COMUNICATO DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
Relazione del Presidente della Giunta al Consiglio (art. 19, comma 3 dello Statuto regionale)
RELAZIONE ANNUALE
AL CONSIGLIO REGIONALE
SULL'ATTIVITA' DELLA GIUNTA
L'ATTIVITA' DELLA GIUNTA REGIONALE NEL 1998
Il 1998 e' stato, per la Regione Emilia-Romagna, un anno denso di
impegni e al tempo stesso ricco di risultati che la presente
relazione puntualmente sottolinea.
Un forte impegno ed un intenso lavoro e' stato profuso per dare
sostanza ai principi riformatori enunciati dalle Leggi Bassanini e
per realizzare la completa e unitaria progettazione del nuovo
decentramento di funzioni e compiti dello Stato alle Regioni e da
queste al sistema delle Autonomie locali e delle Autonomie
funzionali. Nell'ottica d'una riforma federalista dello Stato si sono
attuate sperimentazioni amministrative e di innovazione politica
nell'intento di garantire quei tratti di concretezza, effettualita'
ed efficacia che da sempre hanno caratterizzato l'azione di questa
Amministrazione regionale. E questo e' stato possibile anche perche'
la macchina regionale, rivitalizzata dai processi di riforma
organizzativa che hanno cominciato a dipanarsi da alcuni anni, ha
potuto sostenere la sperimentazione di varianti ed innovazioni
particolarmente promettenti di risultati positivi.
L'esigenza di sviluppare un approccio sistemico alla competizione
globale valorizzando relazioni di specializzazione e di
complementarieta', ha richiesto di iniziare a porre degli obiettivi
di sviluppo ed ha portato a ricercare forme di integrazione di
politiche e di risorse basate sulla compartecipazione dei diversi
attori, pubblici e privati; lo strumento dei "programmi d'area" si e'
dimostrato particolarmente efficace a realizzare l'integrazione dei
poteri regionali e locali e l'integrazione delle risorse pubbliche e
private.
In questa prospettiva si e' inteso, con l'aggiornamento del Piano
Territoriale Regionale, impostare, promuovere e realizzare una nuova
fase della pianificazione territoriale a tutti i livelli. La
consultazione con le istituzioni e le forze sociali e' stata
finalizzata a costruire - a partire dallo scenario che definisce la
collocazione dell'Emilia-Romagna - le strategie, le politiche e gli
obiettivi il piu' possibile condivisi e a delineare il contributo che
la Regione e il Sistema Autonomie locali possono portare, con le loro
scelte e la loro azione di governo, al conseguimento degli obiettivi
strategici.
Le attivita' svolte dalle strutture della Presidenza si sono
principalmente orientate a promuovere, dare impulso, coordinare e
dare visibilita' alle azioni dedotte nella strategia generale di
valorizzare pienamente le potenzialita' insite nel sistema
Emilia-Romagna.
Particolare attenzione e' stata posta alla definizione delle
politiche di sviluppo industriale e al consolidamento del sistema di
concertazione attraverso il sistematico confronto con i diversi
soggetti politici ed istituzionali e con le forze economiche e
sociali.
Un forte impegno e' stato dedicato alla progettazione e attuazione di
iniziative orientate a sperimentare nuove forme d'intervento
regionale in ambiti e su temi d'importanza strategica.
Si citano in particolare:
Il progetto "Citta' sicure"
Con il 1998 si consolida definitivamente la scelta di avviare una
"seconda fase" dell'iniziativa regionale sulla sicurezza volta a
realizzare progressivamente un "Sistema integrato di sicurezza delle
citta' e del territorio regionale". La Giunta regionale decide
infatti di inserire un capitolo dedicato alla sicurezza e alla
polizia amministrativa nella legge di "Riforma del sistema regionale
e locale" approvata dal Consiglio regionale nel dicembre del 1998 con
il quale si individuano le finalita' e gli strumenti della politica
regionale sulla sicurezza.
Aumentano parallelamente di numero le citta' emiliano-romagnole che
avvalendosi dell'esperienza e della consulenza di Citta' sicure
avviano o consolidano iniziative di miglioramento della sicurezza a
scala locale: Piacenza, Salsomaggiore, Parma, Reggio Emilia, Rubiera,
Sassuolo, Modena, Casalecchio, Bologna, San Lazzaro, Budrio, Ferrara,
Ravenna, Faenza e Rimini. Di particolare importanza la sottoscrizione
in regione di molti protocolli fra Sindaci e Prefetti a Modena,
Bologna, Ferrara, Rimini, Cattolica e Rubiera.
Si consolidano anche, per il tramite del Forum italiano per la
sicurezza urbana, rapporti intensi di collaborazione diretta con
molte istituzioni extraregionali come le citta' di Torino, Roma,
Bergamo e Trento, la Regione Marche e la Provincia autonoma di
Trento, la Provincia di Lucca.
La presentazione del IV Rapporto regionale annuale sui problemi della
sicurezza e' ancora una volta l'occasione per portare a sintesi
rapporti di collaborazione e attivita' di ricerca sviluppatesi nel
tempo. Anche nel 1998 infatti il Rapporto si scinde in due parti, una
generale ed una tematica dedicata al rapporto fra "sicurezza e
generi".
Nel primo caso, con la partecipazione del Direttore generale del
dipartimento della Pubblica sicurezza, prefetto Fernando Masone, si
e' voluto sottolineare il consolidarsi dei rapporti fra la Regione,
il Dipartimento e le Autorita' provinciali di Pubblica sicurezza che
si sono sviluppate sia sul piano formativo che conoscitivo.
Nel secondo, con la partecipazione del Ministro alle pari
opportunita', prof.ssa Laura Balbo, si sono portate a sintesi
iniziative e attivita' di ricerca riferite ai rischi e alle
percezioni di insicurezza delle donne in quanto genere.
Oltre alle ricerche "permanenti" ricomprese nel Rapporto regionale
generale, e alle sei ricerche sintetizzate nel Rapporto tematico, si
conclude nel '98 la prima parte di un piano poliennale di ricerca
dedicato a "Sicurezza e multiculturalismo" realizzato in
collaborazione e con il cofinanziamento di sette delle nove Province
della regione.
Fra le nuove iniziative due sono particolarmente significative. La
prima riguarda la decisione di procedere a degli approfondimenti
territoriali in tema di criminalita' organizzata; la prima area presa
in considerazione, in collaborazione e cofinanziamento con i
rispettivi Comuni, e' quella di Modena, Sassuolo, Reggio Emilia. La
seconda riguarda la realizzazione di una ricerca sulle agenzie
private di sicurezza operanti sul territorio regionale richiesta e
finanziata dalle maggiori imprese del settore.
Di particolare rilievo nel 1998 lo sviluppo di attivita' di
formazione a supporto delle iniziative sulla sicurezza. A febbraio si
conclude il primo corso sperimentale regionale di formazione per
"coordinatori locali delle politiche di sicurezza" di 400 ore, con il
rilascio a 19 corsisti di un attestato di competenze superiori. Viene
realizzata, con il contributo dell'Unione europea, un'attivita' di
formazione congiunta fra operatori della Polizia di Stato e delle
Polizie municipali, che ha coinvolto oltre cento persone, finalizzata
alle trasformazioni multietniche delle citta'. Viene avviata
l'attivita' della Scuola regionale specializzata di polizia locale
fra le cui finalita' c'e' anche quella di sviluppare nuove competenze
nel campo della sicurezza urbana.
Sul piano divulgativo si conclude l'esperienza dei bimestrali di
informazione che vengono sostituiti da un sito Internet gestito e
aggiornato all'interno del progetto, mentre i Quaderni di Citta'
sicure, giunti al quarto anno di pubblicazioni, continuano con una
veste editoriale rinnovata.
Progetto per lo sviluppo e valorizzazione del Servizio civile
Partendo dalla considerazione che il fenomeno del Servizio civile
nella nostra regione ha una forte rilevanza anche sul piano
quantitativo (sono quasi 9.000 i giovani che hanno richiesto di
svolgere il Servizio civile e oltre 800 gli Enti pubblici e privati
che si sono convenzionati col Ministero della Difesa per l'impiego
degli obiettori), la Presidenza della Regione ha dato concreto avvio,
nel corso del 1998, alla sperimentazione di un nuovo modello di
impiego degli obiettori di coscienza orientato, da un lato a fornire
ai cittadini servizi rispondenti ai bisogni della comunita' e,
dall'altro lato, ad avvicinare i giovani alla solidarieta'
impegnandoli in esperienze lavorative precedute e accompagnate da
percorsi formativi idonei ad accrescere la consapevolezza del ruolo,
la motivazione al lavoro, il potenziale di crescita, il senso di
responsabilita' sui risultati, le competenze specifiche.
Il progetto e' sostenuto da un protocollo d'intesa, sottoscritto
dalla Regione e dal Ministero della Difesa nel giugno 1998.
Il modello che la Regione sta testando attraverso la realizzazione di
34 progetti selezionati tra quelli presentati dagli enti interessati
alla sperimentazione, si fonda su nuovi strumenti metodologici,
anticipatori di quelli contenuti nella legge nazionale di riforma
della materia (Legge 230/98) e sulla introduzione del servizio civile
volontario femminile la cui sperimentazione, in collaborazione col
Comune di Bologna, ha visto per la prima volta l'impiego di 50
ragazze nel campo dei servizi socialmente utili.
Gli strumenti metodologici che sorreggono la sperimentazione del
nuovo modello di servizio civile sono:
- la costituzione di progetti d'impiego su aree tematiche
predefinite: assistenza alle persone, difesa e salvaguardia del
patrimonio artistico e culturale, tutela del patrimonio ambientale,
protezione civile;
- la previa misura della loro utilita' sia come risposta ai bisogni
della collettivita', sia come occasione di crescita dei giovani
obiettori e delle ragazze volontarie;
- l'informazione tesa sia alla divulgazione delle possibilita' e
modalita' date per la presentazione del servizio civile, sia alla
pubblicizzazione delle opportunita' date per l'inserimento nelle
attivita' dedotte nei progetti sperimentali;
- la trasparente regolazione, attraverso la costituzione di banche
dati, dell'incrocio tra l'offerta di impiego nei progetti degli enti
e la domanda dei giovani;
- la formazione indirizzata sia ai Responsabili di progetto, sia ai
giovani impiegati nelle attivita' dedotte nei progetti degli enti
partecipanti alla sperimentazione;
- la verifica, attraverso il monitoraggio della sperimentazione
avviata, del grado di efficacia degli interventi e dei risultati
ottenuti.
Politiche europee
Nel 1998, le attivita' relative alle politiche europee e relazioni
internazionali hanno registrato importanti implementazioni e
consolidamenti.
Si e' sviluppata la discussione sulla Riforma dei fondi strutturali,
definita nel documento "Agenda 2000", in particolare sulle proposte
di nuovi regolamenti.
Da segnalare che per la prima volta le Regioni hanno ottenuto di
partecipare con propri rappresentanti al gruppo tecnico che ha
seguito la negoziazione fra Governi degli Stati membri e Commissione
per il perfezionamento di tali proposte di regolamento e la nostra
Regione e' stata parte attiva con un proprio dirigente. Rilevante
anche la presenza emiliano-romagnola nel negoziato interregionale,
presso la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e presso il
Ministero del Bilancio sui concreti aspetti di applicazione dei nuovi
regolamenti sul territorio nazionale.
In relazione alle attivita' della Cabina di regia regionale e in
raccordo con quella nazionale, sono state affrontate diverse
problematiche relative all'attuale periodo di programmazione.
L'Ufficio di Bruxelles ha fortemente consolidato la propria attivita'
favorendo, fra l'altro la presenza a Bruxelles di importanti
delegazioni della Regione, degli Enti locali e delle forze economiche
e sociali dell'Emilia-Romagna.
In campo internazionale, mentre si e' dato avvio alla legge
cosiddetta dei gemellaggi, e' proseguito l'impegno nelle politiche di
cooperazione allo sviluppo e di collaborazione con i nostri partners
europei, iniziative che hanno avuto il maggior coronamento nella
missione congiunta al massimo livello della nostra Regione e del Land
Assia in Palestina.
Da ricordare infine il positivo successo della seconda conferenza
degli Emiliano-Romagnoli all'estero svoltasi a Bedonia che ha visto
raccolti piu' di duecento delegati di quasi tutti i continenti.
Comunicazione - Progetti editoriali
Nel corso del 1998 si e' sviluppata in modo deciso l'attivita' di
comunicazione, sia sul versante interno che su quello esterno.
La comunicazione interna ha ricevuto nuovo impulso: si e' preparata
una nuova linea grafica per la newsletter, che e' divenuta operativa
nel 1999, si e' ampliata la collana di strumenti di approfondimento,
si e' realizzata una agenda per i dipendenti contenente molte
rubriche utili sui temi contrattuali e su quelli dell'innovazione
telematica.
La comunicazione esterna ha riguardato sia il settore delle campagne
pubbliche o sociali, per le quali si cita il video a cartoni animati
sul bilancio regionale, sia iniziative rivolte a pubblici specifici.
Si ricordano, tra le altre, le iniziative sull'amianto, destinata a
40 mila aziende o la campagna per lo screening dei tumori femminili.
Di notevole efficacia e' risultata anche l'iniziativa realizzata
assieme alle associazioni regionali dei consumatori.
Molte le iniziative di promozione dell'immagine della Regione e tra
queste vanno ricordati sia il numero monografico del mensile "Airone"
dedicato alle tematiche ambientali e ai parchi emiliano-romagnoli sia
l'avvio di una nuova pubblicazione, in italiano e in inglese,
destinata all'estero. Particolare successo ha riscosso il prodotto
realizzato per la nuova iniziativa della Film Commission.
Infine, va ricordato che nel settembre 1998 e' stato presentato il
terzo restyling del sito Ermes, con una nuova impostazione
comunicativa editoriale e grafica; nell'arco di sette mesi i contatti
sono raddoppiati.
Stampa
Nel corso del 1998 sono stati seguiti, sotto il profilo dei rapporti
con giornali ed emittenti radiofoniche e televisive, 60 convegni e
sono state organizzate 128 conferenze stampa, per lo piu' presso la
sala stampa della Giunta ma anche presso Comuni e Province
dell'Emilia-Romagna.
Per dare conto dei lavori della Giunta complessivamente sono stati
inoltrati ai mezzi di comunicazione 1.401 comunicati, il 36% in piu'
rispetto al 1997. L'aumento dell'attivita' nasce tra l'altro dalla
scelta di predisporre ed inviare comunicati mirati nelle diverse
province, documentando la rilevanza locale delle azioni regionali,
per garantire una maggiore visibilita' sui territori.
Nel corso del 1998 e' stato predisposto un servizio mirato per la
distribuzione di informazioni alle emittenti radiofoniche.
Utilizzando Internet vengono cosi' messi a disposizione
quotidianamente comunicati in forma breve (consona ai notiziari
radiofonici), e quando opportuno file audio contenenti brevi
dichiarazioni del Presidente o dell'Assessore competente o,
settimanalmente, le quattro-cinque notizie principali lette da uno
speaker sull'attivita' della Regione.
L'Ufficio ha assicurato la messa a disposizione (su carta e in
Intranet) della rassegna stampa quotidiana realizzata da una societa'
esterna e la realizzazione e la messa a disposizione della rassegna
settimanale della stampa periodica e di rassegne specifiche su
richiesta della Presidenza e degli Assessorati.
AFFARI ISTITUZIONALI E LEGISLATIVI
Area Affari istituzionali e Autonomie locali
Nel 1998 il Servizio Affari istituzionali e Autonomie locali ha
svolto una attivita' costante in tutti gli ambiti di competenza. In
dettaglio si specificano le principali attivita' realizzate:
Elaborazione del progetto di legge della Giunta regionale "Riforma in
senso federalista del sistema regionale e locale" con particolare
riguardo alla formulazione delle norme attinenti le "Disposizioni
generali e norme di principio", "Soggetti istituzionali del governo
territoriale e strumenti di raccordo interistituzionale e di
concertazione sociale", "Polizia amministrativa regionale e locale".
Oltre alla puntuale analisi delle suddette tematiche e alla
successiva elaborazione delle specifiche norme, il Servizio ha
contribuito alla attivita' di coordinamento per la elaborazione delle
specifiche norme; il Servizio ha contribuito alla attivita' di
coordinamento per la elaborazione di 14 documenti di indirizzo della
Giunta regionale sulla attuazione della Legge n. 59 del 1997
(successivamente pubblicati a cura del Servizio). La struttura ha
inoltre organizzato e partecipato ad ogni fase di confronto tra la
Giunta regionale e le Autonomie locali svoltasi nelle numerose
riunioni della Commissione di Concertazione.
Si sono realizzate costanti attivita' di supporto tecnico agli
amministratori locali (particolarmente Comuni e Comunita' Montane)
per la progettazione e assistenza giuridica inerente la costituzione
delle Unioni e delle forme di gestione associata delle funzioni e dei
Servizi locali.
Sono stati coordinati numerosi tavoli tecnici per la Conferenza del
Presidente particolarmente dedicati alla predisposizione di documenti
sulla proposta di legge di riforma dell'ordinamento degli Enti locali
(Legge 142/90), sulla proposta di legge di riforma della polizia
locale, sulle proposte di regolamento per le procedure di
riconoscimento delle persone giuridiche, sulle proposte di riforma
della legge sul Difensore civico, sulle proposte di regolamento
riguardanti la Relazione previsionale e programmatica degli Enti
locali territoriali.
Area Affari legislativi e legali
Il Servizio Affari legislativi e legali ha svolto una costante
attivita' in tutti gli ambiti di competenza: coordinamento tecnico
delle iniziative legislative della Giunta regionale, attivita' di
consulenza giuridica e legale e attivita' relative al contenzioso.
Per quanto riguarda il coordinamento tecnico dell'iniziativa
legislativa, il Servizio ha organizzato la propria attivita' in
coerenza con gli obiettivi della Giunta regionale nel suo complesso,
programmando con le Direzioni interessate, l'attivita' di consulenza
e collaborazione nella stesura dei progetti di legge di iniziativa
della Giunta.
Nell'anno 1998 il Servizio ha incentrato la propria attivita' nella
elaborazione dei progetti di legge di attuazione dei decreti
legislativi emanati in applicazione della Legge 59/97 e precisamente
il DLgs 422/97 in materia di trasporto pubblico locale, il DLgs
469/97 relativo al mercato del lavoro e il DLgs 112/98 concernente le
altre funzioni conferite a Regioni e Enti locali. Con l'obiettivo di
qualificare l'iniziativa legislativa ed al fine di effettuare un
riordino piu' complessivo delle materie oggetto di conferimento di
funzioni, si e' operato in collaborazione con le Direzioni
interessate, per realizzare un quadro unitario della disciplina
regionale. Si e' pertanto proceduto alla elaborazione di una
disciplina organica in materia di trasporto pubblico regionale e
locale con la conseguente abrogazione della previgente legislazione
regionale (L.R. n. 30 del 1998), a coordinare la disciplina in
materia di mercato del lavoro e servizi per l'impiego con la
legislazione regionale in materia di formazione professionale (L.R.
n. 3 del 1999).
Il Servizio ha, inoltre, partecipato nell'ambito del coordinamento
interregionale, alla attivita' di elaborazione delle proposte
regionali di attuazione della Legge n. 59 del 1997 ed alla attivita'
istruttoria per l'espressione del parere e delle intese regionali
sullo schema di decreto legislativo di conferimento di funzioni a
Regioni ed Enti locali (DLgs 112/98).
Per quanto riguarda piu' in generale l'iniziativa legislativa della
Giunta regionale, il Servizio ha curato l'istruttoria di oltre 40
progetti di legge. Oltre ai progetti di legge sopra ricordati si
segnalano, fra quelli approvati dal Consiglio regionale nel 1998, i
progetti concernenti la disciplina del commercio nei centri
agroalimentari (L.R. n. 1 del 1998), le nuove norme sulla produzione
vivaistica e sulla commercializzazione dei vegetali (L.R. n. 3 del
1998), le norme in materia di riqualificazione urbana (L.R. n. 19 del
1998), l'attuazione del DL 6/98 relativa ad eventi calamitosi
dell'anno 1996 (Leggi regionali n. 24 e n. 33 del 1998), la
promozione dei servizi di sviluppo al sistema agro-alimentare (L.R.
n. 28 del 1998), le norme in materia di accreditamento e
autorizzazione di strutture sanitarie (L.R. n. 34 del 1998),
iniziative per eventi culturali di particolare rilevanza per il
territorio regionale (L.R. n. 40 del 1998).
Alla Direzione fa capo anche la Commissione di consulenza
legislativa, la cui attivita', riscontrabile dall'apposita
documentazione conservata agli atti della Direzione, si e' incentrata
in particolare sui temi di carattere istituzionale e sul processo di
trasferimento di funzioni dello Stato al sistema locale in attuazione
della delega contenuta nella Legge n. 59 del 1997.
La Commissione ha svolto inoltre attivita' di consulenza
sull'iniziativa legislativa della Giunta ed ha assicurato un costante
e proficuo affiancamento nella predisposizione di pareri giuridici.
L'attivita' legale e' consistita sia nella redazione di pareri su
richiesta delle Direzioni generali sia nella difesa in giudizio della
Regione.
Nell'anno 1998 il Servizio ha fornito numerosi pareri legali
formalmente inoltrati ai quali si affianca una intensa attivita' di
confronto e consulenza, svolta per le vie brevi, verso i servizi
interessati.
Relativamente a leggi regionali, la Corte costituzionale e' stata
chiamata a valutare la seguente questione:
giudizio di legittimita' costituzionale dell'art. 5, commi 2 e 3
della L.R. 7/12/1978, n. 47, nel testo introdotto dagli artt. 2 e 3
della L.R. n. 23 del 29/3/1980, nonche' dell'art. 15 della L.R. n. 36
del 5/9/1988 e dell'art. 55 della L.R. citata 47/78, per contrasto
con gli artt. 117 e 128 della Costituzione, sollevato in via
incidentale con ordinanza del TAR Emilia-Romagna - sede di Bologna -
4/7/1996-28/4/1998, n. 2/98, pronunciata nei ricorsi della Societa'
Rimini & Rimini e del Comune di Rimini avverso gli atti concernenti
la sospensione dei lavori nel fabbricato dell'ex colonia Murri, in
Rimini.
Per quanto riguarda, invece, il contenzioso giurisdizionale si
precisa che sono stati notificati alla Regione Emilia-Romagna n. 640
ricorsi e che la Regione si e' costituita in 263 ricorsi. Sono state
altresi' promosse dalla Regione Emilia-Romagna n. 22 azioni legali.
Gli avvocati interni hanno assunto direttamente la difesa in alcuni
giudizi per un totale di n. 23.
Le piu' rilevanti questioni concernenti il contenzioso davanti al TAR
o al giudice civile riguardano i seguenti settori:
URBANISTICA: (n. 57 ricorsi - n. 8 costituzioni) in questo settore
hanno costituito motivo di lite prevalentemente atti di Comuni:
- piani regolatori;
- dinieghi di concessioni edilizia in sanatoria;
- provvedimenti di esproprio di aree per la realizzazione di opere
pubbliche.
SANITA': (n. 372 ricorsi - n. 135 costituzioni) in questo settore
hanno costituito motivo di lite prevalentemente:
- richiesta di somministrazione gratuita dei farmaci riportati nel
protocollo Di Bella;
- diniego rimborso spese sanitarie per ricoveri all'estero;
- contenzioso relativo alle soppresse Unita' sanitarie locali
concernente passivita' inerenti le forniture di beni e servizi;
crediti vantati da terzi in conseguenza degli errori connessi da
medici e da personale delle UUSSLL; cause di lavoro del personale
dipendente per infortuni e malattie professionali; cause del
personale dipendente per mancato versamento di contributi
previdenziali;
- graduatorie regionali anno 1998 per incarichi a tempo indeterminato
di guardia medica (oggi continuita' assistenziale).
AGRICOLTURA: (n. 54 ricorsi - n. 43 costituzioni) in questo settore
hanno costituito motivo di lite prevalentemente:
- calendario venatorio nella regione Emilia-Romagna per la stagione
1998/1999;
- accertamento del diritto al riconoscimento della qualifica di
imprenditore agricolo a titolo principale;
- azione per risarcimento danni conseguenti a incidenti stradali
provocati da animali;
- provvedimenti AIMA concernenti assegnazioni quote-latte.
AMBIENTE: (n. 40 ricorsi - 16 costituzioni) in questo settore hanno
costituito motivo di lite prevalentemente:
- piani attivita' estrattive;
- piani smaltimento rifiuti solidi urbani.
COMMERCIO: (n. 37 ricorsi - n. 24 costituzioni) in questo settore
hanno costituito motivo di lite prevalentemente:
- ricorso avverso la cancellazione nel Registro esercenti il
commercio.
PERSONALE REGIONALE: (n. 18 ricorsi - n. 7 costituzioni) in questo
settore hanno costituito motivo di lite prevalentemente:
- richiesta di riconoscimento economico mansioni superiori;
- concorsi banditi dalla Regione per la VII e la VIII qualifica
funzionale.
ORGANIZZAZIONE
L'attivita' della Direzione generale Organizzazione riferita all'anno
1998 viene di seguito sinteticamente illustrata innanzitutto con
riferimento a quanto realizzato nell'ambito delle due macro-strutture
in cui si articola (Servizio "Sviluppo organizzativo, Formazione e
Mobilita'" e Servizio "Amministrazione, Valutazione e Sistemi
incentivanti del personale") e successivamente in relazione ai
settori di responsabilita' diretta del Direttore generale.
Settore "Sviluppo organizzativo, Formazione e Mobilita'"
L'attivita' svolta da questo Servizio nel corso dell'anno 1998 puo'
essere illustrata disarticolandola per aree, che vengono individuate
come di seguito indicato:
Gestione organizzativa e interventi per lo sviluppo organizzativo
Il Servizio ha curato la gestione ordinaria delle attivita' di
presidio e manutenzione della dotazione organica, della struttura
organizzativa della Regione Emilia-Romagna, della gestione dei budget
delle risorse umane assegnati alle Direzioni generali e del tetto di
spesa complessivo.
Sul versante degli interventi per lo sviluppo organizzativo sono
stati avviati alcuni progetti speciali:
A) i Piani di miglioramento della qualita' caratterizzati da
modalita' partecipate di sperimentazione di soluzioni organizzative
innovative, riferite, in particolare, al funzionamento ed alla
revisione delle procedure. A tal fine sono stati costituiti gruppi
di miglioramento composti da personale delle strutture coinvolte, i
quali, con il supporto della formazione, hanno proceduto all'analisi
e alla riprogettazione delle procedure coinvolte. Al termine del
progetto e' stata elaborata una Guida metodologica ai Piani di
miglioramento della qualita';
B) avvio di un progetto per l'implementazione di forme sperimentali
di telelavoro. E' stato avviato un progetto per la verifica delle
condizioni necessarie alla sperimentazione di prime forme di
telelavoro in collaborazione con la Direzione generale Sistemi
informativi. In particolare e' stato avviato un lavoro di analisi
organizzativa e tecnologica per identificare le attivita' oggetto di
Telelavoro. Si sono approfondite, inoltre, le tematiche normative
necessarie ad avviare la sperimentazione.
Acquisizione e collocazione delle risorse umane
Il Servizio ha assicurato la gestione ordinaria relativa alla
mobilita' interna, ai comandi e ai trasferimenti da e verso altri
Enti, le procedure per la trasformazione del rapporto di lavoro da
tempo pieno a tempo parziale e le procedure per il mutamento di
profilo professionale.
Con riferimento all'attivita' ricompresa in quest'area, si segnalano
in particolare:
- le attivita' volte alla ricollocazione del personale regionale, in
rientro verso l'Ente, proveniente dal Centro di formazione
professionale "Galileo" ai sensi della L.R. 54/95, e del personale
del CORECO a seguito della ridefinizione delle competenze attuata
dalla legge Bassanini bis;
- la programmazione e la pianificazione del turn-over dei lavoratori
addetti alle portinerie e dei relativi inserimenti presso altre
strutture regionali;
- la pianificazione dei fabbisogni di personale, caratterizzata da
una fase di istruttoria preliminare in raccordo con le Direzioni
generali, in previsione delle future acquisizioni di unita'
provenienti dalle procedure concorsuali pubbliche anche al fine di
promuovere la mobilita' interna.
Relativamente al piano generale dei concorsi previsto dalla L.R. 2/97
e dal conseguente Piano occupazionale 97/98, si e' completata la fase
di indizione di tutti i processi selettivi interni e i rispettivi
concorsi pubblici. Nell'anno 1998 sono stati emanati complessivamente
32 bandi, per un totale di 414 posti nella V, VI e VII qualifica
funzionale.
Tra i concorsi indetti ne sono stati conclusi 14 per l'accesso alla
III, IV, V, VIII qualifica per un totale di 340 posti. Sono in corso
30 procedure tra concorsi pubblici e processi selettivi per la VI,
VII e VIII qualifica per la copertura di 326 posti. Sono stati
banditi ma non e' ancora attivata la relativa procedura per quanto
riguarda n. 11 concorsi pubblici per la copertura di 65 posti di VII
qualifica funzionale.
Per i processi selettivi interni intenso e' stato l'investimento in
formazione che si e' sviluppato in due modalita' di intervento:
- giornate di formazione a supporto delle prove orali di preselezione
per l'ammissione ai corsi-concorsi interni per l'accesso alla VIII,
VII e VI qualifica funzionale - profilo professionale 6.3 "Istruttore
agroforestale";
- corsi di preparazione ai concorsi interni per l'VIII e la V
qualifica, per i candidati che hanno superato la prova preselettiva,
articolati in due moduli: uno disciplinare e uno di natura
gestionale/organizzativa o di socializzazione organizzativa.
Infine, per fronteggiare la carenza di personale dovuta a
pensionamenti e nelle more della conclusione dei processi selettivi e
concorsuali ancora in corso, si e' proceduto ad assunzioni con
contratti a tempo determinato. A tal fine si sono predisposte cinque
nuove graduatorie da cui attingere le diverse professionalita' a
fronte della rilevazione di fabbisogni specifici delle singole
Direzioni generali.
Nell'anno 1998 le assunzioni con contratto a tempo determinato hanno
riguardato complessivamente n. 214 unita'.
Interventi per lo sviluppo delle risorse umane, con particolare
riguardo alla formazione
Nell'ambito delle azioni volte alla migliore coniugazione tra
esigenze dell'organizzazione ed inserimento e sviluppo professionale,
e' stata avviata una prima sperimentazione del progetto formativo
"L'inserimento dei neo-assunti" rivolto al personale acquisito ai
sensi della Legge 482/68, nonche', nelle strutture di assegnazione,
ai collaboratori incaricati di accogliere personale di nuova
assunzione. L'attivita' sara' potenziata nell'arco di tutto il 1999.
