REGIONE EMILIA-ROMAGNA - CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 29 marzo 1999, n. 1111

Piano regionale di dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche (art. 3, comma 8, DPR 233/98) (proposta della Giunta regionale in data 23 marzo 1999, n. 350) *** DOCUMENTO FOTOGRAFATO *** Richiedere copia all'UFFICIO BOLLETTINO.

IL CONSIGLIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                       
Richiamata la deliberazione progr. n. 350, in data 23 marzo 1999, con           
cui la Giunta regionale ha assunto l'iniziativa per il Piano                    
regionale di dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche             
(art. 3, comma 8 del DPR 233/98);                                               
preso atto delle modificazioni apportate sulla predetta proposta                
dalla Commissione consiliare "Scuola, Cultura e Turismo", in sede               
preparatoria e referente al Consiglio regionale, giusta nota prot. n.           
3457 del 25 marzo 1999;                                                         
preso atto, altresi', dell'errore meramente materiale, segnalato nel            
corso della discussione consiliare, di cui all'Allegato B - Provincia           
di Piacenza Tab. 1 - n. 19 dove in luogo di "ex Don Gnocchi" occorre            
leggere "ex Don Milani";                                                        
visto il DPR 18 giugno 1998, n. 233 "Regolamento recante norme per il           
dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la                 
determinazione degli organici funzionali dei singoli istituti, a                
norma dell'art. 21 della Legge 15 marzo 1997, n. 59";                           
visto in particolare l'art. 3 "Piani provinciali di dimensionamento"            
che, al comma 1, stabilisce che i piani di dimensionamento delle                
istituzioni scolastiche siano definiti in conferenze provinciali di             
organizzazione della rete scolastica, di seguito CPO, nel rispetto              
degli indirizzi di programmazione e dei criteri generali                        
preventivamente adottati dalle Regioni;                                         
vista la propria delibera n. 1005 del 22 ottobre 1998 di ratifica               
della deliberazione di Giunta n. 1571 del 15 settembre 1998                     
"Approvazione degli indirizzi di programmazione e dei criteri                   
generali per il dimensionamento ottimale delle istituzioni                      
scolastiche", pubblicata nel Bollettino Ufficiale regionale  n.155              
del 16 dicembre 1998;                                                           
viste le scadenze previste negli atti citati: 31 ottobre 1998 per la            
convocazione delle CPO da parte del Presidente della Provincia e 31             
dicembre 1998 per l'approvazione dei piani provinciali da parte delle           
CPO;                                                                            
visto inoltre il comma 8 dell'art. 3 del citato DPR 233/98 secondo il           
quale le Regioni approvano il Piano regionale di dimensionamento                
entro il 28 febbraio 1999, sulla base dei piani provinciali,                    
assicurandone il coordinamento;                                                 
considerato che al punto 7 "Procedure" dei citati indirizzi regionali           
si stabilisce che "la Regione, nel rispetto dell'autonomia delle                
singole CPO, al fine di provvedere al coordinamento dei piani                   
provinciali, ne verifichera' la coerenza con gli indirizzi regionali,           
proponendo eventuali osservazioni alle CPO";                                    
considerato che, sulla base di quanto previsto dal Protocollo di                
intesa sottoscritto il 13/6/1997 fra la Regione ed i Ministeri della            
Pubblica Istruzione e del Lavoro, le Province e la Caler, nella                 
primavera del 1998 e' stata svolta sul territorio regionale una                 
simulazione del dimensionamento al fine di impostare un percorso                
corretto e condiviso, che ha coinvolto i Provveditorati e le                    
Amministrazioni provinciali;                                                    
rilevato che tale simulazione ha rappresentato una utile base di                
lavoro a supporto delle successive attivita' delle CPO, sia dal punto           
di vista dei processi che delle scelte compiute;                                
dato atto che i piani provinciali sono stati approvati da tutte le              
CPO entro il 31 dicembre 1998 e sono stati trasmessi alla Regione               
entro il 15 gennaio 1999, come richiesto dagli indirizzi;                       
dato atto altresi' che successivamente a tale data e' pervenuta alla            
Regione ulteriore documentazione a corredo dei Piani, in parte                  
richiesta dagli uffici regionali ad integrazione e completamento di             
quanto trasmesso entro il 15 gennaio 1999;                                      
ritenuto urgente procedere all'approvazione del Piano regionale, pur            
se in data successiva al 28 febbraio 1999 in ragione della                      
complessita' dell'esame dei piani pervenuti, considerando pertanto il           
termine ordinatorio;                                                            
visto il Piano regionale, allegato quale parte integrante e                     
sostanziale del presente atto;                                                  
previa votazione palese, a maggioranza dei presenti;                            
delibera:                                                                       
1) di approvare il Piano regionale di dimensionamento delle                     
istituzioni scolastiche costituito dagli Allegati A e B parte                   
integrante e sostanziale del presente atto deliberativo;                        
2) di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale             
regionale affinche' costituisca oggetto di massima divulgazione.                
