n.61 del 26.02.2014 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 5055 – Risoluzione proposta dai consiglieri Luciano Vecchi, Pariani, Monari, Riva, Paruolo, Grillini, Marani, Barbati, Bonaccini, Donini, Meo, Sconciaforni, Mumolo, Montanari, Serri, Zoffoli, Casadei, Ferrari, Mazzotti, Barbieri, Pagani, Mori, Moriconi, Carini, Garbi, Naldi, Piva e Fiammenghi per esprimere solidarietà, vicinanza e sostegno alle popolazioni modenesi colpite dall’alluvione del 19 gennaio 2014

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

domenica 19 gennaio la rottura di un tratto di argine del fiume Secchia, in località San Matteo, per circa 80 metri di lunghezza ha provocato la fuoriuscita di circa 13 milioni di metri cubi d’acqua, allagando vaste aree della pianura modenese ed in particolare dei Comuni di Bastiglia e Bomporto e di importanti zone dei Comuni di Modena, S. Prospero, Camposanto, Medolla, S. Felice sul Panaro e Finale Emilia;

l’area interessata dal grave disastro alluvionale è coincidente con parte del cratere sismico ed era già stata duramente provata dagli eventi sismici del maggio 2012;

la coincidenza territoriale e, spesso, sui singoli soggetti di terremoto e alluvione rendono la situazione in tali aree assolutamente unica a livello nazionale;

un cittadino è ad oggi ancora disperso, e centinaia di persone sono state evacuate dalle zone alluvionate;

oltre 1500 persone che si sono rivolte ai Centri operativi comunali e più di 800 hanno ottenuto assistenza negli 8 Centri di prima accoglienza allestiti nei comuni di Modena, Carpi, Medolla, Mirandola, San Felice e Soliera, oltre che nelle strutture alberghiere attivate da Federalberghi;

migliaia di cittadini hanno provveduto ad un’autonoma sistemazione;

le operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione, nonché di pulizia dei centri abitati, hanno impegnato finora circa 1000 volontari di cui 900 della Colonna mobile regionale e 100 attivati dal Dipartimento nazionale di Protezione Civile;

i Vigili del Fuoco sono intervenuti con 176 unità di personale e 95 mezzi, portando a termine 764 interventi di soccorso urgente, 907 salvataggi alla persona, 34 interventi di soccorso con mezzi aerei;

hanno operato nelle aree colpite dall’alluvione 150 militari dell’Esercito attivati dalla Prefettura di Modena;

non è ancora possibile effettuare una prima stima dei danni che però sono ingentissimi per l’estensione dell’area interessata dagli allagamenti, il patrimonio edilizio privato, le attività industriali, artigianali, commerciali e agricole coinvolte, rendendo drammatiche le condizioni di migliaia di persone, famiglie e imprese;

drammatica, in particolare, è la situazione delle imprese agricole, sia per la perdita dei raccolti sia per la distruzione di impianti ed infrastrutture, sia per la necessità di dovere bonificare i suoli;

il commercio e le attività artigianali dei centri colpiti hanno subito danni ingentissimi;

al momento sono già stati spesi quasi 15 milioni di euro solo per gli interventi urgenti di riparazione dell’argine e gli altri interventi idraulici e di soccorso e assistenza alla popolazione, ai quali dovranno aggiungersi consistenti interventi per fare fronte ai danni alle infrastrutture pubbliche, al patrimonio edilizio e alle attività produttive e agricole;

gli accadimenti di questi giorni rendono ancora più difficile per gli abitanti, doppiamente colpiti da terremoto ed alluvione, potere rispettare le programmate scadenze degli adempimenti relativi alla prenotazione dei contributi per la ricostruzione.

Considerato che

straordinario è stato ed è l’impegno encomiabile dell’intero sistema di Protezione Civile e dei singoli cittadini grazie al quale si è potuta fronteggiare l’emergenza;

sono stati centinaia gli interventi di soccorso prestati che hanno permesso sia di prestare la necessaria assistenza alle persone colpite che di avviare il ripristino di strutture civili ed economiche e di fare riprendere, già in questi giorni, l’attività scolastica, segnatamente nei Comuni di Bastiglia e Bomporto, maggiormente colpiti;

gli interventi coordinati dal Centro unificato di Protezione Civile si sono occupati del soccorso urgente alle persone rimaste nelle case, l’assistenza alla popolazione attraverso la distribuzione di alimenti e generi di prima necessità.

