REGIONE EMILIA-ROMAGNA - CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 22 dicembre 1999, n. 1316

Indirizzi per l'integrazione delle politiche del lavoro, della programmazione e dell'istruzione. Triennio 2000/2002 (proposta della Giunta regionale in data 7 dicembre 1999, n. 2336)

IL CONSIGLIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                       
Vista la deliberazione della Giunta regionale progr. n. 2336 del 7              
dicembre 1999, recante in oggetto "Indirizzi per l'integrazione delle           
politiche del lavoro, della programmazione e dell'istruzione.                   
Triennio 2000/2002" e che qui di seguito si trascrive integralmente:            
"LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                         
Visti:                                                                          
- la Legge quadro in materia di formazione professionale 21 dicembre            
1978, n. 845;                                                                   
- la L.R. n. 19 del 24 luglio 1979 "Riordino, programmazione e                  
deleghe della formazione alle professioni ed in particolare l'art. 4,           
che attribuisce al Consiglio regionale l'approvazione degli Indirizzi           
programmatici, del piano poliennale e dei criteri generali cui                  
dovranno corrispondere i piani elaborati dagli Enti delegati;                   
- la L.R. 25/98 "Norme in materia di politiche del lavoro e di                  
servizi per l'impiego";                                                         
- la L.R. 3/99 "Riforma del sistema regionale e locale" in                      
particolare gli artt. 196, 199, 200, 201 e 207;                                 
- il "Documento di orientamento per il Programma operativo della                
Regione Emilia-Romagna Obiettivo 3 Fondo sociale europeo 2000/2006"             
approvato con delibera n. 1947 del 26/10/1999 recepita dal Consiglio            
regionale con atto n. 1275 del 3/11/1999;                                       
- gli "Indirizzi per l'integrazione delle politiche del lavoro, della           
formazione e dell'istruzione. Triennio 2000/2002" allegati alla                 
presente deliberazione, della quale costituiscono parte integrante;             
acquisiti:                                                                      
- il parere favorevole espresso dalla Commissione regionale                     
Tripartita, cosi' come previsto dalla L.R. 27 luglio 1998,  n.25, in            
data 1/12/1999, parere conservato agli atti del Servizio competente;            
- il parere favorevole espresso dal Comitato Interistituzionale di              
Coordinamento, cosi' come previsto dalla L.R. 27 luglio 1998, n. 25,            
in data 26/11/1999, parere conservato agli atti del Servizio                    
competente;                                                                     
sentiti inoltre gli Enti delegati di cui agli artt. 18 e 20 della               
stessa L.R. 19/79;                                                              
vista la propria deliberazione n. 1475 dell'1 agosto 1997, "Direttive           
attuative per la formazione professionale e per l'orientamento.                 
Triennio 1997/1999";                                                            
considerato che le sperimentazioni in corso riguardanti sia le                  
tipologie corsuali che le regole di gestione non permettono ad oggi             
di addivenire a nuova stesura di direttiva per il 2000/2002;                    
dato atto del parere favorevole espresso dal Direttore generale                 
dell'Area "Formazione professionale e Lavoro", dott.ssa Cristina                
Balboni, in merito alla legittimita' ed alla regolarita' tecnica                
della presente deliberazione, ai sensi dell'art. 4, VI comma, della             
L.R. 19 novembre 1992, n. 41;                                                   
su proposta dell'Assessore competente per materia,                              
a voti unanimi e palesi, delibera:                                              
di proporre al Consiglio regionale:                                             
1) di approvare gli "Indirizzi per l'integrazione delle politiche del           
lavoro, della formazione e dell'istruzione. Triennio 2000/2002" che             
costituiscono parte integrante della presente deliberazione;                    
2) di dare atto che le Amministrazioni provinciali sono tenute, in              
sede di formulazione e approvazione dei rispettivi programmi e piani            
di attivita' di formazione professionale e di orientamento relativi             
al biennio 2000/2002 a conformarsi agli Indirizzi programmatici di              
cui al precedente punto 1);                                                     
3) di disporre ai sensi dell'art. 21 della L.R. 19/79 piu' volte                
citata la pubblicazione dei presenti Indirizzi nel Bollettino                   
Ufficiale della Regione;                                                        
4) di dare atto che le direttive attuative, approvate con atto                  
deliberativo n. 1475 dell'1 agosto 1997, sono applicabili fino alla             
approvazione di nuove direttive.                                                
Indirizzi per l'integrazione delle politiche del lavoro, della                  
formazione e dell'istruzione - Triennio 2000/2002                               
1) Premessa                                                                     
La definizione degli Indirizzi 2000/2002 per l'integrazione delle               
politiche del lavoro, della formazione e dell'istruzione si colloca             
in una fase intermedia tra la predisposizione del Programma operativo           
regionale per l'Obiettivo 3 e la messa a punto del Complemento di               
programmazione che definira' in maniera puntuale la programmazione              
regionale per il periodo 2000/2006.                                             
Sono evidenti quindi i nessi tra le priorita' che vengono individuate           
nei presenti Indirizzi e le strategie e linee di intervento gia'                
definite nel "Documento di orientamento per il Programma operativo              
della Regione Emilia-Romagna", ma anche le esplicitazioni e                     
integrazioni per l'attuazione che proverranno dal Complemento di                
programmazione.                                                                 
Questi Indirizzi, inoltre, troveranno applicazione in un contesto               
normativo e politico profondamente innovato sia a livello comunitario           
sia a livello nazionale e regionale.                                            
A livello comunitario la strategia europea per l'occupazione -                  
articolata nelle politiche per l'occupabilita', l'imprenditorialita',           
l'adattabilita' e le pari opportunita' e nelle linee guida che                  
individuano gli obiettivi specifici e i risultati da conseguire                 
annualmente nell'ambito di ciascuna politica - ha assegnato nuove               
missioni alle politiche attive del lavoro. Tali missioni che                    
