COMUNE DI REGGIO EMILIA

COMUNICATO

Accordo di programma tra le Amministrazioni comunali di Reggio Emilia, Bagnolo in Piano, Cadelbosco Sopra, Castelnuovo Sotto, Albinea, Quattro Castella, Vezzano sul Crostolo, la Provincia di Reggio Emilia e l'Azienda Unita' sanitaria locale di Reggio Emilia per lo sviluppo di una rete di servizi ed interventi coordinati di natura sociale, educativa e socio-sanitaria in risposta ai bisogni dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie e per il reinserimento sociale degli adulti con riferimento ai tossicodipendenti, alle famiglie bisognose di detenuti e vittime del delitto e agli ex-detenuti, nonche' a cittadini non vedenti e audiolesi

ACCORDO DI PROGRAMMA                                                            
tra                                                                             
le Amministrazioni comunali di: Reggio Emilia, Bagnolo in Piano,                
Cadelbosco Sopra, Castelnuovo Sotto, Albinea, Quattro Castella,                 
Vezzano sul Crostolo, la Provincia di Reggio Emilia, per la parte che           
le compete l'Azienda Unita' sanitaria locale di Reggio Emilia                   
per                                                                             
lo sviluppo di una rete di servizi ed interventi coordinati di natura           
sociale, educativa e socio-sanitaria in risposta ai bisogni dei                 
bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie e per il                       
reinserimento sociale degli adulti con riferimento ai                           
tossicodipendenti, alle famiglie bisognose di detenuti e vittime del            
delitto e agli ex-detenuti, nonche' a cittadini non vedenti e                   
audiolesi.                                                                      
Premesso che:                                                                   
- sulla base di una serie di considerazioni relative ai cambiamenti             
intervenuti in questi anni nell'ambito delle politiche sociali, in              
particolare rispetto ai problemi dell'infanzia e adolescenza e delle            
famiglie, si prevede a partire dall'1 gennaio 2000 il rientro, ai               
Comuni stipulanti il presente Accordo di programma, delle funzioni              
delegate all'Azienda Unita' sanitaria locale, in materia di funzioni            
socio-assistenziali rivolte all'infanzia e all'adolescenza;                     
- nella L.R. 3/99 si prevede espressamente:                                     
A) che i Comuni assumano tutte le competenze amministrative e di                
erogazione dei servizi e prestazioni sociali, comprese quelle                   
precedentemente in capo alla Provincia in materia di "minori";                  
B) dall'1/1/2000, in attesa della legge di riforma dell'assistenza,             
la Provincia trasferisce ai Comuni con la stipula di convenzioni o              
specifici accordi le risorse destinate ad assicurare la continuita'             
delle prestazioni sociali precedentemente svolte direttamente o a               
mezzo dell'istituto della delega all'Azienda Unita' sanitaria locale;           
C) va assicurata l'integrazione, di norma in ambito distrettuale,               
delle attivita' socio assistenziali con quelle sanitarie attraverso             
specifici accordi e modelli organizzativi coerenti;                             
- in ambito provinciale e' in atto una riflessione sulle forme di               
governo delle politiche sociali e sulle modalita' di gestione, che              
meglio possono garantire integrazione socio sanitaria, efficienza,              
qualita' e pari opportunita' di accesso ai servizi;                             
- due sono le considerazioni principali che hanno indotto i Comuni              
del Distretto di Reggio Emilia a ritenere opportuno il rientro delle            
funzioni delegate:                                                              
a) da una parte, la complessita' sempre crescente del contesto                  
sociale: cambia la struttura della popolazione, sia per il processo             
di invecchiamento sia per la crescita costante dell'immigrazione (in            
particolare extracomunitaria, ma si assiste anche a una ripresa                 
dell'immigrazione interna); emergono nuovi bisogni, accanto alla                
consapevolezza di piu' ampi diritti di cittadinanza, ma si allarga              