A completamento della programmazione formativa triennale 1996-98,
relativamente al Sistema formativo interno, conclusa la prima fase di
progettazione, e' stato avviato l'effettivo decentramento della
programmazione e gestione degli interventi di aggiornamento
settoriale, tramite definizione ed assegnazione di un budget a
ciascuna Direzione generale e la formazione dei "referenti per la
formazione interna", che hanno seguito a loro volta un percorso
formativo di circa 100 ore e sono attualmente gia' operativi.
Si e' formalizzata inoltre la decisione di utilizzare le specifiche
competenze interne all'Ente per ottimizzare i percorsi formativi. A
tal fine e' stata definita la regolamentazione procedurale e
realizzata una prima sperimentazione relativa all'elenco dei docenti
interni, anche attraverso l'attuazione del progetto "Programma di
formazione formatori".
Nell'anno 1998 si e' risposto anche all'esigenza di valorizzazione
del ruolo svolto dalle segreterie di Direzione dell'Ente,
omogeneizzandone fra l'altro le abilita' e le competenze di ruolo,
anche al fine di facilitare eventuali necessita' di mobilita' interna
nell'ambito della stessa posizione organizzativa; e' stato pertanto
realizzato un apposito percorso formativo di circa 80 ore, dedicato
appunto a tutto il personale delle segreterie di Direzione,
aggiornamento che verra' ripreso nel corso di quest'anno anche per le
segreterie degli Assessorati, fino a completa soddisfazione del
fabbisogno formativo.
E' proseguita inoltre l'attivita' di formazione informatica sia a
livello base che con corsi di aggiornamento a livello avanzato per
figure specialistiche.
L'obiettivo principale e' stato cercare di garantire una adeguata
formazione a tutto il personale per l'utilizzo ottimale del computer
come strumento di lavoro.
L'anno 1998 e' stato inoltre caratterizzato dalla ricerca e
sperimentazione su due ambiti:
- la formazione per lo sviluppo di competenze strategiche, che si e'
focalizzata soprattutto sull'area della dirigenza e del personale
direttivo, articolandosi in:
- una prima fase di formazione volta a promuovere una nuova cultura
dell'organizzazione del lavoro, approfondendo in particolare
metodologie sul controllo di gestione, sul lavoro per progetti e sul
lavoro di gruppo,
- completamento di un percorso di formazione dei dirigenti, volto
all'acquisizione e accrescimento di competenze trasversali di tipo
manageriale;
- di particolare rilievo ed innovazione i seminari "Metodologie di
analisi costi-benefici delle esternalizzazioni" e "Il ruolo dei
dirigenti nelle logiche di valorizzazione delle risorse umane
femminili e maschili".
La formazione intesa come leva per produrre apprendimento e sviluppo
organizzativo, che si e' concretizzata nel completamento delle
iniziative di formazione/laboratorio e di formazione/intervento per
il miglioramento dell'organizzazione del lavoro, dell'erogazione dei
servizi all'utenza interna-esterna e la semplificazione procedurale.
In merito all'attivita' di formazione prevista dal DLgs 494/96
"Direttiva cantieri" al fine di acquisire l'attestato per l'esercizio
dell'attivita' di "Coordinatore per la progettazione e coordinatore
per l'esecuzione dei lavori", sono state formate complessivamente 185
figure professionali tra i collaboratori regionali in possesso dei
requisiti previsti dalla normativa.
Sicurezza dell'ambiente di lavoro
L'attivita' svolta nel 1998 dall'Area della sicurezza si e'
caratterizzata nei primi mesi dell'anno dall'esame del progetto per
l'edificio torre sede regionale di Via Moro n. 30, che sara'
interessato da un intervento di globale bonifica dalla lana di vetro
e di ristrutturazione funzionale.
Si e' realizzata inoltre la valutazione del rumore negli ambienti di
lavoro ai sensi del DLgs n. 626 sulla sicurezza e del DLgs 277/91.
Nell'ambito delle iniziative volte all'approfondimento della
valutazione dei rischi assumono particolare importanza:
- l'attivita' di rilevazione delle postazioni ed elaborazione dati
sul lavoro al videoterminale tramite un censimento di tutti i
videoterminali delle sedi di Bologna da completare nel corso del
1999;
- la valutazione dei rischi della stamperia del Consiglio e della
Giunta; il relativo documento di valutazione e' gia' stato presentato
agli RLS nel agosto-settembre 1998, ed e' in procinto di essere
adottato dal datore di lavoro. A seguito della valutazione dei rischi
relativamente a specifiche categorie di personale, sono state
elaborate le procedure di sicurezza sull'utilizzo scale portatili,
l'utilizzo dei vdt, le lavoratrici in stato di gravidanza, la
prevenzione da infestazione da zecche, il primo soccorso.
E' emersa inoltre la necessita' di adottare i Dispositivi di
protezione individuale (DPI) individuata, per il momento, nei Servizi
che svolgono attivita' sul territorio, per i collaboratori che
svolgono "mansioni esterne".
Si e' elaborata la procedura per la gestione emergenze da adottarsi
in alcune strutture regionali, nel cui ambito ciascuna Direzione
generale ha designato due addetti. Inoltre, in materia di "Pronto
soccorso" si e' attivata una prima fase di formazione/informazione
dei lavoratori che ha visto la partecipazione di 100 collaboratori
designati da ciascuna Direzione, addetti alla gestione emergenze,
prevenzione incendi, evacuazione dei lavoratori, pronto soccorso. Il
percorso sara' sviluppato nel 1999.
Attivita' di collaborazione con altre strutture ed Enti
Nel corso dell'anno 1998, e' stato di notevole rilievo lo svolgimento
di attivita' di progettazione, consulenza e coordinamento a supporto
di specifiche Direzioni e Aree, in particolare per:
- la realizzazione e la gestione, in attuazione della L.R. 15/97, del
conferimento alle Province delle funzioni in materia di agricoltura,
curando in particolare la definizione delle dotazioni tipo iniziali,
delle modalita' di gestione del personale nella fase transitoria di
sperimentazione e delle modalita' di finanziamento della delega;
- la delega agli Enti locali in materia di turismo attraverso la
definizione delle modalita' di finanziamento della stessa passando
dal sistema del rimborso al finanziamento forfettario;
- la delega agli Enti locali, ai sensi L.R. 54/95, della formazione
professionale curando in particolare la ripartizione delle risorse
agli Enti delegati;
- l'individuazione dei meccanismi che hanno consentito alle Aziende
regionali per il Diritto allo studio universitario, la piena
autonomia nella gestione della propria dotazione organica e del
personale in servizio.
Il Servizio Sviluppo organizzativo ha collaborato poi
all'impostazione ed elaborazione del progetto di legge "Riforma del
sistema regionale e locale" in riferimento alle disposizioni in
materia di organizzazione del personale ed alla previsione di
ulteriori atti normativi dell'Ente, riferiti a tali specifici
tematiche.
Ha inoltre partecipato, in collaborazione col Servizio Stampa della
Giunta, alla redazione della Newsletter e realizzato le pubblicazioni
edite nell'ambito della collana "I quaderni di documentazione" ed "I
manuali". In particolare per la newsletter e' stato garantito il
coordinamento del Comitato di redazione.
Si segnalano anche iniziative di collaborazione con il Comitato
aziendale pari opportunita' per l'elaborazione di "Il nostro piano di
azioni positive" e per l'impostazione del "Progetto di
riorganizzazione alla luce delle differenze di genere".
Nell'anno 1998 si e' potenziata l'attivita' di raccordo e scambio di
esperienze con le altre Regioni; in quest'ambito si inserisce la
partecipazione fattiva al gruppo di lavoro interregionale di
preparazione al Forum sulla formazione nella pubblica Amministrazione
- febbraio 1998.
Infine, preme segnalare ulteriori esperienze innovative promosse dal
Servizio nel corso del 1998:
- sono state sperimentate procedure ad evidenza pubblica per
l'aggiudicazione delle attivita' di formazione e aggiornamento, per
garantire l'attuazione dei principi di trasparenza e imparzialita'
dell'attivita' amministrativa;
- il Servizio e' stato coinvolto direttamente nell'organizzazione di
tre convegni, uno dei quali (il convegno "Il telelavoro nella
pubblica Amministrazione") rivolto anche ai funzionari di altre
pubbliche Amministrazioni e ai cittadini.
Amministrazione, valutazione e sistemi incentivanti del personale
L'attivita' del Servizio per l'anno 1998 si e' qualificata per il
processo di attuazione dei principi contenuti nelle leggi di riforma
Bassanini, sotto diversi profili, e in particolare con riguardo ai
processi di delegificazione, semplificazione ed informatizzazione
delle procedure per il miglioramento della funzionalita' delle
attivita' di gestione del personale.
Tali principi hanno ispirato tutta l'attivita' di gestione ordinaria
svolta dal Servizio, ma si sono riverberati in particolare su alcune
azioni poste in essere nelle seguenti aree:
TRATTAMENTO ECONOMICO DEL PERSONALE
A titolo di transitorieta' e sperimentalita' verso il nuovo contratto
collettivo nazionale ed integrativo e' stato stipulato nell'anno 1998
un nuovo accordo decentrato con efficacia limitata all'anno medesimo.
Tale accordo, attivato dalla esigenza di superare alcune criticita'
emerse dal processo di valutazione del personale per l'erogazione del
salario accessorio applicato nel triennio precedente, era preordinato
ai seguenti obiettivi:
- finalizzare il compenso legato all'istituto incentivante della
prestazione individuale al raggiungimento di obiettivi predefiniti
veicolando in tal modo la capacita' verso risultati di miglioramento
quanti-qualitativi della singola prestazione lavorativa;
- ampliare le possibilita' di accesso ai progetti-obiettivo per far
fronte alle esigenze di forte innovazione derivante dalle rilevanti
riforme legislative approvate;
- razionalizzare e semplificare le procedure collegando l'erogazione
del compenso legato ai progetti-obiettivo e di quelli connessi alla
partecipazione individuale a un processo di valutazione con criteri
omogenei.
Per promuovere la integrazione e la trasversalita' nell'attivita'
regionale, gli indirizzi definiti per la elaborazione dei progetti
obiettivo hanno dato la priorita' su temi di rilevanza ed interesse
generale; per favorire tale risultato e' stato costituito un gruppo
di lavoro, composto da referenti individuati per ogni Direzione
generale e altra struttura del sistema regionale con il compito di
accorpare, in progetti intersettoriali, le singole proposte superando
la frammentazione delle attivita' compiute per ogni singolo progetto
di rilevanza regionale; per agevolare una maggiore diffusione e
condivisione dei risultati conseguiti da ogni progetto il gruppo
dovra' individuare le forme e le modalita' piu' efficaci.
Si e' addivenuti inoltre nel corso del 1998 all'acquisizione ed
installazione di un nuovo pacchetto applicativo che opera nell'ambito
hardware e software del restante sistema informativo del personale
per la gestione informatizzata del trattamento economico in
sostituzione della vecchia procedura divenuta obsoleta e non piu'
adeguata ad amministrare le nuove e diversificate tipologie
contrattuali e la piu' complessa ed articolata struttura retributiva
dei pubblici dipendenti; la maggiore flessibilita' e la piu' ampia
funzionalita' della nuova procedura consentira' di provvedere alle
elaborazioni per gli adempimenti retributivi, fiscali e contributivi
in modo integrato con le altre banche dati sul personale.
Nell'ambito del settore contributivo, fiscale, assistenziale, si e'
data applicazione ed attuazione, sia sotto l'aspetto normativo che
dei sistemi di gestione dei dati e delle procedure, del principio di
omogeneizzazione introdotte dal DLgs 314/97 con l'obiettivo,
attraverso il superamento delle profonde differenziazioni delle
normative specifiche di settore, di un maggiore snellimento e
razionalizzazione dei connessi adempimenti sia nei confronti dei
dipendenti che dei soggetti istituzionali preposti al controllo
sull'osservanza delle disposizioni legislative in materia.
Stato giuridico del personale
In coerenza con l'orientamento alla promozione di politiche degli
orari di lavoro flessibili tali da consentire alle lavoratrici e ai
lavoratori la conciliazione degli impegni di lavoro con quelli di
cura, di formazione culturale e professionale in occasione
dell'introduzione di un regime di orario articolato su cinque giorni,
in attuazione del dettato normativo, e' stata adottata una nuova
disciplina organica in materia di orario di lavoro e di servizio di
mensa improntata a criteri di flessibilita' tali da compatibilizzare
le esigenze organizzative con quelle dei dipendenti.
Rispetto alla precedente articolazione dell'orario di lavoro la nuova
disciplina si caratterizza sotto i seguenti aspetti:
- semplificazione e superamento delle rigidita';
- maggiore omogeneizzazione tra le tipologie orarie;
- flessibilizzazione sulla prestazione di lavoro straordinario;
- riconduzione della corresponsione del buono pasto ad una presenza
significativa dei dipendenti nella fascia pomeridiana;
- contabilizzazione dell'orario di lavoro prestato in missione
conforme alla prestazione lavorativa.
Sempre in relazione alla presente area, si e' provveduto inoltre alla
regolamentazione, con provvedimento amministrativo, della casistica e
delle tipologie di rimborso delle spese per servizi effettuati al di
fuori della sede di ufficio che non danno diritto al trattamento di
missione, in attuazione dell'art. 2 della L.R. 2/97.
Conferimento di incarichi
In relazione alla riforma dell'assetto delle competenze nel sistema
delle autonomie locali con impatto sull'assetto organizzativo che
dovra' essere coerente con il rinnovato ruolo delle Regioni nel
sistema di governo degli Enti locali, improntato sempre piu' a
funzioni di programmazione, indirizzo, coordinamento, per garantire
una maggiore efficacia ed efficienza degli interventi di attuazione e
gestione dei processi di delega anche attraverso la stabilita' della
titolarita' dei processi gestionali-operativi, gli incarichi
dirigenziali di responsabilita' di struttura scaduti con il decorso
del primo triennio dalla riorganizzazione attuata nel 1995,
attraverso la soppressione, l'accorpamento e la razionalizzazione
delle strutture regionali, sono stati rinnovati in capo ai dirigenti
titolari all'atto del rinnovo: l'arco temporale del rinnovo e' stato
ancorato alla revisione organizzativa conseguente all'attuazione dei
principi di decentramento amministrativo e di delega delle funzioni
statali di cui alla Legge 59/97, al DLgs 112/98 e alla legge
regionale di attuazione.
Relazioni sindacali
E' stata assicurata la gestione delle relazioni sindacali, attraverso
l'adempimento degli obblighi di informazione e consultazione
(concretizzatasi in decine di incontri nel corso dell'anno 1998)
delle rappresentanze aziendali, sia di comparto che della separata
area della dirigenza.
La Direzione e' stata in particolare impegnata nelle trattative per
la stipulazione del "Contratto collettivo decentrato di lavoro" per
compensare la produttivita' del personale relativamente all'anno 1998
e nel confronto per la prima attuazione della L.R. 30 maggio 1997, n.
15, per avviare il processo di "sperimentazione organizzativa"
preliminare al definitivo trasferimento del personale dei Servizi
provinciali Agricoltura alle Amministrazioni provinciali: il
confronto si e' concluso con la stipulazione di una intesa tra la
Regione e le organizzazioni sindacali nel luglio del 1998.
In applicazione del DLgs 396/97 e del CCNL-quadro del 7 agosto 1998
per la "Costituzione delle rappresentanze sindacali unitarie per il
personale dei comparti delle pubbliche Amministrazioni e per la
definizione del relativo regolamento elettorale", sono state
organizzate le votazioni per l'elezione diretta da parte del
personale delle RSU, nuovo interlocutore sindacale a livello
decentrato: le elezioni si sono svolte dal 23 al 25 novembre 1998.
Nel corso dell'anno rilevante e' stato poi l'impegno ed il
coinvolgimento del Direttore generale in seno al Comitato di settore
del comparto Regioni-Enti locali, nuovo organismo con potere di
indirizzo nei confronti dell'ARAN nell'ambito della contrattazione
collettiva, per addivenire a due significativi risultati: la
stipulazione della preintesa sul nuovo ordinamento professionale e la
sottoscrizione dell'ipotesi del nuovo Contratto collettivo nazionale
per il quadriennio 1998-2001.
Anche in sede di raccordo con il sistema delle Regioni e con le
autonomie locali rilevanti sono state le attivita' di partecipazione
del Direttore e dei Responsabili di Servizio al coordinamento
nazionale, finalizzate a delineare le linee per il superamento delle
rigidita' dell'ordinamento professionale fondato sulla qualifica
funzionale e le attivita' per la promozione di momenti di dibattito e
confronto sui temi dell'adeguamento degli strumenti organizzativi ai
nuovi assetti istituzionali determinati per le Regioni e le Autonomie
locali dalle riforme Bassanini, sul tema della valutazione e del
controllo di gestione.
Contenzioso con il personale
Con riferimento alle procedure di conciliazione in sede sindacale, la
Direzione generale ha adempiuto agli obblighi previsti dal
"Protocollo di intesa per una procedura di conciliazione in sede
sindacale delle controversie individuali e collettive di lavoro"
siglato nel luglio 1996, provvedendo quindi, per ciascuna
controversia insorta, a costituire la relativa Commissione di
conciliazione, e a coadiuvarla.
Ha inoltre provveduto, coordinandosi con l'Ufficio legale della
Direzione generale agli Affari istituzionali e legislativi, a curare
l'istruttoria relativa a ricorsi presentati, in materia di stato
giuridico e trattamento economico, dal personale davanti
all'Autorita' giudiziaria.
Settore Patrimonio e Provveditorato
Conseguentemente agli obiettivi fissati negli anni precedenti dalla
Giunta, l'attivita' del Servizio si e' caratterizzata per l'impegno
nella realizzazione della nuova sede, la messa a norma degli edifici
destinati a sedi istituzionali e la dismissione del patrimonio non
strategico.
In collaborazione con la Finanziaria Bologna Metropolitana,
concessionaria dei servizi per la costruzione del terzo edificio,
sono stati affidati gli incarichi per la progettazione strutturale e
impiantistica alla societa' Redesco e allo studio Ariatta risultate
vincitrici di gara a norma CEE.
Contemporaneamente e' stata acquistata dal Comune di Bologna l'area
su cui realizzare l'immobile.
Fra dicembre 1999 e gennaio 2000 sara' possibile appaltare i lavori
ed aprire il cantiere per la realizzazione della terza torre. Sara'
cosi' portato a termine il progetto strategico varato dalla Giunta
negli anni 80, che vedeva la collocazione delle sedi di proprieta'
regionale in un unico luogo.
Rimane aperto, invece, il problema del risanamento della sede di Via
A. Moro. Il progetto, consegnato alle organizzazioni sindacali ed ai
RLS, per l'adeguamento funzionale degli impianti elettrici e
termotecnici, il risanamento da lana di vetro, il cablaggio, non ha
trovato il consenso sulle modalita' di esecuzione dell'intervento,
per cui l'opera sara' realizzata solo nel momento in cui, l'immobile
Aldo Moro n. 30 risultera' vuoto.
Intensa e' stata l'attivita' di progettazione ed esecuzione lavori
per riqualificare gli uffici regionali ed adeguarli alla normativa
sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Per tutti si ricordano
gli interventi di ristrutturazione del SPDS di Modena, SPDS di
Forli', l'Osservatorio malattie delle piante e l'archivio di San
Giorgio di Piano.
In attuazione del principio di sussidiarieta' e complementarieta',
ispiratore della nuova legislazione regionale in tema di
trasferimento delle competenze, si e' proceduto a trasferire i beni
in proprieta' alle ARDSU, cosi' come previsto dalla L.R. 50/96,
mentre per i CFP prima del trasferimento in comodato gratuito alle
societa' o consorzi, sono svolti lavori di ristrutturazione e messa a
norma nelle sedi di Parma e di Piacenza.
Infine si e' giunti alla sottoscrizione dell'intesa fra la Provincia
di Forli' e la Giunta della Regione Emilia-Romagna per il
trasferimento della gestione tecnico-amministrativa dei beni
provenienti dalla disciolta azienda per le foreste demaniali.
La dismissione del patrimonio non strategico ha mantenuto un trend
positivo vedendo passare l'introito che nel 1995 era di 300.000.000
annue ad un introito medio di 2.118.000 per cui entro il 1998 sono
stati alienati beni non strategici per 7.500.000.000.
Tre sono stati, inoltre, i progetti strategici che hanno
ulteriormente qualificato l'attivita' del Servizio e che si
concretizzano in:
- un nuovo modello operativo per la gestione delle attivita' di
provveditorato;
- un contratto di global service per la manutenzione degli immobili;
- un sistema di polizze assicurative che affronti in materia organica
tutti i rischi a cui puo' andare incontro la Regione Emilia-Romagna e
il suo personale.
Nuovo modello operativo dell'attivita' di acquisto di beni e servizi
Affermato il principio che la delibera di programma e' la base della
politica degli acquisti di beni e servizi, e' sorta la necessita' di
ridisegnare i processi di acquisto, attraverso l'ottimizzazione della
struttura organizzativa e l'utilizzo di tecnologie e metodologie
capaci di supportare in maniera efficace i processi.
Si e' centrata l'attenzione sulla identificazione delle principali
criticita' che determinano ad allungare i tempi, eliminando i
processi ridondanti e migliorando l'efficienza, anche attraverso il
decentramento di funzioni non strategiche per l'attivita' del
Servizio.
Il programma trovera' attuazione nel 1999.
Progetto global service per la gestione della manutenzione
L'appalto di global service, comprendente attivita' di servizio e
lavori di manutenzione, nasce dalla necessita' di individuare
politiche d'intervento e procedure operative per la gestione e la
manutenzione del patrimonio edilizio in uso e/o di proprieta' della
Regione al fine di ottimizzare l'uso delle risorse economiche e
produttive, migliorare e garantire l'adeguamento normativo del
patrimonio, costituire un'anagrafe del patrimonio e realizzare una
banca dati sugli interventi che consentano di attuare una gestione
programmata della manutenzione.
L'appalto si svolgera' nel 1999 e con la procedura prevista dal DL
157/95 recepimento della direttiva CEE 92/50.
Assicurazioni della Regione Emilia-Romagna
Con il supporto di un broker assicurativo e' stato esaminato il
quadro assicurativo della Regione, limitato nel 1997 alle sole
assicurazioni sugli immobili e alla polizza Kasco.
Nel 1998 dopo un'analisi dei rischi e degli obblighi previsti dai
contratti di lavoro sono state sottoscritte le seguenti polizze:
- incendio e rischi accessori per beni mobili e immobili;
- furto e rapina;
- infortuni dei dipendenti alla guida di mezzi di trasporto propri o
di proprieta' della Regione Emilia-Romagna;
- danni ai mezzi di trasporto dei dipendenti polizza Kasco;
- polizza RC Autolibromatricola - rischi diversi;
- RC verso terzi e dipendenti - I e II rischio;
- RC professionale e tutela legale dei dirigenti.
Le polizze hanno livelli di copertura qualitativamente molto elevati,
con carattere di eccezionalita' per alcuni rischi nella misura in cui
il mercato e' molto poco disponibile a fornire coperture cosi' ampie.
SANITA'
Nella relazione al Consiglio "la sanita' nella riforma del welfare"
del 1996, tra gli elementi cui porre maggiore attenzione venivano
evidenziati quelli relativi al mantenimento della qualita' e
dell'appropriatezza della rete dei servizi socio-sanitari in
dotazione e quelli relativi al controllo della spesa.
La consapevolezza della criticita' ricoperta dai citati elementi e la
convinzione che le ragioni di tali criticita' andavano in buona parte
ricercate in componenti di tipo strutturale ha dato avvio ad un
profondo processo di riorganizzazione e di riconversione che ha
coinvolto una parte significativa del sistema dei Servizi sanitari
della regione.
Tale rilevante processo non ha semplicemente interessato le
caratteristiche quantitative dell'offerta. Al contrario, l'impegno e'
stato prevalentemente indirizzato alla revisione e alla
riprogettazione di parti significative dell'organizzazione aziendale
e alla definizione delle relazioni funzionali intra ed inter
aziendali.
Sul versante della revisione organizzativa del sistema dei servizi,
gli interventi hanno fatto riferimento all'assunto secondo il quale
le ragioni dell'eccesso di consumo e di spesa dovessero essere
ricondotte ad elementi di carattere strutturale (caratteristiche
demografiche e sociali della popolazione, reddito e modelli di
consumo, struttura e dimensione dell'offerta, appropriatezza clinica
nella utilizzazione delle risorse al sistema,...) piuttosto che di
tipo congiunturale.
In tale prospettiva rientrano gli interventi, le azioni e gli
indirizzi concernenti la revisione dell'organizzazione
dell'assistenza ospedaliera, la valorizzazione dell'assistenza
distrettuale ambulatoriale, semi residenziale e residenziale cosi'
come il potenziamento degli interventi di prevenzione.
Tra gli interventi relativi all'assistenza ospedaliera quelli piu'
significativi riguardano:
- la rideterminazione della struttura dell'offerta (cosiddetto Piano
attuativo locale), con cui si e' teso a ridefinire il ruolo
dell'ospedale e la dotazione complessiva dei posti letto (posti letto
pubblici per acuti: 4 per mille abitanti, posti letto di lungodegenza
e riabilitazione estensiva: 0,7-1 posti letto per mille abitanti);
- l'attivazione dell'organizzazione dipartimentale, con la quale
migliorare il grado di partecipazione dei professionisti al processo
decisionale, ottimizzare l'uso e il rendimento delle risorse in
dotazione ai reparti e ai servizi, qualificare il processo di presa
in carico dei pazienti;
- l'attivazione delle unita' assistenziali di lungodegenza, post
acuzie e riabilitazione estensiva, con cui si intendeva differenziare
la risposta assistenziale e valorizzare la professionalita'
infermieristica.
Sul versante dell'assistenza distrettuale sono stati attivati
importanti interventi di sviluppo dell'assistenza primaria come
anticipatori della piu' complessiva revisione organizzativa delineata
dal PSR 1999-2001. Rientrano in tale ambito:
1) la valorizzazione del ruolo del MMG, prevalentemente orientata al
miglioramento dell'appropriatezza prescrittiva e della presa in
carico dei pazienti in assistenza domiciliare integrata (livelli di
spesa programmati e associazionismo medico);
2) lo sviluppo e la riorganizzazione dell'assistenza domiciliare,
anche come strumento per facilitare ed assecondare il processo di
deospedalizzazione;
3) la riorganizzazione dell'assistenza specialistica ambulatoriale
finalizzata alla riduzione delle liste di attesa e alla
priorizzazione della produzione verso quelle prestazioni a maggior
contenuto diagnostico terapeutico;
4) il potenziamento delle strutture residenziali e semi residenziali
rivolte alla popolazione anziana.
Sul versante della prevenzione collettiva, oltre alle azioni di
razionalizzazione dei servizi e delle sedi di erogazione delle
prestazioni, si evidenziano:
- la diffusa attuazione del programma di screening dei tumori
femminili della mammella e dell'utero;
- l'approvazione del programma triennale 1998-2000 sulle iniziative
di informazione ed educazione per la prevenzione da HIV;
- e' stata positivamente terminata la prima fase del censimento delle
Aziende e degli edifici con presenza di amianto e sono stati definiti
i criteri e le modalita' di esecuzione della seconda fase del
censimento;
- e' stato istituito ed e' funzionante il Comitato regionale di
coordinamento della pubblica Amministrazione per migliorare la
sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro;
- la costituzione dell'Osservatorio per il monitoraggio delle
attivita' di realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Velocita'.
Le azioni di riorganizzazione e di orientamento della produzione dei
servizi sopra descritte non hanno ancora compiutamente esaurito le
loro potenzialita'. Tuttavia, l'analisi dei risultati osservati nel
corso del triennio 1996-1998 e' evidente dimostrazione
dell'appropriatezza e del rendimento delle azioni intraprese.
Sul versante dell'offerta ospedaliera appare evidente un orientamento
che indica la tendenza a modulare la risposta in funzione delle
caratteristiche di bisogno del paziente e della natura
dell'assistenza necessaria. Infatti, nel triennio 1996-98, la
dotazione in letti per acuti si riduce significativamente, vengono
aumentati i letti destinati all'assistenza diurna e vengono attivati
oltre 1500 posti letto di lungodegenza e riabilitazione estensiva. Il
saldo complessivo in letti nelle strutture ospedaliere pubbliche
registra una riduzione di circa il 17%.
I risultati in termini di consumo evidenziano:
a) una riduzione significativa, e costante nel tempo, del tasso di
ospedalizzazione ordinario che dal 189 del 1996 e' passato al 173 del
1998 con sostanziale allineamento al dato medio nazionale nel caso
dei ricoveri ordinari;
b) un evidente miglioramento nella capacita' di eseguire interventi
chirurgici in regime di day hospital, + 25%;
c) una significativa riduzione dei ricoveri (- 6% nel triennio) piu'
appropriatamente trattabili in forma domiciliare;
d) l'attivazione dell'organizzazione dipartimentale in quasi tutte le
aziende.
Sul versante dell'assistenza distrettuale i dati piu' significativi
riguardano:
1) un incremento dei posti letto in strutture residenziali di oltre
1800 unita', registrando rispetto al 1996 un aumento di circa il 17%
e raggiungendo una dotazione del 3,3% degli ultra settantacinquenni,
e di quelli in centri diurni di oltre 850 unita', piu' che duplicando
la dotazione del 1996 raggiungendo un tasso dello 0,47% degli ultra
settantacinquenni;
2) nell'anno 1998 sono stati assistiti a domicilio circa 9700 persone
con un aumento rispetto al 1997 di oltre il 24%. Nello specifico,
l'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) per gli anziani ha avuto in
carico 4300 persone, realizzando rispetto al 1996 un aumento di circa
il 74%, l'ADI oncologici ha assistito circa 5200 persone,
incrementandosi rispetto al 1996 del 63% circa e assistendo a
domicilio il 38% dei deceduti per tumore. La farmaceutica registra
una riduzione progressiva dei consumi e un contenimento della spesa
che posiziona la nostra Regione ai primi posti a livello nazionale;
3) tutte le aziende hanno fissato i tempi massimi di attesa per
prestazioni specialistiche da garantire al 30/6/1999: 30 o 60 giorni,
rispettivamente per le visite e la diagnostica strumentale, e
risposte entro le 24 ore, massimo 7 giorni se differibili, per le
urgenze. In diverse realta' gli obiettivi sono gia' stati raggiunti
al 31/12/1998.
Sul versante della prevenzione collettiva tra i risultati piu'
significativi va evidenziata la buona e significativa progressione
del programma di screening dei tumori della sfera genitale femminile.
Per entrambi gli screening, nel 1998 la percentuale di risposta
all'invito ha superato il 60% delle donne contattate (79% per
l'utero, 55% per la mammella della popolazione target).
I risultati positivi sul versante della produzione e del consumo,
sopra sommariamente esposti, sono oltremodo avvalorati dai risultati
che le azioni intraprese hanno determinato sulla capacita' di
controllo della dinamica economico-finanziaria.
