DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 26 maggio 1999, n. 785
Progetto regionale tabagismo **** ALLEGATI FOTOGRAFATI,RICHIEDERE COPIA ALL'UFFICIO BOLLETTINO ***
LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
visti:
- la Legge 11/11/1975, n. 584 "Divieto di fumo in determinati locali
e su mezzi di trasporto pubblico";
- la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 14/12/1995,
pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 11 del 15/1/1996 "Divieto di
fumo in determinati locali della pubblica Amministrazione o dei
gestori di servizi pubblici";
- il "Protocollo d'intesa per la promozione ed educazione alla salute
in ambito scolastico" sottoscritto dall'Assessore alla Sanita',
Assessore alle Politiche sociali, educative e familiari, Qualita'
urbana, Immigrazione, Aiuti internazionali, Sovrintendenza scolastica
e Provveditorati agli Studi della regione Emilia-Romagna nel giugno
1998;
considerato che il Piano sanitario nazionale per il triennio
1998-2000 indica tra gli obiettivi prioritari di salute il controllo
del fumo attivo e passivo di tabacco proponendo precise azioni e
provvedimenti da realizzare in campo normativo, educativo e di
supporto alla disassuefazione;
viste:
- la deliberazione di Giunta regionale n. 54 del 25/1/1999 "Piano
sanitario regionale 1999-2001", che prevede programmi di promozione
della salute elaborati su obiettivi specifici e interventi diretti a
promuovere stili di vita sani nei settori, assunti come prioritari,
dell'alimentazione, del fumo, dell'alcol e della promozione
dell'attivita' fisica;
- la delibera di Giunta n. 722 del 7/3/1995 "Progetto regionale
tossicodipendenza. - Indirizzi programmatici e direttive
sull'organizzazione dei Servizi per le tossicodipendenze (DPR 309/90
e L.R. 19/94)", cosi' come modificata dalla deliberazione della
Giunta regionale n. 461 del 19/3/1996 "Modificazione e integrazione
all''Allegato A' della deliberazione della Giunta regionale n. 722
del 7/3/1995 'Progetto regionale tossicodipendenza. Indirizzi
programmatici e direttive sull'organizzazione dei Servizi per le
tossicodipendenze (DPR 309/90 e L.R. 19/94)'";
considerato che:
- a seguito della citata delibera di Giunta n. 722/95 sono stati
istituiti presso le Aziende Unita' sanitarie locali i Dipartimenti
per le Dipendenze patologiche, con funzioni di programmazione,
indirizzo e verifica, articolati in Sezioni dipartimentali (SERT);
- in alcune Aziende sanitarie dell'Emilia-Romagna sono state gia'
realizzate significative esperienze di lavoro integrato, frutto della
collaborazione tra i SERT e gli altri Servizi o strutture operative
aziendali competenti in tema di prevenzione del tabagismo, quali
Igiene pubblica, Salute e Infanzia, Coordinamenti per l'Educazione e
Promozione della salute, Unita' operative di Pneumologia ed altri,
con il coinvolgimento di Enti locali e Istituzioni pubbliche e del
privato sociale;
rilevato che l'Assessorato alle Politiche sociali, educative e
familiari, Qualita' urbana, Immigrazione, Aiuti internazionali e
l'Assessorato alla Sanita' hanno previsto, con documento del
15/5/1998, prot. n. 19097/SPA, l'istituzione di un gruppo di lavoro
regionale, costituito dai rappresentanti di tutte le Aziende
sanitarie dell'Emilia-Romagna, per l'elaborazione di un progetto
regionale organico di lotta al tabagismo;
tenuto conto delle indicazioni di carattere tecnico e metodologico
fornite dal succitato gruppo di lavoro per l'elaborazione del
Progetto regionale tabagismo;ritenuto necessario:
- includere la lotta al tabagismo tra le aree in cui si sviluppa
l'attivita' dei Dipartimenti per le Dipendenze patologiche in un
ottica di integrazione con il "Sistema dei servizi pubblici e
privati" per le tossicodipendenze presenti nella regione
Emilia-Romagna, indicando obiettivi, funzioni e strumenti per
iniziative ed interventi integrati di tipo medico-farmacologico,
psicologico, sociale o culturale;
- fornire alcune linee di indirizzo alle Aziende sanitarie della
regione Emilia-Romagna sugli interventi per la prevenzione, la cura e
la riabilitazione del tabagismo e dei problemi fumo-correlati;
dato atto del parere favorevole espresso dal Direttore generale alle
Politiche sociali dott. Francesco Cossentino e dal Direttore generale
alla Sanita' dott. Tiziano Carradori in merito alla legittimita'
della presente deliberazione, ai sensi dell'art. 4, sesto comma,
della L.R. 19 novembre 1992, n. 41 e della deliberazione di Giunta
regionale 2541/95;
dato atto del parere favorevole espresso dal Responsabile del
Servizio Politiche per l'accoglienza e l'integrazione sociale dott.
Celeste Franco Giannotti, in merito alla regolarita' tecnica della
presente deliberazione, ai sensi dell'art. 4, sesto comma, della L.R.
41/92;
su proposta dell'Assessore alle Politiche sociali, educative e
familiari, Qualita' urbana, Immigrazione, Aiuti internazionali e
dell'Assessore alla Sanita';
a voti unanimi e palesi
delibera:
1) di approvare i documenti allegati, parti integranti e sostanziali
della presente deliberazione, contenenti:
A. "Progetto regionale tabagismo: linee di indirizzo della Regione
Emilia-Romagna sugli interventi per la prevenzione primaria,
secondaria e terziaria del tabagismo e dei problemi fumo-correlati"
(con appendice statistica) (allegato A);
B. "Linee guida per la stesura di un regolamento aziendale per
l'applicazione della normativa sul divieto di fumo" (con
cartellonistica tipo) (allegato B);
2) di dare atto che le Aziende sanitarie sono tenute, entro 60 giorni
dalla pubblicazione della presente deliberazione nel Bollettino
Ufficiale della Regione Emilia-Romagna, ad attivare a livello
aziendale o interaziendale, ove siano presenti le Aziende Ospedaliere
o piu' Aziende sanitarie in ambito provinciale, le articolazioni
funzionali denominate "Gruppo Progetto Provincia senza fumo" previste
dall'Allegato A e a comunicarne la costituzione, con i nominativi dei
relativi componenti, all'Assessore alle Politiche sociali, educative
e familiari, Qualita' urbana, Immigrazione, Aiuti internazionali e
all'Assessore alla Sanita' della Regione Emilia-Romagna;
3) di dare atto che i coordinatori dei gruppi di progetto aziendali
di cui sopra, indicati secondo le modalita' previste dall'Allegato A,
dovranno presentare all'Asssessore alle Politiche sociali, educative
e familiari, Qualita' urbana, Immigrazione, Aiuti internazionali e
all'Assessore alla Sanita' della Regione Emilia-Romagna:
- una relazione sullo stato attuale degli interventi in atto contro
il tabagismo, entro 90 giorni dalla pubblicazione della presente
deliberazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna;
- una relazione a periodicita' annuale sullo stato di attuazione
delle linee di indirizzo di cui agli Allegati al presente
provvedimento;
4) di dare atto che le Aziende sanitarie sono tenute ad adottare,
entro 90 giorni dalla pubblicazione della presente deliberazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna, un regolamento
sulla base del regolamento regionale tipo, di cui all'Allegato B, per
l'applicazione della normativa sul divieto di fumo;
5) di pubblicare integralmente la presente deliberazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna.
ALLEGATO A
Progetto regionale tabagismo
Linee di indirizzo della Regione Emilia-Romagna sugli interventi per
la prevenzione primaria, secondaria e terziaria del tabagismo e dei
problemi fumo-correlati
Premessa
Il Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000 indica tra gli
obiettivi prioritari di salute il controllo del fumo attivo e passivo
di tabacco. L'Organizzazione mondiale della sanita' definisce il
tabacco come prima causa evitabile di malattia e morte nell'attuale
societa'. La nicotina viene oggi riconosciuta, al pari dell'alcol,
cocaina, allucinogeni e oppiacei tra le sostanze psicoattive capaci
di indurre dipendenza fisica e psichica. Ogni anno il fumo uccide in
Italia circa 90.000 persone: un numero equivalente ad un terzo di
tutte le morti per cancro ed al 15% di tutte le cause di morte. Nella
nostra regione i fumatori sono circa 900.000 mentre il numero
complessivo di vittime per patologie fumo correlate e' stimabile in
oltre 8.000 annue (v. Appendice statistica). Per contrastare questo
importante fattore di rischio per la salute, che presenta aspetti
complessi di tipo tossicologico, psicologico e socio-culturale,
occorre adottare politiche di intervento globali capaci di
sviluppare alleanze e sinergie attraverso la partecipazione attiva di
tutti i soggetti che hanno competenze e responsabilita' in ambito
educativo, sanitario, politico, economico, nel mondo del volontariato
e nel campo dell'informazione. L'intento comune deve essere quello di
promuovere con esempi positivi e azioni persuasive, unitamente al
rispetto della normativa vigente sul divieto di fumo, la formazione
di una cultura ampiamente diffusa e condivisa del "non fumo".
Finalita' e obiettivi generali
Il Progetto regionale tabagismo e' finalizzato a perseguire gli
obiettivi generali del Piano sanitario nazionale e regionale
concernenti la modificazione degli atteggiamenti e delle abitudini al
fumo nella popolazione, promuovendo l'applicazione di un modello
d'intervento basato sulla intersettorialita' e l'integrazione tra
competenze sanitarie e sociali diverse.
Obiettivo di salute del Progetto e' la prevenzione delle malattie
cronico- degenerative dovute al fumo di tabacco, con conseguente
riduzione della morbosita' e mortalita' correlata.
