REGIONE EMILIA-ROMAGNA - CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 11 luglio 2001, n. 221

Approvazione del Piano di lavoro inerente l'anno 2001 per gli interventi a favore di popolazioni colpite da calamita', conflitti armati, situazioni di denutrizione, carenze igienico-sanitarie ai sensi della L.R. 2 aprile 1996, n. 5 (proposta della Giunta regionale in data 12 giugno 2001, n. 1109)

IL CONSIGLIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                       
Richiamata la deliberazione progr. n. 1109 del 12 giugno 2001, con              
cui la Giunta regionale ha assunto l'iniziativa per l'approvazione              
del Piano di lavoro inerente l'anno 2001 per gli interventi a favore            
di popolazioni colpite da calamita', conflitti armati, situazioni di            
denutrizione, carenze igienico-sanitarie ai sensi della L.R. 2 aprile           
1996, n. 5;                                                                     
visto il favorevole parere espresso al riguardo dalla Commissione               
referente "Turismo Cultura Scuola Formazione" di questo Consiglio               
regionale, giusta nota prot. n. 8279 del 4 luglio 2001;                         
dato atto dell'emendamento presentato ed accolto in sede di                     
discussione consiliare;                                                         
richiamata la L.R. 2 aprile 1996, n. 5 "Interventi a favore di                  
popolazioni colpite da calamita', conflitti armati, situazioni di               
denutrizione e carenze igienico-sanitarie";                                     
visto in particolare l'art. 2, primo comma, di detta legge regionale            
che prevede che entro il 30/6 di ciascun anno il Consiglio regionale,           
su proposta della Giunta, approvi il Piano di lavoro riferito                   
all'anno successivo, individuando le priorita' territoriali, i                  
settori di intervento e gli obiettivi da raggiungere;                           
previa votazione palese, a maggioranza dei presenti,                            
delibera:                                                                       
di approvare, a norma dell'art. 2, primo comma, della L.R. 5/96, il             
Piano di lavoro degli interventi previsti nell'ambito delle finalita'           
di cui all'art. 1, primo comma, del medesimo provvedimento, riferito            
all'anno 2001, allegato alla presente deliberazione e che ne                    
costituisce parte integrante e sostanziale;                                     
di dare atto che ai sensi del punto 6) dell'art. 2 della L.R. 5/96,             
la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente,              
potra' integrare il presente Piano di lavoro in relazione ad eventi             
imprevisti ed imprevedibili che dovessero manifestarsi dopo                     
l'adozione dello stesso;                                                        
di delegare l'Assessore competente per materia Gianluca Borghi alla             
sottoscrizione degli accordi che si rendessero eventualmente                    
necessari in adempimento del presente piano;                                    
di pubblicare per estratto il presente atto nel Bollettino Ufficiale            
della Regione Emilia-Romagna.                                                   
PIANO DI LAVORO 2001                                                            
Introduzione                                                                    
L'art. 2 della L.R. 5 aprile 1996, n. 5 "Interventi a favore di                 
popolazioni colpite da calamita', conflitti armati, situazione di               
denutrizione e carenze igienico-sanitarie" prevede che il Consiglio             
regionale approvi entro il 30/6 di ciascun anno il Piano di lavoro,             
individuando le priorita' territoriali, i settori di intervento e gli           
obiettivi da raggiungere.                                                       
Le priorita' regionali sono state individuate nell'ambito di quelle             
definite dal Governo italiano nell'ambito delle Linee programmatiche            
della cooperazione allo sviluppo per il 2001/2003 del Ministero                 
Affari esteri.                                                                  
L'atto di programmazione 2001 e' frutto di un percorso di                       
consultazione e concertazione con l'insieme dei soggetti                        
emiliano-romagnoli operanti nell'ambito della solidarieta' e della              
cooperazione internazionale realizzato attraverso lo strumento dei              
Tavoli-Paese, ovvero riunioni di coordinamento tra Enti locali,                 
associazioni di volontariato e organizzazioni non governative                   
presenti sul territorio regionale, finalizzate allo scambio di                  
informazioni sulle attivita' in corso ed in progetto, al confronto              
tra esperienze ed alla messa a punto di programmi di intervento                 
organici per area-Paese. Tali tavoli sono stati attivati, per quanto            
di competenza della L.R. 5/96, per le aree: Repubblica Federale di              
Yugoslavia, Palestina e Albania, in considerazione dell'elevato                 
numero di soggetti e di interventi attivati e della rilevanza                   
strategica di tali aree per le priorita' della Regione                          
Emilia-Romagna.                                                                 
Sulle restanti aree la programmazione regionale si e' basata sulle              
esperienze consolidate e sui risultati di alcune missioni sia di                
livello tecnico che istituzionale realizzate nei Paesi di                       
riferimento, dove sono stati svolti incontri con le autorita'                   
diplomatiche italiane in loco, le controparti istituzionali, le                 
organizzazioni di volontariato, le organizzazioni internazionali e              
sono state effettuate visite ai progetti in corso di realizzazione ed           
a istituzioni segnalate per la condizione di particolare bisogno ed             
emergenza.                                                                      
Nel corso di attuazione del Piano la Regione operera' per allargare             
le collaborazioni gia' in atto, ad esempio, con la Regione Toscana              
sull'area di Scutari (Albania) e con la Regione Marche in                       
Bosnia-Erzegovina e nei campi profughi Saharaui, ad altre Regioni ed            
Enti locali italiani ed europei.                                                
Le azioni da sviluppare saranno suddivise nelle seguenti tipologie:             
- ricostruzione, ovvero attivita' volte a ristabilire dignitose                 
condizioni di vita delle popolazioni ed a ripristinare strutture                
socio-economiche nei territori colpiti;                                         
- emergenza, ovvero attivita' di soccorso ed assistenza rivolte alle            
popolazioni colpite da calamita', conflitti armati, situazioni di               
denutrizione igienico-sanitarie.                                                
Per le attivita' di emergenza, nell'impossibilita' di prevedere una             
programmazione, si provvedera' con apposito atto deliberativo della             
Giunta regionale, all'integrazione del presente Piano, sentita la               
Commissione consiliare competente, per l'attivazione di interventi              
immediati ed urgenti che saranno realizzati in collaborazione con               
organizzazioni di volontariato ed Enti locali, ed in raccordo con               
l'Ufficio Emergenza del Ministero Affari esteri, Direzione generale             
Cooperazione allo sviluppo e le Unita' tecniche locali presso le                
rappresentanze diplomatiche italiane all'estero.                                
