DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO REGIONALE 3 settembre 1998, n. 967
L.R. 14 agosto 1989, n. 27, artt. 11 e 12. Linee di indirizzo, obiettivi e criteri per la determinazione dei contributi regionali per lo sviluppo e la qualificazione dei Centri per le famiglie per l'anno 1998 (proposta della Giunta regionale in data 22 giugno 1998, n. 997)
IL CONSIGLIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Vista la deliberazione della Giunta regionale progr. n. 997 del 22
giugno 1998, recante in oggetto "L.R. 27/89, artt. 11 e 12. Linee di
indirizzo, obiettivi e criteri per la determinazione dei contributi
regionali per lo sviluppo e la qualificazione dei Centri per le
famiglie per l'anno 1998. Proposta al Consiglio regionale", e che qui
di seguito si trascrive integralmente:
"LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Vista la L.R. 27/89 "Norme concernenti la realizzazione di politiche
di sostegno alle scelte di procreazione e agli impegni di cura verso
i figli" e in particolare gli articoli 11 e 12 nei quali si prevede
che la Regione promuova e incentivi sul territorio regionale
l'istituzione di Centri per le famiglie, definendone nel contempo le
caratteristiche e gli obiettivi sottesi al funzionamento, nonche'
l'art. 28, primo comma, lett. d) che individua le fonti legislative a
copertura degli oneri finanziari in attuazione della legge stessa;
visto l'art. 41 della L.R. 12 gennaio 1985, n. 2 e successive
modifiche e integrazioni;
vista la L.R. 23 aprile 1998, n. 14 "Bilancio di previsione della
Regione Emilia-Romagna per l'anno finanziario 1998 e Bilancio
pluriennale 1998/2000" che per gli interventi oggetto della presente
deliberazione prevede al Capitolo 57233 "Fondo socio-assistenziale
regionale. Quota parte destinata all'istituzione ed al finanziamento
delle attivita' dei Centri per le famiglie previste dagli artt. 11 e
12 della L.R. 14 agosto 1989, n. 27" una disponibilita' economica
complessiva per il 1998 pari a Lire 500.000.000;
vista la Legge 7 agosto 1990, n. 241 "Nuove norme in materia di
procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti
amministrativi" ed in particolare l'art. 12 che prevede tra l'altro
che la concessione di contributi a persone ed Enti pubblici e privati
sia subordinata alla predeterminazione ed alla pubblicazione dei
criteri e delle modalita' di assegnazione dei contributi medesimi ai
soggetti interessati;
esaminato il programma regionale, cosi' come descritto nell'Allegato
A), parte sostanziale e integrante della presente deliberazione,
nella quale sono individuati gli obiettivi generali e specifici e i
criteri di ripartizione dei contributi regionali in rapporto ai
diversi interventi, nonche' le procedure per accedervi;
vista la deliberazione n. 2541 del 4 luglio 1995, esecutiva ai sensi
di legge, con la quale sono state fissate le direttive per
l'esercizio delle funzioni dirigenziali;
dato atto del parere favorevole espresso dal Direttore generale alla
Formazione professionale e Lavoro, dott. Roberto Balduini e dalla
Responsabile dei Servizio Politiche familiari, infanzia e
adolescenza, dott.ssa Orsola Patrizia Ghedini in merito
rispettivamente alla legittimita' e alla regolarita' tecnica del
presente provvedimento ai sensi dell'art. 4, comma 6, della L.R. 19
novembre 1992, n. 41 e del punto 3.1 della deliberazione di Giunta
regionale 2541/95, esecutiva ai sensi di legge;
dato atto, altresi', del parere favorevole in merito alla regolarita'
contabile del presente provvedimento espresso dal Responsabile del
Servizio Ragioneria e Credito, dott. Gianni Mantovani, ai sensi della
predetta norma di legge e della sopracitata deliberazione;
su proposta dell'Assessore competente per materia;
a voti unanimi e palesi, delibera:
di proporre al Consiglio regionale:
a) di approvare, per i motivi citati in premessa, le linee di
indirizzo e i criteri per la determinazione dei contributi regionali
per il 1998 per lo sviluppo e la qualificazione dei Centri per le
famiglie - di cui alla L.R. 27/89, artt. 11 e 12 - cosi' come
indicato nell'Allegato A) che costituisce parte sostanziale e
integrante della presente deliberazione;
b) di dare atto che, ai sensi della deliberazione della Giunta
regionale n. 2541 del 4 luglio 1995, il Direttore generale competente
per area provvedera', previo espletamento della necessaria
istruttoria da parte del Servizio competente per materia, con propri
atti formali all'approvazione dei progetti o del piano dettagliato
delle iniziative, all'esatta quantificazione ed assegnazione dei
contributi sulla base dei criteri contenuti nel presente atto
(Allegato A), al relativo impegno di spesa sul capitolo indicato in
premessa e alla liquidazione degli acconti, con le modalita'
precisate al punto 5 dello stesso Allegato A), ove ricorrano le
condizioni previste dalla L.R. 31/77 cosi' come modificata dalla L.R.