rappresentano le priorita' nell'attuazione della nuova programmazione           
del Fondo sociale europeo sono cosi' riassumibili:                              
- il graduale passaggio da misure passive a misure attive per                   
contrastare i fenomeni di disoccupazione e aumentare le chances                 
occupazionali di donne e uomini, giovani e adulti;                              
- l'adozione di un approccio preventivo delle politiche intervenendo            
sui tempi di attesa per l'entrata e il reinserimento nel mercato del            
lavoro, attraverso la riforma dei servizi per l'impiego, l'incontro             
tra domanda e offerta e la promozione di esperienze                             
professionalizzanti per l'inserimento al lavoro;                                
- l'integrazione tra politiche che agiscono sulla domanda di lavoro e           
quelle tese a migliorare il profilo dell'offerta di lavoro;                     
- l'individuazione di modalita' integrate per facilitare                        
l'inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro;                        
- lo sviluppo di un sistema di formazione lungo tutto l'arco della              
vita;                                                                           
- l'importanza attribuita ai sistemi di monitoraggio e valutazione              
dei risultati delle politiche in un'ottica di miglioramento costante            
degli interventi all'interno dei diversi contesti nazionali e                   
regionali.                                                                      
A livello nazionale le principali innovazioni che hanno impatto sui             
sistemi di programmazione regionali sono:                                       
- i processi di devoluzione delle competenze dallo Stato alle                   
Amministrazioni locali in materia di lavoro, formazione e istruzione;           
- la riforma dei piu' importanti strumenti di politica attiva del               
lavoro quali l'apprendistato, i dispositivi di inserimento                      
lavorativo, la formazione professionale;                                        
- la definizione di un nuovo patto tra la forze politiche e sociali             
per il governo del mercato del lavoro e per l'identificazione delle             
priorita' di riforma dei sistemi dell'istruzione, della formazione              
professionale e della ricerca;                                                  
- la nuova normativa relativa all'innalzamento dell'obbligo                     
scolastico e all'istituzione dell'obbligo formativo.                            
A livello regionale tra le innovazioni piu' rilevanti vanno segnalate           
quelle introdotte con l'approvazione delle Leggi 25/98 e 3/99 - che             
attengono, rispettivamente, alla organizzazione dei nuovi servizi per           
l'impiego e alla riforma del sistema regionale e locale - secondo il            
dettato delle Leggi nazionali 59/97 e 127/97 per la riqualificazione            
e alleggerimento degli apparati, la semplificazione delle procedure             
amministrative e l'adozione di regole di concorrenzialita' nella                
gestione dei servizi pubblici.                                                  
Nel campo dell'istruzione, in relazione anche al DLgs 112/98 sul                
decentramento di alcuni funzioni, sono state varate due leggi                   
regionali per il diritto allo studio e all'apprendimento per tutta la           
vita e la qualificazione del sistema integrato e per il diritto allo            
studio universitario.                                                           
Il mutato contesto deriva anche dall'impatto prodotto dagli Indirizzi           
per la formazione professionale e l'orientamento per il triennio                
1997/1999 sul sistema regionale del quale si sottolineano in                    
particolare i risultati interni di:                                             
- forte collegamento tra le politiche formative e le politiche del              
lavoro e dello sviluppo territoriale;                                           
- rafforzamento della concorrenza, della selettivita' e della                   
trasparenza delle scelte di affidamento delle azioni attraverso                 
regole omogenee;                                                                
- raccordo del sistema della formazione con quello dell'istruzione;             
- riduzione delle diseguaglianze e del deficit di opportunita' dei              
soggetti svantaggiati;                                                          
- sviluppo di un sistema di qualita' totale del servizio di offerta             
formativa con una particolare attenzione ai diritti dell'utenza                 
(imprese, famiglie e partecipanti);                                             
- rafforzamento della dimensione europea attraverso la                          
transnazionalita' delle azioni;                                                 
- qualificazione del ruolo regionale di governo del sistema                     
attraverso il metodo della concertazione, lo sviluppo di azioni di              
monitoraggio e valutazione e l'ampliamento della sfera di                       
programmazione delle Province.                                                  
Non tutti gli ambiti di intervento definiti negli Indirizzi 1997/1999           
hanno esaurito la loro carica innovativa. Nell'attuale contesto                 
normativo e programmatico questi trovano una importante cornice di              
riferimento per il loro sviluppo, con particolare riguardo                      
all'integrazione tra i sistemi e il raccordo con le strategie, i                
programmi e i progetti di sviluppo locale. I nuovi Indirizzi                    
intendono, pertanto, muoversi lungo due principali direttrici                   
strategiche:                                                                    
- adottare l'integrazione come principio ordinatore delle politiche             
regionali e dare rilievo alle azioni trasversali ai sistemi del                 
lavoro, della formazione e dell'istruzione al fine di rendere                   
visibile il disegno unitario della programmazione regionale,                    
conferendo coerenza ai diversi ambiti di intervento;                            
- individuare le politiche, le strategie e gli strumenti per lo                 
sviluppo locale come contesto privilegiato per l'attuazione delle               
priorita' indicate al Capitolo 2, anche nella logica di sostegno al             
decentramento degli insediamenti produttivi e di fenomeni di spin               
off.                                                                            
2) Gli ambiti prioritari di intervento                                          
Gli Indirizzi regionali per il triennio 2000/2002 assumono come                 
quadro di riferimento le priorita' strategiche definite nel                     
"Documento di orientamento per il Programma operativo della Regione             
Emilia-Romagna" relativo all'Obiettivo 3. Tali priorita', in coerenza           
con le scelte compiute nella proposta del Piano territoriale                    