Azioni di ricostruzione                                                         
Area balcanica                                                                  
Su questa area si stanno consolidando, sia a livello comunitario che            
a livello nazionale, strumenti di intervento che vedono le Regioni e            
gli Enti locali sia dei Paesi dell'Unione Europea che dei Paesi terzi           
quali possibili referenti e/o attuatori. Il Programma CARDS, Interreg           
III A, Phare, la Legge n. 84 del 21 marzo 2001,  disposizioni per la            
partecipazione italiana alla stabilizzazione, alla ricostruzione e              
allo sviluppo di Paesi dell'area balcanica, gli interventi previsti             
nell'ambito del Patto di stabilita', possono rappresentare                      
significative opportunita' per consolidare politiche coordinate di              
intervento regionale, che mettano in valore le esperienza di                    
cooperazione decentrata e solidarieta', realizzate nell'area                    
balcanica dal sistema di soggetti emiliano-romagnoli impegnati nella            
cooperazione internazionale a partire dal 1996. Le iniziative                   
previste nel sottoelencati Paesi vanno pertanto collocate all'interno           
di tali prospettive di sviluppo, ricercando le piu' idonee forme di             
integrazione con altri soggetti e settori di intervento.                        
Albania                                                                         
Paese estremamente povero rispetto agli standard europei, l'Albania             
sta compiendo una difficile transizione verso una economia di                   
mercato. Se il Governo albanese oggi sta cercando di attuare le linee           
programmatiche del nuovo Piano di investimenti pubblici per gli anni            
1998/2001, le problematiche tuttora aperte rimangono molte,                     
disgraziatamente aggravate dai recenti avvenimenti bellici che hanno            
nuovamente coinvolto i Balcani ed il Kossovo, con gli inevitabili               
riflessi sul Paese. Sullo scenario politico sono ancora molte le                
sfide che attendono l'Albania nei prossimi anni. Infatti, nonostante            
il Paese abbia raggiunto alcuni traguardi sulla via della stabilita'            
politica, gli equilibri rimangono ancora fragili. Indispensabili                
saranno dunque gli aiuti dei donatori internazionali anche per il               
prossimo futuro, tramite interventi che pero' dovranno porsi come               
obiettivo la sostenibilita' degli stessi ed il concreto supporto alla           
riforma complessiva del sistema istituzionale albanese.                         
Sara' proseguita la partecipazione al programma di sviluppo umano               
promosso dalle Nazioni Unite denominato PASARP per quanto attiene               
l'area di Scutari, mantenendo la struttura dell'ufficio di                      
coordinamento aperto a Scutari in collaborazione con la Regione                 
Toscana e consolidando gli interventi gia' avviati nell'area del                
Comune di Vilipoia, per quanto riguarda le problematiche ambientali,            
lo sviluppo di attivita' economiche riferito al settore turistico, il           
consolidamento delle strutture scolastiche, l'elaborazione di                   
programmi collaterali di supporto alle categorie vulnerabili,                   
attivita' culturali e musicali nell'area turistica.                             
Saranno proseguite le attivita' a carattere culturale, che hanno                
riscosso un notevole successo e partecipazione di pubblico, anche tra           
i giovanissimi, e che dovranno trovare una naturale collocazione                
nell'ambito della prevista inaugurazione del Teatro di Scutari,                 
ristrutturato anche con il contributo della Regione Emilia-Romagna.             
Saranno sostenuti e rafforzati gli interventi di genere sia con                 
riguardo al progetto gia' in corso del Centro delle donne, sia                  
trasversalmente rispetto a diversi filoni di attivita', con                     
particolare riguardo al micro-credito per l'avvio di attivita'                  
produttive.                                                                     
Saranno sostenute attivita' di rafforzamento istituzionale, anche per           
favorire le opportunita' di accesso ai finanziamenti comunitari ed              
internazionali da parte degli Enti locali di Scutari. In particolare            
sara' sviluppata una partnership con altri Comuni europei per                   
favorire lo sviluppo urbano sostenibile nell'area di Vilipoia.                  
