:                                             
- investimenti funzionali all'introduzione di sistemi di                        
certificazione della qualita' e di tracciabilita' del prodotto che              
garantiscano la completa integrazione fra le singole fasi della                 
filiera produttiva;                                                             
- investimenti rivolti all'introduzione di tecnologie innovative                
nelle fasi di trasformazione, conservazione, confezionamento del                
prodotto;                                                                       
- investimenti finalizzati alla creazione e all'adeguamento delle               
strutture connesse alla logistica ed alla movimentazione delle merci.           
Settore cereali                                                                 
Nell'ultimo quinquennio la situazione complessiva dei comparto                  
cerealicolo regionale e' rimasta sostanzialmente stabile sia in                 
termini di superfici investite che di produzioni conseguite,                    
attestate rispettivamente in circa 380.000 ha, cui corrisponde un               
produzione globale di pari a circa 240.000 t. ripartita fra frumento            
duro e tenero, orzo, mais e sorgo da granella, avena e riso. Anche a            
livello di singole specie, tenuto conto delle naturali oscillazioni             
proprie delle colture annuali, non si evidenziano nel periodo                   
considerato variazioni significative.                                           
Questi dati, nonostante i condizionamenti legati all'applicazione               
della PAC, confermano in maniera significativa la vocazione                     
dell'Emilia-Romagna al comparto cerealicolo, i cui punti di forza               
sono da ricondursi principalmente all'esistenza di qualificati                  
servizi di assistenza tecnica ed alla diffusione di un contoterzismo            
professionale, per cio' che riguarda la fase di produzione, alla                
presenza di affermati organismi cooperativi e consortili, a livello             
di commercializzazione. Per contro il principale limite allo sviluppo           
in termini economici del settore e' tuttora costituito dalla scarsa             
qualificazione che sotto l'aspetto strutturale si traduce in carenza            
di impianti idonei a recepire prodotti certificati. Ai fini di                  
orientare le produzioni regionali ad un significativo incremento dei            
livello qualitativo il sostegno al settore e' accordato                         
esclusivamente al comparto della commercializzazione di cereali                 
biologici e di qualita' certificata.                                            
Percentuali di riparto                                                          
Al settore viene attribuito il 5% delle risorse disponibili.                    
Interventi prioritari                                                           
Le priorita' di intervento nel settore sono riconducibili alle                  
seguenti tipologie di investimento:                                             
- investimenti funzionali all'introduzione di sistemi di                        
certificazione della qualita' e di tracciabilita' del prodotto che              
garantiscano la completa integrazione fra le singole fasi della                 
filiera produttiva;                                                             
- investimenti dedicati all'introduzione di tecnologie innovative               
nelle fasi di lavorazione, condizionamento, conservazione del                   
prodotto (compresa essiccazione).                                               
Settore sementiero                                                              
Nel comparto sementiero l'Emilia-Romagna occupa una posizione leader            
a livello italiano e comunitario in quanto detiene circa il 30% di              
tutta la produzione di seme nazionale. Questo primato e' dovuto,                
oltre che alle condizioni pedoclimatiche particolarmente favorevoli,            
alla presenza di circa 10.000 aziende estremamente specializzate ed             
alla concentrazione di 158 imprese sementiere, molte delle quali                
operanti in ambito internazionale, dotate di un livello tecnologico             
ed organizzativo eccellente.                                                    
Il comparto e' inoltre caratterizzato da una strettissima connessione           
di filiera fra le aziende produttrici e la successiva fase di                   
selezione e commercializzazione, legame da tempo regolato da                    
specifici contratti di produzione.                                              
concretamente prevedibile che dal settore emerga una consistente                
richiesta di interventi strutturali volti al mantenimento e                     
potenziamento degli attuali standard produttivi, presupposto                    
indispensabile per contrastare la concorrenza da parte di Paesi terzi           
in grado di commercializzare un prodotto qualitativamente inferiore,            
ma a costi piu' contenuti.                                                      
Percentuali di riparto                                                          
Al settore e' attribuito il 3% delle risorse disponibili.                       