Considerato inoltre che

l’Italia è un paese a grave dissesto idrogeologico: le aree ad elevata criticità rappresentano circa il 7,1% della superficie del territorio nazionale e circa il 70% dei comuni;

ogni anno ingenti risorse economiche devono essere destinate alla riparazione dei danni causati dal verificarsi di eventi calamitosi di natura idrogeologica, risorse che potrebbero essere risparmiate se si attuasse una reale politica di prevenzione e di buon governo del territorio: infatti, lo stesso Ministero dell’Ambiente - entrato nella gestione delle risorse per la difesa del suolo nel 1998, con il Decreto Sarno - ha quantificato in circa 8,4 miliardi di euro i finanziamenti statali erogati complessivamente nel ventennio 1991-2010 per interventi preventivi di mitigazione del rischio idrogeologico e in circa 40 miliardi, più 4 miliardi per la difesa delle coste, quelli necessari per la sistemazione delle situazioni di dissesto su tutto il territorio nazionale, riportate nei PAI, di cui circa 11 miliardi sono necessari per mettere in sicurezza le aree a più elevato rischio; nello stesso periodo si sono spesi 22 miliardi di euro per riparare i danni causati da frane ed alluvioni, mentre si stimano richieste per 60 miliardi;

negli ultimi tre anni, solo per sanare le emergenze, lo Stato ha stanziato circa un miliardo di euro, cui va aggiunto lo stanziamento di 2,1 miliardi destinato alle cosiddette “opere di prevenzione” (di cui erogati però solo 178mil);

la Regione Emilia-Romagna ha adottato una specifica strategia per la prevenzione e la riduzione del rischio idraulico ed idrogeologico e, in questo contesto, ha avviato un Piano Triennale 2011-2013 prevedendo 314 interventi di manutenzione e messa in sicurezza del territorio per un totale di 183 milioni di euro, comprensivi delle risorse messe a disposizione dall’Accordo di Programma siglato nel 2010 con il Ministero dell’Ambiente;

l’Accordo di Programma riserva particolare attenzione al “nodo idraulico” di Modena, per il quale sono previsti interventi per oltre 18,8 milioni di euro che, tra l’altro, hanno permesso di realizzare interventi di manutenzione straordinaria diffusa lungo il Secchia e il Panaro (4,15 milioni) e l’installazione delle paratoie mobili del manufatto regolatore di cassa Panaro (1,98 milioni) e di avviare la progettazione esecutiva per l’ampliamento della cassa di espansione del Secchia;

nel febbraio 2013 l’Assessore regionale alla Sicurezza Territoriale inviava un’apposita nota al Ministro Clini, segnalando la rilevanza degli interventi necessari e più urgenti - per un totale di oltre 280 milioni di euro sull’intero territorio regionale - tra i quali quelli relativi ai tratti di pianura di Secchia e Panaro per un importo complessivo che supera i 63 milioni di euro;

in data 13 gennaio la Giunta regionale ha approvato una delibera - integrata con successivo atto del 27 gennaio - con cui si propone al Ministero il finanziamento di nuovi interventi per la sistemazione del nodo idraulico di Modena, per un totale di 19 milioni di euro che comprendono l’adeguamento dei manufatti principali della cassa di espansione del Secchia, la manutenzione straordinaria delle arginature di Panaro e Secchia a valle delle rispettive casse.

Preso atto che

la legge di stabilità prevede lo stanziamento per il dissesto idrogeologico di soli 180 milioni di euro per il triennio 2014-2016, così ripartiti: 30 mil per il 2014, 50 mil per il 2015, 100 mil per il 2016 (comma 111 art. 1 legge di stabilità 2013); una cifra oggettivamente insufficiente, se si pensa alle risorse necessarie per gli interventi nella sola nostra regione;

le risorse per interventi sul dissesto e sulla prevenzione potrebbero essere incrementate accedendo ai finanziamenti europei, ma il Patto di stabilità impedisce a Regioni ed Enti locali di attivare il cofinanziamento: si calcola che, in questo modo, si siano persi circa 4 miliardi di euro nel settennato di programmazione comunitaria 2007-2013.