40/94;
c) di dare atto che il Responsabile del Servizio competente
provvedera' con propri atti formali, tenuto conto di quanto indicato
al precedente punto b) e nel rispetto delle procedure previste
nell'Allegato A), alla liquidazione e all'emissione dei titoli di
pagamento ai sensi degli artt. 61 e 62 della L.R. 31/77, cosi' come
sostituiti dalla L.R. 40/94 ed in applicazione della delibera di
Giunta 2541/95;
d) di dare atto inoltre che l'onere finanziario relativo al presente
programma pari a Lire 500.000.000 trova copertura finanziaria sul
Capitolo n. 57233, citato in premessa, del Bilancio per l'esercizio
1998 che presenta la necessaria disponibilita';
e) di pubblicare il presente provvedimento nel Bollettino Ufficiale
della Regione garantendone la piu' ampia diffusione.
(segue Allegato)
ALLEGATO A)
L.R. 27/89, artt. 11 e 12 - Linee di indirizzo, obiettivi e criteri
per la determinazione dei contributi regionali per lo sviluppo e la
qualificazione dei Centri per le famiglie per l'anno 1998
1. Linee di indirizzo e obiettivi generali
Ai sensi della L.R. 27/89 "Norme concernenti la realizzazione di
politiche di sostegno alle scelte di procreazione e agli impegni di
cura verso i figli", e con particolare riferimento all'art. 11
relativo al supporto e allo sviluppo delle attivita' dei Centri per
le famiglie, vengono indicati di seguito le linee di indirizzo, gli
obiettivi, i criteri di spesa che la Giunta regionale propone al
Consiglio regionale, nonche' le procedure per l'ottenimento dei
contributi regionali per l'anno 1998.
Dopo il triennio di sperimentazione iniziale del progetto regionale,
sono stati ridefiniti con i precedenti documenti di programmazione,
nel 1996 e nel 1997, anche a seguito di un ampio confronto con gli
Enti locali interessati, le caratteristiche peculiari dei Centri per
le famiglie e le aree di attivita' che li connotano in modo
specifico, distinguendo al loro interno quattro aree a dimensione
cittadina e una quinta a dimensione di quartiere o comunque
territoriale, cosi' come di seguito indicato:
1.1 informazione e vita quotidiana;
1.2 sostegno alle competenze genitoriali;
1.3 accoglienza familiare;
1.4 sviluppo delle risorse comunitarie e dei rapporti
intergenerazionali;
1.5 centri territoriali per bambini della fascia d'eta' 0-14 e
genitori con caratteristiche educative, ludiche e di aggregazione
sociale.Per quanto riguarda le linee di indirizzo per il 1998, la
diminuita disponibilita' delle risorse regionali, pari a Lire
500.000.000, da un lato, e l'introduzione di nuove norme nazionali a
favore dei bambini e delle loro famiglie, dall'altro, hanno
determinato una ridefinizione degli obiettivi, in una logica di
sistematicita' e specificita' degli interventi: mentre infatti non
vengono previsti contributi finanziari di spesa corrente per il
sostegno all'attivita' gestionale dei Centri, si sollecitano gli Enti
locali a potenziarne la capacita' progettuale e la qualificazione
delle attivita' che li caratterizzano.
In particolare per quanto riguarda le innovazioni introdotte sul
piano normativo a livello nazionale l'applicazione della Legge 285/97
"Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunita' per
l'infanzia e l'adolescenza" offre sicuramente diverse possibilita' di
progettazione e di intervento anche ai Centri per le famiglie in
sinergia con soggetti differenti - pubblici e privati - nella
predisposizione dei piani territoriali. In particolare gli articoli
4, 5, 6 e 7 prevedono, oltre ad una serie di iniziative rivolte al
contenimento del disagio e delle situazioni di difficolta', di
marginalita' e di rischio sociale (in cui si trovano molte famiglie
con bambini), anche un insieme di interventi fortemente promozionali
mirati a riconoscere i minori e le loro famiglie come soggetti di
diritti e ad attivare progetti che li vedano direttamente
protagonisti.