anche la fascia di popolazione in difficolta' economica ed emergono             
sacche di nuova poverta'; cresce la difficolta' per le famiglie di              
far fronte agli impegni di cura, in particolare dei propri membri non           
autosufficienti, e crescono in generale le situazioni di disagio                
sociale. Tutto cio' richiede un ripensamento dei servizi sociali,               
tanto piu' in una situazione di risorse finite; e' necessario                   
superare la logica per cui "a bisogno corrisponde prestazione" e                
orientare le politiche sociali ad azioni di sviluppo di comunita',              
promuovendo la costruzione di una rete territoriale che connetta                
risorse a sostegno di un maggior benessere delle persone. Questo                
pero' richiede un governo complessivo delle politiche sociali a                 
livello locale, che possa gestire in modo integrato le diverse leve             
di intervento e i rapporti con l'esterno; la complessita' ed entita'            
dei fenomeni sopra citati richiede il diretto ruolo del Comune nel              
definire scelte, non delegabili a servizi tecnici, di rilevante                 
impatto sul benessere della collettivita' locale;                               
b) dall'altra parte, negli ultimi anni e' cresciuta nei cittadini la            
considerazione del Comune come punto di riferimento diretto per tutti           
i problemi e le esigenze della comunita' locale. La legislazione,               
dalla Legge 142/90 in poi (elezione diretta del Sindaco, trasparenza            
e accesso agli atti, decentramento amministrativo e federalismo) ha             
sottolineato questo ruolo del Comune; in particolare nell'ambito                
delle politiche sociali le cd. Leggi Bassanini, la L.R. 3/99 "Riforma           
del sistema regionale e locale" che le recepisce, il progetto di                
legge di riforma dell'assistenza, ormai in dirittura di arrivo,                 
attribuiscono ai Comuni la programmazione e la gestione del welfare             
locale;                                                                         
- per quanto concerne in specifico l'area minori, risulta di                    
particolare rilievo l'integrazione delle politiche                              
socio-assistenziali con quelle educative, nella logica della Legge              
Turco di "favorire la promozione dei diritti, la qualita' della vita,           
lo sviluppo, la realizzazione individuale e la socializzazione                  
dell'infanzia e dell'adolescenza";                                              
- occorre quindi far emergere che la complessita' dei problemi dei              
bambini e adolescenti e delle loro famiglie e la pluralita' degli               
approcci e dei progetti messi in campo richiedono sempre di piu' un             
forte ruolo di governo e indirizzo complessivo, una sede che dia                
unitarieta' alle politiche per le famiglie integrando le diverse leve           
decisionali e gli interventi realizzati e proponendosi anche nei                
confronti delle diverse agenzie pubbliche e private che a vario                 
titolo operano in questo settore come luogo unitario di interscambio            
e di confronto per la lettura dei bisogni, un'elaborazione culturale            
e pedagogica non frammentaria e la progettazione di strategie di                
intervento;                                                                     
- pertanto, negli interventi a favore di bambini e adolescenti                  
occorre perseguire alcune linee-guida:                                          
1) Famiglie. Considerazione della famiglia come soggetto di politiche           
specifiche, in quanto ambito primario delle relazioni, degli affetti,           
degli eventuali conflitti. La complessita' delle funzioni familiari e           
le problematicita' in esse presenti vanno assunte come sede                     
privilegiata nella definizione di azioni di aiuto, sostegno,                    
integrazione, sostituzione.                                                     
Le famiglie vanno considerate non solo come ambito di problemi ma               
anche come risorsa in grado di interagire con i servizi e con le                
altre opportunita' educative presenti sul territorio.                           