E' tuttavia preliminarmente opportuno sottolineare che, per quanto
doverosi e necessari, questi interventi da soli non possono essere
sufficienti a realizzare un soddisfacente equilibrio economico della
sanita' regionale.
Come e' stato autorevolmente sostenuto anche dalla Corte dei Conti
nella sua lusinghiera relazione del 1997 sul processo di
riconversione dei servizi e di razionalizzazione della spesa in corso
nella nostra regione, la Regione Emilia-Romagna e' stata, piu' di
altre, penalizzata nei trasferimenti statali per l'effetto combinato
dell'applicazione di criteri di riparto fortemente inadeguati e di un
Fondo sanitario nazionale seriamente sottostimato.
Cosi' come piu' volte rimarcato nei dibattivi consiliari, e' nostra
convinzione che le questioni finanziarie del Sistema sanitario
regionale possono essere adeguatamente affrontate con azioni
articolate su piu' punti:
- azioni di riordino e di riorganizzazione dei servizi (cosi' come
sopra descritti);
- adeguamento del Fondo sanitario nazionale al fabbisogno reale
determinato in base ai livelli di assistenza che si vogliono erogare
ai cittadini;
- determinazione di corretti criteri di riparto del Fondo tra le
Regioni, correlati agli indici di ponderazione della popolazione.
Se questo e' il quadro di riferimento entro il quale si colloca
l'azione della Regione, si puo' registrare con soddisfazione la
situazione che si prospetta sia per i risultati delle azioni poste in
essere dalle aziende sulla base delle indicazioni regionali, che per
il progressivo affinarsi dei criteri di riparto del Fondo sanitario
nazionale, nella direzione auspicata dalla nostra Regione.
Per quanto riguarda la corrispondenza dei finanziamenti al fabbisogno
del Sistema sanitario, tra Governo e Regioni e' stato attivato un
tavolo di lavoro che dovra' pervenire alla rideterminazione, in modo
coerente ed adeguato, del valore della quota capitaria prevista dal
Piano sanitario nazionale a finanziamento dei livelli minimi
essenziali di assistenza. La finanziaria 1999 fissa le procedure e i
tempi per l'analisi - per ogni realta' regionale - e per la
concertazione tra Governo e Regione di un programma di interventi per
il rientro dalle situazioni deficitarie (e le relative modalita' di
attuazione), allo scopo di conciliare l'equilibrio
economico-finanziario ed i livelli di assistenza da garantire in
condizioni di uniformita' sull'intero territorio nazionale. Esito di
tale lavoro sara' la definizione dell'entita' dei disavanzi degli
esercizi pregressi (con l'indicazione delle competenze, statali o
regionali, al loro ripiano) e la quantificazione delle sottostime del
fabbisogno finanziario del Sistema sanitario nazionale.
E' possibile evidenziare le stime dei risultati delle azioni messe in
atto dal Sistema sanitario regionale per il contenimento della spesa
nei principali fattori produttivi.
PERSONALE. Secondo i dati forniti dalle Aziende, le unita' in
servizio al netto del trasferimento all'ARPA, al 31 dicembre 1998
sono 51.956: 1733 unita' in meno rispetto ai presenti al 31 dicembre
1996. Il costo ammonta a 3.737 miliardi, con un aumento, nell'arco
del triennio 1996-1998, di 161,7 miliardi, pari al 4,52%. Il calo del
personale ha consentito di contenere in modo significativo gli oneri
per aumenti contrattuali. Infatti, se il costo del personale del
Sistema regionale avesse subito l'incremento medio nazionale al
termine del periodo si sarebbe determinato un incremento di spesa del
9,5%. Il risparmio indotto dalle azioni aziendali e' stimabile, sulla
base di tali valutazioni, intorno ai 335 miliardi nei tre anni.
FARMACEUTICA. Nel 1998 la spesa farmaceutica ammonta a 808,233
miliardi. Ha registrato dal 1996 al 1998 un aumento di 39,4 miliardi,
pari a + 10,88%. Applicando alla spesa regionale i tassi incrementali
registrati mediamente nel Paese, nel 1998 si sarebbe determinata una
maggiore spesa di 87,766 miliardi.
La spesa netta pro capite della regione si presenta oggi come la piu'
bassa tra le regioni italiane situandosi a 204.765 lire/residente (-
2.7%) contro una media nazionale di 210.377 lire/residente.
Standardizzando il dato per l'eta' della popolazione il divario
aumenta ancora piu' favorevolmente per la nostra regione: 204.765
lire/residente (- 9.9%) contro 227.270 della media nazionale.
BENI E SERVIZI. Il costo per beni e servizi ha subito nel periodo
1996/1998 un incremento inferiore al tasso di inflazione con un
aumento del 4,46% con cio' rispettando i vincoli della finanziaria e
con un risultato al 31/12/1997 significativamente inferiore a quello
atteso sulla base del trend nazionale. Da rimarcare come
sull'incremento di costi del 1998 abbiano inciso in corso d'anno
maggiori costi rispetto al 1997 e a quanto a suo tempo previsto, per
la sperimentazione della multiterapia Di Bella, l'applicazione della
direttiva CEE sui dispositivi sanitari e l'aumento per i farmaci
antiretrovirali.
CONSIDERAZIONI. L'analisi dell'andamento della spesa con riferimento
ai principali fattori produttivi (personale, beni e servizi, farmaci)
conferma l'efficacia dei piani delle azioni concertate tra i soggetti
del sistema: Regione ed Enti locali per quanto riguarda scelte
strategiche e di programmazione, Regione e Direzioni aziendali per
quanto riguarda la gestione dei servizi. Tali risultati in parte
hanno permesso di diminuire i disavanzi e in parte hanno favorito
l'apertura di nuovi servizi. Basti pensare all'apertura di strutture
residenziali e semiresidenziali per anziani, al potenziamento
dell'attivazione dei reparti di lungo-degenza post-acuzie e
riabilitazione estensiva, a programmi e progetti per particolari
patologie, ivi comprese alcune alte specialita' come la
cardiochirurgia.
Le considerazioni positive esposte trovano conferma nell'andamento
dei disavanzi degli esercizi 1995 e seguenti. L'incidenza del
disavanzo regionale su quello nazionale passa infatti dal 39,34% del
1995 al 6,24% del 1998. Il disavanzo pro-capite in Emilia-Romagna per
il 1998 e' pari a circa 130.000 pro-capite, il disavanzo pro-capite
medio nazionale e' pari a 140.000.
In considerazione del fatto che i trasferimenti dal fondo sanitario
nazionale risentono ancora della gradualita' dell'applicazione dei
criteri di finanziamento a quota capitaria pesata, e che le Regioni
stimano in oltre ottomila miliardi il maggior fabbisogno del sistema,
il risultato che si prospetta per il 1999 e' sostanzialmente
allineato alla quota parte di sottostima del Fondo sanitario
nazionale e valutato in almeno 5.000 miliardi dalle Regioni. Il
disavanzo dell'Emilia-Romagna e' oggi comunque in netta contro
tendenza con i risultati prospettati per altre Regioni aventi le
stesse caratteristiche sanitarie e socio economiche della Regione
Emilia-Romagna.
POLITICHE SOCIALI, EDUCATIVE E FAMILIARI. QUALITA' URBANA.
IMMIGRAZIONE. AIUTI INTERNAZIONALI
Nel corso del 1998 il dibattito sullo stato sociale ha posto con
forza il ruolo che le Regioni e gli Enti locali dovranno assumere nel
processo di riforma delle politiche sociali. Un ruolo che si e'
andato evidenziando sia perche' le istituzioni piu' vicine ai
cittadini, possano di fatto essere piu' attente nella lettura dei
mutamenti dei bisogni e del disagio, e quindi essere in grado di
governare con maggiore efficacia la domanda sociale che si esprime
sul territorio; e contemporaneamente per i cambiamenti negli assetti
istituzionali di governo indotti dal processo di decentramento
amministrativo in attuazione del DLgs 112/98.
Nell'ambito del dibattito della riorganizzazione del sistema di
welfare un altro aspetto rilevante e' stato quello relativo alla
necessita' di pensare ad un welfare mix, in cui pubblico e privato
possano trovare nuove forme di collaborazione, per rispondere
all'aumento e alla diversificazione della domanda sociale, in altri
termini per allargare l'area della cittadinanza e ridurre gli effetti
negativi dei processi di esclusione sociale.
Un dibattito che e' stato sostenuto dalla consistente crescita del
terzo settore, che nell'ambito dei servizi sociali o socio
assistenziali ha assunto un rilievo significativo, evidenziando la
presenza di una molteplicita' di soggetti con ruoli assai
differenziati (organizzazioni di volontariato, cooperative sociali,
associazionismo, imprese sociali).
Nell'ambito di questo dibattito sono emerse alcune linee di indirizzo
per avviare il processo di riforma del welfare regionale locale.
Un processo teso ad ampliare i diritti di cittadinanza, a migliorare
il rapporto fra Amministrazione pubblica e cittadini e a costruire
nuove forme di reciprocita' sociale.
Un processo che richiede un'innovazione degli assetti istituzionali
del territorio per rafforzare la capacita' di risposta delle
comunita' locali e sviluppare una capacita' di programmazione che
favorisca l'integrazione e il coordinamento (politiche, strumenti e
risorse) la compartecipazione di diversi soggetti mediante
l'elaborazione e formulazione di progetti e obiettivi condivisi.
Le linee di indirizzo della riforma del welfare regionale hanno posto
l'esigenza di nuovi strumenti di programmazione regionale, basata
sulla concertazione, per favorire la collaborazione fra soggetti
pubblici del terzo settore e fra soggetti pubblici e del privato di
mercato, per costruire una rete integrata di servizi e di interventi
orientati alla persona nel suo contesto familiare e/o relazionale; e
definire un quadro di regole per favorire l'accesso ai servizi e
garantire la qualita' della prestazione, mediante strumenti di
controllo, valutazione e accreditamento.
Nell'ambito di queste linee di indirizzo la Regione ha iniziato
l'elaborazione di una nuova legge di riforma del welfare regionale e
locale e, di concerto con gli Enti locali, ha avviato una serie di
interventi che sono sintetizzabili nelle attivita' piu' rilevanti dei
singoli servizi.
Settore Servizi sociali
Anziani
In attuazione della L.R. 5/94 sono stati attivati complessivamente 47
progetti di iniziativa regionale finalizzati ad incentivare:
- l'assistenza domiciliare integrata;
- ed i servizi per anziani affetti da demenza senile e le loro
famiglie;
- progetti di azioni positive proposte da piccoli Comuni e da Comuni
montani nel campo dei trasporti, affido familiare di anziani e
attivita' di auto-aiuto;
- si e' consolidato l'utilizzo dell'assegno di cura che interessa
6.900 famiglie circa;
inoltre:
- e' stata avviata la predisposizione di un programma regionale sulle
demenze da completare nel 1999;
- sono state completate ed attivate alcune strutture realizzate con i
fondi del Piano ex art. 20, Legge 67/88, I triennio ampliando
significativamente l'offerta della rete dei servizi;
- si e' proceduto alla definizione di un nuovo sistema di
finanziamento a carico del Fondo sanitario per i servizi
socio-sanitari integrati.
Disabili e cooperazione sociale
Sono proseguite le attivita' finalizzate a qualificare le modalita'
di affidamento in gestione dei servizi socio-assistenziali, sanitari,
educativi.
Sono state adottate le circolari applicative della L.R. 29/97.
Sono stati accolti e finanziati:
- progetti di Comuni, Azienda Unita' sanitaria locale, e Comunita'
Montane per l'avvio di Servizi di aiuto personale; richieste di
cittadini per l'acquisto o l'adattamento di veicoli destinati al
trasporto di disabili;
- richieste di cittadini disabili gravi per la dotazione, a
domicilio, di strumentazioni informatiche e tecnologiche atte ad
aumentare i livelli di autonomia.
E' stata nominata la nuova Consulta regionale per le politiche a
favore delle persone disabili (ai sensi dell'art. 12, L.R. 29/97).
Sono stati istituiti i gruppi di lavoro ed avviati gli incontri
necessari a dare attuazione agli artt. 7 e 11 della L.R. 29/97.
IPAB, volontariato, associazionismo
E' stato avviato il censimento generale sulle attivita' e risorse
delle IPAB.
Si e' tenuta la seconda Conferenza regionale per il volontariato;
sono stati approvati gli indirizzi riguardanti le modalita' di
rapporto tra istituzioni pubbliche ed i singoli volontari.
E' stata modificata la legge regionale per la promozione e la
valorizzazione dell'associazionismo.
Settore politiche per l'accoglienza e integrazione sociale
In applicazione del progetto regionale tossicodipendenze
(deliberazione di Giunta regionale 722/95):
- sono proseguiti i lavori del Gruppo tecnico consuntivo regionale;
- e' stato avviato il sottoprogetto "Linee di indirizzo regionale
sulla prevenzione della mortalita' per overdose nei
tossicodipendenti" (DL 1480/98).
Sono stati assegnati finanziamenti alle Aziende Unita' sanitarie
locali, agli Enti ausiliari e agli Enti locali a sostegno di progetti
sulle tossicodipendenze ed alcoldipendenze.
Sono state finanziate attivita' di formazione degli operatori del
Sistema dei servizi.
E' stato definito un protocollo di intesa sul tema delle
tossicodipendenze tra Regione e CALER.
In collaborazione con la Direzione generale Sanita' e' stato messo a
punto un Progetto regionale tabagismo.
Sono stati definiti i criteri per l'autorizzazione al funzionamento
dei SERT (L.R. 34/98).
E' proseguita l'attivita' di aggiornamento dell'Albo regionale degli
Enti ausiliari.
Settore Immigrazione
Si e' provveduto alla gestione amministrativa di fondi statali per la
predisposizione dei Centri di prima accoglienza (Legge 39/90).
E' stato predisposto un progetto di legge regionale sull'immigrazione
in attuazione del DLgs 286/98.
E' stata indetta dal Presidente della Giunta regionale una Conferenza
con la partecipazione dei Prefetti, di Presidenti delle Provincie e
dei Sindaci dei Comuni capoluogo per l'esame delle questioni piu'
importanti relative al fenomeno immigrazione.
Carceri
E' stato definito il Protocollo d'intesa tra Ministero di Grazia e
Giustizia e Regione siglato in data 5 marzo 1998, nell'ambito della
sua applicazione sono state portate avanti le seguenti azioni:
- monitoraggio, in collaborazione col Comune di Bologna, del progetto
di rilievo regionale "Sportello informativo immigrati";
- avvio di un Sistema Informativo Carcere;
- avvio di progetti, approvati dalla Commissione regionale per
l'impiego, relativi allo svolgimento di lavori socialmente utili, da
parte di soggetti detenuti;
- avvio di una collaborazione con la facolta' di Psicologia
dell'Universita' di Bologna per attivare tirocini di studenti e
migliorare l'organizzazione del lavoro educativo-psicologico;
- messa a punto di una metodologia di valutazione di progetti in
ambito carcerario;
- attivazione di iniziative volte a favorire modifiche dell'assetto
normativo dell'ospedale psichiatrico giudiziario;
- attuazione del programma di riutilizzo della struttura di
Castelfranco Emilia per la realizzazione di un Istituto a custodia
attenuata per tossicodipendenti.
Sono stati finanziati 10 progetti ex art. 41, primo comma, lettera
c), L.R. 2/85 per inserimenti lavorativi e miglioramento di vita
all'interno del carcere.
Nomadi
Nell'ambito dell'organizzazione di un Convegno europeo da tenersi nel
1999 sono stati attivati:
- incontri con esperti italiani ed europei per individuare le
tematiche;
- e' stato prodotto un primo rapporto sulla popolazione nomade
presente sul territorio;
- sono stati finanziati 5 interventi specifici per i nomadi ex art.
41, primo comma, lettera c), L.R. 2/85.
Prostituzione
Nell'ambito del progetto regionale (deliberazione di Giunta regionale
2567/96):
- e' stato avviato un sistema di rilevazione dati per progetti di
unita' di strada ed accoglienza;
- nell'ambito dei finanziamenti CEE sono stati presentati tre
progetti e la Regione si e' assicurata la partnership per altri due
progetti;
- sono stati individuati alcuni criteri di valutazione dei
finanziamenti concessi ex art. 41, L.R. 2/85;
- si e' partecipato al "Tavolo di coordinamento nazionale sulla
prostituzione e la tratta";
- si e' proceduto all'organizzazione di un Convegno Europeo (anno
1999);
- e' stata predisposta l'iniziativa di accompagnamento - Progetto
regionale prostituzione (1998/99).
Sono stati finanziati 9 progetti di sviluppo ex art. 41, L.R. 2/85.
Nuove poverta'
E' stata predisposta ed avviata la "Ricerca/Azione sull'integrazione
e sul sistema di rete dei servizi pubblici e del privato sociale nei
confronti di gruppi a rischio di esclusione del disagio sociale
adulto".
Settore Politiche familiari, per l'infanzia e l'adolescenza
Servizi educativi fascia di eta' 0-6 anni
Assegnazione di contributi ai Comuni per:
- consolidamento servizi;
- estensione offerta di servizi tramite ampliamento e/o adeguamento
delle strutture;
- realizzazione di azioni sperimentali per definire soluzioni di cura
ed educazione differenziate e flessibili;
- qualificazione dei servizi esistenti.
Interventi rivolti alle famiglie
Sono stati assegnati finanziamenti destinati allo sviluppo ed alla
qualificazione dei nove Centri per le famiglie istituiti ex L.R.
27/89 ed e' stata realizzata la campagna promozionale sul Progetto
Affido.
Donne in difficolta'
Sono stati finanziati interventi destinati a strutture di accoglienza
ed e' stata avviata la revisione delle linee di indirizzo per il
rilancio dei prestiti sull'onore che vedra' la sua attuazione
operativa nel 1999.
Infanzia adolescenza e minori
A seguito dell'attuazione del Piano nazionale d'azione per l'infanzia
e l'adolescenza e dell'emanazione della Legge 285/97, con delibera
del Consiglio regionale 915/98 sono state definite le linee di
indirizzo ed i criteri per la progettazione, ai fini dell'adozione di
un programma regionale triennale di intervento.
Sono state attuate numerose esperienze di formazione rivolte ad
operatori sociali, sanitari e scolastici e numerose iniziative di
scambio con altre Regioni per la messa in rete delle esperienze piu'
avanzate.
Sono in via di approvazione e finanziamento 16 progetti di intervento
relativi a strutture residenziali e semi-residenziali per minori in
difficolta' ex art. 42, L.R. 2/85 anche allo scopo di adeguarle ai
requisiti strutturali e funzionali previste dalla Direttiva regionale
776/97.
Diritto allo studio
Sono stati erogati contributi a piccoli Comuni ed alle Provincie per
l'elaborazione di specifici progetti di interesse e con valenza
regionale ex artt. 9 e 10, L.R. 9/83.
Sono stati realizzati specifici progetti, di iniziativa regionale,
orientati a fornire strumenti di lavoro qualificati al mondo della
scuola su temi diversi.
LAVORO, FORMAZIONE, SCUOLA ED UNIVERSITA'
Nel corso del 1998 e' stato accelerato il processo di definizione e
ricomposizione delle politiche per il lavoro a scala regionale.
In questo senso, a fronte degli interventi di incentivazione delle
assunzioni, previsti dalla L.R. 45/96 e di promozione dell'accesso al
lavoro (tirocini), ha acquisito particolare rilevanza la
realizzazione della L.R. 25/98 "Norme in materia di politiche del
lavoro e di servizi per l'impiego" con la quale si e' inteso
organizzare le nuove competenze conferite ai sensi della Legge 59/97.
Si e' trattato della prima legge regionale adottata in Italia di
organizzazione delle competenze sulle politiche e sui servizi del
lavoro trasferite alle Regioni stesse attraverso un apposito decreto
legislativo di attuazione della "Bassanini". Due gli obiettivi
fondamentali: realizzare un governo integrato delle politiche del
lavoro, delle politiche formative e dell'istruzione; riorganizzare
gli strumenti pubblici di gestione del mercato del lavoro. Attraverso
la L.R. 25/98 viene istituita l'Agenzia Emilia-Romagna Lavoro,
struttura della Regione di supporto tecnico per le politiche del
lavoro, per la progettazione degli interventi regionali in materia,
le funzioni di Osservatorio del mercato del lavoro, il supporto alle
Provincie nella qualificazione dei servizi ai cittadini ed alle
imprese. La medesima legge attribuisce alle Provincie funzioni piene
di programmazione locale delle politiche del lavoro e di gestione dei
nuovi servizi per il lavoro, i "Centri per l'impiego" si
sostituiranno agli attuali uffici di collocamento per rispondere alle
diverse richieste relative al lavoro provenienti dai cittadini e
dalle imprese. In attuazione della L.R. 25/98 sono stati approvati
gli indirizzi dell'AERL e gli atti di nomina dei componenti degli
strumenti di indirizzo e concertazione.
E' stato inoltre avviato il confronto con il Ministero del Lavoro e
le Provincie per il trasferimento delle risorse connesse alle nuove
competenze.
Nell'ambito del medesimo processo si sono concluse le attivita' di
formazione ed assistenza tecnica agli operatori dei servizi previste
nel Progetto Leonardo "Polis" e sono stati avviati altri progetti di
formazione degli operatori dei servizi previsti dal Progetto 492
Orientamento.
E' proseguito inoltre il confronto con il Ministero per la
realizzazione del Sistema informativo Lavoro ed e' stata avviata la
fase di progettazione di estensione dello stesso ai Comuni, in una
logica di semplificazione amministrativa.
Per quanto attiene gli strumenti di promozione dell'accesso al
lavoro, nel corso del 1998 e' proseguita l'attivita' di
programmazione di tirocini ai sensi della L.R. 45/96 e sono state
avviate attivita' di supporto e qualificazione della promozione da
parte di soggetti terzi dei tirocini stessi da parte di soggetti
terzi quali CFP, Scuole, Universita', ARDSU, Servizi per il lavoro.
Durante l'anno e' continuata l'attivita' di supporto alla Commissione
regionale per l'impiego (CRI), organo di gestione del mercato del
lavoro in ambito regionale ed inoltre ampio spazio e' stato dedicato
alla promozione, divulgazione e assistenza progettuale delle
iniziative relative ai lavori socialmente utili. A tal fine e' stato
costituito un gruppo di lavoro interassessorile di gestione e
monitoraggio degli interventi; nel corso dell'anno la CRI ha
approvato 291 progetti che coinvolgono 1550 lavoratori per una
stanziamento globale a carico del Fondo nazionale per l'occupazione
pari a 14,317 miliardi (nel 1997 la cifra relativa era 4,5 miliardi).
Nel periodo di riferimento si e' dato avvio anche al Programma d'area
"Porto di Ravenna", che si prefigge come obiettivo principale la
promozione integrata del sistema portuale ed interportuale attraverso
l'individuazione di possibili strumenti per rispondere all'emergenza
occupazionale e la messa in atto di politiche di riqualificazione
dell'ambiente nel sistema idroviario connesso al porto. In attuazione
della L.R. 30/96 "Norme in materia di programmi d'area", e' stata
convocata nel mese di dicembre 1998 la Conferenza preliminare del
Progetto d'area di Ravenna, nella quale si e' registrata l'adesione e
la sottoscrizione dell'accordo preliminare da parte di tutti i
soggetti partecipanti.
Per quanto riguarda l'orientamento il finanziamento ricevuto nel 1998
del progetto presentato ai sensi della Legge 492/88 ha posto le
premesse, attraverso la predisposizione degli atti amministrativi e
dei due bandi di gara, per un intervento organico di sistema
finalizzato al rafforzamento dei servizi territoriali attraverso
azioni integrate di assistenza tecnica, formazione, ricerca e
sviluppo del sistema informativo.
Contestualmente sono proseguite le azioni pilota a sostegno della
attivita' e dei servizi definiti nel 1997 nelle Direttive, in
particolare in due direzioni:
- attivita' per le scuole (pubblicazione e presentazione del "Sapere
minimo sull'orientamento");
- bilancio di competenze.
Nell'ambito del Progetto professioni sono stati pubblicati altri due
volumi: "Lavorare con i bambini", "Le professioni del sociale" ed e'
proseguita l'attivita' di collaborazione a livello europeo con
l'Onisep.
La L.R. 45/96 "Misure di politica regionale del lavoro" che ha
conosciuto nel 1997 il suo primo anno di attuazione, ha continuato
nel corso del 1998 nel finanziamento degli interventi stabiliti dagli
articoli 5 e 9 della stessa legge. L'attuazione di questi interventi
ha permesso la realizzazione di significativi risultati nell'ambito
delle politiche regionali a sostegno dell'occupazione. Sostegno che
si e' concretizzato all'interno dei Progetti occupazionali in aree
svantaggiate nel finanziamento di oltre 500 inserimenti nel mondo del
lavoro e nel reinserimento professionale a livello regionale di quasi
200 adulti provenienti dalle liste di mobilita' e dalla cassa
integrazione o disoccupati da oltre 12 mesi.
Nel corso del 1998 ci si e' impegnati nella ridefinizione degli
strumenti di analisi e di osservazione del mercato del lavoro. Si e'
ideata una nuova struttura a supporto delle politiche formative,
dell'istruzione e del lavoro che svolge funzioni di analisi degli
scenari di riferimento e valutazione dell'azione
politico-amministrativa.
Per cio' che concerne la valutazione delle attivita' di formazione
professionale si e' chiusa l'indagine campionaria sull'efficacia
occupazionale della formazione al lavoro a diretta gestione regionale
per l'Obiettivo 3 FSE. L'indagine ha posto importanti basi per la
definizione di metodologie per la misurazione degli sbocchi
occupazionali dei corsi di formazione. A questo proposito, e' in
corso di realizzazione una nuova indagine mirata a sperimentare
metodologie omogenee per la valutazione di efficacia sui piani
formativi di quattro Amministrazioni provinciali (Ferrara,
Forli'-Cesena, Ravenna, Reggio Emilia).
E' inoltre in fase di chiusura il progetto per il monitoraggio e la
valutazione dell'efficacia occupazionale delle attivita' formative e
di orientamento a favore delle fasce deboli realizzate sul territorio
regionale in questi ultimi anni.
Infine e' in fase di definizione l'avvio di nuovi progetti di
valutazione delle politiche formative e del lavoro, che abbiano per
oggetto le iniziative formative per disoccupati (Obiettivo 3 FSE),
per gli occupati (Obiettivo 4 FSE), le dinamiche occupazionali
relative ai disabili nel quadro della recente riforma del
collocamento obbligatorio, il monitoraggio delle politiche attive per
il lavoro (nazionali e regionali) e la loro incidenza (in termini di
spesa e di utenze coinvolte) sul territorio emiliano-romagnolo.
Nel corso del 1998 e' iniziata la sperimentazione del sistema
informativo integrato, lavoro-formazione-orientamento che ha
coinvolto 18 SCICA, le Amministrazioni provinciali di Bologna,
Ferrara, Ravenna, Forli', Reggio Emilia, Piacenza e la Regione; tale
attivita' ha consentito di preparare e formare gli operatori
all'utilizzo di nuovi strumenti nell'ambito di un piu' ampio contesto
relativo ad un nuovo modello organizzativo; ha inoltre consentito di
sperimentare le soluzioni tecniche in particolare per gli aspetti
riguardanti le linee telematiche e le loro performances in un
contesto di attivita' che cresceranno sicuramente nel tempo e che
adesso sono difficilmente quantificabili.
Tale sperimentazione, collegata al progetto multiregionale a
titolarita' del Ministero del Lavoro "Progetto integrato
lavoro-formazione-orientamento", e' realizzata in collaborazione con
INSIEL e terminera' nel 1999.
Di rilevante ampiezza ed importanza strategica e' stata, nel 1998,
l'attivita' di sperimentazione finalizzata alla innovazione
complessiva del sistema formativo.
Varie sperimentazioni regionali, alcune delle quali pluriennali gia'
avviate nel 1997, hanno toccato tutti gli ambiti del sistema
formativo, coniugando in modo innovativo l'approccio "ascendente"
raccomandato dalla Unione Europea con l'approccio "discendente" che
consente l'integrazione dei ruoli, lo sviluppo del partenariato
pubblico/privato, la valorizzazione ed il trasferimento dei risultati
raggiunti nell'ambito delle sperimentazioni.
I principali progetti sperimentali attivati e/o attuati nel 1998
hanno riguardato:
- la riqualificazione degli operatori dell'area socio-assistenziale,
in collaborazione con l'Assessorato ai Servizi sociali (n. 2000
educatori permanenti riqualificati attraverso il progetto "APRIS");
- la qualificazione delle filiere produttive "Parmigiano Reggiano" e
"peschicoltura", in collaborazione con l'Assessorato regionale
Agricoltura;
- l'avvio del progetto "Nuovo apprendistato", in attuazione della
Legge 196/97, rivolta sperimentalmente a 4000 giovani apprendisti di
tutti i settori e di tutti i territori, la definizione di tale
progetto e' stata preceduta dalla firma di un intesa tra l'Assessore
Rivola, le Associazioni imprenditoriali ed i Sindacati confederali
interessati all'apprendistato, intesa che ha anche consentito
l'accesso a rilevanti risorse nazionali aggiuntive (16 miliardi);
- il completamento del meta progetto transnazionale ADAPT/J100
REGIONES gia' avviato nel 1997, finalizzato alla innovazione
complessiva delle modalita' di intervento nelle aree della formazione
continua, della formazione superiore e dei progetti integrati tra
azioni corsuali e non corsuali. Di rilevanti dimensioni, tale
progetto ha consentito l'attuazione di un vero e proprio network
regionale tra diversi soggetti organizzati per "pali" regionali su
argomenti settoriali o trasversali. Tale progetto ha coinvolto in
modo continuativo piu' di 50 organismi di formazione, 200 imprese,
tutti gli atenei dell'Emilia-Romagna, 15 scuole secondarie superiori
ed un numero rilevante di centri di ricerca applicata sia pubblici
che privati. Le attivita' transnazionali del progetto, realizzate in
collaborazione con altre 10 Regioni Europee, hanno consentito uno
scambio molto puntuale e significativo tra operatori e facilitato
l'acquisizione di una dimensione "europea" nei modi di fare
formazione;
- il completamento del progetto transnazionale OCCUPAZIONE/JANUS I,
finalizzato alla innovazione dei percorsi formativi della formazione
professionale iniziale rivolti ai giovani che hanno assolto l'obbligo
scolastico. Tale progetto, anch'esso sviluppato nell'ambito di
partenariati pubblici/privati, ha coinvolto 23 organismi di
formazione professionale, numerosi esperti e ricercatori italiani ed
esteri, e ha consentito la messa a punto di un nuovo modello di
intervento che prefigura le soluzioni da adottare nell'ambito
dell'innalzamento dell'obbligo scolastico e formativo previsto dalla
recente legislazione nazionale.