Interventi prioritari                                                           
Le priorita' di intervento nel settore sono riconducibili alle                  
seguenti tipologie di intervento:                                               
- investimenti funzionali all'introduzione di sistemi di                        
certificazione della qualita' e di tracciabilita' del prodotto che              
garantiscano la completa integrazione fra le singole fasi della                 
filiera produttiva;                                                             
- investimenti dedicati all'introduzione di tecnologie innovative               
nelle fasi di lavorazione, condizionamento, conservazione del                   
prodotto.                                                                       
Settore uova                                                                    
La struttura produttiva regionale del comparto uova e'                          
caratterizzata, sia a livello di produzione sia a livello di                    
commercializzazione da un elevato numero di aziende di medie                    
dimensioni, e da alcune realta' industriali di portata europea.                 
Nel complesso il settore presenta una buona integrazione a livello di           
filiera, un alto grado di specializzazione e dinamicita', oltre ad              
una elevata capacita' di adeguare le produzioni in funzione                     
dell'evoluzione dei consumi. Queste peculiarita' hanno permesso                 
all'Emilia-Romagna di mantenere, pur in presenza di un mercato                  
tradizionalmente altalenante e di ricorrenti problematiche di                   
carattere sanitario, un ruolo leader nel settore a livello nazionale.           
In particolare, mentre la produzione di uova a livello regionale e'             
rimasta stabile nell'ultimo quinquennio, attestandosi su 2.300                  
miliardi di pezzi annui, la PLV complessiva del comparto ha subito un           
leggero incremento determinato in piccola parte dalla qualificazione            
del prodotto destinato al consumo fresco (uova extra, biologiche, a             
basso contenuto di colesterolo), che peraltro e' diminuito in termini           
quantitativi, ed in misura piu' consistente all'aumento della materia           
prima assorbita dall'industria di trasformazione.                               
Questa tendenza, associata alla necessita' di qualificare                       
ulteriormente il segmento della commercializzazione del prodotto                
destinato al consumo fresco, influira' in maniera rilevante sulla               
domanda di investimenti che il comparto agroindustriale delle uova              
sara' in grado di sviluppare nei prossimi anni.                                 
Percentuali di riparto                                                          
Al settore e' attribuito il 2% delle risorse disponibili.                       
Interventi prioritari                                                           
Le priorita' di intervento nel settore sono riconducibili alle                  
seguenti tipologie di intervento:                                               
- investimenti funzionali all'introduzione di sistemi di                        
certificazione della qualita' e di tracciabilita' del prodotto che              
garantiscano la completa integrazione fra le singole fasi della                 
filiera produttiva;                                                             
- investimenti dedicati all'introduzione di nuove tecnologie di                 
trasformazione anche in funzione di prodotti innovativi.                        
Altri settori                                                                   
Ai fini del presente Programma di interventi vengono raggruppati                
comparti che, nell'ambito dell'economia agroindustriale regionale,              
occupano a tutti gli effetti nicchie produttive o in cui le attuali             
limitazioni settoriali permettono interventi limitati a specifici               
segmenti produttivi.                                                            
- Settore olio d'oliva. La coltivazione dell'olivo in Emilia- Romagna           
interessa circa 1500 ha, cui corrisponde una produzione in olive pari           
a circa 5100 t. ed in olio di 700 t. Si tratta di un comparto                   
estremamente ristretto, ma altamente qualificato con una specifica              
localizzazione territoriale nelle aree sud orientali della regione.             
