REGIONE EMILIA-ROMAGNA - GIUNTA REGIONALE

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 25 gennaio 1999, n. 62

Protocollo d'intesa con la Confederazione Autonomie locali Emilia-Romagna (CALER) sulle tossicodipendenze

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                          
(omissis)  delibera:                                                            
1) di approvare lo schema di Protocollo d'intesa nel testo allegato             
alla presente deliberazione come parte integrante  e sostanziale;               
2) di delegare l'Assessore alle Politiche sociali, educative  e                 
familiari. Qualita' urbana. Immigrazione. Aiuti internazionali, alla            
sottoscrizione del Protocollo;                                                  
3) di pubblicare il presente provvedimento, per estratto, nel                   
Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna.                              
ALLEGATO                                                                        
Protocollo d'intesa tra Regione Emilia-Romagna e Confederazione                 
Autonomie locali Emilia-Romagna (CALER) sulle tossicodipendenze                 
La Regione Emilia-Romagna, rappresentata dall'Assessore alle                    
Politiche sociali, educative e  familiari - Qualita' urbana -                   
Immigrazione - Aiuti internazionali, Gianluca Borghi                            
la Confederazione Autonomie locali Emilia-Romagna (CALER),                      
rappresentata da . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .                
Premesso che:                                                                   
- la deliberazione della Giunta regionale 722/95 "Progetto regionale            
tossicodipendenze - Indirizzi programmatici e direttive                         
sull'organizzazione dei Servizi per le tossicodipendenze"(applicativa           
del DPR 309/90 e della L.R. 19/94) e le sue successive modificazioni            
delineano in forma organica e compiuta  indirizzi  programmatici,               
obiettivi, funzioni, compiti e organizzazione del sistema dei                   
servizi.  Successive norme attuative hanno ripreso alcuni degli                 
obiettivi previsti nella stessa deliberazione 722/95, fornendo linee            
di indirizzo su temi specifici di particolare rilievo quali la                  
"riduzione del danno" (delibera di Giunta 3830/95), la prevenzione              
primaria (delibera Giunta 655/97), la prevenzione dell'uso delle                
nuove droghe (delibera Giunta 206/97);                                          
- le attribuzioni degli Enti locali, previste dal DPR 309/90 e via              
via riprese nella normativa regionale non hanno finora avuto il                 
dovuto risalto in un documento organico che ne evidenzi il ruolo                
fondamentale in un settore in cui le competenze sociali confinano con           
quelle sanitarie  e raggiungono risultati efficaci solamente in                 
un'ottica di integrazione;                                                      
- occorre pertanto definire un modello operativo che evidenzi il                
ruolo del sociale nell'attivita' di prevenzione,  cura e                        
riabilitazione degli stati di dipendenza patologica che integri le              
linee di indirizzo emanate nei confronti dei SERT;                              
- la normativa vigente valorizza l'esigenza dei Comuni di                       
riappropriarsi delle politiche sociali, anche in ragione della Legge            
81/93 sull'elezione diretta  del Sindaco e del rapporto che si                  
instaura con i cittadini, rilevante nella definizione delle linee di            
indirizzo, nella programmazione e verifica degli interventi di                  
prevenzione primaria, degli interventi socio- assistenziali  e piu'             
in generale delle politiche sociali rivolte a queste fasce di utenza;           
- il DPR 309/90 individua al Titolo X le attribuzioni regionali,                
provinciali e locali ed i Servizi per le tossicodipendenze. In                  
particolare all'art. 114 vengono precisati i compiti di assistenza              
degli Enti locali che sono:                                                     
a) prevenzione della emarginazione e del disadattamento  sociale                
mediante la progettazione e la realizzazione in forma diretta o                 
indiretta di interventi programmati;                                            
b) rilevazione ed analisi anche in collaborazione con le autorita'              
scolastiche delle cause locali di disagio familiare e sociale che               
favoriscono il disadattamento dei giovani e la  dispersione                     
scolastica;                                                                     
c) reinserimento scolastico, lavorativo e sociale del                           
tossicodipendente;                                                              
- questi compiti sono peraltro coerenti con  quanto contenuto agli              
artt. 33 e 34 della L.R. 2/85 in cui si precisano alcune finalita'              
dell'assistenza  sociale all'infanzia, alle famiglie ed agli adulti             
quali:                                                                          
- assicurare aiuti alla famiglia che versi in difficolta' relazionali           
e materiali;                                                                    
- assicurare le condizioni materiali, familiari, affettive,                     
cognitive, relazionali e sociali per un armonico sviluppo psicofisico           
del bambino e dell'adolescente;                                                 
- assicurare le essenziali condizioni materiali di vita;                        
- contrastare e contribuire a rimuovere i processi di emarginazione;            
- favorire l'inserimento o il reinserimento lavorativo  anche in                
collaborazione con le strutture di formazione professionale ...                 
