REGIONE EMILIA-ROMAGNA - CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 28 luglio 1999, n. 1206

L.R. 2 aprile 1996, n. 5 "Interventi a favore di popolazioni colpite da calamita', conflitti armati, situazioni di denutrizione e carenze igienico-sanitarie". Piano di lavoro inerente anno 1999 (proposta della Giunta regionale in data 13 luglio 1999, n. 1208) *** DOCUMENTO FOTOGRAFATO *** Richiedere copia all'UFFICIO BOLLETTINO.

IL CONSIGLIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                       
Vista la deliberazione della Giunta regionale progr. n. 1208 del 13             
luglio 1999, recante in oggetto "L.R. 5/96. Piano di lavoro inerente            
anno 1999" e che qui di seguito si trascrive integralmente:                     
"LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                         
Richiamata la L.R. 2 aprile 1996, n. 5 "Interventi a favore di                  
popolazioni colpite da calamita', conflitti armati, situazioni di               
denutrizione e carenze igienico-sanitarie";                                     
visto in particolare l'art. 2, primo comma, di detta legge regionale            
che prevede che entro il 30/6 di ciascun anno il Consiglio regionale,           
su proposta della Giunta, approvi il piano di lavoro;                           
dato atto che il piano di lavoro predisposto per l'anno in corso e'             
stato redatto secondo quanto indicato ai commi 1, 2, 3 e 4 del citato           
art. 2;                                                                         
rilevato che non e' stato possibile rispettare il termine di                    
presentazione del 30/6 previsto nella citata legge regionale in                 
quanto la strategia generale di intervento a favore dei profughi                
kosovari, punto centrale di questo piano di lavoro, ha subito dei               
mutamenti considerevoli in seguito alla firma del trattato di pace;             
dato atto:                                                                      
- del parere favorevole espresso dal Responsabile del Servizio                  
"Servizi socio-sanitari" dr. Graziano Giorgi, in merito alla                    
regolarita' tecnica della presente deliberazione, ai sensi dell'art.            
4, sesto comma, della L.R. 19/11/1992, n. 41, nonche' della                     
deliberazione della Giunta regionale 2541/95;                                   
- del parere favorevole espresso dal Direttore generale "Politiche              
sociali" dr. Franco Cossentino, in merito alla legittimita' della               
presente deliberazione, ai sensi dell'art. 4, sesto comma, della L.R.           
19/11/1992, n. 41, nonche' della deliberazione della Giunta regionale           
2541/95;                                                                        
su proposta dell'Assessore alle Politiche sociali, educative e                  
familiari. Qualita' urbana. Immigrazione. Aiuti internazionali,                 
a voti unanimi e palesi, delibera:                                              
di proporre al Consiglio regionale:                                             
- di approvare, a norma dell'art. 2, primo comma, della L.R. 5/96, il           
piano di lavoro degli interventi previsti nell'ambito delle finalita'           
di cui all'art. 1, primo comma, del medesimo provvedimento, riferiti            
all'anno 1999, allegato e completamento inscindibile del presente               
partito deliberativo;                                                           
- di dare atto che ai sensi del punto 6) dell'art. 2 della L.R. 5/96,           
la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente,              
potra' integrare il presente piano di lavoro in relazione ad eventi             
imprevisti ed imprevedibili che dovessero manifestarsi dopo                     
l'adozione dello stesso;                                                        
- di pubblicare per estratto il presente atto nel Bollettino                    
Ufficiale della Regione Emilia-Romagna.                                         
PIANO DI LAVORO 1999                                                            
L'art. 2 della L.R. 5 aprile 1996, n. 5 "Interventi a favore di                 
popolazioni colpite da calamita', conflitti armati, situazioni di               
denutrizione e carenze igienico-sanitarie" prevede che il Consiglio             
regionale approvi il piano di lavoro entro il 30/6 di ciascun anno.             
