REGIONE EMILIA-ROMAGNA - CONSIGLIO REGIONALE

DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 22 ottobre 1998, n. 1005

Ratifica della deliberazione di Giunta n. 1571 del 15 settembre 1998 "Approvazione degli indirizzi di programmazione e dei criteri generali per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche"

IL CONSIGLIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                       
Vista la deliberazione progr. n. 1571 in data 15 settembre 1998, di             
cui all'oggetto, assunta dalla Giunta regionale con i poteri del                
Consiglio a termini dell'articolo 19, comma 2, lett. i) dello                   
Statuto;                                                                        
preso atto del favorevole parere espresso dalla Commissione referente           
"Scuola, Cultura e Turismo" di questo Consiglio, giusta nota prot. n.           
13233 in data 22 ottobre 1998;                                                  
previa votazione palese, a maggioranza dei presenti,                            
ratifica                                                                        
la deliberazione della Giunta regionale, progr. n. 1571 del 15                  
settembre 1998, citata in premessa.                                             
"LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA                                         
Visto il DPR 18 giugno 1998, n. 233 "Regolamento recante norme per il           
dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la                 
determinazione degli organici funzionali dei singoli istituti, a                
norma dell'articolo 21 della Legge 15 marzo 1997, n. 59";                       
visto in particolare l'art. 3 "Piani provinciali di dimensionamento",           
che al comma 1 prevede l'adozione da parte delle Regioni di indirizzi           
di programmazione e di criteri generali per il dimensionamento della            
istituzioni scolastiche, al fine dell'attribuzione dell'autonomia e             
della personalita' giuridica agli Istituti stessi;                              
tenuto conto:                                                                   
- del Protocollo di intesa siglato il 13 giugno 1997 fra Regione                
Emilia-Romagna, Ministero della Pubblica Istruzione, Ministero del              
Lavoro, Province e CALER, che all'articolo 1 "Oggetto", comma 1,                
lettera c) prevede la sperimentazione ed attuazione dell'autonomia              
degli istituti scolastici, contemperando criteri di complessita'                
dell'unita' scolastica, criteri dimensionali e aspetti qualitativi              
che rendano piu' efficace il rapporto tra l'autonomia stessa e le               
specificita' culturali e socio-economiche dei territori;                        
- del documento approvato nel dicembre 1997 dagli organi del                    
Protocollo in materia di criteri per il dimensionamento degli                   
istituti scolastici;                                                            
- della decisione assunta dagli organi del Protocollo di avviare,               
sulla base dei criteri contenuti in tale documento, una simulazione             
del dimensionamento sui territori provinciali finalizzata a rilevare            
problemi e possibili soluzioni, con particolare riferimento ai                  
meccanismi di consultazione e di coinvolgimento che garantiscano la             
partecipazione di tutti i soggetti interessati;                                 
considerata la positiva valutazione dei risultati di tale simulazione           
sotto il profilo della relativa applicabilita' al processo di                   
dimensionamento, con particolare riguardo per le procedure di                   
confronto congiuntamente attivate a livello locale dai Provveditori e           
dagli Assessori provinciali competenti nei confronti dei soggetti               
interessati, espressa dagli organi stessi;                                      
ritenuto pertanto opportuno provvedere  alla emanazione degli                   
Indirizzi di programmazione e dei criteri generali per il                       
dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche, in                      
applicazione dei quali le Province provvederanno alla convocazione              
delle Conferenze provinciali di organizzazione della rete scolastica            
per la definizione dei piani di dimensionamento;                                
considerata inoltre l'urgenza di approvare gli indirizzi ed i criteri           
di cui sopra in ragione di quanto previsto all'art. 3, commi 2 e 6              
del citato DPR 233/98 nei quali si stabilisce rispettivamente che               
entro il 31 ottobre 1998 il Presidente della Provincia, anche in                
assenza degli indirizzi e dei criteri regionali, convoca la                     
conferenza provinciale, e che entro il 31 dicembre 1998 il piano di             
dimensionamento delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado            