- occorre anche sottolineare che il DLgs 502/92 e successivamente la            
L.R. 19/94 hanno modificato in modo sostanziale il rapporto fra SSN             
ed Enti locali in materia di gestione dei servizi                               
socio-assistenziali, facendo decadere l'obbligatorieta' della                   
gestione associata in capo alle AUSL delle funzioni di competenza               
degli Enti locali, prevista agli artt. 3, 11 e 12 della L.R. 2/85 e             
che, pertanto, nel ridefinire le competenze e gli strumenti per                 
garantire l'integrazione fra interventi sanitari e interventi sociali           
occorrera' tener conto delle scelte gestionali operate dagli Enti               
locali;                                                                         
- occorre comunque considerare che il quadro legislativo di                     
riferimento potra' risultare ulteriormente modificato dalle                     
disposizioni attuative del DLgs 112/98 (la cosiddetta Bassanini) nel            
settore socio-sanitario, dalla riforma del welfare nazionale e                  
regionale, entrambe in corso di predisposizione legislativa, dal                
Piano sanitario nazionale, che prevede uno specifico progetto                   
obiettivo, dalla revisione della L.R. 19/94 e dall'entrata a regime             
della L.R. 34/98 sull'accreditamento  e che, alla luce di tali norme,           
potra' imporsi la necessita' di aggiornare il presente protocollo               
d'intesa.                                                                       
In un quadro normativo modificato la Regione Emilia-Romagna e la                
CALER:                                                                          
- ritengono necessario precisare le responsabilita', le competenze e            
gli strumenti in grado di garantire l'integrazione degli interventi             
sanitari e sociali indicata dalla L.R. 19/94 come uno degli obiettivi           
prioritari e condizione imprescindibile per l'efficacia degli                   
interventi nel campo delle dipendenze patologiche;                              
- si impegnano, avendo a riferimento le norme di riordino della                 
Autonomie locali e del sistema di welfare nazionale  e regionale, a             
costruire un sistema che, chiarendo le differenze fra competenze                
istituzionali e gestione degli interventi, consenta anche di                    
individuare, qualunque sia la forma di gestione dei servizi sociali             
prescelta in sede locale, modalita' di rapporto fra AUSL ed Enti                
locali che garantiscano unitarieta' di programmazione  e di indirizzi           
e integrazione operativa rispetto a una materia complessa, in cui               
competenze del Servizio sanitario e degli Enti locali sono                      
compresenti in buona parte della gamma degli interventi previsti                
dalla normativa nazionale e regionale;                                          
- ritengono inoltre che l'assunzione di responsabilita', sia a                  
livello regionale che locale, e la definizione delle sedi di                    
indirizzo e programmazione riferite in particolare a quell'insieme di           
interventi di prevenzione, cura e riabilitazione che richiedono                 
l'azione congiunta di Aziende Unita' sanitarie locali ed Enti locali,           
costituiscano i prerequisiti affinche' il sistema dei servizi                   
previsto al punto 2. e 2.2 dell'allegato alla deliberazione della               
Giunta 722/95 e successive modificazioni, possa  svolgere appieno i             
suoi compiti. In particolare il Gruppo tecnico consultivo regionale             
(GTCR) ed i Coordinamenti tecnici territoriali (CTT) (previsti dalla            
delibera 722/95) che vedono la partecipazione dei tecnici delle                 
Azienda Unita' sanitaria locale, rappresentanti degli Enti locali,              
del privato sociale e del volontariato, costituiscono uno strumento             
fondamentale  per garantire a livello regionale ed a livello locale,            
la realizzazione di risposte integrate ai cittadini in condizione di            
dipendenza, alle famiglie ed alle comunita' locali, all'interno di un           
quadro di riferimento complessivo che ne salvaguardi la coerenza con            
la programmazione regionale e locale. A livello locale il CTT                   
interviene nella fase di formazione dei piani territoriali con un               
ruolo di supporto tecnico alla programmazione e successivamente, in             
fase di attuazione dei piani, con un ruolo di coordinamento tecnico             
degli interventi previsti.                                                      
A livello regionale l'esercizio delle  funzioni programmatorie ha               
avuto nel corso degli anni uno sviluppo ampio ed articolato                     
coinvolgendo in maniera organica e continuativa i servizi per le                
tossicodipendenze. Occorre ora valorizzare il livello locale                    
attribuendo agli Enti locali il ruolo che loro compete e favorendo              
una forte sinergia fra questi e la stessa Regione, condizione                   
indispensabile  per un uso condiviso, corretto ed integrato delle               
risorse economiche ed umane disponibili.                                        
La Regione Emilia-Romagna con le deliberazioni della Giunta piu'                
sopra citate ha definito in forma molto dettagliata  le competenze              
dei SERT, ampliandone nel corso del tempo gli obiettivi e di                    
conseguenza individuando nuove tipologie di azioni e iniziative da              
intraprendere in relazione  al mutare del problema, particolarmente             
rapido in questo settore d'intervento.                                          
Gli Enti locali hanno via via assunto i compiti loro propri                     
impegnando risorse proprie o derivate da finanziamenti nazionali e/o            
regionali.                                                                      
In considerazione degli elementi sopra riportati la Regione                     
Emilia-Romagna si impegna a definire in un quadro organico le azioni            
da intraprendere e le iniziative da realizzare affinche' a livello              
locale si possano effettivamente  attivare, nell'ambito di una                  
programmazione condivisa fra Enti locali ed Aziende Unita' sanitarie            
locali, le sinergie necessarie per la realizzazione di compiti per i            
quali e' necessario il concorso di entrambe le componenti.                      
Tutto cio' premesso, la Regione Emilia-Romagna e la CALER:                      
- condividono e approvano il documento tecnico, che costituisce parte           
integrante della presente intesa, che precisa le competenze                     
istituzionali e definisce le azioni che ciascun soggetto deve mettere           
in campo per attuare una efficace politica nei confronti della                  
tossicodipendenza;                                                              
- si impegnano, ciascuno per la proprie competenze, a promuovere la             
condivisione e l'applicazione a livello locale del presento                     
protocollo d'intesa convenendo sulle seguenti indicazioni.                      
Gli indirizzi e la programmazione                                               
La normativa vigente consente di utilizzare a livello locale le sedi            
e le modalita' nel cui ambito Enti locali ed Aziende Unita' sanitarie           
locali possano esprimere in forma piena indirizzi e programmi                   
finalizzati alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno della                 
dipendenza.                                                                     
Lo stesso DPR 309/90, specificando le attribuzioni provinciali e                
locali, richiede l'impegno di volonta' integrate  senza le quali gli            
organismi tecnici previsti nell'ambito del sistema dei servizi non              
sarebbero in grado di operare.                                                  
Si individua nella Conferenza dei Sindaci o nella Consulta                      
provinciale la sede per la definizione degli indirizzi e dei                    
programmi che impegnino congiuntamente i Comuni e la Aziende Unita'             
sanitarie locali all'assunzione dei compiti previsti nel documento              
tecnico e nel Comitato di Distretto la sede in cui tali indirizzi               
vengono specificati relativamente  alle risorse da impegnare ed alle            
forme di collaborazione fra SERT e servizi sociali comunali.                    