L'esodo di centinaia di migliaia di profughi dal Kosovo verso i Paesi           
confinanti, Albania, Macedonia e Montenegro, ha costituito un dramma,           
un'emergenza di fronte alla quale nessuno e' potuto restare                     
indifferente.                                                                   
La programmazione di questo piano di lavoro risultera'                          
particolarmente influenzata dalla esigenza di rafforzare l'azione che           
la Giunta, rispondendo ad un sentire comune della societa' civile               
regionale ed all'appello che il Governo ha da subito rivolto alle               
Regioni italiane, ha deciso di intraprendere a favore dei profughi              
kosovari.                                                                       
Gia' nel corso del 1998 la Giunta regionale decise di stanziare                 
apposite risorse per la realizzazione di iniziative di accoglienza a            
favore di un popolo costretto a lasciare la propria terra a causa               
della pulizia etnica in corso ormai da mesi. Lo scatenarsi di un                
conflitto armato ha reso l'opera di soccorso ancora piu' difficile ed           
e' emerso con forza che solo il nostro Paese ha dispiegato una                  
iniziativa di una intensita' forse mai prima raggiunta. La                      
generosita' del popolo italiano, della societa' civile italiana, ha             
permesso al nostro Paese di concretizzare ad oggi un'azione di                  
"emergenza" veramente straordinaria.                                            
La gravita' della situazione determinatasi, soprattutto in Albania -            
Paese che ha ospitato fino a cinquecentomila profughi kosovari -                
l'urgenza di intervenire, hanno determinato l'assunzione di un primo            
provvedimento da parte della Giunta regionale con il quale si                   
identificavano quali primi territori in cui realizzare l'iniziativa             
regionale le citta' di: Kukes, Scutari, Elbasan e Kucova. Tre                   
fondamentalmente i criteri con cui si e' arrivati alla determinazione           
territoriale degli interventi:                                                  
- le richieste pervenute alla Presidenza della Giunta regionale, da             
parte dei responsabili governativi della "Missione Arcobaleno";                 
- le opzioni espresse dagli Enti locali in base a rapporti gia'                 
esistenti con l'Albania prima dell'inasprirsi del conflitto;                    
- i programmi di cooperazione e gli aiuti di emergenza realizzati               
dalle ONG, dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni                  
operanti in questa Regione.                                                     
La firma di un difficile trattato di pace, la cessazione di un                  
conflitto che ha causato profonde "ferite" in Europa e che ha subito            
determinato un contro esodo massiccio di profughi kosovari sfuggito             
in parte agli organismi internazionali, comportano la presentazione             
di un piano di lavoro caratterizzato da due priorita':                          
a) intervenire direttamente a favore del Kosovo, anche se risultera'            
necessario uno stretto collegamento con l'azione svolta                         
complessivamente dai Ministeri competenti in quanto sono ancora                 
fortemente presenti problemi di sicurezza ed allo stato attuale in              
Kosovo, sono presenti solo gli "osservatori" e l'esercito di pace.              
Prima del conflitto peraltro alcune nostre ONG operavano gia' in quel           
Paese e le stesse hanno manifestato la loro intenzione di rientrare e           
riprendere l'opera di assistenza, pertanto sara' possibile sostenere            
tali interventi. Anche alcuni Enti locali hanno dichiarato la piena             
disponibilita' a dispiegare la loro azione in Kosovo e quindi compito           
della Regione sara' quello di coordinare tutte le azioni. Campi                 
prioritari e gruppi bersaglio saranno le fasce piu' deboli della                
popolazione: l'infanzia, le donne e gli anziani;                                
b) continuare l'opera di assistenza ai profughi kosovari che non                
potranno rientrare nel loro Paese e passeranno l'inverno in Albania,            
avendo sempre cura pero' di sviluppare parallelamente un'iniziativa             
capace di incidere sulle condizioni di vita del popolo albanese che             
sappiamo tutti essere particolarmente precarie. Per motivazioni                 
diverse, l'Albania ha permesso ai profughi kosovari di varcare i                
confini del Paese e tra enormi difficolta', l'opera di accoglienza              
dispiegata non e' stata osteggiata dalla popolazione autoctona.                 
L'esigenza che pero' con forza emerge e' quella di sviluppare                   
programmi capaci di dare risposte alle difficolta' di un popolo                 
cacciato dalla propria terra ed obbligato a lasciarvi "tutto", senza            
perdere mai di vista che gli stessi sono ospitati in un Paese dove              
sono presenti problemi strutturali di enorme intensita' e dove                  
occorre operare per la ricostruzione del tessuto sociale e civile.              