e' approvato dalle conferenza provinciali, anche in assenza degli               
indirizzi e dei criteri regionali;                                              
assunti i poteri del Consiglio regionale, ai sensi dell'art. 19,                
lettera i) dello Statuto regionale, attesa l'urgenza di accelerare              
l'attivazione delle procedure inerenti le disposizioni parti                    
integranti del presente atto;                                                   
dato atto:                                                                      
- del parere favorevole espresso dal Direttore generale dell'Area               
Formazione professionale e Lavoro, dr. Roberto Balduini, in merito              
alla legittimita'  del presente atto secondo quanto disposto                    
dall'art. 4, sesto comma, della L.R. 41/92 e della deliberazione                
della Giunta regionale n. 2541 del 4 luglio 1995;                               
- del parere favorevole espresso dalla Responsabile del Servizio                
Universita' e Integrazione dei sistemi formativi, dott.ssa Cristina             
Bertelli, in merito alla regolarita' tecnica del presente atto                  
secondo quanto disposto dall'art. 4, sesto comma, della L.R. 41/92 e            
della deliberazione della Giunta regionale n. 2541 del 4 luglio 1995;           
su proposta dell'Assessore competente per materia;                              
a voti unanimi e palesi, delibera:                                              
1) di approvare gli "Indirizzi di programmazione e dei criteri                  
generali per il dimensionamento ottimale delle istituzioni                      
scolastiche", allegati al presente atto quale parte integrante e                
sostanziale;                                                                    
2) di sottoporre il presente atto a ratifica del Consiglio regionale            
ai sensi dell'art. 19, lettera i) dello Statuto regionale, per quanto           
di propria competenza;                                                          
3) di pubblicare la presente deliberazione completa di allegato nel             
Bollettino della Regione Emilia-Romagna affinche' costituisca oggetto           
di massima divulgazione.                                                        
ALLEGATO                                                                        
INDIRIZZI DI PROGRAMMAZIONE E DEI CRITERI GENERALI PER IL                       
DIMENSIONAMENTO OTTIMALE DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE                          
Premessa                                                                        
Il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche rappresenta           
il primo passaggio procedurale  nel percorso per il riconoscimento              
dell'autonomia e della personalita' giuridica alle scuole, a seguito            
del quale lo scenario regionale per le politiche dell'istruzione,               
della formazione e del lavoro risultera' profondamente mutato.                  
Si tratta di un percorso innovativo che si prefigge di trasformare le           
scuole autonome in risorse reali per il territorio a sostegno dello             
sviluppo locale e nazionale e che va pertanto compiuto praticando in            
via prioritaria il confronto fra gli attori principali, Enti locali e           
rappresentanti del mondo della scuola. I primi ricevono nuove                   
funzioni dallo Stato in materia di istruzione scolastica, da                    
esercitare nell'interesse e per lo sviluppo delle comunita' locali, i           
secondi possono utilizzare questa occasione per mettere a frutto                
capacita' ed esperienze non compiutamente riconosciute.                         
E' una sfida di grande respiro, che richiama al massimo di                      
consultazione e di partecipazione ai processi di programmazione                 
territoriale dell'offerta formativa, attraverso l'integrazione dei              
sistemi a cio' vocati ed il rafforzamento della capacita' delle                 
scuole di offrire servizi di qualita' al territorio sul quale                   
agiscono.<%2>L'obiettivo di garantire una pluralita' di servizi                 
qualificati equamente distribuiti sul territorio presuppone                     
l'esigenza di operare a favore del riequilibrio delle diverse                   
situazioni territoriali, per corrispondere alle esigenze reali                  
dell'utenza e per intervenire sulle situazioni di disagio e di                  
devianza, con il loro portato di dispersione scolastica e di                    
insuccesso formativo.                                                           
Il processo di definizione del piano provinciale di dimensionamento,            
oltre a riflettere tale impostazione, deve pertanto tendere a                   
rispettare, per quanto possibile, i tempi di maturazione di ogni                
singolo istituto rispetto ai criteri stabiliti a livello nazionale.             