Obiettivi specifici sono: l'incremento del numero di coloro che
smettono di fumare e la riduzione del numero di giovani che iniziano
a fumare.
Aree e modalita' di intervento
Il Progetto si compone di sottobiettivi specifici e di azioni da
realizzare in campo normativo, educativo e di supporto alla
disassuefazione in riferimento ai seguenti ambiti di intervento:
- ambienti pubblici e di lavoro senza fumo
- servizi sanitari promotori del "non fumo"
- nuove generazioni di non fumatori
- aiutare chi vuole smettere di fumare.
Le modalita' d'intervento dovranno tendere a favorire la piu' ampia
informazione e partecipazione della popolazione in generale e, in
particolare, essere mirate a coinvolgere quei soggetti che possono
rivestire un ruolo strategico nell'influenzare positivamente le
scelte di salute nella comunita', aumentando la tendenza a prendere
decisioni verso uno stile di vita libero dal fumo: medici di
famiglia, personale medico e infermieristico degli ospedali e servizi
sanitari, insegnanti, genitori, testimoni di spicco del tessuto
sociale, politico, economico e culturale.
Collegamenti e collaborazioni saranno ricercate a livello nazionale e
internazionale con analoghi progetti sostenuti dall'Ufficio regionale
europeo dell'OMS per favorire l'uso comune di risorse, lo scambio di
conoscenze-competenze e le trasferibilita' dei risultati (Progetto
"Citta' sane", Rete delle scuole per la promozione della salute, Rete
degli ospedali che promuovono la salute, ecc.).
Strumenti normativi
I riferimenti sono:
- Legge 11/11/1975, n. 584 "Divieto di fumo in determinati locali e
su mezzi di trasporto pubblico"
- Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 14//12/1995
"Divieto di fumo in determinati locali della pubblica Amministrazione
o dei gestori di servizi pubblici"
- Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000
- deliberazione di Giunta regionale 7/3/1995, n. 722 avente per
oggetto: "Progetto regionale tossicodipendenza. Indirizzi
programmatici e direttive sull'organizzazione dei Servizi per le
tossicodipendenze (DPR 309/90 e L.R. 19/94)" e successive
modificazioni e integrazioni
- deliberazione di Giunta regionale 9/7/1996, n. 1588 avente per
oggetto "Atto d'intesa in materia di fumo negli ambienti confinati
delle amministrazioni pubbliche non statali (Gazzetta Ufficiale n. 75
del 29/3/1996): applicazione all'ente Regione Emilia-Romagna".
- Protocollo d'intesa per la promozione ed educazione alla salute in
ambito scolastico sottoscritto dall'Assessore alla Sanita',
Assessore alle Politiche sociali, educative e familiari, Qualita'
urbana, Immigrazione, Aiuti internazionali, Sovrintendenza scolastica
e Provveditorati agli Studi della regione Emilia-Romagna nel giugno
1998.
- deliberazione di Giunta regionale n. 54 del 25/1/1999 "Piano
sanitario regionale 1999- 2001".
prevista l'adozione di un regolamento regionale tipo per
l'applicazione della normativa di divieto di fumo nelle Aziende
sanitarie.
Strumenti educativi
Interventi rivolti alla popolazione generale
Nonostante le preoccupanti dimensioni del fenomeno tabagismo,
contrassegnato da costi sociali e sanitari molto elevati, la
percezione dell'entita' dei rischi collegabili al fumo appare nella
nostra societa' ancora inadeguata. Occorre pertanto realizzare
interventi educativi rivolti alla popolazione generale che siano
finalizzati a diffondere una corretta informazione sulle
problematiche legate al tabagismo e a promuovere la crescita di una
cultura del "non fumo", ampiamente condivisa.
A tale scopo si individuano le seguenti azioni:
- campagne di informazione dei mass media, convegni, dibattiti
pubblici sul tabagismo ed in particolare sull'andamento
epidemiologico degli effetti sulla salute a livello locale;
- diffusione di idoneo materiale comunicativo (posters, pieghevoli,
opuscoli di self-help) negli studi medici, sale di attesa degli
ospedali, farmacie, servizi pubblici e luoghi di aggregazione per
informare compiutamente sui danni da fumo e sui benefici che si
ottengono non fumando e indicare concrete opportunita' di aiuto per
chi intende smettere. Particolare accento sara' posto su questi temi
in occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco indetta dall'OMS
ogni anno per il 31 maggio;
- iniziative di sensibilizzazione volte a proporre ai cittadini
modelli di strutture pubbliche, luoghi di lavoro e spazi comuni
liberi dal fumo, secondo l'ottica propugnata dall'OMS della creazione
di contesti ambientali (settings) favorevoli a scelte di salute
(scuole, uffici, fabbriche, ospedali, "Citta' Sane" senza fumo).
Interventi rivolti alla scuola
Una consistente parte dei giovani del nostro Paese comincia a fumare
ad una eta' compresa tra gli 11 e i 15 anni. Cio' richiede,
nell'ambito piu' complessivo della programmazione degli interventi
di educazione alla salute, la realizzazione di specifici programmi di
prevenzione del fumo nella scuola dell'obbligo, in accordo con quanto
previsto dal Protocollo d'intesa tra l'Assessorato alla Sanita',
l'Assessorato alle Politiche sociali, educative e familiari, Qualita'
urbana, Immigrazione, Aiuti internazionali, la Sovrintendenza
Scolastica e i Provveditorati agli Studi della regione
Emilia-Romagna, sottoscritto nel giugno 1998. In particolare si
individuano le seguenti azioni:
- corsi di aggiornamento-formazione per i docenti sulle metodologie
di interventi di prevenzione sul fumo di tabacco e sulla funzione che
essi possono svolgere per aiutare i ragazzi nella scelta a favore del
"non fumo" e per la promozione della salute;
- adozione di adeguato materiale didattico; a tale proposito occorre
sottolineare come si siano rivelati controproducenti gli interventi
di contenuto "moralistico-terroristico" basati essenzialmente sulla
enfatizzazione dei danni da fumo. E' stata dimostrata invece
l'efficacia di programmi che, oltre a fornire corrette informazioni
sulle conseguenze del fumo sulla salute, aiutino i ragazzi a
comprendere quei meccanismi psicologici e comportamentali che
agiscono come "pressione sociale" nell'intraprendere l'abitudine al
fumo (l'esempio dei coetanei, i modelli familiari, i media);
- realizzazione di programmi per la prevenzione del fumo organici al
curriculum educativo, promuovendo la partecipazione dei ragazzi ad
attivita' di educazione tra pari (peer education) e coinvolgendo la
comunita' circostante con eventi "scuole aperte" (mostre, dibattiti,
convegni, concorsi a premi, spettacoli ed eventi collegati alle
manifestazioni celebrative della Giornata Mondiale Senza Tabacco);
- integrazione degli aspetti educativi con quelli normativi per un
approccio consapevole al rispetto del divieto di fumo all'interno
delle scuole e nei cortili;
- coinvolgimento del personale ausiliario alla realizzazione dei
messaggi educativi proposti dall'iniziativa;
- coinvolgimento dei genitori per richiamare la loro attenzione
sull'influenza che i modelli familiari esercitano sui ragazzi e
sensibilizzarli ad aiutare i figli a scegliere di non fumare;
- collaborazione da parte di associazioni di volontari ex e non
fumatori ad incontri e gruppi di lavoro.
Strumenti di supporto alla disassuefazione
Interventi di primo livello
I medici di medicina generale, che rappresentano il principale legame
tra la popolazione e il sistema sanitario, si trovano in una
posizione privilegiata per condurre interventi finalizzati a
contrastare l'abitudine al fumo. Possono, infatti, raggiungere tutta
la popolazione assistita con messaggi personalizzati e fornire un
supporto continuato nel tempo al fumatore che prova a smettere. Da
un'indagine della Lega italiana per la lotta contro i tumori risulta
che i 3/4 dei fumatori vorrebbero smettere, se aiutati. Si stima che
nel nostro Paese, se i medici di famiglia fornissero ai loro
pazienti, in modo continuativo, consigli finalizzati alla cessazione
del fumo, almeno 10 milioni di persone potrebbero essere raggiunte
ogni anno. Intervenendo anche con un semplice, conciso avvertimento
si potrebbe ottenere annualmente un 5% di successi stabili, che
sarebbe comunque un risultato di grande rilievo rapportato su scala
nazionale. L'efficacia dell'azione del medico di medicina generale
puo' ulteriormente salire aggiungendo qualcosa di piu' al semplice
avvertimento, tipo:
- un messaggio piu' energico
- un accordo esplicito reciproco
- questionari di autovalutazione
- esami funzionali
- un opuscolo di self-help
- terapia sostitutiva con nicotina
- follow-up
- un intervento strutturato di counseling.
I successi sono ancora piu' consistenti quando gli assistiti sono
portatori di malattie polmonari, cardiavascolari o in caso di
gravidanza. A tale proposito va sottolineato l'importante ruolo che i
medici specialisti devono svolgere, esortando i pazienti fumatori a
smettere, nella gestione di problematiche fumo-correlate riferibili
alle proprie aree d'intervento (pneumologia, cardiologia, ostetricia
e ginecologia, odontoiatria, ecc.).
Gli infermieri professionali rivestono un ruolo educativo di
fondamentale importanza per favorire l'adozione di uno stile di vita
libero dal fumo nella popolazione assistita. A tale fine i programmi
di counseling prevedono le seguenti azioni:
- creare un ambiente senza fumo, promuovendo il rispetto del divieto
previsto dalla normativa vigente
- dare informazioni sui danni da fumo ed i benefici dello smettere,
invitando i pazienti a prendere la decisione di abbandonare il fumo
- concordare con il paziente una data precisa per smettere di fumare
- dare consigli pratici e distribuire valido materiale informativo
- dare sostegno ed effettuare, quando possibile, il follow-up.