Sulle restanti aree dell'Albania sara' data priorita' ad interventi             
rivolti allo sviluppo di attivita' generatrici di reddito nel settore           
agricolo, al settore sanitario e sociale, con riferimento anche allo            
sviluppo di collaborazioni e scambi di esperienze nell'ambito dei               
servizi alle fasce deboli della popolazione, considerati una                    
priorita' dal Governo albanese.                                                 
Sul fenomeno della tratta a scopo di sfruttamento sessuale, vista               
l'esperienza maturata dalla Regione Emilia-Romagna nell'ambito del              
progetto "Oltre la strada", che vede la partecipazione di numerosi              
Enti locali, Aziende Unita' sanitarie locali e organizzazioni sociali           
dell'Emilla-Romagna, in considerazione anche delle iniziative a                 
favore di donne e minori a rischio sostenuto da numerose                        
organizzazioni ed associazioni in Albania, si favorira' la creazione            
di una rete di soggetti operanti in Emilia-Romagna ed Albania su                
questo tema al fine della realizzazione di iniziative in stretto                
coordinamento tra le attivita' preventive in loco e le azioni di                
contrasto ai fenomeno realizzate sul territorio emiliano-romagnolo.             
Bosnia-Erzegovina                                                               
A seguito degli accordi di Dayton conseguenti la guerra in                      
ex-Jugoslavia viene riconosciuta l'esistenza di un nuovo Stato                  
composto dalla Federazione bosniaco-croata  di Bosnia-Erzegovina e              
dalla Repubblica Srpska. La Bosnia-Erzegovina ha subito un crollo               
drastico della produzione industriale ed agricola a causa dei danni             
derivanti dal conflitto ed e' tuttora oggetto di consistenti                    
programmi di ricostruzione e di aiuto umanitario da parte della                 
comunita' internazionale. Tuttora il 35-40% della popolazione risulta           
in cerca di occupazione e il prodotto interno lordo rimane ancora al            
di sotto dei livelli del 1990.                                                  
I cinque miliardi di dollari che la comunita' internazionale ha messo           
a disposizione della Bosnia alla fine del conflitto nel 1995 sono               
stati utilizzati per interventi infrastrutturali ed il ripristino dei           
servizi pubblici essenziali. Di questi solo il 10% e' stato destinato           
alla produzione industriale che oggi si attesta su valori inferiori             
al 30% rispetto alla produzione industriale antecedente lo scoppio              
della guerra. All'epoca, l'industria rappresentava il 43%                       
dell'economia del Paese con 30 settori di rilievo. Oggi quella                  
bosniaca e' un'economia di sussistenza con larghe sacche di poverta'            
estrema. La disoccupazione si attesta in Bosnia-Erzegovina  su valori           
prossimi al 40% della popolazione attiva.                                       
Anche in questo Paese il settore dei servizi alle fasce deboli della            
popolazione risente gravemente della crisi economica che consente               
investimenti molto ridotti in questo settore. Saranno pertanto                  
considerati prioritari progetti nel settore del rafforzamento                   
istituzionale per il sostegno alle capacita' gestionali degli Enti              
locali nel Settore sociale e sanitario. Saranno inoltre privilegiati            
progetti a favore delle fasce deboli della popolazione ed interventi            
mirati a facilitare il rientro dei profughi nelle loro zone d'origine           
nel rispetto della convivenza interetnica delle diverse etnie.                  
Saranno inoltre favoriti progetti per lo sviluppo di                            
microimprenditorialita' con particolare riguardo alle donne.                    
Saranno inoltre sostenute attivita' di accoglienza a favore dei                 
minori.                                                                         
Repubblica federale di Jugoslavia (RFY)                                         
La Jugoslavia democratica, uscita dalle urne del 24 settembre 2000,             
deve fare i conti con le conseguenze di tredici anni di regime                  
nazional-comunista di Slobodan Milosevic, anni che hanno portato a              
ben quattro guerre balcaniche, a una profonda crisi economica ed a              
tensioni interne di natura etnica e politica, tuttora irrisolte. La             
nuova leadership politica si trova pertanto a fare i conti con una              
pesante eredita' che si riflette soprattutto sui rapporti con                   
Montenegro e Kossovo, ancora sotto amministrazione delle Nazioni                
Unite.                                                                          
Il Paese attraversa una crisi che investe tutti i settori                       
dell'economia. I rifugiati in RFY sono circa 500.000, il Paese con il           
piu' alto numero di rifugiati dell'Europa orientale, di cui circa               
473.000 si trovano nelle regioni di Belgrado e Novi Sad.                        