regionale, discendono dai piu' rilevanti fenomeni di evoluzione del             
mercato del lavoro e della struttura produttiva e sociale della                 
regione e si pongono in un'ottica di integrazione e sinergia con il             
Piano di sviluppo rurale nonche' con la nuova programmazione per le             
aree Obiettivo 2.                                                               
Le scelte di fondo attengono a due obiettivi principali: l'aumento              
dei livelli di occupazione, la qualificazione, la permanenza nel                
mercato del lavoro, e il rafforzamento della struttura produttiva. Il           
perseguimento degli obiettivi indicati implica:                                 
- l'inserimento sul mercato del lavoro delle componenti meno                    
rappresentate della popolazione attiva, in primo luogo le donne e i             
giovani, e coloro che si trovano in condizioni di svantaggio sociale;           
- lo sviluppo di sistemi generalizzati di apprendimento e                       
riqualificazione lungo tutto l'arco della vita, al fine di aumentare            
le chance occupazionali, la mobilita' professionale, l'adattabilita'            
all'evoluzione delle organizzazioni del lavoro, l'integrazione                  
sociale, con il riconoscimento del ruolo essenziale dell'impresa e              
del lavoro;                                                                     
- il consolidamento e il sostegno dei processi di innovazione dei               
sistemi locali di piccola e media impresa alla scopo di rafforzarne             
la competitivita' anche attraverso la diffusione delle esperienze di            
eccellenza;                                                                     
- il governo della flessibilita', al fine di garantire stabilita'               
occupazionale e qualificazione professionale nei nuovi lavori e nelle           
nuove modalita' di prestazione lavorativa, e ridurre i costi sociali            
della flessibilita';                                                            
- il governo dei flussi di immigrazione tramite politiche di                    
incentivazione della mobilita' geografica, orientate anche al rientro           
al sud e di supporto all'inserimento lavorativo e sociale degli                 
immigrati;                                                                      
- lo sviluppo del potenziale del settore dei servizi e dei nuovi                
bacini di impiego, in particolare dei servizi collettivi e alla                 
persona, del turismo e della cultura.                                           
Lo stretto legame tra gli Indirizzi triennali e i contenuti del                 
"Documento di orientamento per il programma operativo della Regione             
Emilia-Romagna per l'Obiettivo 3" e' individuato anche in termini di            
struttura della programmazione (obiettivi globali e assi di                     
intervento, misure e tipologie di azioni) a cui far riferimento per             
le opzioni circa le priorita' per il periodo 2000/2002.                         
In tale contesto le aree prioritarie di interesse riguardano:                   
- il decollo e lo sviluppo dei servizi per l'impiego. In questa fase            
si trattera' di dare piena operativita' alla L.R. 25/98 e di                    
perseguire le finalita' assegnate ai nuovi servizi per l'impiego                
nell'ambito delle politiche europee;                                            
- l'attuazione dell'obbligo formativo. Questa priorita' implichera'             
una pronta revisione dei modelli e delle modalita' attuative della              
formazione iniziale e la valorizzazione dell'apprendistato                      
nell'ottica di pari dignita' dei tre canali previsti dalla normativa            
di riferimento;                                                                 
- le innovazioni nel sistema integrato di formazione post-secondaria.           
Per questa area si dovra' ampliare e diversificare l'offerta                    
formativa all'interno di modelli di programmazione integrata con il             
territorio e con il sistema delle imprese;                                      
- la diffusione e modellizzazione delle work experiences. In questo             
ambito si interverra' sulle criticita' del mercato del lavoro                   
regionale, sostenendo la transizione dei giovani al lavoro e piu' in            
generale i processi di inserimento e di mobilita' lavorativa. Per               
elevare l'efficacia delle esperienze in ambienti lavorativi, i                  
progetti dovranno indirizzarsi principalmente verso le aree di                  
domanda non soddisfatta e verso i settori a maggiore crescita                   
occupazionale;                                                                  
- l'avvio del sistema di formazione permanente. Si perverra'                    
progressivamente alla costruzione di questo segmento di offerta                 
secondo gli indirizzi concordati tra Stato e Regioni e sviluppando              
modelli sistematici di integrazione tra i diversi soggetti coinvolti;           
- il rafforzamento della formazione continua per il sostegno                    
all'adattabilita' delle imprese e dei lavoratori. I modelli di                  
intervento, attivati con approccio personalizzato sulla base delle              
esigenze specifiche dei lavoratori e delle imprese, dovranno                    
rafforzare i risultati fin qui conseguiti anche al fine di                      
qualificare ed ampliare l'impatto sul sistema economico e sul                   
capitale umano e professionale. Dovranno essere quindi perseguiti:              
l'accesso alla formazione dei lavoratori e delle imprese,                       
(imprenditori e loro management) supportando in particolare le                  
imprese piccole e medie, quelle dell'economia sociale, le basse                 
qualificazioni; lo sviluppo territoriale e settoriale e dei sistemi             
locali della produzione e del lavoro; il sostegno ai processi di                
innovazione tecnologica, organizzativa e professionale della singola            
impresa;                                                                        
- lo sviluppo di politiche integrate e individualizzate volte                   
all'inclusione sociale-lavorativa dei gruppi svantaggiati, da una               
parte e promozione di azioni positive di un mainstreaming all'interno           
di una programmazione complessiva dall'altra. In questo ambito gli              
interventi dovranno valorizzare il potenziale culturale, economico e            
sociale di cui sono portatori i soggetti interessati. A livello di              
progetto, inoltre, si dovra' adottare un approccio integrato (tra               
azioni, soggetti e politiche) e personalizzato in relazione alle                
diverse tipologie di svantaggio;                                                
- la sperimentazione di elementi di innovazione: atti a garantire               
continuita' e tempestivita' agli interventi formativi, agli                     
interventi di formazione-consulenza personalizzata a favore delle               