Gli indirizzi programmatici e le Direttive regionali attuative per il
triennio 1997/99 proponevano nuovi strumenti per l'implementazione ed
il controllo di un vero e proprio sistema qualita' della formazione
professionale regionale.
Una delle procedure piu' innovative previste, gia' in linea con le
indicazioni di principio contenute nella Legge 196/97, consisteva
nell'introdurre nuove modalita' di selezione quale condizione per la
partecipazione agli avvisi pubblici per la presentazione di progetti
formativi e l'ottenimento dei relativi contributi pubblici. Le
garanzie di affidabilita' dovevano quindi riguardare non piu' solo i
singoli progetti, ma gli organismi, i soggetti, che predisponendo
diversi progetti e curandone la realizzazione, si pongono in rapporto
diretto da una parte con l'utenza, alla quale devono assicurare un
buon esito formativo ed occupazionale, e con l'Ente pubblico
programmatore, dall'altra parte, al quale devono garantire un
corretto utilizzo secondo le norme dei finanziamenti concessi.
Si e' conclusa alla fine del 1998 la prima applicazione della L.R.
54/95 "Riordino della funzione di gestione delegata ai Comuni in
materia di formazione professionale". Tutti i Comuni interessati,
salvo il Comune di Bologna, che ha rinunciato alla delega, hanno
proceduto agli adempimenti previsti dalla legge e dagli Accordi di
programma che ne costituiscono lo strumento attuativo. Entro l'inizio
dell'anno sono divenute operative le forme gestionali prescelte per
la gestione delle attivita' delegate, tranne la Societa' facente capo
al Comune di Rimini, che si e' costituita alla fine dell'anno.
Gli Accordi di programma hanno validita' triennale e sono soggetti a
verifica annuale da parte della Regione, per quanto riguarda gli
impegni reciprocamente assunti, la qualita' dei servizi erogati e lo
stato generale della gestione.
La verifica e' stata condotta tra ottobre e dicembre del 1998,
contemporaneamente all'apertura dei termini per la presentazione
delle domande di accreditamento degli enti gestori, ed ha quindi
potuto confrontarsi, arricchendosi, con alcuni contenuti del processo
di accreditamento che comprende le procedure di auditing condotte da
esperti della qualita'. Sono stati cosi' indagati l'organizzazione
(ai fini del controllo del processo formativo, del prodotto, degli
esiti), la qualita' della gestione (amministrazione, contabilita',
situazione di bilancio), il sistema delle relazioni (radicamento sul
territorio, modalita' di rapporto con "clienti" e
interlocutori/partners).
Dalle verifiche e' emerso un quadro sostanzialmente positivo, che ha
dimostrato capacita' innovative e sostanziale tenuta economica,
nonostante la radicalita' del passaggio, prodotto dal riordino, da
CFP garantiti dal proprio carattere pubblico a strutture
privatistiche immesse a pieno titolo nel mercato senza piu' reti
protettive.
A conclusione di una procedura pubblica di pre-selezione dei soggetti
ed appalto a norma delle direttive europee, si e' aggiudicata ad
un'Associazione d'imprese appositamente costituita la realizzazione
di un programma regionale denominato ICARO comprendente azioni di
riqualificazione e di riconversione degli operatori degli enti di
formazione di cui alla L.R. 40/87, finalizzate al sostegno dei loro
percorsi di mobilita' verso una nuova occupazione, o del loro
consistente riposizionamento interno al sistema ed all'Ente, in
direzione di professionalita' idonee allo sviluppo del sistema della
formazione continua. Il programma e' stato finanziato a norma della
Legge 236/93 dal Ministero del Lavoro, con un contributo di 3.246
milioni assegnato alla Regione alla fine del luglio 1997.
Il riposizionamento e' previsto nell'ambito di diverse aree
professionali per lo piu' orientate allo sviluppo di funzioni
organizzative e competenze metodologiche per la formazione continua
dei lavoratori occupati, ed al rafforzamento, con figure di sistema
adeguate, della apertura del mercato ed alle imprese da parte dei
Centri di formazione.
Nell'ambito delle competenze attribuite al Comitato regionale di
sorveglianza, e su mandato del Comitato di concertazione, si e'
svolto un programma di azioni di miglioramento, integrazione e
semplificazione del sistema di programmazione delle politiche
formative, finalizzato a incrementare l'omogeneita' delle pratiche e
il livello di coesione tra la Regione e le Province delegate. Target
dell'iniziativa, a valenza formativa e propositiva, sono stati i
dirigenti e funzionari regionali e provinciali impegnati nelle varie
aree considerate.
I risultati dei laboratori, validati dal Comitato di sorveglianza,
sono stati presentati e discussi nel Comitato regionale di
concertazione, che ha dettato le priorita' a partire dalle quali
procedere operativamente in modo omogeneo o sviluppare
approfondimenti e sperimentazioni.
Tutte le Province, inoltre, sono collegate al server regionale della
formazione professionale; cio' significa che tutte le attivita'
formative e di supporto alla formazione sono aggiornate on-line
relativamente alle fasi di:
- ricezione dei progetti alla scadenza dei bandi;
- istruttoria e approvazione delle attivita';
- gestione e monitoraggio fisico e finanziario;
- rendicontazione delle attivita'.
Il collegamento in rete e la disponibilita' delle informazioni hanno
consentito di attivare rapidamente ed in modo capillare i nuovi
monitoraggi trimestrali ed annuali richiesti dai Ministeri del
Lavoro, del Tesoro e dall'UE a seguito della Decisione comunitaria
C(97) 322 del 23 aprile 1997, denominata SEM 2000 ed applicata a
partire dal 1998; hanno inoltre consentito di verificare
costantemente lo stato di avanzamento fisico e finanziario delle
attivita' regionali e delegate alle Amministrazioni provinciali
nell'ambito del coordinamento e del governo di un sistema della
formazione professionale sempre piu' complesso e articolato.
Il tema della scuola, infine, e' stato centrale nelle attivita'
dell'Assessorato, in ragione dell'approvazione del DLgs 112/98 che
disegna un impianto innovativo nelle relazioni interistituzionali,
con particolare riguardo per le funzioni amministrative in ambito
scolastico e formativo che il decreto attribuisce a Regioni, Province
e Comuni. A seguito di cio', si e' operato sia sul versante
dell'autonomia delle istituzioni scolastiche, prevista fra le
priorita' espresse nel Protocollo di intesa sottoscritto il 13 giugno
1997 fra la Regione, i Ministeri della Pubblica Istruzione e del
Lavoro, le Province ed il CALER, sia in materia di diritto allo
studio.
Sul primo aspetto sono stati predisposti ed approvati, anche a
seguito dell'emanazione del DPR 233/98, gli indirizzi ed i criteri
regionali per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche,
impostati su obiettivi qualitativi e di rispetto delle realta'
territoriali con le quali le scuole autonome saranno chiamate ad
interagire; in applicazione degli indirizzi, le Conferenze
provinciali per l'organizzazione della rete scolastica (CPO) hanno
elaborato entro il 31/12/1998 i Piani provinciali di dimensionamento,
individuando la maggior parte delle scuole che nei diversi ambiti
territoriali saranno riconosciute autonome a partire dall'anno
scolastico 2000-2001. L'operazione sara' completata nel corso del
1999, attraverso la riconvocazione delle CPO incaricate di rivedere,
anche alla luce degli andamenti delle iscrizioni per l'anno
scolastico 1999-2000, alcuni casi sospesi per definire gli assetti
completi delle autonomie scolastiche, sulla cui base la Regione
approvera' il Piano regionale entro il 28 febbraio 2000.
In merito al diritto allo studio, e' stato rivisto il senso della
L.R. 6/83, come modificata dalla L.R. 52/95, producendo un testo di
legge che, approvato dalla Commissione consiliare competente, e' poi
approdato in Consiglio regionale all'inizio del 1999.
L'innovazione introdotta con il progetto di legge riguarda
l'ampliamento della nozione di diritto allo studio, piu' curvata a
ricomprendere le azioni che consentano concrete opportunita' alle
persone di esercitare il massimo di liberta' nelle scelte educative e
formative che intendono compiere. Sono pertanto previste misure utili
per sostenere il successo formativo, per prevenire la dispersione,
per combattere il disagio giovanile, avendo al centro la persona ed
assistendola verso il raggiungimento delle piu' alte mete formative,
in coerenza con quanto previsto dalle normative comunitarie.
A tal fine, viene prevista la concessione di assegni di studio a
studenti meritevoli ed in condizioni economiche disagiate, iscritti e
frequentanti qualsiasi tipo di scuola, pubblica o privata, che
rilasci un titolo di studio avente valore legale.
Dal punto di vista istituzionale, si tratta inoltre di un testo che,
in sintonia con le leggi Bassanini e con il citato DLgs 112/98,
delega al sistema delle Autonomie locali la programmazione e la
gestione di tutti gli interventi per il diritto allo studio,
riservando alla Regione funzioni di indirizzo, coordinamento e
sperimentazione in materia, nonche' la progettazione e realizzazione
di progetti a rilevanza regionale e speciali.
Un altro tema di sperimentazione, svolto nell'ambito
dell'integrazione fra i sistemi della scuola, dell'universita', della
formazione professionale e del lavoro come previsto dagli obiettivi
del Protocollo di intesa del 13 giugno 1997, ha riguardato la
partecipazione ad un progetto nazionale, promosso dal Ministero della
Pubblica istruzione e dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni,
per la istituzione di un nuovo canale formativo che si colloca in
discontinuita' con la scuola superiore al fianco dell'attuale offerta
formativa universitaria.
Si tratta di percorsi di formazione tecnico-professionale superiore
integrata (IFTS), che per la Regione Emilia-Romagna ha assunto il
titolo di progetto FORTIS, per i quali sono stati selezionati 18
progetti pilota: essi compongono il Piano regionale di
sperimentazione 1998, hanno durata biennale, sono relativi alle aree
di agroindustria, ambiente, automazione industriale, edilizia,
organizzazione di impresa, qualita' e sicurezza, beni culturali,
trasporti e turismo, se ne svolgeranno due per provincia ed hanno
impegnato un budget complessivo di Lit. 8 miliardi e 800 milioni,
finanziato al 50 percento dalla Regione ed al 50 percento dal
Ministero della Pubblica istruzione.
E' un'offerta che si rivolge a giovani ed adulti in possesso di
diploma di scuola media superiore con l'obiettivo di immetterli sul
mercato del lavoro in tempi rapidi, con una preparazione
tecnico-pratica di alto livello raggiunta attraverso tirocini e
stages aziendali e con una certificazione finale delle competenze
acquisite spendibile a livello nazionale e comunitario.
Alla fase sperimentale fara' seguito un'ulteriore tornata di corsi da
bandire entro il 1999, per consentire la messa a punto a livello
nazionale di standard formativi minimi sulla base dei risultati dei
progetti pilota realizzati.
Sono iniziate, altresi', le attivita' di analisi per la realizzazione
del sistema informativo scolastico regionale; tale sistema, che
prevede l'attuazione della rete delle scuole della regione, dovra'
fornire informazioni su:
- dati amministrativi delle scuole, necessari a Comuni, Province e
Regione per le rispettive competenze;
- dati sull'offerta e sui servizi erogati, necessari agli utenti
finali, alle famiglie, agli operatori dei servizi di orientamento;
- esperienze didattiche realizzate nelle scuole con l'ausilio di
strumentazioni informatiche, articoli, pubblicazioni, normativa,
eventi, elaborazioni di sintesi, ecc.. utili per studenti,
insegnanti, direttori didattici, provveditorati, Province, Comuni...;
a tal fine e' stato realizzato un sito web dedicato al mondo della
scuola (ScuolaER) in collaborazione con la Sovrintendenza scolastica
regionale, il Provveditorato agli studi di Bologna, l'IRRSAE ER, il
Criad, il Centro unificato di formazione del Comune di Bologna ed il
Laboratorio di telematica per il territorio della Provincia di Parma.
Per quanto attiene all'attivazione di strumenti per accelerare il
miglioramento complessivo della qualita' del sistema, si sono messi
in campo diversi strumenti:
- la messa a regime della rendicontazione attraverso il bilancio di
esercizio per tutte le strutture formative che hanno chiesto
l'accreditamento;
- l'avvio della procedura di certificazione in base alla norma
ISO/9001 per il Servizio Gestione, Monitoraggio e Controllo delle
attivita' formative, in coerenza con quanto sollecitato ai soggetti
gestori delle attivita' stesse;
- la diffusione, attraverso attivita' formativa, della metodologia
per la verifica di conformita' alle Province, nonche' l'avvio di una
discussione sull'affidamento delle verifiche di qualita' all'interno
o all'esterno delle Amministrazioni, unitamente alle Amministrazioni
delegate.
L'insieme di tali strumenti, complessivamente di verifica della
qualita', unitamente alla continua ricerca di semplificazione e
alleggerimento di controlli puramente formali e di tipo
amministrativo, prosegue la linea da una parte di maggiore
responsabilizzazione dei soggetti gestori di attivita', dall'altra
quella di una maggiore efficienza, efficacia e trasparenza della
pubblica Amministrazione.
Si e' perseguito all'interno della Direzione generale una linea di
sempre maggiore integrazione tra i Servizi; di omogeneita' di
procedure anche per progetti ed attivita' che fanno capo a diverse
responsabilita'; si e' individuato per ogni progetto complesso una
modalita' di gestione e controllo integrata tra le varie
responsabilita' (i comitati di pilotaggio o di indirizzo).
AMBIENTE
La Direzione generale all'Ambiente e' stata impegnata, oltre che a
livello trasversale per tutte le attivita' delle proprie strutture e
per assicurare il necessario raccordo/coordinamento/integrazione con
le altre Direzioni, in alcuni specifici progetti che si richiamano:
- partecipazione al processo elaborativo del progetto di legge di
riforma del sistema regionale e locale per il settore ambiente;
- definizione di un accordo di programma per la riconversione del
centro di coordinamento e controllo del sistema depurativo costiero
San Mauro Pascoli;
- raccordo elaborativo e relazionale con le strutture di direzione
dell'ARPA per il supporto alle attivita' di indirizzo, monitoraggio,
controllo e valutazione di competenza della Giunta, ivi compreso il
completamento del trasferimento di attivita' e risorse in materia di
monitoraggio e controllo della qualita' dell'aria;
- coordinamento con le Autorita' di bacino per favorirne l'impianto,
la regolamentazione, l'avvio e lo sviluppo;
- definizione di norme per la semplificazione dei rapporti finanziari
e di programmazione fra la Regione e altri organismi del settore
(Consorzio Valli di Comacchio, Consorzio Sacca di Goro, Centro di
ricerche marine - L.R. 23/98);
- definizione delle procedure e dei percorsi di attuazione graduale
delle funzioni e responsabilita' sulla sicurezza attribuite alla
committenza pubblica dal DL 494/96;
- monitoraggio e controllo delle diverse fasi di attuazione degli
interventi di difesa del suolo e verifica della tempistica in
funzione degli obiettivi fissati.
Per il progetto trasversale qualita' urbana si sottolinea:
- produzione del manuale per l'uso ecologico degli edifici pubblici;
- accordo di programma con la Provincia di Parma e il Comune di
Salsomaggiore Terme per l'attuazione di un'esperienza di eco-auditing
del sistema urbano di Salsomaggiore;
- avvio di un finanziamento europeo a favore del progetto di
valorizzazione dei materiali e prodotti di demolizione e relativo
piano di azioni;
- nell'ambito del progetto europeo INTEGRA ISOLA e' stata avviata la
realizzazione di due azioni per promuovere l'inserimento lavorativo
di fasce deboli in attivita' di riqualificazione e gestione
ambientale.
Nell'ambito del settore acque le principali attivita' svolte hanno
riguardato:
- l'esecuzione del programma regionale attuativo del Decreto del
Ministro dell'Ambiente del luglio 1997 relativo all'approvazione del
Piano straordinario di completamento e razionalizzazione dei sistemi
di collettamento e depurazione delle acque, mediante l'adozione da
parte della Giunta regionale di atti deliberativi concernenti i piani
di finanziamento delle opere nel settore del disinquinamento idrico
per un costo complessivo di circa 96 miliardi;
- la prosecuzione dell'attivita' di gestione di programmi di
finanziamento adottati negli anni precedenti, nei settori del
disinquinamento idrico, dell'acquedottistica e dello smaltimento
rifiuti;
- l'approvazione della Legge 3 luglio 1998, n. 21 che modifica la
Legge 24 aprile 1995, n. 50 "Disciplina dello spandimento sul suolo
di liquami provenienti da insediamenti zootecnici e dello stoccaggio
degli affluenti di allevamento", introducendo una specifica
regolamentazione per gli allevamenti di piccola dimensione;
- la formulazione di direttive per il conseguimento dei sostanziali
miglioramenti igienico-sanitari e ambientali (SMISA) e delle
tecnologie a basso impatto ambientale (TABIA) per dare attuazione a
quanto stabilito dall'art. 10 delle Norme tecniche di attuazione del
"Piano stralcio per il comparto zootecnico". Le direttive comprendono
la determinazione dei criteri tecnici e degli obiettivi quantitativi
a cui fare riferimento per valutare la congruita' dei nuovi
insediamenti zootecnici.
Con questi atti unitamente ad una ulteriore specificazione di
chiarimento sui coefficienti per il calcolo delle potenzialita' di
allevamento e degli affluenti prodotti, si e' costruito un corpo
normativo rivolto sia alle Amministrazioni provinciali, sia al mondo
imprenditoriale interessato all'evoluzione del Settore allevamenti.
Nell'ambito del settore rifiuti le principali attivita' svolte hanno
riguardato:
- la predisposizione del bando e, successivamente, del programma
degli interventi per l'avvio della raccolta differenziata ammessi a
finanziamento regionale sul fondo di 30 miliardi;
- la predisposizione del bando e l'esame delle domande presentate per
la concessione dei finanziamenti a soggetti privati che realizzino
interventi per il recupero dei rifiuti;
- in applicazione degli artt. 14 e 10 della L.R. 19 agosto 1996, n.
31 "Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei
rifiuti solidi" si e' provveduto a determinare la quota del tributo
spettante alle Province assegnando alle stesse la quota a saldo per
l'anno 1997, l'ulteriore acconto per il 1998 e l'acconto per il 1999;
- in attuazione di quanto disposto dalla deliberazione del Consiglio
regionale 672/97 si e' provveduto all'aggiornamento dell'elenco
regionale dei siti da bonificare (deliberazione di Giunta 1120/98) ed
alla predisposizione del programma di interventi di bonifica
(deliberazione del Consiglio regionale 1058/98) ed al finanziamento
degli interventi relativi all'anno 1998.
Nell'ambito del settore aria le principali attivita' svolte si sono
concretizzate come segue:
- per gestire in modo omogeneo gli interventi di contenimento
dell'inquinamento da traffico urbano, e' stato firmato un protocollo
d'intesa tra la Regione Emilia-Romagna e sette Comuni capoluogo:
Bologna, Ferrara, Forli', Modena, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini;
detto protocollo prevede l'adozione di misure comuni riguardanti la
limitazione alla circolazione dei veicoli a motore ed eventualmente
anche la sospensione del riscaldamento qualora si verifichino stati
di attenzione e allarme dell'inquinamento atmosferico. Nell'accordo
sono previsti diversi tipi di intervento commisurati alla gravita' di
superamento dei limiti per i parametri di ossido di carbonio e
biossido di azoto. Il protocollo sancisce anche l'adozione di altre
misure comuni per la prevenzione dell'inquinamento: tra essi si cita
l'adozione del "bollino blu" per il controllo dei gas di scarico dei
veicoli anche nei comuni "minori" dell'Emilia-Romagna e
l'incentivazione al rinnovo e ammodernamento del parco mezzi pubblici
con l'adozione di mezzi meno inquinanti.
Nell'ambito del settore riguardante la valutazione di impatto
ambientale sono state poste in essere le seguenti attivita':
- sono state condotte le procedure di valutazione di diversi progetti
tra cui, ad esempio, il prolungamento della pista dell'aeroporto di
Bologna;
- realizzazione del progetto regionale "Interventi dimostrativi di
Sistemi di gestione ambientale ed auditing in un campione
rappresentativo di imprese dell'Emilia-Romagna";
- nel corso del 1998 e' stata condotta la sperimentazione di
applicazione del Regolamento CEE sull'EMAS ambientale e redatta la
dichiarazione ambientale, preliminare all'acquisizione della
certificazione e del marchio europeo;
- l'approvazione da parte della Regione e degli Enti locali
interessati, nel luglio 1998, in una apposita Conferenza di Servizi
convocati dal Governo, del progetto relativo al "Quadruplicamento
ferroviario veloce" per quanto riguarda la tratta Reggio
Emilia-Modena e la sottoscrizione di appositi "accordi
procedimentali" che costituiscono il quadro di garanzia - anche in
termini finanziari - per una corretta realizzazione dell'opera anche
dal punto di vista ambientale e socio sanitario. Con quest'ultima
approvazione e' stata completata l'approvazione di tutta la nuova
linea ferroviaria che interessa la nostra regione.
Nell'ambito del settore dell'informazione ed educazione ambientale si
sono svolte le seguenti attivita':
- sono stati programmati contributi finanziari per numerosi progetti
di Enti locali e di Centri di educazione ambientale e si e' proceduto
a progettare la Relazione sullo stato dell'ambiente in
Emilia-Romagna;
- e' stato approvato ed avviato il nuovo progetto "Promozione dello
sviluppo sostenibile in Emilia-Romagna: interventi integrati per la
diffusione dell'EMAS e delle ôCleaner production e per l'informazione
ed educazione ambientale'" con cui viene proseguita la
sperimentazione di EMAS ampliando ad altri settori e vengono avviate
iniziative per la conoscenza e la diffusione di innovative tecnologie
piu' "pulite";
e azioni piu' rilevanti poste in essere nell'ambito della protezione
civile hanno riguardato quanto di seguito indicato, attuazione della
L.R. 45/95:
- attivazione dei programmi regionali e provinciali di previsione e
prevenzione dei rischi, in particolare la seconda fase del programma
di collaborazione con le Province per la migliore caratterizzazione
del rischio frana ed il proseguimento dell'attivita' per
l'informatizzazione dei dati gia' raccolti per il rischio idraulico;
- nell'ambito degli interventi per l'organizzazione e l'utilizzo del
volontariato di protezione civile sono state approvate con la
deliberazione della Giunta 2320/98 le linee guida per la costituzione
della colonna mobile del volontariato. Si e' inoltre organizzata
un'esercitazione di protezione civile denominata "Nettuno", della
durata di tre giorni, che ha visto la mobilitazione di volontari,
tecnici e funzionari di protezione civile degli Enti locali e dei
Consorzi di bonifica;
- gestione ed attivazione di convenzioni con Enti e strutture
tecniche, in particolare: con il Ministero dell'Interno - Corpo
nazionale dei Vigili del fuoco per gli incendi boschivi; con il
Servizio sismico nazionale nell'ambito del rischio sismico; con il
Consiglio nazionale delle ricerche - Gruppo nazionale per la difesa
dalle catastrofi idrogeologiche per attivita' di protezione civile;
- autorizzazioni di interventi urgenti a seguito delle mareggiate
verificatesi nel litorale emiliano-romagnolo e del nubifragio, con
raffiche di vento e grandinate, che ha colpito il comune di Rubiera.
Per fronteggiare la grave situazione ambientale creatasi nella Sacca
di Goro, per la quale e' stato dichiarato lo stato di emergenza, si
e' provveduto alle autorizzazioni per la raccolta delle macroalghe,
per il taglio temporaneo dello Scanno di Goro in localita' Anconon,
per la realizzazione di un varco in prossimita' della foce del Po e
di un canale sublagunare;
- realizzazione, con il supporto del CINECA, di un sistema
informativo di protezione civile, da condividere successivamente in
rete con le autorita' territoriali in materia.
Gestione delle emergenze nazionali:
- svolgimento delle attivita' di supporto e di coordinamento per la
redazione dei piani degli interventi relativi alle emergenze per
l'alluvione ed il terremoto dell'ottobre 1996;
- proseguimento dell'attivita' di censimento dei danni per la
grandinata del giugno 1997 e per la tromba d'aria del giugno 1998;
- avvio degli interventi per mettere definitivamente in sicurezza la
Sacca di Goro.
Ulteriori provvedimenti nazionali di protezione civile:
- concorso all'attuazione degli interventi di protezione civile nei
territori regionali colpiti dagli eventi idrometeorologici e dal
terremoto del 1996;
- predisposizione del programma degli interventi di messa in
sicurezza del reticolo idrografico regionale e della bonifica
pubblica di alcuni territori regionali.
Interventi urgenti e piano di risanamento per l'area critica ad
elevata concentrazione industriale di Ravenna:
- avvio delle procedure per la redazione del piano di risanamento e
per la realizzazione degli interventi prioritari previsti nell'area.
Nell'ambito del Settore difesa del suolo sono state attuate le
seguenti azioni rilevanti:
- si sono ulteriormente sviluppate le attivita' tecniche di supporto
alle Autorita' di Bacino per la predisposizione del Piano assetto
idrogeologico del bacino del Po e per i Piani stralcio del rischio
idraulico del bacino del Reno e dei bacini romagnoli; si e' inoltre
avviato in collaborazione con ARPA il Piano di bacino del Conca e del
Marecchia;
- relativamente alla programmazione degli interventi in materia di
difesa del suolo si e' conclusa, in rapporto con le varie Autorita'
di bacino, la fase di aggiornamento degli Schemi previsionali e
programmatici per concorrere al riparto delle risorse nazionali della
Legge 183/89, e si sono assunti gli atti deliberativi conseguenti; si
e' inoltre provveduto a programmare le risorse finanziarie rese
differibili dal Bilancio 1998 in materia di difesa del suolo;
- nel settore delle attivita' normative tecniche e di controllo, si
sono ulteriormente sviluppate le attivita' conseguenti al terremoto
Modena-Reggio Emilia e sono state messe a punto le norme per il
decentramento amministrativo delle attivita' di controllo nei settori
del vincolo idrogeologico, della sismica, delle acque termali, della
polizia mineraria, attraverso la predisposizione delle norme relative
del progetto di legge "Riforma del sistema regionale e locale";
- attraverso i Servizi provinciali della Difesa del suolo sono stati
progettati e realizzati programmi di intervento per la difesa dal
rischio idrogeologico, con un volume di attivita' fortemente
incrementato rispetto alle precedenti annualita'. Tale sviluppo e'
determinato sia dai rilevanti programmi regionali approvati e
finanziati a seguito dei numerosi eventi alluvionali e franosi degli
ultimi anni, sia dalla nuova attenzione al territorio posta dai
provvedimenti statali a seguito delle calamita' nazionali.
PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE URBANISTICA
Qualita' edilizia e Programmi d'area
A partire dal convegno "Abitare in Europa" si e' approfondita la
riflessione sul tema della riforma delle politiche regionali in
materia abitativa, che ha condotto allo studio a alla predisposizione
di una proposta organica di riorganizzazione del settore.
Affrontare l'esercizio delle nuove competenze in materia di edilizia
residenziale richiede una forte innovazione rispetto alle politiche
tradizionali.
Vi e' la necessita' di impegnare in modo piu' produttivo le risorse
che dovranno essere assicurate anche in futuro per soddisfare il
fabbisogno abitativo delle classi meno abbienti. Questa esigenza di
elevare la produttivita' nell'impiego delle risorse e' altresi'
accentuata dalla considerazione che e' ormai giunto a termine il
canale dei contributi ex-Gescal che per molti anni ha rappresentato
la piu' corposa risorsa per lo sviluppo dell'edilizia residenziale
pubblica.
La nuova politica edilizia, gia' disegnata nell'art. 95 della legge
regionale sul federalismo, punta a mettere a disposizione delle
famiglie con reddito medio/basso un parco consistente di alloggi
pubblici e privati in locazione permanente o temporanea, a condizioni
piu' vantaggiose di quelle del libero mercato ma tali tuttavia da
consentire il mantenimento ed il rinnovo del patrimonio pubblico e la
redditivita' degli investimenti degli operatori privati. Tende
altresi' ad intervenire attraverso il Fondo sociale a sostegno di
tutte le famiglie che, sia in alloggi pubblici che privati, non sono
in grado di sostenere neppure l'onere di canoni ridotti o
convenzionati.
Oltre che risultare piu' equa, questa politica consentira' di
sostenere un numero di soggetti in condizione di bisogno molto piu'
elevato di quello raggiunto in passato con la tradizionale politica
dell'assegnazione di alloggi a totale carico pubblico. Consentira'
inoltre al patrimonio di edilizia residenziale pubblica di recuperare
il ruolo di fattore di orientamento e calmieramento del mercato degli
affitti, nel rispetto di criteri di corretta economicita'.
Lo sviluppo della nuova politica richiede un nuovo e piu' importante
ruolo dei Comuni ed un maggior coinvolgimento, anche attraverso
incentivi e contributi, dei privati (imprenditori, cooperative ed
organizzazioni no-profit) che realizzeranno alloggi in locazione
convenzionata temporanea o in locazione permanente.
Nel 1998 e' stata approvata la L.R. 19/98 "Norme in materia di
riqualificazione urbana". La legge incentiva le citta'
dell'Emilia-Romagna a darsi un esplicito disegno di riqualificazione
urbana da porre a fondamento strategico delle proprie scelte
urbanistiche ed edilizie. E' estremamente innovativa rispetto alla
tradizione degli interventi urbanistici in quanto chiede ai Comuni di
individuare obiettivi di riqualificazione urbana da porre come
parametri di valutazione su cui selezionare progetti proposti da
privati. In questo modo si vuole dare trasparenza e certezza alla
negoziazione tra Comuni e soggetti privati. Per promuovere,
sviluppare e organizzare detti programmi, sono stati conferiti
appositi incarichi al fine di fornire informazione, consulenza
tecnica e assistenza ai soggetti coinvolti.
La definizione di nuove modalita' di intervento nel campo della
riqualificazione urbana ha visto il Ministero dei Lavori pubblici
attivare con il DM 8 ottobre 1998 "Promozione di programmi innovativi
in ambito urbano" denominati "Programmi di riqualificazione urbana e
di sviluppo sostenibile" (PRUSST) e l'allegato bando, uno strumento
operativo che nelle volonta' del Ministero e' l'evoluzione dei
precedenti PRU, se ne discosta per la possibilita' di intervenire per
ambiti territoriali piu' ampi e per la possibilita' di prevedere
anche opere infrastrutturali a supporto delle azioni di
riqualificazione.
La Regione, aderendo a quanto previsto dal bando allegato al decreto,
ha provveduto con propria delibera della Giunta regionale n. 2571 del
21/12/1998 a definire gli indicatori regionali, ai fini della
valutazione dei programmi proposti nel territorio regionale e con la
delibera della Giunta regionale n. 2572 del 21/12/1998 ha deciso di
partecipare essa stessa, in qualita' di soggetto promotore, a due
programmi denominati "Citta' della Costa" e "Area del distretto
ceramico".