Per una idonea integrazione tra gli aspetti educativi e quelli
normativi, finalizzati ad ottenere comportamenti rispettosi del
divieto di fumo nelle strutture sanitarie, l'infermiere professionale
(caposala o ruolo equivalente) viene individuato anche come la figura
professionale piu' adeguata a svolgere le funzioni di "agente
accertatore" previste dalla legislazione vigente in merito.
I farmacisti, che hanno opportunita' di vasto contatto con la
popolazione assistita, costituiscono una notevole risorsa educativa
nel diffondere materiale informativo e consigli personalizzati sui
metodi per smettere di fumare e sulle idonee modalita' d'impiego dei
prodotti farmaceutici utilizzabili allo scopo.
Interventi di secondo livello
Le aziende sanitarie attiveranno, presso uno o piu' Servizi
specialistici competenti per il tabagismo e problematiche
fumo-correlate (SERT, Unita' di Pneumologia, ecc.) apposite
articolazioni funzionali denominate "Centri Antifumo", per lo
svolgimento di corsi intensivi per smettere di fumare e di altri
programmi terapeutici individuali o di gruppo adeguati alla
specificita' della dipendenza da nicotina. Per quanto attiene ai
SERT, l'individuazione delle unita' operative avverra' nell'ambito
della programmazione locale dei Dipartimenti per le Dipendenze
patologiche in base alle competenze previste dalla delibera di Giunta
regionale 7/3/1995, n. 722.
L'equipe degli operatori del Centro Antifumo:
- ha carattere multidisciplinare, essendo costituito da almeno un
medico, uno psicologo, un infermiere professionale e potendosi
avvalere della collaborazione di un terapista della riabilitazione e
di un dietista;
- opera su di un bacino di utenza corrispondente a quello di una
Azienda USL o, comunque, ad uno o piu' Distretti della stessa;
- svolge compiti di diagnosi, trattamento e riabilitazione
finalizzati alla cessazione dell'abitudine al fumo adottando
metodiche di tipo medico, farmacologico e psicologico e favorendo il
mutuo-auto aiuto;
- opera in costante collegamento con i medici di medicina generale e
i Servizi specialistici territoriali e ospedalieri per la gestione
integrata del paziente affetto da tabagismo e con gli Istituti
universitari per quanto concerne la ricerca scientifica ed
epidemiologica e la formazione;
- collabora con i Servizi sanitari aziendali e le Istituzioni
pubbliche o private che hanno competenze in tema di promozione e
protezione della salute nell'attuare programmi di informazione ed
educazione sul tabagismo e problemi fumo-correlati;
- svolge interventi di consulenza, formazione e supervisione ai
soggetti che operano nel campo del tabagismo, sia del settore
pubblico che del privato sociale o del volontariato.
Gli Osservatori epidemiologici provinciali sulle tossicodipendenze,
svolgono compiti di raccolta dati relativi al fenomeno tabagismo, al
monitoraggio dei programmi di disassuefazione e di supporto ai
Dipartimenti di prevenzione per la sorveglianza epidemiologica degli
effetti del fumo sulla salute.
Integrazione con il Sistema dei Servizi
Per la realizzazione delle iniziative previste dal Progetto andra'
ricercata da parte delle Aziende Unita' sanitarie locali, la piu'
ampia collaborazione a livello provinciale, anche attraverso idonei
protocolli d'intesa, tra le Aziende Ospedaliere, gli Istituti
universitari, gli Enti locali, la scuola, il volontariato sociale e
le Istituzioni pubbliche o private gia' operanti sul territorio in
tema di prevenzione del tabagismo, come la Lega italiana per la lotta
contro i tumori, la Federazione italiana contro la tubercolosi e le
malattie respiratorie sociali, l'Associazione italiana pneumologi
ospedalieri, la Societa' italiana di medicina generale, la Chiesa
Avventista, l'Istituto oncologico romagnolo ed altre, in un'ottica di
sinergia e di modello di lavoro integrato all'interno del Sistema dei
Servizi.
Articolazione del Progetto
Il progetto e' articolato in cinque sottoprogetti:
Sottoprogetto n. 1: Prevenzione dell'abitudine al fumo tra gli
studenti della scuola dell'obbligo;
Sottoprogetto n. 2: Prevenzione dell'abitudine al fumo tra la
popolazione generale per intervento dei medici di medicina generale;
Sottoprogetto n. 3: Corsi intensivi per smettere di fumare;
Sottoprogetto n. 4: Ospedali e Servizi sanitari senza fumo;
Sottoprogetto n. 5: Luoghi di lavoro liberi dal fumo.
Per ciascun sottoprogetto sono previsti obiettivi specifici e azioni.
Sottoprogetto n. 1 - Prevenzione dell'abitudine al fumo tra gli
studenti della scuola dell'obbligo
OBIETTIVI:
- ottenere il rispetto del divieto di fumo nelle strutture
scolastiche, compresi i cortili;
- attivare nelle scuola dell'obbligo, previo opportune intese con i
Provveditorati agli Studi, programmi didattici idonei alla
prevenzione del fumo in particolare e piu' in generale alle diverse
forme di disagio giovanile;
- sviluppare attivita' educative in collaborazione con volontari ex o
non fumatori;
- realizzare, in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco,
eventi "Scuole Senza Fumo" (mostre, spettacoli, giochi, concorsi a
premi, ecc.) tesi a coinvolgere i giovani e la popolazione adulta sul
tema della scelta a favore del "non fumo".
AZIONI:
- indagini campionarie per verificare l'effettivo rispetto del
divieto di fumo negli ambienti scolastici;
- rilevazioni dell'abitudine al fumo tra il personale scolastico e
tra gli alunni;
- sensibilizzazione degli insegnanti sulla funzione che essi possono
svolgere per aiutare i ragazzi nella scelta a favore del "non fumo" e
per la promozione della salute;
- realizzazione di programmi didattici tesi a favorire nei ragazzi
scelte consapevoli per resistere alle pressioni sociali esercitate
dal gruppo dei coetanei, dai modelli familiari e dai media;
- coinvolgimento del personale ausiliario alla realizzazione dei
messaggi educativi proposti dall'iniziativa;
- coinvolgimento dei genitori a un ruolo educativo chiaro e
responsabile contro il fumo;
- collaborazione da parte di volontari ex e non fumatori ad incontri
e gruppi di lavoro;
- valutazione in rete dell'andamento dell'abitudine al fumo tra il
personale scolastico e tra gli alunni.
Sottoprogetto n. 2 - Prevenzione dell'abitudine al fumo tra la
popolazione generale per intervento dei medici di medicina generale
(MMG)
OBIETTIVI:
- realizzare negli studi medici condizioni atte a sensibilizzare i
pazienti sui danni da fumo e sui benefici dello smettere;
- promuovere da parte dei MMG l'attivita' di informazione-educazione
alla salute finalizzata alla riduzione dell'abitudine tabagica fra i
propri assistiti, con particolare riguardo ai giovani e alle donne in
gravidanza;
- ottenere informazioni di carattere epidemiologico sulla tipologia
dei fumatori e la diffusione della abitudine al fumo a livello
territoriale;
- promuovere tra i MMG la pratica del counseling anti-fumo;
- promuovere una metodologia di approccio clinico integrato al
paziente affetto da tabagismo nel raccordo tra le competenze dei MMG
e quelle del livello specialistico.
AZIONI:
- indagini conoscitive sulle abitudini al fumo tra i MMG e tra la
popolazione assistita;
- iniziative "Studi medici senza fumo": rispetto del divieto di fumo
e disponibilita' di adeguato materiale informativo-educativo nelle
sale d'attesa degli studi medici; informazione personalizzata, da
parte dei MMG, sui rischi del fumo e sui metodi per smettere di
fumare nei confronti di tutti i pazienti fumatori;
- aggiornamento dei MMG all'attivita' di informazione-educazione
rivolta ai pazienti fumatori; formazione dei MMG al counseling
anti-fumo;
- dotazione di adeguato materiale informativo ed educativo di
supporto (guide al counseling anti-fumo, opuscoli di self-help da
consegnare ai pazienti); 6415 campagne pubblicitarie volte a favorire
il ricorso al proprio medico di famiglia per essere aiutati a
smetterere di fumare;
- valutazione di efficacia, in rete, degli interventi di
informazione-educazione e di counseling anti-fumo svolti dai MMG;
- definizione, in collaborazione con i Servizi specialistici
competenti per il tabagismo (SERT, Unita' di Pneumologia, ecc.) di
protocolli e procedure organizzative per la gestione integrata di
pazienti affetti da tabagismo e per l'invio ai corsi intensivi per
smettere di fumare;
- collaborazione scientifica e organizzativa con la Societa' italiana
di Medicina generale a livello nazionale e locale;
- coinvolgimento, a livello aziendale, dei medici "Animatori di
Formazione" in funzione di coordinatori-promotori delle varie azioni
previste dal Sottoprogetto n. 2.
Sottoprogetto n. 3 - Corsi intensivi per smettere di fumare
OBIETTIVI:
- attivare presso i Servizi specialistici aziendali competenti per
il tabagismo (SERT, Unita' di Pneumologia, ecc.) i "Centri Antifumo"
per lo svolgimento di corsi intensivi per smettere di fumare e di
altri programmi terapeutici individuali o di gruppo adeguati alla
specificita' della dipendenza da nicotina;
- promuovere, da parte dei Servizi presso i quali sono collocati i
Centri Antifumo, l'attivita' di consulenza, formazione e supervisione
nei confronti di operatori del pubblico o del privato sociale che
svolgono programmi per il controllo del tabagismo e intendano
organizzare corsi intensivi per smettere di fumare;
- ricercare la collaborazione con la Lega italiana per la lotta
contro i tumori ed altre istituzioni e servizi pubblici o del
volontariato sociale che svolgano programmi di disassuefazione dal
fumo di comprovato successo;
- sviluppare una metodologia di lavoro integrata tra i gli operatori
che svolgono i corsi intensivi per smettere di fumare e coloro che
praticano il counseling antifumo;
- promuovere il mutuo-auto aiuto finalizzato alla disassuefazione dal
tabagismo.