ALLEGATO A                                                                      
Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche                
Premessa                                                                        
1 - Il presente Piano regionale di dimensionamento delle istituzioni            
scolastiche si caratterizza come Piano intermedio, nell'obiettivo di            
giungere alla definitiva e completa individuazione di tutte le                  
autonomie scolastiche a scala regionale e provinciale e quindi                  
all'approvazione del Piano regionale definitivo entro il 28/2/2000,             
in modo da dare completa attuazione all'autonomia delle istituzioni             
scolastiche con l'anno scolastico 2000/2001, come previsto dall'art.            
21 della Legge 59/97 e dal DPR 233/98.                                          
Piano intermedio, per altro, non significa un Piano dai contenuti               
indeterminati. Al contrario, il presente Piano:                                 
- costituisce un primo e significativo coordinamento dei Piani                  
provinciali predisposti entro il 31/12/1998 dalle varie Conferenze              
provinciali di organizzazione della rete scolastica (CPO) della                 
Regione Emilia-Romagna;                                                         
- individua i caratteri sostanziali, quantitativi e qualitativi,                
delle autonomie scolastiche nella regione;                                      
- contiene indicazioni per l'approfondimento ed il miglioramento dei            
singoli Piani provinciali;                                                      
- indica il percorso da sviluppare nel corso del 1999 di concerto con           
le CPO per giungere alla completa definizione ed approvazione dei               
Piani provinciali e del Piano regionale.                                        
Al fine di sostenere tale percorso, e' istituito un apposito gruppo             
di lavoro regionale, rappresentativo delle varie CPO e                          
dell'Amministrazione regionale, con il compito di:                              
- coordinare ulteriormente le caratteristiche qualitative e                     
quantitative dei vari Piani provinciali nell'obiettivo di consolidare           
scelte il piu' possibile omogenee, pur nel rispetto delle diverse               
realta' territoriali, orientare i lavori delle CPO nelle operazioni             
di miglioramento ed approfondimento dei Piani;                                  
- proporre l'uniformazione della modulistica dei Piani, richiedendo             
eventuali completamenti delle basi documentarie/informative;                    
- elaborare e proporre gli strumenti tecnico/informativi atti a                 
favorire la conoscenza permanente del sistema scolastico provinciale            
e regionale;                                                                    
- proporre eventuali azioni di supporto alle scuole e alle realta'              
territoriali al fine del positivo decollo dell'autonomia scolastica             
(sostegno all'efficace funzionamento degli istituti comprensivi, alla           
realizzazione di reti tra scuole,  alla concretizzazione di                     
produttivi rapporti tra scuola e territorio, tra scuola e formazione            
professionale, ecc.).                                                           
2 - Per quanto attiene allo svolgimento della fase di approfondimento           
e miglioramento del Piano, occorre definirne date e scadenze. Il DPR            
233/98, infatti, prevede le date di approvazione dei vari Piani nella           
prima fase (1998/1999) di pianificazione: la convocazione delle CPO             
entro il 31/10/1998; l'approvazione dei Piani provinciali entro il              
31/12/1998; la predisposizione e l'approvazione del Piano regionale             
entro il 28/2/1999. Lo stesso DPR 233/98 prevede, altresi' (comma 9             
dell'art. 3), che "i piani possono essere modificati nel corso                  
dell'anno successivo alla loro approvazione e hanno, comunque,                  
completa e definitiva attuazione entro l'inizio dell'anno scolastico            
2000/2001".                                                                     
Il DPR, peraltro, non specifica le date di questa ulteriore e                   
definitiva fase programmatoria, che la Regione ritiene di cosi'                 
indicare:                                                                       
- entro il 31/12/1999, la completa definizione dei Piani provinciali            
da parte delle CPO;                                                             
- entro il 28/2/2000, la completa definizione del Piano regionale.              