Coerentemente con le scelte di gestione dei servizi sociali                     
effettuate dagli Enti locali, per gli accordi fra Comuni ed Aziende             
Unita' sanitarie locali si fara' riferimento agli strumenti previsti            
dalla normativa vigente (convenzione nel caso di gestione delegata              
dei servizi socio-assistenziali o di parte di essi, convenzione  nel            
caso di delega della materia specifica, protocollo di intesa ecc.).             
Se la Consulta provinciale/Conferenza dei Sindaci ed il Comitato di             
Distretto sono gli organismi deputati all'esercizio  delle funzioni             
programmatorie sanitarie e sociali, essi appaiono insufficienti a               
garantire la piena realizzazione di strategie condivise fra tutte le            
istituzioni a cui il DPR 309/90 attribuisce specifiche competenze in            
materia, in particolare Prefettura e Provveditorato agli Studi.                 
Inoltre il sistema dei servizi cosi' come si e' venuto sviluppando              
nella regione richiede il coinvolgimento degli Enti ausiliari e delle           
Associazioni di volontariato anche rispetto alle funzioni                       
programmatorie negli specifici ambiti territoriali.                             
Il coinvolgimento dei diversi soggetti titolari di funzioni nel                 
settore delle tossicodipendenze non richiede la costituzione di nuovi           
organismi; e' piu' opportuno invece utilizzare funzionalmente quelli            
previsti dalla normativa vigente.                                               
L'esecutivo della Conferenza dei Sindaci, integrato con la Provincia,           
la Prefettura ed il Provveditorato agli Studi, e' l'organismo che               
meglio puo' assumere la funzione di elaborazione dei piani                      
territoriali.                                                                   
Per l'ambito territoriale della provincia di Bologna, tale organismo            
puo' essere costituito dagli esecutivi delle Conferenze dei Sindaci             
delle Aziende Unita' sanitarie locali provinciali, oltreche' da                 
Provincia, Prefettura e Provveditorato agli Studi.                              
Il coordinamento puo' essere assunto o dalla Provincia o dal Sindaco            
di uno dei Comuni che presiedono i Comitati di Distretto.                       
La Regione e la CALER si impegnano ad approfondire nelle diverse sedi           
locali (ambito provinciale) i contenuti della presente intesa quale             
azione preliminare all'avvio della elaborazione dei piani                       
territoriali tra i soggetti istituzionali competenti in materia: Enti           
locali, Aziende Unita' sanitarie locali, Provveditorato, Prefettura,            
piani per cui e' da prevedere la consultazione obbligatoria degli               
Enti ausiliari e delle Associazioni di volontariato facenti parte del           
sistema dei servizi. I piani territoriali, di durata triennale,                 
dovranno definire le modalita' di attuazione coordinata ed integrata            
delle azioni di rispettiva competenza dei soggetti che aderiranno               
all'accordo e dovranno specificare:                                             
- gli obiettivi rilevanti da perseguire;                                        
- le deleghe alle Aziende Unita' sanitarie locali da parte dei Comuni           
o gli accordi o i protocolli da definire tra le parti;                          
- gli interventi di competenza di ciascun soggetto, il costo, i tempi           
di realizzazione, il finanziamento, le obbligazioni assunte dalle               
parti (anche in riferimento alle risorse che ciascun soggetto si                
impegna a destinare  ai singoli interventi), i rapporti che devono              
intercorrere tra i soggetti;                                                    
- le modalita' di coordinamento e di integrazione procedurale  e                
finanziaria.                                                                    
In questa fase il CTT interviene con un ruolo di supporto tecnico               
alle scelte di programmazione.                                                  
Si ritiene opportuno definire i piani territoriali attraverso lo                
strumento dell'accordo di programma.                                            
Gli accordi, che dovranno tenere conto della dimensione provinciale,            
in quanto propria della maggior parte delle Aziende Unita' sanitarie            
locali, dei Provveditorati e delle Prefetture potranno, a seconda               
delle specifiche situazioni locali, articolarsi per ambiti piu'                 
ristretti, generalmente distrettuali.                                           
Le competenze e le azioni                                                       
Nel documento tecnico vengono individuate le competenze degli Enti              
locali evidenziando due tipologie di interventi: una riconducibile in           
senso stretto alle funzioni socio-assistenziali  finalizzate ad                 
assicurare le essenziali condizioni di vita ed al recupero delle                
competenze scolastiche, lavorative  e di integrazione sociale e                 
quindi rivolte in modo diretto alle persone tossicodipendenti                   
(servizi  alla persona), l'altra riconducibile invece ai compiti                
propri degli Enti locali in materia di prevenzione primaria.                    
Questa differenziazione e' necessaria in quanto le due tipologie                
richiedono diverse strategie di programmazione e gestione degli                 
interventi.                                                                     
1. I servizi alla persona                                                       
I servizi alla persona fortemente connessi ai progetti personalizzati           
di cura e riabilitazione dovranno essere ricondotti al SERT quale               
punto unico di erogazione.                                                      
Enti locali ed Aziende Unita' sanitarie locali dovranno annualmente             
concordare l'entita' delle risorse da assegnare ai SERT per gli                 
interventi di natura economica e le procedure di accesso per i                  
servizi indicati nel documento tecnico.                                         
Rientrano tra i servizi alla persona anche gli interventi  rivolti a            
persone tossicodipendenti nell'ambito di progetti individuali                   
orientati alla riduzione del danno.                                             
Tali interventi, indicati piu' compiutamente al punto 2.b) del                  
documento tecnico, presentano caratteristiche di complessita'                   
maggiore sia per le caratteristiche delle persone cui si rivolgono              
che per la diversita' delle possibili forme di organizzazione                   
(strutture residenziali e semiresidenziali di accoglienza e Unita' di           
strada) e non possono essere effettuati se non in stretto raccordo              
con i SERT nell'ambito del sistema dei servizi.                                 