La considerazione della famiglia come ambito primario di                        
socializzazione dei minori e come risorsa da utilizzare e' una scelta           
educativa confermata non solo dalle teorie psicopedagogiche ma anche            
dagli orientamenti legislativi italiani e internazionali: cfr. Legge            
285/97 (Legge Turco) che intende "favorire la promozione dei diritti,           
la qualita' della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale e             
la socializzazione dell'infanzia e dell'adolescenza, privilegiando              
l'ambiente ad esse piu' confacente ovvero la famiglia naturale,                 
adottiva o affidataria, in attuazione dei principi della Convenzione            
sui diritti del fanciullo ...".                                                 
In questa direzione dovranno essere rafforzate le azioni, gia'                  
intraprese in questi anni, di forte sostegno alle famiglie, in                  
particolare nella funzione di genitori, valorizzando, in tutti i casi           
in cui esiste una possibilita', l'affido familiare, i centri                    
educativi diurni, gli aiuti domiciliari.                                        
2) Politiche di rete e comunitarie e rapporto pubblico-privato. La              
complessita' sociale e la multiproblematicita' rilevabili dietro ai             
problemi dei bambini e degli adolescenti (molto spesso dietro un                
bambino in difficolta' possono esservi problemi relazionali e                   
comportamentali, ma anche economici, di lavoro, di casa, di                     
socializzazione del suo nucleo familiare) richiede di operare sempre            
di piu' favorendo gli scambi, i confronti, la collaborazione tra                
tutte le agenzie pubbliche e private (servizi comunali e dell'Azienda           
Unita' sanitaria locale, scuole, IPAB, cooperative sociali,                     
associazioni, parrocchie, polisportive, volontariato ...) che possono           
interagire sui problemi dei bambini e degli adolescenti. Programmare            
interventi e realizzare progetti comuni, condividendone obiettivi e             
strumenti di controllo, significa utilizzare appieno tutte le risorse           
disponibili.                                                                    
3) Area del disagio e delle poverta'. Consapevolezza che, per quanto            
concerne i minori e i loro nuclei familiari, siamo in presenza di una           
crescita del disagio: negli ultimi anni e' cresciuta la richiesta di            
intervento dei servizi per problemi di disagio sociale, economico,              
educativo, relazionale, comportamentale, cosi' come sono cresciuti              
gli interventi del Tribunale dei minori in situazioni a forte                   
rischio. Nello stesso tempo, molto spesso e' labile il confine tra              
situazioni di disagio e cosiddetta "normalita'" con i suoi problemi,            
che possono andare dall'abbandono scolastico precoce alla difficolta'           
per le famiglie di conciliare tempi di lavoro e cura dei figli,                 
dall'integrazione multiculturale alla solitudine con cui spesso si              
devono affrontare i problemi delle relazioni familiari che cambiano;            
viene stipulato il seguente                                                     
ACCORDO DI PROGRAMMA                                                            
Art. 1                                                                          
Soggetti dell'Accordo                                                           
I soggetti del presente Accordo sono i Comuni di Reggio Emilia,                 
Bagnolo in Piano, Cadelbosco Sopra, Castelnuovo Sotto, Albinea,                 
Quattro Castella, Vezzano sul Crostolo, appartenenti al Distretto di            
Reggio Emilia, l'Azienda Unita' sanitaria locale di Reggio Emilia,              
istituzionalmente preposti, rispettivamente, alla erogazione di                 
prestazioni e servizi socio-assistenziali e socio-sanitari in favore            
e a sostegno di bambini, adolescenti e delle loro famiglie, e la                
Provincia di Reggio Emilia cui competono, nel settore sociale,                  
funzioni di coordinamento e di integrazione con altri servizi sociali           
a livello provinciale.                                                          
Art. 2                                                                          
Oggetto dell'Accordo                                                            
Oggetto del presente Accordo e' lo sviluppo di una rete di servizi ed           
interventi coordinati di natura sociale, educativa e socio-sanitaria            
in risposta ai bisogni dei bambini, degli adolescenti e delle loro              
famiglie e per il reinserimento sociale degli adulti con riferimento            
ai tossicodipendenti, alle famiglie bisognose di detenuti e vittime             
del delitto e agli ex-detenuti, nonche' a cittadini non vedenti e               
audiolesi, da realizzarsi tra i soggetti di cui all'art. 1.Le                   
modalita' di gestione dei servizi e degli interventi suddetti nonche'           
le funzioni di cui agli articoli seguenti hanno carattere                       
sperimentale per il periodo di vigenza dell'Accordo.                            
I Comuni, la Provincia, l'Azienda Unita' sanitaria locale convengono            
sull'opportunita' di approfondire nel corso del 2000 le forme e i               
modelli organizzativi piu' efficaci per garantire l'integrazione                
delle politiche sociali con quelle sanitarie e con gli interventi nel           
campo educativo-formativo, del lavoro, delle politiche per la                   
famiglia.                                                                       
Art. 3                                                                          
Funzioni dei soggetti                                                           
Sono attribuite ai soggetti dell'accordo le seguenti funzioni:                  
- Comuni: gestione dei servizi secondo criteri di distribuzione                 
territoriale per quanto riguarda accoglienza, lettura della domanda,            
conoscenza e implementazione delle reti locali; gestione comune di              
servizi trasversali e specialistici.                                            
- Provincia: coordinamento e confronto di tutta la realta'                      
provinciale, anche in relazione a competenze da integrare con quelle            
sui servizi sociali, formazione professionale, servizi per il lavoro,           
scuola, ed al fine di produrre condizioni omogenee di accesso e di              
fruizione dei servizi.                                                          
- Azienda Unita' sanitaria locale: integrazione organizzativa e                 
professionale delle attivita' a valenza sanitaria con quelle                    
socio-assistenziali.                                                            
Gli Enti di cui all'art. 1 esprimono la volonta' di costruire, nel              
periodo di vigenza dell'accordo, le condizioni per l'adesione di                
altri soggetti (Enti pubblici e privati, terzo settore, ecc.)                   