significativo notare come tra gli ambiti di intervento individuati
nei citati articoli ritroviamo esperienze e attivita' su cui si sono
misurati i Centri per le famiglie e su cui hanno fondato le proprie
specifiche competenze professionali in qualita' di servizio
trasversale alle politiche familiari. Si ricorda a tal proposito la
mediazione familiare, un intervento considerato molto innovativo nel
lavoro psicosociale sulle relazioni e sui conflitti familiari ed
inserito tra le priorita' individuate nell'articolo 4: in
Emilia-Romagna, unico caso nel panorama nazionale, l'attivita' di
mediazione familiare viene garantita da operatori, formati attraverso
un training biennale finanziato dalla Regione, all'interno dei Centri
per le famiglie e quindi fornita come servizio pubblico.
Con il documento di programmazione per l'anno finanziario 1998 si
propone quindi di arricchire il patrimonio di esperienze e di
professionalita' che i Centri hanno raccolto in questi anni con il
potenziamento dell'area progettuale e la qualificazione delle
attivita' per garantirne la continuita' operativa e consentire un
forte radicamento sul territorio in una logica di elevata
integrazione tra competenze e soggetti diversi, pubblici e privati.
2. Obiettivi specifici e criteri di spesa
Nel riaggiornare gli obiettivi specifici sottesi all'utilizzo delle
risorse regionali - indicati di seguito - si e' ritenuto opportuno
mantenere in corrispondenza di essi anche la logica della distinzione
in diverse quote parte dello stanziamento complessivo per l'anno 1998
- pari a Lire 500.000.000 - per la realizzazione rispettivamente:
a) del potenziamento di aree progettuali e della qualificazione di
attivita' in ambiti di intervento ritenuti prioritari;
b) di progetti di interesse regionale gia' in corso, per i quali, nel
1998, trattandosi di progetti poliennali, e' prevista la conclusione.
Non verranno pertanto assegnati contributi, definiti su parametri
oggettivi, per il sostegno e il funzionamento dei Centri.
2.1 Potenziamento di progetti e qualificazione di attivita' in ambiti
di intervento ritenuti prioritari
La quota parte dello stanziamento regionale complessivo, pari a Lire
440.000.000, verra' destinata alla concessione di contributi ai
Comuni per il potenziamento, in termini di attivita' e di personale,
di aree progettuali che hanno gia' visto impegnati i Centri nei
precedenti anni finanziari e per la qualificazione di attivita'
ritenute determinanti per il consolidamento della strategia
complessiva del proprio servizio e per garantirne il successivo
sviluppo.
Gli ambiti prioritari di intervento prevedono:
2.1.1 - progetti e/o attivita' mirate alla realizzazione di livelli
informativi coordinati e organizzati, attraverso la definizione di
mappe territoriali delle opportunita', delle risorse e dei servizi
per le famiglie con bambini, la costruzione di sistemi informativi
integrati e di raccolta delle informazioni supportati da strumenti
informatici e comunicativi innovativi per facilitare il rapporto
istituzioni/cittadini nei diversi settori che riguardino la vita
quotidiana delle famiglie, e concepiti per essere direttamente
utilizzati dalle stesse, l'attivita' di documentazione e di scambi
informativi tra i Centri;
2.1.2 - progetti e/o attivita' mirate al sostegno delle competenze
genitoriali, in cui accanto al rafforzamento della mediazione
familiare - che comprenda, in particolar modo, la formazione di nuovi
operatori anche di differente appartenenza istituzionale e
l'attivita' di informazione-comunicazione sull'intervento alle
famiglie ed ai soggetti istituzionali interessati - si preveda lo
sviluppo di un'area di orientamento, consulenza e di indirizzo
guidato alla rete di risorse disponibili rispetto ai disagi
relazionali ed educativi delle famiglie nei propri percorsi di vita e
da realizzare in stretta collaborazione con i differenti
interlocutori del sistema territoriale dei servizi;
2.1.3 - progetti e/o attivita' mirate al contenimento dei fenomeni di
nuova marginalita' e di disagio economico, con particolare attenzione
ai problemi delle famiglie immigrate e monogenitoriali, attraverso
l'attivazione di risorse presenti all'interno della comunita', di
esperienze di solidarieta', di scambio e di socializzazione;
2.1.4 - progetti e/o attivita' mirate allo sviluppo dell'accoglienza
familiare, con particolare riguardo alle iniziative locali di
diffusione degli affidi, soprattutto quelli a tempo parziale, e al
sostegno delle famiglie sia affidatarie che naturali sul piano
educativo, psicologico e relazionale. Non saranno finanziati progetti
di formazione di operatori e/o campagne promozionali e informative
sull'argomento perche' attualmente in fase di realizzazione
nell'ambito dei progetto di interesse regionale "Valutazione,
formazione e orientamento all'affido familiare" condotto dai Centri
per le famiglie di Modena e Piacenza.