I disoccupati, secondo le fonti fornite dal Governo jugoslavo, sono             
circa un milione (su una popolazione di circa 11 milioni). Dal 1999             
si e' registrato un aumento delle persone in condizione di                      
vulnerabilita' sociale, soprattutto donne e bambini, ma anche molti             
ex militari.                                                                    
I servizi sociali e sanitari appaiono in gravi difficolta'; i                   
bombardamenti Nato hanno causato ingenti danni sulle strutture                  
pubbliche di distribuzione dell'acqua, sulle reti viarie, su impianti           
industriali strategici.                                                         
Serbia                                                                          
A seguito della svolta democratica avvenuta con le recenti elezioni,            
l'atteggiamento dei donatori internazionali a favore della Serbia e'            
radicalmente mutato. Cio' ha consentito anche l'avvio operativo del             
Programma "Citta' citta'", promosso dalle Nazioni Unite, a favore di            
cinque citta' serbe, nel quale partecipano i Comitati di Modena,                
Ferrara e Reggio Emilia, con attivita' di rafforzamento istituzionale           
con particolare riguardo al settore delle public utilities ad allo              
sviluppo economico locale.                                                      
Sono inoltre in corso azioni di solidarieta' per l'accoglienza di               
minori sul territorio emiliano-romagnolo da parte di numerosi                   
soggetti del volontariato e interventi nei settori socio-sanitario ed           
agricolo.                                                                       
Visto il processo di transizione in atto nel Paese e piu' in generale           
in area balcanica da sistemi centralistici a sistemi territoriali di            
welfare ed a fronte del crescente numero di richieste di assistenza             
da parte della popolazione, che si trova in gran parte sotto la                 
soglia della poverta', si riterranno prioritari interventi di                   
sostegno ai servizi socio-sanitari, favorendo l'avvio di                        
collaborazioni nel settore del rafforzamento istituzionale con                  
autorita' locali e nazionali, in collaborazione con l'UTL di                    
Belgrado, per il miglioramento delle capacita' gestionali e la                  
riqualificazione dei quadri locali e degli operatori dei                        
Servizi.Saranno inoltre sostenute azioni a completamento della                  
programmazione prevista nell'ambito del programma "Citta' citta'" da            
parte dei numerosi comitati emiliano-romagnoli e iniziative                     
collaterali ad azioni di avvio di collaborazioni                                
economico-produttive.                                                           
Kossovo                                                                         
Con la risoluzione ONU 1244 il Kossovo, pur rimanendo formalmente               
territorio jugoslavo, e' passato sotto l'amministrazione dell'ONU               
(UNMIK), appoggiata da Forze di pace internazionali (KFOR). Pur in              
presenza delle forze internazionali, si registrano occasioni di                 
scontro tra le etnie albanese e serba conviventi nel Paese, mentre              
continuano le tensioni con Belgrado rispetto all'applicazione delle             
risoluzioni ONU ed allo status della regione.                                   
La situazione sociale e sanitaria continua a rivestire carattere di             
priorita', in particolare riguardo alla situazione dei minori.                  
Saranno proseguite e rafforzate le attivita' a favore dei servizi per           
l'infanzia, in collaborazione con UNICEF ed iniziative a favore dei             
portatori di handicap.                                                          
Saranno inoltre promosse azioni a favore della convivenza civile e              
del dialogo interculturale tra le diverse etnie.                                
America Latina                                                                  
Brasile                                                                         
Con i suoi 158.000.000 di abitanti il Brasile e' il Paese piu'                  
popoloso dell'America Latina, con una percentuale di popolazione tra            
gli 0 e i 14 anni pari al 29%.                                                  
Dopo circa 50 anni di interventi militari e di instabilita' politica,           
il Brasile e' riuscito ad emergere dalle difficolta' degli anni                 
ottanta e dei primi anni novanta, legate ad un fortissimo tasso di              
inflazione. Con la successiva approvazione del Plan Real si assiste             
ad un grande sviluppo dell'economia nazionale e ad una forte crescita           
interna coadiuvata dalle enormi risorse naturali e dalla grande                 
disponibilita' di manodopera. Rimangono tuttavia molto marcati gli              
squilibri nella distribuzione della ricchezza sia a livello                     
territoriale che a livello sociale, che hanno provocato il                      
diffondersi di fenomeni di emarginazione e di devianza minorile.                
Altrettanto serie sono le questioni legate alla preservazione dei               
patrimonio ambientale che e' stato pesantemente aggredito dal                   
disordinato sviluppo economico.                                                 
Saranno quindi sostenute azioni previste a sostegno dei minori, delle           
donne e rafforzamento istituzionale.                                            
Chiapas                                                                         
Il Chiapas e' oggi una delle regioni piu' povere del Messico e                  
dell'intera America Latina, anche in conseguenza di una guerra                  
definita di bassa intensita' che ha ulteriormente aggravato le                  
condizioni di vita delle popolazioni indigene e deteriorato il                  
tessuto sociale delle comunita'. Le principali vittime di questo                
conflitto sono le donne e i bambini, sottoposti a ripetute violenza             
fisiche e psicologiche, a sparizioni forzate, a condizioni di                   
precarieta', che contribuiscono alla dissoluzione dell'idea di                  
appartenenza culturale e spingono alla fuga verso territori                     
altrettanto ostili.                                                             
Le recenti aperture al dialogo del nuovo presidente messicano                   
Vincente Fox verso l'esercito zapatista di Liberazione nazionale, e             
la marcia pacifica su Citta' del Messico che ha coinvolto gruppi                
indigeni amerindi e movimenti d'opinione di tutto il mondo, apre uno            
spiraglio per la soluzione pacifica dei conflitto. Il sostegno a                
programmi di solidarieta' rappresenta una delle opzioni per                     
permettere l'instaurarsi e il perdurare di condizioni di pace.                  