AZIONI:
- aggiornamento-formazione degli operatori dei "Centri Antifumo"
sulle problematiche diagnostico-terapeutiche del paziente tabagista e
sulla conduzione di corsi intensivi per smettere di fumare;
- protocolli e procedure organizzative, tra i Servizi specialistici
competenti, per la gestione integrata dei pazienti tabagisti e il
loro invio ai corsi intensivi per smettere di fumare;
- campagne pubblicitarie, in collaborazione con la Lega italiana per
la lotta contro i tumori ed altre istituzioni che operano nel settore
della lotta al tabagismo, per favorire la cessazione del fumo ed il
reclutamento di pazienti per i corsi intensivi per smettere di
fumare;
- promozione del volontariato per gli ex fumatori e loro
collaborazione attiva ai programmi di disassuefazione;
- valutazione di efficacia, in rete, dei programmi di
disassuefazione.
Sottoprogetto n. 4 - Ospedali e Servizi sanitari senza fumo
OBIETTIVI:
- rendere operativa la normativa anti-fumo negli ospedali e nei
Servizi sanitari;
- sensibilizzare il personale sanitario affinche' si proponga come
esempio di non fumatore;
- realizzare negli ospedali e nei Servizi sanitari condizioni atte a
favorire uno stile di vita libero dal fumo;
- sensibilizzare i pazienti sui danni da fumo e sui benefici dello
smettere;
- integrare gli aspetti normativi inerenti il divieto di fumo con
quelli educativi e di promozione della salute;
- promuovere la pratica del counseling, da parte del personale
sanitario nei confronti dei pazienti fumatori, con particolare
riguardo ai giovani e alle donne in gravidanza;
- promuovere un modello di lavoro integrato con i medici di medicina
generale e gli altri Servizi specialistici competenti (SERT, Unita'
di Pneumologia, ecc.) per l'invio e la gestione comune del paziente
tabagista.
AZIONI:
- affissione di apposita segnaletica per il rispetto del divieto di
fumo e disponibilita' di idoneo materiale informativo-educativo nelle
sale d'attesa (posters, pieghevoli, opuscoli di self-help);
- indagini conoscitive sulle abitudini al fumo tra il personale
sanitario;
- sensibilizzazione dei primari, o dirigenti sanitari, affinche'
vigilino sul rispetto del divieto di fumo e promuovano le
complementari azioni di carattere educativo nelle strutture di loro
competenza;
- formazione del personale infermieristico addetto alle funzioni di
"agente accertatore" per un'idonea integrazione dei compiti
sanzionatori ed educativi;
- attivazione, in collaborazione con servizi aziendali presso cui
sono collocati i Centri Antifumo, di programmi terapeutici
individuali e/o di gruppo per favorire la cessazione del fumo tra il
personale sanitario e tra i pazienti assistiti;
- formazione del personale sanitario all'attivita' di counseling
anti-fumo;
- indagini campionarie per verificare il rispetto della normativa
anti-fumo;
- monitoraggio e valutazione, in rete, degli interventi di counseling
anti-fumo;
- protocolli e procedure organizzative in collaborazione con i SERT e
i medici di medicina generale per la gestione integrata del paziente
tabagista;
- produzione di informazioni scientifiche e divulgative relative
all'andamento della morbosita' e mortalita' fumo-correlate a livello
locale;
- collaborazione scientifica e organizzativa con l'Associazione
Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) ed altre associazioni medico-
scientifiche a livello nazionale e locale.
Sottoprogetto n. 5 - Luoghi di lavoro liberi dal fumo
OBIETTIVI:
- applicare la normativa antifumo a tutti i luoghi di lavoro al
chiuso, pubblici e privati, ricercando la collaborazione attiva dei
datori di lavoro e delle associazioni di categoria;
- realizzare nei luoghi di lavoro condizioni atte a sensibilizzare il
personale dipendente sui danni da fumo e sui benefici dello smettere,
con particolare riguardo ai rischi connessi all'interazione
fumo-sostanze inalanti (polveri, fumi, gas) presenti in ambiente
lavorativo;
- coinvolgere i medici competenti delle aziende lavorative e gli
operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza degli ambienti di
lavoro in programmi di prevenzione dell'abitudine al fumo nei luoghi
di lavoro;
- promuovere la collaborazione tra medici competenti, operatori dei
servizi di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro e medici
di medicina generale per l'invio ai Centri Antifumo aziendali di
pazienti interessati a smettere di fumare.
AZIONI:
- indagini campionarie sull'abitudine al fumo nei luoghi di lavoro,
con particolare riguardo a quelli a rischio inalatorio;
- dotazione nei luoghi di lavoro di idonea segnaletica per il
rispetto del divieto di fumo e di materiale informativo-educativo sui
rischi connessi al fumo e sull'interazione con altre sostanze
inalanti ambientali;
- aggiornamento-formazione dei medici competenti e degli operatori
dei Servizi di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro sulle
problematiche correlate al tabagismo al fine di realizzare interventi
di prevenzione dell'abitudine al fumo nei luoghi di lavoro;
- monitoraggio e valutazione, in rete, degli interventi.
Struttura organizzativa del progetto
L'ambito di applicazione locale del progetto e' quello provinciale.
Per realizzare un'efficace coordinamento degli interventi previsti
dal progetto ciascuna Azienda Unita' sanitaria locale, istituira', a
livello aziendale o interaziendale, ove siano presenti anche le
Aziende Ospedaliere o piu' Aziende sanitarie, in ambito provinciale,
un'apposita articolazione funzionale denominata "Gruppo Progetto
Provincia Senza Fumo". Il Gruppo Progetto sara' composto dai
referenti aziendali dei 5 Sottoprogetti e coordinato da uno dei
componenti, appositamente indicato dalla Direzione sanitaria. I
referenti saranno scelti tra le professionalita' dei Servizi
competenti in tema di prevenzione primaria, secondaria e terziaria
del tabagismo e dei problemi fumo-correlati: SERT (nell'ambito della
programmazione dei Dipartimenti per le Dipendenze patologiche),
Unita' di Pneumologia, Unita' operative per l'educazione e promozione
della salute, Settori per la salute e infanzia, Servizi di
prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, Igiene pubblica,
Medicina di base, Uffici addetti alla formazione ecc.
In considerazione della particolarita' dell'area bolognese nella
quale sono presenti quattro Aziende Unita' sanitarie locali, (Bologna
Citta', Bologna Nord, Bologna Sud, Imola), e' necessario prevedere un
coordinamento supplementare provinciale, composto dai coordinatori
dei Gruppi Progetto di ciascuna Azienda e presieduto da un componente
individuato d'intesa fra loro.
Compiti del "Gruppo Progetto Provincia Senza Fumo"
- fornire alla Direzione generale dell'Azienda/e gli elementi
necessari per l'applicazione, lo svolgimento e la valutazione del
Progetto a livello territoriale provinciale;
- coordinare le iniziative dei Servizi per favorire l'integrazione e
la complementarieta' delle azioni relative ai 5 Sottoprogetti;
- migliorare la competenza degli operatori socio-sanitari e la
qualita' degli interventi attraverso l'aggiornamento e la ricerca;
- curare i rapporti di collaborazione interistituzionale, nell'ambito
del Sistema dei Servizi, per l'uso integrato delle risorse;
- curare i rapporti con la Regione.
Coordinamento regionale
costituito dai referenti aziendali dei 5 Sottoprogetti. Ha compiti di
supporto tecnico in riferimento alle problematiche applicative
specifiche di ciascun Sottoprogetto, curando gli aspetti metodologici
e l'elaborazione di proposte formative, protocolli, guide, materiale
informativo-educativo validato che possa essere condiviso e adottato
su scala regionale. Il gruppo costituito dai coordinatori dei
progetti aziendali svolge compiti anche di supporto tecnico per gli
aspetti relativi alla programmazione, indirizzo, monitoraggio e
valutazione generale, garantendo uniformita' di intervento a livello
regionale e favorendo il confronto e il collegamento con analoghi
progetti nazionali o esteri.
Al Centro Antifumo della Azienda Unita' sanitaria locale di Ferrara,
che e' gia' operativo da alcuni anni, vengono attribuite funzioni di
Centro regionale di riferimento per la formazione degli operatori.La
direzione del Progetto e' affidata al Responsabile del Servizio per
le Politiche di accoglienza e l'integrazione sociale. Il
coordinamento complessivo del Progetto e' presso l'Ufficio
Tossicodipendenze che operera' in stretta collaborazione con il
Servizio Distretti sanitari e il Servizio Prevenzione collettiva.
Tempi e fasi di realizzazione
Obiettivi da realizzare entro il primo anno
Da parte della Regione: realizzazione di corsi di
aggiornamento-formazione per:
- "agenti accertatori" dell'Ente Regione e formatori di "agenti
accertatori" delle Aziende sanitarie incaricati di verbalizzare e
sanzionare le infrazioni al divieto di fumo;
- conduttori di corsi intensivi per smettere di fumare;
- formatori per i programmi di counseling antifumo medico e
infermieristico
- formatori per i programmi di prevenzione del fumo e delle diverse
forme di disagio giovanile nella scuola dell'obbligo.