coinvolti nelle attivita' oggetto dell'Accordo, individuando le                 
modalita' per realizzare un rapporto continuativo con tutti gli                 
organismi che possono concorrere a definire strategie e progetti                
comuni.                                                                         
Art. 4                                                                          
Compiti dei Comuni                                                              
I Comuni di Reggio Emilia, Bagnolo in Piano, Cadelbosco Sopra,                  
Castelnuovo Sotto, Albinea, Quattro Castella, Vezzano sul Crostolo,             
appartenenti al Distretto di Reggio Emilia, convengono di gestire in            
forma integrata le competenze in materia di:                                    
- assistenza sociale alla maternita', infanzia ed eta' evolutiva,               
compresi gli interventi in favore di minorenni soggetti a                       
provvedimenti delle autorita' giudiziarie minorili;                             
- autorizzazione al funzionamento e vigilanza delle strutture                   
residenziali socio-assistenziali di accoglienza di madri e/o minori;            
- assistenza sociale agli adulti con riferimento ai                             
tossicodipendenti, alle famiglie bisognose di detenuti e vittime del            
delitto, all'assistenza post-penitenziaria;                                     
- assistenza a non vedenti ed audiolesi.                                        
I Comuni del Distretto di Reggio Emilia concordano le seguenti                  
modalita' di gestione.                                                          
1. Accoglienza                                                                  
Presso ogni Comune sara' garantita, secondo le forme che ciascuno               
vorra' darsi, la prima accoglienza dei cittadini che richiedano                 
sostegno, garantendo in tal modo anche la lettura dei bisogni a                 
livello locale e tutte le eventuali risposte che i Comuni stessi                
ritengano di poter dare in questa fase di prima accoglienza                     
(richieste di contributo economico, inserimento in servizi                      
funzionanti sul territorio comunale, attivazione di reti locali anche           
informali, rapporti con le scuole o con altre istituzioni presenti a            
livello locale ecc.).                                                           
Fino al 30 aprile 2000 i Comuni del distretto che lo richiederanno              
potranno usufruire ancora dell'accoglienza presso il Comune di Reggio           
Emilia.                                                                         
2. Presa in carico                                                              
Per quanto riguarda la "presa in carico", il Comune di Reggio Emilia            
organizzera' il proprio servizio, relativamente alle funzioni "di               
base", su poli territoriali decentrati realizzando per quelle                   
funzioni un servizio sociale territoriale quale presidio locale del             
rapporto con i cittadini che si sviluppera' attraverso:                         
- l'analisi del territorio e della comunita' di riferimento                     
(problemi, risorse, vincoli specifici);                                         
- la progettazione territoriale in riferimento ai diversi ambiti                
operativi ed in stretta correlazione con le scelte di programmazione            
cittadina;                                                                      
- il raccordo tra i diversi servizi e strutture presenti sul                    
territorio e connessione ai servizi professionali delle reti                    
informali attraverso azioni di promozione e sviluppo di comunita';              
- l'attivita' di informazione e primo filtro sui diversi servizi e              
opportunita' disponibili a livello territoriale o cittadino e                   
facilitazione all'accesso;                                                      
- consulenza e presa in carico dei problemi sociali presentati dai              
cittadini, sempre attraverso interventi direttamente fruibili sul               
territorio o in rete con altri servizi e livelli di intervento.                 
Si attiveranno le nuove prese in carico su tale base e si provvedera'           
a un graduale passaggio dei casi oggi in carico, seguiti dalle                  
diverse assistenti sociali senza rapporto con il territorio, ai nuovi           
poli territoriali.                                                              
Qualora gli altri Comuni del distretto ritengano necessaria una presa           
in carico di utenti rispetto alla prima fase di accoglienza, potranno           
servirsi di personale specializzato messo a disposizione dal Comune             
di Reggio, conferendo le quote indicate nella convenzione di cui al             
successivo art. 8, secondo modalita' organizzative concordate nel               
gruppo tecnico di cui al successivo art. 7; anche per gli altri                 
Comuni del distretto si procedera' a un passaggio graduale dei casi             
oggi in carico secondo una logica territoriale.                                 