Nel 1999 la Regione ha cofinanziato la realizzazione di un impianto             
idroelettrico nella Comunita' "La Realidad" al fine di dotare questa            
comunita' di energia elettrica. Il progetto ha raggiunto gli                    
obiettivi previsti nel rispetto delle metodologie e tecnologie                  
appropriate al contesto ambientale d'intervento.                                
Si prevede di consolidare le azioni in atto presso questa comunita',            
cercando di utilizzare, e mettere a sistema, tutte le potenzialita'             
derivanti dalla disponibilita' di energia elettrica, anche al fine di           
rafforzare le capacita' di autosostentamento della popolazione                  
locale.                                                                         
Cuba                                                                            
E' in corso di svolgimento la III fase del Programma di sviluppo                
umano PDHL-Cuba,  promosso dalle Nazioni Unite e gestito da UNOPS, al           
quale la Regione Emilia-Romagna partecipa in qualita' di coordinatore           
del Comitato locale Granma/Pinar del Rio, finalizzato allo sviluppo             
di collaborazioni nel settore della cooperazione decentrata in due              
province cubane con il piu' basso tasso di sviluppo sociale del                 
Paese. Infatti le Province cosiddette orientali sono state definite             
dal Governo cubano aree prioritarie per gli interventi di                       
cooperazione internazionale.                                                    
Per l'area di Pinar e' stato completato l'ampliamento e l'adeguamento           
igienico della scuola Martiri di Bolivia, in collaborazione con ARCI            
Reggio Emilia e Comune di Rubiera. Saranno ulteriormente promosse               
azioni ad integrazione dell'intervento gia' svolto in ambito                    
scolastico, al fine di concludere le iniziative sulla Provincia di              
Pinar del Rio nell'ambito della III fase del programma.                         
Nella provincia di Granma sono state realizzate e sono in corso di              
implementazione azioni nel settore degli anziani, in collaborazione             
con SPI CGIL nazionale, numerosi SPI regionali, AUSER nazionale e               
AUSER Lombardia, che hanno visto la dotazione di attrezzature e                 
l'adeguamento impiantistico dei locali destinati a Case per Avuelos             
(Centri anziani) e che vedranno l'ulteriore sistemazione di sedi fino           
a raggiungere il numero di 11 centri. Inoltre saranno avviate azioni            
finalizzate all'integrazione dei servizi a favore degli anziani nella           
provincia di Granma, favorendo anche il trasferimento di esperienze e           
di competenze con la Provincia di Cinfuegos, che ha gia' concluso con           
risultati molto positivi l'attuazione del piano nazionale per gli               
anziani, raggiungendo livelli di sperimentazione di servizi che                 
possono essere un utile riferimento per lo sviluppo delle azioni                
nell'area di Granma. In tal senso saranno favoriti scambi di                    
delegazioni di funzionari ed operatori tra le due Province.                     
Nel corso della III fase sono state attivate azioni per la                      
riconversione del sistema di assistenza psichiatrica in sistema                 
comunitario di salute mentale, con la partecipazione dell'AUSL di               
Parma, Provincia di Parma, dell'AUSL di Ferrara, del Comune di                  
Ferrara.                                                                        
Per la fase successiva si prevede il consolidamento delle azioni                
avviate nei settori sopracitati e dei Municipio di Jiguani', in                 
relazione al gemellaggio in atto con il Comune di Marzabotto,                   
aderente al Comitato locale.                                                    
Saranno valutate ipotesi di intervento in altre Province in ambiti              
collaterali allo sviluppo di iniziative di collaborazioni economiche.           
Area mediorientale                                                              
Territori dell'autonomia palestinese                                            
La gia' precaria condizione della popolazione palestinese,                      
condizionata da un processo di pace incompleto e continuamente                  
interrotto, e' notevolmente peggiorata negli ultimi mesi dopo la                
riprese degli scontri con Israele.                                              
Dal 29 settembre 2000, data di inizio della nuova Intifada, nei                 
territori dell'autonomia palestinese si e' venuta a creare una                  
situazione drammatica che ha causato il ferimento di migliaia di                
persone e il decesso di oltre 400 palestinesi. La guerra in corso con           
Israele, e la successiva chiusura da parte israeliana dei territori             
dell'autonomia palestinese, ha determinato inoltre una grave crisi              
dell'economia nazionale, che ha portato il tasso di disoccupazione in           
soli due mesi, dall'11 al 40% circa. Secondo le fonti della                     
Confederazione generale dei sindacati palestinesi, sono andati                  
perduti 130.000 posti di lavoro in Israele e altri 200.000 nei                  
territori dell'autonomia palestinese. Nel settore edile (dove erano             
occupati 40.000 operai) l'80% delle aziende ha chiuso. Stessa sorte             
per il settore tessile (20.000 operai) e nell'agricoltura (100.000              
addetti). La percentuale di popolazione al di sotto della soglia di             
poverta' e' drasticamente passata dal 23% al 47%.                               