imprese e dei lavoratori con strumenti quali ad esempio "voucher" o             
"bonus", e di procedure di programmazione just in time o di                     
"sportello aperto";                                                             
- l'implementazione di funzioni di sistema atte a migliorare ed                 
ampliare la qualita' dell'offerta regionale. Il ruolo delle funzioni            
di sistema e' quello di garantire le condizioni di una effettiva                
integrazione delle politiche dell'istruzione, della formazione e del            
lavoro e di ridurre il divario quantitativo e qualitativo tra domanda           
e offerta di lavoro. Gli strumenti relativi all'accreditamento e                
all'adeguamento organizzativo degli organismi dell'offerta, alla                
certificazione dei percorsi, al mutuo riconoscimento dei crediti                
formativi, alla formazione dei formatori, verranno implementati                 
nell'arco del triennio come precondizione per l'efficacia delle                 
singole linee di intervento della programmazione. Analoghe priorita'            
assumono le analisi dei fabbisogni formativi per le quali verranno              
utilizzati gli esiti delle analisi realizzate a livello nazionale,              
potenziando l'interfaccia con le specifiche regionali e provinciali;            
- l'avvio sistematico di attivita' di monitoraggio e di valutazione             
dei risultati del sistema. Tali attivita' dovranno essere finalizzate           
ad un controllo costante delle performance dei sistemi integrati del            
lavoro, della formazione e della istruzione, in termini di risultati            
raggiunti. Il monitoraggio e la valutazione dovranno essere                     
sviluppate come funzioni trasversali alle diverse strutture,                    
regionali e provinciali, svolte sulla base di standard di qualita',             
metodologie e criteri di misurazione di efficacia/efficienza secondo            
le indicazioni comunitarie;                                                     
- la valorizzazione delle risorse umane impegnate nel settore                   
pubblico. I modelli di intervento dovranno accompagnare adeguatamente           
le riforme in atto nella pubblica Amministrazione, quali il                     
decentramento, la riorganizzazione delle funzioni e la maggiore                 
flessibilita' gestionale. A questo proposito, il protocollo sul                 
lavoro pubblico del 12/3/1997 tra Governo e organizzazioni sindacali            
e la prima Conferenza nazionale sulla formazione nel settore                    
pubblico, tenutasi alla fine dello scorso anno, hanno dato impulso al           
rafforzamento delle strategie di modernizzazione delle                          
Amministrazioni attraverso una corretta utilizzazione di strumenti              
gestionali nuovi. Al fine di realizzare il cambiamento auspicato dai            
processi di riforma sara' necessario individuare percorsi di                    
formazione continua che favoriscano l'apprendimento di nuove                    
conoscenze, sia sulla condivisione delle nuove missioni                         
istituzionali, sia sulle prospettive del nuovo ruolo delle strutture            
pubbliche.                                                                      
Il perseguimento di queste aree prioritarie di interesse dovra' far             
leva su specifici progetti, strumenti e modelli di intervento che               
assicurino:                                                                     
- l'applicazione di azioni secondo un approccio preventivo alla                 
disoccupazione per i giovani e per gli adulti;                                  
- l'integrazione a tutti i livelli di intervento della programmazione           
regionale;                                                                      
- l'implementazione della logica del mainstreaming negli interventi             
per l'inclusione sociale e per le pari opportunita'.                            
3) L'integrazione fra sistemi                                                   
Il tema dell'integrazione fra i sistemi dell'istruzione, scolastica             
ed universitaria, della formazione e del lavoro, previsto a livello             
sperimentale dagli Indirizzi 1997/1999, si ripropone in un quadro               
normativo profondamente innovato, anche sulla base di quanto                    
sperimentato dalla Regione che supporta dal punto di vista                      
regolamentare e finanziario politiche di integrazione finalizzate a             
mettere a regime i segmenti sperimentati e diffondere le buone                  
pratiche e a realizzare nuovi strumenti al servizio della costruzione           
del sistema formativo integrato.                                                
Il contesto legislativo e' mutato, si sono ampliati gli spazi di                
programmazione dell'offerta formativa integrata di competenza                   
regionale e del sistema degli Enti locali, in concertazione con le              
parti sociali, sta cambiando l'assetto del sistema scolastico e del             
Ministero della pubblica Istruzione, la riforma del sistema                     
universitario assume caratteri sempre piu' definiti.                            
In questo quadro l'integrazione fra i sistemi va assunto come                   
principio ordinatore di tutte le innovazioni da introdurre nel                  
sistema formativo regionale, rispetto al quale e' necessario offrire            
riferimenti chiari e definiti, per agevolare il collegamento delle              
relative azioni con quelle delle politiche per il lavoro e della                
valorizzazione delle risorse umane e per cogliere le potenzialita'              
formative ed occupazionali offerte dall'appartenenza ad un territorio           
vasto e ricco quale quello dell'Unione Europea.                                 
I modelli didattici e le prassi concertative e gestionali messi a               
punto nell'esperienza regionale (Protocollo di intesa tra Regione e             
Ministero della pubblica Istruzione per la realizzazione di corsi               
post-qualifica e post-diploma, inserimento di moduli                            
professionalizzanti nei diplomi universitari, nonche' all'interno               
degli ultimi tre anni delle scuote secondarie superiori, avvio                  
sperimentale del nuovo canale FORTIS-IFTS) costituiscono, quindi, una           
base importante per la costruzione di un sistema territoriale                   
integrato per il lavoro, la formazione e l'istruzione, il quale                 
dovra' evolversi anche alla luce di nuovi compiti: i servizi per                
l'impiego, l'obbligo scolastico e formativo, la riforma dei percorsi            
universitari e la costruzione di un'offerta di formazione permanente,           
attraverso il sistema di educazione degli adulti la cui                         
programmazione e' svolta a livello regionale e provinciale, nel                 
rispetto delle competenze dei Comuni, previste all'art. 139 del DLgs            
112/98, e nell'ambito della concertazione con le parti sociali.                 