I tempi previsti dal DPR 233/98 per il riconoscimento dell'autonomia            
sono chiari: vengono previste due tornate programmatorie e si indica            
nell'inizio dell'anno scolastico 2000/2001 la data conclusiva per la            
completa e definitiva attuazione dei piani stessi. Tenuto conto di              
cio' ed in considerazione dell'opportunita':                                    
- da un lato, di giungere agli atti di riconoscimento dell'autonomia            
e della personalita' giuridica solo a piani provinciali completi,               
ovvero quando siano stati individuati tutti gli istituti                        
potenzialmente autonomi, in modo da evitare un assetto delle                    
autonomie spezzettato e incoerente rispetto alle finalita' della                
programmazione territoriale e cio' sia a scala delle singole province           
sia a scala regionale;                                                          
- dall'altro lato, della possibile difficolta' di giungere nei                  
termini nella prima tornata programmatoria (31 dicembre 1998 - 28               
febbraio 1999) alla completa e definitiva individuazione di tutte le            
autonomie a scala provinciale e di conseguenza regionale;                       
la Regione ritiene possibile che il primo piano (delle singole                  
Province e della Regione) possa avere carattere di indirizzo,                   
individuando in esso le istituzioni scolastiche che gia' presentano i           
requisiti per il riconoscimento dell'autonomia ed indicando per i               
casi problematici o di non immediata soluzione i percorsi e le                  
possibili operazioni da compiere entro il 31 dicembre 1999 per                  
riposizionarli sui criteri del dimensionamento.                                 
1) Finalita'                                                                    
Gli indirizzi regionali si prefiggono di:                                       
- rafforzare il legame tra le istituzioni scolastiche ed il                     
territorio, riconducendo l'offerta scolastica all'interno di una                
efficace programmazione territoriale, superando la precedente logica            
di mera razionalizzazione della rete scolastica a favore della                  
costruzione di rapporti continuativi e di contenuto fra i sistemi               
scolastico, formativo, sociale, economico ed istituzionale del                  
territorio di riferimento;                                                      
- rappresentare la base per la definizione di istituzioni scolastiche           
dotate di autonomia forte, ovvero capaci di autorevole interlocuzione           
con i vari soggetti del territorio, nonche' di collaborazione                   
concreta alla realizzazione di strategie unitarie per le politiche              
dello sviluppo locale;                                                          
- individuare istituzioni scolastiche che eroghino un servizio di               
qualita', qualificando e ampliando l'offerta didattica e formativa              
rivolta al territorio e che diventino punto di riferimento e risorsa            
per il territorio (attrezzature, biblioteche, laboratori utilizzati             
anche dai cittadini);                                                           
- garantire ai diversi territori ed alle comunita' locali un'offerta            
coerente ed articolata di opportunita' formative in modo di favorire            
il diritto all'istruzione ed alla formazione, in corrispondenza con             
le vocazioni culturali, produttive, formative ed occupazionali dei              
territori stessi ed in sintonia con le linee di sviluppo dell'Unione            
Europea;                                                                        
- garantire stabilita' nel tempo alle istituzioni scolastiche                   
autonome;                                                                       
- favorire il rapporto fra gli Enti locali, le istituzioni                      
scolastiche autonome, gli enti di formazione professionale, le                  
Universita', i centri di ricerca,  il mondo delle imprese,                      
nell'obiettivo dell'utilizzo ottimale e dell'integrazione delle                 
diverse risorse formative al servizio dei cittadini;                            
- incentivare il consolidamento delle collaborazioni fra il sistema             
dell'istruzione ed il sistema della formazione professionale, con               
particolare riferimento ai temi del reciproco riconoscimento dei                
crediti formativi e della costruzione di percorsi formativi integrati           
corrispondenti alle specificita' ed alle vocazioni socio-economiche             
dei territori.                                                                  
2. Ambiti funzionali                                                            
Per "ambito funzionale" deve intendersi una porzione di territorio di           
dimensioni tali da garantire un efficace governo delle politiche e              
dei servizi nel e per il territorio, tra cui anche l'offerta di                 
istruzione e di formazione.                                                     
Per individuare gli ambiti funzionali, e' necessario prendere in                
considerazione le esistenti suddivisioni in cui si articola il                  
territorio provinciale ad opera dei soggetti pubblici e privati in              
base a differenti finalita' e materie, ad esempio distretti                     
scolastici, distretti socio-sanitari, centri per l'impiego, distretti           
industriali, ecc. e procedere alla loro possibile sovrapposizione o             
ricomposizione, senza forzare la coincidenza fra aree territoriali              
che hanno per loro stessa natura dimensioni differenti, al fine di              
determinare gli ambiti di aggregazione sociale, economica, culturale,           
produttiva funzionali agli obiettivi di programmazione e di governo.            