I "Centri per bambini e genitori" (area 1.5), rivolti alla fascia
d'eta' 0-14 anni, realizzati con i contributi regionali dell'anno
finanziario 1996, successivamente oggetto di potenziamento nell'anno
finanziario 1997, accedono ai finanziamenti per le spese di gestione
riconosciute ai "Centri gioco" di cui al Piano Infanzia per il 1998.
Per quanto attiene l'avvio di nuovi centri bambini/genitori e/o nuovi
servizi integrativi al nido, tali interventi e le relative risorse
finanziarie sono stati inseriti all'interno del Programma triennale
regionale per l'attuazione della Legge 285/97 approvato con delibera
del Consiglio regionale n. 915 del 26 maggio 1998, esecutiva ai sensi
di legge.
2.2 Progetti di interesse regionale su tematiche e in ambiti definiti
in accordo con gli Enti locali
La restante quota parte dello stanziamento complessivo, pari a Lire
60.000.000, verra' destinata al finanziamento della prosecuzione e
del completamento, nel terzo anno di attivita', di 2 progetti
presentati nel corso del 1996 dai Centri per le famiglie in
collaborazione tra loro. I progetti sono relativi a:
2.2.1 - un'indagine conoscitiva sulle linee di tendenza del fenomeno,
una campagna informativa e iniziative di formazione degli operatori
sul tema dell'affido familiare realizzate dai Centri per le famiglie
dei Comuni di Piacenza e Modena; il progetto concluso nelle parti
relative alla valutazione, informazione e orientamento, prevedera' la
realizzazione di un ulteriore corso di formazione, per rispondere ai
bisogni degli operatori dei servizi territoriali che realizzano gli
interventi di affido, e la produzione di materiali informativi
sull'esperienza;
2.2.2 - una ricerca-azione mirata sulle tipologie e le esigenze di
famiglie immigrate presenti in alcune realta' dell'Emilia-Romagna
condotta dai Centri per le famiglie dei Comuni di Ravenna, Reggio
Emilia e Lugo. Il progetto prevedera', tra l'altro, come terza
annualita', la predisposizione e la realizzazione di moduli
formativi, definiti in base alle problematiche emerse dalla ricerca,
e rivolti a operatori dei servizi sociali e sanitari, educativi e dei
gruppi di volontariato e la produzione di materiali informativi.
3. Modalita' e termini per la presentazione dei progetti
Possono accedere ai contributi regionali i seguenti Comuni sede dei
nove Centri per le famiglie attualmente funzionanti: Piacenza, Parma,
Modena, Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forli' e Lugo. Le
domande per l'ottenimento dei contributi dovranno essere inoltrate
alla Regione Emilia-Romagna, Assessorato alle Politiche sociali,
Ufficio Infanzia, Donne e Famiglie, Viale A. Moro n. 38 - Bologna
entro il 15 settembre 1998.
I progetti dovranno essere presentati secondo le modalita' indicate
di seguito:
a) per gli interventi di cui al precedente punto 2.1 (potenziamento
progetti e/o qualificazione di attivita' in ambiti di intervento
prioritari) dovranno essere allegati i progetti in cui saranno
specificati: - gli ambiti di intervento, lo stato di avanzamento di
attivita' precedentemente avviate, gli obiettivi per i quali si
ritiene necessario ampliare o qualificare ulteriormente quanto gia'
realizzato; - il responsabile della sua attuazione e/o chi lo
coordina; - le modalita', i tempi e gli strumenti previsti per la sua
realizzazione; - i destinatari degli interventi; - soggetti e le
istituzioni coinvolti nella gestione dell'iniziativa; - le risorse
umane e tecniche che si intendono utilizzare; - le modalita' di
verifica; - i costi previsti con l'indicazione delle relative voci di
spesa. Allo scopo di razionalizzare gli interventi e per garantire
una continuita' di programmazione, i Comuni sede di Centri per le
famiglie potranno presentare in tale ambito un numero massimo di 3
progetti di potenziamento e/o qualificazione;
b) per gli interventi di cui al precedente punto 2.2 (progetti di
interesse regionale gia' in corso) dovra' essere allegato quanto si
riferisce alla terza annualita', ovvero: - lo stato di avanzamento
del progetto rispetto alle attivita' previste nel secondo anno; - il
piano dettagliato delle iniziative che si intendono assumere
nell'ambito della terza annualita'; - i costi previsti con le
relative voci di spesa; - le forme e le modalita' di collaborazione
con altri Centri sul piano metodologico, organizzativo e finanziario.