Una delle condizioni per il consolidamento dell'integrazione fra i              
sistemi e' costituita dalla capacita' di proporre al territorio un              
insieme di offerte chiaramente individuabili per obiettivi, target di           
utenza, durata, tipologia delle certificazioni, crediti acquisibili e           
relativa spendibilita'. Senza tale segmentazione, lo sforzo richiesto           
puo' risultare inefficace.                                                      
L'esperienza condotta ha indicato che integrazione non significa                
confusione, sovrapposizione o sopraffazione di un sistema sull'altro:           
significa invece definizione delle finalita' proprie a ciascun                  
sistema, rispetto delle autonomie istituzionali e funzionali chiamate           
a perseguire tali finalita', valorizzazione delle competenze migliori           
di ogni sistema, nella condivisione dei comune obiettivo di                     
elevamento della qualita' dell'offerta rinnovata nell'interesse delle           
persone che ne fruiscono.                                                       
su questo obiettivo che si innesta la previsione regionale, sancita             
dalla L.R. 3/99, di richiedere l'accreditamento di tutte le strutture           
che intendano ottenere finanziamenti pubblici per svolgere attivita'            
formative, comprese quelle integrate.                                           
Le linee di intervento integrate dovranno essere fortemente radicate            
nel contesto del mercato del lavoro e dell'economia regionale e la              
loro efficacia e' correlata a una prioritaria e continua analisi                
delle tendenze e dei fenomeni, capace di cogliere le novita' e                  
soprattutto di leggere, attraverso l'interpretazione di segnali                 
deboli, i trend che caratterizzano la societa' e l'economia                     
regionale.                                                                      
L'integrazione tra i sistemi della formazione, del lavoro e                     
dell'istruzione, inoltre, deve prefigurare un forte raccordo con il             
sistema della ricerca al fine di supportare con risorse intellettuali           
qualificate, da un lato, le aziende nello sviluppare una capacita' di           
costante innovazione e, dall'altro, il sistema della formazione e               
dell'istruzione nella definizione di nuovi ambiti di competenza,                
nell'analisi delle tendenze e dei fenomeni, nella individuazione di             
metodologie di erogazione dei servizi piu' efficaci, nella                      
implementazione di sistemi di controllo e valutazione della qualita'            
degli interventi e dei loro impatti.                                            
Le innovazioni del sistema finalizzate all'integrazione delle                   
politiche regionali della formazione, dell'istruzione e del lavoro              
dovranno, pertanto, sostenere:                                                  
- il rafforzamento delle relazioni tra le strutture e i soggetti dei            
tre sistemi (lavoro, formazione e istruzione) e di quello della                 
ricerca al fine di condividere le prassi di programmazione, gli                 
standard di attuazione, le modalita' di gestione e monitoraggio, la             
valutazione dei risultati e degli impatti;                                      
- la realizzazione di un sistema di orientamento, decentrato presso i           
diversi soggetti, pubblici e privati, che individui funzioni e                  
modalita' di attuazione coerenti con le sue diverse finalita'. Il               
nuovo sistema raccorda gli attuali segmenti e va a costruire una                
offerta della quale sia visibile, da parte dell'utente, il disegno              
unitario. E' necessario fornire risposte specifiche a bisogni                   
differenziati e sempre piu' prossime ai diversi ambiti di attivita' e           
contesti di riferimento dell'utenza;                                            
- un accreditamento delle strutture dell'offerta che, partendo dalle            
esperienze gia' maturate e dalle linee concordate nell'ambito del               
partenariato regionale, porti valore aggiunto alle diverse direttrici           
di intervento e preveda non solo standard di efficienza, ma anche di            
efficacia;                                                                      
- la certificazione delle competenze e il riconoscimento dei crediti            
come funzione-chiave di un sistema integrato e che deve rappresentare           
un nuovo diritto degli individui indipendentemente dal luogo ove tali           
competenze sono state acquisite (sul lavoro, nella formazione di base           
e in quella professionalizzante, nei percorsi integrati). In                    
quest'ambito si dovra' definire un sistema formale, concordato con i            
responsabili a livello nazionale e territoriale, che superi le                  
attuali prassi di autonomo riconoscimento;                                      
- la formazione su basi comuni degli operatori dei diversi sistemi al           
fine di condividere modalita' di approccio con l'utenza, modelli                
didattici, prassi gestionali e valutative da parte di orientatori,              
docenti, formatori, personale dei sevizi per l'impiego, tutor                   
aziendali, ecc.;                                                                
- l'aggiornamento e la qualificazione del personale della pubblica              
Amministrazione, a sostegno dei processi di modernizzazione,                    
impegnato nei diversi servizi ed ambiti nella programmazione,                   
gestione, controllo e valutazione delle attivita' integrate al fine             
di rafforzare il disegno unitario e di proporre un quadro coerente ai           
beneficiari intermedi e finali delle azioni.                                    
4) Servizi per il lavoro                                                        
Il decentramento dei servizi e delle politiche attive per il lavoro             
apre spazi ed opportunita' per la loro trasformazione e per un                  
profondo processo di innovazione degli strumenti di governo del                 
mercato del lavoro regionale e di promozione degli interventi di                
politica attiva.                                                                
L'attribuzione dei servizi alle competenze del sistema regionale di             
programmazione costituisce condizione indispensabile, ma di per se'             
non sufficiente per corrispondere alla finalita' prima del processo             
avviato con il DLgs 469/97 e definito in Emilia-Romagna dalla L.R.              
25/98, consistente nella messa disposizione di efficaci servizi per             
il lavoro e del decentramento di competenze alle Province.                      