Servizi medici, trasporto scolastico e libera circolazione verso le             
citta' o verso altri villaggi sono estremamente difficoltosi. Il                
coprifuoco e' stato proclamato per lunghi periodi, rendendo                     
difficoltoso l'approvvigionamento di cibo.                                      
L'approvvigionamento idrico risulta sempre piu' difficile (i                    
palestinesi non hanno il controllo sulle risorse idriche). Sono                 
particolarmente colpite le aree prospicienti gli insediamenti                   
israeliani.                                                                     
In questa situazione di estrema drammaticita', gli interventi della             
Regione Emilia-Romagna  saranno indirizzati verso azioni mirate                 
all'autosostentamento delle famiglie, favorendo iniziative                      
generatrici di reddito, anche attraverso lo strumento del commercio             
equo e solidale; interventi a favore della produzione agricola,                 
attraverso il mantenimento delle strade di accesso alle colture e il            
mantenimento e la costruzione di cisterne e vasche per la raccolta              
dell'acqua ad uso irriguo.                                                      
Collaborazioni in campo universitario                                           
Saranno proseguiti i programmi di collaborazione in atto dal 1999 con           
l'Universita' di Bologna per la realizzazione di stage di studenti              
nell'ambito di master sulle tematiche legate alla cooperazione                  
internazionale e per la realizzazione di scambi di esperienze e                 
trasferimento di know-how con omologhe realta' dell'area balcanica.             
Progetti a favore delle donne                                                   
Saranno sostenute iniziative di consolidamento delle azioni promosse            
nel corso del 1999/2000, e favore della creazione di network tra                
donne del bacino del Mediterraneo e dei Balcani, in campo sociale,              
sanitario ed educativo e per la promozione di politiche e di buone              
prassi di pari opportunita' nei paesi coinvolti.                                
Aiuti umanitari                                                                 
Bielorussia - Ucraina                                                           
L'incidente della centrale di Chernobyl del 1986 ha determinato una             
vera e propria catastrofe nucleare nel sud del Paese, le cui                    
drammatiche conseguenze continuano a colpire gli strati piu' poveri             
della popolazione costretti a convivere con l'incubo, e le                      
conseguenze, della contaminazione.                                              
Il Paese sta attraversando una fase di lenta e difficile riforma                
economica il cui obiettivo a lungo termine e' quello di incrementare            
gli scambi con l'occidente; a tutt'oggi la quasi totalita' dei                  
rapporti economici avvengono con la vicina Russia.                              
A cio' si accompagna una dinamica molto incerta nell'ambito del                 
processo di democratizzazione del Paese.                                        
Il 22% della popolazione vive al di sotto della soglia di poverta', a           
fronte di una forza lavoro stimata in 4 milioni di unita' circa.                
Nel mese di giugno la Regione Emilia-Romagna ha rinnovato il                    
Protocollo Chernobyl, siglato a suo tempo nel 1999, d'intesa con le             
Associazioni regionali Legambiente, ANPAS, ARCI, e Fondazione                   
Aiutiamoli a Vivere, che consentira' anche per il 2001 di ospitare              
nella nostra regione circa 700 bambini provenienti dai territori                
contaminati dall'incidente nucleare di Chernobyl. Il nuovo Protocollo           
affronta il tema dell'assenza totale di tutela dell'infanzia dal                
punto di vista sanitario, prevedendo il rilascio di un tesserino                
sanitario ai bambini bielorussi in visita presso la nostra regione              
nell'ambito dei programmi posti in essere dai firmatari il                      
Protocollo. Si prevede inoltre di realizzare un confronto tra le                
associazioni finalizzato a valorizzare le esperienze svolte in                  
Bielorussia nel corso di questi anni, che hanno visto crescere anche            
la partecipazione degli Enti locali emiliano-romagnoli, e a svolgere            
una riflessione sulle strategie d'intervento finalizzate a                      
privilegiare le azioni di sostegno in loco per lo sviluppo di                   
politiche innovative a favore dei minori. In tal senso si colloca               
anche l'indispensabile cooperazione con l'Universita' di Minsk ed il            
Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Universita' di Bologna,            
per l'attivazione di azioni i cui destinatari finali sono i bambini             
portatori di handicap e con bisogni speciali, che sara' proseguita              
anche nel corso del 2001.                                                       
Curdi                                                                           
Tutti i giorni assistiamo a sbarchi di profughi curdi sulle nostre              
coste adriatiche; sono centinaia di migliaia le donne e i bambini che           
in questi ultimi anni hanno attraversato il nostro territorio con le            
destinazioni piu' varie, in fuga per la sopravvivenza e alla ricerca            
di condizioni di vita migliori.                                                 
I minori continuano a subire le conseguenze di un conflitto che non             
capiscono, ma di cui devono solo sopportare le gravi conseguenze in             
termini di abbandono, malnutrizione, violenze psicologiche, malattie.           
Saranno pertanto sostenuti programmi di aiuto umanitario rivolti ai             
minori curdi, nel tentativo di alleviare le foro difficilissime                 
condizioni di vita nei Paesi d'origine.                                         
Saharawi                                                                        
L'impasse del processo di pace delle Nazioni Unite che doveva                   
condurre al referendum di autodeterminazione del popolo saharawi ha             
avuto, in questi ultimi mesi, importanti sviluppi politici.                     