Da parte delle Aziende sanitarie:
- costituzione del Gruppo Progetto "Provincia Senza Fumo";
- adozione del regolamento regionale tipo per l'applicazione della
normativa antifumo;
- attivazione dei "Centri Antifumo" presso i Servizi specialistici
aziendali competenti per il tabagismo e le problematiche
fumo-correlate (sert, Unita' di Pneumologia, ecc.);
- attivazione dei Corsi intensivi per smettere di fumare;
- realizzazione di programmi di formazione al counseling antifumo
medico e infermieristico;
- realizzazione, d'intesa con i Provveditorati, di corsi di
aggiornamento-formazione per i docenti impegnati nei programmi di
prevenzione del fumo e delle diverse forme di disagio giovanile nella
scuola dell'obbligo.
Da parte del Gruppo di lavoro regionale costituito dai referenti
aziendali dei 5 Sottoprogetti:
- coordinamento per gli aspetti tecnici, metodologici e applicativi
delle azioni programmate;
- coordinamento per gli aspetti relativi alla programmazione,
indirizzo, monitoraggio, e valutazione generale;
- elaborazione di documentazione di carattere informativo-educativo e
formativo (protocolli, guide, opuscoli) adottabile su scala
regionale, in relazione a:
- applicazione della normativa antifumo negli ospedali, Servizi
sanitari e luoghi di lavoro in genere;
- svolgimento dei corsi intensivi per smettere di fumare;
- realizzazione dei programmi di counseling antifumo medico e
infermieristico;
- attivazione dei programmi di prevenzione del fumo e delle diverse
forme di disagio giovanile nella scuola dell'obbligo.
ALLEGATO B
Linee guida per la stesura di un regolamento aziendale per
l'applicazione della normativa sul divieto di fumo
PREMESSA
La Legge 11 novembre 1975, n. 584, la recente direttiva del
Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 dicembre 1995, nonche'
il Piano sanitario nazionale e la proposta di Piano sanitario
regionale, laddove individua come settore di intervento la promozione
individuale di stili e comportamenti sani e di abitudini adeguate al
mantenimento della salute negli ambienti di vita e di lavoro,
richiedono che nell'ambito di un piu' complessivo "Progetto regionale
tabagismo" le Aziende Unita' sanitarie locali e Ospedaliere, qualora
non vi abbiano gia' provveduto, emanino un regolamento per
l'applicazione della normativa precedentemente citata in materia di
divieto di fumo.
Tale Regolamento deve ispirarsi ai seguenti indirizzi generali:
1. Locali nei quali si applica il divieto di fumo
Deve essere sancito il divieto di fumo in tutti i locali delle
Aziende sanitarie nelle quali la generalita' degli amministrati o
degli utenti accede senza formalita' e senza bisogno di particolari
permessi negli orari stabiliti, sulla base delle norme
comportamentali contenute nella Legge 11 novembre 1975, n. 584 e
nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 dicembre
1995.
Il divieto va applicato nella totalita' degli ambienti (corridoi di
accesso compresi) ove vengono rese prestazioni di carattere sanitario
e sociale siano esse di ricovero, cura, visite ambulatoriali,
rilascio di certificazioni, autorizzazioni e simili, siano essi di
proprieta' delle Aziende o comunque utilizzati ad altro titolo.
Vanno assimilati ai sopra descritti ambienti: sportelli o uffici
"aperti al pubblico", che svolgono cioe' la loro attivita' abituale a
diretto contatto con l'utente anche se trattasi di attivita' di
carattere non sanitario, nonche' ingressi, sale riunioni, corridoi,
atri, servizi igienico-sanitari, biblioteche, ascensori, scale di
disimpegno ed autoveicoli autorizzati dalle Aziende sanitarie per
trasporto collettivo di utenti.
Il divieto deve applicarsi altresi' ai luoghi di lavoro al chiuso
destinati alla permanenza di piu' persone, ancorche' non si tratti di
locali "aperti al pubblico", quando venga avanzata richiesta al
Responsabile della relativa struttura da parte di uno o piu'
lavoratori che svolgono la propria attivita' nel locale interessato.
Sara' cura delle Aziende dare diffusa informazione ai dipendenti
sulla possibilita' di avvalersi di tale diritto.
La segnaletica che si propone di adottare, la' dove non esista gia'
una cartellonistica contro il fumo, riprende il logo dell'OMS ed ha
un contenuto educativo superiore al "Vietato fumare" imposto dalla
legge (vedi modelli allegati).
2. Locali nei quali e' consentito fumare
Le Aziende sanitarie individuano specificamente i locali "aperti al
pubblico", nei quali e' consentita la deroga al divieto di fumare in
quanto dotati di idonei impianti di condizionamento e ventilazione ai
sensi degli artt. 3, 4 e 5 della Legge 584/75 e del DM Sanita' 18
maggio 1976.
3. Soggetti preposti al controllo dell'applicazione del divieto
I Responsabili dei Distretti, Presidi ospedalieri e Servizi
amministrativi delle Aziende incaricano con apposito atto, per
ciascuno stabile, i dirigenti delle strutture sanitarie o
amministrative preposti all'esercizio delle funzioni di cui all'art.
4, lettere a) e b) della direttiva PCM 14/12/1995 e precisamente:
1) individuare i dipendenti responsabili dell'accertamento
dell'infrazione e della verbalizzazione della sanzione
amministrativa, denominati "agenti accertatori";
2) dare disposizioni relativamente all'esposizione nei locali in cui
si applica il divieto di fumo degli appositi cartelli con
l'indicazione del divieto stesso, dei relativi riferimenti normativi,
delle sanzioni amministrative previste, nonche' del soggetto cui
spetta vigilare sull'osservanza del divieto e del nominativo del
soggetto preposto alle funzioni di "agente accertatore";
3) vigilare sull'osservanza del divieto.
I dirigenti preposti alle strutture sanitarie di cui sopra devono
rivestire qualifica funzionale di Primario o ruolo equivalente; i
dirigenti preposti alle strutture amministrative devono rivestire la
qualifica funzionale di Dirigente amministrativo; i dipendenti
individuati quali "agenti accertatori" devono rivestire qualifica
funzionale non inferiore al VII livello, o al VI in mancanza del VII,
(caposala, o ruolo equivalente, per le strutture sanitarie;
capufficio, o ruolo equivalente, per le strutture amministrative).
Gli "agenti accertatori", devono essere muniti di apposito tesserino
di riconoscimento e svolgere in particolare i seguenti compiti:
1) accertare l'infrazione, verbalizzare la sanzione amministrativa,
consegnare al trasgressore il bollettino di c/c postale per il
versamento della sanzione;
2) accertarsi che il trasgressore abbia trasmesso la ricevuta di c/c
attestante l'avvenuto versamento della sanzione alla Struttura dove
e' avvenuta l'infrazione entro il termine di 60 giorni dalla
contestazione immediata o, se questa non vi e' stata, dalla data
della notificazione degli estremi della violazione;
3) inoltrare rapporto completo di processo verbale e proposta di
ordinanza-ingiunzione al Sindaco, qualora non sia stato effettuato il
pagamento in misura ridotta, come disposto dalla Legge 24/11/1981, n.
689 e dalla L.R. 28/4/1984, n. 21.
I soggetti incaricati alle funzioni di cui sopra frequenteranno un
apposito corso perche' sia garantito lo svolgimento delle stesse.
A richiesta dell'accertatore, il contravventore e' tenuto ad esibire
un documento di riconoscimento.
Il verbale di accertamento deve contenere l'indicazione
dell'autorita' competente a ricevere eventuali scritti difensivi
nonche' il termine e le modalita' di pagamento in misura ridotta
della sanzione ai sensi dell'art. 16 della Legge 689/81.
Ogni verbale e' riprodotto in triplice copia: la prima da consegnare
al trasgressore, la seconda da allegare al rapporto completo di
processo verbale al Sindaco, nel caso di cui al comma 4, lettera c),
la terza da conservare presso la struttura di appartenenza.
Annualmente i dati in merito alle infrazioni contestate dovranno
essere fatti pervenire dai dirigenti preposti alle strutture
sanitarie o amministrative, di cui sopra, ai rispettivi Responsabili
di Distretto, Presidio ospedaliero o Servizio amministrativo. Costoro
li faranno pervenire al Direttore generale dell'Azienda sanitaria il
quale, a sua volta, li trasmettera' al Prefetto e, congiuntamente,
all'Assessore alla Sanita' e all'Assessore alle Politiche sociali,
educative e familiari, Qualita' urbana, Immigrazione, Aiuti
internazionali della Regione Emilia-Romagna.
4. Sanzioni amministrative e provvedimenti disciplinari
La sanzione prevista per l'infrazione del divieto di fumo e'
stabilita, come previsto dall'art. 7 della Legge 11/11/1975, nel
pagamento di una somma da Lire 4.000 a Lire 10.000. Ai sensi
dell'art. 16 della Legge 689/81 e' ammesso il pagamento in misura
ridotta, pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista
(Lire 3.350), entro 60 giorni dalla contestazione immediata o, se
questa non vi e' stata, dalla data di notificazione degli estremi
della violazione.
I soggetti preposti a vigilare sull'osservanza del divieto di fumo e
ad accertare le infrazioni, in caso di non ottemperanza, sono
passibili di sanzione amministrativa da Lire 20.000 a Lire 100.000,
ai sensi dell'art. 7, comma 2 della Legge 11/11/1975, n. 584.
5. Aspetti educazionali
I dirigenti delle strutture sanitarie incaricati alle funzioni
previste al paragrafo 3, punti 1), 2), 3) si faranno promotori di
iniziative volte a sensibilizzare il personale dipendente al ruolo di
modello-esempio di non fumatore nei confronti della popolazione
assistita.