La Regione ha proseguito, con la attuazione della L.R. 30/96 sui
"Programmi speciali d'area", un'esperienza di programmazione
negoziata sul territorio tra le piu' avanzate in Italia ed in Europa.
A livello di Unione Europea, in particolare per la nuova
programmazione dei fondi strutturali 2000-2006 ed anche nelle
indicazioni del Governo nazionale (vedi il recente convegno di
Catania organizzato dal Ministero del Bilancio) si segnala la
necessita' di perseguire una maggior integrazione sul territorio
delle politiche settoriali, di affermare con maggior decisione il
principio di sussidiarieta' che ha il perno nel potenziamento del
ruolo affidato alle istituzioni locali piu' vicine ai cittadini, di
coinvolgere nell'elaborazione ed attuazione dei progetti le
organizzazioni sociali e gli interessi privati, perseguendo e
diffondendo pratiche di partenariato.
Sono esattamente queste le finalita' che si pone la legge sui
Programmi speciali d'area e le esperienze attuative in corso
attraverso i primi otto programmi dimostrano che la strada e'
percorribile con successo.
Nel concreto, nel 1998, si e' dato corso alla predisposizione dei
Programmi speciali d'area per alcuni dei quali si sono gia' definiti
gli Accordi preliminari per la loro realizzazione, provvedendo
inoltre ad allocare le risorse finanziarie necessarie sui capitoli
settoriali.
In tema di interventi di recupero urbano, finanziati con i fondi
statali attribuiti con DM 7 aprile 1997, sono stati definiti i
criteri di programmazione e si e' provveduto alla successiva
localizzazione delle risorse disponibili.
Per l'acquisizione o l'urbanizzazione di aree da destinare
all'edilizia residenziale, sono stati ripartiti i fondi statali a
valere sul fondo di rotazione ex Lege 197/92, mentre per gli
interventi di restauro di beni architettonici di interesse storico
artistico di cui alla L.R. 6/89 si e' provveduto all'approvazione del
programma 1998.
In materia di aggiornamento della normativa tecnica regionale (NTR)
ex L.R. 48/84, sono state sviluppate ricerche affidate a QUASCO e
OIKOS integrative dell'attivita' del gruppo di lavoro ex delibera di
Giunta regionale 2862/96.
Sono proseguiti i lavori per l'aggiornamento del Regolamento edilizio
tipo alla subentrata normativa. Circa il 10% dei Comuni ha provveduto
ad adeguare il proprio regolamento edilizio a quello tipo approvato
dalla Regione.
Sono proseguite le attivita' di controllo degli interventi di
edilizia agevolata e di gestione del programma di edilizia
sovvenzionata. In conseguenza del ridisegno delle competenze del CER,
si e' proceduto all'accertamento dei residui sui finanziamenti
erogati dal 1978 a oggi per la quantificazione del conseguente
trasferimento sul bilancio regionale.
In materia di osservatorio sul sistema abitativo regionale,
l'attivita' svolta dal Centro servizi Quasco, su incarico conferito
dalla Regione e dagli IACP provinciali, ha condotto all'elaborazione
e alla diffusione del II Rapporto congiunturale riguardante
l'andamento del settore edilizio. In particolare questo rapporto
contiene dati relativi all'attivita' edilizia, alla programmazione
urbanistica ed edilizia, alla domanda sociale di abitazioni, ai
promotori immobiliari, al mercato immobiliare e agli affitti e
sfratti.
Inoltre in esso sono presentati i primi dati, fruibili anche nel sito
Web della Regione, di una ricerca mirata al rilevamento del livello
di soddisfazione degli utenti erp nei confronti degli Enti gestori.
In tema di anagrafe dell'utenza e' stato redatto il Rapporto annuale,
contenente dati all'1/1/1998, dell'edilizia residenziale pubblica in
locazione, con l'introduzione di una sezione relativa al Fondo
sociale per l'affitto e l'ampliamento del capitolo sulla domanda di
accesso erp.
In specifico il Rapporto erp in locazione 1998, anch'esso fruibile
nel sito web della Regione, contiene dati sul patrimonio e l'utenza,
l'assetto proprietario del patrimonio, la disponibilita' degli
alloggi, i canoni, la distribuzione del patrimonio sul territorio, la
dimensione degli alloggi, il livello di affollamento e di utilizzo
del patrimonio, l'utenza per classi d'eta', la domanda.
Altro rapporto prodotto nel 1998, il primo, ha riguardato l'andamento
del Fondo sociale per l'affitto (art. 37, L.R. 13/95), fornendo dati
relativi all'attivita' del 1996 e 1997.
Pianificazione urbanistica
La Giunta, nel corso del 1998, ha approvato gli indirizzi e gli
obiettivi per una riforma organica della legislazione urbanistica
finalizzata al superamento della L.R. 47/78 "Tutela ed uso del
territorio". La nuova legge interverra' a compimento di un percorso
del tutto coerente che, a partire dalla L.R. 6/95, ha visto crescere
il ruolo della pianificazione provinciale. La norma in corso di
definizione apportera' significative innovazioni. Prevede infatti, in
campo procedurale, la sostituzione del vecchio Piano regolatore
generale con un Piano strutturale che contiene le scelte di medio e
lungo termine da approvarsi da parte delle Province in conformita'
col PTCP, ed un Piano operativo, da lasciare alla approvazione del
Comune. Quanto ai contenuti, e' volta a disciplinare e stimolare la
riqualificazione urbana, mentre la vecchia L.R. 47/78 era nata per
governare i processi di espansione.
Le innovazioni coerenti ed organiche intervenute nella legislazione
sulla pianificazione territoriale ed urbanistica attribuiscono al PTR
un ruolo fondamentale di indirizzo strategico al vertice di un asse
PTR, PTCP, PRG concepito come momento ordinatore di tutta la
programmazione regionale e locale. Verificata la forte condivisione a
livello regionale delle indicazioni contenute in "Regione globale",
sono state definite le articolazioni del nuovo PTR: gli scenari del
mondo della globalizzazione; gli obiettivi strategici; gli obiettivi
prestazionali dei Piani provinciali e delle politiche settoriali.
La Legge 662/96 e la delibera CIPE del 21 marzo 1997 hanno istituito
e successivamente proceduralizzato l'istituto dell'Intesa
istituzionale di programma concepita come strumento ordinario
attraverso il quale il Governo, le Regioni e le Province autonome
stabiliscono congiuntamente gli obiettivi da conseguire e i settori
nei quali e' indispensabile l'azione sinergica degli organismi
predetti, divenendo il perno della programmazione nazionale.
Durante il 1998 si sono avuti gli incontri con il Ministero della
Programmazione economica ai fini della predisposizione dell'Intesa
istituzionale di Programma, che dovrebbe consentire la
regionalizzazione degli interventi dello Stato, in sintonia con le
strategie di sviluppo delineate dal PTR. Essa costituira' la cornice
di riferimento per una serie di "Accordi di programma quadro"
destinati a raccordare gli investimenti regionali e statali in una
serie di settori ritenuti strategici per la Regione.
Sempre in tema di programmazione negoziata, si e' provveduto a
verificare i contenuti programmatici dei patti territoriali attivati
od in corso di attivazione nel territorio regionale, favorendone la
realizzazione e talvolta contribuendo a definirne i contenuti
preliminari.
I patti oggetto di tale attivita', giunti a riconoscimento da parte
del Ministero del Bilancio, Tesoro e Programmazione economica sono
quello per l'Appennino Centrale, che riguarda un gruppo di Comunita'
montane del crinale appenninico poste tra la regione Emilia-Romagna e
le regioni Toscana, Umbria e Marche, e quello per Ferrara, che
interessa le aree ricomprese negli Obiettivi comunitari 2 e 5b,
nonche' alcuni comuni ad esse contigui, della provincia di Ferrara.
La Regione ha partecipato inoltre alla predisposizione del documento
"Considerazioni dello Stato, delle Regioni e delle Province autonome
sulla prima bozza di schema dello sviluppo dello spazio europeo"
(discusso dai Ministri degli Stati membri dell'UE responsabili per
l'assetto del territorio, durante la riunione informale svoltasi a
Noordwijk, giugno 1997), successivamente approvato dalla Conferenza
Stato Regioni il 21 gennaio 1999.
Nell'ambito delle politiche a favore delle aree montane, si e' data
piena attuazione alla L.R. 22/97 assegnando alle Comunita' Montane le
risorse statali e regionali disponibili, sulla base dei Piani di
sviluppo predisposti dalle stesse ed approvati dalle rispettive
Province.
Con riferimento al Fio-Settore beni culturali e' proseguita la fase
attuativa del Programma di completamento approvato dal CIPE con
deliberazione del 27/11/1996.
In materia urbanistica e' proseguita l'attivita' di istruzione e
approvazione degli strumenti urbanistici ancora attribuiti alla
competenza della Regione ed e' stato predisposto ed approvato il
programma relativo alla concessione di contributi ai Comuni per i
piani di circolazione urbana a servizio dei portatori di handicap.
Quanto alla sperimentazione di nuove metodologie per la formazione di
strumenti urbanistici comunali, e' proseguita la collaborazione con
il Comune di Corniglio sulla tematica del dissesto idrogeologico, con
i Comuni di Fabbrico e Correggio sulle tematiche dei rapporti tra la
zonizzazione acustica e la pianificazione e con la Provincia di
Bologna sulla pianificazione di area vasta.
Nell'ambito dell'attivita' relativa all'osservatorio sulla
pianificazione comunale, e' stato redatto un primo rapporto sullo
stato della pianificazione in Emilia-Romagna.
In tema di pianificazione delle postazioni televisive e' stato
predisposto lo schema di piano delle postazioni esistenti ed e' stato
valutato il livello di compatibilita' di tutti gli impianti con i
parametri ambientali, urbanistici, storici e igienico-sanitari. E'
stato inoltre predisposto un primo elaborato per un possibile
progetto di legge sulla normativa regionale in materia di
localizzazione dell'emittenza radio-televisiva, degli impianti per la
telefonia mobile e per l'energia elettrica.
Per quanto riguarda le politiche di salvaguardia paesaggistica ed
ambientale e' proseguita, con coordinamento regionale, l'assunzione,
da parte dei Piani territoriali di coordinamento provinciale, dei
contenuti e delle disposizioni del PTPR che ha portato alla
definizione degli strumenti di pianificazione provinciale di Reggio
Emilia, Modena e Rimini.
Un progetto, di iniziativa regionale, e' stato avviato a tutela e
valorizzazione degli ambienti golenali del fiume Po nelle province di
Piacenza, Parma e Reggio Emilia, nell'ambito dei programmi di
finanziamento di cui all'art. 4 della L.R. 47/92.
Sono state approvate proposte di modifiche grafiche al PTPR avanzate
dai Comuni di San Mauro Pascoli, Bastiglia, Monterenzio, Premilcuore,
Sassuolo, Rimini e Bobbio.
E' proseguita l'elaborazione preliminare alla realizzazione di un CD
copia conforme della stesura informatizzata della cartografia del
PTPR e l'attivita' di diffusione telematica dei contenuti e dei
principi del Piano regionale.
Sono in corso di pubblicazione due volumi inerenti i paesaggi e i
siti di interesse geologico dell'Emilia-Romagna.
Sono stati intrapresi contatti a livello europeo per la salvaguardia
dei paesaggi e delle culture locali.
Per quanto riguarda il settore delle aree naturali protette, sono
stati approvati i programmi regionali finalizzati alla realizzazione
di interventi nei Parchi e nelle Riserve regionali e nel Delta del Po
che prevedono contributi regionali rispettivamente pari a Lire 20,5
mld e Lire 3,905 mld. Tali disponibilita' sono state successivamente
incrementate con fondi messi a disposizione dal Ministero
dell'Ambiente per il II Programma triennale delle aree naturali
protette (in totale Lire 2,089 mld). Dopo un lungo lavoro di messa a
punto e consultazione con gli Enti di gestione, sono stati emanati i
nuovi criteri per la concessione e l'erogazione dei contributi
regionali alla spesa di gestione dei Parchi e delle Riserve
regionali.
L'attuazione del I Programma triennale per le aree naturali e
protette assegnato al Programma 5b, Sottoprogramma 4, Misura 1, e'
stata condotta a conclusione per numerosi interventi e per un
complessivo totale dell'86% circa dei costi previsti.
Sono ancora stati pressoche' esauriti e liquidati gli interventi
attivati con i finanziamenti regionali resi disponibili su precedenti
programmi di settore per tutti i Parchi, mentre e' proseguita
l'attuazione del Programma 1993/94 del Delta del Po.
Sono stati esaminati, per il parere regionale, i Piani territoriali
dei Parchi dell'Alto Appennino Reggiano e Fluviale del Taro.
Sono proseguiti e si sono conclusi diversi progetti attivati
direttamente dal Servizio aventi a oggetto l'educazione ambientale,
il marchio di qualita' dei Parchi, la gestione della fauna nelle
AAPP, la realizzazione di video guide.
E' stato esaminato, per il parere di legge, il regolamento stralcio
per l'esercizio venatorio nella zona di pre-parco del Parco regionale
del Corno alle Scale.
In materia di conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale,
sono stati attivati i programmi di investimenti in materia di aree di
riequilibrio ecologico. Sono stati inoltre avviati il progetto
"Riqualificazione di habitat vitali per l'avifauna nel Parco fluviale
del Taro" finanziato con fondi comunitari sul Regolamento LIFE e il
progetto transnazionale "Wetlands", gestione integrata delle zone
umide, finanziato nell'ambito del programma comunitario "Interreg
IIc".
Sono proseguite le attivita' relative al "Fondo regionale per la
conservazione della natura", con la pubblicazione di diversi volumi e
de'pliants, con l'erogazione di borse di studio per studenti
universitari e con il finanziamento di ricerche sul patrimonio
naturale.
E' stato completato il progetto "Bioitaly" di censimento delle aree
di importanza naturalistica nel territorio regionale (Direttiva CEE
92/43 "Habitat"); con lo stesso progetto e' stato dato forte impulso
al sistema informativo sul patrimonio naturale delle aree protette.
Sono proseguite le azioni sul volontariato ecologico (pubblicazione
del prontuario della legislazione ambientale) e sulla raccolta dei
prodotti spontanei della terra.
E' stato messo a punto, in sede tecnica, il progetto di legge sulla
protezione del patrimonio naturale.
Per quanto riguarda il settore delle risorse forestali, nel corso del
1998, si e' provveduto ad attuare il programma di finanziamento della
forestazione pubblica e privata volto, da un lato, alla
riqualificazione dei complessi forestali esistenti ed al loro
incremento e, dall'altro, all'incentivazione della silvicoltura
naturalistica ed allo sviluppo dell'occupazione nelle zone montane.
Sono inoltre proseguite le attivita' di forestazione nell'ambito del
programma comunitario "Obiettivo 5b" e la divulgazione e promozione
dell'uso delle tecniche di ingegneria naturalistica.
E' stato poi formalizzato il passaggio della gestione dell'ingente
patrimonio forestale di proprieta' regionale nella provincia di
Forli' all'Amministrazione provinciale assicurandone cosi' una
gestione omogenea e coordinata.
Nell'ambito del Programma di ricerca e sperimentazione forestale e'
proseguito il progetto di protezione dei nuclei di abete e tasso
nell'Appennino emiliano, progetto cofinanziato dalla UE all'interno
del programma "Life Natura".
Nel settore degli strumenti di programmazione forestale si e' dato
impulso all'elaborazione dell'Inventario forestale regionale ed alla
sua correlazione ed integrazione con gli altri strumenti del Sistema
informativo forestale regionale nonche' allo sviluppo degli strumenti
di pianificazione dei boschi pubblici e privati (piani economici di
assestamento).
Per la vivaistica forestale si e' provveduto ad approvare il
programma di ristrutturazione e riordino economico dell'attivita'
regionale ed ad ampliare il progetto di tutela della "biodiversita'"
del materiale vegetale.
Qualificante e' inoltre stato l'accordo raggiunto con gli
utilizzatori del settore del legno per un progetto di valorizzazione
del materiale derivante dalla cura e manutenzione del bosco a livello
regionale.
AGRICOLTURA
Nel corso del 1998 l'attuazione della politica agricola regionale ha
seguito sia gli obiettivi generali della Giunta che quelli dettati
dalle esigenze di coordinamento con le politiche comunitarie e
nazionali.
In particolare, a livello nazionale, il periodo di riferimento e'
stato caratterizzato dal lento processo di attuazione del DLgs 143/97
"Conferimento alle Regioni delle funzioni amministrative in materia
di agricoltura e pesca e riorganizzazione dell'Amministrazione
centrale".
Le scadenze temporali, puntualmente indicate dal decreto, per la
riorganizzazione del Ministero e degli Enti strumentali ad esso
collegati e per il trasferimento alle Regioni di personale e risorse
non piu' necessarie a livello centrale, sono state disattese.
Il 1998 si e' quindi chiuso senza che nessuno di questi processi,
strategici per il futuro del comparto agricolo nazionale e per
affrontare una situazione internazionale e comunitaria in rapida
evoluzione, sia giunto a conclusione.
Su alcuni aspetti il dibattito Stato-Regioni ha comunque compiuto
importanti passi avanti, come nel caso del decreto legislativo
relativo alla soppressione dell'AIMA ed alla istituzione dell'Agenzia
per le erogazioni in agricoltura (AgEA).
Il lungo lavoro di approfondimento tra Ministero e Regioni sui testi
che via via venivano proposti ha consentito di mettere a punto uno
schema di provvedimento ampiamente condiviso; il livello di
elaborazione raggiunto puo' consentire di riavviare rapidamente
l'iter del provvedimento, attualmente interrotto a seguito di alcune
divergenze sul funzionamento degli organismi "pagatori" a livello
regionale e di risolvere finalmente uno dei piu' rilevanti problemi
del settore primario nazionale.
Anche il confronto sulla nuova legge pluriennale "di spesa" nel
settore agricolo, destinata a sostituire la Legge 752/86, dopo alcuni
approfondimenti iniziali e la stesura di un primo articolato, non ha
compiuto i necessari passi avanti.
Conseguentemente, anche per il 1998, si e' proceduto con
provvedimenti "tampone" che si sono limitati ad allocare le risorse
previste dalla legge finanziaria senza un preciso riferimento di
carattere programmatico di medio periodo.
Uno dei punti di maggior rilievo della politica agricola nazionale
nel corso del 1998 e' rappresentato dall'emanazione del DLgs 30
aprile 1998, n. 173 "Disposizioni in materia di contenimento dei
costi di produzione per il rafforzamento strutturale delle imprese
agricole, a norma dell'art. 55, commi 14 e 15 della Legge 27 dicembre
1997, n. 499".
Il provvedimento, fortemente voluto dalle organizzazioni dei
produttori agricoli e cooperative, stabilisce le condizioni per
avviare una serie di interventi, sia di carattere strutturale che
congiunturale, per favorire il consolidamento delle imprese operanti
nel settore agricolo ed agro-alimentare e detta norme per
l'accrescimento delle capacita' concorrenziali del settore primario
nazionale e per l'accelerazione delle procedure di utilizzazione dei
fondi strutturali.
La seconda meta' dell'anno di riferimento, per quanto attiene ai
rapporti Stato-Regioni, e' stata quindi caratterizzata dall'avvio
della discussione sull'attuazione del DLgs 173/98.
Sono state infatti presentate diverse bozze di decreti del Ministro
per le Politiche agricole relative a regolamenti attuativi dei
diversi articoli del 173/98.
In alcuni casi si e' raggiunto, dopo un lungo lavoro di
aggiustamento, un accordo soddisfacente tra le parti; su altri punti
rilevanti la discussione non ha invece conseguito i medesimi
risultati.
La riforma organizzativa del Ministero, divenuta operativa
nell'ultimo scorcio dell'anno di riferimento, ha fatto registrare un
indubbio passo avanti nella definizione di una moderna struttura, con
forti contenuti federalistici, di governo dell'agricoltura italiana,
basata sulla creazione di un soggetto in grado di connettere
direttamente e dinamicamente i sistemi agricoli territoriali, di
stretta competenza regionale, con le sedi economiche e legislative di
carattere internazionale.
Del tutto diverso il discorso sulla effettiva ristrutturazione degli
Enti collegati al Ministero delle Politiche agricole e del Corpo
forestale dello Stato.
Su questo punto, essenziale per ridare efficienza a componenti
importanti per l'armonico sviluppo del settore primario, si e'
infatti registrato un vero e proprio arretramento rispetto a
posizioni che si ritenevano definitivamente acquisite.
A fine anno e' stata presentata una prima bozza di decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri relativa alla riallocazione
presso le Regioni di personale, strutture e risorse finanziarie dello
Stato non piu' necessarie per lo svolgimento di funzioni trasferite
ai sensi del DLgs 143/97.
Il DPCM, nonostante la posizione contraria emersa in sede
parlamentare e sancita da un ordine del giorno della Commissione
Affari istituzionali della Camera, ha recepito, su un punto
certamente qualificante come il trasferimento del Corpo forestale
dello Stato, le indicazioni della normativa di riforma del Ministero.
Le Regioni hanno comunque espresso un giudizio fortemente critico
sull'intera impostazione del provvedimento, motivando la propria
posizione sia con la mancata formalizzazione del testo sia,
soprattutto, con l'assoluta distanza esistente tra la mole di
funzioni trasferite e l'effettiva quantita' di risorse messa a
disposizione e con alcuni residui di centralismo in materie
particolarmente rilevanti quali la titolarita' del patrimonio
forestale nazionale gestito dell'ex Azienda di Stato per le foreste
demaniali, una struttura soppressa da oltre vent'anni ma ancora
estremamente vitale.
Anche la gestione della complessa vicenda delle "quote latte" ha
rappresentato un punto rilevante del confronto tra Stato e Regioni
nel corso del 1998.
In questo caso, nonostante le difficolta' di un approccio risolutivo
nei confronti di una questione in sofferenza da molti anni, la
collaborazione avviata ha consentito di attivare concordemente lo
schema organizzativo, incentrato sulle Commissioni provinciali in
stretto collegamento con AIMA, per la verifica della effettiva
situazione del comparto.
In alcuni casi sono emerse diversita' di vedute, in particolare tra
Regioni a diversa vocazione produttiva, che, comunque, non hanno
inciso sull'intera azione avviata anche se il rientro nella
normalita' e il rispetto delle regole appare ancora lontano.
Il rapporto Stato-Regione Emilia-Romagna in materia agricola ha
certamente risentito della resistenza al decentramento di strutture e
competenze posta in essere dalla struttura ministeriale; tuttavia, in
molti casi e su aspetti particolarmente significativi, si sono
riscontrati importanti momenti di convergenza e collaborazione che
hanno consentito di ottenere una serie di risultati certamente
positivi, come nel caso dei regolamenti attuativi del DLgs 173/98,
della complessa tematica delle quote latte e dei programmi
interregionali.
L'autoriforma dell'amministrazione pubblica del- l'agricoltura
La riorganizzazione dell'assetto delle competenze definito dalla L.R.
30 maggio 1997, n. 15 e' stata perfezionata con le modifiche
introdotte dalla L.R. 9 ottobre 1998, n.31.
Questo provvedimento, oltre a sancire formalmente la valenza della
L.R. 15/97 come atto fondamentale di riparto fra Regione ed Enti
locali, secondo il principio di sussidiarieta' delle funzioni in
materia di agricoltura, genericamente attribuite alle Regioni dal
DLgs 143/97, ha precisato ulteriormente l'assetto delle competenze in
tema di offerta dei prodotti e regolamentazione dei mercati.
Successivamente, con atto n. 1141 del 13 luglio 1998, la Giunta
regionale ha approvato lo schema per una prima intesa, finalizzata
alla concreta integrazione tra le diverse strutture organizzative ed
al miglioramento dei rapporti con l'utenza, con le Province ed ha
istituito un progetto di sperimentazione organizzativa, supportato da
un "Osservatorio qualita'" al quale affidare le valutazione di tale
fase sperimentale.
In previsione della allocazione presso le Regioni di personale,
strutture e risorse finanziarie dello Stato non piu' necessarie per
lo svolgimento di funzioni trasferite ai sensi del DLgs 143/97 e
della regionalizzazione dell'attivita' svolta dall'AIMA, si e'
inoltre avviata una prima ricognizione finalizzata alla
individuazione dei problemi di carattere organizzativo connessi a
tali trasferimenti.
L'attuazione delle politiche comunitarie
In materia di politiche comunitarie l'attivita' prevalente, sul piano
programmatico e delle prospettive, e' stata rappresentata dalla
discussione sulla proposta di regolamento intesa a definire, in un
unico testo legislativo, il quadro giuridico ed operativo all'interno
del quale andra' collocata tutta la politica di sviluppo rurale a
partire dall'1 gennaio 2000.
Si tratta di una scadenza di grande rilievo, destinata a modificare
radicalmente l'impostazione dell'intervento nel settore agricolo,
considerato in un contesto di rapporti e interazioni molto piu' ampio
dell'attuale.
Conseguentemente, in preparazione del "Piano regionale di sviluppo
rurale", previsto dalla proposta di nuovo regolamento comunitario per
il sostegno allo sviluppo rurale, sono stati costituiti quattro
gruppi di lavoro interni all'Assessorato, incaricati di approfondire,
alla luce delle esperienze maturate in materia di gestione di
regolamenti comunitari, gli aspetti piu' rilevanti delle proposte di
riforma e di formulare, per l'avvio della fase negoziale a livello
comunitario, le prime ipotesi di programmi attuativi a scala
regionale.
In questa ottica e' stata formalizzata una intesa con la Direzione
generale Ambiente e con la Direzione generale Programmazione.
L'ampio lavoro sviluppato si e' concretizzato in una serie di
documenti intermedi.
Sul piano della gestione delle diverse misure di intervento si e'
operato, in primo luogo, per favorire l'utilizzo ottimale delle
risorse comunitarie e nazionali stanziate a titolo di
cofinanziamento.
A fronte della riduzione del quadro finanziario relativo
all'Obiettivo 5b), conseguenza del contributo di solidarieta' a
favore delle Regioni colpite dal sisma del settembre 1997, la Regione
Emilia-Romagna ha assunto la determinazione di destinare risorse
proprie per consentire la completa realizzazione dei programmi a suo
tempo previsti.
Tali risorse sono ammontate, per il 1998, a 5,3 miliardi di lire.
Per quanto riguarda l'Obiettivo 5a) - Reg. (CE) 950/97 - nel corso
dell'anno di riferimento si e' conclusa l'attivita' di ricognizione
avviata per ottenere l'esatta quantificazione degli oneri finanziari
relativi alla programmazione 1989-1993 che, in termini di pagamenti
da effettuare, sono venute ad incidere sulle risorse destinate al
periodo di programmazione 1994-1999.
A seguito di questa ricognizione si e' inoltre provveduto ad una
redistribuzione delle risorse risultate effettivamente disponibili
per nuovi interventi fra le due azioni fondamentali previste dal
regolamento (piani di miglioramento aziendale ed aiuti ai giovani
agricoltori, ai quali e' stata comunque assegnata un rilevante
livello di priorita') e ad una anticipazione all'esercizio
finanziario 1998 delle maggior quantita' di risorse disponibili per
consentire agli enti delegati, entro il termine tassativo, del 31
dicembre 1999, il pagamento dei contributi concessi e la relativa
rendicontazione alla Unione europea.
Ancora con riferimento all'Obiettivo 5a) Reg. (CE) 951/97 - la
decisione Comunitaria di approvazione del Programma operativo
1997-1999 ha finalmente consentito di dar corso al finanziamento
delle domande gia' ammesse nell'ambito del precedente Programma
operativo 1994-1996, per le quali erano scaduti, con il 31 dicembre
1996, i termini per l'assunzione degli impegni ed alla raccolta e
prima istruttoria delle nuove domande.
Sono pervenuti 305 progetti, 274 dei quali sono stati istruiti
positivamente.
I primi finanziamenti, pari a circa 63 miliardi di lire, sono andati
ad un primo gruppo di 54 aziende.
Gli altri progetti saranno finanziati man mano si renderanno
disponibili ulteriori risorse, parte delle quali destinate alla
Regione Emilia-Romagna a seguito del riparto delle risorse derivanti
dalle compensazioni agro-monetarie (Regg. (CE) 805/97 e 806/97) e
nell'ambito di iniziative di "overbooking" maturate a livello
nazionale in chiusura del 1998.
Con l'apertura di un nuovo bando per il Reg. (CEE) 2080/92,
condizionato all'approvazione del programma ponte 1998/99, la Regione
ha provveduto alla raccolta delle domande per la campagna 1998.
In questo contesto sono state presentate 295 domande relative ad una
superficie di 1.273 ha per quanto attiene agli impianti e di 177 ha
per quanto riguarda i miglioramenti boschivi.
L'importo complessivo degli aiuti e' risultato di 15,5 miliardi di
lire, compresi i contributi per le opere di viabilita' forestale.
Con riferimento al Reg. (CEE) 2078/92 sono state accolte, in via
definitiva, con riferimento alla campagna 1997/98, 11.662 domande,
relative a 165.646 ettari e a 10.465 capi di bestiame, con un impegno
finanziario pari ad oltre 112 miliardi di lire.
In attuazione dell'art. 6 del medesimo regolamento sono state
accolte, in via definitiva, 24 domande relative sia ad attivita'
formative (14 domande) sia a progetti dimostrativi (10 domande).
Queste attivita' hanno richiesto un impegno finanziario pari a circa
6,3 miliardi di lire.
Anche il 1998, in analogia con quanto verificatosi nel corso degli
anni precedenti, e' stato caratterizzato dall'intensa attivita' nel
settore delle quote latte.
L'AIMA, alla fine del 1997, ha pubblicato gli elenchi delle
produzioni effettuate da ciascuna azienda nel corso delle campagne di
commercializzazione 1995/1996 e 1996/1997, nonche' i quantitativi di
riferimento per i medesimi periodi e per la campagna 1997/1998.
Tali elenchi sono stati redatti sulla base di un capillare sistema di
controlli incrociati per determinare le produzioni effettive.
La successiva Legge 5/98 ha sancito la possibilita', per i
produttori, di presentare ricorso alle Regioni.
In Emilia-Romagna sono state trasmesse 13.175 notifiche ad
altrettante aziende produttrici di latte; successivamente sono stati
presentati 3.884 ricorsi contro i quantitativi attribuiti alle
aziende medesime.
Ad essi si sono aggiunti 152 procedimenti di riesame aperti
d'ufficio.
Questa notevole quantita' di ricorsi, alcuni dei quali
particolarmente complessi ed articolati, ha richiesto l'insediamento
di 12 commissioni di livello provinciale che, dopo un lungo lavoro di
istruttoria e di verifica, hanno accolto il 92,3% dei ricorsi
presentati.