La permanenza dei profughi saharawi nei campi algerini sembra                   
destinata ad allungarsi ulteriormente; le carenze alimentari dovute             
alla scarsita' di alimenti freschi comincia ad avere gravi                      
ripercussioni sulla salute delle nuove generazioni, che risultano               
affette da rachitismo. In attuazione della risoluzione del Consiglio            
regionale n. 6491 del 20/1/2000, delle azioni di aiuto umanitario               
concretizzatesi nella Carovana 2001, delle iniziative di accoglienza            
dei minori e di assistenza sanitaria, saranno privilegiati quegli               
interventi che seguiranno la logica della continuita' e del                     
consolidamento dei programmi.                                                   
Saranno sviluppati interventi nel settore socio-sanitario, con                  
particolare riguardo alla prevenzione delle malattie del sangue, alla           
prevenzione ed emergenza sanitaria, all'accoglienza e assistenza                
sanitaria ai bambini durante il periodo estivo, all'invio di aiuti              
umanitari, alle iniziative di sensibilizzazione sui temi della pace e           
del rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale.                          
Programma di assistenza sanitaria a cittadini stranieri trasferiti in           
Italia nell'ambito di programmi umanitari delle Regioni ai sensi                
dell'art. 32 della Legge 449/97 ed interventi in ambito sanitario nei           
Paesi di origine                                                                
Premessa                                                                        
Da alcuni anni, le strutture sanitarie della nostra regione fanno               
fronte, con costi a carico del Fondo Sanitario regionale, a domande             
d'interventi sanitari a favore di cittadini stranieri, che sono                 
inquadrabili in ambito umanitario.                                              
Cio' e' compatibile col quadro normativo esistente, che prevede (art.           
32, comma 15, della Legge 449/97) la possibilita' che le Regioni,               
nell'ambito della quota del Fondo Sanitario nazionale ad esse                   
destinata, autorizzino le Aziende sanitarie ad erogare prestazioni di           
alta specializzazione che rientrino in Programmi assistenziali                  
approvati dalle Regioni, a favore di:                                           
- cittadini stranieri provenienti da Paesi extracomunitari nei quali            
non esistono o non sono facilmente accessibili competenze                       
medico-specialistiche  per il trattamento di specifiche gravi                   
patologie e con i quali non sono in vigore accordi di reciprocita'              
relativi all'assistenza sanitaria;                                              
- cittadini provenienti da Paesi la cui particolare situazione                  
contingente non rende attuabili, per ragioni politiche, militari o di           
altra natura, gli accordi in vigore per l'erogazione dell'assistenza            
sanitaria da parte del Servizio sanitario nazionale.                            
I casi riferibili a tale tipologia trattati nel 1999 e nel 2000                 
ammontano rispettivamente a 47 e 56. In sintesi essi riguardano                 
prevalentemente interventi verso minori di 14 anni (53 casi);                   
soggetti affetti da patologie importanti: patologie di ambito                   
cardiochirurgico (27 casi), esiti di gravi traumi cranici e                     
vertebro-midollari (10 casi), leucemie ed altre forme tumorali (15              
casi).                                                                          
I Paesi di provenienza piu' frequentemente interessati sono stati:              
Albania (37 casi), Bosnia Erzegovina (20 casi), Bielorussia (10                 
casi), Romania (7 casi), Kossovo (6 casi).                                      
Il costo complessivo legato all'assistenza sanitaria di questa                  
particolare tipologia di pazienti puo' essere stimato nell'ordine di            
2-3 miliardi in ragione d'anno.                                                 
Le informazioni a disposizione per il primo trimestre del 2001                  
confermano sostanzialmente la situazione sopra descritta, sia per la            
quantita' dei casi trattati, sia per la loro tipologia (quanto ad               
eta', patologie, Paesi di provenienza). Dall'analisi del quadro                 
complessivo emerge anche come l'avvio dei pazienti ai servizi della             
nostra regione avvenga in modo non strutturato, senza selezione dei             
casi a monte, attraverso procedimenti e contatti spesso informali,              
attraverso canali differenziati che hanno utilizzato sia la                     
intermediazione di associazioni internazionali (Croce Rossa, Caritas,           
etc.) e organizzazioni di volontariato locali, che le segnalazioni              
dirette da parte delle nostre Ambasciate all'estero, ma anche                   
l'instaurarsi di rapporti diretti tra operatori sanitari in loco e              
nostri professionisti.                                                          
L'opportunita' di un Programma d'intervento umanitario                          
La formulazione di un programma, che coinvolga Assessorato alla                 
Sanita', Assessorato alle Politiche sociali. Immigrazione. Progetto             
giovani. Cooperazione internazionale, costituisce, in tale contesto,            
una misura indispensabile e non rinviabile per rendere efficace ed              
appropriata la risposta delle nostre aziende ad una domanda che va              
opportunamente governata. La sistematizzazione degli interventi                 
all'interno di un programma rappresenta un tentativo innovativo nel             
panorama nazionale, volto a cogliere la necessita' di mettere in atto           
strategie tese non tanto a rispondere all'emergenza (con le sue                 
alterne punte di criticita' legate alle alterne vicende                         
socio-politiche dei Paesi di provenienza), quanto piuttosto a                   
sviluppare una politica che sappia agire su cause ed effetti,                   
attraverso interventi mirati e coordinati.                                      