La capacita' di trasformazione dell'industria molitoria, costituita             
prevalentemente da impianti di piccole dimensioni, spesso a livello             
aziendale, e' sostanzialmente sufficiente ad assorbire la produzione            
regionale, pertanto le esigenze di intervento sono riconducibili                
prevalentemente alla necessita' di rinnovare e razionalizzare le                
tecnologie di estrazione e confezionamento. La creazione di una nuova           
DOP "Costa romagnola", per cui e' gia' stata inoltrata domanda di               
riconoscimento, potrebbe determinare la necessita' di realizzare                
anche investimenti ex novo.                                                     
- Settore aceto balsamico. Questo prodotto rappresenta una                      
peculiarita' regionale. La produzione e' di fatto concentrata, per              
cio' che riguarda l'aceto balsamico non coperto da marchio d'origine,           
in un numero limitato di stabilimenti che operano a livello                     
industriale, mentre per il prodotto DOP si riscontra una                        
frammentazione di impianti strutturati prevalentemente a livello                
aziendale. Nel settore degli aceti balsamici e' indispensabile                  
favorire prioritariamente il processo di qualificazione al momento in           
atto, limitando il sostegno solo agli investimenti rivolti a                    
produzioni coperte da DOP.                                                      
- Settore canapa. E' un comparto che in passato non e' mai stato                
sostenuto in quanto i precedenti vincoli imposti dalla CE impedivano            
di intervenire nel settore delle colture da fibra anche attraverso              
aiuti di stato. La canapa e' stata coltivata su larga scala in                  
Emilia-Romagna fino al primo dopoguerra e recentemente e' stata                 
reintrodotta con successo, l'ulteriore estensione della coltura                 
presuppone la realizzazione di specifici impianti industriali di                
prima lavorazione.                                                              
- Settore medica. Gli investimenti sono limitati esclusivamente alla            
fase di disidratazione. In considerazione dello stato di obsolescenza           
tecnica degli impianti operanti in regione ed alla luce delle recenti           
problematiche sanitarie che hanno investito il settore zootecnico,              
determinando una impennata nelle richieste di mangimi vegetali, e'              
ipotizzabile che in questo comparto si sviluppi una concreta domanda            
di investimenti.                                                                
- Settore prodotti di nicchia. In questo settore rientrano tutte le             
produzioni per cui non vengono previste specifiche quote di                     
produzione e che non sono regolate da OCM. L'estensione delle                   
Organizzazioni Comuni di Mercato a numerose categorie di prodotti che           
prima ne erano escluse, limita le produzioni che possono essere                 
ricomprese in questo raggruppamento a colture quali ad esempio i                
fiori recisi, le piante officinali, i funghi, ecc. ed a forme di                
zootecnia minore quali api, conigli, struzzi ecc. Stante la limitata            
estensione di queste specie e l'estrema frammentazione delle                    
superfici investite, non e' possibile prevedere la richiesta di                 
investimenti che potra' concretizzarsi.                                         
Percentuali di riparto                                                          
Al settore nel complesso e' attribuito il 4% delle risorse                      
disponibili.                                                                    
Interventi prioritari                                                           
A livello di raggruppamento e' attribuita priorita' alla seguente               
tipologia di intervento:                                                        
- investimenti in impianti funzionali all'introduzione e/o allo                 
sviluppo a livello regionale di nuove coltivazioni.                             
Criteri atti a valutare il trasferimento del vantaggio economico ai             
produttori di base                                                              
L'articolo 5 della L.R. 39/99 definisce gli elementi di merito che              
debbono costituire la base del sistema di valutazione dei singoli               
interventi, demandando in particolare al documento d'attuazione                 
l'individuazione delle modalita' che consentano di soddisfare il                
principio, espresso al comma 1, di accordare una specifica priorita'            
alle iniziative che assicurano il piu' elevato livello di                       
trasferimento di vantaggi economici ai produttori agricoli.                     
I criteri che definiscono il concetto di ricaduta dei benefici di una           
iniziativa sui produttori primari sono individuati nell'ambito del              
Piano regionale di sviluppo rurale di cui al Regolamento (CE) 1257/99           
e si basano sulla verifica che le imprese assicurino ai produttori di           
base una continuita' nell'approvvigionamento delle materie prime e              
una certezza nella remunerazione delle stesse.                                  