Tali interventi sono stati finora attivati con il prevalente concorso           
dei finanziamenti previsti dal DPR 309/90.                                      
Tenendo conto degli indirizzi assunti dagli Enti locali in sede di              
Conferenza dei Sindaci o Consulta provinciale o, per quanto riguarda            
in particolare le strutture di accoglienza, in sede di Comitato di              
Distretto, verificata attraverso il CTT la fattibilita' degli                   
interventi e il coordinamento della gestione, la Regione, a sostegno            
degli indirizzi assunti nella delibera di Giunta 3030/96 "Linee di              
intervento regionali sulla ôriduzione del danno' da uso di droga", si           
impegna a destinare una quota dei fondi disponibili all'attivazione             
ed al mantenimento di questi servizi.                                           
2. La prevenzione                                                               
Fra le azioni integrate previste al punto 2.3. del documento tecnico            
la prevenzione primaria costituisce il tema di piu' forte pertinenza            
degli Enti locali: il piu' significativo per ampiezza degli obiettivi           
ed il piu' complesso, sia per la molteplicita' degli interventi che             
richiede, sia perche' la loro efficacia dipende in larga misura dalla           
capacita' di comprendere in una visione unitaria interventi di natura           
diversa collegati fra di loro.                                                  
Regione e CALER convengono sulla necessita' di avviare uno studio               
finalizzato allo sviluppo di politiche rivolte alla preadolescenza ed           
alla adolescenza che consentano di migliorare le condizioni                     
ambientali, relazionali ed educative nei diversi contesti di vita, di           
promuovere nuove opportunita' per facilitare i percorsi individuali e           
di gruppo di sviluppo delle identita' e delle autonomie, di                     
promuovere specifiche azioni positive nelle situazioni in cui sia               
piu' elevato il rischio di emarginazione e di disagio sociale.                  
A partire dalle molteplici e diversificate situazioni presenti nel              
territorio regionale e dalle esperienze maturate  dai Comuni occorre            
delineare quadri di riferimento e strategie complessive ed                      
individuare la azioni differenziate e coordinate che consentano di              
sviluppare linee progettuali condivise, utilizzabili in tutto il                
territorio regionale ed adattabili alle diverse situazioni                      
territoriali.                                                                   
La Regione si impegna ad avviare questo percorso anche attraverso il            
Servizio Politiche familiari, infanzia, adolescenza e l'apporto                 
integrato delle competenze dei diversi uffici e servizi regionali,              
degli Enti locali, delle Aziende Unita' sanitarie locali e degli                
esperti che si riterra' utile individuare.                                      
Le risorse per la prevenzione primaria vanno individuate  fra quelle            
attualmente gia' impiegate dai Comuni nei loro diversi ambiti di                
intervento: servizi sociali, tempo libero, cultura, formazione;                 
finanziamenti derivati dalla Legge 285/97, finanziamenti regionali ex           
L.R. 2/85 (in raccordo con i servizi per i minori); finanziamenti               
regionali ex DPR 309/90; risorse di personale dipendente della                  
Azienda Unita' sanitaria locale che concorre attraverso i propri                
servizi specialistici: SERT, Servizi o U.O. consultoriali e di                  
neuropsichiatria infantile,  alla realizzazione di progetti di                  
prevenzione e di educazione alla salute.                                        
L'uso integrato delle risorse richiede l'individuazione di una sede             
specifica per la progettazione tecnica degli interventi di                      
prevenzione primaria che possa funzionare da efficace supporto alle             
scelte degli Enti locali in materia di politiche giovanili (piani               
adolescenti e piani giovani).                                                   
Tali sedi, in capo agli Enti locali, dovrebbero vedere coinvolti                
Aziende Unita' sanitarie locali - Provveditorato - Volontariato -               
Privato sociale impegnato nella materia.                                        
La dimensione distrettuale si configura in generale come la piu'                
idonea per una funzione progettuale che possa coinvolgere gli attori            
reali degli interventi.                                                         
Compiti della Regione e finanziamento delle attivita'                           
La Regione, in riferimento alle priorita' dei piani territoriali ed             
in relazione alle risorse disponibili, approva i piani territoriali;            
assegna i finanziamenti, impegnandosi a concorrere con una quota                
parte dei fondi disponibili al mantenimento dei servizi finalizzati             
al raggiungimento degli obiettivi prioritari definiti dalle normative           
regionali; verifica il conseguimento degli obiettivi  programmatici;            
valuta l'efficacia degli interventi finanziati, riferita alle risorse           
impegnate ed ai risultati raggiunti.                                            
Fermo restando l'obiettivo prioritario della razionalizzazione  degli           
interventi da realizzarsi con l'uso integrato  delle risorse, la                
Regione, nell'assegnare i finanziamenti,  si impegna a:                         
- garantire una quota pari almeno al 40% delle risorse disponibili              
del Fondo nazionale di lotta alla droga (art. 127, DPR 309/90)                  
trasferito alla Regione a progetti  gestiti dagli Enti locali;                  
- destinare una quota del Fondo di cui all'art. 41, lettera c) della            
L.R. 2/85 al finanziamento di progetti  di intervento, anche                    
sperimentali, finalizzati al recupero dei tossicodipendenti, tramite            
inserimenti in strutture socio-assistenziali residenziali e                     
semiresidenziali  e tramite interventi di riduzione del danno, nelle            