Dopo la firma del trattato di pace la priorita' assunta dalle                   
organizzazioni internazionali presenti in Albania e' stata quella di            
assicurare un'accoglienza in struttura "fissa" a tutti quei profughi            
che resteranno per tutto il prossimo inverno in Albania, garantendo             
una buona qualita' dell'accoglienza e sviluppando azioni                        
complementari. I responsabili governativi al riguardo hanno indicato            
alle Regioni tre aree di intervento: Valona, Durazzo e Scutari. La              
nostra Regione sara' capo-fila del programma da realizzarsi nei                 
confronti della citta' di Scutari.                                              
Questo sara' il volano attorno al quale si sviluppera' il programma             
regionale e l'azione sara' favorita dall'esistenza di rapporti                  
istituzionali gia' avviati negli anni scorsi, sia dalla Regione che             
dal sistema delle Autonomie locali, nonche' dalle nostre ONG ed                 
associazioni che hanno, tra l'altro, permesso un collegamento con le            
organizzazioni della societa' civile kosovara ed albanese. Un ruolo             
molto importante, proprio per la presenza di problemi strutturali,              
dovra' svolgerlo la CISPEL regionale, chiamata ancora una volta a               
fornire un supporto per la progettazione di opere attinenti i servizi           
pubblici.                                                                       
Altro modulo molto importante sara' quello "sanitario": l'esperienza            
del campo di Kukes 2 e' diventato un modello a cui organismi                    
internazionali guardano con grande attenzione.                                  
Scutari, Elbasan, Valona, questi i territori nei quali gli Enti                 
locali, le organizzazioni sindacali e le ONG realizzeranno,                     
nell'ottica sopra descritta, i loro programmi di intervento nei quali           
una particolare attenzione verra' riservata ai minori ed alle donne.            
Su Scutari in particolare verra' anche realizzato, in collaborazione            
con la Caritas e la Missione Arcobaleno, un programma sanitario che             
avra' l'obiettivo di rispondere alle esigenze dei profughi ma anche             
dei cittadini albanesi. Al riguardo va precisato che il Ministero               
degli Affari Esteri entro il mese di luglio approvera' lo                       
stanziamento di risorse per la realizzazione di un progetto "di                 
sviluppo umano" sul modello di quelli gia' realizzati per la Bosnia e           
Cuba. Questa Regione ha gia' annunciato la propria disponibilita' per           
un programma complessivo a favore della citta' di Scutari, e per                
essere partner di azioni nella citta' di Elbasan.                               
Nella citta' di Lac invece, territorio situato tra Scutari e Durazzo            
ed indicato dal responsabile della Missione Arcobaleno in Albania, la           
Regione collaborera' con la Repubblica di San Marino per la                     
realizzazione di un campo di accoglienza profughi.                              
Infine proprio in questi giorni si e' concluso con l'intervento                 
dell'ambasciatore italiano in Macedonia un accordo inerente                     
l'attivazione delle cucine per il campo profughi di Cegrane                     
(Macedonia) che dovranno garantire pasti per 25.000 profughi.                   
Accanto a queste iniziative che gia' adesso possono avere una                   
definizione organica, si potranno nei prossimi mesi sviluppare azioni           
della Regione in seguito a specifiche richieste avanzate dal Governo            
che di volta in volta verranno valutate.                                        
Le risorse                                                                      
Negli anni 1996/1997 le risorse stanziate nell'apposito capitolo di             
bilancio sono state destinate, nella quasi totalita', alla                      
realizzazione di interventi per la riattivazione di servizi in alcune           
citta' della Bosnia-Erzegovina. Trentacinque progetti, di cui                   
diciotto a favore della citta' di Mostar, tutti attivati e, otto dei            
dieci inerenti il piano di lavoro 1996, conclusi. Con il piano di               
lavoro 1998 si e' definita una programmazione che prevedeva un                  
maggiore impegno della Regione nei confronti dell'Albania,                      
considerando idealmente chiusa, con un ciclo triennale di attivita',            
la fase di progettazione e realizzazione promossa nei confronti della           
Bosnia-Erzegovina: tredici progetti per un impegno di mezzo miliardo            
per la Bosnia e sei progetti per uno stanziamento di trecento milioni           
a favore dell'Albania.                                                          
Per quanto fin qui enunciato appare evidente che verra' ribaltato il            
rapporto dell'intervento a favore del Kosovo e dell'Albania; sulla              
Bosnia sara' possibile mantenere livelli di impegno proprio perche'             
l'andamento di alcuni progetti avviati in quella realta'                        
territoriale, che di seguito verranno specificati, mettono in luce la           
estrema positivita' di un loro consolidamento.                                  