3 - In considerazione della complessita' e della strategicita'                  
dell'operazione dimensionamento, pressoche' tutte le CPO - come                 
peraltro previsto al comma 9 dell'art. 2 del DPR 233/98 ed alla                 
premessa degli Indirizzi regionali - hanno optato per giungere entro            
il 31/12/1998 all'individuazione di un Piano di dimensionamento il              
piu' possibile completo, riservandosi pero' espressamente la facolta'           
di riapprofondire i Piani stessi nel corso del 1999 al fine del loro            
miglioramento.  In taluni casi si parla di "Piani di indirizzo", in             
generale e' sottolineato il carattere sperimentale dei Piani attuali.           
La Regione concorda con questo orientamento in quanto esso                      
consentira' di:                                                                 
- apportare i necessari interventi migliorativi;                                
- meglio coordinare i vari Piani;                                               
- far crescere ulteriormente i livelli di partecipazione e di                   
consenso da parte dei soggetti, con particolare riferimento al mondo            
della scuola in tutte le sue componenti, interessati alla                       
qualificazione dell'offerta formativa, obiettivo prioritario                    
dell'operazione dimensionamento.                                                
4 - Il Piano regionale presenta pertanto i seguenti caratteri:                  
- il Piano regionale acquisisce e fa propri i Piani predisposti dalle           
singole CPO, secondo le diverse scansioni temporali ivi approvate,              
esprimendo le osservazioni contenute negli allegati relativi a                  
ciascun Piano provinciale.                                                      
Tali osservazioni costituiscono preciso impegno da parte delle                  
singole CPO per il riapprofondimento, nel corso del 1999, delle                 
situazioni indicate.                                                            
Le osservazioni possono riguardare:                                             
- gli aspetti relativi all'osservanza delle norme (il rispetto dei              
parametri dimensionali indicati nel DPR 233/98 e negli Indirizzi                
regionali);                                                                     
- la completezza degli elementi conoscitivi/informativi (dati                   
pregressi, tendenze della scolarita', previsioni di stabilita' o di             
decremento, ecc.);                                                              
- la richiesta di approfondimenti e/o chiarimenti rispetto a talune             
soluzioni adottate (parametri sotto o sovradimensionati; aggregazioni           
particolari tra istituti, ecc.);                                                
- la verifica, sulla base degli effettivi iscritti all'1 settembre              
1999, delle previsioni asserite per talune scuole attualmente                   
sottodimensionate rispetto ai parametri richiesti;                              
- la raccomandazione di verificare alcune situazioni approvate,                 
nell'ottica di valutarne gli aspetti qualitativi, finalita' primaria            
del dimensionamento, come specificato negli Indirizzi regionali.                
Il Piano si presenta come un Piano il piu' possibile completo. Sono             
escluse unicamente le seguenti tipologie, in merito alle quali le CPO           
sono tenute a prendere in considerazione ed a documentare tutte le              
situazioni sulle quali la Regione ha espresso osservazioni:                     
- le situazioni per le quali alcune CPO hanno espressamente stabilito           
di sospendere in questa fase programmatoria l'individuazione di                 
soluzioni, riservandosi di farlo nel corso del 1999;                            
- le situazioni che non presentano, in base al DPR 233/98 ed agli               
Indirizzi regionali, i requisiti richiesti per l'attuazione                     
dell'autonomia, e che vengono pertanto rinviate alle CPO interessate            
affinche' siano riviste le scelte adottate.La Regione ha ben presente           
che la ricerca di soluzioni migliori per le situazioni ricordate                
(quelle non ancora identificate, quelle non a norma, quelle indicate            
come provvisorie in quanto risultano possibili soluzioni alternative,           
quelle per cui si esprimono raccomandazioni) potrebbe comportare un             
impatto quanto meno su parte delle soluzioni gia' individuate (e a              
norma). Deriva anche da qui la definizione di Piano intermedio.                 