Occorre, in primo luogo, ridisegnare i servizi per l'impiego nel                
nuovo contesto su cui agiscono gli strumenti programmatori previsti             
dal FSE 2000/2006, dal Piano nazionale per l'occupazione Italia e               
dalla L.R. 25/98, individuando obiettivi definiti e coerenti con un             
quadro di politiche regionali da orientare, complessivamente, allo              
sviluppo di un approccio promozionale, all'integrazione delle azioni,           
all'individuazione di target prioritari degli interventi, alla                  
soddisfazione dei bisogni e dei clienti, alla valutazione delle                 
attivita' realizzate. In quest'ottica gli obiettivi primari                     
dell'azione dei servizi per il lavoro si prefiggono di:                         
- ridurre i tempi d'attesa per le transizioni ai e fra i lavori;                
- soddisfare la domanda di competenze professionali da parte delle              
imprese;                                                                        
- garantire un'offerta diffusa e qualificata di informazione sul                
lavoro e di orientamento;                                                       
- promuovere l'inserimento lavorativo delle persone disabili e delle            
persone in condizione di svantaggio rispetto al mercato del lavoro;             
- consentire la rilevazione statistica e l'analisi del mercato del              
lavoro regionale.                                                               
Il processo di riforma poggia su alcune parole chiave sulle quali               
costruire ed indirizzare l'attivita' dei servizi:                               
- in primo luogo la personalizzazione degli interventi: la                      
soddisfazione delle esigenze dei singoli e delle imprese comporta un            
approccio individualizzato e consulenziale da parte dei servizi, che            
riconosca le specificita' dei bisogni, delle risorse, delle                     
opportunita';                                                                   
- il riconoscimento delle imprese come target essenziale                        
dell'attivita' dei servizi;                                                     
- l'integrazione con le politiche attive del lavoro e le azioni delle           
politiche formative: l'incrocio fra domanda ed offerta di lavoro                
oppure la scelta di un percorso autoimprenditoriale, vale a dire gli            
output attesi dell'attivita' dei servizi, sono spesso il risultato di           
un'azione di analisi ed accompagnamento che presuppone l'intervento             
congiunto di piu' strumenti;                                                    
- l'organizzazione a rete: i nuovi servizi per l'impiego, ricondotti            
alla responsabilita' programmatoria e gestionale delle Provincie,               
devono essere accomunati dalle infrastrutture tecnologiche, da un               
menu essenziale di funzioni ed interventi, dall'integrazione e dalle            
relazioni con i servizi per l'impresa, con i servizi                            
educativi-formativi, con i servizi sociali;                                     
- la facilitazione delle opportunita' d'accesso ai servizi:                     
l'efficacia dei servizi e la loro capacita' di intervento e'                    
direttamente connessa alla loro accessibilita'; non si tratta tanto             
di realizzare reti capillari, quanto piuttosto di renderli                      
disponibili anche attraverso reti di istituzionali gia' esistenti e             
di modernizzarne la struttura e le prestazioni attraverso le                    
tecnologie delle telecomunicazioni;                                             
- sviluppare la cooperazione gestionale fra reti e soggetti privati e           
pubblici: i servizi per il lavoro sono parte delle infrastrutture di            
un rinnovato welfare e rappresentano un indispensabile segmento dei             
servizi e delle relazioni per lo sviluppo locale; si tratta di una              
condizione che richiede e comporta il richiamo al principio della               
collaborazione tra pubblico e privato e la valorizzazione di                    
competenze diffuse.                                                             
In attesa dell'organica definizione degli standard regionali di cui             
al comma 4 dell'art. 8 della L.R. 25/98 ed in relazione ai servizi              
erogati dai Centri per l'impiego di cui al comma 2 dello stesso art.            
8, i presenti Indirizzi individuano in via sperimentale gli ambiti e            
i contenuti delle collaborazioni tra soggetti pubblici e privati, le            
modalita' e i criteri per l'attivazione delle convenzioni.                      
In questa logica si pone l'esigenza di assicurare a livello regionale           
un'azione complessa e coordinata di qualificazione dei servizi e, in            
primo luogo, diretta ad assicurare condizioni di rete per la loro               
operativita', dalla formazione degli operatori al sistema                       
informativo, dal supporto alla progettazione di interventi e di                 
prodotti alla condivisione degli standard.                                      
Il tema degli standard acquisisce, inoltre, particolare importanza in           
relazione a diverse esigenze, quali la coerenza dell'offerta minima             
dei servizi sui territorio regionale, la definizione di misure e                
processi di miglioramento, l'individuazione di azioni e procedure per           
l'integrazione.                                                                 
L'obiettivo di un'organica definizione degli standard qualitativi e             
funzionali dei servizi per il lavoro presuppone un processo graduale,           
che parta dalla condivisione di standard prestazionali comuni dei               
servizi per l'impiego per arrivare alla realizzazione di un sistema             
di accreditamento dei soggetti che svolgono funzioni della rete dei             
servizi pubblici per il lavoro, dando luogo ad un meccanismo di                 
monitoraggio e valutazione delle attivita' e dei risultati.                     
L'accreditamento dei soggetti che potranno svolgere attivita' nella             
rete regionale dei servizi per l'impiego costituisce un filtro                  
diretto a coniugare il principio di sussidiarieta' gestionale con               
l'obiettivo della qualita' degli interventi. Si tratta di una                   
strumentazione da costruire ed implementare nel medio periodo e,                
comunque, entro il raggio d'intervento dei presenti Indirizzi.                  
Diviene, nel contempo, necessario procedere alla definizione degli              
standard prestazionali comuni per i nuovi servizi, al fine di                   
assicurare, entro il primo semestre del 2000, una rapida operativita'           
all'atteso processo di qualificazione connesso alla riforma                     
consentita dal decentramento.                                                   
In attesa di una compiuta definizione degli standard funzionali dei             
servizi per l'impiego, da realizzare in tempi brevi, sono da                    
individuare come prestazioni da garantire attraverso i servizi dei              
Centri per l'impiego di cui agli artt. 8 e 9 della L.R. 25/98:                  
- informazione sul mercato del lavoro, sulla legislazione di sostegno           
all'occupazione e sui servizi educativo-formativi e sociali che                 
interagiscono col mercato del lavoro, prevedendo altresi'                       
opportunita' di autoinformazione e di informazione assistita;                   
- azioni di orientamento, da realizzare mediante approccio                      
consulenziale, diretto al riconoscimento delle domande, delle                   
competenze e delle attitudini e finalizzate a sostenere le scelte per           
le transizioni verso il lavoro;                                                 
- preselezione delle offerte di lavoro, supporto alla definizione ed            
analisi dei curricula;                                                          
- promozione di tirocini e di percorsi per le transizioni agevolate             
al lavoro;                                                                      
- analisi delle esigenze occupazionali e di competenze professionali            
delle imprese;                                                                  
- supporto a scelte professionali autonome ed autoimprenditoriali;              
- supporto alle azioni del collocamento mirato di cui alla Legge                
68/99;                                                                          
- le prestazioni di natura amministrativa previste dalla normativa              
vigente e le relative attivita' di natura statistica.                           