Il corso per "agenti accertatori" di cui sopra prevedera' per il
personale delle strutture sanitarie l'acquisizione di conoscenze
relative al colloquio motivazionale con il paziente tabagista,
integrando gli aspetti strettamente sanzionatori con quelli
preventivi e educativi previsti dal ruolo sanitario. A tal fine sara'
predisposto anche apposito materiale informativo di supporto sui
danni da fumo e sui metodi per smettere di fumare.
I proventi derivanti dalle sanzioni amministrative introitati dalle
Aziende sanitarie ai sensi dell'art. 18 della L.R. 28/4/1984, n. 21
sono utilizzati dalle medesime per attivita' di promozione ed
educazione sanitaria intese a realizzare le finalita' previste dal
"Progetto regionale tabagismo".
Allegati modelli di documento-tipo relativi a:
1. Delibera aziendale concernente l'applicazione della normativa
antifumo.
2. Lettera di richiesta del dipendente per estendere il divieto di
fumo nel luogo in cui svolge la propria attivita' ai sensi dell'art.
1, comma 4 del Regolamento in oggetto.
3. Abilitazione all'esercizio dei compiti connessi
all'accertamento/verbalizzazione della sanzione amministrativa.
4. Processo verbale di accertamento di violazione amministrativa.
5. Rapporto completo di processo verbale al Sindaco.
6. Proposta di ordinanza-ingiunzione al Sindaco.
7. Lettera della Direzione sanitaria concernente l'uso della
modulistica e cartellonistica.
8. Nota informativa concernente i compiti degli "agenti accertatori".
9. Cartelli di divieto di due tipi: per affissione all'ingresso delle
strutture (cm. 48x68), per affissione all'interno (cm. 34x48).
MOD. 1
Azienda Unita' sanitaria locale di . . . . . . . . . . . .
(Azienda Ospedaliera di . . . . . . . . . . . . . . . . .)
Data:
Delibera n.:
Oggetto: Adempimenti attuativi della Legge 11 novembre 1975, n. 584,
concernente il divieto di fumo, in determinati locali dell'Azienda .
. . . . . . . . . . . . . . . . . .
IL DIRETTORE GENERALE
Vista la Legge 11 novembre 1975, n. 584 "Divieto di fumo in
determinati locali e su mezzi di trasporto pubblico";
vista la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 14
dicembre 1995, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 11 del
15/1/1996 "Divieto di fumo in determinati locali della pubblica
Amministrazione o dei gestori di servizi pubblici";
ritenuto anche di dover tutelare dal fumo cosiddetto passivo i
dipendenti di questa Azienda che svolgono la propria attivita' in
ambienti "non aperti al pubblico", ricercando all'interno delle varie
strutture organizzative forme e modalita' adeguate;
richiamata la Legge nazionale 24/11/1981, n. 689 e la L.R. 28/4/1984,
n. 21 per quanto attiene all'applicazione delle sanzioni
amministrative per i trasgressori;
su conforme proposta del Responsabile del Servizio Affari generali;
richiamate le disposizioni contenute nel DLgs 502/92, modificato con
DLgs 517/93 e della L.R. 19/94;
acquisito preventivamente il parere favorevole del Direttore
sanitario e del Direttore del Dipartimento di prevenzione coadiuvato
dal Direttore amministrativo il quale sul presente atto esprime, per
quanto di competenza, parere favorevole;
delibera:
1) di sancire il divieto di fumo in tutti i locali dei Distretti,
Servizi e Presidi dell'Azienda . . . . . . . . . . . . . sulla base
delle norme comportamentali concernenti il divieto di fumo contenuto
nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 14
dicembre 1995;
2) di interpretare l'art. 3 delle succitata Direttiva disponendo i
seguenti criteri disciplinari di attuazione:
- il divieto va applicato nella totalita' degli ambienti (corridoi di
accesso compresi), ove vengono rese prestazioni di carattere
sanitario e sociale siano esse di ricovero, cura, visite
ambulatoriali, rilascio di certificazioni, autorizzazioni e simili;
siano essi di proprieta' dell'Ente o comunque utilizzati ad altro
titolo;
- vanno assimilati ai sopradescritti ambienti gli sportelli o uffici
"aperti al pubblico", che svolgono cioe' la loro attivita' abituale a
diretto contatto con l'utente anche se trattasi di attivita' di
carattere non sanitario nonche' ingressi, sale riunioni, atri,
servizi igienico- sanitari, biblioteche, ascensori, scale di
disimpegno ed autoveicoli autorizzati dall'Azienda per trasporto
collettivo di utenti.
Il divieto si applica altresi' ai luoghi di lavoro al chiuso
destinati alla permanenza di piu' persone, ancorche' non si tratti di
locali "aperti al pubblico", quando venga avanzata richiesta al
Responsabile della relativa struttura da parte di uno o piu'
lavoratori che svolgono la propria attivita' nel locale
interessato;3) di disporre che, entro 30 giorni dalla data di
esecutivita' della presente deliberazione, i Responsabili dei
Distretti, Servizi amministrativi e Presidi ospedalieri dell'Azienda,
individuino con apposito atto, per ciascuno stabile, i nominativi
dei Responsabili della struttura sanitaria o amministrativa
incaricati all'esercizio delle funzioni di cui all'art. 4, lettera b)
della Direttiva e precisamente:
- vigilare sull'osservanza del divieto;
- individuare i soggetti responsabili dell'accertamento
dell'infrazione e della verbalizzazione della sanzione amministrativa
(vedasi fac-simile di verbalizzazione di accertamento allegato);
4) di prendere atto che i soggetti preposti a vigilare
sull'osservanza del divieto di fumo e ad accertare le infrazioni, in
caso di non ottemperanza, sono passibili di sanzione amministrativa
da Lire 20.000 a Lire 100.000, ai sensi dell'art. 7, comma 2 della
Legge 11/11/1975, n. 584;
5) di disporre ai sensi dell'art. 16 della Legge 689/81 che il
pagamento della sanzione di cui al punto precedente debba essere
effettuato nel termine di 60 giorni dalla notificazione
dell'ordinanza-ingiunzione, mediante versamento su c/c postale n. . .
. . . . . . . . intestato all'Azienda ovvero che il trasgressore
presenti scritti difensivi al Sindaco territorialmente competente
entro 30 giorni dalla notificazione del verbale di accertamento
dell'infrazione;
6) di stabilire che annualmente il Direttore generale trasmetta al
Prefetto e congiuntamente all'Assessore alla Sanita' e all'Assessore
alle Politiche sociali, educative e familiari, Qualita' urbana,
Immigrazione, Aiuti internazionali della Regione Emilia-Romagna, i
dati in merito alle infrazioni contestate che avra' ricevuto da ogni
Responsabile di Distretto, Servizio o Presidio dell'Azienda;
7) di trasmettere la presente deliberazione ai Sindaci dei Comuni che
costituiscono il territorio dell'Azienda . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . .
IL DIRETTORE GENERALE
Ai sensi e per gli effetti dell'art. 3, commi 4) e 7) del DLgs
502/92, modificato con DLgs 517/93, esprimono, per quanto di
competenza, parere favorevole:
IL DIRETTORE AMMINISTRATIVO IL DIRETTORE SANITARIO
IL SEGRETARIO VERBALIZZANTE
MOD. 2
LOGO AZIENDA
Al Dirigente responsabile
della struttura sanitaria o
amministrativa di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Oggetto: Legge 584/75 - Direttiva PCM 12/95 - Giusta delibera n. . .
. . . .
Il/La sottoscritto/a
dipendente di questa Azienda in qualita' di
presso
(Distretto, Presidio ospedaliero, Servizio amministrativo) chiede che
nel luogo in cui svolge la propria attivita' (specificare) . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . venga esteso il
divieto di fumare ai sensi della normativa citata all'oggetto.
. . . . . . . . . li', . . . . . . . . . . .
IL RICHIEDENTE
. . . . . . . . . . . . . . . .
MOD. 3
LOGO AZIENDA
Al signor . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Oggetto: Abilitazione all'esercizio dei compiti connessi
all'accertamento/verbalizzazione delle sanzioni amministrative in
applicazione Direttiva PCM 14/12/1995 sul "Divieto di fumo"
Si attesta che il sig.
nato a . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
il
qualifica
e' abilitato ad effettuare gli accertamenti e le altre attivita'
previste agli articoli 13, 14, 17 della Legge n. 689 del 24/11/1981
in ottemperanza del divieto di fumo nei locali del Servizio di . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
dell'Azienda . . . . . . . . . . . . . . . secondo quanto disposto
da: Legge 584/75, Direttiva PCM 14/12/1995, giusta delibera Azienda .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
IL DIRETTORE DEL DISTRETTO DI
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Mod. 4
LOGO AZIENDA
VIOLAZIONE AMMINISTRATIVA N. . . . . . .
(denominazione Distretto, Servizio amministrativo, Presidio
accertante)
PROCESSO VERBALE DI ACCERTAMENTO
DI ILLECITO AMMINISTRATIVO
L'anno . . . . . . il giorno . . . . . . . del mese di
alle ore . . . . . . . nei locali
siti in Via . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . n.
presso
il sottoscritto
qualifica ha accertato che
il sig. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . nato a
(prov. di . . . . . ) il . . . . . . . . . . residente a
in Via . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . n.
tel. n. . . . . . . . . . ha violato le disposizioni contenute nella
Legge 584/75 perche' . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . (breve ma precisa descrizione dei
fatti).
Il trasgressore ha chiesto che sia inserita nel processo verbale la
seguente dichiarazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
RELATA DI NOTIFICA
Il presente processo verbale viene notificato:
- mediante consegna a:
IL TRASGRESSORE IL VERBALIZZANTE
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
- mediante invio di copia a mezzo raccomandata a.r.