Il presente Programma, conformemente a quanto stabilito dall'articolo           
17 del DLgs 18 maggio 2001, n. 288, recepisce tale accezione, sia ai            
fini di valutare il soddisfacimento delle finalita' della legge, sia            
ai fini di accordare una specifica priorita' agli interventi che                
garantiscono i maggiori vantaggi per la componente agricola della               
filiera agroindustriale.                                                        
Pertanto, ai fini dell'accesso al regime di aiuti, dovra' essere                
introdotto uno specifico elemento di preferenza da attribuire in                
misura crescente ai progetti che garantiscano la maggiore rispondenza           
a tale condizione.                                                              
Entita' e natura degli aiuti                                                    
Il sostegno agli interventi di cui all'articolo 3 della L.R. 39/99              
sara' attivato con le risorse stanziate sul Capitolo 20053 dalla L.R.           
n. 10 del 18 aprile 2001 che approva il Bilancio di previsione della            
Regione Emilia-Romagna per l'anno finanziario 2001 ed il Bilancio               
pluriennale 2001-2003, pari complessivamente a 60 miliardi (pari ad             
Euro 30.987.414), nonche' con eventuali ulteriori risorse aggiuntive            
che potranno essere rese disponibili sul medesimo capitolo nel                  
periodo di validita' del presente Programma.                                    
L'aiuto sara' concesso sottoforma di contributi in conto capitale nel           
rispetto dei limiti previsti degli "Orientamenti comunitari per gli             
aiuti di Stato nel settore agricolo" (2000/C 28/2) e successive                 
modifiche ed integrazioni.                                                      
Modalita' attuative                                                             
Conformemente a quanto indicato nell'articolo 6 della L.R. 39/99 la             
Giunta regionale provvedera', con specifico atto, alla definizione              
dei criteri di presentazione, istruttoria, selezione, approvazione e            
finanziamento dei progetti relativi agli interventi precedentemente             
individuati.                                                                    
Promozione di interventi a favore di imprese agricole ed                        
agroalimentari in difficolta' (art. 8)                                          
L'articolo 8 della L.R. 39/99 contempla la possibilita' da parte                
della Regione di richiedere allo Stato l'avvio di iniziative a favore           
di imprese in difficolta' o di intervenire direttamente ad                      
integrazione di specifici Programmi nazionali, disposti ai sensi di             
quanto previsto dall'articolo 13, secondo comma del DLgs n. 173 del             
30 aprile 1998. Di fatto, le suddette disposizioni non istituiscono             
un regime di sostegno, ma identificano uno strumento per adeguare               
linee di intervento statali alle specifiche problematiche del                   
territorio.La materia degli aiuti di Stato per il salvataggio e la              
ristrutturazione di imprese e' disciplinata da rigorosi Orientamenti            
comunitari (1999/C 288/02), che inquadrano gli aiuti stessi entro               
rigidi schemi applicativi e limitano le possibilita' di intervento al           
verificarsi di determinate situazioni congiunturali. Questa                     
impostazione estremamente restrittiva ha di fatto ritardato                     
l'applicazione a livello nazionale delle disposizioni in materia,               
previste nel DLgs 173/98 e conseguentemente la promozione di                    
eventuali iniziative collaterali da parte della Regione.                        
Le molteplici problematiche che hanno recentemente investito l'intero           
sistema agricolo, ed in particolare il settore zootecnico, hanno reso           
tuttavia necessaria ed improcrastinabile la concreta attivazione di             
mirati interventi a sostegno delle aziende in difficolta'.                      
Questa esigenza e' stata peraltro gia' recepita dallo Stato con                 
l'articolo 121 della Legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Legge                      
finanziaria), che prevede un programma di interventi finalizzato al             
ripristino della redditivita' delle imprese agricole danneggiate da             
calamita' o da eventi eccezionali e, in riferimento alla crisi                  
determinata nel comparto bovino dall'emergenza BSE, col DL 11 gennaio           
2001, n. 1 e successiva Legge 9 marzo 2001, n. 49 di conversione.               