Nelle more della definizione degli standard, l'individuazione delle             
collaborazioni dovra' prevedere con i soggetti terzi:                           
- l'esplicitazione delle priorita' in rapporto all'individuazione dei           
fabbisogni degli utenti;                                                        
- la definizione degli obiettivi quantitativi;                                  
- l'individuazione quantitativa e qualitativa dei servizi.                      
Le Province potranno realizzare le convenzioni sulla base del                   
riscontro dei seguenti requisiti dei soggetti attuatori:                        
- capacita' logistiche e strutturali;                                           
- disponibilita' di competenze professionali;                                   
- attivita' e servizi precedentemente realizzati.                               
Inoltre, nelle more del processo di standardizzazione e del sistema             
di accreditamento richiamato tali azioni possono essere realizzate da           
soggetti pubblici e privati, da individuare attraverso procedure                
concorsuali trasparenti, che garantiscano la messa a disposizione di            
personale qualificato in relazione alle attivita' previste nonche'              
l'universalita' e la gratuita' degli interventi. Tutte le azioni                
svolte sono ricondotte alla rete pubblica dei servizi per il lavoro             
definita in coerenza con la L.R. 25/98, e debbano, quindi, assicurare           
il pieno ed inequivocabile riconoscimento dell'appartenenza alla                
titolarita' pubblica delle prestazioni e la visibilita' delle                   
istituzioni (Regione e Provincie) che ne hanno la responsabilita'.              
5) Il governo del sistema                                                       
Gli Indirizzi regionali a partire dal triennio 1994/1997, e                     
soprattutto nel successivo triennio 1997/1999, si sono sviluppati               
nella direzione di un forte partenariato programmatico fra Regione,             
Province e parti sociali che trova ulteriore rafforzamento, per il              
governo del sistema regionale, con l'evoluzione legislativa nazionale           
sul decentramento delle competenze e con i principi affermati nelle             
Leggi regionali 25/98 e 3/99. In particolare il precedente triennio             
e' stato caratterizzato da importanti innovazioni:                              
- istituzione di apposite sedi di informazione e confronto e di                 
monitoraggio e valutazione della programmazione che hanno favorito il           
dialogo e la crescita di una cultura comune. In particolare il                  
Comitato regionale di concertazione e, in sede tecnica, il Comitato             
di Sorveglianza regionale hanno avviato un processo di miglioramento            
del sistema di governo della programmazione attraverso una                      
piattaforma condivisa, in quanto a contenuti e metodologie di                   
intervento, e finalizzata ad orientare tutti gli attori verso                   
obiettivi di trasparenza, efficienza ed efficacia dell'azione                   
regionale;                                                                      
- implementazione di un sistema informativo condiviso tra Regioni e             
Province finalizzato a razionalizzare le rispettive funzioni in                 
materia di programmazione, gestione, rendicontazione, valutazione;              
- attivazione anche in sede locale di forme di concertazione analoghe           
a quelle adottate a livello regionale, coinvolgendo le rappresentanze           
delle parti sociali, gli Enti locali, il mondo della scuola nelle               
scelte programmatiche e gestionali;                                             
- predisposizione e utilizzo di procedure semplificate comuni e                 
condivise dall'intero sistema regionale per la programmazione,                  
gestione, controllo e valutazione dei risultati e dell'impatto dei              
piani e delle politiche formative.                                              
Il nuovo quadro legislativo regionale pone al centro del sistema di             
governo il partenariato programmatico con l'istituzione di sedi e               
strumenti formalizzati di confronto interistituzionale, e prefigura             
una logica bottom-up nella definizione delle scelte e degli obiettivi           
per la programmazione che diviene sintesi e non sommatoria delle                
priorita' dei singoli territori provinciali. In questa direzione                
assumono particolare rilievo il rafforzamento di modalita' di                   
raccordo interassessorili, a livello regionale e provinciale, nella             
definizione delle politiche attuative e la diffusione degli strumenti           
di programmazione negoziata quali sedi privilegiate, per un governo             
consensuale delle regole e delle risorse nell'ambito di politiche di            
sviluppo locale.                                                                
La consistente evoluzione delle competenze attribuite alle Province             
richiede, e sempre piu' richiedera', il rafforzamento e la                      
razionalizzazione degli strumenti politici e tecnici di regolazione             
delle decisioni e di attuazione dei programmi, ed in particolare la             
ridefinizione degli ambiti di competenza tra Regione e Province,                
anche in conseguenza dei nuovi assetti istituzionali. In questo                 
ambito la concertazione con le parti sociali rappresenta un vero e              
proprio strumento per la programmazione delle politiche del lavoro              
della formazione e dell'istruzione.                                             
In questa direzione e' previsto l'inserimento delle Province e di               
altri soggetti del partenariato sociale tra i membri effettivi del              
Comitato di Sorveglianza del POR Obiettivo 3 il quale rappresenta un            
nuovo organismo nell'ambito del sistema di governo della                        
programmazione regionale.                                                       
In questo contesto e' indispensabile individuare strumenti                      
procedurali idonei ad assicurare al tempo stesso il rispetto delle              
autonomie e mantenere elevato il livello di efficienza e di efficacia           
del sistema riconosciuto sia in sede nazionale che comunitaria.                 