aree urbane ove il problema si manifesta in forme piu' complesse ed             
evidenti.                                                                       
Compiti dei coordinamenti tecnici territoriali                                  
Il CTT assume il ruolo di coordinamento tecnico degli interventi                
previsti nei piani territoriali, ne definisce annualmente la                    
fattibilita', ne coordina la realizzazione e la integrazione                    
nell'ambito del Sistema dei servizi.                                            
Formazione del personale degli Enti locali                                      
Al fine dell'elaborazione e della gestione dei piani territoriali e             
di una piu' efficace sinergia fra Regione ed Enti locali, la Regione            
si impegna a mettere a disposizione le risorse per un percorso                  
formativo da progettare e realizzare in collaborazione con gli Enti             
locali, rivolto ai funzionari dei Comuni, delle Province e delle                
Comunita' Montane e con il coinvolgimento dei SERT, orientato in due            
diverse direzioni principali: una relativa all'approfondimento delle            
competenze  socio-assistenziali; l'altra relativa alle competenze               
piu' complesse necessarie per la progettazione di interventi di                 
prevenzione primaria (rilevazione dei bisogni e degli indicatori di             
rischio sociale, elaborazione di metodologie differenziate di                   
intervento, individuazione di indicatori di processo e di esito per             
la valutazione degli interventi). Comune ad entrambi i percorsi e' lo           
sviluppo di competenze relative all'integrazione operativa nel lavoro           
interistituzionale  ed interprofessionale ad alla gestione di                   
situazioni  complesse.                                                          
per REGIONE EMILIA-ROMAGNA  per LA CALER                                        
L'ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI                                              
Gianluca Borghi                                                                 
Bologna, . . . . . . . . . . . .                                                
Documento tecnico                                                               
1. I servizi per i tossicodipendenti                                            
Le attivita' di tutela e promozione della salute, di cura, recupero e           
riabilitazione degli stati di dipendenza patologica di competenza               
delle Aziende Unita' sanitarie locali sono attribuiti ai SERT. Ai               
costituiti Dipartimenti sono demandate invece le funzioni aziendali             
di programmazione, indirizzo e verifica.                                        
Il mandato terapeutico assegnato ai SERT si esplica nei confronti di            
chi accede volontariamente al servizio perche' in uno stato di                  
sofferenza derivante da una condizione di dipendenza, nei confronti             
dei soggetti inviati dalle autorita'  competenti ed anche attraverso            
azioni volte alla conoscenza ed alla ricerca dei soggetti in                    
condizioni di dipendenza patologica.                                            
La normativa vigente prevede una costante collaborazione  del SERT              
con altre istituzioni ed enti quali: il Provveditorato agli Studi, le           
Autorita' militari, il Servizio sanitario penitenziario, l'Autorita'            
giudiziaria ed i Prefetti per l'espletamento delle specifiche                   
funzioni nell'esecuzione delle rispettive competenze e funzioni.                
L'ampia bibliografia prodotta e l'esperienza di questi anni di lavoro           
hanno messo in evidenza come, alla base della condizione di                     
dipendenza patologica vi sia sempre un complesso intreccio di                   
fattori, sia individuali che sociali, che concorrono nel determinarne           
le cause.                                                                       
Analogamente, questo concetto di complessita'  deve essere alla base            
delle strategie di prevenzione, di contrasto alla diffusione del                
fenomeno, di comprensione del mercato, delle azioni tese al                     
contenimento del danno ed in particolare dei modelli e strumenti per            
costruire piani di trattamento individuali.                                     
L'ambito di intervento del SERT, come d'altra parte la stessa                   
presenza di profili professionali diversi evidenzia, prende in                  
considerazione la totalita' della persona nelle sue tre componenti di           
base e cioe' l'ambito biologico, mentale e relazionale. Da una                  
impostazione di questo tipo discendono piani di trattamento                     
articolati che comprendono al proprio interno competenze                        
professionali e relativi strumenti di carattere sanitario,                      
psicologico e sociale.                                                          
Altri aspetti caratterizzano tutti i programmi di trattamento e fra             
questi certamente e' da evidenziare l'unicita' di ciascun progetto              
che deve corrispondere esclusivamente  a quella persona per cui e'              
stato formulato.                                                                
Nello stesso tempo il trattamento deve essere contestuale  cioe'                
tenere conto della situazione soggettiva e relazionale della persona            
e dell'esperienza precedente, che non puo' essere tralasciata, ma che           
deve anzi accompagnare il soggetto dipendente nel suo percorso di               
emancipazione dalle sostanze.                                                   
Complessita', globalita', unicita' e temporalita' sono gli aspetti              
che debbono caratterizzare il lavoro con il soggetto                            
tossicodipendente e vengono a definire quale integrato e multimodale            
il piano di trattamento all'interno del quale non e' prevalente                 
un'area rispetto all'altra, bensi' vi e' una rilevanza transitoria di           
una delle professionalita' e relativo intervento sia esso medico,               
psicologico o sociale a seconda dei bisogni primari di quel periodo.            