Cio' non impedisce peraltro di considerare comunque significativo il            
Piano, in particolare per quanto riguarda i numeri complessivi delle            
autonomie scolastiche. Di esse, il Piano regionale contiene una prima           
quantificazione, suscettibile di qualche modificazione a seguito                
della definizione delle situazioni rinviate o sospese, ma all'interno           
di una contenuta oscillazione tra valori minimi e valori massimi.               
Cio' a livello regionale, provincia per provincia e per ogni ordine e           
grado di scuola.                                                                
Il Piano, inoltre, offre una prima immagine dell'autonomia scolastica           
nella regione anche dal punto di vista dei suoi caratteri                       
qualitativi. Quanto elaborato dalle singole CPO, infatti, ha permesso           
di dare concretezza ai contenuti degli Indirizzi regionali, mutandone           
l'originario carattere di indicazione in risultati oggettivi.                   
cosi' possibile comprendere le articolazioni territoriali                       
effettivamente individuate (gli ambiti funzionali, quelli                       
territoriali distinti per i diversi ordini e gradi di scuola); i                
parametri dimensionali medi presenti in regione e nelle singole                 
province; i tipi di aggregazioni adottati e i nuovi caratteri che               
assumeranno la scuola di base e quella secondaria superiore e cosi'             
via.                                                                            
Tutto cio' rappresenta un bagaglio di esperienze che, nelle fasi di             
revisione che sara' necessario impostare tenuto conto del disegno di            
riforma dei cicli dell'istruzione, dell'innalzamento dell'obbligo di            
istruzione, dell'entrata in vigore dell'art. 138 del DLgs 112/98, con           
particolare riferimento al tema della definizione degli ambiti di               
programmazione dell'offerta formativa integrata fra istruzione e                
formazione, rimane alla base dell'esercizio corretto e strategico               
della funzione programmatoria e gestionale in materia da parte della            
Regione e delle Autonomie locali.                                               
5 - Il Piano e' cosi' articolato:                                               
Parte 1 - I lavori delle CPO e le caratteristiche salienti dei Piani            
provinciali di dimensionamento                                                  
1.1 - Data di approvazione dei Piani                                            
Tutte le CPO hanno approvato i Piani entro le date fissate per legge:           
si va dall'11 al 28 dicembre 1998.                                              
1.2 - Esito delle votazioni                                                     
I Piani sono stati votati sempre a larghissima maggioranza: si                  
registrano alcune, limitate astensioni; pochi sono i voti contrari. A           
volte la votazione ha registrato l'unanimita'.                                  
L'Amministrazione scolastica (Provveditorato) ha confermato l'alto              
grado di collaborazione gia' registrato nella fase di simulazione               
avvenuta nei primi mesi del 1998. In due casi si e' registrato il               
voto contrario sul Piano da parte del Provveditore; in due casi c'e'            
stata un'astensione tecnica (interpretazione del proprio ruolo come             
tecnico/istituzionale e non politico).                                          
Comportamenti collaborativi similari si sono registrati da parte dei            
Presidenti dei Consigli scolastici provinciali (tre casi di                     
astensione, un caso di voto contrario su una parte del Piano).                  
1.3 - Partecipazione e consenso                                                 
La lettura delle varie relazioni di accompagnamento ai Piani rivela             
che l'operazione di simulazione avvenuta nei primi mesi del 1998 ha             
portato, in generale, ad un grado di partecipazione e consenso                  
piuttosto elevato (testimoniato anche dall'esito descritto delle                
votazioni).                                                                     
Risultano essere state effettuate consultazioni ampie a livello sub             
distrettuale, distrettuale e a livello centralizzato, con oggettive             
occasioni di partecipazione da parte del mondo della scuola. Cio',              
non implica, ovviamente, che su tutte le scelte si sia espresso un              
consenso "corale", ma certamente l'operazione dimensionamento ha                
contribuito ad incentivare i rapporti tra le scuole, i soggetti                 
territoriali, gli Enti locali. Al riguardo, pur se tutte le relazioni           
di accompagnamento ai Piani provinciali concordano sulla necessita'             
di approfondire ulteriormente la partecipazione, valutando come                 
positivo il lavoro svolto che proprio per questo si intende                     
proseguire in modo ancor piu' capillare nel corso del 1999, la                  
Regione richiede alle CPO di impegnarsi specificamente in confronti             
piu' ampi.                                                                      
Deriva anche da questo obiettivo - che fin dall'origine la Regione              
aveva indicato, di concerto con gli organi del Protocollo d'intesa              
del 13/6/1997, come centrale - la scelta da parte di tutte le CPO di            
avvalersi della facolta' di migliorare il Piano nel corso del 1999,             
ovvero di proseguire i lavori fino al 31/12/1999.                               