Particolarmente intensa e' stata l'attivita' nelle province di Parma,
Reggio Emilia e Modena nelle quali, oltre alla istituzione di due
commissioni, e' stato necessario prevedere l'intervento, in funzione
di supporto, delle commissioni di Ferrara, Ravenna e Rimini che, in
relazione alla ridotta presenza di aziende zootecniche sul proprio
territorio, hanno completato rapidamente l'esame dei ricorsi
presentati.
Queste cifre sono indicative del notevole sforzo effettuato per
cercare di giungere ad una positiva conclusione dell'intricata
vicenda delle quote latte; l'elevato numero di ricorsi accolti ha
parimenti evidenziato la sostanziale correttezza dei produttori
emiliano-romagnoli.
Contro le decisioni delle Commissioni provinciali si sono registrati,
nel corso del 1998, 33 ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali
che solo in pochissimi casi sono sfociati in un provvedimento di
sospensiva.
Attuazione degli interventi di programmazione nazionale e regionale
Nella tabella sono riportate le risorse complessivamente disponibili
nel 1998 per il settore agricolo, raffrontate a quelle del 1997.
Il primo dato che risulta evidente e' l'aumento delle risorse
complessive di 13,9 miliardi.
Questo dato rappresenta la sommatoria delle maggiori disponibilita'
derivanti da mezzi regionali e dai trasferimenti comunitari e della
minore disponibilita' di mezzi statali liberi e di assegnazioni
specifiche legate all'applicazione delle diverse leggi di spesa in
agricoltura.
- Bilancio Regione Emilia-Romagna - Settore agricolo - anni 1997/1998
(milioni di lire)
Fonti di finanziamento 1997 di cui nuove 1998 di cui nuove
risorse risorse
Mezzi regionali 140.262 112.436 165.666 112.513
Mezzi statali liberi 92.271 0 71.435 0
Programmi interregionali 7.522 7.522 7.487 3.492
Assegnazioni specifiche 135.464 118.397 112.697 36.573
Legge 183/87 74.036 47.957 90.892 56.969
Risorse comunitarie:
- FEOGA orientamento 69.926 36.556 85.369 44.967
- altre risorse comunitarie 2.208 1.615 1.853 1.421
Totale risorse 521.959 324.483 535.409 255.935
Anche nel corso del 1998 l'Assessorato Agricoltura della Regione
Emilia-Romagna e' stato fortemente impegnato nella programmazione e
nella realizzazione dei "Programmi interregionali", giunti al secondo
anno di attuazione.
Sono stati stanziati, a favore delle Regioni a statuto ordinario, 147
miliardi di lire, destinati alla prosecuzione delle attivita'
previste nell'ambito della prima annualita' ed all'avvio di un nuovo
programma denominato "Individuazione e trasferimento delle
innovazioni in agricoltura".
Una notevole attenzione e' stata rivolta, anche dal punto di vista
finanziario, ad alcuni programmi relativi alla qualificazione ed alla
promozione dell'immagine delle produzioni tipiche nazionali, uno
degli aspetti strategici per garantire adeguate possibilita' di
sviluppo al settore primario nazionale.
In questo contesto la Regione Emilia-Romagna, la cui agricoltura si
caratterizza in modo rilevante per la presenza di queste tipologie di
prodotti, ha svolto un ruolo rilevante in fase di programmazione
delle attivita' e di attuazione delle medesime.
La linea ispiratrice dei programmi interregionali, ovvero l'utilizzo
di fondi delle Regioni gestiti in modo unitario per favorire la
soluzione di problemi rilevanti grazie al raggiungimento di una
adeguata "massa critica" di idee e di risorse economiche e', sul
piano concettuale, sicuramente condivisibile.
Tuttavia, nonostante il buon lavoro portato avanti dai diversi
"Comitati di programma" istituiti presso il Ministero per le
Politiche agricole, sono emersi diversi problemi connessi, in
particolare, al livello di operativita', estremamente differenziato,
espresso dalle diverse realta' regionali coinvolte.
I Servizi alle imprese, ai quali sono state destinate risorse pari ad
oltre 31 miliardi di lire, hanno rappresentato, anche per il 1998, un
significativo settore dell'intervento regionale.
Nel corso dell'anno e' giunto a conclusione l'iter di approvazione
della nuova legge organica sui servizi (L.R. 11 agosto 1998, n. 28)
che, in fase di notifica all'UE e sulla base degli orientamenti
suggeriti dai Servizi della Commissione al fine di renderla
pienamente compatibile con il Trattato, e' stata oggetto di una
modifica (L.R. 28 dicembre 1998, n. 43).
Per quanto riguarda le attivita' di assistenza tecnica alle imprese,
sono stati trasferiti alle Provincie circa 12 miliardi e impegnati
circa 6 miliardi in supporti alla assistenza tecnica di livello
regionale (attivita' divulgative, sistemi informativi, osservatori
prezzi, ecc.).
Il servizio di assistenza tecnica alle coltivazioni ha coinvolto
circa 85.000 ettari equamente suddivisi fra colture arboree e colture
erbacee, facendo registrare un notevole aumento rispetto al 1997.
Per la prima volta, nel corso del 1998, gli interventi di assistenza
tecnica nel settore ortofrutticolo sono stati finanziati con fondi
comunitari (50%) e con il cofinanziamento da parte delle
organizzazioni dei produttori nell'ambito degli interventi previsti
dalla OCM di settore (Reg. CEE 2200/96). Questa opportunita' ha
favorito l'aumento del numero degli ettari assistiti e dei tecnici
impegnati.
Nel settore zootecnico l'attivita' di assistenza tecnica, riferita
alla produzione di latte vaccino, di carne bovina e suina ed
all'intero comparto ovicaprino, ha interessato circa 3.500 aziende
zootecniche con un totale di circa 500.000 capi; sono state coinvolte
89 unita' di lavoro tecniche, con un aumento dei capi assistiti
riferibile ai nuovi servizi prestati agli allevamenti suini da
ingrasso. Una quota elevata dei finanziamenti (circa 3,9 miliardi)
impiegati provengono dal progetto interregionale "Assistenza tecnica
in zootecnica".
L'applicazione dell'art. 6 del Reg. CEE 2078/92 ha portato alla
realizzazione di circa 650 azioni dimostrative (visite aziendali o
incontri) volte alla promozione di metodi di produzione ad elevata
compatibilita' ambientale. Tale intervento ha comportato una spesa di
circa 3,2 miliardi di lire. Attraverso la stessa procedura di
finanziamento e con lo stesso obiettivo, sono state realizzate anche
attivita' formative (corsi e seminari) per una spesa complessiva di
circa 3 miliardi.
Per quanto riguarda la ricerca sono state destinate risorse per circa
14,5 miliardi, dei quali circa 600 milioni provenienti dai progetti
interregionali; di questi, circa 6,9 sono stati destinati al settore
vegetale, 3,9 al settore zootecnico e 450 milioni al settore
economico-aziendale; alla sperimentazione realizzata dalle aziende
sperimentali sono stati destinati 2,5 miliardi ed al settore
dell'irrigazione circa 700 milioni.
Di rilievo risulta anche l'attivita' realizzata in ambito nazionale
sia per la attivazione di progetti di ricerca di interesse
interregionale che per la riorganizzazione del sistema della ricerca
agricola nazionale.
Una notevole attenzione e' stata dedicata al miglioramento delle
attivita' di comunicazione, rivolte sia ai media che agli operatori
del settore agroalimentare ed ai consumatori. In questo contesto, il
mensile "Agricoltura" ha assunto un ruolo sempre piu' incisivo ed una
connotazione specifica nell'ambito della stampa specializzata di
settore.
Da un lato, ha infatti maturato una maggiore capacita' di intervenire
puntualmente sulle tematiche di attualita' del comparto; dall'altro,
grazie alla costante collaborazione delle varie strutture
organizzative della Regione e del sistema dei servizi di sviluppo
agricolo, ha migliorato il proprio livello informativo e divulgativo
sull'evoluzione istituzionale, economica e tecnica del settore,
suscitando un crescente interesse degli operatori, come del resto
dimostrano i circa 4.000 abbonamenti a pagamento e la diffusione
della rivista in tutta Italia e anche all'estero.
La richiamata collaborazione tra la Direzione generale Agricoltura e
Ambiente si e' estesa alla:
- gestione dei progetti inseriti nel Piano triennale di tutela
ambientale 1994-96, relativi ad attivita' di assistenza tecnica,
ricerca applicata e supporti ai servizi;
- pianificazione degli interventi per la lotta all'eutrofizzazione
(Piano delle direttive e degli interventi urgenti per la lotta
all'eutrofizzazione delle acque interne e del mare Adriatico),
nell'ambito di un'attivita' coordinata dall'Autorita' di bacino del
Po;
- disamina dei criteri di applicazione nel settore agricolo del DLgs
5 febbraio 1997, n. 22, inerente i rifiuti;
- valutazione delle proposte di testo unico sulle acque.
I collaboratori del Servizio hanno infine collaborato con altri
Servizi della Direzione generale Agricoltura per supportare la
applicazione di importanti interventi comunitari quali il Reg. (CEE)
2078/92 e programmare i futuri interventi previsti da Agenda 2000.
La politica di qualificazione delle produzioni regionali ha
conosciuto, nel corso del 1997, un ulteriore incremento.
Si e' consolidata ed ampliata la diffusione del marchio collettivo
regionale "QC" (Qualita' Controllata), sostenuto anche da
significative campagne di comunicazione, che ha interessato circa 6
milioni di quintali di prodotti regionali.
In applicazione del Reg. (CE) 2200/96, relativo alla nuova
organizzazione comune di mercato nel settore degli ortofrutticoli
freschi e trasformati, giunta al suo secondo anno di attuazione, sono
state riconosciute due nuove associazioni di produttori che si sono
aggiunte alle 14 regolarmente costituite nel corso del 1997.
In Emilia-Romagna le associazioni riconosciute hanno fatturato, nel
corso del 1998, 754 miliardi di lire, pari al 60% della produzione
lorda vendibile regionale; l'obiettivo previsto della Unione Europea
di creare strutture di rilevante dimensione economica e' quindi stato
sostanzialmente conseguito.
Le organizzazioni dei produttori riconosciute ai sensi del Reg. (CE)
2200/96 hanno avviato attivita' per un importo complessivo di 80
miliardi di lire, pari a circa il 40% dell'intera attivita' ammessa
dall'OCM dei prodotti ortofrutticoli a livello nazionale, importo
cofinanziato dalla UE al 50%.
L'erogazione dei fondi previsti ha richiesto una fase istruttoria
particolarmente approfondita; nel corso del 1998 sono state inoltre
valutate ed approvate le proposte operative delle O.P. per il periodo
1999-2003.
A seguito dell'istruttoria effettuata l'importo ammesso a contributo
per l'anno 1999 ammonta ad oltre 135 miliardi di lire.
Sempre nell'ambito dell'organizzazione comune di mercato per i
prodotti ortofrutticoli sono state approntate le procedure e gli atti
amministrativi necessari per avviare i ritiri di prodotti dal
mercato.
Con l'approvazione della L.R. 19 gennaio 1998, n. 2 "Norme per la
produzione di sementi di piante allogame e non allogame. Abrogazione
della L.R. 6 luglio 1977, n. 30" e della L.R. 19 gennaio 1998, n. 3
"Norme sulla produzione vivaistica e la commercializzazione dei
vegetali e dei prodotti vegetali ai fini della protezione
fitosanitaria. Abrogazione della L.R. 28 luglio 1984, n. 34" si sono
poste le premesse per un corretto sviluppo di due settori di notevole
rilevanza economica nell'ambito del settore primario regionale.
Con riferimento alla L.R. 2/98 si e' provveduto alla stesura del
regolamento attuativo ed alla definizione di un accordo, tra
produttori e ditte sementiere, per disciplinare e certificare la
qualita' delle produzioni emiliano-romagnole.
Nel corso dell'anno di riferimento e' stato avviato il Reg. (CE)
1221/97, relativo all'applicazione delle azioni dirette a migliorare
la produzione e la commercializzazione del miele, un settore
produttivo di dimensioni economiche non particolarmente rilevanti ma
di notevole interesse in relazione alle possibilita' di sviluppo
legate alla tutela ed valorizzazione della qualita' dei prodotti
regionali.
Particolare interesse, a questo riguardo, ha assunto la definizione,
di concerto con il Ministero delle Politiche agricole, con le
Associazioni degli apicultori e con alcuni Organismi scientifici
specializzati la definizione di un programma di sviluppo di durata
quinquennale.
In attuazione della L.R. 28/81 "Norme sull'associazionismo dei
produttori agricoli" riferita alle associazioni non normate dalla
Reg. (CE) 2200/96 si e' avviato un notevole lavoro di approfondimento
sul funzionamento delle associazioni stesse e sulle problematiche
connesse al graduale passaggio da associazioni di tipo normativo ad
associazioni di tipo operativo, in grado cioe' di intervenire sui
prodotti di competenza.
Questi aspetti hanno richiesto un notevole approfondimento degli
aspetti normativi, giuridici e statutari delle associazioni medesime.
In materia di disciplina della riproduzione animale, attualmente
normata dalla Legge 30/91 e dal DM 172/94, e' stato fornito un
notevole contributo alla redazione, in sede nazionale, del nuovo
regolamento applicativo della legge medesima.
Nel comparto zootecnico l'attivita' dell'Assessorato e' stata
rivolta, oltre che alla gestione delle problematiche connesse alle
quote latte, alla collaborazione con il Ministero per le Politiche
agricole per la definizione di numerosi provvedimenti di carattere
legislativo, regolamentare e programmatorio.
Una particolare attenzione e' stata dedicata ai rapporti con le
associazioni dei produttori ed agli interventi di supporto alla
politica di valorizzazione delle produzioni agricole tipiche.
Nel corso del 1998, e' stata conclusa la modifica e la rinegoziazione
dei Programmi regionali attuativi dei Reg. (CEE) 2078/92 e 2080/92.
In ambedue i casi, al termine di una lunga fase di elaborazione e di
negoziazione con le competenti strutture comunitarie, si e' ottenuta
l'approvazione da parte della Commissione.
L'attivita' relativa allo sviluppo del sistema informativo si e'
incentrata sull'estensione della rete regionale attraverso contatti
con le Amministrazioni provinciali; alla gestione dei rapporti con
AIMA e SIAN che ha consentito di attivare un collegamento host to
host tra sistema informativo regionale ed AIMA nella prospettiva di
una gestione in linea da tutte le postazioni regionali, provinciali e
delle Comunita' Montane, delle procedure di intervento verso
l'azienda agricola.
Nell'ambito di una collaborazione triennale con una softwarehause con
specifica esperienza nel settore agricolo sono stati sviluppati
alcuni supporti informatici, quali, a titolo d'esempio il "Registro
unico degli interventi", per la gestione di provvedimenti specifici.
Nell'area statistica e' stato sottoscritto il III protocollo d'intesa
tra ISTAT, Ministero per le Politiche agricole e Regione
Emilia-Romagna che, in relazione ai propri contenuti innovativi ha
consentito di migliorare notevolmente le modalita' di collaborazione
tra le diverse istituzioni coinvolte.
E' stata inoltre avviata la fase preparatoria del censimento generale
dell'agricoltura previsto per l'anno 2000.
La L.R. 28/98, all'art. 21, prevede l'istituzione della rete
regionale di informazione contabile a finalita' statistica.
Questo strumento e' destinato a migliorare notevolmente la
disponibilita' di dati di analisi economica a livello aziendale.
Una particolare attenzione e' stata dedicata, nell'ambito dei
programmi interregionali, alla corretta definizione degli obiettivi e
delle modalita' operative dei programmi "Interscambio tra i sistemi
informativi" e "Ristrutturazione delle statistiche agricole nazionali
e regionali".
Infine, in analogia con gli anni precedenti e' stato elaborato e
presentato, nel corso di uno specifico convegno, il "Rapporto
sull'andamento del settore agro-industriale in Emilia-Romagna" per
l'anno di riferimento 1998.
Nel settore faunistico-venatorio, oltre all'attivita' ordinaria,
notevolmente ampliatasi anche a seguito del rilevante contenzioso in
sede locale al quale l'Assessorato e' stato chiamato a fornire i
necessari supporti sul piano dell'interpretazione legislativa e
regolamentare, e' stata completata, con la definitiva approvazione da
parte del Consiglio regionale, la Carta delle vocazioni faunistiche
del territorio, importante strumento per la programmazione
dell'attivita' faunistico-venatoria a livello provinciale.
La maggior parte dell'attivita' "non ordinaria" e' stata svolta con
il supporto scientifico dell'Istituto nazionale per la fauna
selvatica (INSF), con il quale si sono attivate collaborazioni
particolarmente proficue.
Sono continuati gli approfondimenti per la redazione del progetto di
legge di revisione della normativa regionale che regola il settore.
La proposta, nel corso dell'anno di riferimento, e' stata approvata,
in sede politica, dalla Giunta regionale; successivamente si e'
attivato un ampio lavoro di consultazione con le numerose categorie
interessate.
Nel settore della pesca sportiva, unitamente ai normali interventi
finalizzati al supporto dell'attivita' operativa delegata alle
Province, si sono attuate diverse iniziative di ricerca finalizzate
al controllo della cattura di specie ittiche alloctone nei campi di
gara regionali, alla individuazione delle tendenze demografiche del
"Siluro europeo"; la redazione della "Carta ittica regionale", con
particolare riferimento alle zone classificate "C", ha rappresentato
una ulteriore attivita' del Servizio.
Particolare attenzione e' stata dedicata ad una indagine, estesa a
tutti i Comuni della regione, volta ad ottenere una dettagliata mappa
dei siti destinati ad attivita' di pesca a pagamento e finalizzata
alla ricerca delle informazioni piu' utili per la programmazione di
interventi in materia di fauna ittica e di pesca effettivamente
rispondenti a situazioni ed esigenze documentate.
Infine, e' stato predisposto il Regolamento regionale 3 aprile 1998,
n. 9 con il quale e' stato modificato il Regolamento regionale 16
agosto 1993, n. 29 "Attrezzi e modalita' di uso consentiti per la
pesca - Periodi di divieto di pesca delle specie ittiche nelle acque
interne dell'Emilia-Romagna".
In materia di bonifica ed irrigazione si e' provveduto alla gestione
operativa dei programmi regionali degli interventi approvati nel
corso degli anni precedenti.
Sono stati predisposti: il "Programma annuale per la manutenzione
delle opere pubbliche di bonifica e di irrigazione" per un importo di
4,55 miliardi il riparto dei fondi tra i Consorzi di bonifica
interessati dagli eventi alluvionali del dicembre 1996, pari a Lire
36,7 miliardi previsti dalla Legge 185/92 per il ripristino dei danni
subiti dalle opere di bonifica; il "Programma integrativo per opere
private obbligatorie" per un importo complessivo di circa 2,3
miliardi, di cui 2 a carico della Regione.
Infine sono stati approvati gli atti relativi agli interventi di
urgenza e somma urgenza sulle opere di bonifica per un importo di 6,5
miliardi.
In materia di riordino fondiario si sono concluse le procedure di
liquidazione del programma, avviato, nel corso del 1994, ai sensi
della L.R. 26/74 "Provvidenze per lo sviluppo della proprieta'
coltivatrice, singola e cooperativa".
Il programma ha interessato 39 interventi, per un totale di 478
ettari ed un importo complessivo di 4,77 miliardi di lire, di cui
1,65 a carico della Regione.
Sempre con riferimento alla citata L.R. 26/74 e' proseguita
l'attuazione del Programma triennale 1997-1999 nell'ambito del quale,
in collaborazione con i Servizi provinciali competenti e con i
funzionari della Cassa per la formazione della proprieta' contadina,
si sono selezionate ed istruite 66 nuove domande.
In relazione al progetto pilota finalizzato all'ampliamento della
maglia poderale, in via prioritaria destinato ai giovani imprenditori
agricoli, oggetto di una apposita convenzione tra Regione
Emilia-Romagna e Cassa, e' stato pubblicato il bando per la selezione
dei beneficiari e stilata la graduatoria delle 101 domande pervenute.
Per quanto attiene l'Obiettivo 5b) - Sottoprogramma 1 - sono
proseguite le attivita' relative alla Misura 4 "Attivita' integrative
in azienda", alla Misura 5 "Razionalizzazione uso delle risorse
idriche e recupero della viabilita' interna" ed alla Misura 8
"Riassetto infrastrutturale delle zone umide".
L'attuazione dei diversi programmi ha registrato una notevole
accelerazione che ha consentito di conseguire, in termini di impegni,
progetti approvati e liquidazioni, gli obiettivi inizialmente
previsti.
Nell'ambito della gestione del patrimonio residuo pervenuto alla
Regione a seguito dello scioglimento dell'Ente regionale di sviluppo
agricolo (ERSA) sono proseguiti i lavori di classificazione e di
manutenzione straordinaria, in previsione di un trasferimento agli
Enti locali competenti, delle strade presenti nei territori di
recente bonifica e le azioni finalizzate alla definitiva assegnazione
o alla alienazione agli aventi diritto dei terreni e degli immobili
di proprieta' regionale.
Da segnalare, a questo riguardo, il trasferimento in proprieta', a
titolo gratuito, di 252 ettari all'Ente gestore del Parco nazionale
delle foreste casentinesi.
Il mandato del Commissario per le gestioni speciali si e' concluso il
31 dicembre 1998; a far tempo da quella data l'attivita' residua
connessa alla gestione del patrimonio ex ERSA e' stata riportata
nell'ambito delle competenti strutture "ordinarie" regionali.
E' continuata l'emergenza dovuta alla epidemia di "Colpo di fuoco
batterico", una patologia in grado di arrecare gravissimi danni alle
pomacee, al pero in particolare.
Nonostante le condizioni climatiche non particolarmente favorevoli
allo sviluppo della malattia il numero dei focolai censiti e'
notevolmente aumentato, anche se i danni sono risultati, in
complesso, piu' limitati rispetto all'anno precedente.
Parimenti e' aumentata la diffusione del virus "Sharka" sulle
drupacee; la situazione pare comunque sotto controllo.
Il monitoraggio ed il controllo di queste e di altre pericolose
malattie da "quarantena" ha richiesto un notevole sforzo di carattere
tecnico ed organizzativo, reso ancora piu' gravoso dagli adempimenti
necessari per l'applicazione della Legge 206/97 relativa alla
concessione di contributi per l'espianto e la distruzione di
materiale vegetativo infetto da malattie contagiose.
Nell'anno di riferimento sono stati effettuati numerosi controlli in
applicazione delle normative fitosanitarie internazionali,
comunitarie, nazionali e regionali che prevedono controlli
sistematici alle aziende iscritte al RUP per l'emissione del
"passaporto delle piante", ai vegetali ed ai prodotti di origine
vegetale in importazione od esportazione da Paesi terzi, alle colture
in campo (patate, colture sementiere, piante ornamentali, ecc.) ed
alle piante destinate alla certificazione genetico-sanitaria
volontaria.
L'entrata in vigore della L.R. 19 gennaio 1998, n. 3 "Norme sulla
produzione vivaistica e la commercializzazione dei vegetali e dei
prodotti vegetali ai fini della protezione fitosanitaria. Abrogazione
della L.R. 28 luglio 1984, n. 34" ha trasferito al Servizio
Fitosanitario regionale tutte le competenze per il rilascio
dell'autorizzazione regionale allo svolgimento dell'attivita'
vivaistica.
Quasi contemporaneamente sono entrate in vigore le normative
comunitarie sulle piante sulla qualita' delle piante da frutto, da
orto ed ornamentali; questa nuova situazione ha richiesto un impegno
eccezionale da parte del Servizio chiamato a svolgere numerose
attivita' aggiuntive con le medesime risorse umane e finanziarie
degli anni precedenti.
Il Servizio Fitosanitario regionale ha inoltre svolto una notevole
mole di attivita', anche in sede nazionale, per la predisposizione
delle normative di carattere fitosanitario e per la messa a punto di
metodi di difesa delle piante a basso impatto ambientale.
Nel settore della protezione delle colture agrarie il Servizio ha
contribuito alla revisione dei disciplinari di produzione integrata
ed alla definizione delle linee di difesa previste dal Reg. (CEE)
2078/92 - Impegno A1 ed ha svolto una vasta attivita' di
sperimentazione per la messa a punto di nuove strategie di difesa nei
confronti di alcune avversita' parassitarie emergenti.
In questo contesto una particolare importanza e' stata assunta dal
"Servizio di avvertimento e previsione" per i rischi fitosanitari che
si e' dimostrato particolarmente efficace sia per limitare il numero
di interventi antiparassitari sia per posizionarli nei momenti
ottimali.
Con Decisione CE SG (98) D9016 del 28 ottobre 1998, la Commissione
Europea ha comunicato il proprio parere di conformita' in ordine alla
L.R. 12 dicembre 1997, n. 43 "Interventi a favore di forme collettive
di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della L.R. 14 aprile
1995, n. 37".
La positiva conclusione dell'esame comunitario ha consentito di
avviare gli interventi finalizzati allo sviluppo di cooperative di
garanzia e di consorzi fidi e di credito nel settore agricolo.
Nel corso del 1998 il DOCUP a titolo dell'Obiettivo 5b) ha raggiunto
il livello di impegno e di spesa pubblici pari, rispettivamente,
all'87% ed al 55% delle risorse riprogrammate a seguito del terremoto
che ha interessato Marche ed Umbria.
Questo risultato e' conseguente alle iniziative delle Direzioni
generali interessate all'attuazione del DOCUP, coordinate dalla
Direzione generale Agricoltura, avviate nel corso dell'anno allo
scopo di garantire alla Regione Emilia-Romagna il mantenimento dei
livelli di finanziamento comunitari e nazionali.
Il programma regionale a titolo dell'iniziativa comunitaria LEADER II
e' entrato nella fase di piena operativita'.
Sono state infatti impegnate le risorse complessivamente stanziate
fino al 1998 e si e' proceduto, con la pubblicazione dei relativi
bandi da parte dei Gruppi di azione locale (GAL), all'avvio operativo
di tutte le misure previste.
I GAL emiliano-romagnoli sono risultati particolarmente attivi a
livello di cooperazione transnazionale ed hanno partecipato, in
diversi casi con il ruolo di capofila, a numerosi progetti.
TRASPORTI E SISTEMI DI MOBILITA'
Infrastrutture per il trasporto
Piano regionale integrato dei trasporti - PRIT 98
Nel corso del 1998 si sono svolte le attivita' finalizzate alla
redazione del Piano regionale integrato dei trasporti.
Per l'elaborazione del PRIT 98 la Regione Emilia-Romagna si e'
avvalsa in parte del contributo di figure professionali esterne che
hanno affrontato tematiche quali: lo sviluppo economico-territoriale
dell'Emilia-Romagna, la mobilita' delle persone, la mobilita' delle
merci, il sistema aeroportuale, il sistema della navigazione interna,
la portualita' turistica. A questi professionisti e' stato fornito un
supporto tecnico per lo svolgimento e il raccordo delle loro
attivita'.
Sulla base dei risultati della fase di lavoro di cui sopra sono stati
compiuti alcuni approfondimenti specifici su alcune proposte di
Piano, come ad esempio per l'area bolognese lo studio delle
alternative di intervento per il sistema tangenziale e la trasversale
di pianura, in collaborazione con la Provincia di Bologna.
Durante la fase di definizione delle proposte di Piano si e' svolta
un'attivita' di consultazione e verifica con i vari Enti locali
interessati alla scopo di approfondire la conoscenza delle
problematiche locali e recepire le esigenze e i contributi piu'
significativi in accordo con le idee guida del Piano.
Si e' quindi proceduto alla redazione degli elaborati di Piano,
costituiti da una Relazione generale e dagli Allegati relativi ai
vari studi specifici e una Relazione di sintesi accompagnata da
tavole illustrative, che e' stata presentata nell'ambito della
Conferenza regionale dei trasporti tenutasi il 9 novembre 1998 presso
il Palazzo dei Congressi di Bologna.
Viabilita' e sicurezza stradale
DLgs 112/98 e Legge 59/97 in materia di viabilita'
Nel corso del 1998 sono stati effettuati numerosi incontri con le
altre Regioni, con il Ministero dei Lavori pubblici, con l'ANAS e con
le Province per discutere insieme i possibili criteri per
l'individuazione della rete nazionale.
Il Ministero dei Lavori pubblici ha avanzato una proposta di rete
nazionale, coerente con la Legge 59/97 e con le linee indicate dalle
Regioni, che inseriva nella rete statale le autostrade, la rete E e
TERN e i collegamenti con gli Stati limitrofi, con i porti e gli
interporti e prevedeva il conseguente trasferimento della restante
rete a Regione ed Enti locali.
Su questa proposta si e' pronunciata la Regione con una nota nella
quale sostanzialmente accetta tale rete, formula alcune specifiche
osservazioni sulla stessa e pone l'accento sul fatto che, condizione
imprescindibile affinche' la Regione Emilia-Romagna addivenga
all'intesa sulla rete nazionale, e' la garanzia di adeguate risorse
finanziarie per la gestione delle strade trasferite.
E' infatti necessario conoscere, prima di accettare il trasferimento
di parte della rete attualmente statale, quali e quante siano le
fonti di finanziamento per la manutenzione e per le nuove opere sulle
strade di questa regione, come avverra' l'eventuale trasferimento del
personale dell'ANAS, quali siano le caratteristiche patrimoniali,
tecniche e funzionali delle strade da trasferire.
Nel corso dell'anno si e' provveduto inoltre, in collaborazione con
il Servizio Affari legislativi ad elaborare, nell'ambito del piu'
vasto progetto di legge relativo all'attuazione del DLgs 112/98, la
parte concernente la rete regionale delle strade e le funzioni
regionali in materia, a seguito del trasferimento delle strade da
parte dell'ANAS.
E55 Nuova Romea
Nel rispetto di quanto definito con le intese fra ANAS, Regioni
Emilia-Romagna e Veneto si e' proceduto alla redazione del SEA
(Strategic Environmental Assessment) con il contributo dell'Unione
Europea, e all'aggiornamento delle progettazioni preliminari
dell'E55.
La documentazione e gli elaborati prodotti sono stati presentati e
consegnati alle Amministrazioni provinciali e comunali direttamente
interessate per la loro approvazione.
Contributi sulla viabilita' locale
Nel 1998 e' stato approvato il programma per l'assegnazione di
contributi in conto capitale per interventi sulla viabilita' locale
per un importo complessivo di circa Lire 5.044.000.000 con cui sono
stati finanziati una cinquantina di interventi sulla rete viaria
comunale e provinciale.
Trasporti eccezionali
Nel corso dell'anno 1998 si e' portata a conclusione l'attivita'
iniziata nell'anno precedente giungendo alla stesura di un elenco di
strade percorribili comprendente tutte le strade provinciali e
comunali della regione idonee al trasporto dei mezzi d'opera delle
macchine operatrici e dei veicoli ad uso speciale.