2. Individuazione degli interventi                                              
All'interno dei SERT vengono erogate prestazioni ed interventi che              
afferiscono in modo chiaro e definito totalmente  al sanitario in               
quanto finalizzati alla cura dei soggetti in condizione di dipendenza           
patologica.                                                                     
Nell'ambito delle dipendenze patologiche gran parte degli interventi            
erogati rientra tuttavia nella categoria delle azioni integrate,                
finalizzate contemporaneamente ad obiettivi di natura sanitaria,                
sociale, educativa ed assistenziale  e necessarie a contrastare il              
condizionamento posto da stati patologici e prepatologici a rischio,            
sia fisici che psichici.                                                        
Tali interventi richiedono l'apporto di competenze ed istituzioni               
diverse, fatte salve le competenze economico-finanziarie dei diversi            
soggetti.                                                                       
2.1. Interventi sanitari                                                        
Sono interventi prettamente sanitari:                                           
1) attivita' di osservazione e diagnosi, definizione del progetto               
terapeutico, interventi di tutela della salute, compresi quelli                 
medico-farmacologici e di diagnostica strumentale;                              
2) interventi di sostegno psicologico e  psicoterapie (individuali,             
di gruppo, familiari);                                                          
3) interventi medico-farmacologici sulla tossicodipendenza e le                 
patologie correlate, comprese le terapie con farmaci sostitutivi e              
l'attivita' di consulenza per le degenze ospadaliere di                         
tossicodipendenti;                                                              
4) interventi di prevenzione e trattamento dell'infezione HIV nei               
tossicodipendenti e loro familiari e partners, compresa la consulenza           
e la collaborazione per l'assistenza  domiciliare ai                            
tossicodipendenti malati di AIDS;                                               
5) inserimento in strutture per tossicodipendenti autorizzate;                  
6) inserimenti lavorativi con finalita' di miglioramento della                  
qualita' della vita dell'utente, in presenza di gravi patologie                 
sanitarie psicofisiche;                                                         
7) interventi sanitari connessi a progetti di riduzione del danno;              
8) consulenze di operatori sanitari a progetti e attivita' di Enti              
pubblici ed ausiliari.                                                          
2.2. Interventi sociali                                                         
Sono interventi sociali quelli erogati dai servizi sociali a favore             
dei singoli o dei nuclei familiari quando sia compiuto il percorso              
terapeutico- riabilitativo.                                                     
Il SERT in questa fase svolge un'azione di testimone del trattamento            
eseguito ed ha una funzione di supporto e consulenza nei confronti              
del servizio sociale.                                                           
Dovranno essere evitati passaggi di competenze e forme di tutela che,           
anziche' favorire l'autonomia delle persone e delle famiglie,                   
inducano alla cronicizzazione ed  alla dipendenza dai servizi.                  
2.3. Azioni integrate                                                           
Si intendono per azioni integrate quelle rivolte a persone, a gruppi            
e organizzazioni, che, per la loro efficacia,  richiedono il concorso           
di competenze proprie del Servizio Sanitario nazionale e di                     
competenze proprie delle funzioni socio-assistenziali degli Enti                
locali.                                                                         
Tali azioni faranno riferimento a programmi e indirizzi  concordati             
tra Aziende Unita' sanitarie locali ed Enti locali ed a percorsi                
operativi coerenti con la forma di gestione dei servizi sociali                 
assunta dai Comuni (singola, associata nelle forme previste dalla               
Legge 142/90 e successive modificazioni, delegata alla Azienda Unita'           
sanitaria locale).                                                              
necessario differenziare fra azioni che concorrono a definire i                 
servizi alla persona per cui l'integrazione si attiva in relazione ad           
uno specifico progetto di cura e riabilitazione ed azioni rivolte a             
fasce di popolazione che, per loro natura, richiedono il concorso               
degli Enti locali e del Servizio Sanitario nazionale.                           
Appartengono a questa seconda tipologia di azioni gli interventi                
degli Enti locali mirati alla realizzazione di programmi e di                   
attivita' che favoriscano l'autonomia e le opportunita' di                      
realizzazione dei singoli e dei gruppi e contribuiscano a rimuovere             
gli ostacoli che limitano la fruizione di servizi sociali ed                    
educativi da parte dei soggetti piu' deboli (prevenzione primaria).             
Vi appartengono inoltre gli interventi di prevenzione secondaria e              
terziaria riconducibili al contesto teorico "riduzione del danno",              
che non siano di natura strettamente sanitaria e che siano rivolti a            
fasce di popolazione tossicodipendente.                                         
Questa differenziazione si rende necessaria in quanto le azioni                 
integrate afferenti all'una o all'altra tipologia richiedono                    
strategie gestionali e percorsi operativi diversi.                              
Nel primo caso occorre che le attivita', fortemente connesse al                 
progetto personalizzato di cura e riabilitazione,  siano ricondotte             
al SERT quale punto unico di erogazione, nel secondo caso forme e               
sedi di progettazione tecnica e di gestione degli interventi dovranno           
essere individuati sulla base di accordi da stipularsi fra le parti             
tenendo conto che gli interventi di prevenzione primaria dovranno               
trovare riferimento prioritario e privilegiato nei servizi degli Enti           
locali e gli interventi di "riduzione del danno" nel sistema dei                
servizi e nel CTT.                                                              
Sono azioni integrate:                                                          
 1) prevenzione primaria nella scuola, nei quartieri, nei gruppi                
formali ed informali ecc.;                                                      
 2) integrazione sociale anche in collaborazione con il volontariato            
e l'associazionismo (attivita' ricreative, culturali, del tempo                 
libero ecc.);                                                                   
 3) interventi di riduzione del danno;                                          
 4) interventi in carcere;                                                      
 5) inserimento scolastico e lavorativo (recupero dispersione                   
scolastica, formazione professionale ed inserimento  lavorativo);               
 6) inserimenti in strutture socio-assistenziali semiresidenziali  e            
residenziali;                                                                   
 7) assistenza sociale e tutela giuridica (domanda di invalidita',              
pratiche relative alla casa ecc.);                                              
 8) sussidi economici ad integrazione del reddito  individuale  o               
familiare;                                                                      
 9) mensa e trasporti;                                                          
10) assistenza domiciliare con finalita' di aiuto alla famiglia e di            
aiuto domestico.                                                                
L'importanza che assumono le azioni integrate nell'ambito  degli                
interventi rivolti alla prevenzione, cura e riabilitazione degli                
stati di dipendenza patologica,  rende necessaria nelle sedi                    
istituzionali di cui al punto "Gli indirizzi e la programmazione" la            
definizione di programmi che consentano strategie operative e                   
percorsi definiti per l'uso delle risorse disponibili e per l'accesso           
ai servizi.                                                                     
Di seguito si evidenziano gli interventi che richiedono una                     
particolare attenzione da parte dei soggetti istituzionali preposti             
(Enti locali ed Azienda Unita' sanitaria locale):                               
a) La prevenzione primaria                                                      
Gli obiettivi prioritari delle attivita' di prevenzione primaria, di            
competenza degli Enti locali, si possono cosi' sintetizzare:                    
- favorire lo sviluppo di condizioni educative, sociali ed ambientali           
che possano facilitare il prodursi di autonomie e l'assunzione di               
responsabilita' da parte degli adolescenti e dei giovani nei loro               
diversi contesti di vita;                                                       
- aumentare la responsabilita' e le competenze educative degli adulti           
che quotidianamente vivono a contatto con i giovani;                            
- promuovere specifiche azioni positive che tengano conto di                    
situazioni in cui sia piu' elevato il rischio di emarginazione e di             
disagio sociale, inteso come riduzione  delle opportunita' e delle              
possibilita' di scelta dei singoli e dei gruppi rispetto ai propri              
progetti di vita.                                                               
La natura di questi obiettivi e' di forte pertinenza degli Enti                 
locali a cui la normativa vigente (Legge 142/90, DPR 309/90, DPR                
502/92, Legge 285/97, L.R. 2/85, L.R. 21/96) attribuisce un ruolo di            
indirizzo, programmazione, coordinamento  e gestione delle politiche            
giovanili e degli interventi di prevenzione primaria a cui concorrono           
competenze  istituzionali diverse: scuola, formazione, servizi                  
sanitari.                                                                       
La complessita' della materia richiede indirizzi programmatici                  
aderenti alle specifiche situazioni territoriali e coerenti con le              
politiche di sviluppo del territorio che tengano conto delle                    
competenze e delle risorse attribuite dalla normativa nazionale e               
regionale ai diversi soggetti istituzionali.                                    