Si devono quindi assicurare da parte di tutte le Amministrazioni                
funzioni di controllo tecnico, amministrativo e contabile,                      
concertando le modalita' procedurali e le strumentazioni tecnologiche           
e organizzative, nell'ottica di una semplificazione e della                     
trasparenza dell'azione pubblica.                                               
A tal fine la Regione procedera', prioritariamente, in accordo con le           
Province, a:                                                                    
- portare a termine, apportando ulteriori miglioramenti, la fase di             
elaborazione degli strumenti per l'applicazione di procedure omogenee           
e condivise di selezione, gestione e controllo ex ante, di                      
conformita' in itinere sulle attivita', di rendicontazioni attraverso           
il bilancio, e di valutazione ex post sperimentate negli ultimi anni;           
- completare la preparazione del personale regionale e provinciale              
coinvolto nell'applicazione delle nuove procedure;                              
- definire e sperimentare, in maniera diffusa, integrata e condivisa,           
un'ipotesi di sistema semplificato per la gestione dei pagamenti agli           
organismi gestori, finalizzato anche alla corretta attuazione di SEM            
2000 (decisione comunitaria  n.97/322/CE del 23/4/1997) che modifica            
fra l'altro le modalita' di presentazione dei saldi e di monitoraggio           
della spesa;                                                                    
- collocare queste soluzioni tecniche nell'ambito degli orientamenti            
di cui all'art. 4 della L.R. 3/99 relativi alla possibilita' di                 
esternalizzare, da parte delle Amministrazioni pubbliche le procedure           
di gestione.                                                                    
In relazione al nuovo quadro di programmazione comunitaria per il               
periodo 2000/2006 sara' necessario, in sede di concertazione,                   
approntare strumenti transitori che permettano di dare flessibilita'            
alle attuali regole di programmazione, tutto cio' al fine di                    
accelerare le procedure di impegno e di spesa da adottare per                   
l'attuazione del nuovo Programma operativo regionale Obiettivo 3. Per           
queste ragioni le Amministrazioni titolari di programma sono                    
autorizzate ad utilizzare, nel quadro delle compatibilita' con il               
nuovo Programma Operativo e i presenti Indirizzi, graduatorie aperte            
e approvate relative ad azioni cantierabili allo scopo anche di                 
evitare cesure gestionali nella fase di passaggio dal vecchio al                
nuovo Quadro di Riferimento comunitario.                                        
6) Ambiti di programmazione regionale e provinciale                             
In coerenza con il nuovo quadro di riferimento normativo nazionale e            
regionale e per dare piena attuazione ai principi individuati dalla             
L.R. 3/99 e al principio di sussidiarieta', le Province sono i                  
partner privilegiati della Regione per l'insieme delle politiche                
integrate. Ad esse compete la programmazione e il coordinamento di              
tutte le iniziative formative e di orientamento finalizzate allo                
sviluppo del proprio territorio, alla crescita dell'occupazione e               
delle imprese che in esso operano, all'integrazione tra le politiche            
formative e dell'istruzione e del lavoro e alla riorganizzazione,               
riqualificazione e all'operativita' dei servizi per impiego.                    
Alla Regione compete il ruolo di indirizzo, promozione,                         
programmazione generale, sulla base di un ampio coinvolgimento delle            
Province e dei partner economici e sociali, di coordinamento, di                
monitoraggio, controllo e valutazione dell'intero sistema e di                  
anticipazione e sperimentazione di linee e modelli di intervento                
innovativi.                                                                     
Nell'ambito del partenariato istituzionale e del principio di                   
condivisione programmatica fra gli Enti di programmazione sono cosi'            
definiti, in relazione alle priorita' indicate al punto 3, gli ambiti           
di competenza regionale:                                                        
- tipologie di azioni riferite a una dimensione interprovinciale,               
regionale, interregionale, nazionale, transnazionale;                           
- progetti relativi alle funzioni di sistema finalizzate a migliorare           
l'offerta integrata delle politiche del lavoro, della formazione e              
dell'istruzione;                                                                
- azioni positive per la inclusione sociale e per le pari                       
opportunita' al fine di modellizzare e diffondere prassi innovative;            
- modelli di intervento in particolare nell'ambito del nuovo obbligo            
formativo ai fini di una implementazione delle politiche in accordo             
con le linee di intervento nazionali;                                           
- progetti pilota finalizzati a diffondere approcci e modalita'                 
innovative nel sistema;                                                         
- sistemi di analisi, monitoraggio e valutazione delle politiche                
sviluppati in una logica di rete, secondo cui la produzione                     
sistematica di informazioni e dati a livello provinciale e' oggetto             
di analisi e valutazione a livello regionale, in base a criteri,                
standard e indicatori quanti/qualitativi espressamente condivisi.               
In coerenza con gli ambiti di programmazione provinciale, con atti              
della Giunta regionale, verranno definite le assegnazioni finanziarie           
alle Province (triennio 2000/2002) sulla base di criteri e indicatori           
di riparto analoghi a quelli utilizzati dall'Unione Europea per il              
periodo di programmazione 2000/2006.                                            
I medesimi criteri e le regole comunitarie sui meccanismi di                    
finanziamento anche premianti, di monitoraggio e di certificazione              
della spesa costituiscono l'indirizzo per le direttive della Giunta             
regionale.".                                                                    
Visto il favorevole parere espresso al riguardo dalla Commissione               
referente "Scuola, Cultura e Turismo" di questo Consiglio regionale,            
giusta nota prot. n. 15261 del 17 dicembre 1999;                                
previa votazione palese, all'unanimita' dei presenti,                           
delibera:                                                                       
di approvare le proposte formulate dalla Giunta regionale con                   
deliberazione in data 7 dicembre 1999, progr. n. 2336, riportate nel            
presente atto deliberativo.                                                     

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ultima modifica 2023-05-19T21:22:53+01:00

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