3. Funzioni specialistiche e trasversali                                        
Il Comune di Reggio Emilia garantira', a livello centralizzato, le              
funzioni specialistiche e trasversali cosi' individuate, escluse le             
fasi di prima accoglienza e di informazione:                                    
- affidi e adozioni: gruppi informativi e istruttorie;                          
- abusi e maltrattamenti: gruppo specialistico pluridisciplinare;               
- momenti di formazione e di aggiomamento comune;                               
- lavoro di e'quipe, supervisione, assistenza tecnica specialistica             
ove necessaria;                                                                 
- rapporti col Tribunale dei minorenni e con gli altri Organi                   
giudiziari, ferme restando le responsabilita' di ogni Comune per i              
casi di propria competenza;                                                     
- organizzazione della banca dati distrettuale, implementata da ogni            
Comune per quanto di sua competenza.                                            
Art. 5                                                                          
Compiti della Provincia                                                         
Nella L.R. 3/99 alla Provincia sono attribuite le seguenti funzioni             
in ambito sociale (art. 190):                                                   
- programmazione e rilevazione dei bisogni socio-assistenziali del              
proprio territorio, nel rispetto della programmazione regionale,                
anche attraverso la gestione del sistema informativo                            
socio-assistenziale di livello provinciale;                                     
- promozione del concorso dei soggetti coinvolti e dell'apporto                 
coordinato dei soggetti del terzo settore e delle IPAB (anche tramite           
la gestione degli Albi dell'associazionismo, del volontariato, delle            
cooperative sociali).                                                           
Alla Provincia inoltre e' attribuito dalla Regione un ruolo di                  
coordinamento territoriale degli Accordi di programma ex Legge                  
285/97.                                                                         
La Provincia assumera' dunque in primo luogo un ruolo di promozione,            
coordinamento e monitoraggio dell'esperienza garantendo il rapporto             
con gli altri distretti del territorio su tutte le problematiche che            
meritino un confronto di carattere generale e promuovendo la                    
partecipazione del terzo settore e delle IPAB alla progettazione dei            
servizi e degli interventi.                                                     
La Provincia curera' altresi' il sistema informativo                            
socio-assistenziale sul proprio territorio, anche proponendo alla               
Regione gli indicatori che dal confronto con i Comuni e le Aziende              
Unita' sanitarie locali risultino piu' rilevanti per la rilevazione             
dei bisogni socio-assistenziali e per l'analisi dei servizi erogati;            
cio' anche in relazione alla definizione del nuovo sistema                      
informativo regionale sulla condizione dell'infanzia e                          
dell'adolescenza.                                                               
In relazione a quanto sopra la Provincia, i Comuni sottoscrittori del           
presente Accordo, gli altri Comuni e l'Azienda Unita' sanitaria                 
locale si impegnano a costituire presso la Provincia un Osservatorio            
provinciale sui servizi sociali che, in coerenza con quanto la                  
Regione intende promuovere in relazione al sistema informativo                  
regionale ed in collaborazione con l'Osservatorio per le famiglie del           
comune di Reggio Emilia, diventi un valido strumento di lettura dei             
servizi, del loro rapporto con la realta' sociale e il cambiamento.             
Per la realizzazione dell'Osservatorio le risorse economiche                    
necessarie saranno stanziate dalla Provincia e, in quote da definire            
in sede di convenzione, da tutti i Comuni.                                      
Infine la Provincia curera' l'integrazione dei servizi e degli                  
interventi per bambini, adolescenti e famiglie con le proprie                   
politiche formative e per il lavoro (formazione professionale, centri           
per l'impiego, politiche scolastiche e diritto allo studio),                    
promuovendo l'accesso a queste opportunita' per progetti integrati di           
sviluppo dell'autonomia di bambini e famiglie e per la formazione               
degli operatori pubblici e privati del settore.                                 