1.4 - Caratteri dei Piani provinciali                                           
I Piani provinciali prevedono tutte le autonomie per ogni ordine e              
grado di scuola.                                                                
In alcuni casi, come consentito dagli Indirizzi regionali, sono                 
segnalate soluzioni particolari:                                                
- per talune realta' sono avanzate possibili proposte alternative;              
- alcune soluzioni (ancorche' quantificate) sono espressamente                  
indicate come da approfondire;                                                  
- per alcune scuole ci si riserva di verificare gli effettivi                   
andamenti della scolarita' (iscrizioni) all'1 settembre 1999;                   
- per altre situazioni vengono indicati i percorsi da attivare nel              
corso del 1999 per giungere alle soluzioni definitive;                          
- alcune soluzioni sono espressamente rinviate ad una successiva                
definizione.                                                                    
L'orientamento prevalente, di conseguenza, e' di riapprofondire in              
senso migliorativo i Piani provinciali nel corso del 1999                       
nell'obiettivo di dare attuazione definitiva all'autonomia                      
(riconoscimento della personalita' giuridica ed attribuzione                    
dell'autonomia organizzativa, didattica, di ricerca e                           
sperimentazione) con l'1 settembre 2000.                                        
L'attuazione dell'autonomia scolastica all'1 settembre 2000, per                
altro, sta nelle cose: condizione inderogabile, infatti, e'                     
l'esistenza dei dirigenti che, come e' noto, non saranno nominati se            
non al termine del primo semestre 2000.                                         
Questa congiuntura, peraltro, rafforza un orientamento che in larga             
misura era gia' stato espresso negli Indirizzi regionali, permettendo           
in piena legittimita' le operazioni di miglioramento e di affinamento           
dei Piani che si renderanno opportune, comprese l'individuazione e la           
messa in campo delle azioni di supporto al positivo decollo della               
autonomia, auspicate da tutte le CPO.                                           
Come detto in premessa, la Regione - di concerto con le CPO e                   
attraverso l'istituzione del gia' menzionato gruppo di lavoro                   
regionale - individuera' il percorso e le azioni da svolgere nel                
corso del 1999.                                                                 
1.5 - Dimensionamento                                                           
I parametri dimensionali adottati nei vari Piani corrispondono di               
norma a quelli previsti nel DPR 233/98 e negli Indirizzi regionali.             
In generale, ed in sintonia con gli Indirizzi regionali, si e' teso a           
dar vita ad autonomie forti anche dal punto di vista quantitativo,              
considerando cio' garanzia per il raggiungimento dei vari obiettivi             
connessi alla realizzazione dell'autonomia scolastica (potenziamento            
dell'offerta formativa, scuole in grado di essere risorse nel e per             
il territorio, scuole in grado di essere autorevoli interlocutori con           
gli altri soggetti territoriali, ecc.).                                         
Questi obiettivi, insieme a quello della territorialita' e della                
crescita della qualita' dell'offerta, sono ampiamente ripresi in ogni           
relazione di accompagnamento ai Piani e risultano aver guidato le               
varie scelte.                                                                   
La considerazione dei diversi Piani, inoltre, dimostra essere stato             
mantenuto nei singoli ambiti territoriali un ragionevole equilibrio             
tra i vari dimensionamenti minimi e massimi. Qualche squilibrio,                
piuttosto, risulta presente nella scuola di base (materna,                      
elementare, media), quando la scelta e' stata di mantenere separati i           
circoli didattici (materne ed elementari) e le scuole medie: cosi', a           
volte, nell'ambito di uno stesso territorio ci sono circoli didattici           
altamente dimensionati e aggregazioni di scuole medie ai minimi dei             
dimensionamenti previsti. Uno specifico approfondimento su questo               
aspetto potra' portare, se del caso, a riequilibrare alcune                     
situazioni.Si esprime infine una osservazione di ordine generale in             
merito agli istituti per l'istruzione agraria. In considerazione                
della tipicita' dell'indirizzo, come pure sottolineato dall'ordine              
del giorno 3/766/1 della Commissione XIII della Camera, si invitano             