3) Ambiti territoriali per i diversi ordini e gradi di scuola                   
Per ambito territoriale deve intendersi il bacino territoriale di               
utenza, ovvero la dimensione di popolazione in eta' per garantire in            
un determinato territorio la costituzione di una unita' scolastica              
autonoma e la presenza di un'offerta di opportunita' scolastiche                
sufficientemente ricca ed articolata. A tale proposito, si richiama             
quanto previsto al quarto comma dell'art. 2 del DPR 233/98 in merito            
alla consistenza della popolazione scolastica residente nell'area               
territoriale di pertinenza, all'interno della quale vanno ricompresi            
i flussi migratori, infra ed extra provincia, nonche' gli iscritti              
alle scuole non statali.                                                        
Nella individuazione degli ambiti territoriali, si terra' conto anche           
della presenza di enti di formazione professionale e della relativa             
offerta formativa.                                                              
Per la scuola di base (materna, elementare, media) l'ambito                     
territoriale di riferimento e' rappresentato dal Comune, unita' che             
puo' essere considerata in sottomultipli, nel caso di Comuni di medie           
o grandi dimensioni, o in multipli, nel caso di Comuni di piccole               
dimensioni.                                                                     
In questo ultimo caso si sottolinea che, pur ritenendo opportuno                
pervenire a multipli non troppo ampi, non e' rilevante il numero dei            
Comuni che si considerano insieme, quanto piuttosto i criteri di                
funzionalita' operativa e di capacita' collaborativa sui quali                  
impostare tali scelte.                                                          
Per la scuola secondaria superiore, l'ambito territoriale di                    
riferimento e' rappresentato dalla Provincia e/o da sub-aree                    
provinciali. Queste ultime sono determinate dalle Province stesse,              
tenuto conto delle finalita' cui devono rispondere.                             
In generale, i confini amministrativi del territorio provinciale                
possono essere superati, regolamentando i rapporti conseguenti                  
attraverso apposite intese con i soggetti confinanti.                           
I criteri per la definizione degli ambiti territoriali devono                   
comunque tener conto della necessita' di favorire la presenza                   
dell'offerta formativa nel territorio di riferimento, fruibile senza            
eccessivi disagi e di rapportare qualita' e quantita' dell'offerta              
scolastica.                                                                     
4) Parametri dimensionali ottimali                                              
I termini di riferimento per assicurare il migliore impiego delle               
risorse professionali e strumentali delle istituzioni scolastiche               
autonome, a garanzia della concreta operativita' del nuovo ruolo da             
svolgere e dei servizi da offrire al territorio, sono dati da una               
popolazione scolastica, consolidata e prevedibilmente stabile per               
almeno un quinquennio, compresa tra 500 e 900 alunni.                           