Occorre inoltre sottolineare che l'efficacia di queste attivita',               
rivolte sia ai giovani che agli adulti, dipende dalla definizione di            
obiettivi condivisi e da una progettualita' che, pur facendo capo ad            
Enti diversi (in particolare Enti locali ed Aziende Unita' sanitarie            
locali), preveda modalita' di coordinamento e comunicazione tali da             
consentire la effettiva messa in rete delle risorse e delle diverse             
competenze, istituzionali e professionali.                                      
Gli interventi di prevenzione primaria possono comprendere:                     
- progetti adolescenti e giovani che prevedano attivita' di                     
aggregazione rivolte anche ai gruppi naturali;                                  
- progetti integrati con enti, istituzioni ed associazioni  private             
che intervengono nell'area del disagio giovanile e delle dipendenze             
patologiche;                                                                    
- progetti integrati con istituzioni culturali, ricreative  e                   
sportive pubbliche e private che migliorino le potenzialita'                    
educative e le informazioni in tema d'uso e abuso delle sostanze;               
- progetti integrati con le agenzie di formazione e progetti                    
occupazionali mirati;                                                           
- informazione e consulenza nelle scuole;                                       
- formazione degli insegnanti;                                                  
- attivita' di formazione, informazione, consulenza e sostegno alle             
famiglie;                                                                       
- progetti ed iniziative specifiche rivolte alla  prevenzione  del              
consumo di nuove droghe.                                                        
I SERT, quali servizi specialistici, concorrono, unitamente agli                
altri servizi o unita' operative del Distretto, alla realizzazione di           
progetti di prevenzione e di educazione alla salute nell'ambito delle           
politiche definite dagli Enti locali e concordate con l'Azienda                 
Unita' sanitaria locale.                                                        
b) Interventi per la riduzione del danno                                        
Rientra in questo ambito un insieme di attivita' sanitarie  e                   
sociali, di competenza mista Enti locali ed  Aziende Unita' sanitarie           
locali, finalizzate a salvaguardare la salute ed a contrastare                  
l'emarginazione delle persone tossicodipendenti quando sia fallito o            
non sia praticabile un progetto di uscita dalla dipendenza. Tali                
attivita' sono orientate a prevenire le forme di deterioramento della           
salute e di emarginazione sociale dannose per la persona, la famiglia           
e la comunita'.                                                                 
Gli interventi di riduzione del danno comprendono servizi sanitari e            
sociali definiti "a bassa soglia" il cui obiettivo e' di raggiungere            
il maggior numero possibile di persone tossicodipendenti, accolte               
indipendentemente dalla loro decisione di accettare un programma                
finalizzato all'uscita dalla tossicodipendenza.                                 
In questi servizi gli obiettivi della cura e del prendersi cura,                
fortemente integrati, richiedono il concorso del Servizio Sanitario             
nazionale, degli Enti locali e del privato sociale integrato nel                
sistema dei servizi e quindi la definizione delle competenze                    
economiche rispetto ai progetti concordati.                                     
Accanto ai servizi di natura strettamente sanitaria assumono                    
fondamentale importanza servizi socio-assistenziali che consentano di           
garantire alle persone tossicodipendenti condizioni di vita                     
dignitose.                                                                      
Rientrano tra questi servizi, oltre a quelli indicati al punto e),              
strutture residenziali e semiresidenziali di accoglienza anche                  
temporanea.                                                                     
Un cenno particolare richiedono le Unita' di strada  in quanto                  
strumenti operativi per cui e' necessaria la massima integrazione fra           
operatori del SERT, degli Enti locali (educatori, animatori,                    
mediatori culturali ecc.) e del  privato sociale integrato nel                  
sistema dei servizi.                                                            
Le Unita' mobili dovranno essere utilizzate in  stretta integrazione            
con i SERT attraverso un impiego flessibile che consenta di                     
affrontare anche gli altri problemi di marginalita'  sociale legati             
alla tossicodipendenza, quali la prostituzione  e fasce specifiche di           
popolazione immigrata.                                                          
c) Interventi negli istituti di detenzione e pena                               
Sono di competenza mista Enti locali e Aziende Unita' sanitarie                 
locali.                                                                         
Il DPR 309/90 attribuisce ai detenuti con problemi di dipendenza                
patologica il diritto di ricevere le cure mediche e l'assistenza                
necessaria alla riabilitazione, assegnando in particolare ai SERT il            
compito di attivare progetti finalizzati  al recupero e                         
riabilitazione dei soggetti dipendenti  in stato di detenzione.                 