Detti elenchi costituiscono inoltre la base da cui si e' partiti per
la formulazione di un progetto di legge, inserito nel piu' vasto
progetto relativo all'attuazione del DLgs 112/98, diretto alla
semplificazione delle procedure per il rilascio della autorizzazioni
ai trasporti eccezionali. Per tale attivita' amministrativa e' stata
mantenuta la delega alle Province gia' attribuita con la L.R. 17/86.
Si e' infine provveduto alla ripartizione delle somme versate, quali
indennizzo d'usura delle strade da parte dei proprietari dei mezzi
d'opera, allo Stato e che quest'ultimo ha attribuito alle Regioni
affinche' provvedessero alla ripartizione agli Enti proprietari delle
strade.
Si e' trattato della prima applicazione all'art. 34 del DLgs 285/92
"Nuovo codice della strada" relativamente al riparto per gli anni
1994/95 e 1996.
Sicurezza
Nel corso del 1998 si e' provveduto a redigere la delibera dei
criteri relativa al terzo bando di contributi per interventi sulle
infrastrutture viarie nell'ambito del Programma d'intervento per la
sicurezza dei trasporti (L.R. 30/92).
Catasto
Nel corso del 1998 si e' conclusa l'attivita' di rilievo,
restituzione cartografica di tutta la rete delle strade statali e
completato il sistema informatico per la gestione della banca dati
relativa e della cartografia ad essa associata.
Porti e navigazione interna merci - Progetto Corridoio Adriatico
Il Progetto mira a delineare in sede interregionale un disegno di
pianificazione e di razionalizzazione complessiva dell'intero sistema
multi-modale dei trasporti lungo la fascia adriatica, favorendo - in
particolare per il trasporto delle merci - le modalita' alternative
alla gomma.
Nel corso del 1998 si e' svolto il corpo principale delle analisi e
delle consultazioni relative allo studio di fattibilita' del
progetto, la cui esecuzione e' stata affidata con gara europea ad un
raggruppamento di imprese costituito dalle Societa' Bonifica SpA e
CSST SpA. La relativa convenzione era stata siglata nel settembre del
1997.
Nell'ambito del coordinamento delle sette Regioni Adriatiche
promotrici dell'iniziativa (Friuli-Venezia Giulia, Veneto,
Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia), a questa Regione e'
stata affidata la responsabilita' della conduzione tecnica del
progetto. E' stata a tal fine attivata una struttura di direzione,
che ha seguito e sta seguendo gli avanzamenti dello studio.
Attualmente e' in corso di redazione il rapporto finale.
Nel corso del 1998, in particolare, sono stati organizzati numerosi
momenti collegiali di valutazione e di discussione dei risultati, sia
in sede interna - con il coinvolgimento di tutti i soggetti e gli
Enti regionali interessati dal progetto - che in sede di
coordinamento interregionale.
Progetto GILDA (Gestione informatica della logistica distribuita
nello spazio Adriatico-Jonico)
L'obiettivo del progetto consiste sostanzialmente nel supportare la
logistica del trasporto delle merci nello spazio adriatico-ionico con
strumenti di comunicazione informatica e telematica. In tal senso
esso si affianca e completa il progetto Corridoio Adriatico -
orientato soprattutto alla razionalizzazione delle infrastrutture e
al trasporto fisico delle merci - mirando all'impiego di tecnologie e
allo sviluppo di servizi che possano favorire una piu' celere
distribuzione delle informazioni e delle comunicazioni che
accompagnano le merci, anche ai fini di una maggiore sicurezza del
trasporto.
Il progetto si integra e si coordina con analoghi progetti
dell'Austria, della Slovenia e della Grecia, nell'ambito di una
struttura transnazionale di gestione e coordinamento.
Nel corso del 1998 e' stata completata l'attivita' di definizione dei
contenuti e del quadro di riferimento complessivo del Progetto GILDA,
pervenendo alla sua approvazione - il 28 gennaio 1998 - da parte
dello Steering Committee, e dunque al suo inserimento tra i progetti
co-finanziati dall'Unione Europea nell'ambito dell'iniziativa
Interreg IIC, relativamente all'area CADSES (Spazio dell'Europa
Centrale, Adriatica, Danubiana e Sudorientale).
Successivamente, il Ministero dei Lavori pubblici - con decreto del
22/5/1998 - ha assegnato alla Regione Emilia-Romagna i fondi relativi
ai contributi comunitario e nazionale (registrazione della Corte dei
Conti del 10/7/1998), e ha assegnato alla stessa la responsabilita'
dell'attuazione complessiva del progetto.
Dando seguito a quanto disposto dallo stesso decreto, questa Regione
nel dicembre 1998 ha avviato la fase operativa del progetto,
approvandolo formalmente e costituendo gli strumenti attuativi
(gruppo tecnico di coordinamento e segreteria tecnica).
Aggiornamento del Piano della portualita' turistica
Nel corso del 1998 e' stata completata l'attivita' di redazione degli
elaborati di piano oggetto dell'incarico affidato all'ARPA, ed e'
emersa la necessita' di approfondire le tematiche relative al diporto
turistico fluviale e la problematica relativa al servizio di
trasporto marittimo a fine turistico ricreativo.
La conclusione dell'attivita' di studio e ricerca e' configurabile
come una fase di passaggio verso la vera e propria stesura del piano.
Per poter giungere all'approvazione del piano partendo dai contenuti
dello studio preliminare, si dovra' procedere alla stesura del
documento di piano sulla forma e nello stile adatti a connotarlo come
strumento di valenza amministrativa.
Porti regionali e comunali
Come prevede la normativa regionale sul sistema portuale
dell'Emilia-Romagna, la Regione provvede a coprire totalmente le
spese per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e
costruzione di opere nei 5 porti "regionali" (Goro, Porto Garibaldi,
Cesenatico, Rimini e Cattolica), mentre contribuisce al finanziamento
dei programmi di intervento per i porti "comunali" (Bellaria, Cervia,
Gorino e Riccione).
Il programma annuale per il 1998 ha finanziato interventi per 3
miliardi e 247 milioni destinati a: Porto Garibaldi (1 miliardo e 936
milioni al Comune di Comacchio), Cesenatico (500 milioni), Rimini
(631 milioni) e Cattolica (180 milioni). E' stato inoltre finanziato
un intervento di 500 milioni per la realizzazione, nel porto di
Cesenatico, della rete antincendio a copertura dell'intera zona
portuale, un'opera ritenuta di particolare rilevanza dal punto di
vista della sicurezza per tutte le attivita' che si svolgono nel
porto in questione. Per quanto riguarda i porti comunali, sono stati
concessi contributi ai Comuni di Bellaria-Igea Marina e Riccione per
interventi di dragaggio nei rispettivi porti: Bellaria (80 milioni) e
Riccione (164 milioni).
Intesa interregionale per la navigazione interna e ARNI
L'Emilia-Romagna ha contribuito nel 1998 alle spesa dell'Intesa, a
cui concorrono anche le Regioni Lombardia, Veneto e Piemonte, per
quasi 9 miliardi, parte delle quali vengono conguagliate. E' inoltre
in fase di revisione la convenzione che regola i rapporti
dell'Intesa.
La nostra Regione e' attuata operativamente soprattutto attraverso
l'ARNI (Azienda regionale per la navigazione interna) cui competono i
compiti relativi al mantenimento dei fondali del Po e l'Idrovia
Ferrarese e gli interventi necessari alle opere.
Attraverso l'ARNI vengono attuati anche gli interventi sostenuti con
fondi statali assegnati con Legge 380/90, riguardanti la
realizzazione del sistema idroviario padano-veneto, tra i quali
assume rilievo quello attinente alla realizzazione del nuovo porto
sul Po in localita' Pieve di Saliceto (RE), la cui progettazione
esecutiva si e' conclusa nel corso del 1998 e comportera' una spesa
per la realizzazione di circa 16 miliardi gia' disponibili. L'appalto
dei lavori, la cui gestione e' stata affidata all'ARNI, e' previsto
entro il 1999.
Sempre con riferimento ai fondi assegnati con Legge 380/90, va
evidenziato il perfezionamento dell'accordo, con tutti gli enti
interessati, per il completamento della progettazione (esecutiva) e
per la successiva realizzazione del nuovo ponte ferroviario di
Migliarino, lungo l'Idrovia Ferrarese, in sostituzione di quello
esistente di ostacolo alla navigazione commerciale.
Sono poi in arrivo cospicui finanziamenti statali (circa 520
miliardi) per il rilancio del sistema idroviario padano-veneto, che
verranno suddivisi tra le Regioni dell'Intesa in base ad un
protocollo d'intesa che verra' firmato entro la primavera 1999 e che
dovrebbe destinare alla nostra Regione circa 230 miliardi di cui
circa 175 per l'adeguamento a V classe dell'Idrovia Ferrarese.
Merci
Nel corso del 1998 e' stato ultimato lo studio di sistema relativo
all'assetto logistico merci nell'area della Romagna finanziato con
risorse rese disponibili dall'Accordo quadro del luglio 1994.
Le risultanze dello studio, in corso di valutazione, contribuiranno a
definire le indicazioni e le scelte in ambito PRIT 1998.
Ferrovie nazionali
Ancorche' il settore delle ferrovie nazionali non sia di competenza
amministrativa della Regione, la stessa Regione, nell'ambito delle
sue competenze programmatorie in collaborazione con lo Stato, ha
svolto nel 1998 una azione decisiva in tale campo.
L'attivita' della Regione si e' infatti, indirizzata alla conclusione
definitiva dell'iter per la realizzazione del quadruplicamento veloce
Milano-Bologna-Firenze.
Il 31 luglio 1998 nell'ambito dell'apposita Conferenza di Servizi e'
stata approvata la sub-tratta Reggio Emilia-Modena, ultimo tratto il
cui progetto era ancora in via di definizione.
In tale sede si e' anche proceduto alla sottoscrizione di alcuni
accordi che hanno meglio specificato ed integrato gli impegni
precedentemente assunti dalle parti.
In particolare e' risultato opportuno, a causa delle nuove
responsabilita' che il DLgs 422/97 pone in capo alla Regione nel
campo dei trasporti, giungere alla sottoscrizione di un Addendum alla
"Convenzione attuativa dell'Accordo Quadro" sottoscritta il 23 luglio
1997.
Trasporti pubblici locali
Il settore trasporti pubblici nel 1998, ha subito forti modifiche
normative, sia in sede nazionale con le leggi Bassanini, la Legge
15/3/1997, n. 59, art. 4 comma 4, i Decreti legislativi 19/11/1997,
n. 422 e 31/3/1998, n. 112 di attuazione della legge predetta, la
Legge 23 dicembre 1996, n. 662, la Legge 194/98, sia in sede
regionale in quanto, con la L.R. 2 ottobre 1998, n. 30 sono state
recepite le nuove funzioni e i nuovi compiti amministrativi.
Restano confermate le Leggi 204/95, 122/89 e 208/91.
L'azione legislativa regionale inoltre ha attuato un notevole
snellimento amministrativo attraverso un riordino che ha interessato
23 precedenti leggi regionali, determinando l'abrogazione totale di
19 leggi e parziale di altre 4, e regolamentando la materia
attraverso un unico testo.
Le nuove competenze riguardano il sistema dei trasporti ferroviari,
che interessano sia la rete delle ferrovie concesse e in gestione ex
commissariale governativa e i relativi servizi (artt. 22-23), sia i
servizi regionali e locali svolti da FS (art. 21).
Nel trasporto autofiloviario, mobilita' urbana e intermodalita',
restano di competenza della Regione Emilia-Romagna le funzioni di
programmazione, di indirizzo e di finanziamento. Gli artt. 29 e 30
individuano obiettivi e azioni regionali volte alla promozione degli
interventi di riorganizzazione e di qualificazione della mobilita',
con particolare riguardo all'attuazione delle norme di miglioramento
del trasporto pubblico o che costituiscono integrazione funzionale di
iniziative finanziate da altri soggetti.
Le norme finanziarie (Titolo V) riguardano l'istituzione di un fondo
regionale trasporti, alimentato dalle risorse regionali e da
ulteriori risorse trasferite dallo Stato. Il fondo trasporti e'
determinato triennalmente sulla base delle linee di indirizzo della
pianificazione regionale e degli Accordi di programma sottoscritti.
L'intervento finanziario regionale potra' essere diretto o in
concorso con altri soggetti pubblici e/o privati e prevede contributi
a totale copertura degli oneri per i servizi minimi, contributi per
il riequilibrio e la riorganizzazione dei servizi, contributi per gli
investimenti in infrastrutture, sistemi tecnologici e mezzi di
trasporto, spese dirette della Regione.
Infine e' previsto un periodo transitorio al Titolo VIII, in cui sono
indicati i tempi e i modi per la gestione della rete ferroviaria
regionale e dei servizi autofilotramviari. In particolare l'art. 46
determina le condizioni per il completamento dei provvedimenti in
corso, secondo le regole previste dalle originarie leggi regionali
abrogate e l'art. 48 contiene le norme finanziarie che consentono di
far fronte agli oneri della legge.
Le principali linee di intervento riguardano:
Mezzi regionali - Spesa in conto capitale
A) L.R. 15/94 e successive modifiche L.R. 48/89 - Accordi di
programma. Tali leggi sono state abrogate in seguito all'entrata in
vigore della L.R. 2 ottobre 1998, n. 30;
B) Legge 122/89 Parcheggi (limiti d'impegno decennale)
Mezzi statali - Spesa in conto capitale
C) Legge 204/95 investimenti infrastrutturali;
D) Legge 208/91 piste ciclabili.
Mezzi regionali - Spesa corrente
E) L.R. 45/79 e successive modifiche. Fondo regionale trasporti. Tale
legge e' stata abrogata a seguito dell'entrata in vigore della L.R. 2
ottobre 1998, n. 30;
F) L.R. 38/96 Fondo di riequilibrio.
Mezzi statali - Spesa corrente
Legge 204/95 Ripiano disavanzi esercizio 1987/1993;
Legge 194/98 Ripiano disavanzi esercizio 1994/1996.
Spese in conto capitale
Accordi di programma 1997-2000
Nel corso del 1998 si e' proceduto all'attuazione del quadro
programmatico degli investimenti per il quadriennio 1997-2000, gia'
approvato nel 1997. Le risorse regionali a cio' dedicate ammontavano
a circa 83,4 miliardi.
Sul fronte degli impegni di spesa per l'anno 1998 (Cap. 43100 - 43110
- 43115 - 43219 - 43221 - 43223) si e' raggiunta una percentuale
prossima al 40%. La rimodulazione degli interventi inserita
all'interno dei succitati Accordi di programma ha contribuito in
misura significativa alla ripresa degli investimenti, sia da parte
delle Aziende di TPL, che degli Enti locali.
Tuttavia, la maggior complessita' ed impatto degli interventi a
carico degli Enti locali non ha consentito di completare l'avvio di
tutti gli interventi programmati.
Limiti di impegno decennali per la realizzazione di parcheggi (Lire
17,2 miliardi annui)
Nel corso del 1998 l'attuazione del programma parcheggi ha
riscontrato un positivo andamento. I Comuni interessati hanno avviato
interventi nella misura del 30% della programmazione. Contabilmente
si e' potuto procedere all'impegno del 14% delle risorse. La
differenza tra gli interventi avviati e gli impegni effettuati e'
dovuta a motivi tecnici che consentono di contabilizzare alcuni
interventi avviati nel 1998, solo nel I semestre 1999.
Investimenti ulteriori rispetto agli Accordi di programma finanziati
con mezzi statali
I capitoli interessati agli investimenti suddetti (43231 e 43224),
presentano nel 1998 una disponibilita' complessiva di circa 30
miliardi utilizzati per investimenti tecnologici (progetto STIMER) e
finanziamento di programmi di sostituzione autobus.
Con riferimento agli stanziamenti per autobus si e' registrato nel
1998 un tasso di impegno pari all'100% che ha portato al
completamento dei programmi precedentemente approvati. Le risorse
mobilitate sono state di importo ridotto.
Si segnala un'ulteriore gestione ad esaurimento di risorse in conto
capitale sul Cap. 43226 per Lire 2 mld che non ha visto nel 1998
impegni di risorse a seguito dell'avvio di Accordi per la
predisposizione di un nuovo programma di investimento.
Il progetto STIMER, che interessa quasi tutte le risorse dei Capitoli
43224 e 43231, ha visto nel 1998 l'avvio della fase progettuale
prevista dalla convenzione firmata nel dicembre 1997.
E' stata completata la zonizzazione dei bacini di traffico regionale.
I soggetti interessati (Aziende di TPL) stanno ultimando la
predisposizione del capitolato con le specifiche tecniche. Il grande
numero di soluzioni tecnologiche prefigurabili e la mancanza di
modelli standard di riferimento, ha comportato differimento dei tempi
di completamento dei capitolati. Non si e' pertanto potuto procedere
ad impegni di spesa.
Risorse statali per piste ciclabili (Legge 208/91)
La gestione relativa al Cap. 45330 pari a Lire 280 milioni e' stata
completata nel gennaio 1998.
Spesa corrente
Accordi di servizio 1997/2000
Nel 1998 si e' data attuazione agli Accordi di servizio per il
quadriennio 1997/2000 approvati nel 1997, con i gestori del servizio
di TPL e gli Enti locali interessati.
Punto di partenza di questa impostazione contrattualistica e' stato
il superamento del preesistente concetto di intervento regionale
correlato al disavanzo (abbandonato gia' nel 1994) e la sua
sostituzione con un accordo avente vincolo di contratto fondato sul
pareggio di bilancio, con risorse certe e note in via preventiva e
con una loro attribuzione in relazione a parametri incentivanti
l'efficacia e l'efficienza aziendale.
Da un punto di vista quantitativo le risorse messe a disposizione per
l'esercizio del trasporto pubblico locale (Cap. 43225), sono
ammontate a Lire 359 mld interamente impegnati ed erogati.
Fondo di riequilibrio
Alle risorse di cui al punto E) si aggiungono quelle del Fondo di
riequilibrio (Cap. 43175).
Con la L.R. 14 ottobre 1996, n.38 e' stato istituito il "Fondo per il
riequilibrio e la riorganizzazione dei servizi di TPL", teso al
miglioramento del TPL ed al riequilibrio territoriale.
Per l'esercizio 1998 tale fondo e' stato finanziato con Lire 4
miliardi interamente impegnati ed erogati, sulla base dei criteri di
ripartizione approvati nel 1997.
Copertura disavanzi di esercizio
Legge 204/95, art. 1
Con detta legge lo Stato ha assunto a proprio carico la parziale
copertura dei disavanzi residui di esercizio delle aziende di TPL per
gli anni dal 1987 al 1993, mediante l'assegnazione di un contributo
decennale, con decorrenza dal 1995 al 2004.
Con proprio decreto del 4 novembre 1996 il Ministro dei Trasporti ha
provveduto a ripartire fra le Regioni i contributi in parola,
assegnando alla Regione Emilia-Romagna la cifra di Lire 49,037
miliardi all'anno per 10 anni iscritta al Cap. 43239 del bilancio
regionale. Nel 1998 sono stati iscritti contributi per complessivi
49,037 miliardi relativi alla annualita' 1998 che sono stati
interamente impegnati sulla base dei criteri attuativi dettati dalla
L.R. 58/95.
Legge 194/98, disavanzi 1994-1996
Con detta legge lo Stato ha assunto a proprio carico la parziale
copertura dei disavanzi residui delle aziende di TPL per gli anni dal
1994 al 1996, mediante l'assegnazione di un contributo quindicinale,
con decorrenza dal 1998 al 2012.
La Regione ha certificato disavanzi riferiti a detto periodo per un
importo complessivo di circa 33 miliardi.
Con decreto dirigenziale n. 3636 del 19/11/1998 il Ministero dei
Trasporti ha provveduto a ripartire fra le Regioni i contributi in
parola, assegnando alla Regione Emilia-Romagna la cifra di Lire 2,972
miliardi per l'anno 1998 e di Lire 5,944 mld per gli anni dal 1999 al
2012, per un totale complessivo di Lire 86,188 miliardi.
Tali risorse, a norma dell'art. 2, commi 1 e 2 della Legge 194/98,
verranno utilizzate per coprire il 30% di disavanzi certificati, pari
a Lire 9,944 mld.
La restante disponibilita' pari a Lire 76,244 miliardi verra'
destinata a contributi sulle spese per investimenti nel settore
trasporti.
Osservatorio per l'educazione stradale e la sicurezza
Nel 1998 e' proseguita l'attivita' di educazione alla sicurezza
stradale condotta nelle scuole con il diretto coinvolgimento della
Sovrintendenza scolastica regionale e dei Provveditorati agli studi:
a tutt'oggi sono oltre 4.000 i docenti che hanno partecipato a
momenti di formazione e che costituiscono un'importante risorsa. Nel
corso di un'inchiesta condotta nelle scuole e' emerso che nell'anno
scolastico 1997/98 si sono svolte, con il supporto di numerosi enti
ed associazioni, oltre 2.300 iniziative cui hanno partecipato circa
490.000 giovani.
Cio' testimonia della grande ricchezza di iniziative degli Enti
locali emiliano-romagnoli e di altri soggetti che hanno assunto i
temi della sicurezza stradale come oggetto di iniziative e di
programmi sempre piu' ricchi e stimolanti ai quali l'Osservatorio ha
partecipato.
La presenza della Regione al Motor Show 1998 si e' caratterizzata per
la ricerca di una maggiore integrazione con i nostri partner
(Ministero dei Lavori pubblici, Radio RAI, Societa' Autostrade).
Come gia' negli anni scorsi si e' svolta un'iniziativa che ha
coinvolto 1.000 ragazzi e ragazze in percorsi didattici guidati che
li hanno messi a contatto con i protagonisti della ricerca in materia
di sicurezza attiva e passiva: importante e' stata anche la
partecipazione delle imprese che hanno messo gratuitamente a
disposizione uomini e mezzi anche per prove di guida sicura.
Grande e positivo riscontro ha avuto la pubblicazione edita in
collaborazione con il Touring Club Italiano "A tutto casco", un agile
manuale di consultazione dedicato ai giovani che si avvicinano al
motorino.
PROMOZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE TURISTICA
Il 1998 e' stato per il settore promozione e commercializzazione
turistica, l'anno del "doppio binario" in quanto e' stato attuato e
completato il programma regionale 1998 degli interventi regionali di
promozione e di commercializzazione turistica, in relazione a quanto
disposto dalla L.R. 9 agosto 1993, n. 28; sono stati inoltre
predisposti tutti i provvedimenti preparatori, programmatici e
attuativi previsti dalla citata L.R. 7/98, ai fini della piena
operativita' del nuovo sistema dell'organizzazione turistica
regionale e degli interventi regionali in materia di promozione
turistica.
Per quanto concerne la gestione, ai sensi della L.R. 28/93 degli
interventi promozionali gia' programmati per il 1998 e' stata data
attuazione alle linee strategiche del programma 1998 sulla scorta di
una sinergica collaborazione tra Ente regionale, APT, autonomie
locali e operatori turistici privati avendo come obiettivo primario
quello di aumentare il flusso turistico e la produttivita' nel
settore attraverso la piu' ampia diffusione della qualita'
dell'offerta turistica nel suo contesto ambientale, economico e
sociale.
Per quanto riguarda l'avvio e l'attuazione della L.R. 7/98, il
Servizio ha in particolare curato la predisposizione dei
provvedimenti per:
- l'approvazione da parte della Giunta regionale delle direttive
applicative della L.R. 7/98;
- la costituzione della Srl APT Servizi, prevista dalla citata L.R.
7/98;
- i provvedimenti per il riconoscimento delle Unioni di prodotto,
costituite ai sensi della citata normativa;
- i provvedimenti per la costituzione dell'Agenzia regionale per il
turismo.
Il Servizio ha inoltre curato la predisposizione di specifici
provvedimenti della Giunta regionale relativi:
- all'approvazione della Convenzione quadro disciplinante i rapporti
fra Regione ed APT Servizi Srl;
- alla committenza all'APT Servizi Srl per l'attuazione delle azioni
di carattere generale di promozione turistica regionale per l'anno
1999;
- al finanziamento dei programmi di promozione turistica locale;
- al cofinanziamento dei programmi promozionali delle Unioni di
prodotto;
- al cofinanziamento dei progetti di commercializzazione delle
imprese turistiche private, aderenti alle Unioni di prodotto.
Attivita' relativa a statistiche e banche dati sul turismo
In ambito statistico si e' curata la raccolta ed elaborazione dei
dati del 1997 e la redazione e diffusione del Rapporto annuale sul
movimento turistico e la consistenza ricettiva.
In ambito di sistema informativo, oltre all'aggiornamento delle
banche dati esistenti, e' stata creata una nuova banca dati sugli
Uffici di Informazione turistica.
Attivita' relativa all'informazione turistica
Nell'ambito del Progetto per la realizzazione del sistema informativo
regionale per il turista e' stato gestito il programma relativo alle
prime 11 realta' pilota che ha portato alla realizzazione di
altrettante redazioni locali turistiche fornendo gli standard
informativi per le BD e i siti Internet locali, svolgendo funzioni di
supporto e monitoraggio alle redazioni locali. E' stato poi attivato
il programma di co-finanziamento ai Comuni per l'attivazione di
ulteriori otto redazioni.
E' stata avviata la costituzione di una redazione di livello
regionale, per il coordinamento e regolazione del sistema e per
l'apertura di un sito Internet regionale, in collegamento con quelli
locali.
L'Osservatorio regionale sul turismo, tramite una convenzione
aggiuntiva a quella 1997/1998 con l'Unioncamere regionale, ha
ulteriormente sviluppato le indagini sugli aspetti strutturali e
infrastrutturali del turismo.
Qualita' aree turistiche
E' stata predisposta la seconda tranche del programma di interventi,
per il biennio 1997-1998, finalizzati al miglioramento della qualita'
urbana.
E' proseguita la gestione tecnico-amministrativa dei progetti
finanziati con i programmi 1992-1994-1995 e 1997 (L.R. 3/93),
nell'ambito della quale sono stati predisposti nuovi metodi di
monitoraggio ed analisi economica dei contributi concessi e degli
interventi realizzati, basati su archiviazione informatica e
cartografica.
E' proseguita la gestione tecnico-amministrativa dei progetti
finanziati con l'Obiettivo 5B Misura 2.1-2.3-2.4-2.5.
E' proseguito il coordinamento delle attivita' previste nel settore
del miglioramento ambientale delle localita' turistiche, sia mediante
il programma di interventi di lotta ai culicidi nelle zone del Delta
del Po, L.R. 15/91 "Interventi di lotta ai culicidi nelle localita'
turistiche costiere nell'area del Delta del Po", sia mediante
l'attuazione degli interventi previsti dal progetto "Interventi
speciali per il miglioramento della qualita' ambientale ed urbana per
la valorizzazione turistica della Costa emiliano-romagnola e dei
centri termali".
Per il settore "turismi emergenti" sono state proseguite ed ampliate
tutte le attivita' previste dai progetti precedentemente approvati:
- progetto "Citta' Castelli Ciliegi" (finanziato dalla Regione e
Unione Europea);
- progetto "Turismo scolastico";
- ideazione diretta o collaborazione alla realizzazione di iniziative
di tipo promozionale e informativo, finalizzate allo sviluppo del
turismo naturalistico e dell'agriturismo;
- organizzazione di convegni e manifestazioni specifiche nei vari
settori.
Particolare attenzione e' stata posta al proseguimento delle
attivita' previste da accordi e protocolli di intesa tra Parchi
regionali ed europei, per la valorizzazione integrata dei rispettivi
territori e per il coordinamento delle iniziative promozionali.
E' stata iniziata l'analisi preliminare per la attivazione di
progetti speciali riguardanti i seguenti temi:
- circuito regionale dei Castelli;
- valorizzazione terre Verdiane;
- valorizzazione Linea Gotica;
- riqualificazione verde pubblico Costa;
- valorizzazione lungo fiume Po;
- valorizzazione trekking Appennino.
E' stato infine ideato il nuovo progetto "Itinerari enogastronomici".
Offerta turistica
Sono state elaborate le direttive regionali alle Capitanerie di
Porto, in applicazione dell'art. 3 della convenzione sottoscritta il
28/10/1997 tra la Regione Emilia-Romagna ed il Ministero dei
Trasporti e della Navigazione, e predisposto il relativo atto
deliberativo (delibera della Giunta regionale n. 182 del 24/2/1998).
Sono state effettuate le analisi e predisposti gli atti tecnici
finalizzati alla classificazione delle aree demaniali marittime in
alta (A), normale (B) e minore (C) valenza turistica, in attuazione
della Legge 494/93 e DM 342/88. Effettuata la consultazione con le
Province, Comuni ed associazioni di categoria interessate; e' stata
inoltre predisposta la delibera di Giunta regionale inerente:
"Affidamento di incarico per la realizzazione del volo
aerofotogrammetrico sul litorale emiliano-romagnolo finalizzato
all'attuazione della Legge 494/93"; e' stata altresi' predisposta la
delibera di Giunta regionale 2862/98 inerente l'affidamento
dell'incarico di assistenza per la razionalizzazione delle procedure
connesse all'espletamento delle funzioni amministrative in materia di
uso del demanio marittimo ai fini turistico-ricreativi, delegate alla
Regione, ai sensi dell'art. 59 del DPR 616/77.
Sono stati predisposti ed approvati 2 programmi (1997 e 1998)
relativi alla L.R. 3/93 inerenti le richieste di contributo
presentate dagli operatori privati.
Sono state predisposte le delibere della Giunta regionale inerenti:
a) indicazioni tecnico-operative alle Province per la gestione dei
programmi relativi alla L.R. 3/93, operatori privati;
b) ripartizione dei fondi regionali alle Province per la gestione dei
programmi 1998 della stessa legge;
c) la concessione dei contributi ai consorzi fidi e cooperative di
garanzia di cui al Capo V della L.R. 3/93 per la costituzione di
fondi di garanzia e di fondi per l'abbattimento del tasso d'interesse
(programmi 1997 e 1998);
d) l'approvazione delle richieste di contributo relative alla L.R.
3/93, "Assistenza tecnica" ed "Innovazione tecnologica".
E' stato predisposto ed approvato il programma relativo all'anno 1998
della L.R. 26/87 "Interventi a favore degli impianti di risalita e
delle stazioni sciistiche".
E' stato predisposto ed approvato il programma 1998 extra relativo
alla L.R. 32/88: interventi di operatori termali pubblici e privati
dell'Emilia-Romagna a sostegno del turismo, progetto "Terme e
Salute".
Sono state predisposte due proposte di progetto di legge inerenti:
"Adozione di provvedimenti straordinari di regolamentazione contabile
L.R. 19/78, L.R. 38/84, L.R. 32/88, L.R. 3/93 - Definizione nuovi
termini" ed "Integrazioni alla L.R. 34/98, disciplina per la gestione
delle strutture ricettive extralberghiere".