Con il piano di lavoro 1999 sara' piu' difficile assicurare le                  
percentuali di investimento che nei piani precedenti hanno                      
caratterizzato l'utilizzo delle risorse complessivamente a                      
disposizione; la natura "emergenziale" di molte delle iniziative                
difficilmente potra' declinarsi con il tema "dell'investimento". I              
criteri che hanno ispirato fino ad ora la predisposizione del                   
programma della legge regionale in parola si sono rilevati produttivi           
e pertanto vengono riproposti, con alcune sottolineature, che sono              
proprio il frutto dell'esperienza maturata:                                     
- rispondere con efficacia alle emergenze delle popolazioni kosovare            
che rientreranno nei loro territori, cercando eventuali                         
collaborazioni con altre istituzioni pubbliche;                                 
- evitare dispersione territoriale e mantenere unita' di intenti con            
gli interventi operati con altre leggi di settore;                              
- utilizzare le risorse regionali come volano per sviluppare                    
investimenti;                                                                   
- ricercare un alto livello di condivisione locale;                             
- sviluppare iniziative in grado di aumentare le possibilita' di                
lavoro ed aumentare la capacita' di autonomia finanziaria dei Paesi             
in cui si opera.                                                                
Proprio in merito a questo ultimo punto e' importante rilevare che il           
presente piano di lavoro potra' avvalersi della collaborazione                  
attivata con le Ambasciate di Sarajevo e di Tirana, nonche' con i               
corrispondenti uffici tecnici locali. Evidentemente per quanto                  
riguarda il Kosovo si operera' in stretto collegamento con i                    
responsabili governativi che opereranno in Italia ed all'estero.                
Il lavoro realizzato dalle tre Regioni in Bosnia, la nostra, le                 
Marche e la Toscana, e per la nostra Regione tramite la                         
collaborazione con il sistema delle Autonomie locali, e' la                     
dimostrazione piu' evidente dell'efficacia di questo modello di                 
progettualita' che pur disponendo per l'emergenza si muove                      
nell'ottica della prospettiva e del possibile sviluppo di una                   
politica di cooperazione decentrata. Un approccio metodologico in               
grado di accorciare i tempi di intervento, elemento essenziale in               
situazioni di emergenza, e di apportare come valore "aggiunto" sul              
piano dell'assistenza istituzionale, la grande esperienza dei nostri            
Comuni.                                                                         
Per le aree di intervento, dopo il Kosovo e l'Albania, sempre in area           
balcanica, un'area di grande interesse per il nostro Paese, si                  
conferma la Bosnia con le caratteristiche sopra descritte.                      
Cio' premesso, in merito alle aree di intervento, si reputa opportuno           
confermare la sottoelencata tipologia di azioni:                                
- azioni di solidarieta' ed emergenza;                                          
- azioni di cooperazione decentrata che promuovano e favoriscano la             
collaborazione tra soggetti omologhi, quali imprese, associazioni di            
categoria, istituzioni pubbliche e private ecc. anche attraverso                
iniziative di formazione e riqualificazione professionale;                      
- azioni di rafforzamento istituzionale (attivita' di supporto per la           
gestione dei servizi propri delle istituzioni quali rete fognarie,              
rete idrica, raccolta e smaltimento di rifiuti).                                
Azioni di solidarieta' ed emergenza                                             
Come anticipato in questo filone troveranno posto le azioni che                 
verranno promosse nei confronti di alcune citta' del Kosovo. La                 
Missione Arcobaleno e' in procinto di "spostare" la propria azione              
verso il Kosovo. In questo senso il Governo ha gia' richiesto la                
disponibilita' delle Regioni. Non e' possibile in questa fase                   
definire le aree territoriali in cui verra' realizzata l'iniziativa             
regionale in quanto si attendono, per motivi di sicurezza                       
dell'intervento, disposizioni dai rappresentanti governativi. Le                
risorse regionali andranno ad implementare quelle che verranno messe            
a disposizione dal Governo per operazioni piu' "strutturali" e                  
serviranno a finanziare azioni complementari di tipo socio-sanitario            
ed educativo, che avranno una ricaduta, come gia' indicato, sulle               
fasce piu' deboli della popolazione quali: minori, donne ed anziani.            