le CPO a valutare, nella loro piena autonomia, ogni possibile                   
soluzione volta al dimensionamento di tali istituti nell'ottica di              
ottimizzarne le risorse al servizio dei territori di riferimento,               
anche in forme aggregate che consentano lo sviluppo ed il                       
consolidamento di offerte formative nuove, ad esempio in aree quali             
l'agro-industria e l'ambiente.                                                  
1.6 - Deroghe                                                                   
L'orientamento a contenere il ricorso alle deroghe e' stato in                  
generale rispettato. Oltre a quelle consentite dal DPR 233/98,                  
peraltro tutte verificate, le richieste di deroghe non automatiche              
sono poche e le varie CPO hanno allegato documentazione tese a                  
motivarle.                                                                      
In alcuni casi si fa riferimento a prevedibile espansione della                 
scolarita' (che comunque andra' sottoposta a verifica); in altri, a             
piani di sviluppo decisi dalle Amministrazioni locali che dovrebbero,           
nel corso degli anni, portare le situazioni specificamente indicate a           
raggiungere e superare i parametri richiesti dal DPR 233/98; in altri           
ancora, alla impossibilita' di pervenire a soluzioni diverse,                   
motivazione non ritenuta sufficiente a concedere la deroga.                     
La Regione, attraverso il gruppo di lavoro di cui alla premessa, si             
prefigge di supportare l'attento esame dei vari casi, ribadendo pero'           
che, in generale, non ritiene ammissibili deroghe ai parametri                  
dimensionali gia' previsti dalle deroghe automatiche di cui al DPR              
233/98 (ovvero istituzioni scolastiche con meno di 300 alunni).                 
1.7 - Aggregazioni in orizzontale e/o in verticale per la scuola di             
base                                                                            
I Piani provinciali presentano, come era prevedibile, una forte                 
espansione delle verticalizzazioni (o meglio degli istituti                     
comprensivi) nella scuola di base: a livello regionale oltre il 45%             
di essa risulta, in base ai Piani, costituita da istituti                       
comprensivi.                                                                    
Cio' - come e' richiamato in ogni Piano e come era gia' stato messo a           
fuoco dagli organi del Protocollo d'intesa del 13/6/1997 -                      
richiedera' l'approntamento di supporti ed aiuti specifici alle                 
scuole, perche' la verticalizzazione realizzi davvero continuita' fra           
i cicli e non si riduca ad una aggregazione puramente amministrativa.           
La scelta degli istituti comprensivi e' in generale motivata da due             
obiettivi, condivisibili:                                                       
- consolidare la presenza delle scuole sul territorio, rafforzandone            
l'identita';                                                                    
- consolidare l'unitarieta' e la continuita' del percorso educativo             
della scuola di base.                                                           
Pur risultando orientamento generalizzato, l'aumento degli istituti             
comprensivi non ha comunque eguale consistenza in tutti i territori             
provinciali:                                                                    
- Ferrara e Modena si attestano sul 15/20% del totale;                          
- Rimini e Forli'-Cesena sul 30/35% del totale;                                 
- Ravenna, Piacenza, Reggio Emilia, Bologna e Parma superano invece             
il 50%, con valori che negli ultimi tre casi si approssimano al 60%.            
Questa disomogeneita' dipende certamente in parte dalle diverse                 
caratteristiche territoriali provinciali, ma anche dalle scelte                 
effettuate dalle CPO e le differenze messe in luce richiedono un                
approfondimento in sede di coordinamento e di "omogeneizzazione" dei            
Piani.                                                                          
L'analisi dei diversi Piani dimostra, comunque, che nei vari                    
territori (provinciali, sub-provinciali, comunali) e' presente un               
discreto equilibrio tra le diverse soluzioni, cio' che consentira' -            
nella logica di una efficace sperimentalita' i necessari raffronti,             
come era indicato negli Indirizzi regionali.                                    
1.8 - Secondaria superiore                                                      
Nel caso della scuola secondaria superiore, scelte programmatorie               
compiute gia' da tempo fanno si' che si presenti pressoche' in ogni             
Piano una situazione piuttosto consolidata.                                     