Contemporaneamente i Comuni hanno il compito  di promuovere attivita'           
di assistenza penitenziaria e post-penitenziaria come disposto dal              
DPR 616/77.                                                                     
In particolare tali compiti sono:                                               
- assistenza economica in favore di famiglie bisognose dei detenuti e           
delle vittime del delitto;                                                      
- assistenza post-penitenziaria, curando in particolare il periodo di           
reinserimento sociale e occupazionale del detenuto.                             
Pertanto, come per gli altri interventi sopra descritti,  si rende              
necessario definire modalita' di integrazione tra gli interventi                
effettuati dai Comuni nei confronti della popolazione detenuta ed i             
SERT che intervengono sui detenuti tossicodipendenti.                           
Si ritiene indispensabile, fatte salve le rispettive autonomie e le             
diverse competenze, che i progetti relativi all'insieme degli                   
interventi, sia nell'ambito  che all'esterno degli istituti di pena e           
quelli rivolti ai singoli, trovino momenti di integrazione che                  
consentano azioni coordinate ed un miglior utilizzo delle risorse.              
Questi obiettivi possono essere raggiunti attraverso l'individuazione           
di modalita' di lavoro integrato fra i servizi sociali ed i SERT                
finalizzati in particolare a reperire ed organizzare le risorse per             
attivita' di formazione professionale all'interno ed all'esterno del            
carcere, nei casi in cui sia possibile utilizzare l'istituto della              
semiliberta', favorire l'utilizzo di questo stesso istituto                     
individuando all'esterno del carcere condizioni di vita sociale che             
non si limitino all'attivita' lavorativa, coordinare  le azioni che             
favoriscano il reinserimento sociale ed occupazionale degli ex                  
detenuti.                                                                       
Il lavoro integrato puo' costituire un veicolo importante  per                  
entrambe le istituzioni (Comune e Azienda Unita' sanitaria locale)              
per favorire la collaborazione con le autorita' penitenziarie.                  
d) Interventi tesi al recupero delle competenze scolastiche  e                  
lavorative e di integrazione sociale                                            
Rientrano in questo ambito gli interventi di integrazione  sociale,             
anche in collaborazione con il volontariato e l'associazionismo                 
(attivita' ricreative, culturali, del tempo libero ecc.) e di                   
inserimento scolastico e lavorativo (recupero dispersione scolastica,           
formazione professionale ed inserimento lavorativo), di competenza              
degli Enti locali.                                                              
Queste attivita' che costituiscono parte integrante dei progetti di             
trattamento attuati dai SERT, sono particolarmente  significative in            
quanto riguardano aree di sviluppo dell'identita' spesso gravemente             
compromesse e da cui dipende la credibilita' dei progetti di vita.              
In questo contesto e' necessario tenere conto del ruolo                         
dell'Amministrazione provinciale per le sue competenze istituzionali            
in materia di formazione professionale e lavoro; e' necessario                  
inoltre fare riferimento, nelle specifiche situazioni locali, ai                
servizi di inserimento lavorativo  gestiti nell'ambito dei servizi              
sociali o di servizi o agenzie esterne al fine di perseguire                    
opportunita' di apprendimento e sperimentazione di abilita'                     
specifiche coerenti con le esigenze del mercato del lavoro e di                 
evitare dispersioni e contrapposizioni nell'utilizzo delle risorse              
disponibili.                                                                    
Per quanto riguarda i processi di integrazione sociale e' necessario            
tener conto del ruolo fondamentale del volontariato  e                          
dell'associazionismo.                                                           
Le consulte del volontariato, in ambito provinciale e comunale,                 
possono essere utili punti di riferimento per la definizione delle              
opportunita' e delle strategie di utilizzo delle risorse disponibili.           
e) Interventi tesi ad assicurare le essenziali condizioni di vita               
Rientrano in quest'ambito gli interventi di assistenza sociale e                
tutela giuridica (domanda di invalidita', pratiche relative alla casa           
ecc.), sussidi economici ad integrazione del reddito individuale o              
familiare, mensa e trasporti, assistenza domiciliare con finalita' di           
aiuto alla famiglia e di aiuto domestico, di competenza degli Enti              
locali.                                                                         
Queste attivita' sono fortemente connesse con i piani di intervento,            
possono avere carattere transitorio o di breve periodo o carattere di           
continuita' per periodi anche prolungati nei confronti di persone e/o           
famiglie che necessitino  di aiuto per fronteggiare situazioni di non           
autonomia temporanea.                                                           
Sono finalizzati a garantire il soddisfacimento di bisogni                      
fondamentali o di stati di bisogno straordinario, nell'ambito di                
progetti personalizzati di cura e riabilitazione  ed a prevenire                
condizioni di rischio di cronicita' sociale.                                    
Pur trattandosi di interventi di natura economica e materiale devono            
essere inclusi nel processo terapeutico teso anche a sostenere un               
progetto orientato alla riappropriazione di capacita', risorse e                
strumenti adeguati per dirigere con competenza la propria vita.                 
necessario pertanto che agli utenti sia garantito nel SERT un                   
riferimento unico e che siano concordate preventivamente  le risorse            
disponibili per gli interventi economici e le modalita' di accesso ai           
servizi (mensa, assistenza domiciliare, trasporti, soluzioni                    
abitative transitorie e straordinarie ecc.) affinche' gli operatori             
siano messi in grado di utilizzare in maniera appropriata le risorse            
disponibili, evitando percorsi dispersivi che incidono negativamente            
nel processo terapeutico.                                                       
Questi obiettivi possono essere raggiunti utilizzando gli strumenti             
previsti dalla normativa vigente (deleghe, protocolli d'intesa ecc.)            
ed in ogni caso la condizione di erogazione degli interventi e'                 
determinata dalla situazione di bisogno valutata sulla base dei                 
regolamenti locali per l'accesso all'assistenza.                                

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ultima modifica 2023-05-19T21:22:53+01:00

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