Il trasporto dei beni dismessi, su cui si pensa con particolare                 
riferimento al Kosovo di realizzare un piano di intervento in                   
collaborazione con i rappresentanti governativi, anche per quest'anno           
verra' assegnato alla protezione civile del Comune di Bagnacavallo.             
Verra' anche realizzata, in collaborazione con il Banco Alimentare,             
un'iniziativa per la creazione in Regione di un centro in grado di              
rispondere alle emergenze che via via si determinano. Questo progetto           
vedra' la collaborazione del Comune di Castel San Pietro e della                
Regione Marche.                                                                 
Per quanto concerne la Bosnia-Erzegovina e' utile ricordare che gia'            
dal 1997 e' drasticamente calata la presenza delle ONG ed delle                 
associazioni del volontariato internazionale. Situazioni d'emergenza,           
purtroppo, permangono in alcune zone dello Stato ed il conflitto in             
Serbia ha determinato un aumento della tensione anche in Bosnia                 
Erzegovina, soprattutto nella parte serba. A seguito di segnalazione            
da parte della cooperazione italiana, verranno promosse alcune azioni           
di solidarieta', soprattutto con riferimento alla Repubblica Srpska,            
proprio per la precarieta' degli equilibri politici. Al riguardo va             
anche evidenziato che, come sottolineato dalla stragrande maggioranza           
dei Paesi europei, si porra' il problema dell'assistenza umanitaria a           
favore delle popolazioni della Jugoslavia. Anche il nostro Governo si           
e' posto tale priorita' e se verra' richiesto vi sara' la massima               
disponibilita' di questa Regione a collaborare.                                 
Pur nella logica sopra enunciata - evitare di spalmare gli interventi           
a livello territoriale, alcune particolari emergenze richiedono                 
l'attenzione della Regione:                                                     
ALGERIA: gli episodi cruenti verificatisi nell'ultimo anno hanno                
determinato situazioni di particolare gravita' lesive dei diritti               
umani, della dignita' e della liberta' delle donne. L'attenzione                
della comunita' internazionale sulle condizioni "democratiche" di               
quel Paese e' stata drasticamente richiamata. Il Comune e la                    
Provincia di Forli', d'intesa con il Comune e la Provincia di Parma,            
hanno avviato un rapporto con un'associazione di donne algerine                 
(RACHDA) da tempo impegnata a livello internazionale in un'azione di            
denuncia delle condizioni in cui oggi versa l'Algeria. L'impegno dei            
nostri Enti locali si sostanziera' in una collaborazione per il                 
consolidamento del centro accoglienza per donne e bambini vittime               
della violenza. Il centro dovra' costituire un primo punto di                   
riferimento in grado di offrire una soluzione abitativa alle persone            
vittime del terrorismo, violenza sessuale ed altri soprusi, avviando            
percorsi terapeutici di recupero fisico e psicologico. Si prevede               
pure di realizzare con questo piano di lavoro l'allargamento della              
"rete delle donne" costituitasi con finanziamento europeo tra le                
donne europee, sia alle "donne dei balcani" che a quelle                        
"mediterranee" con particolare riguardo alle algerine, palestinesi e            
le donne del Saharawi.                                                          
CHIAPAS: nei confronti di questo Stato erano gia' presenti micro                
azioni nei precedenti piani di lavoro. La situazione politica in                
questi anni non e' certamente migliorata e la condizione degli indios           
permane estremamente difficoltosa. Per questo piano di lavoro si                
propone un'azione a sostegno del programma "energia idroelettrica per           
ôLa Realidad'" elaborato dal Centro Interuniversitario di ricerca sui           
Paesi in via di sviluppo dell'Universita' degli Studi di Roma "La               
Sapienza".                                                                      
SAHARAWI: il popolo del Saharawi in esilio (circa 200.000 profughi)             
ha dato vita ad uno Stato Repubblicano riconosciuto gia' da oltre               
settanta Paesi nel mondo. I rappresentanti di questo piccolo Stato,             
che per anni si e' battuto per esercitare il diritto                            
all'autodeterminazione, hanno reso visita anche alla nostra Regione e           
stretto rapporti di amicizia o gemellaggio con molti nostri Comuni.             
Il Coordinamento dell'Emilia-Romagna ha presentato una richiesta di             
contributo per fare fronte alla realizzazione di un progetto in                 
appoggio ai campi profughi realizzati in Algeria.                               