E' proseguita la gestione tecnico-amministrativa dei programmi
finanziati attraverso il monitoraggio, l'attivita' istruttoria, la
concessione e liquidazione dei contributi, potenziando
contestualmente l'attivita' di supporto e collaborazione con la
Capitaneria di Porto e le Province.
Sottoprogramma Obiettivo 5B
A seguito dell'approvazione del programma di finanziamenti della
seconda tranche sono proseguite le azioni gestionali che hanno
permesso di raggiungere i livelli di impegni e di spesa prescritti
dalla UE.
CULTURA, SPORT, PROGETTO GIOVANI
Per quanto riguarda le attivita' dell'Assessorato per il 1998 vanno
in primo luogo evidenziate:
- l'approvazione della L.R. 1 dicembre 1998, n. 40 "Interventi
finanziari speciali per la realizzazione di Bologna Citta' europea
della cultura per l'anno 2000", per le celebrazioni del I centenario
della morte di Giuseppe Verdi e per la partecipazione ad iniziative
straordinarie per la valorizzazione con l'approvazione di massima dei
piani relativi;
- l'approvazione della L.R. 28 dicembre 1998, n. 41 "Contributo
straordinario a favore della Fondazione per le scienze religiose
Giovanni XXIII";
- elaborazione del progetto di legge "Norme in materia di
spettacolo", la cui pubblicazione e' avvenuta nel Supplemento
Speciale del Bollettino Ufficiale n. 277 del 22/12/1998.
La partecipazione per settori di competenza all'elaborazione del
progetto di legge "Riforma in senso federalista del sistema regionale
e locale", pubblicata nel Supplemento speciale del Bollettino
Ufficiale n. 253 del 24/7/1998.
Per quanto attiene i singoli settori si rammentano:
Promozione culturale
Leggi regionali 37/94 e 13/97
- predisposizione del piano triennale 1998-2000 per la promozione di
attivita' culturali;
- approvazione del piano annuale 1998 degli interventi di attivita'
culturali;
- approvazione degli interventi per la costituzione o l'integrazione
della dotazione patrimoniale di organismi pubblici e privati, seconda
tranche;
- approvazione degli interventi per acquisti di attrezzature e
tecnologia;
- assegnazione premi ex art. 8.
L.R. 13/97, art. 5
- approvazione della seconda tranche del progetto Verdi.
Beni culturali
Leggi regionali 42/83 e 20/90
- approvazione delle linee di indirizzo in materia di musei e
biblioteche;
- approvazione del piano museale (II stralcio 1997 e 1998) e del
piano bibliotecario 1998.
Vigilanza sugli Enti partecipati
Oltre alla verifica delle attivita' e dei bilanci ATER, ERT, CRD ed
altri enti partecipati si segnalano le seguenti nomine:
- membro della Fondazione Teatro comunale di Bologna;
- Presidente e Consiglio della Fondazione Toscanini.
Progetto Giovani
L.R. 30/86
assegnazione ed erogazione dei contributi per il settore degli
scambigiovanili e manifestazioni internazionali (finanziate 65
iniziative, 2030 ragazzi),
L.R. 21/96
art. 4: istruttoria e predisposizione degli atti
amministrativi necessari al sostegno e alla compartecipazione della
Regione ad iniziative per la promozione di dieci progetti pilota
volti alla sperimentazione di nuove modalita' di intervento a favore
dei giovani;
art. 5: ricognizione nell'ambito dell'attivita' del gruppo
di lavoro interassessorile, dei programmi e progetti di tutti gli
Assessorati rivolti ai giovani e predisposizione di un primo quadro
degli interventi e degli stanziamenti regionali;
art. 2: stipula del protocollo di intesa tra la Regione
Emilia-Romagna e i Comuni capoluogo di Bologna, Ferrara, Reggio
Emilia, Modena, Parma e Forli' per il coordinamento delle attivita'
volte alla promozione dei giovani che operano nel campo della
creativita', delle arti e dello spettacolo.
Sport
L.R. 30/86
erogazione di contributi in conto interesse attualizzato per la
realizzazione e la ristrutturazione di impianti ed attrezzature
sportive nonche' assegnazione ed erogazione dei contributi per le
attivita' sportive svolte nel territorio regionale.
L.R. 24/92
- corresponsione di incentivi per la realizzazione di impianti da
golf a sostegno del sistema turistico regionale;
- settore formativo delle professioni turistico-sportive;
- realizzazione dei corsi per maestri di sci (L.R. 42/93) e per guide
alpine (L.R. 3/94).
Si e' proceduto inoltre alla verifica degli interventi operati
attraverso le leggi di settore ed alle consultazioni territoriali
necessarie per la predisposizione di nuovi strumenti di intervento da
attivare in conseguenza della applicazione della Legge 59/97.
Spettacolo
- Gestione tramite direttive e piani d'intervento annuali, delle
seguenti leggi di settore: L.R. 11/85 "Norme in materia di promozione
delle attivita' teatrali, musicali e cinematografiche", L.R. 20/92
"Partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Associazione
Teatrale Emilia-Romagna (ATER); all'Associazione Emilia-Romagna
Teatro (ERT) e all'Associazione Centro regionale della danza (CRD);
L.R. 27/95 "Contributo alla Fondazione A. Toscanini"; L.R. 33/93
"Norme per l'attivita' dell'Ente autonomo Teatro Comunale di Bologna,
della Cineteca di Bologna, dei teatri stabili e dei centri di
produzione della regione Emilia-Romagna";
- decreto del Presidente della Giunta regionale n. 272 del 2/7/1998
riguardante l'esclusione di AGIDI di Modena dal riconoscimento come
teatro stabile ai sensi dell'art. 4 della L.R. 33/93;
- stipula della convenzione fra Regione ed AGIS per il triennio
1998-2000 per il sostegno del piccolo esercizio cinematografico;
- determinazione del Direttore generale Cultura e Turismo del
17/9/1998 che costituisce un gruppo di lavoro per il coordinamento
delle iniziative verdiane del 2001;
- assegnazione dei contributi annuali all'Associazione teatrale
Emilia-Romagna (ATER), all'Associazione Emilia-Romagna Teatro (ERT) e
all'Associazione Centro regionale della danza ex L.R. 20/92
(provvedimenti del Direttore generale).
ATTIVITA' PRODUTTIVE
Sviluppo della PMI e dell'Artigianato
Nel corso dell'anno 1998 l'impegno del Servizio Sviluppo della PMI e
dell'Artigianato si e' orientato in due direzioni prevalenti:
- contribuire alla definizione dei contenuti del progetto di legge
"Riforma del sistema regionale e locale" in attuazione del dettato
della Legge 59/97 e, in particolare, del DLgs 112/98;
- l'attivita' di programmazione e gestione della normativa di
politica industriale e artigianale vigente.
Per quanto attiene il primo tema, nell'ambito del Titolo V del
progetto di legge "Sviluppo economico e attivita' produttive" sono
state formulate le strategie e i contenuti di una nuova politica
industriale regionale, finalmente consentita dal processo di
decentramento amministrativo attivato dal Governo.
I quattro assi strategici in materia di sviluppo economico e
attivita' produttive sono stati individuati in:
- sviluppo di programmi per il trasferimento tecnologico e
l'attuazione di un sistema regionale per il miglioramento della
competitivita' tecnologica delle imprese;
- sostegno delle esportazioni e della internazionalizzazione delle
imprese;
- attuazione delle funzioni di programmazione negoziata, anche
attraverso progetti di sviluppo delle attivita' produttive definiti
in modo concertato a livello dei sistemi produttivi locali;
- l'innovazione finanziaria, tanto per l'accesso al credito, quanto
per la capitalizzazione delle piccole e medie imprese.
La definizione delle specifiche azioni delle politiche industriali
regionali e la loro concreta applicazione e' stata demandata, in
attuazione dei principi di delegificazione e semplificazione, ad un
programma regionale triennale, approvato dal Consiglio su proposta
della Giunta.
Il progetto di legge provvede anche ad ampliare e a completare il
processo di delega alle Province in materia di artigianato, gia'
intrapreso con L.R. 20/94.
Di particolare rilievo sono, poi, le norme che regolano il metodo
della concertazione sia con gli Enti locali, che con le
organizzazioni sociali e con il sistema delle Camere di Commercio.
Nel corso del processo di approvazione del progetto di legge "Riforma
del sistema regionale e locale" l'Amministrazione ha intanto
attivato, con il supporto dell'ERVET SpA, un monitoraggio del sistema
delle autonomie locali della Regione impegnate nella realizzazione
degli sportelli unici per le attivita' produttive, finalizzato a
documentare lo stato di avanzamento delle relative attivita', ed a
censire i problemi emergenti.
A supporto delle attivita' di progettazione e di implementazione
dello sportello unico intraprese dai Comuni e dalle altre autonomie
locali la Regione, mediante apposita convenzione, ha incaricato ERVET
SpA di attivare su questi temi un "progetto laboratorio", al fine di
creare un sistema di confronto e di circuitazione delle informazioni
di diffusione dei casi migliori e di favorire lo sviluppo omogeneo
degli sportelli unici sul territorio regionale.
Per quanto attiene poi l'azione di programmazione e di gestione delle
leggi vigenti, sono stati ottenuti risultati significativi in termini
di efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa.
Innanzitutto va sottolineato come siano stati predisposti e
completati i documenti di programma dei gruppi di lavoro impegnati
nei programmi speciali d'area della Valle del Reno e della Val Tidone
e Val Lauretta, cui hanno partecipato le istituzioni locali e le
organizzazioni imprenditoriali e sindacali dei territori interessati
alla realizzazione dei vari programmi.
Relativamente alla L.R. 21/83 in materia di promozione economica, con
il Programma promozionale regionale del 1998 sono stati finanziati 23
progetti finalizzati ad incrementare l'export e
l'internazionalizzazione delle PMI e dell'artigianato. Di tali
progetti, 7 sono stati promossi dal Tavolo di concertazione
regionale, promosso dalla Regione e che comprende le Associazioni
imprenditoriali ed il Centro Estero Camere di Commercio; di tali
progetti quanti sono stati inoltre cofinanziati dal Ministero per il
Commercio con l'Estero nel quadro della convenzione sottoscritta tra
Regione ed ICE in attuazione dell'Accordo di programma siglato con il
Ministero stesso.
In merito alle relazioni economico-istituzionali con l'estero, va
segnalata sia l'attivita' svolta nel quadro della convenzione
sottoscritta tra Regione ed ICE in attuazione dell'Accordo di
programma siglato con il Ministero stesso.
In merito alle relazioni economico istituzionali con l'estero, va
segnalata sia l'attivita' svolta nel quadro della visita di Stato del
Presidente del Consiglio Prodi in Argentina, cui ha partecipato una
qualificata delegazione di organismi regionali, sia l'attuazione del
protocollo di collaborazione sottoscritto con la Contea di Cook, tra
cui la visita a Chicago di una delegazione regionale rappresentativa
della realta' economico-istituzionale della regione.
Va inoltre sottolineata la collaborazione attiva con l'Istituto
Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri, finalizzata ad
instaurare rapporti diretti tra le rappresentanze italiane all'estero
ed il sistema delle PMI dell'Emilia-Romagna.
Nell'ambito delle attivita' inerenti il sistema fieristico regionale,
nel 1998 e' stata curata l'istruttoria per l'autorizzazione delle
manifestazioni fieristiche di livello superiore programmate per il
territorio regionale: 33 internazionali, 41 nazionali, 35 regionali.
E' stato predisposto il calendario fieristico 1998, comprendente
tutte le manifestazioni fieristiche tenute nella regione comprese
quelle locali, ed e' stato inoltre pubblicato il calendario
fieristico promozionale, diffuso anche via Internet.
Sono stati svolti gli adempimenti necessari alle nomine dei
componenti degli organi degli enti fieristici: in particolare quella
dei presidenti degli Enti fieristici di Bologna, Parma e Rimini; del
collegio sindacale dell'Ente Fiera di Rimini; del consiglio di
amministrazione dell'Ente Fiera di Parma.
Sono stati esaminati i bilanci preventivi 1998 ed i bilanci
consuntivi 1997 degli Enti Fieristici di Bologna, Parma, Piacenza e
Rimini per l'approvazione da parte della Giunta regionale.
Inoltre sono stati rinnovati gli incarichi all'ANSA ed al CERMES -
Universita' Bocconi per la realizzazione, rispettivamente, del
notiziario fieristico regionale e dell'Osservatorio fieristico
regionale.
Infine e' stato elaborato il progetto di una nuova legge regionale di
ordinamento del settore e di riforma degli enti fieristici.
Per quanto concerne la L.R. 37/92 in materia di certificazione di
qualita', sono state impegnate tutte le risorse disponibili nello
stanziamento di previsione del 1998, concedendo il contributo a tutte
le imprese presenti nella graduatoria relativa al bando 1997 che non
avevano potuto ottenere la concessione per insufficienza delle
risorse finanziarie.
In termini quantitativi, nel 1998 sono state finanziate 583 imprese,
impegnando risorse per quasi 11 miliardi e 800 milioni; per quanto
attiene i precedenti bandi, sono state liquidate 502 pratiche per un
importo complessivo di oltre 8 miliardi e 263 milioni di contributi.
Sempre in materia di qualita', nel 1998 si e' svolta la prima
edizione del Premio Qualita' Emilia-Romagna, quale fase regionale del
Premio Qualita' Italia, destinato alle PMI che applicano i principi
della qualita' totale nella gestione d'impresa. Questa manifestazione
nasce da un rapporto di collaborazione stabilito, per la prima volta
in Italia, tra Regione Emilia-Romagna e l'Associazione Premio
Qualita' Italia, promotori del premio insieme alle associazioni
imprenditoriali regionali. A tutt'oggi il Premio Qualita'
Emilia-Romagna e' l'unico premio regionale attivato in Italia. Va
rimarcato che l'impresa vincitrice dell'edizione 1998, una piccola
impresa di Cesena con 14 addetti, si e' poi classificata al secondo
posto nella selezione nazionale.
Nel mese di maggio e' stato emanato un bando annuale previsto dalla
L.R. 9/94 per le nuove imprese e l'innovazione tecnologica; sono
pervenute 456 domande e l'istruttoria e' stata conclusa entro l'anno.
Con le risorse finanziarie disponibili sono state complessivamente
finanziate 308 domande, di cui 100 presentate da nuove imprese.
Relativamente ai bandi precedenti, sono state liquidate 571 pratiche
per un importo complessivo di oltre 8 miliardi e 978 milioni.
In materia di politiche di garanzia per le PMI, regolate dalle Leggi
regionali 13/83 e 31/91, sono stati concessi contributi per un totale
di 4 miliardi, di cui 2 miliardi a favore dei consorzi fidi
provinciali e 2 miliardi a favore del consorzio regionale. Sono stati
inoltre liquidati i contributi relativi alle domande presentate nel
1997, per un importo complessivo di 5 miliardi.
Relativamente alla L.R. 22/90 sulla cooperazione, sono stati emanati
i bandi relativi agli artt. 2 e 5, procedendo all'assunzione dei
relativi impegni di spesa entro l'esercizio di competenza. Questo
intervento ha consentito di finanziare 22 progetti di qualificazione
delle imprese cooperative, con contributi pari a 930 milioni. Nel
corso dell'anno si e' anche proceduto alla liquidazione dei progetti
presentati sui bandi precedenti; sono state liquidate 16 pratiche per
un totale di quasi 772 milioni di contributi.
Per quanto concerne gli interventi nel settore dell'artigianato,
normati dalla L.R. 20/94, la cui gestione e' delegata alle Province,
nel 1998 sono stati resi disponibili 23 miliardi e 400 milioni
destinati al finanziamento di progetti aziendali. A tutt'oggi gli
enti delegati hanno comunicato all'Amministrazione regionale i primi
risultati dei bandi 1998; le domande sinora finanziate assommano a
oltre 1.500; si prevede che a conclusione delle procedure di
concessione relative all'annualita' le imprese finanziate
assommeranno a oltre 3.000.
Sempre in relazione al settore dell'artigianato, occorre ricordare
l'attivita' degli organi di autogoverno della categoria, CPA e CRA.
Oltre a provvedere alla messa a regime della CPA di Rimini, istituita
nel 1997, l'attivita' si e' concentrata sulla predisposizione di uno
schema di convenzione con le CCIAA idonea a favorire il passaggio al
regime di delega previsto dalla legge regionale "Riforma del sistema
regionale e locale", la quale prevede espressamente la delega alle
CCIAA delle funzioni amministrative relative alla tenuta dell'Albo
delle imprese artigiane. Si e' inoltre proseguito nell'azione mirante
all'integrazione dell'Albo delle imprese artigiane e il Registro
delle imprese. E' inoltre da ricordare l'attivazione degli istituti e
delle azioni previste dalla Legge 188/90 "Tutela della ceramica
artistica e tradizionale e della ceramica di qualita'", attivazione
effettuata con riferimento particolare alla realta' esistente nel
territorio faentino ed in collaborazione con lo stesso Comune di
Faenza.
Rispetto agli adempimenti previsti dagli artt. 12 e 17 della Legge
580/93, relativa al riordino delle Camere di Commercio, e delle norme
di attuazione del DM 501/96, e' svolta l'attivita' di accertamento
istruttorio e di rilevazione preliminare relativa alla determinazione
del numero dei rappresentanti ed alla loro nomina dei Consigli
camerali di Ferrara, Forli'-Cesena, Modena, Ravenna, Reggio Emilia e
Rimini. L'Assessorato ha quindi curato l'espletamento delle procedure
relative alla designazione del componente del Collegio dei Revisori
dei Conti delle Camere di Commercio di Forli'-Cesena, Modena,
Ravenna, Ferrara, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Rimini, in
rappresentanza della Regione. Il Presidente della Giunta regionale ha
conseguentemente provveduto ad adottare i relativi decreti.
Un'altra significativa attivita' del Servizio ha riguardato la
gestione dei programmi cofinanziati dall'Unione Europea relativi agli
Obiettivi 5b, per lo sviluppo delle aree rurali svantaggiate, e 2,
per lo sviluppo delle aree in declino industriale.
In particolare si e' concluso nel 1998 il primo triennio di
programmazione per l'Obiettivo 2; i risultati conseguiti sono
indubbiamente soddisfacenti in quanto si e' ottenuto il completo
impiego delle risorse stanziate per oltre 50 miliardi e 360 milioni,
che hanno permesso di finanziare, nel territorio dei 10 comuni
interessati dal programma, i progetti presentati da oltre 400
imprese.
Nel contempo e' proseguita l'attuazione della seconda fase di
programmazione Obiettivo 2, che ha visto il coinvolgimento diretto
delle Amministrazioni provinciali, e che ha permesso il finanziamento
di 297 imprese per un totale di 17 miliardi e 800 milioni di
contributi concessi.
Per quanto attiene l'Obiettivo 5b, nel 1998, penultimo anno di
programmazione, sono stati finanziati 139 progetti di altrettante
imprese per un importo di 5 miliardi e 840 milioni circa di
contributi concessi. Sempre nello stesso anno e' proseguita
l'attivita' di liquidazione dei contributi concessi alle imprese
nelle annualita' precedenti per un importo pari a 5 miliardi e 76
milioni.
Settore Programmazione della distribuzione commerciale
Nel 1998, l'attivita' svolta dal Servizio Programmazione della
distribuzione commerciale e' stata la seguente:
Mercati e tutela dei consumatori
Per quanto attiene ai mercati, e' stata approvata la L.R. 1/98
"Disciplina del commercio nei centri agro-alimentari e nei mercati
all'ingrosso. Abrogazione della L.R. 30 maggio 1975, n. 38" che
affida al settore agro-ittico-alimentare la valenza strategica di
sistema atto a favorire l'incontro fra la domanda e la produzione
offerta. Quanto sopra all'interno di un sistema di qualita' che,
oltre a riguardare i vari aspetti merceologici, igienico-sanitari e
nutrizionali, deve ricomprendere anche la corretta informazione dei
consumatori e degli operatori economici. La legge colloca quindi le
strutture mercatali all'interno di un sistema regionale ordinato che
consente di adottare nuove forme di gestione congruenti con la
massima razionalita' organizzativa.
Con riferimento alle strutture in fase di costruzione, si e'
proceduto alla ridefinizione della quota di partecipazione al
capitale sociale del Centro Agro-Alimentare Riminese SpA con un
impegno pari a Lire 158.897.000 al fine di ripristinare la
partecipazione azionaria iniziale modificatasi a seguito dell'aumento
di capitale deliberato dall'assemblea dei soci.
All'interno del medesimo comparto si e' poi provveduto a contribuire,
ai sensi della L.R. 47/95, alla ristrutturazione, ampliamento e
trasferimento dei mercati regionali, attraverso un contributo
complessivo di Lire 400 milioni per due progetti di intervento.
Per quanto attiene i progetti ed i piani di attivita' a favore di una
corretta informazione ai consumatori-utenti, l'Ufficio ha varato un
programma di interventi gestito dalle Associazioni dei consumatori,
ai sensi della L.R. 45/92, per Lire 200.000.000.
Per dare poi significative risposte agli operatori del commercio su
aree pubbliche, in attesa del recepimento del DLgs 114/98, si e'
provveduto a rilasciare il preventivo nulla osta a n. 907 operatori
itineranti e ai Comuni per l'assegnazione di 3100 posteggi liberi. Un
ulteriore supporto agli operatori e' stato fornito con la
pubblicazione del "Calendario fiere e sagre 1999".
Per quanto attiene la distribuzione dei carburanti si e' provveduto
alla progettazione e realizzazione dell'Osservatorio per il
monitoraggio degli impianti della rete stradale (n. 2402 impianti) in
attuazione del DLgs 32/98.
Al fine di fornire ai Comuni una corretta informazione sulle
procedure da seguire per l'applicazione della L.R. 33/94 alla luce
del DLgs 32/98, in collaborazione con l'Assessorato regionale alla
Sanita' e l'ARPA, l'Ufficio ha elaborato una circolare esplicativa.
Rete distributiva al dettaglio
E' stato predisposto il Programma pluriennale (1998-2000) degli
interventi previsti dalla L.R. 10 dicembre 1997, n. 41 "Interventi
nel settore del commercio per la valorizzazione e la qualificazione
delle imprese minori della rete distributiva. Abrogazione della L.R.
7 dicembre 1994, n. 49".
Il suddetto Programma e' stato approvato con deliberazione della
Giunta regionale n. 936 del 15 giugno 1998.
In attuazione del suddetto Programma sono stati concessi contributi
per Lire 10.354.671.649 cosi' ripartiti:
- Lire 4.600.000.000 a n. 16 cooperative di garanzia e consorzi fidi
per la formazione e integrazione dei fondi rischi o del patrimonio di
garanzia e per la concessione di contributi in conto interessi
attualizzati;
- Lire 4.454.671.649 a n. 8 Enti locali e a gruppi di operatori
commerciali per la realizzazione di programmi di riqualificazione
commerciale nei centri urbani;
- Lire 700.000.000 a fronte di n. 125 richieste per interventi di
assistenza tecnica;
- Lire 600.000.000 a fronte di n. 80 richieste per l'introduzione di
sistemi di qualita' aziendale.
La concessione di detti contributi e' stata predisposta con
deliberazioni della Giunta regionale n. 2492 del 21 dicembre 1998 e
n. 2717 del 30 dicembre 1998.
Nel corso del 1998 sono stati inoltre concessi, ai sensi dell'art. 15
della L.R. n. 14 del 1990, contributi per Lire 200.000.000 a n. 10
aziende costituite in misura prevalente da immigrati extracomunitari
o emigrati per favorire l'occupazione nel settore. La concessione e'
stata disposta con deliberazione della Giunta regionale n. 2381 del
14 dicembre 1998.
E' stata predisposta l'istruttoria di n. 39 richieste di nulla osta
all'apertura e/o ampliamento di strutture di vendita presentate ai
sensi degli artt. 26 e 27 della Legge 426/71.
Dall'istruttoria effettuata alla luce delle disposizioni contenute
nel DLgs n. 114 del 1998 e nella circolare del MICA n. 3446 del 15
giugno 1998, sono state ritenute ammissibili, dalla Commissione
regionale prevista dall'art. 17 della Legge 426/71, n. 9 richieste di
cui 7 relative all'apertura di grandi strutture di vendita e n. 2
relative ad ampliamenti.
A seguito del parere espresso dalla Commissione regionale succitata
nella seduta del 27 ottobre 1998, la Giunta regionale ha concesso n.
3 nulla osta, ha denegato un nulla osta per carenza dei requisiti
urbanistici ed ha sospeso n. 4 richieste per necessita' di un
supplemento di istruttoria. Per una richiesta si e' reso necessario
provvedere d'ufficio ad una sospensione in attesa della definizione
di un contenzioso in atto fra il richiedente e il Comune.
Nel corso del 1998 sono stati conferiti n. 2 incarichi di consulenza
per l'impostazione e l'avvio dell'Osservatorio regionale del
commercio e per l'attuazione degli adempimenti di cui al DLgs n. 114
del 1998.
E' stato definito il pronunciamento in ordine a:
- n. 16 ricorsi presentati al Presidente della Giunta regionale (art.
8, Legge 426/71) avverso provvedimenti di mancata iscrizione o
cancellazione dal Registro esercenti il commercio emessi dai
presidenti delle Camere di Commercio operanti nella regione. Per n. 5
si e' reso necessario predisporre le memorie di costituzione in
giudizio in quanto i privati interessati hanno promosso azioni
innanzi al Tribunale;
- n. 1 ricorso presentato al Presidente della Giunta regionale (art.
20, Legge 426/71) avverso il Piano comunale per il commercio;
- n. 1 ricorso presentato al Presidente della Giunta regionale (art.
28, Legge 426/71) avverso la reiezione della domanda, presentata ai
sensi degli artt. 26 e 27 della Legge 426/71, operata dal Sindaco;
- n. 4 ricorsi presentati al Tribunale amministrativo regionale
afferenti le istanze di rilascio di nulla osta regionale ai sensi
degli artt. 26 e 27 della Legge 426/71;
- n. 1 ricorso presentato al Tribunale afferente le istanze di
rilascio di nulla osta regionale ai sensi degli artt. 26 e 27 della
Legge 426/71.
Energia
Il Servizio Energia ha partecipato, in sede nazionale, alle diverse
fasi costitutive dell'efficacia dei provvedimenti legislativi e
amministrativi in materia di energia, con un contributo di proposte e
di osservazioni, con particolare riferimento a:
- il decreto legislativo di attuazione della Direttiva 96/92/CE
recante norme comuni per il mercato dell'energia elettrica;
- il DLgs 112/98 di conferimento di funzioni e compiti amministrativi
alle Regioni ed agli Enti locali in attuazione della Legge 59/97;
- il DLgs 36/99 di riordino dell'Ente per le nuove tecnologie,
l'energia e l'ambiente - ENEA, a norma degli articoli 11 e 18 della
Legge 59/97;
- il decreto del Ministero per le Politiche agricole recante
regolamento del regime di aiuti a favore della prduzione ed
utilizzazione di fonti energetiche rinnovabili nel settore agricolo,
in attuazione del DLgs 173/98;
- il DPR di modifica del DPR 412/93 recante norme per la
progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli
impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi
di energia, in attuazione della Legge 10/91;
- il programma nazionale per la valorizzazione delle biomasse
agricole e forestali predisposto dal Ministero per le Politiche
agricole il 24 giugno 1998;
- la delibera CIPE 19/11/1998 contenente linee guida per le politiche
e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra in
attuazione del protocollo di Kyoto.
Sul fronte interno il Servizio ha partecipato alla formulazione del
progetto di legge regionale recante riforma del sistema regionale e
locale in attuazione del DLgs 112/98 per la materia energia, ha
formulato gli atti amministrativi e ha portato avanti le iniziative
di confronto con ENEL, terzi produttori, Enti locali e loro imprese,
organizzazioni sindacali, ecc.. con particolare riferimento ai temi
sottoriportati:
- "Piano globale di disattivazione della Centrale elettronucleare di
Caorso" e "Progetto per la messa in custodia protettiva passiva";
- "Piano per la riqualificazione del sistema elettrico regionale",
con particolare riferimento alle prospettive legate ai Poli
energetici Piacentino e Ravennate.
Si e' costituito il gruppo di lavoro con l'incarico di seguire le
iniziative e gli strumenti messi in campo a livello nazionale e
comunitario per corrispondere agli obiettivi posti dal Protocollo di
Kyoto in tema di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e
di elaborare un piano regionale di interventi, coerente con gli
indirizzi nazionali e comunitari, attraverso il quale pervenire alla
stipula di un accordo con il Governo, in sintonia con le risultanze
della recente Conferenza nazionale per l'energia e l'ambiente (Roma,
25-28 novembre 1998).
Si e' dato vita a vari gruppi di lavoro tra Regione ed ENEA al fine
di definire specifici programmi di collaborazione, in attuazione del
Protocollo di intesa siglato tra le parti.
Si e' dato seguito all'iniziativa avviata nell'anno precedente volta
a fornire assistenza agli Enti locali nell'attuazione del DPR 26
agosto 1993, n. 412, con particolare riferimento all'informazione
degli utenti in ordine all'uso razionale dell'energia nel settore
abitativo, alla formazione e qualificazione dei tecnici del settore,
al supporto e al coordinamento degli Enti locali in ordine ai
controlli da effettuare al fine di accertare l'effettivo stato di
manutenzione ed esercizio degli impianti termici. In tale ambito si
sono tenuti con ENEA specifici seminari di informazione e
aggiornamento rivolti ai tecnici e agli amministratori degli Enti
locali.
Nell'ambito dell'esercizio delle funzioni propriamente amministrative
di concessione dei contributi di competenza regionale in materia di
risparmio energetico e di valorizzazione delle fonti rinnovabili, di
cui alla Legge 10/91, si sono concessi contributi per Lire
12.318.765.000 e si sono liquidati contributi per Lire
11.452.915.095.
Nell'ambito delle attivita' propedeutiche alla predisposizione del
Piano energetico regionale:
- si sono avviati i confronti con i Servizi regionali al fine di
individuare i contenuti e gli strumenti per qualificare le politiche
di settore nel senso dell'uso razionale dell'energia e della
valorizzazione delle fonti rinnovabili;
- si sono avviati studi al fine di delineare un quadro di indirizzi e
strumenti per la promozione della ricerca applicata, dello sviluppo
dimostrativo e della diffusione degli impianti e sistemi ad alta
efficienza energetica;
- si e' dato vita ad una serie di studi sulla legislazione energetica
per l'elaborazione di atti di indirizzo e coordinamento dei compiti
attribuiti agli Enti locali ai sensi del DLgs 112/98;
- si e' avviata la redazione del piano energetico relativo ad una
Comunita' Montana come campo di sperimentazione e validazione degli
indirizzi sopra riportati;
- si sono avviati confronti e rapporti collaborativi per la
costituzione di un sistema informativo relativo al settore
energetico;
- si sono portati a compimento alcuni studi di fattibilita' di
impianti energetici di interesse territoriale.