Nell'ambito della formazione professionale, gli Enti sottoscrittori             
dell'Accordo considerano di particolare rilievo gli interventi                  
rivolti a fasce deboli e concordano sulla opportunita' di un esame              
congiunto degli interventi per minori portatori di handicap, anche in           
integrazione con gli interventi previsti da altri accordi o                     
protocolli di intesa.                                                           
La Provincia distacchera' al Comune di Reggio, che lo utilizzera' a             
favore di tutti i Comuni del distretto, il personale con qualifica di           
assistente sociale impegnato fino a tutto il 1999 presso l'Area                 
Sociale, Azienda Unita' sanitaria locale - Distretto di Reggio per la           
durata dell'Accordo di programma; tale distacco funzionale non                  
comporta rimborso di spesa da parte del Comune di Reggio.                       
Art. 6                                                                          
Integrazione socio-assistenziale e socio-sanitaria e compiti                    
dell'Azienda Unita' sanitaria locale                                            
L'Azienda Unita' sanitaria locale di Reggio Emilia realizzera' le               
funzioni di integrazione organizzativa e professionale delle                    
attivita' a valenza socio-sanitaria con quelle socio-assisitenziali.            
Il presente accordo si fonda, per quanto riguarda l'integrazione                
delle attivita' socio assistenziali e sanitarie, sulla L.R. 21 aprile           
1999, n. 3 "Riforma del sistema regionale e locale", che all'art. 183           
cita:                                                                           
"La Regione promuove ed incentiva l'integrazione, di norma in ambito            
distrettuale, delle attivita' socio assistenziali di competenza dei             
Comuni con quelle delle Aziende sanitarie (...). I Comuni, singoli o            
associati, e le Aziende sanitarie stabiliscono accordi, ai sensi                
dell'art. 27 della Legge 8 giugno 1990, n. 142, per individuare i               
modelli organizzativi ed i relativi rapporti finanziari, fondati                
sull'integrazione organizzativa e professionale delle rispettive                
competenze (...).                                                               
Nel quadro degli accordi di cui al comma 1, sono definite le                    
modalita' operative idonee ad assicurare percorsi integrati e                   
coordinati per interventi afferenti a funzioni di rispettiva                    
competenza".                                                                    
Percio' alla base dell'integrazione socio assistenziale e socio                 
sanitaria sta l'assunto della presa in carico integrata dei casi che            
richiedono l'apporto di competenze dei due ambiti, attraverso                   
modalita' organizzative di lavoro comune e non solo di consulenza               
specialistica esterna/estranea, fermo restando che di volta in volta            
il Servizio Sociale del Comune o i Servizi Sanitari dell'Azienda                
Unita' sanitaria locale, avranno la responsabilita' prima sui casi              
trattati. La presa in carico integrata richiedera' l'adozione di                
criteri comuni e la valutazione condivisa nel merito dei singoli                
casi.                                                                           
Sulla base di reciproche segnalazioni e nella logica della presa in             
carico integrata, il Servizio Sociale del Comune mettera' a                     
disposizione operatori sociali o educativi, mentre l'Azienda Unita'             
sanitaria locale, fornira' il personale sanitario (psicologo,                   
neuropsichiatra infantile, assistente sanitario, pediatra, psichiatra           
per le famiglie multiproblematiche, ecc.) garantendo reciproca                  
collaborazione su tutta la casistica.                                           
Per quanto riguarda la quantificazione dell'impegno del personale               
sociale e sanitario si rinvia alla convenzione di cui al successivo             
art. 8.                                                                         
Oltre all'operativita' integrata sulla casistica specifica, l'Azienda           
Unita' sanitaria locale garantira' la collaborazione attraverso gli             
specifici gruppi del DASM - aperti anche a collaborazioni                       
interistituzionali - sulle seguenti tematiche:                                  
- abusi e maltrattamenti                                                        
- famiglie multiproblematiche                                                   
- disagio adolescenziale                                                        
- lavoro.                                                                       
Affidi e adozioni: per i gruppi informativi e le istruttorie                    
l'Azienda Unita' sanitaria locale fornira' le prestazioni dello                 
psicologo dietro rimborso dei relativi oneri da parte dei Comuni.               
Handicap minorile: in base alla Direttiva regionale 1637/96, "in                
quest'area la quasi totalita' degli interventi e' di natura sanitaria           
e gestita di norma dal Settore di NPI, anche se sempre in raccordo              
con gli operatori del sociale". Sono pero' direttamente in carico ai            
Comuni le attivita' e le relative spese di tempo libero, appoggio               
assistenziale nella scuola, diritto allo studio con gli interventi              
per l'accesso e la qualificazione scolastica, contributi economici,             
assistenza domiciliare a prevalente aiuto domestico.                            