Le conferme di istituzioni esistenti superano infatti notevolmente le           
proposte di aggregazione. Queste ultime riguardano spesso gli                   
istituti che prima della Legge 23/96 erano di competenza comunale - i           
licei classici, gli istituti magistrali, gli isituti professionali -            
e che data la localizzazione comunale delle scelte programmatorie,              
spesso non presentavano i parametri dimensionali richiesti dal DPR              
233/98.                                                                         
Altre aggregazioni sono state compiute al fine di ricondurre                    
all'interno di un determinato ambito territoriale sezioni staccate o            
succursali dipendenti da istituti presenti in altro ambito                      
territoriale e cio' nel condivisibile obiettivo di dare identita'               
territoriale all'offerta formativa dello specifico territorio.                  
Le aggregazioni proposte hanno teso, in generale, a creare poli                 
territoriali e a realizzare un'offerta polivalente oppure ad                    
aggregare indirizzi affini.                                                     
Il ricorso alla deroga e' stato attuato solo nei casi previsti dalla            
legge.                                                                          
Da segnalare, piuttosto, e' il ricorso alle deroghe rispetto ai                 
parametri massimi (900 studenti), cui e' stato fatto un discreto                
ricorso (39 istituti su di un totale di 165): cio' si giustifica, da            
un lato, con l'obiettivo di costituire autonomie forti (carattere che           
nella scuola superiore ha significato oggettivamente pregnante) e,              
dall'altro, con il proposito di non smontare situazioni consolidate             
ed efficacemente funzionanti da tempo.                                          
1.9 - Verticalizzazioni tra scuole medie e scuole secondarie                    
superiori                                                                       
Pur trattandosi di pochi casi (5 in tutto), alcune CPO hanno proposto           
verticalizzazioni alte, ovvero tra scuola media e scuola secondaria             
superiore.                                                                      
Si sottolinea che tali aggregazioni erano previste negli indirizzi              
regionali al fine di mantenere la presenza sul territorio di scuole             
che gia' avevano intrecciato rapporti didattici e progettuali,                  
fondando la proposta sulla sperimentalita' di un progetto pedagogico            
molto forte, sostenuto da tutti i soggetti coinvolti, al fine di                
superare la apparente forzatura di aggregare una scuola media con una           
scuola secondaria superiore; per i casi proposti nelle province di              
Ferrara e Piacenza, oltre a rilevarsi l'assenza di espresso parere              
favorevole da parte di tutti i componenti delle CPO su tali                     
specifiche proposte, non pare leggersi la preesistenza di progetti              
sperimentali in comune tra gli istituti in oggetto. Si sottolinea               
quest'ultimo aspetto, perche' l'assenza di un progetto pedagogico               
riduce tali aggregazioni a puro fatto amministrativo. Si impegnano              
pertanto le CPO interessate a rivedere tali casi per pervenire a                
soluzioni diverse.                                                              
Parte 2 - Il Piano intermedio regionale di coordinamento dei Piani              
provinciali di dimensionamento con le osservazioni della Regione ai             
singoli Piani provinciali                                                       
Si presenta di seguito il Piano intermedio regionale di coordinamento           
dei Piani provinciali di dimensionamento composto dalle tabelle,                
Provincia per Provincia, da Piacenza a Rimini, relative alle                    
autonomie previste nei Piani provinciali, raggruppate in "Scuola                
materna e dell'obbligo" e "Scuola secondaria di II grado" e                     
contenenti le seguenti tipologie di situazioni:                                 
- istituzioni scolastiche autonome;                                             
- istituzioni scolastiche sospese su richiesta delle CPO;                       
- istituzioni scolastiche rinviate alle CPO per mancanza dei                    
requisiti di deroga automatica;                                                 
- istituzioni scolastiche rinviate alle CPO per mancanza delle                  
condizioni di deroga non automatica;                                            
- istituzioni scolastiche autonome sulle quali si ritiene opportuno             
esprimere raccomandazioni in considerazione del senso qualitativo               
dell'operazione dimensionamento espresso negli Indirizzi regionali,             
nonche' della documentazione pervenuta alla Regione da parte della              
societa' civile, in momenti successivi alla approvazione dei Piani              
provinciali da parte delle CPO.                                                 
(seguono Allegati)                                                              

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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