CUBA: sostegno ai programmi di sviluppo umano UNOPS che verranno                
realizzati nelle citta' di Pinar del Rio e Granma dai comitati                  
appositamente costituitisi nel nostro territorio e coordinati da                
questa Regione. Le risorse della Regione andranno ad implementare               
quelle messe a disposizione dal MAE e dagli altri organismi                     
internazionali.                                                                 
Descrizione delle azioni                                                        
Centro operativo: istituito a Mostar insieme alle Regioni Marche e              
Toscana - le Marche risultano la Regione capo-fila - necessitera'               
anche per quest'anno di un finanziamento. Va ribadito che il centro             
resta l'unico riferimento "istituzionale" presente in citta'. In                
accordo con l'ambasciatore il centro e' stato trasferito in una                 
palazzina che risultera' il "contenitore" di tutte le iniziative                
italiane attivate a Mostar.                                                     
Incubatore impresadonna: nel piano di lavoro 1997 e' stato avviato un           
progetto, con il Comune di Bologna, che traeva le proprie origini               
dalla forte presenza femminile che caratterizza la citta' di Mostar.            
Si e' gia' detto che Maligrad Link a Mostar ed il Centro Amika a                
Tuzla rappresentano due realta' emblematiche che hanno svolto un                
prezioso lavoro anche nel corso della guerra. Con questo piano di               
lavoro si propone di rafforzare l'attivita' dell'incubatore imprese             
realizzatosi a Mostar. Nel corso del 1998 sono state avviate quattro            
imprese femminili e per il 1999 si propone di avviarne almeno altre             
dieci. Al riguardo va ribadito che continua la collaborazione con la            
Regione Marche e che e' stato siglato un accordo con l'incubatore               
EDA, costituito dall'ILO a Mostar, che prevede che sia l'incubatore             
delle Regioni ad occuparsi delle micro imprese. Allo stato attuale              
sono gia' pervenute 47 domande per l'avvio di imprese non solo                  
femminili. Si consolidera' con questo anno l'attivita' del "second              
hand" telematico avviato nello scorso 1998.                                     
Centro anziani: anche questo progetto si collochera' nella logica               
piu' complessiva di messa a regime di un'impresa. Verra' realizzato             
in collaborazione con l'UTL di Mostar, la Regione Marche e Nexus e              
avra' come obiettivo il completamento della struttura degli anziani             
di Mostar Est. Un'azione a favore degli anziani verra' pure                     
realizzata attraverso l'ISCOS nella citta' di Zenica ed in                      
collaborazione con la Provincia di Piacenza.                                    
Inserimento profughi serbi a Mostar: operazione avviata dalla                   
Ambasciata italiana e realizzata in collaborazione con il CEFA. Oltre           
1.500 famiglie sono rientrate nei loro territori nel Cantone di                 
Mostar. I serbi sono tradizionalmente degli "agricoltori" l'azione              
proposta si prefigge l'obiettivo di consolidare l'iniziativa fin qui            
realizzata ed assicurare una prospettiva anche di reddito alle                  
famiglie interessate.                                                           
Assistenza e sviluppo delle attivita' musicali in Albania:                      
l'associazione musicale Angelo Mariani di Ravenna realizzera', anche            
dietro esplicita richiesta della delegazione diplomatica speciale               
italiana in Albania, un progetto per lo sviluppo delle attivita'                
musicali. Nonostante le notevoli difficolta' e l'isolamento di quel             
Paese, la scuola musicale albanese, soprattutto per alcuni strumenti,           
e' di notevole rispetto. L'azione persegue l'obiettivo della                    
riqualificazione dei professionisti, la realizzazione di una serie di           
lavori in campo musicale da parte degli stessi, l'organizzazione di             
alcuni eventi musicali.                                                         
Imprenditoria giovanile: rafforzamento del progetto gia' ricompreso             
nel piano di lavoro 1998. L'UTL di Sarajevo mettera' a disposizione             
dei locali per la sede della prima impresa giovanile della citta' di            
Mostar che avra' come obiettivi: organizzare le attivita' dei gruppi            
musicali e promuoverne la diffusione, incentivare l'attivita'                   
telematica delle imprese cittadine al fine di favorire l'attivita'              
dell'impresa.                                                                   
Riqualificazione della attivita' fisioterapica e termale della                  
Bosnia: il Ministero degli Affari Esteri e' in procinto di affidare             
alle Regioni Emilia-Romagna e Marche un programma per il settore                
sopra specificato. Il progetto verra' realizzato in collaborazione              
con l'Universita' di Bologna, Facolta' di Difettologia, con il Comune           
di Salsomaggiore e con l'Azienda termale di Salsomaggiore.                      