Centro sanitario per le famiglie straniere irregolari: l'Azienda                
Unita' sanitaria locale garantisce le prestazioni sanitarie a adulti            
e minori, il Comune garantisce le prestazioni sociali necessarie.               
Dipendenze patologiche: l'assistenza sociale ai tossicodipendenti               
(come quella alle famiglie bisognose di detenuti e vittime del                  
delitto) rientra nelle competenze comunali, mentre all'Azienda Unita'           
sanitaria locale compete l'intervento socio sanitario.                          
Si fa oggetto di una specifica intesa che stabilisce i livelli di               
collaborazione tra Comuni e SERT tutta la materia della prevenzione             
primaria, nell'ottica della massima integrazione tra i servizi.                 
Gli Enti sottoscrittori dell'Accordo si impegnano a riconsiderare               
l'intero impianto dell'integrazione socio-sanitaria alla luce dei               
decreti ministeriali, di prossima emanazione, previsti dal DLgs                 
229/99.                                                                         
Art. 7                                                                          
Organismi dell'Accordo di programma                                             
L'Accordo di programma prevede due organismi con distinte funzioni              
sul piano politico e sul piano tecnico-gestionale.                              
L'organismo politico, formato da rappresentanti di tutti gli Enti               
sottoscrittori, avra' funzioni di indirizzo, verifica e controllo.              
Esso si riunira' quadrimestralmente per il monitoraggio dell'accordo            
e della convenzione di cui al successivo art. 8 e per la verifica               
sull'andamento dei servizi rispetto agli obiettivi e alle strategie             
concordati. Entro il mese di ottobre 2000 formalizzera' inoltre la              
verifica complessiva dell'accordo per procedere al suo rinnovo.                 
L'organismo tecnico, costituito dai referenti tecnici dei servizi               
interessati, avra' funzioni di gestione operativa. Esso provvedera',            
almeno a cadenza bimestrale, a verificare e monitorare l'andamento              
dei servizi sotto l'aspetto gestionale e organizzativo; promuovera'             
inoltre la costruzione di modalita' di lavoro comune e condiviso tra            
i diversi enti sottoscrittori. Le modalita' di lavoro saranno                   
individuate dall'organismo stesso che potra' prevedere la                       
costituzione di gruppi di lavoro ai quali potranno partecipare anche            
altri soggetti coinvolti nelle attivita' oggetto del presente                   
Accordo.                                                                        
Art. 8                                                                          
Aspetti economici                                                               
La quantificazione e le modalita' di rapporto economico tra i Comuni            
e l'Azienda Unita' sanitaria locale per la realizzazione dei servizi            
e degli interventi di cui al presente Accordo sono definiti dalla               
intesa allegata.                                                                
La definizione dei rapporti tra i Comuni e la Provincia e' regolata             
da apposita convenzione.                                                        
Art. 9                                                                          
Durata dell'Accordo                                                             
Il presente Accordo ha validita' 1/1-31/12/2000.                                
Visto i sottoscrittori                                                          
IL PRESIDENTE  IL SINDACO DEL COMUNE                                            
DELLA PROVINCIA  DI REGGIO EMILIA                                               
Roberto Ruini  Antonella Spaggiari                                              
per IL SINDACO DEL COMUNE  IL SINDACO DEL COMUNE                                
DI ALBINEA  DI BAGNOLO IN PIANO                                                 
Vilmo Del Rio  Claudio Filippini                                                
per IL SINDACO DEL COMUNE  IL SINDACO DEL COMUNE                                
DI CADELBOSCO SOPRA  DI CASTELNUOVO SOTTO                                       
Lorenzo Giberti  Roberta Mori                                                   
IL SINDACO DEL COMUNE  IL SINDACO DEL COMUNE                                    
DI QUATTRO CASTELLA  DI VEZZANO S/C                                             
Cesare Beggi  Paolo Pagnozzi                                                    
AZIENDA USL DI REGGIO EMILIA                                                    
IL COORD. AREA SOCIALE                                                          
S. Cecchella                                                                    

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ultima modifica 2023-05-19T21:22:53+01:00

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