Il dimensionamento ottimale si situa pertanto all'interno di tale               
intervallo, intendendo l'indice dei 500 alunni quale soglia minima,             
sotto la quale non si puo' scendere, che preferibilmente va superata.           
Al fine di pervenire a tali parametri, si suggerisce di valutare il             
numero degli iscritti dell'anno scolastico 1997/98, nonche' quelli              
dell'anno scolastico precedente e quello delle preiscrizioni per                
l'anno scolastico 1998/99, incrociando poi tali dati con il numero              
degli alunni iscritti nelle ultime classi delle scuole di grado                 
inferiore a quello esaminato.                                                   
In merito alla previsione della popolazione scolastica del                      
quinquennio 1998-2003, e' importante, al fine di impostare una                  
programmazione sulle prospettive ed i bisogni futuri non condizionata           
dalle situazioni attuali, in particolare per le superiori in                    
considerazione del previsto innalzamento dell'obbligo scolastico,               
tenere in conto la valutazione dei nati ed immigrati suddivisi per              
classi di eta', e come tali aventi diritto a frequentare il                     
corrispondente grado di scuola.                                                 
5. Deroghe                                                                      
In merito alle deroghe, si ribadisce quanto previsto dall'articolo 2,           
commi 3 e 8 del DPR 18 giugno 1998, n. 233 in merito alle deroghe               
automatiche ed ai criteri per la relativa determinazione.                       
Per quanto attiene la deroghe non automatiche di cui all'articolo 2,            
comma 7 del citato DPR 233/98, si stabilisce che nei casi previsti              
esse vengano richieste sulla base di ampie argomentazioni e                     
motivazioni.                                                                    
In termini generali, la richiesta di eventuali deroghe non                      
automatiche dovra' essere ampiamente argomentata e motivata,                    
preferibilmente supportata dalla previsione che entro due anni le               
istituzioni derogate potranno rientrare nei parametri di cui al punto           
4.                                                                              
Un ulteriore indicatore puo' essere costituito dall'analisi del trend           
delle iscrizioni negli ultimi cinque anni, cio' in particolare nel              
caso sia verificabile una crescita costante che possa far prevedere             
con certezza che anche gli istituti attualmente al di sotto della               
soglia minima (nel limite comunque del 10%) possono raggiungere                 
rapidamente i parametri necessari per il riconoscimento                         
dell'autonomia. Cio' ad evitare aggregazioni che ove motivate sono              
del tutto auspicabili, ma che non possono giustificarsi per puri                
motivi contabili con il rischio di compromettere identita' e sviluppo           
dei singoli istituti.                                                           
6) Aggregazioni per il dimensionamento ottimale                                 
Il dimensionamento degli istituti scolastici rappresenta un momento             
di transizione verso un sistema formativo integrato finalizzato                 
all'ampliamento delle opportunita' formative a disposizione dei                 
cittadini, soprattutto in termini di qualita'. A sostegno di tale               
finalita' risulta fondamentale utilizzare tutte le risorse e gli                
strumenti disponibili, ivi compresa le modalita' dell'aggregazione,             
in orizzontale e/o in verticale, fra istituti scolastici.                       