Convenzione con Universita' di Mostar e Tuzla: con l'Universita' di             
Bologna, Facolta' di Scienze Politiche, e' stato sottoscritto un                
accordo per il proseguimento dell'esperienza avviata con alcune                 
universita' europee per lo svolgimento di master in diritti umani ed            
interventi umanitari.                                                           
Risanamento ambientale: concluso il progetto finanziato dal MAE alle            
CISPEL delle tre Regioni, la consegna ufficiale del lavoro avverra'             
proprio nel mese di luglio, si trattera' di procedere alla                      
realizzazione di uno dei progetti elaborati: l'impianto di                      
compostaggio. Il progetto e' stato sottoposto per l'agreement alla              
IMG; le risorse delle tre Regioni dovranno servire come piede                   
pubblico per lo sviluppo di un progetto finanziato da organismi                 
internazionali (Unione Europea, Banca Mondiale).                                
Soggiorni per bambini bosniaci: con particolare riferimento ai                  
bambini del Cantone di Tuzla, la cooperativa DOC organizzera', in               
collaborazione con il Cral Telecom ed il Comune di Riccione, la                 
permanenza in Italia, in una stazione climatica, di una trentina di             
bambini assistiti dal Centro Amika che presentano particolari                   
problemi dovuti a traumi di guerra.                                             
Azioni a favore della citta' di Banja Luka: proseguira' l'attivita'             
del Comune di Bologna nei confronti dell'assistenza istituzionale               
verso questa citta'. Si prevede anche di continuare l'azione avviata            
nei confronti dell'orfanotrofio della citta'.                                   
Attivazione centro per le donne a Valona: la Associazione Orlando               
realizzera' il consolidamento del programma di interventi a favore              
delle donne, finanziato dal Ministero della Solidarieta' Sociale ed             
in collaborazione con altre ONG italiane. Il progetto, che avra' una            
ricaduta su tutta l'Albania, realizzera' iniziative a sostegno delle            
donne in vari campi: sociale, sanitario, educativo anche per quanto             
attiene alle "pari opportunita'".                                               
Attuazione delle azioni previste nella dichiarazione d'intenti                  
sottoscritta con le autorita' della Repubblica della Bielorussia:               
programma formativo a sostegno delle attivita' educative a favore di            
minori affetti da disabilita' o da problemi comportamentali.                    
Osservatorio contro sfruttamento del lavoro minorile: la Regione                
Emilia-Romagna in occasione del passaggio della Global March ha                 
costituito il "Tavolo di concertazione regionale per eliminare lo               
sfruttamento minorile e promuovere i diritti dell'infanzia e                    
dell'adolescenza" a cui hanno aderito gli Enti locali e le                      
organizzazioni di categoria. Nel programma di lavoro predisposto si             
e', tra l'altro convenuto, di collegarsi con una realta'                        
internazionale in cui il problema presenta particolari                          
caratteristiche di drammaticita'. In relazione ai rapporti gia'                 
avviati da alcune nostre ONG - tra cui l'ISCOS - si e' scelto il                
Brasile. Al riguardo quindi si sosterra' un progetto da realizzarsi             
di concerto con la Pastoral do menor do Brasil, organizzazione                  
internazionale che ha gia' ricevuto dei finanziamenti da organismi              
internazionali per la creazione di un "Centro informazioni                      
sull'infanzia e sull'adolescenza".".                                            
Visto il favorevole parere espresso al riguardo dalla Commissione               
referente "Sicurezza sociale" di questo Consiglio regionale, giusta             
nota prot. n. 9118 del 22 luglio 1999;                                          
previa votazione palese, a maggioranza dei presenti,                            
delibera:                                                                       
di approvare le proposte formulate dalla Giunta regionale con                   
deliberazione in data 13 luglio 1999, progr. n. 1208, riportate nel             
presente atto deliberativo.                                                     

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ultima modifica 2023-05-19T21:22:53+01:00

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