AVVERTENZA:
Ai sensi dell'art. 16 della Legge 689/81, e' ammesso il pagamento in
misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione
prevista entro 60 giorni dalla ratificazione degli estremi della
violazione che, pertanto, puo' essere definito effettuando il
versamento di Lire 3.350 sull'unito bollettino di c/c postale n. . .
. . . . intestato all'Azienda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . .
Una ricevuta di tale versamento dovra' essere trasmessa a mano o per
posta all'ufficio accertante, competente territorialmente (Distretto
sanitario, Presidio ospedaliero o Servizio amministrativo).
Contro l'accertamento della violazione e' ammessa la presentazione di
scritti difensivi, al Sindaco territorialmente competente, entro 30
giorni dalla notificazione del presente verbale (art. 18 della Legge
689/81).
In base alla normativa vigente, e' facolta' di colui al quale e'
stata contestata la violazione di ricorrere contro la stessa al
Giudice ordinario territorialmente competente, sia nel caso in cui
non abbia fatto ricorso amministrativo al Sindaco, sia qualora
quest'ultimo abbia emanato l'ordinanza-ingiunzione di pagamento della
sanzione.
MOD. 5
LOGO AZIENDA
Distretto di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Servizio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . , li' . . . . . . . .
Oggetto: Rapporto a carico di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Al sig. Sindaco del Comune di
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Ai sensi dell'art. 14 della L.R. 18/4/1984, n. 21, si comunica che,
al nominativo in oggetto, e' stato regolarmente notificato il
verbale n. . . . . . . del . . . . . . . . . . . . . . . di accertata
violazione della Legge 584/75 concernente il divieto di fumo, con
invito a definire il contesto in via amministrativa versando la somma
di Lire . . . . . . . . . . . . . . . (comprensiva delle spese di
notificazione).
A tutt'oggi, trascorsi i termini di legge, l'interessato non ha
provveduto al pagamento, ne' ha presentato scritti difensivi o
chiesto di essere ascoltato.
In allegato si trasmette:
- copia del verbale di accertamento
- proposta di ordinanza-ingiunzione.
Distinti saluti
L'AGENTE ACCERTATORE
MOD. 6
LOGO AZIENDA
. . . . . . . . li' . . . . . . . . .
Al sig. Sindaco del Comune di
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
PROPOSTA DI ORDINANZA-INGIUNZIONE
Visto il rapporto del
dal quale risulta che al sig.
e' stato regolarmente notificato il verbale n. . . . . . di accertata
violazione della Legge 584/75 concernente il divieto di fumo e che
contemporaneamente e' stato invitato a definire il contesto in via
amministrativa versando la somma di Lire . . . . . . . . ;
accertato che a tutt'oggi, trascorsi i termini di legge,
l'interessato non ha provveduto a versare la somma indicatagli;
visto l'articolo n. 18 della Legge 24/11/1981, n. 869 e gli articoli
n. 15 e n. 18 della L.R. 28/4/1984, n. 21 si propone di emettere
ordinanza- ingiunzione a carico del trasgressore.
Distinti saluti.
L'AGENTE ACCERTATORE
MOD. 7
LOGO AZIENDA
Prot. n. . . . . .
Ai Responsabili dei Distretti
dell'Azienda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
LL.SS.
Oggetto: Progetto "Provincia Senza Fumo". Sottoprogetto "Ospedali e
Servizi sanitari senza fumo". Applicazione normative delibera D.G. n.
. . . . . .
In applicazione della direttiva PCM 14/12/1995, giusta delibera del
D.G. . . . . . concernente il divieto di fumo nei locali dell'Azienda
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . si
inoltra:
A) cartelli con la dicitura "spegnete qui la vostra sigaretta
grazie|";
B) cartelli di divieto con la spazio per il nominativo dell'agente
accertatore;
C) fac-simili: C1) abilitazione all'esercizio di accertatore C2)
rapporto al Sindaco C3) proposta di ordinanza-ingiunzione;
D) blocchetti contenenti i verbali di accertamento;
E) bollettini di versamento;
F) nota informativa sui compiti dell'accertatore.
Il fac-simile di abilitazione all'esercizio dei compiti di
accertamento e verbalizzazione va compilato con i dati anagrafici
degli accertatori individuati dai Responsabili di struttura e a firma
del Direttore di Distretto.
Agli accertatori dovranno essere inoltrati assieme all'abilitazione
di cui sopra i documenti relativi ai punti C2), C3), D), E) e F).
Si specifica che i cartelli con la scritta "Spegnete qui la vostra
sigaretta grazie|" (48x68) vanno affissi agli ingressi delle
strutture sanitarie con sotto posizionato l'unico posacenere
(strutture con piu' ingressi uno per ogni ingresso).
I cartelli di divieto con lo spazio per il nominativo dell'agente
accertatore (34x48) vanno affissi all'interno, nelle zone
appositamente individuate dai Responsabili di struttura.
Per dette affissioni e' possibile contattare il Servizio Tecnico
territorialmente competente.
Si ricorda che i soggetti preposti a vigilare sull'osservanza del
divieto di fumo e ad accertare le infrazioni, in caso di non
ottemperanza, sono passibili di sanzione amministrativa da Lire
20.000 a Lire 100.000, ai sensi dell'art. 7, comma 2 della Legge
11/11/1975, n. 584.
Distinti saluti.
IL DIRETTORE SANITARIO
MOD. 8
LOGO AZIENDA
A tutti gli operatori abilitati alle funzioni di "Agente accertatore"
per l'osservanza del divieto di fumo nell'Azienda . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Oggetto: Direttiva PCM 14/12/1995. Giusta delibera 1153/97
concernente il divieto di fumo nei locali dell'Azienda . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Compiti
connessi all'accertamento/verbalizzazione della sanzione
amministrativa
Si richiama quanto disposto dalla delibera n. . . . . . sul divieto
di fumo nei locali dell'Azienda . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. Gli operatori abilitati a svolgere i compiti di cui all'oggetto
sono incaricati di:
- individuare i locali in cui si applica il divieto (tenendo conto
anche delle eventuali richieste del personale di estendere il divieto
ai luoghi di lavoro non "aperti al pubblico");
- far esporre in posizione visibile i cartelli, e ad ogni ingresso
far collocare il posacenere al di sotto dei cartelli di divieto
riportanti la scritta "Spegnete qui la vostra sigaretta grazie|"
prendendo eventualmente contatto con il Servizio Tecnico aziendale
territorialmente competente;
- valutare annualmente la manutenzione dei cartelli e dei posacenere;
- accertare l'infrazione, verbalizzare le sanzioni amministrative e
riferire al proprio Responsabile di struttura operativa, tenendo
separate le contestazioni immediate dalle successive notifiche al
fine del rapporto annuale da far pervenire alla Prefettura da parte
della Direzione generale dell'Azienda.
Per quanto riguarda l'ultimo punto verra' utilizzato l'apposito
blocchetto contenente i verbali di accertamento. Ogni verbale e'
riprodotto in triplice copia: la prima da consegnare al trasgressore,
la seconda da conservare presso la struttura di appartenenza ove e'
avvenuta l'infrazione, la terza da lasciare attaccata al blocchetto.
Il trasgressore e' tenuto ad effettuare il versamento di Lire 3.350
entro 60 giorni e a trasmettere una ricevuta del bollettino di c/c
postale alla Struttura ove e' avvenuta l'infrazione. Sara' compito
dei medesimi operatori, trascorsi i 60 giorni, di accertarsi
dell'avvenuto invio della ricevuta di versamento e in caso contrario
inoltrare al Sindaco territorialmente competente i seguenti
documenti, ai sensi della Legge 24/11/1981, n. 689 e della L.R.
28/4/1984, n. 21:
a) rapporto completo di processo verbale di accertamento;
b) copia del verbale di accertamento;
c) proposta di ordinanza-ingiunzione.
A tale scopo dovranno essere utilizzati gli appositi moduli che si
inviano in allegato (Rapporto al Sindaco e Proposta di
ordinanza-ingiunzione) a cui va acclusa la seconda copia del verbale
di accertamento. Si ricorda che negli allegati bollettini di c/c
postale dovra' essere specificata nella causale di versamento la
seguente dicitura: "Legge 584/75 Violazione del divieto di fumare".
Si raccomanda di integrare gli aspetti strettamente normativi con
quelli informativo-educativi sensibilizzando i trasgressori ad
adottare comportamenti rispettosi nei riguardi dell'ambiente
sanitario in cui si trovano.
L'operatore incaricato alle funzioni di "agente accertatore", qualora
venga trasferito o per altri motivi si trovi nell'impossibilita' di
continuare il compito affidatogli, e' pregato di consegnare l'intera
documentazione al collega che lo sostituira'.
Distinti saluti.
IL DIRETTORE SANITARIO
APPENDICE STATISTICA DELL'ALLEGATO A
Dati statistici nazionali e regionali sul tabagismo
1. Fumo in Italia
I dati di seguito riportati sono tratti dalle indagini Multiscopo
realizzate con cadenza annuale dall'Istituto di Statistica (ISTAT)
1998. Le indagini hanno come popolazione di riferimento quella
residente in Italia e vengono svolte tramite intervista diretta a
tutti gli individui appartenenti alle famiglie che costituiscono il
campione. All'interno del campione sono state individuate tre classi
(fumatori, non fumatori ed ex fumatori) distinte per sesso, per
classi di eta' e numero di sigarette fumate.
I dati si riferiscono a:
- l'intero territorio nazionale;
- le regioni geografiche.