Il punto di partenza per la definizione del programma di intervento             
sanitario a favore di cittadini stranieri trasferiti in Italia                  
nell'ambito di programmi umanitari e' costituito dalle numerose ed              
importanti esperienze da anni realizzate in Emilia- Romagna,                    
esperienze che necessitano, per essere ottimizzate nella loro                   
efficacia, di coordinamento, valorizzazione, garanzie di continuita'.           
Da qui la necessita' che la Regione non si limiti a gestire il                  
fenomeno, ma sviluppi una politica attiva.                                      
Saranno pertanto disciplinate, con successivo atto, le modalita' di             
realizzazione dei programma, che dovra' articolarsi sui due punti               
seguenti:                                                                       
a) promozione della concertazione, per tale ambito specifico, con i             
Ministeri competenti e con le altre Regioni per definire linee                  
politiche comuni e coordinare sfere e campi d'intervento;                       
b) governo dei flussi: 1) - specializzare le risposte individuando i            
punti qualificati del Sistema sanitario regionale, strutture                    
pubbliche e private accreditate, in rapporto alla tipologia di                  
domanda verso la quale si vuole privilegiare l'intervento: area                 
geografica, eta', patologie; - selezionare le patologie, per                    
interventi mirati a quelle non adeguatamente trattabili nei Paesi di            
provenienza dei cittadini interessati; - garantire prioritariamente             
interventi in favore di soggetti stranieri in eta' pediatrica; -                
individuare le aree geografiche verso le quali sviluppare il                    
programma; - definire i criteri per regolare l'accesso degli utenti             
alle prestazioni, prevedendo l'intervento di istituzioni, organismi             
e/o associazioni a scopo non lucrativo operanti a livello                       
internazionale, nazionale o locale di provata affidabilita', o di               
strutture sanitarie pubbliche del Paese terzo d'intesa con la sede              
diplomatica o consolare dello Stato italiano ivi presente. Ogni                 
segnalazione dovra' essere corredata da una relazione clinica sulle             
condizioni del paziente predisposta da una struttura ospedaliera                
pubblica del Paese di provenienza; - verificare l'attivazione di                
servizi di supporto all'assistenza sanitaria per quanto riguarda in             
particolare l'organizzazione del soggiorno dei familiari dei minori             
assistiti e degli stessi ed il rientro nei Paesi di origine, da parte           
di organizzazioni di volontariato presenti sul territorio; 2) -                 
sviluppare interventi nei Paesi d'origine: - interventi strutturali e           
di aiuto materiale, anche attraverso l'invio e l'impiego nelle                  
strutture ospedaliere dei Paesi terzi dei materiali e delle                     
attrezzature medico-chirurgiche dismesse che si rendono disponibili             
presso le nostre aziende ai sensi dell'art. 4 della L.R. 10/00; -               
scambio di esperienze professionali mediante azioni di formazione e             
addestramento del personale dei Paesi interessati, sia in loco che              
presso le Aziende sanitarie della regione Emilla-Romagna, anche                 
attraverso la costituzione di un team di professionisti di nostra               
aziende disponibili allo sviluppo di tali interventi; - sviluppare              
un'azione nei confronti dei mediatori (Ambasciate, Istituzioni,                 
Organismi internazionali), per un'informazione sulle scelte politiche           
e i contenuti materiali del programma umanitario approvato dalla                
Regione Emilia-Romagna.                                                         
A sostegno delle politiche attive in campo sanitario,                           
l'Emilia-Romagna dovra' determinare, annualmente, il tetto di spesa a           
suo carico, volto a fronteggiare gli oneri delle prestazioni che non            
abbiano altre fonti di finanziamento.                                           
Iniziative di informazione e diffusione sui temi dello sviluppo                 
Ai fini di garantire la necessaria informazione sulle tematiche e               
sulle problematiche dello sviluppo e di favorire un maggior                     
coinvolgimento della societa' civile alle iniziative promosse dal               
sistema emiliano-romagnolo nell'ambito della cooperazione decentrata,           
si promuoveranno iniziative di sensibilizzazione con particolare                
riguardo ai temi dei diritti umani e della pace.                                
In particolare si prevede l'adesione all'iniziativa nazionale                   
promossa dal Coordinamento Enti locali per la pace "Marcia della pace           
Perugia-Assisi", nel cui ambito sara' realizzato a Bologna un Forum             
sulla questione medio-orientale, e l'adesione alla iniziativa "Adotta           
un popolo, ospita una persona", finalizzata a far partecipare sia               
alla Marcia che all'Assemblea dell'ONU dei popoli rappresentanti di             
popolazioni di Paesi in via di sviluppo.                                        
Sara' inoltre promossa la partecipazione della Regione Emilia-Romagna           
a iniziative di coordinamento e di confronto sugli scenari                      
internazionali nel campo della cooperazione con particolare                     
attenzione alle tematiche della lotta alla poverta', del                        
rafforzamento istituzionale, del ruolo della cooperazione nel governo           
dei flussi migratori e la ricostruzione del tessuto socio-economico             
in situazioni di emergenza e post-conflitto.                                    

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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