L'aggregazione non costituisce pertanto il meccanismo per                       
semplificare la rispondenza ai parametri quantitativi stabiliti dal             
DPR 233/98; essa esprime al contrario il significato di valore                  
aggiunto al potenziamento dell'offerta formativa e puo' essere                  
praticata anche quando non imposta da carenze numeriche, come                   
dimostrato da numerosi casi gia' operanti, in verticale nella scuola            
dell'obbligo, ove favorisce la continuita' fra i cicli scolastici, in           
orizzontale nella secondaria superiore, ove crea poli specialistici o           
onnicomprensivi.                                                                
In generale, le proposte di aggregazione devono tenere conto dei                
seguenti criteri:                                                               
- aderenza alla realta' territoriale e alle esigenze educative del              
territorio;                                                                     
- mantenimento e valorizzazione delle esperienze consolidate anche in           
relazione alla progettualita' dell'offerta formativa e alle                     
esperienze positive di sperimentazione in corso;                                
- dimostrazione di unificazioni in base a motivazioni di ordine non             
meramente amministrativo/contabile.                                             
In particolare, per quanto riguarda le aggregazioni, si suggerisce              
che i Comuni e le Province, anticipando quanto previsto dal DLgs                
112/98, art. 139, comma 2, lettera d), mettano in campo azioni a                
sostegno della continuita' in verticale ed in orizzontale tra i                 
diversi gradi e ordini di scuola.                                               
Per situazioni particolari, fondate su adeguate e comprovate                    
motivazioni e sul consenso delle istituzioni interessate, si ritiene            
possibile praticare in via sperimentale anche aggregazioni in                   
verticale fra la scuola media di primo grado e quella di secondo                
grado.                                                                          
Al fine di pervenire a scelte programmatorie equilibrate su tutto il            
territorio regionale che consentano la confrontabilita' delle                   
soluzioni e la trasferibilita' delle esperienze positive, si                    
raccomanda di mantenere, su base provinciale, la massima aderenza               
alle situazioni locali, evitando di procedere per automatismi e                 
semplificazioni.                                                                
7) Procedure                                                                    
Come previsto dal DPR 233/98, il Presidente della Provincia e' tenuto           
a convocare la Conferenza provinciale di organizzazione della rete              
scolastica (di seguito CPO)  entro il 31 ottobre 1998. La CPO, oltre            
a dotarsi di propri regolamenti di funzionamento e di modalita'                 
procedurali, dovra' elaborare, sulla base dei presenti indirizzi, il            
piano provinciale di dimensionamento da approvare entro il 31                   
dicembre 1998 e da trasmettere alla Regione, Servizio Scuola,                   
Universita' ed Integrazione dei sistemi formativi, entro il 15                  
gennaio 1999.                                                                   
La Regione, nel rispetto dell'autonomia delle singole CPO, al fine di           
provvedere al coordinamento dei piani provinciali, ne verifichera' la           
coerenza con gli indirizzi regionali, proponendo eventuali                      
osservazioni alle CPO le quali, entro e non oltre il 15 febbraio 1999           
dovranno rispondere adottando eventuali modifiche ai piani                      
provinciali, e perverra' alla stesura ed approvazione del piano                 
regionale entro il 28 febbraio 1999.                                            
La CPO, d'intesa con la Regione, valuteranno, in considerazione della           
completezza o meno dei piani provinciali, se dare attuazione al piano           
dal settembre 1999 o se dare ad esso definitiva attuazione alla data            
del 28 febbraio 2000, nell'obiettivo gia' richiamato e considerato              
ottimale di dare completezza e contemporaneita' allo sviluppo                   
dell'autonomia scolastica a partire dal settembre 2000, data entro la           
quale i piani di dimensionamento dovranno comunque essere completati.           
Al fine di sostenere lo sviluppo dell'autonomia scolastica, gli                 
organi del Protocollo, tenuto conto delle misure previste dalla Legge           
18 dicembre 1997, n. 440, delle ipotesi presenti nei piani                      
provinciali (scelte di fondo, questioni emergenti, prospettive di               
integrazione, ecc.) e dell'esigenza di dare coerenza, coordinamento             
ed efficacia ai vari interventi, definiranno un piano integrato di              
azioni e strumenti volti a garantire il consolidamento del sistema              
delle autonomie, nel suo insieme, anche incentivando la messa in rete           
delle scuole e delle singole istituzioni scolastiche.                           
Si raccomanda infine di operare per garantire  lo scambio e la                  
diffusione di ogni informazione, dato, esperienza utile alla                    
predisposizione del piano.".                                                    

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ultima modifica 2023-05-19T22:22:53+02:00

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