In particolare il comma 5 dell'articolo 7/ter della sopracitata Legge           
49/01 istituisce un regime di sostegno a favore degli allevamenti               
bovini e delle imprese di trasformazione e/o commercializzazione, in            
via esclusiva o prevalente, di carne bovina, anche ai fini                      
dell'applicazione dell'articolo 13, comma 2 del DLgs n. 173 del 30              
aprile 1998; in tal caso gli aiuti sono concessi in conto interesse a           
fronte di mutui contratti per il consolidamento di esposizioni                  
debitorie. Questa disposizione costituisce il presupposto giuridico             
che consente alla Regione di attivare, conformemente a quanto                   
disposto dal comma 2 dell'articolo 8, un proprio specifico Programma            
di interventi.                                                                  
In ambito regionale la crisi del comparto bovino conseguente al                 
fenomeno della BSE, stante la peculiare vocazione alla zootecnia da             
latte dell'Emilia-Romagna, e' stata finora contenuta a livello di               
aziende di allevamento, mentre si e' ripercossa in maniera                      
significativa sul segmento agroindustriale della macellazione,                  
determinando ingenti perdite finanziarie per le imprese, riflessi               
negativi sulle attivita' di servizio connesse, calo dei livelli                 
occupazionali del settore.                                                      
Il comparto agroindustriale della carne bovina, caratterizzato dalla            
presenza di stabilimenti di elevata capacita' che si approvvigionano            
di materia prima a livello di bacino europeo, e' infatti estremamente           
sviluppato in Regione, sia in termini economici, sia in                         
considerazione degli ingenti quantitativi di capi                               
trattati.L'emergenza BSE ha peraltro investito un tessuto produttivo            
gia' provato nell'ultimo decennio da fattori quali la necessita' di             
recepire in tempi ristretti le nuove normative igienico sanitarie               
imposte in ambito comunitario e l'esigenza di confrontarsi con un               
trend di consumi in costante flessione. Queste condizioni hanno                 
determinato la necessita' di realizzare onerosi interventi di                   
ristrutturazione e riconversione, anche in presenza di un costante              
calo del valore aggiunto delle produzioni. Conseguentemente le                  
imprese del settore si trovano al momento, in una situazione di                 
azzeramento del reddito, a dover fronteggiare esposizioni finanziare            
pregresse e rischiano, in assenza di adeguati aiuti, il collasso                
economico.                                                                      
L'intervento regionale deve quindi privilegiare, nell'ambito delle              
linee di intervento disposte a livello statale, le imprese in                   
difficolta' che operano prevalentemente a livello di trasformazione             
e/o commercializzazione di carne bovina ed i cui impianti siano in              
possesso di bollo CE, di cui all'articolo 13 del DLgs 18 aprile 1994,           
n. 286, con priorita' alle imprese di macellazione.                             
Entita' e natura degli aiuti                                                    
Il sostegno agli interventi di cui all'articolo 8, comma 2 sara'                
attivato con le risorse stanziate sul Capitolo di nuova istituzione             
20058 dalla L.R. n. 9 del 18 aprile 2001 recante "Legge finanziaria             
regionale adottata a norma dell'art. 13 bis della L.R. 6 luglio 1977,           
n. 31 e successive modificazioni in coincidenza con l'approvazione              
del Bilancio di previsione per l'esercizio 2001 e del Bilancio                  
pluriennale 2001-2003", pari complessivamente a 5 miliardi (pari ad             
Euro 2.582.284), nonche' con eventuali ulteriori risorse aggiuntive             
che potranno essere rese disponibili sul medesimo capitolo nel                  
periodo di validita' del presente Programma.                                    
L'aiuto sara' concesso sottoforma di contributi in conto interessi da           
corrispondersi in forma attualizzata nel rispetto dei limiti previsti           
degli "Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato nel settore               
agricolo" (2000/C 28/2) e successive modifiche ed integrazioni e                
degli "Orientamenti comunitari per gli aiuti di Stato per il                    
salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficolta'" (1999/C            
288/02).                                                                        
Modalita' attuative                                                             
Conformemente a quanto indicato al comma 3 dell'articolo 12 della               
L.R. 9/01 e successivamente all'adozione da parte degli Organi                  
statali delle disposizioni concernenti l'applicazione dell'articolo             
7/ter della Legge 49/01, la Giunta regionale provvedera', con                   
specifico atto, alla definizione dei criteri di presentazione,                  
istruttoria, selezione, approvazione e finanziamento dei progetti               
relativi agli interventi precedentemente individuati.                           

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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