4. Modalita' e criteri e per la valutazione dei progetti
La valutazione dei progetti verra' effettuata dal Servizio
competente, sia sulla base di elementi qualitativi che in rapporto
alle spese considerate ammissibili. Nel primo caso, relativamente
agli interventi di cui al precedente punto 2.1, verranno considerati
in particolare:
- il livello di coinvolgimento e di sinergia con altri enti, servizi
e soggetti pubblici e privati nella programmazione, nella gestione e
nella valutazione degli interventi;
- la congruenza tra le caratteristiche e la dimensione dei progetti,
anche in rapporto all'utenza di riferimento, e la spesa prevista per
la realizzazione delle iniziative;
- la stabilita', la continuita' e quindi anche la qualita' del lavoro
prodotto dai Centri per le famiglie, in termini di rafforzamento
delle e'quipes sul piano delle risorse umane impiegate (operatori
pubblici, privati, volontari) e della loro formazione professionale.
Per quanto riguarda invece le spese ammissibili esse riguarderanno
per entrambi gli interventi:
- le spese di progettazione-ideazione, coordinamento
tecnico-organizzativo e documentazione delle attivita', garantite
anche da personale dipendente;
- le spese promozionali (materiale pubblicitario, informativo, ecc.);
- gli arredi, le attrezzature e i materiali necessari per la
qualificazione delle attivita';
- le spese per consulenze esterne e personale aggiuntivo
espressamente acquisito per la realizzazione delle attivita';
- i rimborsi spese e i premi assicurativi a favore di volontari;
- le spese per la formazione del personale impiegato nelle attivita'
e necessaria per la realizzazione delle iniziative.
Non saranno quindi considerate ammissibili le spese per acquisto e
ristrutturazione di immobili, le spese relative alla gestione delle
strutture (eventuali affitti e utenze) e quelle relative al personale
dipendente impiegato nella gestione operativa delle attivita'
previste dai progetti.
5. Modalita' di finanziamento
La Regione concorrera' percentualmente, sino ad un tetto massimo del
50% delle spese ammesse a contributo, al finanziamento dei progetti
mirati (2.1) e, sino ad un tetto massimo del 70% delle spese ammesse
a contributo, al finanziamento dei progetti di interesse regionale
(2.2), nei limiti delle risorse finanziarie disponibili.
I contributi verranno erogati ai Comuni beneficiari dai competenti
organi in applicazione della normativa regionale vigente nel modo
seguente:
a) una quota pari al 50% del contributo assegnato ad approvazione dei
progetti presentati, per le iniziative di cui al punto 2.1, o della
documentazione richiesta al precedente punto 3, lettera b), per la
prosecuzione e completamento dei progetti di interesse regionale gia'
in corso, indicati al punto 2.2;
b) per l'erogazione della rimanente quota i Comuni presenteranno, per
ogni singolo progetto, entro 18 mesi dalla data di erogazione
dell'acconto sul contributo regionale: 1. relazione conclusiva sui
risultati conseguiti, 2. attestazione concernente l'effettivo
utilizzo delle risorse complessivamente destinate alla realizzazione
del progetto, con riferimento alle singole voci in cui e' articolato
il piano presentato ed approvato, e la cui documentazione
giustificativa viene dichiarata agli atti dell'Amministrazione
beneficiaria del contributo.
Qualora i costi di realizzazione dei progetti risultassero inferiori
alla spesa inizialmente prevista, considerato che i finanziamenti
regionali verranno assegnati in percentuale di essa, il contributo
verra' proporzionalmente ridotto in sede di erogazione della quota a
saldo.
Nel caso di contributi non utilizzati la Regione procedera' alla
revoca e al reintroito delle somme non spese.".
Visto il favorevole parere espresso al riguardo dalla Commissione
referente "Sicurezza Sociale" di questo Consiglio regionale, giusta
nota prot. n. 9692 del 21 luglio 1998;
previa votazione palese, a maggioranza dei presenti,
delibera:
di approvare le proposte formulate dalla Giunta regionale con
deliberazione in data 22 giugno 1998, progr. n. 997, riportate nel
presente atto deliberativo.