Ritenuto che

lo stanziamento di adeguate risorse nella ricerca, nel monitoraggio e nelle opere di prevenzione (manutenzione costante del territorio, rinforzo e pulizia degli argini, rimboschimento e rinverdimento, cura dei corsi d’acqua, delle fasce di esondazione programmata, delle aree golenali, ecc.) produrrebbe non solo il risultato di prevenire disastri, con la conseguenza di vite perse o comunque segnate nel profondo, di abitazioni e stabilimenti danneggiati, di ripercussioni sull’economia delle zone colpite, ma anche quello di produrre buona e stabile occupazione, di riconvertire settori produttivi, di restituire salute e sicurezza alle popolazioni delle aree a rischio.

Sottolineato che

è stata chiesta al Governo la dichiarazione dello stato di emergenza che verrà esaminata e dovrà essere proclamata dal Consiglio dei Ministri questa settimana;

a tal fine, un rapporto sull’alluvione nel modenese è stato presentato dal tavolo di coordinamento, nella giornata di sabato 25 gennaio, ai ministri Graziano Delrio e Andrea Orlando, nel corso di un incontro al Centro unificato di Protezione Civile alla presenza dei sindaci interessati;

la Regione Emilia-Romagna ha già dichiarato lo stato di calamità regionale.

Evidenziato che

il Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, al termine dell’incontro con i sindaci dell’area alluvionata ha dichiarato la disponibilità dei 19 milioni di euro per la sistemazione del nodo idraulico di Modena, già richiesti prima dell’alluvione;

il Consiglio dei Ministri ha già varato un primo rinvio delle scadenze fiscali per le popolazioni colpite;

durante l’incontro, il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani ha enunciato le tre linee prioritarie di intervento:

- definire le cause della rottura dell’argine e approfondire le condizioni degli argini di Secchia, Panaro e Naviglio, attraverso un Gruppo di lavoro ad hoc ed una Commissione scientifica;

- ottenere la dichiarazione di stato di emergenza e lavorare per il pieno riconoscimento dei danni subiti dai cittadini e dalle imprese;

- dare soluzione ai problemi del nodo idraulico di Modena;

con una circolare firmata da Errani, la Regione ha attivato la procedura per la ricognizione dei fabbisogni finanziari per far fronte ai danni causati dal maltempo.

Tutto ciò premesso e considerato

esprime

la propria solidarietà, vicinanza e sostegno alle popolazioni del modenese così duramente colpite.

Impegna la Giunta

a continuare ad operare nei confronti del Governo e del Parlamento nazionali affinché:

- si proceda rapidamente all’approvazione della dichiarazione dello stato d’emergenza;

- si definiscano tempi e modalità semplici e certe per il risarcimento di tutti i danni subiti da famiglie e aziende e si attivino sistemi di finanziamento immediato per fare ripartire l’economia e la vita delle comunità;

- si sospendano per tempi ragionevoli e prevedibili (oltre a quanto già stabilito dal DL approvato il 24.01) le scadenze fiscali e contributive per i territori, famiglie ed imprese danneggiati - prevedendo contestualmente alla definizione di modalità e tempi di rateizzazione - e si attivino, integrando le risorse, gli ammortizzatori sociali per le lavoratrici e i lavoratori delle zone colpite;

- si definiscano misure certe di fiscalità di vantaggio integrando quelle già contenute all’interno della Legge di stabilità 2014 per le zone colpite dal sisma 2012, in grado di corrispondere alle nuove e maggiori esigenze poste dalle imprese colpite dall’alluvione;

- si utilizzino tutti gli strumenti a disposizione per fare fronte alla drammatica situazione delle imprese agricole alluvionate, dove, oltre ai danni ai raccolti, appaiono in molti casi compromessi impianti e strutture;

- si chiarisca se le norme vigenti in Legge di stabilità siano in grado di garantire la copertura per la sospensione del pagamento dei mutui per le abitazioni rese inagibili dal sisma e/o dall’alluvione, ovvero se è invece necessario un provvedimento legislativo ad hoc;

- si escludano dal patto di stabilità le spese che i comuni, le province e la regione dovranno sostenere per ripristinare le infrastrutture, i servizi pubblici, le reti, e vengano garantite le risorse adeguate per poterle realizzare;

- si arrivi finalmente all’adozione di provvedimenti legislativi in grado di rispondere in modo univoco in tutto il Paese in caso di calamità naturali, di favorire e sostenere la messa in sicurezza del territorio a partire da quella idraulica, favorendo la semplificazione del quadro legislativo vigente e dotandoli delle adeguate risorse finanziarie.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 28 gennaio 2014

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