1.1 Fumatori
Prendendo in considerazione i dati riferiti al periodo 1980 al 1996,
mostrati in tabella n. 1, si evidenzia una sostanziale progressiva
riduzione del numero totale dei fumatori che passano dal 34,9% al
26,1%. Tale riduzione non ha seguito il medesimo andamento nei due
sessi. Mentre per i maschi si deve registrare un calo significativo e
progressivo (dal 54,3% sono passati al 34,9%), per le femmine la
quota di persone che consumano i prodotti del tabacco e' rimasta
sostanzialmente invariata nel tempo (dal 16,7% del 1980, si registra
nel 1996 il 17,9%).
L'ultima rilevazione effettuata, riferita all'anno 1996, riporta che
le persone di eta' superiore a 14 anni che dichiarano di fumare i
prodotti del tabacco ammontano a 12.819.000. Di questi, 8.275.000
risultano essere di sesso maschile, mentre i soggetti di sesso
femminile sono 4.544.000.
Considerando il dato espresso in percentuale rispetto alla
popolazione della nazione, i fumatori ammontano al 26,1% (34,9% i
maschi e 17,9% le femmine). I soggetti invece che dichiarano di non
aver mai fumato sono il 54,6% della popolazione e gli ex fumatori
rappresentano il 19,3%.Nell'ultimo anno rilevato si evidenzia un
leggero aumento della quota di persone (dai 14 anni e piu') che hanno
l'abitudine a fumare. Si puo' inoltre osservare che mentre per le
donne l'aumento e' stato in questi anni progressivo e graduale, per
gli uomini riguarda solo il 1996, con un'inversione di tendenza che
andra' verificata nei prossimi anni.
1.2 Non fumatori ed ex fumatori
Esaminando la classe dei non fumatori relativa all'anno 1996, che
rappresentano poco piu' della meta della popolazione nazionale,
risulta ancora essere nettamente prevalente il sesso femminile (69,9%
contro 38,2%).
Per quanto riguarda invece la quota degli ex fumatori, la percentuale
maggiore (26,9%) e' da attribuire agli uomini (circa 6.387.000
individui), mentre le donne che hanno deciso di abbandonare
l'abitudine fumatoria sono il 12,2%, In numeri reali le ex fumatrici
ammontano a 3.094.000.
Considerando la stesse classi durante il periodo 1980-1996, si
osserva che da un lato aumenta costantemente la percentuale di
soggetti, in particolare di sesso maschile, che smettono di fumare e
dall'altro, che diminuisce progressivamente il numero di persone che
non hanno mai fumato nella loro vita. In particolare gli ex fumatori
sono passati dal 5,5% nel 1980 al 19,3% nel 1996. Per quanto riguarda
invece i non fumatori la percentuale riscontrata nel 1980 e' di 59,6
contro il 54,6% del 1996.
Si puo' affermare pertanto che nel nostro Paese non e' tanto in
diminuzione la quota di persone che si avvicinano alla sigaretta
quanto e' in aumento il numero di persone che, dopo un periodo piu' o
meno lungo di abitudine fumatoria, smettono di fumare. Si sottolinea
ancora che la quota di persone che decidono di porre fine
all'abitudine fumatoria e' maggiormente rappresentata dal sesso
maschile.
1.3 Fumo e classi di eta'
In generale, l'abitudine al fumo e' presente in ogni classe di eta'
considerata (tabella n. 2). I dati mostrano che il numero di persone
che fumano aumenta con il progredire degli anni: sino a raggiungere
un picco nella classe di eta' dei 35-44 anni. Nel 1996 in questa
fascia di eta' si riscontra una percentuale totale di 36,3;
suddividendo la popolazione nei due sessi maschile e femminile, le
percentuali sono rispettivamente di 42,9 e di 29,7.
Nelle classi successive si assiste ad una graduale diminuzione in
entrambi i sessi che porta ad avere nella classe tra i 65 e i 74 anni
una percentuale totale di fumatori di 14,4 ripartita come segue:
- 23,0% della popolazione maschile;
- 14,4% della popolazione femminile.
1.4 Quantita' di sigarette
I dati riportati si riferiscono al consumo di un prodotto specifico
del tabacco, la sigaretta che e' sicuramente la tipologia
maggiormente rappresentata.
A prescindere appunto dal tipo di prodotto utilizzato, anche il
numero delle sigarette fumate puo' fornire indicazioni sui possibili
danni provocati da fumo sull'organismo umano.
Come evidenziato ancora nella tabella n. 2 il 44,2% dei fumatori
consuma tra le 11 e le 20 sigarette al giorno, il 28,8% tra le 6 e le
10 sigarette, il 16% fuma meno di 5 sigarette al giorno e il 10,4%
dichiara di fumare oltre le 20.
1.5 Fumo nelle regioni italiane
Nella tabella n. 3 sono indicate le percentuali di fumatori ripartite
per regioni. La media dei fumatori nella nostra regione non si
discosta eccessivamente dalla media nazionale. Si rileva infatti il
26,7% di persone che fanno uso di tabacco a fronte di una media
nazionale del 26,1%.
Anche il numero di sigarette fumate ha valori vicini a quelli della
media nazionale. Uno scostamento maggiore lo si riscontra invece
sulle percentuali degli ex fumatori e dei non fumatori.
2. Fumo in Emilia-Romagna
I dai riportati sono stati tratti dall'indagine Multiscopo ISTAT
degli ultimi mesi del 1996 ampliati ad opera della Regione
Emilia-Romagna, Direzione generale Formazione professionale e del
Lavoro (La vita quotidiana in Emilia-Romagna. Risultati dell'indagine
multiscopo sulle famiglie del 1996, Servizio Relazioni con il
pubblico e Statistica 1998).
Sono state infatti intervistate oltre 2500 famiglie per un totale di
6600 persone, rendendo in tal modo l'indagine sufficientemente
significativa e permettendo anche una disaggregazione a livello
provinciale. Il campione utilizzato dall'ISTAT nell'indagine
nazionale a rappresentazione della situazione regionale e' stato
praticamente raddoppiato (1300 famiglie previste dal campione
nazionale a cui se ne sono aggiunte 1600).
2.1 Fumatori in Emilia-Romagna
I dati ISTAT nazionali, come gia' detto, hanno evidenziato un netto
calo del numero di fumatori negli ultimi 15 anni attribuibile
essenzialmente alla popolazione maschile che ha smesso di fumare.
Rimane invece piu' o meno invariata la percentuale delle fumatrici.
Come riportato in tabella n. 4 e gia' evidenziato al punto 1.5, gli
emiliani- romagnoli nel loro insieme non si discostano molto dalla
media nazionale (26,1%). La percentuale totale dei fumatori nella
nostra regione risulta essere di 26,3 (circa 907 mila persone).
All'interno tuttavia si riscontrano comportamenti differenziati tra
maschi e femmine rispetto alla media nazionale: i primi fumano un po'
meno (32,8% contro il 34,9%), mentre le seconde hanno valori piu'
alti (20,4% contro il 17,9%).
Rispetto alle classi d'eta' la tabella n. 5 mostra che, per entrambi
i sessi, la maggiore incidenza dei fumatori si trova nella classe che
va dai 35 ai 44 anni con il 38,9%.
Una differenziazione tra i due sessi ritorna nella classe tra i 18 e
19 anni dove si ha un 35% di fumatori a fronte di un 12% di
fumatrici.
La classe dei minorenni va considerata con piu' cautela in quanto
probabilmente sottostimata. Si puo' infatti presumere una certa
reticenza del giovanissimo a dichiararsi fumatore. Tale atteggiamento
spiegherebbe, almeno per i maschi, il forte salto alla classe
successiva. Infatti la percentuale dei maschi fumatori passa dal 15%
nella classe di 14-17 al 35% nella classe da 18-19.
Come precedentemente detto il campione "allargato" utilizzato dalla
Regione Emilia-Romagna nelle sue statistiche relative al fumo, ha
permesso di riportare anche la situazione a livello provinciale. In
tabella n. 6 sono mostrate le percentuali di fumatori, di ex fumatori
e di non fumatori delle nove province.
2.2 Fumo e titolo di studio
Come mostrato in tabella n. 7, correlando il numero delle persone che
fumano, unitamente alla quantita' di sigarette fumate, ed il loro
titolo di studio emerge che la percentuale maggiore di fumatori
(43,5%) consuma dalle 11 alle 20 sigarette. La maggior parte dei
laureati che fumano (34,9%) consumano dalle 6 alle 10 sigarette,
mentre tra i diplomati la percentuale piu' alta di fumatori (35,3%)
la si ritrova nel numero di sigarette compreso tra 11 e 20. Anche per
le persone che hanno conseguito la licenza media la maggior parte di
fumatori consuma tra le 11 e le 20 sigarette, rilevando tuttavia una
percentuale piu' alta rispetto alla categoria precedente (50,6%).
La stessa situazione si rileva anche in fumatori con licenza
elementare o nessun titolo con una percentuale del 42,3.
2.3 Fumo e condizione professionale
Mettendo invece in relazione l'abitudine al fumo con la condizione
professionale (tabella n. 8), per entrambi i sessi, la percentuale
piu' elevata di fumatori si riscontra tra le persone che sono in
cerca di nuova occupazione (50,3% per i maschi e 34,6% per le
femmine).
Per coloro invece che hanno un'occupazione, la categoria dove si
trova un'incidenza maggiore di fumatori si diversifica tra i sessi.
Infatti per i maschi fumatori, sono gli operai che raggiungono la
percentuale piu' alta (44,3%), mentre per le femmine sono ugualmente
rappresentate sia le lavoratrici in proprio (33,3%) sia le
impiegate/quadri (31,9%).
Osservando infine i dati del 1996, si nota anche che, per quanto
attiene l'attivita' "intellettuale-impiegatizia" la percentuale di
fumatori e' la stessa tra i maschi e le femmine.
(seguono Allegati)